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[«NOI SALUTIAMO L'EROE E GLI PROMETfIAMO

CHE OBBEDIREMO AD OGNI SUO CENNO »

Questa sera - dice Mtmolini - abbiamo incominciato la serie delle d imostrazioni che debbono prova re a tutto il mondo co me il popolo d i Milano sia sempre lò stesso delle gloriose giornate del 191 s, nelle quali, duce l' indimenticabile Filippo Corridoni, fu imposta ai vili e ai trepidi la guerra di liberazion e.

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Gabriele d' Annunzio, che non è soltanto un grande poeta, ma un g rande soldato, il primo soldato d'I talia, ha osat o compier e l'att o che ha spaventa to il nostro pa vido Governo.

Noi salutiamo l'Eroe e gli promettiamo che obbediremo ad ogni suo cenno.

L'italianissima città di Fiume, finalmente ridonata alla Patria, dalla fede e dalla volontà eroica, sarà d ifesa contro tutte le insidie e contro lo stesso Governo indegno del popolo ai destini del quale presiede.

M ilanesi vigilate I

Og ni offesa a Gabriele d'Annunzio, ogni atto· contco di lui, è contro la grande gesta che lui ha co mpiuto, è un attentato all'Italia.

Viva d'Ann unzio ! Viva l'Italia ! Viva Fiume I (Grandi atda vM~ z.ioni 1alutano il brel!e discorro di Mrmolini e q:dndi la manifestazf1me b :1 f er111inc).

• A Milano, la sera dtl 13 settembre 1919, i fascisti organizzano una dimostrazione per l'annessione di Fiume all'Italia. In «Galleria», parlano Guido Dd Latte ed Edoardo Susmtl; in piazza d el D uomo, Ferruccio Vecchi, che (l:J chiude invitando i presenti a r ecarsi a p orti'lte il saluto al Popofo d'Italia. Il ,:orteo si di• rige a via Paolo da Cannobio Grida ed accl,1mazioni chiamano al bkone il nostro D irettore, il quale non appena appare- viene s~lutato da una triplice salve- di ap• plausi». Indi Mussolini pronuncia il discorso qui riportato. (Da 1J Pope/o tf.' [la/in, N. 252, ·14 settembre 19 19, VI)

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