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UN APPELLO ALLA SOLIDARIETA PER GLI SCIOPERANTI METALLURGICI ADERENTI ALL' U.S.M.
Egregio Signor Direttore del Pt>polo d'Italia.
Lo scio~ro degli open.i metallurgici continua da ben sei settimane, né accoe-nna ad una soluzione.
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L'Unione Sindacale Milanese ha sussidiato a tutt'oggi g li sciopennti, come ha potuto, poiché l'esito d ella sottoscrizione aperta non h a dato i risultati sperati.
Ciò si deve al fatto che non tuue le organiuazioni sorelle, né g li. amici hanno fatto il loro dovere inviando dicritamente a noi il loro contributo
Anzi, da un recente giro di propaganda fatto in Italia dal se-grctario Bacchi, è risultato che, per un'er rata interprriazione dell'accordo intervenuto tra i l sottoscritto Comitato d'Agitazione e quello della Federazione Italiana Operai Metitl· !urgici, molti dei nostri amici hanno inviato l'importo delle sottoscrizioni alla Confederazione Generale del Lavoro.
In tali condizioni d rivolsìamo a Lei, che sempre ha ospitato i nostri comunicati, pregandola. di pubblicare l'unito elenco delle somme finora ricevute ed a voler tenere aperta la sottoscrizione nelle colonne del s uo giornale, che, non dubitiamo, vonà accord,ud il suo valir.Io appoggio anche per ciò che riguarda il buon esito Jella sottoscrizione stessa.
Ri ngraziandola antid patamente f ti : SALMOJRAGHI EUGENIO • C,.MPOLON· GHI G IACOMO - fM D ANIEL E • GALLI CARLO • CARMASSJ GIUSEÌ'PI! - STOPPINI FRANCE S CO • BELLA.TI AMBROGIO - BELBT· TI ENRICO • ONGOLANI GIACOMO • Fussr UMBERTO.
Il Comitato d'Agitazione degli scioperanti metallurgici aderenti alla U.S.M.
Accetto di buon grado l'invito che mi viene dall'Unione Sindacale l\'filanese, dalla vecchia e gloriosa o rganizzazione che ebbe a duce il g ra nde combattente della piazia e della trincea delle Frasche, Filippo Corridoni. E non lo faccio per smentire la stupida e miserevole insinuazione che ancora ieri il melmoso scimmione barbuto e occhialuto che dirige il quotidiano pussista stampava su quelle colonne·di carta: che io, cioè, sono passato dal campo operaio in quello dei padroni È stupido e falso. Io no n sono passato in nessun campo. Res to sempre nel campo d ella giustizia e deBa libertà. E anche, se no n vi dispiace, d ella « mia )) libertà.
G li operai dell'U, S. M l o sanno e lo sanno anche queUi dell'altra parte; anzi, il pensiero che il mio ·gesto possa essere interpretato come un tentativo d! rifarmi una specie di popolarità,- mi h a alq uanto trattenuto, perché io sdegno le lusingh e demagogiche e mi sento egualmente libero davanti a padroni e davanti a operai. Poi ho pensato che la mia condotta non può essere determinata da ciò che diranno o non diranno i miei nemici g iurati, ma da ciò che detta la inia coscie~za. E la mia cOscienza mi dice che l'appello d ell'U. S.M. de v'essere racco ltq e che è un dovere di q uanti h anno fatto e sentito la necessità dell'i nte rvento di aiutare rapidamente e g enerosamente g li scioperan ti dell'U. S. M. Le ragioni dell' appello che lancio da queste colo nne e che raccomando, sono le seguenti :
L>U.S. M. è una organizzazione di classe, che non si mette cont ro la nazio ne oggi, e si è messa jeri in difesa d ella n azio ne impegnata n el tremendo conflitto mondiale. L'U.S.M., dal suo condottiero Filippo Corridoni all'ultimo dei suoi gregari, ha sentito come noi, ha lottato con noi.
Io affermo . che l'atteggiamento delle masse operaie ad erenti a questo sodalizio è stato uno . degli elementi decisivi nelle giornate del maggio 19rs. L'U.S.M. li.a dato volontari e combattenti. Moltissimi degli scioperanti odierni sono reduci dalle trincee.
Nello statuto fondamen tale d ell'U nione Italiana del Lavoro, il r fferi mento agli interessi supremi della nazione è chiaramente i ndicato .
Appartengono all'U S.M. quegli ope rai, che, per avere avuto il coraggio di riconoscere l'ineluttabilità della guerra, sono stati cacciati dalle officine, g razie alla bestialità dei tesserati, incoraggiata dalla complicità più o meno passiva di t roppi i ndu striali. Ora io dico che il mondo interventista italiano, tutte le organizzazioni e gli individui che si muoVono sul terreno di questo g io rnale, sul terreno dei Fasci , devono sentire la gravità e l'urgenza di questo ap1Jello, devono Sentire che i compagni coinvoltj nello sciopero meritano di es sere aiutati, perché dopo sei settimane di pausa ver sano in condizioni criticissime. Consigliare, come pretendono taluni, il ritorno al lavoro da parte di questa 'relativamente esigua minoranza, è un'ironia e una stupidità. Ma c'è una ragione p iù attuale che li ·consiglia a sOllecitare fortemente il pubblié: o d ei miei amici e d ei miei lettori.
Durante queste Sei prime setti mane di sciopero rovinoso per tutt( io mi sono tenuto piuttosto riservato, pur augurando v ittoria alla massa operaia.
.Le ragioni del mio riserbo sono comprensibili ai dirigenti dello sciopero e ad _altre situazioni di fatto.
Ma dopo l'ordine del giorno votat o ieri dal Consiglio dei Delegati della Confederazione Generale d ell'Industria, io dichiaco che l'atteggiamento degli industriali è, non meno di quello dei massimalisti pussisti, esiziale agli interessi generali della nazione, Tutto quello che l'ordine del giorno dice n ella sua-prima parte può essere vero; troppe agitazioni vi sono state in quest i ultimi mesi e non sempre g iustificate. Lo abbiamo deplorato noi e anch e molti socialisti ufficiali non appa rt enenti alla specie degli auabbiati. Ma quando gli industriali vogl iono far credere Che l'attuale sciopero ha dei fini massimalisti, che s i v uo le, cioè, i< sostituire l'attuale regime co n un altro di marca russà e u ngherese», g li industriali n o n sono nel vero e vendono del fumo . Voluta o n o, la confus ione che fan no g li fodustriali fra ciò che si predica da l Partito politico pussista, e quello che si vuole dag li ope rai, è sommamente artificiosa e deplo revole Un conto é il Partito Socialista Ufficiale; un conto è la massa operaia. Certe distinzioni si impongono se si è in buona fede. L'ordine del giorno degli industriali, per dirla con gergo superato di guerra, è oltranzista.
Ora, dal punto di ,vista degli interessi generali d ella nazione, un oltranzismo equivale all':tltro e il dichiarato oltranzismo degli in dustriali è non meno pernicioso del verboso e verbale oltranzismo degli . ele menti p olitici del Partito Socialista Ufficiale.
Che cosa vog lio n o g li indusu·iali ? Essi non fanno , si dice, una questione di tari ffe; né penSa no d i tornare indietro per ciò che rappresent a un complesso di conquiste e meno a ncora p ossono illudersi ~i sfasciare l 'organizzaz ione operaia (la qual cosa :non converrebb e neppure a lo r o). Gli industriali vogliono (si dice) ristabilire la disciplina nelle fabbriche. Che una disciplina del lavoro - ta nto d al punto di vista morale come da q uello tecnico - sia assolutamente necessaria: è verissimo e l o stesso Lenin ne ha parlato ne.i suo i più recenti messaggi; J\.fa credono veramente gli industriali che la lotta ad oltranza, la resa a discrezione delle maestranze, ricondurrà la n ecessaria disciplina nei cantieri e nelle officine ? Errore e illusione. La disfatta non può che suscitare il d esider~o della rivincita; quello che gli foglcs i chiamano labour unru t e che noi potremmo de6 nire i~qu ietudine operaia, rimarrebbe, · la "·fa mo sa di sciplina si ridurrebbe a una p a rola.
L'oltranzismo dichiarato dagli industriali è, a m io avviso, e lo dico forte e schietto, un grosso errore. G li industriali devono gu~r- dirsi bene dal voler stravincere. Certe vittorie sono come quelle di Pirro. Non hanno mai domani, o ne hanno uno pieno di delusioni, d i ansie e di incertezze.
Ma nell'attesa dell'accordo, verso al q uale bisogna assolutamente andare p er cominciare una buona v olta il lavoro metodico e intenso della ricostruzione n azionale, il dovere degli elementi che mi seguono - combattenti o no, proletari o ·non proletari - è indicato dall'appello che pubblico. Spero di ricevere offerte sollecite e generose. Non dico di p iù.
A buon imenditor....
Da 11 Popolo d' Italia, N. 245, 7 settembre 1919, VI.
MUSSOLINI