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SENSO DELLA VITTORIA !

Finalmente, dopo settimane e settimane di avvelenamento morale e di sorde, se pur necessarie polemiche; finalmente, dopo settimane, e settimane di afa e di bassura mefit ica, ieri un soffio gagliardo d i atia pura ha attraversato le strade e le piazze della vecchia Milano e più che le cose ha attraversato le anime. Davanti allo spettacolo della solida giovinezza italica reduce dalle t rincee e ancota bene inqua~rat a e bene dis ciplinata, si riconforta va la fede n ei destini della nostra razza. La folla che circondava i ritornanti era folla di popolo nel senso più e satto della p a! o1a : piccola, minuta gente che si riconoSceva nei sold ati, come il sangue si riconosce nel sangue. Quanti erano coloro che sfilarono nel corteo o assisterono all a sfilata? Il calcolo è d ifficile ed inutile, Si può dire, senza cadere n ell'esagerazione, che tutta Milano era attorno ai reg gimenti vittor iosi. I eri, marciando dietro le bandiere, o sservando i moti e i gesti della folla, ascoltando i discorsi, ci siamo co nvinti che l'infame campagna « cap orettaia » - inscenata dalla camarilla social-g iolittiana - non ha « preso » l'animo delle masse profonde e che, malgrado tutto e tutti, malgrado la campagna dei giornali e la complicità palese del G o verno, il. senso della vitto ria è ancora Vivo e potente. Il t entativo di capov o lgere la realtà storica, m ettendo Caporetto al p rimo piano e Vittorio Veneto all'ultimo , è fallito o è destinato a fallire.

L'ultimo rozzo cervello deH'ultimO popolano comprende che se la vittoria non è s tata - nei su o i r isultati - grandiosa come si era creduto, 1a disfatta ci avrebbe annientato da tutt i i punti di vista: semplice"mente. La vittoria è una strada sulla quale - in mezzo agli inevitabili ostacoli - si può, si d eve ca.rumi nare; la disfatta è un gorgo oscuro n e~ quale i popoli vinti si dibattono tragicamente. .Se riparare dopo la v ittoria chiede lo sforzo d i dieci, riprendere dopo la disfatta chiede lo sforzo di mille. Suppo nete, per un momento, che l'Italia e l' Intesa avessero perduto la guerra; supponete l'Alta Italia occupata da guarnigioni t edesche, austriache, bu lgare, turche; supponete una mutilazio ne del vecchio territo rio nazionale; m ett ete n ell'ipotetico ca k o lo le requi sizioni, le taglie, e le indennità ; n on dimC'nticate gli eventuali Cambiamenti vagh eggiati da i vaticanisti di Vie nna che ·Spe- ravano di rimettere sul trono il Papa, con relativi territori d el « potere te mporale >~ , e poi immag inate in quali condizioni si sarebbe trovato i) popolo italiano I

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L'ipotesi sola dà i brividi. Ebbe ne, nell'anima delle masse, quest a valutazio ne storica esiste nei suoi elementi politici e se ntimentali.

L'o rgoglio di aver vinto, è nei soldati e n el p opolo, e, n ell'uno e negli altri, è il senso di aver provocato eventi sto rici di portata immensa, quale la caduta di tre imperi nemici.

La sterminata folla che ieri ha esaltato e coperto di fiori il popolo reduce dalla guerra, cc:lebrava. nei -vittoriosi la grande, la me ravigliosa vittoria italiana.

MUSSOLINI

Da li P()po/() d'Italia, N. 244, 6 setlembre 1919, VI.

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