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SUL MOMENTO POLITICO•

M uuolini - riprendendo gli au enni fatti da Ferrari - che hanno &011111,ouo J'auen,blta, dice come la psicologia della mmjitta ·J prevalentemente ii prodotto del ritardo della pace.

I sistemi con i quali essa vjene negoziata sono uguali a q uelli adottati durante la guerra. Noi interventisti portiamo sul dorso la responsabilità di avere rlmesse le sorti della guerra alle classi dirigenti, ai generali ed ai politici dell'Italia u fficiale. Quella nostra debolezza si palesa ogni g iorno di più deplorevole; ma è inutile ogni ulteriore recriminazione. .(l noi basta riaffer mare altamente la responsabilità morale dell'intervento in guerra e ricordare le critiche fatte a tempo debito , contro i condottieri politici e militari della guerra.

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A proposito dell'inchiula di Caporello, il nostro Direi/ore dite dn Nitti, qualora Io avesse voluto, sarebbe riusdto ad impedire la crisi morale che per qualche giorno ha colpito il paese.

In ogni modo, a dispetto della malevolenza governativa, si sappia fin d'ora che i fascisti condurranno da soli la battaglia in difesa della guerra e dell'avvenire d ' Ital ia; per" ques to prevedo che verso novembre a Milano e nel resto d'Italia la vita sarà inte nsa. (Grandi appla11!i)

Conclude proponendo tifi voto contro la politica nittiana responsabile in gran pa rte d ell'at tuale avvelenamento della nazione, (L'asw11blea applaude hmgan;ente) .

• Riassunto del discorso pronunciato a Milano, nell'aula magna del liceo « Beccaria», la sera del 4 settembre 19 L9, durante l'assem blea del fascio milanese d i combattimento. (Da li Popolo d'I talia, N. 24\ , settembre 19 19, VI).

INCHIODATO ALLA GOGNA!

La spia N. 8 - l'assassino di Barre Vermont, il bandito e sfruttatore del socialismo in tutti i paesi del mondo (egli fa la p rofessione del socialista) - dev'essersi a quest'ora amaramente pentito di aver scatenata la polemica. Credeva di farla franca, l'ignobilissimo figuro, ma stavolta ha trovato le verghe che occorrono alla sua schiena e tempesterò sino a quando n on lo avrò ridotto a uno straccio informe. Inutilmente qualcuno mi dice che nel mondo e in Italia ci sono questioni più importanti di quelle di Pag nacca, inutilmente, petché io non sono disposto a « mollare » l'avventuriero scroccone del socia· lismo , che oggi è il vessillifero d ei nemici della n azione e della classe operafa. Egli divaga e riporta: io documento. A parag rafi. Dal principio sino alla fine .

Prima Truffa A Turati

G. M. Serrati è stato accusato su queste colonne di aver eso rdito nella vita politica con una « approp riazione indebita. » ai darÌni della Biblioteca d ella Lotta di ClaJ#. ·Ann~ 1893. Luogo: congresso di Reggio Emilia. 11 truffatore non risponde parola a questa · precisa, schiacciante accusa. Egli non la può contestare, p erché di quest'accusa è rimasta traccia nella memoria d i t ro ppa gente. Reggio Emilia non è al Madagascar. Nella Legione Straniera si entra senza bisogno di d are n ome e cognome e più d elinquenti si è e meglio si è accetti; ma per . vendere degli opuscoli e dei libri alla por ta di un congresso, bisogna dare almeno nome e cognome e bisognerebbe dare anche l'esatta resa dei conti. Pagnacca, come Turati ricorda. benissimo, se n'è dimenticato I Il futuro grande moralista del c o nvento pussistico, comincia la sua carriera con un furto ai danni della biblioteca del Partito. A vanti, Pagnacca I Spfoga - dunque - come e qualmente· i denari d egli opuscoli e dei libri venduti a Reggio Emilia si volatilizzarono nelle t ue t asche, prima che tu salpassi per altri lidi I

L'ASSASSI NÒ DI B. V.

Chi ha seguito attentamente la polemica di questi giÒrni, h a notato le pietose contraddizio ni di Pagnacca: grandi è p iccole. C'è un nome che inchioda quest'uomo: Barre Ve(mont. C'è un morto che turba i sonni di Pagnacca: Elia Corti. C'è un vivo che è stato per dieci anni l'accusatore implacabile di Pagnacca, un v ivo che tace, per ora, ma eh~ probabilmente dovrà decidersi a parla re: quest o vivo e vicino sì chiama: Luigi Galleani. Pagnacca ha affermato che egli non era minimamente responsabile d ell'assassinio di Barre Vermont e noi gli abbiamo scaraventato sul grugno l'accusa tragica della povera vedova dell'assassinato, Ha osat o affermare che non c'era la data nella riprnduzione fotografica. C'era come tutti hanno visto. Pagnacca:1ba affermato ch'egli non aveva avuto n oie dall'Autorità Giudiziaria affiericana e invece ieri, colla riproduzione di un articolo di un' ·giornale di New-York - imparziale, perché estraneo ai conflitti di partenoi abbiamo documentato che Pugnacca fu /rallo in arre.rio senza cauzione, in seguit o alla strage di Barre Ver mont da lui voluta e premed itata. Pagnacca ha affermato che Pautori tà giudiziaria a mericana non lo aveva di stu rbato e n oi abbiamo do mmmlato, colla riproduzione d ella lettera dì Emilio Vochini, che i1 giudice Hoas, assistente al processo di Montpellier, lo considerava « non prosciolto » dalle accuse che pesavano su lui. Ora, l'immondo Pagnacça, non contesta l'autenticità della lettera del Vochini, e Osserva soltanto che dopo sedici anni il Vochini da accusato si converte in accusatore. * Pagnacca non ci vede veramente più. Il documento è esumato dopo sedici anni, 1"!13 r eca la d at a del 6 marzo 19 04: cinque mesi appena dopo il fattaccio - di sangue di Barre Vermont. Pagnacca è a terra.

La Spia Di Galleani

C'è ·un nome che non scivola mai dalra penna d ella spia internazionale N. 8: il nome dì Luigi G alle.ani, g ià direttore della Cronaca Sovversiva di Barre Vermont. Si capisce, quando si pensi che, in u n numero del· Proletario dell'agosto 190~, veniva denunciato Luigi Galleani, aUora.... latitante; si faceva nome e cognome di Luigi Galleani; se· ne indicava il rifugio, tanto che il Galleani dovette nuov amente andar sene da Barre Vermont in circostanze particolarmente critiche, perché gli era nato un bambino. Sono gli anarchici del Nord-Ame rica che hilnno fatto circolare nel mondo Giacinto Menotti Pagnacca come la spia inlernaz/ona!t N. 8. È Luigi Gallcani, uomo del quale nessun avver sario ha rTiai contestato l'irrCprensibile illibatezza delta vita pubblica e privata; è Luigi Galleani, v ivo ancora e non molto lontano , * (40~).

che nel 1908 definiva Giacinto Menotti Pagnacca « J11rpe agenle prOtJo(atore ». L'opera pcovocatoria di ques to enorme· lenone e ·succhione del socialismo internazionale, non stata dimenticata, malgrado la distanza e il tempo, dagli anarchici del Nord America. Un volantino diramato dal Circolo di Studi Sociali di West Hoboken, nell'ottobre del 1903, cosl parlava di Pagnacca, a proposito del suo inten~ento in uno sciopero:

« Il popolo lavora.tote di West Hoboken ci ama ed ha conservato una sincera simpatia i,el Galleani, i l quale seppe indicargli i vn:i mezzi per conseguire la vittoria ne llo sciopero delle arti seriche de ll o scorso anno, che si sarebbe certamente conseguita se G. M. Serrati, delegalo o"orario di P. S. al servi2io del Comolato, no n /,o r1vesse vend111u, uadiJo 11iglùtrramente ».

Nello stesso rri.anifesto, il Circolo di Studi Sociali di West Hoboken chiama Pag nacca « ciarlatano politk(), rhia((hierone ;oda/e, ra,110/eonte in. ternazionale ». Segue un'accusa esplicita di fuga da uno sciopero andato a male. Nell'ottobre dello stesso anno 1903, gli anarchici del Oub Indipendente di New York pubblicano un manifesto nel quale Pa· gnacca è. messq alla gogna con queste parole:

« li socialista Serrati, per esempio, per sbarazzarsi di un nemico incomodo, ha tentato (se non sia riuscito non è sua colpa) di denunciarlo e farlo arresta.re usando il metodo seguente: prim:1 pubb licando sul ProieJario i coonotafi della persona invisa e la località in cui quesla persona passeggiava; indi facendo il nome dell'ind ividuo; e da ultimo, Sellando le mani avanti per non ùtdere, se n'esce a dire: " ed ora gli anarchici mi diranno che sono una spia, mentre non ho fatto· che difendere la onorabilità mia e quella del partito che rappresento". Gli anar,hid nat11ralme11/e non ha,mo abborc1110 all'amo e hanno rnerilamtnlt meuo 11lia gog,,a Serrati».

Ecco definito anche nei dettagli la 6gura del « t urpe agmte p rovocatore» di cui parlava L uigi Gallcani. ·

Diversivi Inutili

Quando Pagnacca non sa più dove voltarsi, to!'na ai tempi cli Lo · sanna e vuol far credere che mi ha « sfamato >). Ha la memoria cortll. Perché io lavoravo e lui no. Io ho lavorato, come commesso di negozio, in Ruc du Pré, presso Tedeschi; in Rue dela Mercerie presso Depaulis; e come manuale·muratore al deposito delle macchine a Renans là Gare. Lui « faceva )> la propaganda, lui h a sempre vissuto dd sorialitmo se non per il socialismo. Quanto all'inchiesta sulle origini del P opolo, fu fatta a suo tempo, da tre galantuomini e il foglio pussista no n seppe confutarne i risultati. Quanto alle accuse dei disfattisti del socialismo frances~. sono cavalli di ritorno; Quei signori possono stampare a Parig i quello che P agnacca stampa i o Italia e viceversa: J/ampare, ma non provare E p oi, è proprio dal pulpito pagnacchesco che può partire la predica quando Pagnacca ha ricev,lto l'"orò magiaro e non avrebbe avuto difficoltà di sorta a intascare l'oro americano - un bel milione - del pacifista nonché capitalista e poi guerrafondaio Ford?

E vero o non è vero ,he Pagna((a avrebbe ami/alo i dollari di F ord ?

È d a cinque anni che questo gruppo di canaglie, che hanno ragione di odiarmi perché li ho distwbati neHa loro pro6.cua attività di d elinquenti politici, va ripetendo: « Chi paga?» E provatelo voi, una buona volta. Stampate i papiert. Decidetevi. Fra Naldi, la borghesia siderurg ica, la -Francia, il socialismo francese e la massoneria mondiale. Precisate, come io preciso e documento, quando presento al pubblico italiano G. M. Pagnacca ne lla sua triplice veste di truffatore, di spia e di assassino.

Mussolini

I Mentitori Alla Lanterna

UNA LETTERA DEL COMM. CARMINATI

Nel numero del 2.4 agosto, il foglio del P111 stampava un articolo del signor Ambrosini Vitt orio, avvocato di Palermo, nel qu ale era co ntenuto .questo periodo :

« Ma basta, basta con questa ve rgogna che ricade sui trad iti, ingannati e tra- . diti anche dai lor o ufficiali Lasciamo andare il povero Carli, che fra i tanli rapp resenta un illuso e non de l tutto in malafede poicht egli s i lasciò q uasi persuadere quando io lo misi su ll'avviso circa l' atteggiamento di Mussolini. Egli , insieme agli amici di Roma, a Ferruccio Vecchi, ammise che avevo ragione, specialmente quando gli feci il nome di un commendatore milanese, il quale si vanta di aver rabbonito Mus,olini con dei biglietti da. mille»,,

Il seguito delta polemica è noto per i nostri lettori, che hanno potuto ammirare il paglietta-pagliaccio palermitano nelle sue capriole po litiche. Sfidato formalmente a fare il n ome del commendato re che mi avrebbe rabbonito, solo n ell'Avanti I di ieri, il falso ardito siciliano stampava q ues te parole:

Pal"mo, 1.

« A utorizzo a pubblicare il nome del commendato re che s i vantò di aver rabbonito Mussolini con biglietti da mille: il comm . Carminati.

« Capitano VITTOIUO AMBROi5lNI degli Arditi ~

, Nell'attesa ricevo e pubblico - senza commenti ! - questa letterina del comm. Carmin:i.ti:

.Milano, 4 iettembrt 1919.

Egregio Signore, mi viene segnalata, nell'Avanti ! di oggi, una dichiarazione de l capitano Vittorio Ambrosini, che i o p erò non ho l'onore d i con oscere, ne lla quale viene fa tto ìl mio nome; dichiarazione che mi ha in ogni modo vivamente sorpreso lo non ho mai dato, per nessuna ragione ed i n qualsiasi tempo, denaro né a lei, né al suo giornale. Ho concorso con modesti contributi alle lodevoli ini· ziative del Popolo d 'l talù,, in sottoscrizioni pubbliche, pro fam iglia Sàuro, pro mutilati e per qualche cas o pietoso d i famigli e di richiamati. Ecco lutto Con distinta osservanza.

A.. C ARM IN A TI

Ò a li Popolo d' I talia, N. 24), 5 settembre ·1919, VI.

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