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L'AVIAZ IONE ITALIANA AVRA UN AVVEN IRE?

La d omanda angosciosa per tutti g li italiani che apprezzano al g iusto segno il valore e l'importanza en orme dell'aviazione, riello sviluppo futuro della vita dvile dei p opol i, è perfettamente giustificata dalle seguenti notizie che tog lia mo da un'agenzia a viatoria.

(( Abbiamo - dice guest'agem:ia -ritardato otto mesi per risolvere la ques t ione a~rc a, ma in compenso i 120 milioni annui del p rimo p rogetto dive· nuti poi 100 e discesi a 80 all 'epoca de lla candidatura M orri, sono calati a d ieci milioni sol i, che costituiscono u n t rop po magro bilancio per u na. cosi amp ia impresa. .Pu la aeronautica di guerra sono stati spesi molti, forse troppi denari e non sempre bene, quantunque anche i n q uesta questione sarebbe ora di di videre il peso mor ale dei bi lanci {li guer ra t ra le fabbriche costruttrici, i moto ri, g li h ,:mg1:1rs ~c. ecc. Ma n on è mai una b uona rag ione se si sono spesi male troppi soldi di spenderne oggi bene troppo p0<:hi. Non ricordiamo che fl nghilterra ha un bilancio aereo di due miliardi, che la Francia mette a disposizione pC'r l'aviazione la somma di un miliardo e mezzo; non s iamo paese ricco e ci siamo imposti un sistema di economia, ma bisogna pensare che questo è il solo moménto in cui il G.overno può venire in aiuto d elle varie iniziative p rivate. La nostra industria, g ià cosi fiorente di 130.000 operai aeronautici speci alizzati, p assa. una crisi g ravissima, che non può essere salvata che dalle o rdinazioni govern.1tive, anche poche, ma suffici ent i p er manten ere compatti i nuclei degli operai N ello stesso tempo le missioni che s i prep arano e che h anno anche un' importanza p olitica, ben lonta ne dall' avere le possibilità finan ziarie della Fra ncia, che, solo in Tuni sfa, è di$pOsta a spendere tre milioni e mezzo, porteran no via ·u na parte considerevole del b ilancio p refi sso, che sarà del resto g ià abbastanza intaccato <lai costo del rdid a Tokio, q uan tunque voci autotevoli abbiano precisato che i l rttid di D'Annunzio non g ra verà su q uesto bilancio Ad ogni modo, per fare opera a ttiva e utile per l'avvenire del paese, dieci milion i sono asso lutamente insufficienti. Si calcola ch e sarebbe ro n ecessa ri a lmeno cinquanta milion i, che la attivi1à aerea d el futuro compenserà ciel resto largamente».

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Queste cifre suscitano in no i, appartenenti alla nazione che d ovrebbe e potrebbe ottenere - per un complesso di circostanze fa vorevo li - l'assoluto primato aviato~io del mo ndo, un senso p enosissimo di umiliazione. L e condizioni favo revoli al nostro primato sono : la p osizio ne geo g rafica della nostra patria, che la mette in co n tatto quasi i mmediato con due con tinenti, la ch iarezza del nos tro cielo , l'ecce llenza d ei nostri pilo ti e la genialità ·dei nostri costruttori. Aggi un - giamo subito che questa genialità dovrebbe essere disciplinata e scientificamente controllata.

Nel suo disco rso -programma l'on. Nitti ebbe un punto dedicato aUo sviluppo dei trasporti aerei, ma la cifra di d ieci milioni non è bastante nemmeno per pagare i custodi degli aerodromi . La sproporzione fra i programmi aviatori di g uerra e quelli di pace è troppo evidente e pietosa.- Che l'industria aviatoria - come tutte le altre - debba vivere di vita autonoma, siamo d'accordo: l'interve nto diretto dello Stato nelle faccende aviatorie durante la g uerra è stato abbas tanza disastroso p erché sì d ebba deside radQ in tempo di p ace, ma lo Stato ha l'obbligo di «aiutare >> l'indu stria aviatoria in cento altti modi e dieci milioni sono una cifra di una meschinità scon fort ante, quando sia paragonata alle cifre mirabili stanzjate dai bilanci inglese e francese.

La v eri tà è che l'Italia n on ha d inanzi a sé un piano a viaco rio.

L'ordina mento de ll'aet0na utica n o n è s tato ancora de fini to, D a chi dipende l'aeronautica ? I ciccad ini non l o sanno anco ra co n precisione: non si sa se s ia il minis te ro d ei Trasporti, i l Ministero d ella Guerra, il Mi~stero della Mariria, quelli che hanno in mano la ba-

Quindì, pr ima necessità: accentrare in Un solo ente - responsabile - tutta la navigazione aerea. Ciò fatto, è necessario con cretare immediatamente il piano d ella nos tra attività aviatoria.

Sono passati due mes i d a quando l'on. J'Jitti pronunciò le segue nti parole:

4C Il Governo co nsidera fra i servizi più importanti, che richiedono pronte cu re, l"aviazione. L' ordinamento t esté adottato non è definitivo, ma soltanto de. stinalo, per necessità di bilancio, a prep arare il passaggio da una fase di liquidazione a una fase di rinnovazione. Noi diamo, anche dal punto di vista economico e commerda le, il più g rande valo re allo sviluppo dell'aviazione, d i cui, p er concorde giudizio dei t ecnici, l'Italia dc-ve essere il grande cen tro mondiale, e pen· siamo con soddisfazione che tante attitudini e tanti valori ora creati dalla g uerra n on debbano andare distrutti ».

Sono passati due mesi, ma non troviamo alcuna traccia delle« pronte cure » nittiane, Non si è fatto nulla per trasformare l'Italia in un « g rande centro mondiale dell'avi azione » : anzi, in questi ultimi m esi, per un complesso di cause n oce, la nostra situazione aviatoria è piut~ tost o peggiorata. La v erità è che n on abbiamo più l'aviazione d.i guerra e non abbiamo ancora l'aviazione di pace. Siamo, e l'i mmagine è i n carattere, veramente per a ria.

Bisogna conso rziare le fabbriche d'aeroplani o qua nto meno controllare la, costruzione deg li appareccf:t.i con apposite commissi oni scientific he. I collaudi no n devono essere più la burletta d i altri tempi, se si vuole che la gente voli. Stabilire senza indugio alcune linee avfat orie.

Un no stro collaboratore ha già elencato i n ecessari « postulati aviatori» e noi li ripetiamo facendoli nostri:

«a) Sostenere per quanto poss'ibile l'elemento aviatorio congedato, istituendo dei corsi di perfezionamento e di allenamento, usufruendo perciò di tu tto qu el materiale che giace ora, per Ja mancata necessità, negli ampi magazzini dei depositi di aviazione.

« h) I stituire premi per quei piloti che compiono un certo numero d i voli durante l'anno.

« e) Insistere per l:Ì fondazione di una cassa unica di previdenza e di soccorso per i p iloti civili.

« d) Sostenere classi dei mòntator i e dei motoristi istituendo scuo le di perfezionamento e nuovi corsi, sl da poter avere un nucleo abb:l.Stanza forte di maestra nza. che potrebbe essere utilissima sia per l'industria come per le event uali necessiti belliche. '

« e) Popolarizzare l'aviazione con de i corsi alle Università popolari e con la divu lgazione ne lle scuole di piccoli trattat i elementari di s toria de ll 'aviazione,.

È tempo - ci se mbra - che il G overno « conc!eti » J

È stupido e criminoso essere gli ultimi, quando s i ·può essere i pritni. MUSSOLIN I

Da l i Pop,:,/o d' Italia, N. 240, 2 settembre 1919, VI.

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