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LA SEZIONE MILANESE COM.BATTENTI
E IL COMITATO D'INTESA E D'ÀZIONE
M i/11110, 20·8·1919
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Eg r. Signor Musso lini, mi pregio inviarle l'opuscolo A zione polilica della nostra Associazion e con l'ordine del giorno emanato il 30 luglio 1919 dalla Giunta esecutiva "in Roma. Da t-Sso rileverà il nostro programma e le disposizioni per le prossime elezioni politiche. In osservanza ad esso non abbiamo potuto aderire al « Comitato d'Intesa e Azione » dovendo attendere b del ibcrnionc che ve-rd. eman.1ta dal Comitato Centrale a fin e mese nella sua r iunione che si terrà a Roma. Tanto per la verità a correz ione dell'a ffermazione contenula nell'articolo Blocco ro11tr o h/occo apparso nel di Lei q uotidian o n. 227 affermante l'adesione nostra al « Comitato d'lntesa e Azione».
Disti n ti saluti
J\S SQCIAZlONli NAZIONAL E DEI CoMRA.TTENTI li Segretario : RAIMONDJ CARLO
La mia affermazione è stata p rovocata dal fatto che ad alcune riunioni preparato rie della costituzio ne de i Comitati d'Intesa e d'A.z ione partc,ciparono anche i rap presentanti d ella sezione combattenti, la cui fi rma a pparve in calce anche - se mal non ricordo - ai due manifesti lanciati al popo lo m ilanese. Il Comitato Cent rale dec ide rà ed è gius tO che nell'attesa le sezioni non aderiscano a iniziative coalizioniste~ tuttavia noi crediamo che i Comitati d 'I ntesa e d' Azione si fo rmeran no e v ivranno.
Da li Po polo d'Jtalùt, N. 228, 21 agQsto 1919", VI.
Lo Scopo
Uno dei combattenti che ha fatto veramente la guerra come la si fa da sol~ati semplici e n'è rimas to stroncato, parlo del soldato Priamo Brunazzì di Parma, ha, con frase che può sembrare volgare ai tim pani aurìcolari dei non trinceristi, ma efficacissima e sintetica, definito in questi termini lo scopo dell'imperver~ante ptopaganda disfattista : « vogliono rimestare tanto fango e tanta merda da coprire la vittoria italiana».
Nessun dubbio è poss ibile. I combattenti, salvo p oche eccezioni dovute a gente ch e h a dei rancori, quasi sempre per q uestioni pers onali, e lo dimostra l'anonimato nel quale; di regola prudentemente ci si nasconde, sono concordi nel bollare. la campagna disfattista, senza con questo assolvere i responsabili alti e bassi di Car9retto. I p ussisti dicono di voler demolire il militarismo capitalistico che sarebbe ferocement e anti-umano. Non lo negh iamo. Ma i socialisti pussisti italiani no n possono dvendicare l'onore di questa lotta.
Noi, Ii.
Loro, assolutamente no.
Qual era, nell'agosto del 19 14 e negli anni successivÌ sino all'autq nno del 1918, il militarismo più barbarico e pericoloso pe! l'umanità e p er l'avvenire dello stesso socialismo? lL militarismo tedesco•.
Lo ha~no riconosciut ~ nella prima adunata internazionale d i Berna gli stessi socialisti tedeschi da Cacio Kautsky a E duardo Bernstcin.
Il militarismo tedesco era metodicamente feroce, sistematicamente, scientificamente feroce; il militarismo haliano lo è stato - fo rse. episodicamènte, La differenza è fo n damentale.
Che cosa hanno fatto i pus sisti italiani per demolire il militarismo più crinùnale, quello del Kaiser ?
N iente. Peggio ancora. Se la tes i pussista avesse trionfato, se gli Imperi Centrali avessero vinto, se Je m anovre antina2ionali del pussismo durante _la guerra fossero riusche, oggi H militarismo più militarista terrebbe sotto il suo tacco f ei:rato l'intero g en ere umano.
Il pussismo italiano che - coscientemente e incOscientementcha aiutato il campione, l'archetipo di tutti i militarismi, co me p uò oggi scagliarsi con t ro il militarismo italiano ? Con qùalc_ sinceri tà ?
Con quale ,logica? Tutti i militarismi haono degli inevitabili p unti di contatto. Tufli, Compreso quello rosso. È vero o non è vero che Trotzky ha ristabilito la pena di morte nell'esercito rosso moscovita? E se fu ristabilita la p ena di morte, lo fu, certamente, perché era necessario ai fini del mantenimento della coesione e della disciplina.
Noi contestiamo ai tocialisti p,mitti italiani il diritto di combatlere il militaris1110 italiano, perché durante quattro anni tono ttati i comp/id attivi e passivi del 111i/itarismo tede.rro, il peggiore di tutti.
Noi che abbiamo voluto la guerra contro il militarismo tedesco che minacciava cli asservimento. l'Europa ed il mondo; noi che abbiamo anche col fatto contribuito a schiantare quel militarismo, noi abbiamo, oggi, il diritto di voltarci indietro e di liquidare il minore e molto meno pericoloso militarismo italiano. Liquidarlo negli uomini responsabili e ·nei sistemi antiquati. Prendiamo impegno d i farlo. Nel prog ra mma dei Fasci sta scritto: milizie nazionali e nazionalizzazione delJe fabbriche d'armi e quando .ria pouibile parziale o totale disarmo.
Ma la campagna ignobile del P,u non ha questi obiettivi. Il Pus vuole rovesciare le responsabilità. Il Pus vuole, polarizzando l'attenzione del pubblico su Caporetto, fac dimenticare la guerra e la vittoria. Tentativo sciocco. Riconosciamo che a Caporetto il popolo italiano ebbe la più grande disfatta della storia umana, ma bisogna aggiungere che la vittoria di un anno dopo è la più grande vittoria della storia umana. L' AH.rtria non ri11.rci a sfasciare l'Italia attraver.ro Caporello ;. ma l'Italia riusd attraverso Vittorio Veneto a franlun1are r A11.ttria. I risultati della vittoria italiana furono enormi anche dal punto di vista socialistico e proletario. Gli episod.1 annegano in questo grande insieme. Errori e colpe di u omini non cancellano il risultato finale. Forse, nella psicologia criminale, c'è la spiegazione d ell'atteggiamento pussista.
I delinquenti tornano - fatalmente - a] luogo del loro delitto.
MUSSOLrnl
Da 1/ Pepo/o d'Italia, N. 229, 22 agosto 19 19, VI. Pubblicato anche su I/ AfitgUo di Varese," settimanale di polemica e di battaglia fascista, N. 16, 2; agosto 1919, I