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OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
I deputati sabotatori - a qualunque settore appartengano - si assumono una gravissima responsabilità.
Se non si darà a sedici milioni di italiani il dirittò di esprimere - dopo sei anni -le loro idee attraverso. la legale forma del suffragio universalizzato e .. perfezionato, chi potrà impedire la manifestazione di queste idee con altri mezZi?
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Mussolini
Questo articolo, telefonato dal nostro Direttore prima del volo della Came ra, nulla perde del suo valore. I .signori deputati, sia pure a malincuore, hanno decretato la fine del sistema in base al qua le furono portati a Montecitorio. Il Paese, così come travolse nel maggio 1915 la volontà della maggioranza g iolittiana quando si t r;11tò di decidere dei destini ddla Nazione, ha t ravolto oggi le superstiti resistem:e degli uninominalislÌ. J; una nuova vittoria che il Paese deve a se stesso, unicamente a se stesso. Noi siamo lieti di aver contribuito alla buona b.att.1g lia.
Da li Popolo d' Italia, N 208, 1 agosto 1919, VI.
DOPO LA CATASTROFE, LA «SVOLTA» D EL «PUS»
DALLE BARRICATE ALLE URNE!
È stato messo prudentemente ln seconda pagina dell'organo puss ista l'artico lo del <<compagno>) G. Riboldi, che deve essere il sindaco di :Monza, ma, ciò malgrado, l'articolo stesso è di una importanza straordinaria ai fini della nostra polemica. C'è la confess io ne - chiara I - del disastro dell' ultimò sciopero generale e quel che più conta c'è l'ammissione - non a ltrettanto esplicita, ma sufficientemente d ecifrabile - che lo sciopero stesso n on doveva essere una parata semplicemente dimostrativa, ma un assalto in piena regola alle p osizioni dello Stato. Ora che il colpo·è fallito, pietosamente, irreparabilmente fallito e non g ià in seguito alla reazione s tatale, ma alla santa e cosciente reazione.... proletaria, suscitata in g ran parte da noi, il socialista Rib oldi ammette che il Partito è dinanzi a una « svolta >> e che deve prendere atto degli avvenimenti. La d ichiarazione d'i~transigenza elettorale, amibloccarda, è pleonastica e sembrerebbe ridicola, se non ci fossero le chitarronate stampaiole dell'immoralissimo fra gli immo rali socialisti d'Italia Francesco Scozzese, meglio conosciuto abus ivamente col cognome di Ciccotti.
Dice l'egregio cosciente compagno Ribaldi:
« La svolta del Partito consiste nel prendere atto delle ri sultanze de llo sciopero e nel conchiudere, senza reticenze, i n modo dJ non crC"are illusioni, che, SC" altri fatti nuovi non interverranno a mutare la situazione del nostro paese, attualmente non è possibile la conquista d el potere col lo sciopero generale insurrezionalC" » .
Dal che emerge : 1. che le << risultanze » dello sciopero sono state rovinose e che - di conseguenza - la campagna esaltatrice delle stesse risultanze fatte dall'or gano pussista, è stata una grande ig nobile
« ve ndita di fumo» coll'aggravante della malafede·; 2. che Io sciopero recente non .doveva essere semplicemente coreografico e che quindinell'affermare· il contrario . - Partito Sociali sta e Confederazione Generale del Lavoro hanno mentito; 3. che non bisogna creare altre illus ioni e rinunciare alla vagh eggiata conquista de l potere attraverso l'azio ne violenta, Il che significa - fo altri termini - un ritorno al buOn vecchi o socialismo prampolinfano e; 2ibordiano della « penetra. zio ne »> della « p ermeazione », della « saturazione » senza antigienici « b agni di sangue >>. Ma quale triste quare.sima, dopo tant o carnevale leninista I ·
O ggi, l'intemerato « compagno » Riboldi afferma che le 1< masse sono direttamente e indirettamen te sprovviste di mezzi » ; m a ieri i suoi colleghi della tessera d icev an o e facevano - anche - credere che tutto era pronto, che 1e masse attendevano soltanto la p a rola d'o rdine per scattare all'.assalto. O ggi, il disilluso Ribaldi monzasco, dichiara che « 16 Stato e la classe dominante » dispon gono ancora di buoni mezzi per resistere e difendersi .(il che, fra l'altro, è sempre più facile che l'attaccare); ma ier i si dav a ad intendere al po polino minuto dei circoli vinicoli che Jo Stato italiano, che la classe dominante italiana avrebbe abdicato al semplke squillo delle trombe pus. siste Una cos:i. sola dimentica di dire il contrito C enone brianzuolo, e che cioè, à. determinarè la disfàtta del socialuffidalìsmo i taliano, altri fattori potenti sono entrati in giuoco e precisamente le forze più vive del popolo che già schiaOtarono il primo assalto del I S aprile e hanno d e6nit ivamentc infranto - malgrado indecisioni e « accomodamenti » - il secondo tentativo di o ffensiva. Nòn già per salvare lo Stato e la classe dominante, ma per impedire a qualunque costo che un· Partito di 60 mila inscritti giungesse a tiranneggiare e straziare l'intera nazio ne!
Premesso tutto ciò, l 'avvocato Ribaldi va alle con clusion i . Non più b. conquista del potere attraverso il fumo, il fragore e il ~angue d e!Je battaglie, -ma attraverso una (( grande insurrezione elettorale >> , Dalle b arricate romantiche alle urne v o lg ari. Engels ha v into I Da una lo t ta colle a rmi, a una l o tta colla carta. D al fucile alla scheda. Dalla p iazza alla « sezione » elettorale. Dall'infernO della g ue rra civile, a11a d olce arcadica competizione degli scrutini. È un salto , ma è anche un rfrorno. I riformisti possono segnarlo al loro attiv o, ma senza merito, poiché essi hanno -taciuto, hanno seguitO, si sono fatti v ii· mente, eternamente, passivamente rimorchiare, per cui -e qui par d i navigare in pieno paradosso I ..:...._ se il socialismo italia no, d opo alcuni mesi di mimetismo par.zoti co, di grippe moscovita, t o rna alla cagione, il merito -e nor in pìca:>Ia parte - è nostro, p o iché siamo n oi che abbiamo fermato due volte la corsa folle all'abisso
Oramai è evidente ch e i socialisti ufficiali si preparano a u n g rande sforzo elettorale È più comodo, più socialista e più <( legale ». Se - come si illudorÌo - l socialisti u fficiali uscissero trionfanti dalle urnè, è chiaro che no n si pottebbe impedire a l oro d i pretendere --: in b ase al responso di milioni cli elettori - di governare la nazione. Noi stessi "ci rassegneremmo al responso della maggioranza, no n r inunciando - b en inteso - a ll'azione vigile e anche v iolenta di minoranza per impedire ai socialisti di « sgovernare )) la nazione, att raver so una d ittatura che significherebbe fatalmente schiavitù e miseria.
È assai probabile, coll'eventuale distacco degli elementi estrc misticomunisti, che le idee del Riba ld i trionfino al congresso di Bologna, Una situazione nuova si det er mina. D ati i propositi del Partito Socialis ta dì conquhtare il potere in I talia attraverso una « insurrezione » elettorale, non è chi non veda come ]e imminenti elezioni generali dell'ottobre possano cosliluire ttn avvenimento storico di importanza eccezio11a/e. Accanto al .Partito'·socialista, che scenderà in campo solo, vedremo schìerato il Partito Popolare I taliano. Colle nuove più vaste circoscrizioni elettorali e malgràdo la rappresentanza proporzionale, lo schiacciamento dei Partiti minori intermedi - che sono (JHtl/i inltrven/isliè quasi certo. Ma può essere evitato. D eve essere e vitato . Quella « concentrazione de lle sinistre » che io h o proposto nel mio recente disco r so e che ha incontrato evidenti e solleciti consensi, deve realizzarsi. E. la condiz ione per battersi e per vincere. Noi rivendichiamo alle mas"se interventiste il diritto di governare l' Italia, perché, nel momento culminante della nostra storia, esse sono state l'aristocrazia volitiva deUa nazione. Ma perché questa rivcQdicazione non rimanga pura mente plato nica, bisogna prepararsi, senza perdere un rrìinuto di tempo. O ccorre unire le forze, fi ssare il programma e agitarlo, senza indugio, fra le ~asse del p opolo
MUSS0 L1Nl
N Oi E Loro
Q uesto processo alla g ue r ra italiana, incominciat o con diver si atteg g iamenti, ma c o n identici o b iettivi, da tutti g li uom ini che o steggiar ono l'intervento, i nteressa no i,- interventisti di sinistra, che trasc inam mo le masse n el m aggio « radioso», sbarag liando la coalizì o ne social-bo che e deter minando il fatto nu ovo ? Se si fa il processo alla guerra, noi, che la v o lemmo e non ci pentirèmo mai di averla volut a, sia mo trascinati i n causa ; ma se il processo è intentat o co ntro la cond otta d iplo matica; m ilitare, p o litica, economica della g uerra, noi ci vantiamo d i avere (<precedu to» quasi t utti color o c he ogg i fungo no d a i mplacabili pubb lici ministeri, p erch é non abbiamo mai trovato d i nos tro piaci mento i l <1 m odo ,> con cui la guerra è stata condotta. N oi no n abbiamo mai solidarizzato coi Governi di questi u ltimi an ni. La d istinzione fra necess ità de lla g u erra e ~1 mo do )> di essa, n on è legu leia o· sofi stica, m a è essenziale.. F inch é gli attuali critici s tampaioli e pussisti n on ci abbìano dimos trato che la guerra italiana n on poteva essere co ndotta in m o d o d iverso , no i restiamo in una p osizione p o lemica e po lit ica fo rtissima. E anco ra rest a a chieder si, se pur essendO m atemat ica mente sicuri (e nessun mo rtale p oteva avere q uesta supre ma certezza n el maggio 191s ) che la guerra sarebbe s ta ta condotta com' è Stata co ndo tta, resta a chiedersi - dico -se il p ermanere della neutralità non ci avr eb b e t rasc ina ti a s it uazioni mil itari e politiche di gra n lu n ga peggiori d i u na guerra, anc he male o p ess ima mente d iretta Q ui · la nostra p os izione p ole mica e polit ica divent a i nespug nabile pe rch é - malg rado il « modo» - la nostra gue rca si è conclu sa collo sch iacciame nto e Colla diss oluzione dell' impero nemico .
Ci sono due punti, due estremità in questa nostra recente, tragica e g lorio sa st o ria, che gli a ttuaH c ritici non p ossono annullare e è he rendo n o meschina e inutile ogni p ostu ma speculazione.
Primo punto : l'ineluttabilità dell'interve nto Second o p unto : la co nclu s ione trionfa lmen te vittoriosa della guerra. Contro questo g ra~ nito, s i spezzano i denti d elle v ipere giolittiane e d egli sciacalli pu ssisti. Resta la crit ica ag li uomin i e ai m odi della no stra g uerra . L a n ostra guerra p oteva essere « con dotta )> meglio ? Poteva essere p iù ra pidame nte co nclusa?
Giova ricordare che i << modi » della gue rra sono statì oggetto d i critiche in tutti i p aes i, dura nte e do p o . Se noi abbiamo u na inch iesta s ulla rotta di Cap o retto, l'Ing hilte rra ne h a - durante la guerra - o rd inate tre: una sulla spedizione d ei Dardanelli, un'altra sulla condott a d elle operazioni in Mesopo tamia e una terza sul rovescio di Cambrai. È di ieri lo scandalo sulla mancata difes a. del bacino di Briey. C'è stato un momento in cui sembrava poss ibile che fosse trascinato in consiglio di guerra quel ]offre che - i nvece - ha marciato co me primo dei nuovi marescialli di Francia i n testa alla parata del 14 lu glio.
Nei paesi vinti accade la stessa co sa. Anche la Germania, che vantava una qu asi perfetta preparazione militare, non ha « condotto > ) la guerra senza. g ravi deficienze e g randissimi errori.
Chi può o nestamente affer m are ch e se Invece di Salandra ci fo sse stato - putacaso - Giolitti, le cose sarebbero andate meglio ? L ' uomo di Dro nero h a « ccin dotto ) > u na p iccola g uerra coloniale, quella di Libia; ma nemmeno Frassati può d ecentemente affc rma [e c he Ja << cond otta)> della guerra lib ica s ia stata un capolavorn d 'ar te d iploma tica e militare. È perfettamente v ero il contrario.
Noi siamo dispos ti ad ammettere che altri uomini av[ebbero p ilo ta to meg lio la nazio n e in guerra. Quest'ammi ssione n on è postu ma. È stata nostra tenace convin zjone dall'estate del 191 1. C.Cntinaia di a[t icoli potrebbero dimosnarlo. È noio so e pùò sembrare immodest o auto-cita[si, ma nel mio discorso d el febb raio 191 8 all'A u g usteo d i Ro ma, io « fc[ma vo » gli elementi. della tragedia italiana in. questi te r mini:
<< N oi, dopo tre anni di g uerra, nonos tante; Caporctto , rivendichiamo alta mente e sole nnemente t u tt o ci ò che d i profo ndo , d i p uro, di im~ mortale s i ebbe· nelle giorna te di m agg io .
« Ricordate I F u appunto nel maggio 19q che l'Italia non ebbe pa ura di saper m o r ire I
« Ma allora n oi commette mmo un grande e rro re,- che abbiamo poi duramente espiato. Noi, che av evamo voluto la· gue~ra, no i dovevamo i mpadronirci del potere I
« N el maggio 191 l la Nazione tutta o fferse un mate riale u mano meraviglio so. Era un materiale u mano meraviglioso quello che noi allora consegnammo a gente che face va la guerra come si fa u na cor11ée penosa, più tediante delle aluc:
« Noi consegnammo questo materiale per una guerra c hè dopo ven ti secoli ~ra la prima g uerra d el p o p olo it aliano, a genie che non p o te va co mprenderla. A gen te che rappresentava il passato, .a burocratici che hanno v ersato mol to, t roppo inchiostro sulle p iagh e vermig lie del p op olo )) ,
E la censura mi sopprimeva un accenno ai militaci di professione, molti dei quali, di convinzioni tedescofile, avevano« subìto >> la guerra, .. Io affermo che noi inte rventisti di s inistr~ siamo a posto davanti al pt0cesso anti•guerresco che si va inscenando. Siamo a posto perché sull'ineluttabilità e l'utilità dell'intervento nessuno può batterci,.poi ché ·tutte le altre possibili soluzioni del problema che la coscienza italiana risolse in senso interventista sarebbero state semplicemente catastco· fiche ai fini della nazione e dell'umanità. Siamo a posto, perché, mal. g rado la politica interna della trinità Salandra, Boselli, O dando ; malgrado la politica estera di Sonnino; malgrado la strategia di Cadorna e malgrado la propaganda e l'azione di tradimento perpetrata da molti degl i odjerni accusatori, la nostra g uerra si conclusa con una v ittor~a militare ·di stile e di ampiezza romana, esaltata, a suo tempo, con tirate liriche, da quegli stess i che oggi tentano infangarla e negarla. . Siamo a posto, infine, perché, nei ]imiti impostici dalle forbici censorfali, noi abbiamo cri ticato la << condotta ii della nostra guerra.
Il gioco d egli stampaio li e dei puss isti ha uno Scopo evidente. Gli uomini che hanno <<condotto» con deficienze maggiori o minori la guerra, non sono il loro vero bersaglio. Si tira su di l o ro, ma si vuol colpire più in _là. Si ":lol colpire la guerra nazionale e - in s ubordine - si vuol far credere che se ci fossero stati dei ministri giolittiani, dei diplomatici giolittiani, dei generali giolittiani, saremmo arrjvati a Vienna in una settimana. Il che è semplicemente grottesco. Ma è anche grottesco l'anfanare di questi giudici che tentano « ridurre » una grandiosa epopea di popolo alla misura d ei loro piccoli r ancori e d ei loro inaciditi feticis!Tli, e si rendono squisitamente ridicoli quando si danno l'aria d i fare da cas sazione ai verdetti solenni e oramai inappellabili della Storia J MUSSOLINI