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COLMO D'IMPUDENZA !
Il giornale del partitone scarlatto ha toccato ieri i fastig i supremi d ell'impudénza umana. Mentire sapend o di mentire è attributo ·esclusivo o ram ai dei praticanti della chiesa rossa. Ora che il primO momento è trascorso, il giornale pussista va riprendendo fiato e v uol far credere che l'insuccesso dello sèìopcro gene rale sia una falsificazione della « vile » borghesia. È evidente che i tutori del proletariato stimano quest'ultimo come assolutamente incapace di comprendere e anche semplicemente di vedere. F il ippo Turati, che abbarbica la sua vecchiaia alte croste del Partito, poiché gli manca il coraggio di spezzarle, h a detto esplicitamente che lo sciopero è pietosamente falli t o e che l'Internazionale è di là da venire, forse perché ce ne sono due o tre. Se i dirigenti della mandra non fossero· dei mediocri professionali che si sono dati al socialismo per sbarcare il lunario, nell'incapacità provata di vivere altrimenti, all'indomani del disastro avrebbero compiuto il gesto brillante ed educativo di riconoscerlo e di analizzarne le cause e di provvedere ai rimedi. Ricordando tutto ciò ch'essi avevano detto o stampato dura nte parecchie settimane, in vista dello « scioperone )), dovevano compire un gesto di brutale sincerità e ammettere qudla che è la pura e semplice realtà. .È, mancato a Joro questo coraggio, perché sono privi di dignità, 11 loro compito è quello di mistificare, di eternamente mistificare; di cambiare le carte in mano; di mostrare bianco, quando è nero; di fare apparire un trionfo dò che invece è stata la Caporetto, forse irreparabile, .re noi vorretno, del Partito politico socialista. Parlano adesso di sciopero dimostrativo o semplicemente ammonitore, ma noi abbiamo già ieri inconfutabilmente provato, con documenti alla mano, che i gregari e i capi pensavano che fosse qualche cosa di diverso, di decisivo, di rivoluzionario. Negare l'evidenza è il segno certo dell'irrigidimento dogmatico, che prelude all'impotenza. I proletari n o n sono tutti letto rf di quel gio r nale e i lettori di quel giornale non ·sono tutti imbecilli. Lo sbr aitare pussista - comprensibilissimo all'indomani di una disfattacontro la stampa «borghese))' cont r o i <<fascisti» (da no n confondersi con quelli della Camer a), che h anno guastato la bella festa fi n dal principio, quando tutti parevano presi dal bisogno smanioso di « ac- codarsi » al Pdttito Socialista anti-italiano, non può annullare ciò che è il « dato » storico. Andiamo, dunque, venditori allegri e profittardi di forno al proletariato cosciente, risp o ndete a queste domande formali:
Lo sciopero è. s tato internazionale? N o.
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Hanno scioperato in Inghilterra? No.
Hanno scioperato in F~ancia? No.
Hanno scioperato negli altri paesi ? Quasi generalmente: no.
Lo sciopero è stato generale in Italia? No.
Ferrovieri e postelegrafonici italian.i hanno ,scioperato ? No.
La vita nelle gr,andi città è stata turbata ? No.
Questa la:verità. La verità è che l'astensione dal lavoro, 1a semplice astensione, è stata più scarsa che in altri scioperi, meno preparati e meno strombazzati cli quello fallire.
Naturalmente i nostri pussisti, che hanno già avuto due tremende lezioni, confortano il loro gregge - sempre più diffidente - con nuove promesse. La rivoluzione è ancora una volta rinviata, Fra un mese o fra un secolo. Il prole tario tesserato spera e chi vive sperando.. .. Inutile sperare. L'Italia non è la Russia. Anche qu i c'è una borghesia intellettualoide, r appresentata da alcuni snobisti pseudo-filosofi, che ruffianeggia indecentemente e.... inutilmente col Partito socialista, malgrado la sua peculiare caratteristica, che è quella di essere sempre anti-italiano, esclusivamente anti-jtaliano j ma c'è anche un complesso formidabile di forze, pronto a sbarrare la strada al leninismo con qualunque mezzo, non esrl11sa la g11erra civile. ·
Queste forze stanno organizzandosi. Sono forze di popolo. Il popolo che fece la rivolu~one del 191 j, travolgendo l'alta borghesia ·da una Ì>arte e il socialismo dall'altra; i l popolo, che ha già battuto il 15 aprile e il 21 luglio, v incerà ancora, vinceèà sempre tutte le volte che una congrega di 60 mila tesserati tenterà d'imporre la sua ladresca, imbecille, distru tt rice tirannia a quaranta milioni d 'italiani. MUSS0L1NI
SBRIGATEVI, SIGNORI!
(Per t e/ej()fto dal_ nostro Direi/ore)
ROMA, 31, mattina.
Ci sono nel Parlamento italiano le solite 250 carogne di origine giolittiana che si sono industriate in questi ultimi te mpi nel tentativo di silurare la dfotma elettorale.
Non l' hanno fatto a viso ~per to p erché sono sprovviste di ogni senso di lealtà ; ma sono ricorse all'ar te dello snaturamento p er cui le cose, se la tesi dei giolittiani trionfasse, cambierebbero di nome, ma non di sos tanza. I nostri lettori ricordano che no i siamo ·stati fra i primi ad agitare la riforma elettorale ed abbiamo ospitato in materia scritti esaurienti, come quello dell'amico Caperle.
Iniziatasi la discussione alla Camera, noi l'abbiamo seguita c on la necessaria diffidenza conoscendone l'ambiente ed i signori che ospita. Ma dopo tre settima ne di disco rsi, in massima parte insu lsi, dilatori o divagatori, non è, on. Nitti, venuto il momento di imporre il « finia"'." mola » al rubine tto bagologico dei nostri « seimila »?
P oiché la verità è questa: la Camera nella sua eno rme mag gioranza non vuole la riforma elettoral e e soprattutto non vuole u na riforma deg na di questo nome , In un m omento di- sb adatàggine, tipico delle assemblee parlamentari ed avvocatesche, questa Camera, mentre il Ministe ro dell'on O rlando agonizzava, si impegnò p er la riforma elett o rale.
O ggi, a calcoli fa tti, i depu ta t i sono pentiti Ci v edono soprattutto il lo ro disastro p ersonale. Addio m edaglietta lucente e lucrativa I
E siccome i deputati, per un res iduo estremo di pudore, n on vog lio no considerare come un sudicio thijfon de papier il lo ro i mpegno, cercano di aggirare la pos izione e d i annullare la riforma attraverso allo stillicidio degli emendamenti. A furia di etnendamenti la rifo rma elettorale pu ò perdere i suo i c onno tati essenziali e risolvers i in u na truffa g iuocata al paese da ques ta i gnobile Camera di cinici mistificatori.
L'on. Nitti ha una g ran parte di responsabi lità i n tutto quest o a r• megg io sabotatore. L 'on. ·Nitti si tiene .nella comoda at mosfera del- l'agnosticismo e lascia fare alla Camera. Sistema pessimo in una Ca-. mera come "l'at tuale. Se l'o n. Nitti è partigiano « sincero » d ella rifO[ma elettorale n on può limitars i ad assumere un atteggiamento pi_latesco, ma deve influire, deve agi re perché la d iscussione finisca u na buona volta e p erché la riforma non sia una caricatura.
Si è già parlato troppo. Basta di chiacchiere I Se le elezio ni de vo no Svolgersi fra l'ottobre e il novembre non c'è tempo da perdere. Le ciarle dei « seimila » fanno sbadigliare di · noia. Sveglia, sig nori del G overno e signori. del Camerone l
Oca che la discussione generale sembra avviarsi alla fine, d opo tanto impervers are di buone parole, vogliamo. qui ricordare i postulati n ostri e dei Fasci a proposito de lla vera rifo rma elettorale quale n oi vorremmo e vogliamo : a) scr utini.o di lista e rappresentanza p roporzionale; b) le circoscrizio ni elettorali n on poss ono essere di p och i collegi, ma de vono este nder si alle regioni. L ' I talia sarebbe divisa in 18 collegi, corrispondenti alle 16 regioni ant iche e alle due redente con la guerra, t) àbbassamcnto del limite di età per l'elettorato a 18 anni e per l'eleggibilità a 2j anni; d) estensione del diritto di voto e di eleggibilità alle donne~ t!) elezioni ,a smobilitazione compiuta e con u n certo interval1o p er la preparazione della lotta.
Questo per ciò che riguarda pro priamente le elezioni.
Non è qui il caso di ricordare gli altri punt i del nostro p rogramma p o litico, che comprende, fr a l'altro, abolizione d e~ Senato; creazione dei consig li nazionali economici; revisione della costituzio ne fondamentale d ello Stato in senso Ì e pubblicano.
. Se Ja riforma eletto rale non sarà alterata e Ì:esa irr"ico noscibile da quelli che la sostengono in p ubblico e l'avversano t en acemente in segreto , essa n on recherà l'immediata felicità e il p iù gran b enessere al p opolo italiàno, ma costituirà ind ubbiamente un passo e norme sulla s trada dei radicali, tranquilli e inevitabili rivolgimenti d ella vita politica nazionale.
In ogni modo, i signori dep utati e i sig nori. ministd s appiano c he le correnti più vive dell'opinione pubblica· preferiscono il rig etto puro e · semplice della riforma al sabotaggio obliquo e sapiente c he salva le apparenze e uccide il resto Non si deve votare una r iforma che riforma non sia . Noi abbiamo sem pre av uto scàrsa fid ucia negli istituti parlamentari in genere e in quello italiano in particolare, m a questa sfiducia si impadr o nirà d elle masse popolari se la riforma, volu ta dal paese, na ufragherà per la mala volontà dei parlame nta ri p reoccupati unicamente di salvare la l o ro posizione per sonale.