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LA SECONDA DISFATTA .

No i lasciamo alla cronaca nuda e cruda il compito di documentare quello che è stato già battezzato per il « fiascbissimo » dello sciopero generale.

Il pubb lico delle nostre città ha veduto, ha potuto· constatare il disastro, nelle sue vere proporzioni. I socialisti possono vantare una più o meno volontatia, una più o meno entusiastica astensione dal lavoro da parte delle maestranze industriali, ma questo non basta a caratterizzare uno sciopero generale. E anche prevedibile la manovra ' strategica che i socialisti .adotteranno per coptire l a ritirata . N o n volevanò cadere, ma semplicemente scender e. Tutto ciò è un tentativo meschinissimo di scamotaggio destinato a fallire.

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Lo sciopero, questo sciopero che non fu annunciato e propaga_!1dato come uno dei tanti scioperi generali, cosl frequenti nelle cronache della vita operaia italiana, era e d oveva essere, nel pensiero dei dirigenti, uno sciopero motu/re, un arcisciopero, uno sciopero decisivo, universalissimo, che doveva, se non strangolare completamente la borghesia, prenderla alla gola e farl a tremare o - anche - abdicare .

Non importa, se all'ultimo minuto, quando le resistenze degli elementi operai e nazionali si delineavano sempre più vigòr ose; n on . importa se alla vigilia, quando fu palese che ~ltre i confini .d 'Italia nessuno avrebbe sciop er at o, il direttorio pussista votò l'ennesimo ordine del g iorno per afferm are che lo sciopeto espropriatore non era p iù quello del 2.0-21 , ma un altro da fissa re p er altra data relegata n el lo ntano futuro .

Questo rinvio· comico, dettato d alla vigliaccheria ·dei dirigenti, che, essendo conigli, possono atteggiarsi, non già e non mai «essere » leoni, non cancella tutto il resto. È coi documenti alla mano che noi « proviamo » come qualmentc i capi socialisti abbiano « illuso » le loro turbe, facendo balenare la possibilità dell'immediato p aradiso.

L'ultimo numero di Bailaglit Sindacali aveva una testata di sei co lonne cosi concepita: Sfidando le ignobili intimidazioni avversarie il p roletariato italiano darà una solenne e grandiosa dimoslraz.ione della sua potenza e coscienza di classe. O ra, il proletari ato italiano non ha sfidato nessuno e h a dato, si, una dimostrazione grandiosa, ma non nel senso che i com- pilatoti di Battaglie Sindacali si ripromettevano. Che lo scio pero generale non dovesse risolversi in una delle solite innocue coteografièhe parate, r isulta anche da questo brano di u na circo lare mandata ai propri O[ganizzati dalla Confederazione Gen"erale del Lavoro. Iri essa si parla ' di « un'azio ne generale e s imultanea )>.

C'è da domandarsi se un'azione ci sia stata; i n ogni caso si può pcoclamare che non è stata n é generale e meno ancora simultanea Udite come cantava la C. G. del L. prima del. ... fia sco piramidale.

« Non occorre far parole inutili.:-'-- diceva il signor D'Aragona, dalla mosaica barba - riam o Ol'amai a/fazione. le frasi non contano più. L'affermazione generale simultanea internazionale della classe lavoratrice avrà un grande significato morale e la sua efficienza non potrà rimanere s enza ripercu5sione sui rapporti de lla politica interna ed estera d egli Stati borghesi. Sarà u na terribUè Jaione pei governan ti de!J'lntesa.

« Dopo tante incertezze, dopo tanti impacci, dopo tanti indugi 1'Internazi0na le sorgerà ad affermare il diritto del lavoro contro le forze retrograde che ten· tano di contrastare l'ascesa del p roletariato verso i 5uoi m igliori destini».

L a « terribile lezio ne» è stata una pag liacciata, che ha fatto schifo soprattutto alle masse più coscienti del pro letariato e non ha « t errorizzato » nessuno.

V Avanti !, ndPedizione to rinese del 19,_stampava su sei colonne della prima pagina_B andiera roua trionferà Si capisce: trionferà nei giorni 20-2.1 luglio del J919, non già al 20-2.1 del luglio d el 2. n9 I

La Difesa, organo d ei social is ti fiorentini, stampava queste bollenti p aro le :

«Proletari! L'azione è imminente, fate ch e sia ded5iva ! Sorgiamo! venuta l'ora di tene r fede agli impegni presi di p assare dalle parole ai fa tti. Oggi è l'ora in cui si raccolgono l e fila d i u na inunens~ rete di incitamenti alla Jotta e al sacrificio Guai a chi credesse di poter dare sfogo all' ira popolare con uno sciopero generale contenuto in pr~tabiliti termini di tempo. Le masse saprebbero guidarsi da sé. Il generoso popolo nostro n on vede nulla che non s ia f azione, nella qu ale è stato educato; n on spera i n nulla che non sia l'azione, nella quale gli è fatta porre ogni speranza. Ma che sia a zione, azione ver a e risolutiva.

« Compagni, sorgiamo! la g rande ora sta per scoccare!»,

È chiaro ?

Questa spigolatura potrebbe continuare attravecso la pcosa di tu~ti i fogliuco li pussisti d'Italia, ma si tcatta di prosa troppo cretina per invogliarci alla fatica della sfotbic iat ura. D'altro nde queg H s traccetti di carta si rassomig liano tutti. ·Ricorderemo soltanto che il signor Lud ovico d 'Aragona, a Londr a, disse apertamente che l'Italia era a11a v igilia di una ins urrezione. '

Stabiliti questi precedenti, _ chiarito che lo sciopero generale veniva chiamato « dimostrativo » soltanto nelle· parole gesuitiche dei dirigenti sempre alieni dall'assumere dirette responsabilità, me nt re, poi, veniva bandito come risolutivo ed insuuezionale in altri documenti, in altre precisazioni, notl è chi non veda co'me quella toccata al pussismo italiano sia stata una disfatta catastro6ca.

Noi non daremo tregua a questi vinti, sino a quando non H avremo liquidati. Anche la Confederazione Generale del Lavoro, che ha abdicato paurosamente, che ha consegnato il suo milione (?) di organizzati di tutte le fedi, all'esperimento di un Partito che conta 60 mila tesserati di 60 mi la t endenze, anche la Confedetazione Generale del L avoro dovrà pagare. Ma ciò che più ci conforta, è i l fatto innègabile che chi 4a provocato la disfatta del pussismo è la minoranza cosciente del proletariato italiano, tichian:ata violentemente alla realtà da questo· giornale e, in un primo tempo, sa/lan/o da questo giornale e dai Fasci di Combattimento.

Noi n on disperiamo d i strappare le masse alla turpe. sanguinosa speculazione pussista. Legget e i n altra parte del giomalc il tdegramma dei ferrovi eri della Carnia. E l(ll dacumenta starica. *

Il sindacalismo nazionale, all' infuori e al di sopra di t utti i Partiti, per il trionfo di t utti i diritti del lavoro, sorge splendid o all'orizzonte, mentre i sinistri necrofori del Pus compongono nella bar3: il cadavere putrefatto del loro « sdoperissimo )>

MUSSOLIN[

Da li Popola d'Italia, N. 198, 22 lu&lio 19 19, VI.'

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