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DAGLI INIZI
Del Primo Ministero Nitii
ALLA MARCIA DI RONCHl
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(28 GIUGNO 1919 - 13 SETTEMBRE 1919)
Dal 28 g.iugno al , lug lio; 1'.fossoli ni è ancora a Roma Dalla capitale telefona al giornale articoli sul trattato d i pace tedesco (21,); sull'attività e sulle caratte ristiche dei fosci italiani di combattimento ( 2 18); sui colloqui Nitti-TuratiCamera-ificheli circa l a riforma elettora le ( 221); sul problema d el caroviveri ( 223)
Il 6, 7, 8 luglio è a Milano, dove partecipa a due ri u nioni fra varie orga. nina1.ioni economich e e poli tiche associatesi per agire efficacement e cont ro il caroviveri (226, 229); redige un artico lo in proposito (227) e uno s ulla si tuazione all' interno alla vigilia d ella riapertura della camera dei deputati (230).
Il 9 e il IO lugli o è nuovameflte a Roma. Qui commenta i discorsi p ronWl· ciati alla riapertura di Montecitorio (232) L'll luglio, da Bologna, teldona al giornale uno scritto sull'atteggiamento dei ferrovieri italiani in merito allo sciopero generale deliberato dalla confrdenzione generai~ del lavoro (e app rova to dalla direzione de [ partito socialista) per il 20 e 2 l lug lio (234).
Rie ntrai~ a Milano, seguita ad ocruparsi d ello scioper o (238, 239, 240, 243, 24 5, 246, 256, 258), che r iesce solo puzialmente ( 259, 262, 2 67), e pro· pugna l'i n tesa e l'azione fra sii interventisti di sinistra (248).
Il 31 lug lio presente alla seduta della camera dei dcpu t:iti, la qu:ile approva, con voti 77 contro 38, la r iforma elcttor:i.le sulh base de i sistema proporzionale e p:issa alla di sc ussione degli articoli. P r ima del voto, Mussolini aveva trasmesso telefonicamente al giornale un articolo in merito (264). Il 2 agosto è di ritorno a Milano.
Il 3 agosto pubblica Noi e loro ( 270) e risponde ad un articolo di Giacinto Menotti Serrati (273). N ei giorni seguenti , red ige: J\fisJificazion e p 1mi11a ( 276), Cifre da meditare (282}, Se lo rmm Q i re.. ., (290), e un appdlo diretto dai fasci ùaliani di combattimento agli interventisti (299); s i occupa delle p rossime ele· :.:ioni generali p olitiche (279); prt'mctte un « cappello» ad una lettcr:1 di Ardrngo Soffici ( 286); precisa la posizion e del Popolo d'lraU,t circa le r isultanze della commissione d'inchiesta su C:1poretto (293); istituisce L, p<1gi11:1 J elt'avù,. zion e, per la quale scrive l'articolo inaug ura le (303); insiste su ll' intl'Sa e sull'azione deg li interventisti di sinistra (3CI , 30'1}; pos till a una. [1;1tera. di Carlo R ai moridi 0,05); ha una polemica con Vittorio Ambrosini (312); scrive con tro i l tentativo dei socialisti di « capo rett:ire » la n azione (296, 306); sulla ci rcolarr c! ira m,ita dall'on. Nitti ai prefetti Jel regno il 22 agosto, ne !J:1. quale s ì insiste sulla ntce5sità di limitare ì consumi e le sp<-se e su ll'aumento de lla proJu. zione ('308); su u n ord ine del giorno in mèrito alle prossime t>lezioni votato dal p artito socia lista ( 310); s ulla necl.'Ssità per la. politica 1;stern ita liana di II vo ltarsi ad oriente» (313).
Verso la fi ne di ago5to, la polemica Mussolini-Serrati (VII, 2; VIII, 2; IX, 151) si riaccende più vio lenta che mai (315, 318, 319, 322 , 328, 336, 342, 3 50, 353, 355, 359). (Nd corso dd la sche1maglia, che finirà definitivamen te il 17 settembre, si parla sovente de i mezzi che permisero l'uscita del PoJ1ofo d' Italia). Nel contempo Mussolini organ izza e partff ipa a l p ri mo raid aviatorio del Popol o d ' lt11lia (3 96) ; si occupa d el r avvcnire della n os tra aviu ione ( 325); dell' eccidio di Lain.1te del 1° settembre (333); .del ritorno a M ilano d el d oJi. a:simo r t>ggimento bers:aglied e del setti mo ed ottavo fanteria (344); accett ~ l'invito dell'unione sindacale milanese di tener ~perla sul Popolo d'Italia una sol· toscrizìone a favore degli operai metall urgici in sciopero da quarantadu e giorni (346) ; scrive gli artico li Come e pel'rhé cadde Brla K11 n ( 357) e Vetta d' Italia (360); esalta l'impresa (che verrò p oi chiamata la mucia di Ronchi) cui si è accinto Gabriele d' Annunzio nella notte da!l' ll a l 12 settembre ( 362, 364)
Mancanza Di Gran Dezza
La schifosa genia dei tedescofili italiani è colpita in q uesti gio rni d alla p iù p rofo nda d elle umiliazioni.
Bisog na r icordare .ch e in questi ultimi tempi gli zelatori della « grande » Germania avevano ripreso la lo ro funzione, d andosi convegno, di preferenza, nelle colonne di due g iornali che s i stampano uno a Roma e l'altro a T o ri no. Semp re gli s tessi: Giornalisti libreschi, senatori incitrulliti, professori barbosi - in tes.ta a tutti Benedetto Croce - e g li eterni inco nso labili (< mogli >>: poiché dal fo ndo d ella t e<lescofilia italian a qualche cosa vi g iunge alle pinne nasali ch e n o n è precisamente odor di b enzoino; è l'equivoco sentore merluz.zesco dei domestici bid, ts~ è il fetore della cucina· bocbe; sono, inso mma, due dei tre famosi « K >> nei quali si riassume l' attività teoretica e pratica della smammellata femmina tedesca, Per quanto inim ellìgenti - l'erudito è un inintell igente p er definizione - i tedesch i n at i in Italia e dì professio ne « tedeschi », devono essersi accorti che nel naufragio della K11/tur manca o g ni g esto, ogni parola, ogni elemento d i g randezza. G iunta al quinto atto del la sua tragedia, ch e fu , pe r sua colpa, an che la t raged ia d i t utt i i popo li della terra ; auivata al c ulmine del suo Calvario, la German ia no n offre al mo n do niente che non sia infinitamcntC meschino, curialesco, m ercant ile, plebeo. Roma, all'i ndomani di Canne , fu gra nde. ?>..fila no, alla vig ilia d i Legnano , fu g rande. L'Italia, se non vi di sp iace, sazi.i e repellenti tedescofili, all'in doma ni d i Caporetto , all 'indomani cioè di una ·disfatta ch e era catastrofica e p oteva essere d efi nitiva, fu g:rande1 Presen tò al mo ndo una li nea di dignità e di compostezza. La sventura rivelò l' unità e la bellezza di un'anima co llet tiva. C'è una grandezza nel dolore. R icord ate le parole di Pao lo E milio, che, nel me zzo dei suoi trionfi macedoni, perde due figli. C'è una grandezza nel d elitto: Cesare Bo rg ia. A nche nella d isperazio ne ci può essere la « grandezza », cio è un atteggiamen to che n on sia v olg are.
D a q uattro m esi, la Germa nia sta mostrando, s ta esil>endo all'universo le prove della sua · <<m ediocr ità». Uri gesto di g randezza era quello d i accettare senza discute re, senza te rg iversare, senza sottilizzare s ugli inutili de ttagli, Ja pace. di Versailles. Bere, co n labbra sto iche, l'amaro calice fino alla fecc ia. L'umanità av rebbe apprezzato e fo r se mitigato l'umiliazione subita senza proteste. La Germania invece ha trattato. Si è pieg ata alla diplomazia, a tutte 1c arti, grandi e p iccole, d ella diplomazia. Inutilmente
G iunge finalmente giorno in cui il dil emma v iene posto, nella for ma necessariamente brutale d el sl e del no e la German ia tenta ancora di sottrarsi all'ineluttabile con spedienti, cavill i, pretesti da conunercianti falliti. Oh idealismo tanto decantato della Ku/lur, in quale mai cesso universitario sei andato a affogare?· Non u na voce ci giung e dalla Germania, che dia un brivido alla c oscienza umana. L'Univer sità, colla sua teoria di analitici formiconi occhialuti, non dice n ulla che non sia banale. La Chiesa, colla sua tribù d i pasto ri ro tondi, tace. Tace il militarismo, che ten ta tuttavia di gettarsi e rifarsi sul vicino più debole. Il socialismo ci dà uno Scheidemann, mentre il comunismo accende i fuochi fa t ui e sanguinosi di una guerra civile che non ha l'ampiezza tragica e sublime della Comune parigina. Il popolo si abbandona al saccheggio. Il Parlamento d i Weimar, il Governo di Weimar appalcsano la lo ro pietosa insufficienza.
R imane, come qualche cosa che si stacca d al' fondaccio comune, l'inabissamento della flotta a Scapa-Flow. Ma i co ntorni di questo episodio, sono incerti. Si parla di passiva complicità i nglese, Si t ratta di una fl o tta che non si e~a mai totalmente impegnata in mare aperto. Era rimasta imboscata a Kiel. Q uell'ammiraglio Rcuter, poteva farsi legare all'albero maes tro e affondars i insieme colla nave. Vecchio gioco I Il tedesco preferisce l'intername nto, respinge l'affondamento. Uincendio delle bandiere è un episodio studentesco. Aggiungasi che il partito <li gove rno, cioè il social-maggioritario, riunito a congresso, ha sconfessato e ·l'affondamento e il r ogo I
Insomma: leggete e r ileggete la cronaca tedesca di quesù giorni e ne avrete l'impressi one di qua lche cosa di incomposto, di torbido, di caotico: un insieme di mezze figure, di mezze rivoluzioni, di mezze decisioni ; q ualche cosa che non è p iù commedia, ma che non r iesce nemmeno a diventare la tragedb. piena che rende pensosi e commossi anche i nemi ci
Non nego che il popolo tedesco, sotto un K oltàk qu alsia.si o anche nel consolidarsi della attuale repubblica sodai-borghese, possa riprendersi e ricominciare: io mi limito a constat:l[e la sua auuale ins uffici enza, 1a s ua att uale med iocrità, la sua att uale innegab ile, a:ppariscente, pietosa mancanza d i grandezza. Un giornale tedesco, commentando le ultime sed ute di Weima r, era forzato a riconosce re che la F rancia a Dordeaux aveva parlato all'umanità attraverso la bocca di Vietar Hugo, con accenti destinati a passare e r imbombare nei secoli ; mentre fa Germania, nell'o ra culminante della·sua passione, aveva trovato appena un ignoto Baue r, uscito dalle tu~be tesserate della sociald emocrazia I Oh, io trovo che questa ammissi o ne tedesca vale tutto il bottino della guerra. Che importano le colonie? Res tituitele ai bodm. Che importano le indennità e 'i t erritori? L a nostra vittoria è ìrr questa ammiss ione, in questa confessione. I t edeschi si riconoscono infe rio ri a no i vecchia gente mediterranea, se è vero che la grandezza dell'animo, non nelle facili ore delle gioie si appalesa, ma in quelle oscure e pesanti della sciagura. Il significato dell'ammissione tedesca è chiaro. La Francia di Bordeaux seppe essere grande, La Germania di Weimar no n ci è riuscita. Anima di predoni. di ipocriti, di spergiuri è quella tedesca: non anima di eroi, perché questo era specialmente il m omento dell' eroismo o della semplice dignità e l'uno e l'altra sono completamente mancati. Sino ad oggi, un solo tedesco ha compiuto un gesto discreto dal punto di vista e stetico e mo rale: quel ge nerale ch e è a ndato a suicidarsi ai piedi del m onume nto a Bismarck. Ma aveva ottant'anni, e, a que lla età, la vita non vale for se la pallottola della Browning liberatrice.
Vè stiti, dunque, in lutto stretto, o lercia Congrega dei bochizzanti d'Italia I Noi che non ci pros ternammo dinanzi agli oracoli balordi e bibliotecali della Kt1//11r, ora che gli idoli sono infranti e il popolo t edesco si mostra nelle sue qualità fondamentali ventricolarr e immutabili da Tacito in poi, noi sentiamo che meritava la nostra is tinti va avve rsio n e e in quest'ora, prima che la pietà, suscita in noi in gigantito il dispre zzo. In no i, italiani. In n o i, che abbiamo 1:o rgog lio fo1le di essere, di sentirci, di dichiararci italiani! MUSSOLINI
IL «FASCISMO»
(Per telefono dal "Ostro Direttore)
ROMA, 2
Per valutare nella giusta misur a l'importanza sempre più grande del movimento dei Fasci Italiani di Combattimento, bisogn:1 rìcordare ch'cssi sono nati il 2. 3 di marzo, nella prima adunata di 1'.·fi lano. Disogn a ricordare ancora che a quella adunata intervennero soltanto gli interventisti non rinunciatari e gli altri che no n intendevano e non inte ndono accodar si - Maddaleni pentiti - al carro del Pnr. L"adunata del 2. 3 m arzo fu anti-rinunciataria e antipuss ista. Sono passati tre m esi e si può affermare - senza cadere nel bluff cosl caro alla tattica bagolistica degli altri gruppi e partiti - che il mov imento dei Fasci di Combattimento si è imposto all'attenzione pubblica ed è, oggi, la for.za più viva, più nudace, più rinnovatrice, più ri vo luzion aria, non nel senso bestiale <lei vandeani, che ci sia in Italia All'infuori del Partito Socialista, che pretende di possedere H monopolio esclusivo della piazza, non ci sono altri gruppi o partiti ài quelli segnati nei vecchi cataloghi che osino scendere in piazza. I Fasci di Combattimento contendono al P111 questo privilegio e nella recente agitazione anti-rùttiana sono s tati i fascisti di Torino, di Milano, di Roma e di altre città quelli che, fra il passivismo di tutti, han no agitato e scosso il popolo italiano.
L'attività di alcuni Fasci, citiamo ad esempio que1lo di T orino, è sempli cemente meravigliosa. Governo e pussismo, bolscevismo dall'alto e bolscevismo dal basso in tutto ciò che faranno e non faranno dovranno tener conto dei Fasci di Combattimento. Non è, fo rse, p rematu ro esaminare i motivi che hanno provocato questa r apida ascesa, questo trionfale sviluppo del Fascismo, malgrado l'aperta ostilità e la perfida malignazione di certa piccola gente invasata a freddo di rivoluzionarismo ktteraloide. Trattasi di gente che n nn ha mai condotto folle in piazza e che oggi è rivoluzion.ista sempii cemente per questione di concorrenza. 11 Fascismo è un movimento spregiudicato. E sso non ha sdegnato di prendere contatto con uomini e con gruppi che l'i dio ta fi.listei smo dei b enpensanti ig no rava o cond.111• nava. La gentç mediocre ha sempre affettato d.i «,nq(l prendere sul serio » il futurismo; ora, a dispetto dì questa gente, il capo dei futuristi, Marinetti, fa parte del Com itato Centrale dei Fasci di Combat timento. Gli Arditi hanno subl to in questi ultimi tempi due diffamazioni: q uella di coloro che li avrebbero voluti sfruttare e quella dei vigliacchi che sbandieravano ogni delitto comune commesso da Arditi o falsi Arditi. Ora, a d ispetto dei calunniatori e ·dei fifoni, uno d ei capi dell'Arditismo in Italia, il capitano Vecchi, fa parte d el Comitato Centrale dei Fasci. Il Fascismo ha preso altri contatti con l'Associazione dei volontari di guerra, il Fascio popolare di educazione sociale e alcune organizzazioni m inori di combattenti, come l'U. N. U. S; l'Italia redenta, la Zona o perante. T u tci questi contatti, qu ali d'ordine locale, quali d'ordine nazionale, non hanno condotto a stipulazioni forma li, a nessuna di quelle intese protocollate che ripugnano allo spirito del Fascismo. L'èssenziale è di sàpcre che tutte queste forze possono essere utilizzate per uno scopo comune.
Per le eterne ostriche della pregiudiziale, apparve come inaudito che i Fasci non avevano pregiudiziali di sorta. Non si vuole capire che il Fascismo cessa di essere tale non appena si scelga una pregiudiziale. ll Fascis mo pregiudizia iolo di "·enta un Partito. I Fasci non sono, no n vogliono, non possono essere, non possono diventare u n partito. I Fasci sono l'organizzazione temporanea d i tutti coloro che accettano da te so luziorù di dati problem i attuali. P o iché abbia'mo ri 6utato d i caricarci le spalle con l'inutile fardello di una qualsiasi pregiudiziale, i melanconici «scagnozzi», come dicono a Palermo, della pregiudiziale, ci hanno abbaiato dietro l'appellativo pauroso e massacrante di reazionari. Noi, i reazionari I Il g uaio è che il numero di questi (( reazionari », invece di diminuire, aumenta. Nel recente congresso dcli'Associazione Combattenti è stato approvato un programma che non ammette pregiudiziali. Il presentato re di questo programma, lo Zavattaro, ha dichia rato ripetutamente ch'egli non accetta pregiud iziali, né monarchiche, né repubblicane, né cattoliche, né anticattoliche. Una domanda ci sale alle labbra e noi la rig iriamo a certi signori: che sia, dunque, un covo di reazionari nova nto tteschì l'Associazione nazionale dei combattenti?
Il Fascismo è antì-accademico. Non è politicante. Non ha statuti, né regolamenti. Ha ado ttato ·u()a tessera per la necessità del riconoscimento personale, ma pote ndo ne avrebbe volentieri fatto a meno. Non è un vivaio per le ambizio:ni elettorali.. Non ammette e non tollera i lunghi discocsi. Va al co ncreto delle questioni. Poteva darsi un programma d i almeno quindici punti, come quello repubblicano, o di quindicimila pun ti. CQgle quello p ussista o pipista ( P.P.T.). Poteva elencare le cento piaghe d ' Italia e metterci accanto il relativo rimedio più o meno eroico. Poteva darsi delle arie truculente p er la galleria popolare. Lascia questo apparato de magogico a coloro che cercano ogni mçzzo p er far dimenticare o farsi p erdon are l 'inte rventismo di una volta. Ha forùtato il suo programma a pochi punti essenziali e <li i m mediata attuazione. La ri forma elettorale, l'espropriazione delle ricchezze, i consigli nazionali economici. Ques ta è la novità interessance del programma fascista: la rapp resentanza integrale. Per le ri vendicazioni d'ordine proletario, il Fascismo è sulla linea del sindacalismo nazionale, rappresentato dall'Unione I taliana del Lavoro. Anche qui delle due l'una: o noi siamo reazio~ nari e allora lo è anche l'Unione Italiana del Lavo ro d e1la quale accettiamo il programma, o l'Unione non è reazionada e allora - questa co n sta tazione lapalissiana ci intenerisce I - non lo siamo nemmeno noi. A ggiungiamo ancora che il Fascismo non solo non osteggia, ma 6ancheggia, sul terreno professionale, anche l'azione de lla Confederazione Generale d el Lavoro, poiché il Fascismo è antipussista, ma esse ndo produttivista, n on può essere e non è antiproleta rio .
Il Fascismo è un movimento d i r ealtà, di verità, di vita che aderisce alla vita. :È. pragmatista. Non ha apriorismi. Né finalità remote. Non p romette i soliti paradisi dell'ideale. Lascia queste ciarlatanate alle tribù della tessera. Non presume di v ivere sempre e molto. Vivrà sino a quando non avrà compiuto l'opera che si è prefissa. Raggiunta la soluzione nel nostro senso dei fondamentali problemi che oggi travagliano la nazione italiana, il Fascismo non si ostinerà a vivere, come un'anacronistica superfetazione di prnfessionali di una da ta politica, ma saprà brillan temente morire senza s morfie sole nni. Se la Gioventù delle trincee e delle scuole accorre ai Fasci (il Fascio giovanile r omano di combattimento conta già parecchie cent.inaìa di soci) gli è perché, nei Fasci, non c'è la muffa dclk: vecchie idee, la barba veneranda dei vecchi uomin i, la gerarchia dei va lori convenzionali, ma c'è della giovinezza, c 'è dell'impe to e della fede. Il Fascismo rim arrà sempre un moto di minoranze. Non può diffondersi all'i nfuori delle città, Ma fra poco ognuna delle trecento principali città d'Italia av rà il suo Fascio di Combattimento e l'imminente adunata nazion~ le raccogl ierà nell'armoniosa e libertar ia unità dell'azione q uesto formidabile complesso di forze nuove.
Prima Vittoria
(Per te/~ / 0110 dal 1101/ro Dirti/ore)
ROMA, 3.
L"o pposjzione violenta scate nata contro il Governo N itti e su lla quale i Fasci di Combattimento s i sono tenuti al!'avang uardia, può reg is trare un primo grande succeSso. Le idee dell'on. Nitti circa la necessità e l'urgenza de lla riforma elettorale non erano be n p re ci se. Secondo taluni l'attuale Presidente del Consiglio non era partig iano della riforma, secondo altri egli avrebbe lasciato l'iniziativa a11a Ca· q1eca e si sarebbe tenuto s ul terren o dell'ag nos ticismo. Tu tto d ò è s tato travolto d all'unanime volontà del Paese. Una ni mità manifesta anche nelle persone d el triu mvirat o c he l'o n. N itti h a consultato: il socialista Turati, il clericale Mich eli, il costituzionale Camera. Noi crediamo che il collegio unino minale:, di trista nonché gio littiana memoria, sia morto e ·ques ta co nstatazio ne ci è cagione di p articolare compiacimcnto1 perché questo g io rnale è stato fra ì p ochi che abbiano « si stematicamente >> ag itato il problema e lo abbiano impos to all'attenzione del pubblico.
Il comunicato che riferisce il colloquio Turati-Camera-1\iìcheliNitti , no n è del tutto so ddisfacente. Da esso risulta che l' on, N itti ha accettato e<in massima>> il p rincipio di addivenire alle prossime cle2ìo ni generali co l metodo d ello scrutinio di lis ta e de lla rap p rese ntanza p rop orzionale Che cosa significa questa parola « in massima» ? C'è sotto una specie d i restriz ione menu.le ? L a chiusa del comun icato aumenta a ncora la nostra perples sità. L ' o n, Nitti fa sapere che « in tal modo no n hanno pi ù ragio n d'essere tutte le for me di manifestazioni tendenti ad affrettare le riso luzioni in ordine alla p redetta ri fo rma )>. Noi siamo d i parere perfettaipente opposto. Noi invitiamo i Fasci a r espingere questo invito e a mantenere la loro vigilanza perché un qualunque trucco dell' ultima ora non r igetti la riforma in alto mare Prima di tutto un' accettazio ne piena, intera e senza sottintesi della riforma da parte del G overno non c'è In seco ndo luogo, bisogna vedere qu ale sarà l'atteggiamento della Ca. mera Ora se le pani po litiche pi ù sa ne del ·paese sono riuscite ad i m~ porre la riforma al Ministe ro, d evono salvarla d alle po ssibili e p robabili i mbosqlte della Camera che è per tre quarti g iolittiana. In te rzo luogo, i fascisti devo no imporre i necessari emendamenti e c ioè : l'esten- sionc dell'elettorato e della eleggibilità aJle donne; l'abbassamento del limite d'età per l'elettorato a d iciotto anni, per l'eleggibilità a venticinque; le elezioni a smobjlitai.ione compiuta; lo scrutinio di lista a base regionale. Bisogna impo rre l'approvazione · della rifor ma ai due rami del Parlamento, colla massima solJecitudine. Non più tardi del luglio, la r iforma deve dive ntare legge. Rimangono tre mesi, posto che le elezioni abbiano luogo· nell'ultima domenica di ottobre, per popolarizzare la riforma, per farla conoscere nel suo organismo tecnico, specialmente nelle plaghe agricole più arretrate.
Non è questo il momento per esaltare la r iforma d'imminente presentazione, Basti dire che è il sistcttla introdotto nei paesi d ella rivoluzione non tralignata nel sovietismo. In Germania e in Austria si è votato con lo scrutinio di lisra e co1la rappresentanza pcoporzionale Fra p ochi mesi, dai 15 a i 16 milioni di cittadini italiani - u omini e donne - po~ranno esprimere liberamente la loro volontà. È un! grande, un'immensa, una decisiva consultazione del popolo. Le eventualità prospettate da taluni avversari de ll a riforma che profetizzano uno schiacciante trionfo dei ner i e dei rossi ci lasciano indi fferenti. Il Partito che riporterà la maggioranza dei voti avrà il diritto di governare la nazione e nessuno potrà contendergli questo d iritto. Lo scrutinio di lis ta e l a rappresentanza proporzionale, soppr imono le dittature e offrono modo a tutte le idee d'essere rappresentate a seconda delle loro forze.
Dalla grande consultazione elettorale dell'ottobre prossimo uscirà quell'Assemblea legislativa, alla quale noi fascisti affidiamo il compito di ri vedere la costituzione fondamentale dello Stato, di armonizzarla coi t empi, di stabilire la for ma d i governo ·delle naziorti, mentre i Consigli nazionali de ll'economia tuteleranno gli jnteressi delle varie categorie produttricì . ·
Se l'on. Nitti riesce a far passare la rifo rma elettorale (e se non ci riesce lui, ci riusdrà il paese), l'on. Nitti, che passa per giolittiano, avrà, in realtà, portato alla fossa il g io littismo. Con u n collegio dilatato alla regione, con il controllo dei partiti, colla sviluppata coscienza dei cittadini, sarà assai difficile « manipolare » le elezioni nei gabinetti prefettizi o ministèriali come si faceva una volta.
Guai se la Camera rifiuterà il suo voto alla riforma , Avrà giustificato u na volta di p iù un eventuale assalto con relativa demolizione di Montecitorio. Ma n oi crediamo che i deputati si guarderanno bene daJlo scherzare con quella che è la volontà unanime della Nazione
CHI POSSIEDE, PAGHI !
( Pt r telefo no dal nostro Direi/ore)
ROMA, 6.
I t umul ti della Romagna e della T oscana hanno pos to v iolente . mente in faccia alla Nazione e in facc ia al Governo il problema as · siUante del caro.viveri. Mentre il Governo è ancora nella fase degli « studi » e l'on. tfudaldi su convocando a Roma g li elementi che possono co nsigliare a attùare i rimedi necessari, la popolazione, che non ne può più; va all'assalto dei magazzini, realizza· il « comunismo >> nelle merci, stabilisce prezzi di calmiere che, diciamolo subito, non potranno du rare, se la produzione n on aumenta Ci t roviamo in un circolo vizÌoso e trag ico. Dal momento che il Governo non sa spezzarlo, il popolo cerca di spezzarlo con l a sua violenza, colla presa di possesso di tutto ciò che si tr ova nei negozi e nei magazzini del privato commercio. È da qualche tempo che Confed erazione Gene'rale d el Lavoro, Confederaz1one Generale dell'Jndustria, F asci di Combattimento e organizzazi oni diverse, hann segna1ato al Governo l'urgenza della c risi e ì mezzi per fr onteggiarla, Sono passate parecchie settim:me, inutilmente. Nessuna meraviglia, se b. popolazione inso rge cd eccede. Non si possono sempre contenere entro dati l imiti le folle una volta che siano scatenate . L'essenziale è dì p reve nire e di provvedere, poiché può accadere che a tumulto scoppl:lto non si sia p iù in tempo e non sia più opportuno reprimere. O ra, tutti si rivolgono al Governo ed è g iusto. Ma è anche giusto e necessario precisare quel che sì chiede al Governo , quel che il Governo può e d eve fare. L' abbiamo d etto e lo ripetiamo: il Governo d evé agire per i mpedire ogni aggravamento ulterio re della crisi, poiché il risolverla non dipende da un Gove rno. Gli uomini possono distribuire meglio i beni che esistono, no n g ià moltiplicarli. Finché la produzione mondiale sarà deficitaria, ci sarà sempre una crisi più o meno grave d~l caroviveri. Bisogna chiedere al Governo un'opera p iuttosto negativa, che pos itiva. Il Governo meno interviene nelle faccende dell'economia nazionale e meglio è. Il Governo deve spianare la strada all'iniziativa p[ivata, deve ripristinare, il piò sollecitamente possibile, le condjzioni di libertà economica di un tempo. L'unico paese di Europa dove i vjveri invece di aumentare di p rezzo sono d iminuiti del jo per cento , il Dèlgio. L'apparente prodigio si spiega col fatto del non intervento s tatale nell'economia deUa nazio ne. 11 caro-viveri è un .prodotto anche della « bardatura di glleua 1) che continua a gmvarci sulle spa lle. l o m i vanto , modest amente, di avere un anno fa antiveduto q uesta necessità ;· mi vanto d i avere esa1tato le forze della produzione, quando il cambiamento del sottotitolo di questo giornale apparve agli sciocchi, ai malvagi, agli idioti, come una specie di <( tradimento )> degli immortali principl della democrazia. Ora, tutti vedono che quello della « produzione >) è il p roblema principe e primo, non solta nto nell'ordine d ella cronologia, e che se non viene risolto, qualsiasi sistema di convivenza sociale - capitalistico, socialistico, comunisticoè d estinato a perire nell'uni versale m iseria.
Lo Stato non deve diventa re « produttore }>, perché chi d ice Stato, dice necessariamente burocrazia e la burocrazia è antiproduttivista e parassitaria per definizione. Lo Stato non deve porre intralci alla r ipresa dell'attività economica. Produrre I &co il supremo comand amento dell'ora. Produrre I dice l'o n. Nitti nella sua prima circolare ai prefetti; produrre ! gridano concordemente industriali, organizzat o ri, cooperatori, studiosi, giornalisti, tutti coloro che vedono , attraverso il n on-lavoro e la decrescente produttività, delinearsi la c3.tastrofe d ella nostra fragile c ivil tà.
Finalmente, bi sogna arginare il crescente rinvilio ddb. valuta: ~isolvcre almeno parzialmente il nostro problema finanziario. A questo scopo, i Fasci di Combattimento propo ngono Je seguenti misure di attuazione immediata : a) imposta straordinaria progressiva suUa r.icchczza; b) confisca 'dei sopra p rofitti di guerra; e) tassazio ne grave sulle eredità. Queste m i sure so no a p pa r se estremiste, ma sono le uniche che possano trarre in porto la barc a della nostra economia. Non si possono curare mali estremi, se non con medicine eroiche. La necessità delradozione di queste misure, si fa strada. Ecco la Tribuna il vecchio giornale romano, che chiede << la tassa unica progre ssiva s ul capitale >>, Ci piace di riportare ciò che scrive, a proposito delle agitazioni di questi giorni, il nostro confratello romano:
« An zitutto il Governo deve provvede re a porre Jine all'aumento della circobzione monetaria, che cresce oggi di un mi liarùo al mese, svalutando sempre più la moneta già in corso. Deve non solo porre Jine alle emissioni; ma porre subito mano ad una diminuzione della m:tss:i. già esisten te, e che. ingorga il mercato.
« E ciò per due vie
DAGLI JNJZI DEL I0 MINISTERO NITTI ALLA MARCIA DI RONCHI 22S
« La prima e più semplice. t l'emissione di qualche prestito, che levi di ci rcofazione qualche mili:1.rdo. Abbiamo una circolazione di oltre dodici mili:1.rdi, aJ. meno tripla de l necessario ; ma gli intend enti g iudica no _c he il riti ro, a mezzo di un prestito, di t re o quattro miliardi, avrebbe già i suoi benefici effetti.
« Ma vi è un:1. se<:onda strada, la vera strada maestra. E questa è, e non p uò non essere, eh.e l'applicazione di nuovi , larg hi tributi che colpiscano progressi· vamente la ricchezza; e soprattutto la facile ricchczz:i accumulatasi fantasticamente nelle tasche di qualche centinaio di migliaio di fortunati, più o meno abi li, d urante il periodo della guerra. Sì parla g ià dei progetti, che saranno immediatamente presentati aJla Camera, per l'applicazione' d i una tassa, fortemente progressiva, sul reddito. Ma, sia ad evitue esagerazioni in questo campo delle im· posizioni pennanenti, sia a rendere più immedi;ltamente efficace razione dello Stato, sarebbe forse preferibile che l'applicazione dell'imposta perm:inente fosse preceduta da una tassa unica su l capitale, anch·cssa progressiva, applicata una volta tanto, e c he avrebbe ben altra efficacia che un prestito, a ssombrare i l mercato monetario dei troppi miliardi che ri ngombrano, e che sanerebbe una buona parte dei debiti di suena.
« Più presto e più energicamente si agi sce, e pi ù rapidamente e sicuramente s i ritornerà veno q uella condizione norm ale, senza la quale tutta la vita d i un paese, economica, politica, sociale, non può essi-re sana
« E quando il Gove rno avd mostrato eo ergia di propositi e di .uione nel chiJmarc la ricchezza, e soprattutto la nuova, fortunosa tkchena nata dalla g uerra, a compiere in tero il proprio dovere verso la comuniti, esso guada5ner.l 1utta rautori t.ì. necessaria per intimare !",tir anche a que11e agitazioni d i classe, le quali, app:irentemt'nte e parzialmente s iuslificate J:ille condizioni presenti, m0$lratl0 lllla loro volta l'incapacittl di tenere conto dei diritti generali e delle condizioni reali e permanenti de lla vita economica de lla Nazione » .
Ci associamo a tutte queste logiche e opportune considerazioni aggiunge ndo soltanto che non bisog na perdere un minuto d i tempo.
Da Il Popolo d'fo1/ù1, N 183, 6 luglio 19 19, VI.
M ussolini esclude che qualcuno p ossa ù11padronirsi del n1ot•imenlo ; al mass imo ognuno dì n oi potrebbe ~cgolare la violenta protesta. Gli elementi che agiscono in quest'ora so no fuori di og ni nostro controllo. Credo att o superfluo deplorare gli eccessi: limitiamoci a constatare l 'esp losione popolare ammonendo p erò Je classi lavoratrici che la politica del sacchegg io, se se rve a soddisfare dei rancori, n o n ha la virtù di eliminare il mabnno <lel caro-viveri.
Al disopra dei p r ovvediment i co ntingenti che hanno anche dei riferi menti locali e p o litici, Afouolini richi a111a l'amv1blea alrua111e p it) particolare della 1it11azione, che, pe r la sua co mplessità, de\·c essere risolta con· provvedimenti audaci, i qu ali si riassumo no nella tas sazione del capitale e nella confisca dei p rnfitti di guer r a,
• Riassunto delle dichi auzioni fotte :1 Mila.no, presso la scJ e J c Il Po/11,lo d'Italia , il 6 luglio 1919, nel corso de lla riunio ne pomcridian:t di un' nssemblc:i d i v.1rie org.1nizzazioni economiche e politiche riunitesi per agire effic:iccml'flte cont ro il e.tro..viveri. N ell:1 riunione antimeridiana, Mussolini aveva r iassunto « le necessità dell'ora in questi capisaldi: abolizio ne de]l.1 bardatura di g ue rra; forte t.1ss:uionc del capitale; confisca totale d ei profi tti Ji guerra e t:1ss:1 sull'eredit;\ »
Avev::i. inoltre propos to che le associazioni convenute mantenessero il cont::i.tto sino a cr isi risolta e facessero pressione verso il prefetto. (D::i. 11 Popo lo d' l t,1/ia, N . 184, 7 lug lio 1919, VI).