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SINDACATI E PARTITO
Gli scioperi parigini non sono ancora conclusi, ma, ciò malgrado, si prestano a qualche considerazione d'ordine generale. È un fatto che all'inizio, il Partito Socialista tentò di dare un carattere politico al movimento. Basta rileggere i trafiletti del signor Cachin e quelli stampati su altri fogli più o m.enq accesi del Partito. La differenza fra i l co ntegn o della Balaille S)ndicaliste e il conteg no dei giornali del pussismo fcancese è sintomatica. Il giornale sindacalista ci tiene a dichia rare che il movimento è co r porativo; i fogli socialisti gli attribuiscono invece un fondo e obiettivi polit ici. Una vera doccia fredda per i politicanti del socialis mo francese è l'o rdine del g io rno v otato dai ferrovieri della rete dello Stato. Quest'ordine del giorno dice a un certo punto !
« Dichiara di ignorare nell'avvenire qualsiasi azione rivendicatrice che non emani dall'organizzazione stessa, cioè dai sind acati uniti nelle loro unioni d ei sindacati e nella Federazione Nazionale e ciò senza. preoccupani dci consigli in1ercna1i di personalità po/i1ùhe o a/ire rhe agiuonu u mpre unza mandato e non hanno a/runa qualilà pe,- parltlftt in nome della rlaue operaia.... ».
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La botta ai deputati socialisti è ben diretta e v a al segn o Altri sintomi del disagio confederale di fronte all'invadcn2a del p artito politico, si riscontrano in a lui d ocumenti e manif~stazioni degli organismi operai. :S stata necessaria un'intervista fra confederali e socialisti e malgrado i sibillini comurùcati di retti.6.ca del Consiglio Confederale, sta d i fatto che Longuet e soci sono st:iti allontanati co me «intrusi».
Il carattere generale del m ovimento è «economico)) e le masse si rifiutano agli esperimenti politici dei professionali del socialismo che <e non hanno alcuna qualità per parlare in nome della massa operaia )).
A poco à poco gli ope~ai si convinceranno che i peggiori nemici dd pro letariato sono gli intransigenti e s fruttatori teologhi del socialismo politico I
Un Consiglio
Se l' on. Orlando fosse un galantuomo, nel senso politico d ella p arola, poiché la sua onorabilità p rofessionale è fuori discussione; se l'on. Orlando avesse la nozione di ciò che accade nel mondo in gen erale e in Italia in p articolare, domani, alla riapertura _ d ella Ca mcr~ ter reb be press o a poco questo discorso :
« Colleghi deputati l
« Il Mini stero che io presieào si p resenta a vo i nella sua for male i ntegrità. 11 Ministero c 'è, ma:, n o i ministri, siamo delle ombre Noi tutti che siamo qui dentro siamo dei sopravissut i, siamo deJle ariaticli anacronistiche che le mart ellate del popolo italiano potrebbero da un g iorno a ll'altro mandare in fra n tumi. È ora di finirla f È ora d i m orire perché facciamo nausea abbas tanza a noi stessi e ne facciamo ancora di più al Paese. Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto. Gli eventi erano giganteschi. Noi siamo uomini di proporzioni normali. Del resto, ben pochi dei tanti uomini di Stato o d i guerra che un g iorno parvero brillare di l uce superba agli orizzonti, si salvano dal bufo abissale della rupe Tar pea. Il maresciallo Joffre, ad esempio, non è più sicuro del sua bastone e quegli che parve, venen do d'olt re Oceano,· H r ede ntore dei mond i, si è appalesato come l'ultimo degli istrioni. Ora, noi ci se ntiamo finiti, esauriti. Anche noi, cosiddetti u omin i di Stato, siamo fatti di carne ed o ssa. E po iché si d iventa u omini di Stato q uando la carne inflaccidita non tira più e q uando le ossa, perdendo le midolla, si calcinizzano, il nostro organis mo n on regge più all'enorme fatica. Gli uomini non devono diventare istituzìoni. Non devono pretendere all' indispens abilità e all'inamovibilità, C'è u n ciclo negli uomini, come in tutte le manifestazioni della vita universale. Il nostro ciclo, di n oi, uomini che facemmo la g uerra, è compiuto. Ci suicidiamo. Pon emmo evitare o procrastinare quest a decisione estrema, ma no i - e guzie siano rese agli dei che ci p ermettono tanto! - posti a sceglie re fra una vira grama e una motte bella, . optiamo ·per questa. N oi avvertiamo, i n quest'ora estrema, che la cr isi non è ministeriale o camer istica e che non si risolve con le miswc dei t empi tranquilli. L'organismo dello Stato è esausto, debilitat o, svenato : b isogna immettere nella sua circolazione altre energie, altro sangue, a ltri uomini o altrimenti sarà la p aralisi e Ja morte. Cambia· m ento d i scena, cambiamento di p erso naggi, cambiamento di regime, o nde perme ttere all; nuove forze dj entrare a fa r parte della mino ranza che dovrà dirigere la Nazione. A l punto in cui sono le cose non si può più porre la domallda se un cambiamento radicale del r egime ci sarà, perché questo è pacifico. La ques tione essenziale è il m odo e il t empo.
« Colleghi deputati I
« Noi rifu ggiamo per temperamento e per dottrina dalle -soluzioni vio lente. Ripugna al n ostro animo .agnellare, il sangue sparso per le piazze cittadine. Preferiamo i "placidi tramonti ", g li assestamenti tran· q uilli, tutto ciò che invece di alimentare, smorza gli o dl e i rancori. N oi v ogliamo aprire le porte, non a t tendere che il popolo le sfondi. E allora noi ministri ci dichiariamo decaduti, vòi deputati fate altre t· tanto.
« Il Ministero resta in carica per il disbrigo d egli u o rdi nari affari di amminis trazione", la Camera scelga una comnùssio ne di quindici membri, con rappresentanza proporzionale di tutti i g r uppi, la quale commissione h a l'incarico di preparare le elezioni con lo scrutinio di li sta e la rappresentanza proporzionale, non appena sarà ultimata la smobilitazio ne.
« La Camera, con vot o palese, sceglie dal suo seno c inque d elegati per la conferenza di Parigi .. .. )).
Un discorso d i questo genere e u na decis ione di suicidio rischia. r erebbe l 'atmosfera della vita italiana c he si appesantisce ogni g iorno di p iù. Ci s areb be una speranza e una possibilità di mutamento p er le vie cosiddette «legali )}. I Partit~ e i g ruppi si p reparerebber o alla conquista e all'esercizio del p o tere, attraverso i risultati d ella grande consu ltazione popolare. Questa consultazio ne porterebbe certamente alla ribalta dei 1< valo ri)) nuovi: i valori sbocciati n el clima della guerra. Ma noi siamo i nge nui ad aspettarci un gesto siffatto d all'on. Orlando. L'on. O rlando t errà tutt'altro disco r so. Un discorso parlamentare . Che non lo salve rà. Perché il Ministero Orlando ha le ore contate. Il paese h a già pronunciata la sua condanna. La Camera, per quanto avariata, n o n potrà più trincerarsi dietro il timo re d el peggio. È difficile « p eggiora re )) la situazion e . Se Governo e Came ra. oseranno sfidare la q uasi unanim ità nazionale che richiede che il po~olo . si a d opo ben sei anni, onestamente consultato e con nuovi sistemi, la crisi potrebbe avere una soluz ione drammatica e sanguinosa. Va sempre più diffondendosi i n tutti i ceti del popolo italiano la p ersuasione che per uscir~ dal vicolo cieco, nel quale per fatalità di cose e deficienze di uomini ci siamo cacciati, bisogna abbattere qualcuno e qualche cosa.
MUSSOLIN I · •
D a Il Popolo d'I1dli~, N. 165, 18 giug no 1919, VI.
L'episodio di Noisy le Roi, esce, pc.i: Ja sua significazione psicolog ica, dai confini del fattaccio di cronaca. In sé e per sé, quella sassaiola contrn i delegati e funzi onari della Germania, a meno c he non sia stata provocata dal loro contegno, è sommamen te deplorevole e tale l'ha giudicata il Governo francese, col provvedimento di destituzione p reso a carico del sottoprefetto della regìone.
La tentata lapidazione di Noisy le Roi è un chiaro s intomo d ello stato d 'an imo della popolazione francese. I tedeschi sono anc·ora gli odiati e d etestabili bochts malgrado la loro rivoluzione, la loro repubblica; malg rado Wilson e la Società delle Nazioni. Lo scatto della po~ polazione di Nbisy le Roi, dovrebbe far riflettere seriamente i tedeschi e convincerli della necessità di firmare la pace: senza u lteriori procrastinazioni o manovre:. La popolazione fr_a ncese, nella sua eno r me massa, non è affatto rapp resentata dalle minoranze politicanti o raziocinanti, La massa obbedisce ai suo i istinti fondamentali : la g uerra è finita, anche l'armistizio sta; per conclude rsi , ma la popolazio ne di F rancia, uomini , donne, bambini, ciò che fo rma, g lobalmente, il popolo, odia ancota i bochts e non ha disarmato. L'episodio in q uestio ne dice ai tedeschi che tutte le misure militati cd economiche che potranno essere applicate d agli Alleati in caso di mancata fir ma da pat te della Germania, non solleveranno obbiezioni o proteste ·di qualche peSo ·in Francia. Anzi : una matcia degli eserciti fr ancesi attraverso l a Germ ania, con ingresso finale e trionfale di Foch a Berlino , lusinga molto quel complesso di ~ ntimenti napoleonisti e coreografici, che sono u n dato gener ale d ell'anima francese, Aggiungasi che il memo riale tedesco è di u na int ransigenza paradossale, no nostante gli eterni e stucchevoli richiami ai principi d i \Vilson. La Germa nia no n si adatta a restituire nemmeno l'Alsazia-Lo rena alla Franc ia, sebbene in uno dei fam osi punti t ale res tituzione fosse chiaramente co ntemplata e definita. È evidente che i ted eschi contano troppo sul movimento di revisione del trattato sviluppatosi nei paesi d ell'Intesa, dimenticando che questo movimento si arresterà, almeno per parte nostra, se la Germania si rifiuterà di Jirmare. Noi non abbiamo la pretesa, che sarebbe superlativamente grottesca, di .influire su uomini ch e ci sono lontani e su avvenimenti che sono al di là del nostro possibile raggio d 'azione. Ma se un ufficio stampa tedesco esiste, che racco lga le manifestazioni dell'opinione pubblica dei dive rs i paesi, esso no n p o trà ignorare il nostro punto di vista.
Noi diciamo che nell'interesse generale del mondo e nel suo propr io particolare interesse la Germania deve firmare. Di tutte le solu zioni prospettabili, quella della ~r ma rappres~nta il « meno peggio». Non 6rmando, la Germania si vota alla catastro fe.
Coll'occupazione fulminea di gran parte del territorio da parte delle truppe alleate, anche ·lo spauracchio bòlscevico, le cui fortune, d 'altronde, oscillano pericolo samente i n Russia, perde ogni efficacia. Se la Germania n o ti. fum a, s i caccia n el più oscuro e spaventoso d ei v icoli ciechi; se la Germania firma, le sono aperte anco ra le strade dell'avveni re. Il « perisca Sansone con tutti i fi listei l> è una frase scriteriata, senza rapporto con le attu4li cong iunture La Germarùa no n è più ull Sansone ed è m o lto probabile c he i fi listei di razza anglo-sassone non p erirebbero con lei. A nzi: d farebbero, fra le r ovine del t empio, . un più Jauto affare. Se la G ermania firma, dimostrando col fatto di voler accettare le conseguenze del s uo delitto e della s ua Ws fatta. essa può sperare - aiutando il temp o che rinnova e cancella - ulte~ riori mitigazioni del trattato e n on più soltanto di forma. Cè già nei p aesi alleati, anche all'infuori dei p artiti socialisti, una vasta corre nte d 'opinione che tende ad i mporre una revisione del t rattato. ·
Su alcuni punti si è già stabilit o una quas i unanimità. Questi « p unt i di revisione» sono: il regime del bacino della Sa cre, le colonie già tedesche, i tedeschi d'Austri.a, le indennità e qualche altro d i min ore importanza.
Se la Germania no n fi rma, susciterà un movimento d i dispetto e di collera che aiut erà l'Intesa nel compimento di t utti i su oi piani d i invasione e d i imposizione : oltre · a ll' umiliazione dell'invasion e, il blocco stremerà la Germania. Firma ndo , s i produrrà quasi automaticamente un senso generde di délenle psicologica e n e hanno urgente b isogno di q uesta d!tente i n ervi del genere umano tesi sino allo spasimo da o r mai cinque ann i. Si av rà l'impressione che qualche cosa di d efunto, di compiuto c'è. Questo graduale ritorno all'equilibrio p sicologico, ai uterà il movimento di revisione, che sarà res o, p oi, poss ibile dalle inevitabili trasformazio ni che si veri ficheranno all'interno dei s ing oli Stati d ell'Intesa Gli elementi che nei paesi dell'Intesa h anno i niziato il movimento pro. revis io ne <lei trattato di pace di Versaglia, e noi siamo del numero , hanno già ottenuto una piccola, ma no n t rascura- bile vittoria. Sono disposti a co ntinuare sulla stessa via. In Germania devono però co nvincer si che se non fi rmano, il movimento dei revisionis ti, invece di toccare e i mpegn are le moltitudini, perderà d'irilportania e di e fficaci a. Gli ambienti popolari int erpreteranno la r isposta g ermanica com~ una sfida. E allora: guai ai vinti r
Mussolini
Da Il Popolo_ d'Italia, N. 166, 19 giugno 1919, VI.
Il Vino E La Botte
(Per ltlefono dal nostro Direi/ore) ROIIIA, 21,
Quello che si stampa e - ahimè - si legge a proposito della crisi ministeriale ·sui giorriali italiani è semp licemente buffo,'~3.pparciene al genere della comicità g rottesca. Uomini nuovi, idee ·n uove, vita nuova : ecco il motivo fo ndamentale di tutti gli articolì. C'è solo da domand~rsi dove stanno di casa gli uomini nuovi, dove so no reperibili l e idee nuove e se, in m ancanza di uomini e di idee, è possibile di inaug urare una vita nuova. La triste ma ingenua verità, palese a t utti [ censura ], è che nessuna possibilità di novità esiste finché non si spezza quel cerch io chiuso, fino a quando n on s i o sa procedere ad una crisi totalmente extra-parlamentare.
La botte, dicevano nella loro lapaliss.iana filo sofi.a i nostri nonni, d à il vino che ha. Se nella botte c'è una brodag lia [ .... w1..mra] voi siete semplicemente matti se v i r ipromettete di distillarne il nettare che dà le ebbre zze dionisiache. Finché voi vi acconcerete a fare il governo d'Italia con g li uomini che il mercato di M o ntccitotio vi offre, Voi avrete sempre lo stesso Governo.
Parlano di uomini n uovi. Guardiamoli un po' questi uomini nuovi dai quali dovrebbe venire la salute d'Italia.
Facciamoli sfilare in parata.
Ecco 1'on. Orla!ldo, ammalato fra dicio di parlamentarismo, che ha accettato il nostro di sintetessato consiglio di suicidarsi, ma lo ha fatto in maniera troppo ignominiosa. L'on. Orlando poteva morire in bel"'. lezza : ha preferito cadere come un fantoccio impagliato. Non o ccupiamoci più di lui.
Quali sono g li altri u om in i che si affacciano alla ribalta?
L'on. Nitti. Costui è, relati vamente , g iovane di an ni, ma è già cons umato . È un po' di e quivoco, di cinico e d i profil~r1r. C'è un equ ivoco nella sua à.ttività politica che si svolge in margine agli affari. È giolittiano sputato, v a in America e lascia un b ig lietto da visita per Gioli tti; t o rna dall'America e fa altrettant o. È gio littiano di convinzione e di <t t empera mento». L'hc1JJ0 11cv111 di ì'.foro Lucano ci riporterebbe in pi~no g iolittismo Come nOvità non c'è male Passia mo alla categoria d ei venerandi. Bosclli è totalmente rammollito. È, p olit icamen'tc c d i ntellettualmente parlando, un rudere da seppellire con una buo na p alata di t erra. Anche lui, come l'o n. Orlando, ha le g landule lag rimali cccessivamente ricche di liq uido, per cui ad ogni piccola o ccasione piange a lagrimoni g:rossi come il vit~Uino della rldamt del Calzaturificio di Varese
Altra veneranda mummia da relegare in un museo il sen. Bonasi. Gli dovrebbe, in quel buen rt liro, far compag nia l'on. Luzzatti, cariatide frusta, senza volontà, senza spina dorsale, uomo di pasta frolla, salice piangente anche lui, temperamento anguilloso.
Nemmeno l'on. 'Bissolati può essere esibito in ves te di uo mo nuovo. È vecchio, ,a nzi i nvecch iato. Non p uò entrare nel Governo un uomo che h a dato la parola e la giustificazione anticipata con la evocazione di Andreà H ofcr all'eventuale irredentismo pangermanista che ci cont ende l'Alto Adige e quindi il necessario baluar do alpino.
Q \lesta r assegna di u omini nuovi p otrebb e contìnua[e con gli on. Salandra, Barzìlai, Pantano, Sacchi. Ma cc n'è d'avanzo per l a dimostrazione della .nostra tesi.
Gli uomini che hanno in questi giorni gli onori della pub blicità sono g li esponenti, nella loro mentalità e nei loro costumi, dì cose trapassate e mo rte: [...• mts11ra].
C'è forse di meglio sui banchi di Es trema Sinistra?
I repubbl icani possono d are qualch e uomo ad un 1-iinistero ma n on altro. Anche perché la prova offerta da Eugenio Chiesa e da Ubaldo Comandini non è stata brillant e.
Il gruppo più compatto e forte è il socialista ufficiale. Su 40 deputati socialisti una decina son o completamente idioti. E. cer to che l'a ntropologo futuro quando vorrà fissare le stigmate del cret inismo nel secolo XX, prenderà in rapido esame il caso dell'o n. Beltrami. Si dirà : ecco il cranio dell'on. Beltrami, come si dice: ecco l'uomo della tal caverna, della tal epoca Altri dieci o dodici d eputati socialisti appartengono al genere deHe scimmie .urlatrici: gli on. Caroti, Maffi e si mili De Giovanni sanno fare soltanto d el baccano. Fra g li altri dieci o dod tcì i valori di Governo sono tre o quattro: !'on. Turati, l'on Modigliani, l'o n. Treves, Ma costoro n on sono uomini nuovl: son o dei parlament a"ri nel senso peggiore della parola.
La nostra rassegna è esauri ta. La contraddizione è i nsa nabile. Pe r avere gli uomini nuovi, bisogna uscire dall'asilo dei vecchi. [Cenmra].
N o i ci permettiamo di dare un modesto e <lis,interessato consiglio all'altissimo personaggio che procede in questi giorni alle consu ltazioni di rito. Faccia egli convocare a Roma in un primo gmppo : a) i rappresentanti dei mutilati e invalidi di guerra; b) i rappresentanti di tutte le associazioni dei combattenti e famiglie dei c ombattenti morti e vivi.
In un secondo gruppo : a) i rappresentanti della Confederazione Generale del Lavoro, dell'Unione Italiana del Lavoro, della Confederazione dei lavoratori italiani; · b) i rappresentanti delle _organizzazioni ferroviarie e di quelle dei servizi pubblici;
() i rappresentanti della Confederazione Generale dell'Industria, delle Camere di Commercio, delle associazioni agrarie, delle associazioni commerciali.
In un terzo gruppo : a) i r appresentanti delle cooperative di produzione e consumo; b) i s indaci delle citt à capoluogo di regione, i rappresentanti della. scuola, dall'asilo all'u niversità ; i rappresentant i del giornalismo.
Alle eventuali omissioni di questo elenco si è sempre in tempo a ri parare. Liquidato il vecchio Parlamento, questo Parlamento convocato e improvvisato sarebbe ver amente nuovo e sarebbe composto di gente che rapprese nta qualcuno e C]ualche cosa: interessi co ncreti, i dee e programmi definiti, me ntre il deputato non rappresenta che se stesso
Quest'assemblea strao rdina ria sceglierebbe u n piano [sic], il quale dov reb be trattare all'estero e prepara re all'interno l a nuova consultazione del popolo. Nomina ta l'assemblea elett iva questo Parl ame nto p otrebbe trasformarsi nei suoi Consigli Nazionali che i Fasci d i Combattimento hanno nel- lor o programma.
Il nostro progetto può sembrare avventato ai' pantofolai di tutte le sagrestie, ma i fatti dimostreranno che· altro mezzo non esiste per u scire dal cui di sacco della crisi cronica, per finirla con l'inutile do~ manda di gente che non esiste. Tutto il resto è commedia.
MUSSOLINI
Da li Pu/1 0/0 d'!Jali,,, N. 169, 22 giugno 1919, VI.
Prime Impressioni
(Per t elefono dal 1101/ro ·Direffore) .
La prima seduta del cong resso è stata vibrante e m ovimentata L'ampia sala degli Orazi e Curiazi in Campidoglio è g remita . D all'aspetto si può desumere ch e la maggio ranza dei congressisti appartiene alle classi popolari. Vi sono molti amici e c oc.rispondcnti del nostro giornale.
Il di scorso del sindaco comm. Apolloni è stat o banale e reto rico fino a fat nausea, Se non l o avesse vietato il dovere dell'ospitalità, i congressisti, che hanno app laudito assai fiaccamente, ·avrebbero invece fischiato. L'oratore che segue, il capitano Cuccia della Sezione Romana della Nazionale Combatte nti, ha anche lui un esordio poetico e retorico, ma poi si stacca dallo stereotipato discorso d'occasione e fa delle dichiarazioni interessantissime :
« Noi abbiamo combattuto - affetm:i il Cuccia - non per asservire o jm. miseri rc altri popoli, nbbi:imo combJttuto per il popolo e per restitui r,e, i l potere al popolo. I.a trincea fu la nostra scuola. Chi non fu con ncì è oggi contro Ji noi », 1. !...:
Gli accenni a Gioli tti scatenano una tempesta di «abbasso». Si grida anche: « Abbas so Nitti I ».
Questo scatto indica già g li umori predominanti fra i congressist i. U n altro fortissimo scatto si ha quando l'oratore accenna agli« sciacalli che si abbeverarono del sangue dei nostri morti>>,
Il discorso di Fabio Luzzatto è stato troppo lungo e tro ppo analitico, ma anche lui, che parlava a nome del Comitato Centrale 'provvisorio dell'Associazio n e, ha fatto delle a ffermazioni di un vivo interesse.
D opo un preambolo, superfluo per un'assemblea di combattenti, il Luzzatfo ha evocato la Repubblica, Romana del '49, e l'assemblea ha applaudito, mentre echeggiava in ciualchc banco il g rido: « Viva Mazzini I».
Il Luzzatto ha esalta~o il fante contadino. Quando ha ricordat o Fiume, u n applauso formidabile si è scatenato.. Tutta la assemblea si levava in piedi. Si _gridava: « Viva Fiume italiana I Abbasso i "pacecchisti ! "»
N ella seconda parte del suo discor so, Fabio Lu2zatto ha dichiarato che l'Associazione Nazionale dei Combattenti vuole costituire una Unione. politica all'infuori e al di fuo ri dei partiti vecchi e nuovi , Quanto al programma d'aiione tratteggiato dal Luzzatto, esso coincide con quello dei Fasci di Combattimento. La riforma elettorale deve essere, non fine, ma mezzo per più audaci rivolgimenti.
Verso la fine del suo disco r so, il Luzzatto ha constatato, attraverso la fusione della guerra, la fine dei vecchi * lismi; ha bollato le sconce logomachi~ di Versag lia; ha evocato ancora una volta lo spirito di Mazzini e concluso con questa affertrlazione:
« I combattenti sono diversi dagli altri ; essi oon dicono di aver fatto l'Italia; s i limitano a dire che l' hanno fotesa e che, quindi, possono interp retarla'>.
Il Luzzatto è salutato da u na intensa ovazione.
A questo punto il capitano Giunta, della sezi one di F irenze, chiede di parlare. Si grida dovunque: « Basta con la retorica I»
Scoppia un violento tumulto. Il capitano Dell'Ara non riesce a farsi ascoltare, Il Luzzatto e g li altri del Comitato Centrale provvisorio se ne vanno, mentre Giunta e il nostro amico Vecch i salgon o in piedi sul tavolo della presidenza fr a grida e applausi.
Il Giunta riescs: a dare lettura del suo ordine del giorno, a ntigiolittiano, antinittiano, antìpussista, a ntiparlamentare.
L'ordine del giorno v iene acclamato.
Quin di l'assemblea si scioglie e scende nella piaiza, dove sono spie• gate forze imponenti di ca cabinie d e guardie, il che solleva g iuste proteste da parte dei combattenti. ·
Il congresso du rerà parecchi giorni, ma l a seduta inaugurale ha g ià rivelato g li stati ~·animo fo ndamentali e le ten denze dei congres· sis ti.
Il carattere del congresso si può riassumere cosl:
1. È stato nettamente ant igiolittiano e antinittiano. Ne prenda nota l' im_mondo senatore di P ortog ruaro e sappia che i co mbattenti detesrano il suo padrone di Dronero.
2.. È stato nazionale.
3. Il grande applauso pro Fiume e la Dalmazia dimostra che ·il cong resso non è rinunciatario. ·
4, Si può fin d a ques to .m omento affermare che l'Associazione farà della «politica)), altrimenti non avrebbe, per solo scopo corporat ivo , ragione di esistere. j. Il necessario sacrificio d ella guerra è stato nobilmente e al tamente esaltato. Ne p renda nota lo Sciacallo Frassati. I co mbattenti non sono pentiti di aver fatto la guerra. ·
• Lacuna del t esto.
G. Un'altra nota dominante del congresso è l'odio p er le frasi inutili e la retorica stanùa.
Si può prevedere che i lavori d ei prossimi giorni procederanno sollecitamente.
D a I/ Popolo d'/Jalia , N. 170, 2} g iugno 1919, VI.
E NATO : VIVRA?
(Ptr telefono dal nostro, Direttore).
·La crisi, quella ministeriale, è formalmente risolta, L'ltaUa ·ha n u ovamente un Governo. Per quanto tempo? Può darsi per qualche giorno. Negli ambienti parlame ntari le opposizioni al Ministero Nitti si delineano fortissime e nel Paese il ferme nto è s tato e rimane assai g rave. Un Ministero che nasce in tali condizioni non è destinato a lunga vita, anche perché la sua compagine intrinseca è deficiente.
È inutile analizzare ad una ad una fo singole personalità dei minis tri. In maggior p arte si tratta di uomini di second'ordine che rappresentavano nel 1913 - ben sei anni fa - il loro colJegio, ma che oggi non rappresentano nessuno.
L'ascesa al potere di quel Schanzer, nato a Vienna, rappresenta un colmo . Non è ancora sopita l' eco delle polemiche violentissime scatenate attorno al suo n ome e alle sue origini straniere. Gran parte d egli elettori d el suQ collegio lo hanno già« protestato)). Gli fa buona compagnia Tedesco, di nome e di fatto.
Le figure dominanti dell'attuale Governo son tre : Nitti 1 T ittoni e Dante Ferra ris. Non abbiamo bisogno di ripetere c iò che p ensiamo del nuovo presidente del Cons ig lio e di tutto H suo atteggiamento spirituale e politico. Il Nitti appare come un G io litti più Orlando. Del primo possiede il cinismo parlamentare, del secondo l'abrntà orato ria e la mania del compromesso.
L'on. Nitti volle arrivare a quel posto. C'è arrivato. È g iunto s ul Campidoglio. Ricordi c he vicino c'è la·rupe tarpea.
L'ultimo colpo fortunato dcll'on. N itti s i presta ad amare riflessioni circa il nostro costu me politico. L'on. Nitti è stato gi udicat o e condannato da tutti i rapp resentanti dell'economia nazionale. Le critiche al suo malgoverno sono s tate violentissime e universali. Si diceva che Nitti avrebbe portato l'Italia alla catas trofe. Ebbene, se ciò sarà, gli si è dato il mezzo per farlo.
Nella fam osa seduta che d eterminò la fulm inea crisi, Nitti non ha detto niente di straordinario che lo rendesse indicato a coprire l'alta carica. Si espresse contrario ~I comitato segreto, ma per questo ba- s tava un po' di buon senso 1 Niente altro I Coi suo i precede nti ed il s uo disco rsetto di cinque minuti, N itti è giunto a tenere in pugno i destini d'Italia I
N o i abbiamo rag io ne di affermare che la causa dell'on. Nitti è stata patrocinata con par ticolare tenacia da Gio litti e ques to spiega 1a duplice visita del vecchio bandito al Quirinale.
Ncll'atte~a delle dichiarazioni progr ammatiche, che n on p o tra nno tardare molto, perché il popolo italiano co mincia ad avere fretta, noi riaffermiamo la nostra decisa o pposizione al nuovo G ove rno in generale ed all'on. Nitti in particolare ! '
N é a modificare il nostro atteggiamento gioverà la presenza nel nuovo gabinetto dcll'on. Titto ni Noi non abbiamo b isogno di ristampare tutto ciò che in queste colo nne fu scritto e do cumentato contro di lui in altri t empi. La p olitica estera dcll'on. Tittoni si è c hiusa nel più p ietoso e clamoroso dei falli menti.. Ve ro è che in ques ti ultimi mesi l 'on, Titto ni ha pronunc iato discors i ispirati alle g rand i necessità della nazion e, non solo per q uel che riguarda l'Adriatico, m a anche p er ciò che rappresenta !'.innegabile diritto italiano nel Mediterraneo e nel continente africano. Ma l'o n. Tittoni ha in Francia un ambie n te assai ostile per un compless o di ragio ni politiche e p ersonali.
C'è un vantag gio: il nuovo presidente della d elegazione it aliana p er ]a pace sa parlare il francese corre tta.mente.
Il Tittoni ci ispira scarsa fiducia. Sa remmo lieti di vede rla smentita d ai farti, questa nostra prevenzione.
Dante Ferraris, sclf made l!Jan, è u n uorno d'azione, u na mente quadra ta e costruttiva. Se in Ital ia la crisi del dop oguerra, sotto l'aspetto della lotta di classe, n on ha degen erato in convulsioni caotiche, disintegratrici, lo si d eve a lui, ch e h a sapu to co ndu rre g li ind us triali italian i sul b inario d ella riecessaria modernità.
Il F erraris, mentre co me presidente della Co nfederazio ne Generale dell'Industria Italiana tien e n el p ug no l'econonia n azionale, conosce mo lto b ene gli ambienti, gli stati d'animo e le aspirazioni delle m asse operaie. 11 Fe rraris ha i requisiti indisp ensabili per regg ere alla fatica che ha a~ttato; solamente noi o sserviamo che lo si è caricato un p o ' tropp o Le spalle del comm Ferrar is so n o so lide, ma sono sempre le sp alle di un uomo. Ora a quest' uo mo è stato affidato un compit o i mmenso e cio è non solo il Ministero d ell' Industria e Lavo ro m a anche quello d egli Approvvigionamenti e Consumi.
A proposito di questi ultim i n o i speriamo - pe r frena re il caroviveri - d i vedere attuata d al ministro Dante Fenaris stesso quella serie di mi sure immediate elencate d al Ferrari s stesso nella s ua qualità di preside n te de lla Confederazione dell' Industria.
Composto il Ministero e prestat o il giuramento, l'on. Nitti ha mandato la solita circolare ai prefetti, n ella quale non è detto niente di speciale che valga la pena di essere rilevat o.
In settimana avremo le dichiarazioni programmatiche del nuovo Ministero ed il voto, che deciderà della sua vita o della sua morte MUSSOLINI
D a Il PoJ,olo d'Italia, N. 171, 24 giugno 1919, VI.
PER UN'AZIONE POLITICA
(Per ttlifono dal nostro Direi/or~).
Il congresso dell'Associazione nazionale dei combattenti t st ato tr avag liato da alcune sedute di crisi che pareva· dovessero, dopo l'esordio vibrante e caldo della seduta inaugiu ale, comprometterne gravemente le sorti.
li fenomeno, che p~ò apparire o scuro ai profani, ha invece cause m olto semplici e s i r iass umo n o in una sola : n ell'attegg iament o a volt e ambig uo, a volte dittatorio del CÒmitato centrale .
Gli uomini di questo Comitato volevano fare il « loro >> c o ngresso, 1_100 già il congresso dei combattenti. Volevano che il congresso si svolgesse secondo il loro piano e che prendesse d eds io ni g radite a q uei signo ri. A sentire questi capi, l'Associazione dei combattenti doveva atteggiarsi a verginella che ha paura di tutte le seduzioni.
Questi sig nori pretendevano d i con tinuare a covare la loro creat ura, pretendevano di tenerla chius a in u na serra ben calda e r iparata da tutte le influ enze dell'es terno mo ndo. La loro mentalità, la mentalità del Luzzatto e dei l\tira, co nd uceva a questa tendenza. Vo leva no t e• nere sotto tutela l'Associazione o farn e un lo ro mo nopolio.
Il congresso, dopo le manovre g rossolane e le p astette quas i giolittiane di luned.1, ha capito il giuoco oscuro e per quanto j p artecipanti siano nel loro complesso nuo vi a ques te manovre, hanno v iolentemente reagito e schiacciato l'o pposizio ne del Comitato centrale. Il quale ha dovuto r imangiarsi la sos pensiva camo rristicamente proposta e accettare l'inversione dell'ordine del giorno con la precedenza . alla discussio ne sull'azione politica.
La quale è stata impostata dal relat ore Zavattaro co n un -lucido e dettagliato discorso. Io no n so se lo ·z avattaro sia inscritto a qualche Fascio di Combattimento, ma posso affermare che egli si muove su · un terreno tipicamente fa scista e eh~ in lui si rivela lo sp irito fondamentale e animatore del fascismo.
Il fascis mo è antipartito e come tale no n ha pregiudiziali d i sorta:
Questo fatto ci è stato acremente rinfacciato dai soliti fossili, ma sen7 tite come lo Zavat~aro si esprime quasi con le nostre stesse parole:
« t-Joi sentiamo - egli dice - di aver superato ogni e qu alsiasi pregiudi~ia le monarchica o repubblicana, clericale o anticlericaJe; sentiamo il dovere di ricostituire tutto quello che lii guerra ha sorpassato, ricordando che il problema necessario per l'Italia è l'epuru)one, l'opposizione contro tutte le corruzioni e lutte le camorre e quindi la diffusione di una n uova educazione _politièa e sociale « Per ottenere con me-zzi più semplici il nostro intento, depourmo sulla soglia della nostra Unione tutti i vecchi bagagli politici e, superando le usate pregiudizial i, faremo nostri alcuni grandi problemi di ricostituzione nazionale e, con la d uplice azione di controllo e di sostituzione a poteri e agli organi statali, ne affretteremo là rapida ricostituzione».
Le basi dell'azione politica che i com~attenti dovranno svolgere sono tre.
Primo: Risanamento della vita politica nazionale, che p uò essere fa tto solo dai combattenti che t ornano, dopo quattro anni di g uerra, moralmente sani e purificati dai sacrifici e dalle fatiche spese per.la salvezza del paese.
S t condo: Audaci riforme sociali
Ttrzo: Carattere nazionale, perché la nostra azione deve a\•ere per fine supremo la salute del nostro paese, annegando le ideologie internazionalis tiche, rivelatesi al di foori della realtà politica europea e m ondiale,
Confrontando più da vicino , analiticamente, i postulati elencati dallo Zavattaro e quelli che formano il programma d'azione dei nostri Fasci, s i trova che la loro iden t ità è assoluta, tanto sostanzialmente che formalmente .
I FaSci vogliono le elezioni a smobilitazione compiuta, col nuovo sìs tema dello scrutinio di lìsta e della rappresentanza proporzionale e ques to è il primo punto del ptogramma presentato dal relatore Zavatt ar o all'assemblea nazionale dei combattenti.
N el programma dei Fasci è detto che l 'assemblea nazionale, la quale uscirà dalla grande consultazìone popolare, dovrà all'inizio dei suoi lavori decidere circa la costitu zione del regime e lo Zavattaro, nella s ua relazione, dice testualmente che « il parlamento, cosl eletto, vera espressione della volontà del paese, riprenderà in esame la Carta Costitu zionale del 1821 ».
Noi fascist i andiamo un po' più in là, noi vogliamo il voto alle dorine e la loro eleggibilità, vogliamo abbassata H limite di età p er l'elettora to a 18 anni e per la elegg ibilità a 15.
L'abolizione del Senato è domandata dai fascisti e dai combattent i. Noi vogliamo accanto all'Assemblea nazionale legislativa il Consiglio nazionale dell'ecdnomia e lo Zavattaro accetta q uesto p unto di vista e propone di sostitu ire al Se nato « i Consigli elettivi dc:l lavoro dove siano r appresentate tutte le categorie di produttori e di lavorato ri che costituiscono i legi ttimi valori della moderna civiltà».
Pe r il problema finanziario, fasc isti e combattenti sono ln perfetto accordo. Noi vogliamo un'imposta progressiva straordinaria sul capitale, l a revisione dei contratti per fo rniture di g uerra, la confisca dei sopraprofitti, tasse gravi sulle eredità, confisca dei beni ecclesiastici; e i combattenti, nella relazione di cui ci occup iamo, chiedono come postulato fondamentale << la decimazione immediata del capitale ~uperiore a li re cento mila I).
Anche sul problema militare fasc isti e combattenti procedonç, sullo stesso terreno. Cosi dicasi d ella politica estera e del movimento agrario.
Sulle minori riforme che ve rra nno attuate dalla nuova classe dirigente non v'è discussione. Tutti c o nvengono che la scuola, la b urocrazia, la giustizia so no istituz ioni che devono essere rimesse all'altezza d ei nuovi tempi.
Quando i Fasci, nel!~ loro memo randa adunanza del z 3 marzo, de. linearono il grande programma di agitazione e dl realizzazione non mancarono ·i soliti imbecilli o incoscienti della cor sa al più difficile che ci gabella rono per reazio nari, forse perché nascetnmo con u n voto a nririnunciatario che non ammetteva equivoci.
Ora, dopo pochi mes i di vita , deve essere motivo di grande sodd isfazione per i fascisti italiani constatare questa coinc idenza fra il prog ramma d ei Fasci e il prog ramma prospettato a i combattenti per b loro azione politica.
La relazione Zavattaro, salvo inevitabili modificazioni di dettaglio , diventerà la parola d'o rdine dei combattenti italiani. I fascist i sono in b uona compag nia e , ci sia o no intesa forma le o contatto acca. sionale, poco importa, L'essemdale è il prog ra mma comune, animato dalle stesse idee eminentemente costruttrici e antÌ·pregiudiziaiole.
G li applausi e i c onsen si che hanno accolto la relazio ne d ello Zavattaro sono sintomatici ed elo quentissimi. In questi giorni una nuova, immensa forza morale e numerica prende posizione nel campo della politica nazionale. Si vedrà fra qualche tempo l'importani..a d i questo avvenimento. Se i combattenti lo vogliono, es si possono determi· nare i futuri d estini della Nazione.
M USSOLCNI
Da li Po/10 /o d ' Italia, N . 172, 21 g iusno 1919, VI.
Gli Inizi
(Per telefono dal nostro Direi/ore)
ROMA, 26 notii .
I fogli neo-ufficiosi ci pregano di attendere, prima di c o ndannare senza appello il nuovo M inistero, il discorso prog ramma che Nitti terrà alla riapertura del Parlamento.
Gli iniziati neo-ufficiosi assicuran o che sarà un discorsissimo; ma noi ncJl'attcsa di questo prodigio ci rHiutiamo di accettare il consiglio dilatorio
Prima di tutto, quando si riaprirà la Camera? La data -è i ncerta, Chi dice il 3, chi il 4, chi il 9 di luglio. L'on. Nitti ebbe fretta d i combinare il « suo )> Ministero, ma non ha altrettanta fretta per esporre 1e sue idee. Ora, i primi atti, le prime gesta del nuovo Ministero giustificano pienamente i dubbi e le ostilità.
Si tratta di provvedimenti che alla superficie sembrano di indo le amministrativa, mentre sono squis itamente politici. Provvedimento politico è quello che si è preso contro il prefetto di Roma, reo, se• condo i giolìttiani e l'A vanti /, dì non aver saputo impedire l'insurrezioÌ,e popolare grandiosa e radiosa del maggio 1915.
La nomina del comm. Quaranta a c:-tpo della pubblica sirorezza è un altro gesto di camorra. Non sono certamente atte ndi bili le voci che cir colano in Roma circa i propositi dell'on. Nitti, ma fin da questo momento si può fissare la direzio ne generale della sua politica all'estero e all'interno.
Il discorso pronunciato dall'on. Tittoni non è rinunciatario e si d eve presumere quindi che la tesi del Governo Nitti sia questa: Patto di Londra più Fiume italiana. Ma, poiché il raggiungimento d i questo obiettivo appare assai d ifficile d opo le interminabili cd inutili serie degli antecedenti negoziati, Nitti avrà il coraggio, ad un dato i:nomento , che verrà, di proclamare l'annessione delle tcrce asscgoatèci dal Patto di Londra ed accettare l'annessione di Fiume all'Italia? Ne dubitiamo· fortemente. In caso negativo si appalesercbbc il trucco e l'insincerità . dell' attuale atteggiamento antirinunciatario.
N o n perché N itti pensì o voglia · riso lvere il problema dell'anoes- sione, ma perché occorreva placare e deviare l'oppos izione della corrente nazionale, g li attuali antir inunciatari n on ebbero che un espe diente demagogico p er varare il Ministero.
Nella politica interna la tendenza dd l' o n Nitti è quella della riconciliazione con gli elementi dd socialismo ufficiale. La fr ase « combatt eremo i combattenti » è proprio un'invenzione, o no n è stata invece re almente pronunciata dal signo r ministro Visocchi, il quale poi si è affrettato a smentirla ?
Alcune agenzie più o meno u ffici ose preannunciano misure contro gli arditi e con tro l'attività d ei c o mbattenti in genere. La cosa non può srupire p ensando che il congresso dei combattenti è stato fieramente antinittiano.
Po iché l'on. Nitti non può b landire i suo i avversari , p uò essere tentato di reprimerli so ltanto. La faccen da non è cos l fac ile come può averla data ad intendere il comm. Qu1ranta, capo della pubb lica sicurezza .
Gli arditi smobilitati sono cittadin i come gli altri e o g ni misura .. contro di essi scatenerebbe tempeste for midabili che il i:ubicOndo paffutello Nitti ha tutto l'interesse politico e per sonale di evitar e.
Non si può fac merito all'on. N itti per l'a nnunciata abolizione della censura. Qualunque altro Ministero avrebbe cominciato col decreta re la morte di ques to anac ronismo che no n ha più rag io ne dì essere, quantunque l'Italia sia anc o ra in re gime di armistizio.
.Anche un Governo r eazionario, dato che sia possibile cost ituire un G overno reazionario, se non pescando tutti i ministri fra j socialisti ufficiali, avrebbe abolito la censura sui giornali.
La censura è la soppress ione della libertà di stampa, è un pri vilegio che tocèa ai cittadini che vivono, no n lavorano e muo io no ne lla repubblica dei Sovièts. Ben v enga, dunque, l' abo lizione della censura, e q uesto grido ben sincero in noi che fummo particolarmente prediletti dalle forbici ccnsoc ie Ma non si brucino pe r ques to ovvio provvedime nto pochi grani d'incenso all'on. Nitti, al quale si presenta l'occasione di seppelli re un cadavere, semplicemente I
Nitti andrà incontro ai socialisti ufficiali, specialmente nei riguardi dei combatte nti.
Sulla n ecessità di affrettare la smobilitazione, specialmente . delle classi dal 1889 al 1899, no n abbiamo niente da dire noi che tale s~obilitazione abbiamo invocato per mesi e mes i. Non ci o ppo niamo alla elargizio ne di una larga amnistia che non comprenda i disertori in faccia al nemico e q uelli recidivi all' interno o colpevo li di reati comuni.
Attorno a queste misure, che gli ufficios i del Ministero Nitti preannunciano, non ci può e ssere opposizione, ma lo spirito che le detta è pericoloso, è tipicamente giolitt iano. Tutto ciò sa rà fatto allo scopo di placare i socialisti ufficiali; tutto ciò rientra n el progetto di « de ~ pressione >> delle correnti nazionali ed avverse al pussismo.
L'on. Nitti è conseguente ai suoi precedenti. Non voleva la guerra: non simpatizza per chi ha fatto la g uerra. Gli uomini d ella guerra sono cordialmente antipatici a questo arrivato parlamentare, a questo panciuto cattedratico.
E la riforma elettorale? Non ne sarà nulla, in primo luogo perché egli non appartiene ai sos tenitori convinti della riforma; in secondo luogo perché i suoi amici socialisù ufficiali ~n ci tengono affatto, salvo la frazione Turati che non conta più nulla davanti al socialismo delle masse tesserate. Il socialismo se ne infischia dello scru tinio di lista e della rappresentanza proporzionale. Questo è anco ra un modo di votazione democratica. Infatti, mentre il bolscevismo limita l'elettorato e l'eleggibilità soltanto agli oper ai ed ai contadini, la tribù giolitt iana è contraria a lla rifocma.
L'o~. Nitti a ll'ultimo mon:iento troverà un mezzo più o meno elega nte per rinviare la dforma, e le venture elezioni si faranno, se si faranno, con il vecchio sistema.
Dopo questo rapido esame della situazione ministeriale, n oi non mutiamo di una linea il nos crç> punto di vista. Siamo all'opposizione e ci r esteremo perché, Nitti o n o n Nitti, la crisi rimane e non si risolve n ell'àmbito chiuso e mefitico di r-.fontecitorio. MUSSOLINI
Da Il Popolo d'I111lia, N. 174, 27 g iugno 19 19, V1.