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LA LEZIONE MAGIARA

~- C'è negli odierni avvenimenti ungheresi una lezione che non dovrebbe ·andare perdrita per quei pochi socialisti ltaliaoi che sono ancora in buona fede e per tutti gli o perai che hanno qualche capacità di raziocinio. La lezio ne scaturisce da questa constatazione : la Repubblica: ungherese dei Consigli ha fatto e sta facendo la guer~. Ha esordito fa cendo la guerra. Non ha ind ietreggiato dinanzi alla necessità della guerra e avviatasi sulla strada dei cimenti guerreschi, si è condotta alla moda antica e cioè ha organizzato un esercito, lo ha sottoposto a una ferrea disciplina, lo ha consegnato a uno stato maggiore di tecnici della guerra presieduto da un generalissimo che c ombatté sulla fronte italiana, lo ha d o tato di tutti g li orribili arnesi di morte coi quali si fa la g uerra. Niente di più grottesco del 'giornale pussista di via S. Damiano, che si esalta « per le strepitose vittorie ungheresi». che ripoita i bollettini di guerra, nei guaii si parla di un « nemico » che « batte in ritiiata )), dimenticando, il giornale pussisu, le s~e piegiudiziali assolute anti-gueIIesche per tutti i tempi, per tutti i luoghi, per tutte le cause e p er tutti gli scopi e il suo noioso, monotono, animalesco (< abbasso la guerra I>), in sé e per sé, sotto la specie dell'eternità. Iticordiamo. Bela Kun riceve il poter(! nelle strabilianti condi,doni a tutti noce, A un dato momento, t ra l'aprile e il maggfo, t re eserciti nemici si scagliano contro l'Ungheria e minacciano Budapest. Il nuovo regime attraversa ore di crisi agonica. Dinanzi all'invasione in atto, i comunisti ungheresi non avevano che due decisiòni da prendere, Es si potevano mettersi sulla linea tolstoiana della non-resistenza; dlte, ·come i somari idioti, nefandi e antisocialisti del pussismo italiano dicevano: ben vengano i romeni, i boemi, i serbi I Perché i proletari magiari dovrebbero mettersi nuovamente nella circostanza di accoppare i fratelli proletari di Boemia, Romania, Serbia? La colpa non è di questi ultimi proletari, La colpa è del sistema o del padre eterno Abbasso la guerra I 11 comunismo aborre da qualsiasi effusione di sangue. Noi - potevano concludere i sovietisti unghecesi - noi · piuttosto che rip rendere la detestabile guerra, l'immane macello, ci assoggettiamo all'invasione, nella speranza ·che i proletari-soldati di Boemia, Romania e Serb ia si «convertano» al contatto col nostro mondo e . nell'at tesa che i proletariat i ~i quelle naziorù facciano la rivo luzione e si mettano a l n os tro li vello. Invece che distri buire p iombo infuocato, diffonderemo dei volantini di propaganda. L'essenziale è 1a pace, a qualunque costo. Per dei socialisti che si siano fossilizzati nell'antitesi categorica, perenne, insanabile fra sot;iaHsmo e g uerra, non è ammissibile altro ragionamento. I ·« pussisti italiani » incretiniti, imbastarditi, idiotizzati irreparabilmente dalla loro propagan da antiguerresca ab ase soprattutto di vellicamento degli istint i fisici é: primordiali del panciafichismo, direbbero, le cas échranf: «Ben vengano i croati a Fiume e anche a :Milano: l'essenziale è di non combattere, fo ndamentale è di salvare il lardo delle epe rot onde per le evenienze fu ture».

I com:.inisti ungheresi. posti a scegliere fra l'invaso re e la guerra, hanno scelto - orrore l - I~ guerra; hanno· mandato i loro proletari-soldati ad accoppare altri soldati proletari e le « vitto rie strepitose>'> che il g iornale pus sista annuncia in prima pagina, nori sono cartacee: sono il frutto di fieri combattimenti, durante i quali non si sono tenuti discorsi, ma si sono messi in azione mitragliatrici, fucili, cannoni. Dietro a quelle vittorie « strepitose>), c'è, come nelle vittorie di tutti i tempi, di tutti i paesi e di tutti gli eserciti, fetto e sangue e i l triste corteo dei mòrti, dei feriti, degli stroncati, delle madri, delle vedove, d egli orfani. I comunisti ungheresi hanno spezzato l'antitesi fra socialismo e guerra: qµando si ttatta di difendere la patria che ha instaurato un regime socialista, la guerra è- santa. La g uerra, diciamo. Se, o ggi, la Repubblica dei Consigli appare vitale, non è solt!i.nto perché ha evHato le stragi interne compiute dai « carnefici bolscevichi >) di Russia, ma perché ha avuto il coraggio di fare la guern; si è rifi utata d i essere v ile, non ha tremato , co me fa nno gli aposto li del pussismo italiano, dinanzi alla eventualità, triste ma fatale, di versare del sangue. I comunisti ungheresi hanno co mpreso. che se no n si decidevano ad arres tare - col ferro e col fu oco - l'avanzata dei fratelli pro le tari di Boemia, R omania , Serbia, ì S ovièts saltavano, perché dietro gli eserciti invaso ri, sarebbero calati gli emig rati delle CoblCme danubiane, e chissà, se e quando, sarebbe scoppiata la rivoluzio ne livellatrice in tutte le nazioni in regime di Sovìèti . Di più.

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La Repubblica ungherese dei Consigli intraprendendo la g uerra vittoriosa che ha riportato l'Ungheria alle sue vecchie frontiere;si è con• ciliata la simpatia degli elementi nazionali e patriottici, che vedono, attraverso i l nuovo regime, il trionfo delle loro as pirazio ni, E ancora.

La vittorfa della nuova Repubblica può avere ripercussioni negli Stati limitr~fi. M a per ottenere tutto ciò, inchiodate'velo bene in testa, sig nori del Plll e del proletariato, è stato neces sario fa re la g uerra, uccidere e farsi uccidere, versare del sangue umano

Ci volgiamo ai ciarlatani del pussismo italiano e diciamo loro che i casi sono due : o i socialisti italiani sono contrari a tutte le g uerre come emerse dal loro grido durante quattro anni di « abbasso la guerra I )> e allora non hanno diritto di scaldarsi per la guerra e le «vittorie» militari unghe r esi; o sì decidono a distinguere fra guerra e guerra e allora rinnegano in pieno tutta la loro propaganda che condannava tutte le guerre passate, presenti, future; dinastiche, religiose, nazi.anali, socialiste.

C'è dunque una « guerra socialista» o, in altri termini; esiste anche in regime socialista la possibilità della guerra, Niente di più stolto di credere che il socialismo segni la fine della guerra. Qualcuno ha delle idee singolari in proposito. C'è chi pensa che se si realizzerà runità europea attraverso la g uerra delle nazioni in regime capitalista, potrebbe, in regime socialista, realizzarsi l'Unità del mondo, attraverso la gu e rra dei continenti. Supponete che domani ci sia un'Europa so~ cialista e supponete una minaccia che parta dalle enormi masse umane del mondo giallo ancora arretrate....

Questo discorso è [>Crfcttamente inutile. I proletari non leggono e i pussisti sono in malafede.

MUSSOLINI

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