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UNl\'ERSALE ILLUSIONE ?
I socialisti cosidetti ufficiali hanno il diritto di ghignare come ghignano da parecchi giorni sul fallimento della guerra democratica ? Hanno o non hanno il diritto di spargere il sale della lo ro facile e banale ironia sulle rovine delle illusioni che fiorirono un giorno att o rno alla guerra e alla vittoria ? Diciamo subito: no. E lo dimos treremo fra poco. Ma prima vogliamo fissare tutto il grottesco dd loro atteggiamento. Il sociali sta ufficiale non è uomo. È qualche cosa di più. Non si presume dio, ma quasi Egli non partecipa della nostra umana n atura. No. È d i un'altra pasta, di un'altra arg ill a, di un 'altn anima. Munito di una tesse ra e balbettando le formule più o meno stravaganti di una vecchia d o ttrina smantelfata in molte -delle sue p:mi dalla successiva esperienza storica, il socialista ufficiale prevede tutto e tutto onnivede. È saggissimo I Sapientissimo! Non ci sono misteri, per lui, in questa complicata vicenda che è la storia di noi piccoli uomini sul nostro piccolo tOrmentato pianeta. Tutto è chiaro alla mente di un socialista ufficiale. Anche quel che verrà. Egli non h:i illusioni. Prevedeva nel 191 4, quel che sarebbe avvenuto nd 1919.... Noi eravamo degli illusi alla caccia di fantasiose chimere nel 191, , ma gli ~< uomini, perfetti >> del socia li smo uflicialc, no. Sapevano. Amicip:wano.
E oggi, ridono e sogghi gnano: (< Ve l'avevamo detto, n o I».
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Ebbene, bisogna sventare 'JUcsta speculaz ione, non tanto per impedire una nuova .fantastica imbo tt itura di crani debitamente proletari, quanto per ev ita re un oltraggio troppo inc.legno alla vcrit:\ documentata e do cumentabile. I socialisti ufficiali che ballano oggi il loro trescone carnovalcsco nella quaresima triste del la nazione - sarebbe stato in finitamente più triste (< nell'altro caso I» - fanno un t roppo sfacciato asscgryamento sulla nostra labil ità di memoria. Ma se in tanta mole di eventi, la memoria fallisce, ci sono i documenti che la rinfrescano . Ora dai documenti risulta che se illus ione vi fu, essa illu sione fu d iffusa e nutrita anche dai socialisti u fficia li, da 'luasi tutti i socialisti ufficia li, Che ci siano oggi dei << Maùdalcni pentiti >) significa appunto che qualche « pecca to)) ci fu No n era vittima di questa illusione l'avv Alce ste della Seta, quando nel famoso colloquio col Sudckum dichia rava di « compiangere cd onorare il Belgio d is trutto e di seguire u epidante le sorti della Francia?» Oh il senno del poi I 1fa nel 19 14 l'il/111;one faceva strage nel Partito Socialista Ufficiale Non ci risulta che il signor Pagnacca, il saggissimo, pensasse allora quel che affer ma oggi, che cioè la guerra non era « che un grande affare capitalistico )). Questa « riduzione )> a un solo « dato » di un fenome no cosl complesso, è di una imbecillità massiccia. Ma sta di fatto che il Partito Socialista Ufficiale, nel 1914, era di tutt'alt ro avviso, vedeva in tutt'altro modo la guerra. Dal punto di vis ta della responsabilità nello scat enamento del conflitto, l'unanimi tà esisteva nel P artito. Ammoniva il G. P. S. in un suo ordine del g io rno che « nessun patto segreto d i coronati potrebbe tt'llscinare il proletariato ad impugnare le a r mi al servizio dell'Alleata per sopraffare un pop olo libero)>. La Direzione del Panito nel manifesto del ~o lug lio p roclamava che t< le co rrenti reazion arie e militaresche dell'Impero austro-ungarico si son o scatenate contro l'ind ipe ndenza della nazio nalità ser ba ». Ne l conveg no i mp o r tantissimo del 3 agosto. presenti i delegati d el la Direzione del Partit o, del Gruppo Parlamentare, della Confederazio ne Genera le del Lavoro, dcll'U.S.I., della f ederazione lavoratori del mare, de i p orti, delle ferro vie, d ella terra, si dichiara va di essere disposti « a ricorrere a tutti i mezzi. anche allo sc iopero ~cncralc, onde impedire l'inte r vento che corra in aiu to ai due Imperi formanti p ac te della Triplice, e ciò non per avversione di razza o per sentimento irredentista, ma per b. brutale agg ress ione compiuta dall'Austria-Ung heria spalleggiata dalla G erm ania )). È chiaro ? Determinazio ne precisa delle re sponsab ilit:\, quindi v alu tazione del conflitto in senso a nti-gc rma nìco. Se illusione è stata quella di credere nella (<giusti zia» della g uerra, di tale illusione, lo ripetiamo, sono st ati lu s ingati, durante quattro anni, molt issimi dei tesserati d el Pus L'on Cavallatì se n e va alla gu erra, v o lontariamente, il bonzo Morgari (<invid ia» chi può andarv i, infinit i altri, con atti, d iscorsi, scritt i s i accostano alla nostra tesi illuSionistica. Si potrebbero riempire colonne e colo nne di document i e sarebbe, a lla fine, noioso, Rima ndiamo i n ostri letto ri al volume di Paoloni di sempre palpitantissima attualità: / mdel:.umiz.zal i del 1ociali!mo, !'I-fa non possia mo a meno di ripo rtare un documento recentissimo, che dimostra coròe qual-· mente le nostre « illusio ni )) foss ero anche le « loro )) e che quindi ess i no n hanno nessu n diritto d i ass umere << p ose » di superiorità profetica. All'indomani della v itto ria decis iva del Piave - ed erano p assati o ra mai ben quattro anni dai tempest0si giorni dell'agosto 1914 Iecco in qual modo si esprimeva la G iunta socialis ta della più g rande città d'Ital ia : 1\.·1ilano. Udite come vengon o esalta ti i r isultati della g~erra . Pagnacca ci vede , ogg i, nient' altro che un grosso affare, ma i suoi compagrù .della Giunta socialista, non sconfessati dagli altri Genosmt, in. cotal guisa parlavano dalle cantonate milanesi:
«Cir,dhfi!
« La ferma austerità con la quale· accettammo il dovere e !"asprezza della prova più dura, rorgoglio di non avcr dubitato dd no5tro popolo e d ei nostri solda ti nell'ora della !>ventura, ci consentono di esultare con voi, con aperto cuore per la vittoria che conquista fa pace e rivendica il àiritro.
« Pl!1' la prima volra nella storia oggi la vittoria non s igni fica la sopraffazione di un popolo ~apra un altro popolo vinto, ma la liberazione di t11tte l e ger,ti già schiacciate d.t una torbida prepotenza, che vedono nei vincitori dei fratelli e si prepa rano a consacra.re con essi 1:1 f,aJernità delle n,r:.ioni.
« J popoli si avviano verso una più alta civiltà d.l quC"S t'ora Ji esull.lnza : noi vi tendiamo l'anima e r opera per aft'rctb re l'a vve11im ento delle nu ove giu;tizie ».
Guardate come ballano in questo documento ufficiale del socia. lismo milanese Je parole sulle quali, oggi, si sputa a scopo elettorale dalle colonne del giornale di Pagnacca: diritto, liberazione delle genti , fraternità delle nazioni, avvenimento del le nuove giustizie.... L' jllu. sione era dunque (< t enace >) se essa cantava ancora dall'ugola dei so. cialisti ufficiali nell'otto bre del 1918, dopo cinque anni di prove.
Illusio ne comu ne, dunque, a tutti, compresa la quasi tot alitl. dei socialisti ufficiali. Ma, adesso, domandiamo: sono proprio i socialisti u fficiali i più indicati a proclamare il fall imento della guerra? Non hanno essi ottenuto dall a guerra tutto quello che non prevedevano ? Non ci ri petono sino alla sazietà che la guerra, accele rando il p rocesso di decomposizi one del regi me capitalista, ha a/frettato l'avvento dell'cL\ social ista? Se noi e i socialisti a d iverse sfumature interventisti, ci siamo' ingannati circa l'ep ilogo della g uerra, non si sono ingannati anche g li estremisti del neutralismo sociali sta? Le loro previsio ni sono s tate smentite clamorosamente dai fat t i. Difatti , "essi prevedevano:
• o la v ittoria della Germania o la partita p a tta e, in ogni caso, prc \•cdc· vano che <( l'enorme affare capitalista » avrebbe asservito il prolcta• riato. E invece il prole tariato va, con movimento più o meno rapido, affrancandosi ovunque da tutte le catene Anche voi,~anche voi n on s iete inf allibili, n elle vost re prevision i, o padretern i del soc ialismo pro(css ionaliz.zato I -
Quanto a noi, dobbiamo veramente batterci il petto e dichiarare che Ja nostra certezza non fu che illusione mendace ? No .
Bisogna considerare il problema sotto l'altro aspetto, e domandiamoci: se fossimo andati coi tedeschi, la nostra situazione e la situazione generale del mondo, sarebbero, oggi, migliori, o non sarebbero, invece, a detta degli stessi social isti tedeschi, infinitamente peggioti ? Ci sarebbe più o meno libertà? Maggiori o minori possibilità di giustizia? E ancor:.t.: poteva l'Italia rimanere eternamente neutrale? Basta porsi queste d omande per convince rsi che la vittoria dell'Intesa, anche se non realizza, nella sua essenza pura e eterna, l'ideale del diritto assoluto, rappresenta sempre il meno pegg io. Il più nero dei pessimisti si rifiuta di prospettare le conseguenze dì una vittoria degli Imperi Centrali, Certo, il castello incant ato delle ideologie sbocciate accanto alla guerra, ha ricevuto fieri colpi dalla realtà. Ma questo è umano cd eterno. La stessa ideologia socialista, cade sotto l'impero di questa necessità. Non sono dunque i socialisti gli apostoli che andavano predicando il disarmo universale, la pace perpetua fra i popoli, l'abolizione degli eserciti e <li qualsiasi arma? Ma ecco uno sc rittore socialista, che sulle co lonne llello stesso Àl'anlì I strappa i veli dcli '(( id eologia radiosa » d ella pace perpetua e dichiara che nelle « contingenze della vita vissuta, all'inizio della faticosa opera, sorgo no le d ifficoltà da superare, nuov i impreveduti ostacoli s'intraved ono, si misu ra tutta l'a spra v ia da percorrere, se ne cont ano le t:tppe e perciò realisticamente si apprestano i mezzi necessa.ri a conseguire la mèta... )l , Q uesto scrittore socialist:1 salta dall'ideo log ia radiosa della pace perpetua e del disarmo univers ale, a prospettare la neces sità che i proletari si occupino di <( fo rza armata », in altri term ini si o ccupino dell'esercito e del militarismo prolctatio.
Anche qui cadono le vecchie illusioni. Ma la vita degli individui e dei p o poli, tut ta jn questo ritmo. Dagli avvenimenti straordinari gli uomini sperano conseguenze straordinarie. La delusione non fa che accendere la lampada di una nuova illusione. Sono i miraggi degli orizzonti lo ntani quelli che danno la forza di camminare verso l'irraggiungibile mtta.