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LA FAVOLA

La polemica fra l'Unione italiana del lavoro, la Confederazione generale francese e il Partita Socialista Francese è uno degli episodi che non devono essere relegat i fra i diversi fatti della cronaca internazionale.

Fra qualche tempo si potrebbe conferire a questi documenti l'attrib uto e il valore della storicità .

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I precedenti della p olemica sono noti. All'ind o mani del messaggio wilsoniano la Confadmition géntra!t du Jravail fece espli cito e caloroso atto di solidarietà coll'anti-itaUana fi lippica del presidente che ci negava e ci nega tuttora la italianissima Fiume. Nello stesso tempo put iva dalla Fra ncia e dall'Inghilterra un invito ai proletari italiani pe rché insorgessero contro l'imper iali smo ita lia no. Come sia stato accolto l'invito, è noto. Le organizz:izioni operaie italiane, tanto le sindacaliste come le socialiste, si rifiutaro no di abb occare all'amo wilsoniano. Il fatto è interessantiss im o Il proletariato italiano si metteva p:r b prima volta e in forma esplicita s u l terreno naziomlc. Questo e ven to no n è stato appre zza to e - nel se nso buono della parola - sfruttato dal Governo, come si pote va e doveva. li séguito della polem ica non ha per duto d'importanza e d'interesse . Osservate con qu:i. nto « nobile candore )> la Co1ifedtrnlio11 gl11tralt d11 l r,wail ignora 1< l'i mperialismo>) d i Pich o n.

Il povero J ouhaux è « in attesa di avere ìn mano g li clement i pr~c is i p er protestare ne l modo più energico contro tutti g li impe rial is m i ». Jouh:mx attende e deve, nell'attesa, aver chiuso vo lontar iamente occhi ed orecchi _per non vedere quella realtà che brucia gli occhi e non sentire i . discorsi ultraimperialisti dei "ministri della repubblica. Elementi precisi ? Povero Jouhaux I Il bacino della Sacre aggiudicato alla Francia, sebbene. non vi si tro vi n emmeno un francese a pagarlo un occhio, non è dunque un ele me nto ab bas ta~za « preciso n p ec scuoter e i confederali di fr;1.ncia? E il r eg ime della riv.1 s inis tra dd Rc nn? E la questione delle co lonie t edesche? Quand'è. che il nostro caro amìco J ouhaux si deciderà ad avver tire la trave nel proprio occhio dal momento che trova modo di scorge re la sottile p1gliuzza n:::ll'occhio d ella (( s ore lla latina » ?

La realtà è che né in Francia, né in I nghilterra si è scatenata quella campagna anù-imperialistica i:,eJla quale si sono specializzati, ai danni unicamente dell'Italia e a vantaggio esclusivo degli altri imperialismi, co mpreso quello croato, tro{)pi uomini della cattedra e del g iornalismo, in Italia. Ci sono state in Francia e in Inghilterra delle declamazioni più per contentare i:l galleria estremista che per influire decisamente sulla condo tta dei Governi, ma azione vera e propria, no. N on risulta che l'ex-ministro Asquith si sia presentato in qualche grande teatro londinese per sabotare la pace b ritannica. L'unica manifestazione antiimperialistica di quei tartufi di laburisti inglesi è stato il telegramma a Turati.

Dopo tutto ciò, come fa bene di leggere in · un d ocumento op~aio che « l'imperialis mo italiano non es is te 1)) E sl che i proletari sono piuttosto inclini a vedere l'imrerialismo anche laddove di imperialismo non c'è che l'ombra; ma il caso dell'Italia è cosi li mpido che s'impone a tu tti, nella su:i evid enza cristallina.

L'i111perialù11,o iJalim,o no11 uisle I Non è mai esistito. :i:: un fant occio / che fu creato da alcuriì cc lavo ratori del lo straniero )> per aìutarè l'imperialismo degl i altri. Non esisteva l'imperialismo italiano nemmeno ìn gennaio, quando, dietro una m is teriosa parola d'ordine, si scatenò la famigcrlta camplgna dei rinunciatari. Quando si torna col pensier o a quei gio rni nefasti, un profondo senso di umiliazio ne ci afferra. Vi fu un momento i n cui al mondo intero fu offerto il più triste degli spettacoli: jtaliani che sputavano sull 'Itali:,., vituperando la come im• perialis ta affamata di territori, violatrice dell'altrui diritto e dell'altrui libertà . Mentre g li e< altri» allungavano le mani per cons u mare - anche ai danni nostr i - la grande rapina mondiale, i man utengoli di q ues ta rapina imper ve rsav ano in lt::i.l ia, convergendo sulla nazione, che fece e ha fatto ancora u na volta la cairoliana po litica delle « mani ne tte », tutta l'onta de lla dis istima internazionale. Noi g ridavamo in quei g iorni che l'i mperialismo italia no era una favola, che il solo torto Jell'imperiali smo itali:mo era q uello se mai di non esistere.

Contro <li no i si volsero le ire impotenti e le banali contumelie, ma oggi un documento ufficiale <l i u na g rande organizzazione operai.a. dà il sugge llo tardivo, ma sempre signific::i.ti vo, alla nostra campagna e afferma che l'imperialismo italiano non esiste. Ciò che esiste è un'Italia che ha fatto la guerra con assoluto idealis mo, che con altretta nto idealismo si è accinta alla pace; u n'Italia che ha creduto nella Società delle Nazioni, il cui progetto è u scito appunto dal cèrcb ro dei nostri eminenti giureconsulti..., un'Italia che - a proposito della co ntestata D almazia - era ed pronta a tutte le t ransazioni che il temperamento accomodante di un grande avvocato sa escogitare Già. Annettere larvatamente il bacj no tedeschissimo della Sarc~ non è imperialismo; ma accogli ere l'an nessione di Fiume, è -per j nostri amiconi di Parig i e. di Londra - il più obbro brioso, il più prussiano delitto cli i mperialismo. E se l'Italia vorrà macchia rsi di tale Je1itto , o rdine radioteleg rafico sarà dato ai bastimenti carichi di g rano diretti a Genova, perché approdino a :Marsiglia.

D a li P opolo d'!Jalia, N. 126, 10 maggio 1919, VI.

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