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DISCORSO DA ASCOLTARE
Questo discorso è diret to agli operai, Parliamo schietto. Senza finzioni. Se nza adulazioni. Cosl come la cosc ienza ci detta, E., oggi, di moda « ad ulare » le masse lavoratrici e precisamente quelle che lavorano manualmente. Noi ci ri fi utiamo di seguire questa moda cortigianesca. Preferiamo celebrare i l lavoro in tutte le sue manifestazioni, dalle più eccelse alle più modeste; da quelle che trasformano la rozza materia a quelle che esprimono i moti profondi dello spirito. Ado riamo il lavoro che dà la bellezza e l'armonìa alla vita, non solo quello che aumenta Ja possibilità del nostro benessere materiale. Ciò premesso, noi parliamo da « amici >> agli ope rai. Amici che non chiedono nulla. Assolutamente nulla Come amici disinteressat i, noi diciamo agli ope rai italiani che ess i stanno per cedere sotto una. nuova tirannia, che, oltre ad essere spietata, è ridicol:i: alludiamo alta tirannia del Partito Soci:1.ljsta.
Quando no i meditiamo su quello che accade, ci sentiamo umiliati. Le m:isse ope raie sono alla mercé di una cbsse politica cosiddetta socialista, che vuole semplicemente sostituirsi, per via dell'afsitllt 1111 bmrrt, alla classe politica cosiddetta borghese. Questo crucco volgare h i un noine sonante : si chiama dittatura del proletariato. Ci stupisce che le teste pensanti della Confederazione Generale del Lavoro, che non possono non aver avvertito il fenomeno, lo accettino pass ivamente, anche nelle sue disastrose conseguenze. La ve rità è che i 600 mila organizzati della Confederazione Generale del Lavoro d ipendono - come tanti schiavi - da venti o trentamila u omini che si chiamano socialisti. Costoro (< giocano )) le masse operaie senza consultarle mai. La condotta del Partito nei rapporti del proletariato è squisitamente autocratica, assolutista, imperialista, borg/uu. C'è un elemento di g rottesco, che si delinea plasticamente. Chi sono questi cosiddetti soc ialisti che la fanno da pastori del gregge? Perché presumono essi, cd essi soli, di essere g li intcrpceti genuini, i rappresentanti autentici della massa lavoratrice: e quali titoli di sapienza, di saggezza, di virtù possono vantare in confro nto del tes to d egli umili mortali ? D ov'è il diritto e la ragione: della loro dittatura? Non nel loro cervello, che in media no n supera di capacità quello degli altri; non nel loro cuore, che non può contenere più h11111anita.r di quanto non ne contengano gli altri innumerevoli d elle innumerevoli creature umane: il titolo della loro dittatura è un semplice cartoncino che si chiama tessera e che l'ultimo idiota, pazzo, fannullone, parassita, borg hese di questo mondo può procurarsi inscrivendosi n el Partito e pagando la tenue moneta di u na lira. li «partito» è un fatto estraneo al movimento operaio . Nessuno gli contesta l'esercizio del potere sui suoi inscritti; ma è cretino e cri• minoso permettergli l'esercizio e l':i.buso dd potere su l prolet:i.riato Che il Pus decida il fi nimo ndo , è affare che lo riguarda, ma che d ecida in assenza del proletariato e contro il prolet ariato, arrogandosi poi il diritto d'imperio su l proletariato stesso, è spettacolo « reazionario» e autocratico che deve '1nire. È tempo di stabilire nelle organizzazioni un regime di vera democrazia. t tempo di dire che pcima di inscenare qualsiasi movimento economico e politico, gli operai devono essere interpellati. È tempo d.i dire che gli operai non sono fantocci privi di capac ità ragionante, come li ritiene il Partito Socialista, dal momento che si (( sostituisce» continuamente a loro senza interrog:uli mai.
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Quando un signore qualunque è munito di quella tessera, da un giorno o da un mezzo secolo, ed è fo regola colle marchette, egli cessa issofatto di appartenere alla po"."cra · nostra comune umanità : d iventa un prescelto, un eletto, un veggent e, un apostolo, un santo, un dio: tutte le sapienze, tutte le virt ù, tutti gli eroi smi gli appartengono Quello che dice, decide, fa o non fa, rappresenta sempre il maxinmn, della saggezza: il cartoncino d ella tessera ha un magico potere per cui gli imbecilli diventano geni, i conigli leoni e la massa operaia deve ubbidire, ciecamente ubbidire, a ciò che v iene stabilito da un si ned rio di uomini, che non hanno mai lavorato e non lavorera nno mai , perché hanno trovato nel « socialismo » il loro mestiere, il loro pane, la l oro soddisfazione, come altri tro va il pane e il resto in una · scuola, in un ufficio, in un camp o o in una officina. C'è u na nuova div~nità nel mondo: b. tessera. E come tutte le divinit:ì anche questa richiede non solo incensi, ma sacri fici; non solo preci, ma sangue.- I proletari vogliono o non vogliono accorgersi che sono a nco ra incatenati e che da una schiavitù passano a un'altra schiavitù? Gli operai che sono degni dell'aggettivo· «coscienti >> devono insorgere contro il rinnovato strazio eh:: si fa della l oro volontà, del loro benessere, della lo ro vita.
Amici operai1 i in questione la vostra dignità e la vostra libertJ. Provvedete! ln1orgt1t! Prin,a che la tirannia roua vi abbia !(hiaffiati
Un discorso di questo genere, nel quale intimamente consentono - ne siamo sicuri - i dirigenti confedecaU, è destinato a provocare le solite accuse. Certi atteggiamenti fan .ricordare il <( Volete la s1lute? Bevete etc.». Volete ((passare)> da rivoluzionari? Provvedetevi di una tesser:i. Ma noi, che siamo e rimarremo sprovvisti di tes~ sera, siamo cosl poco «reazionari» che accettiamo quasi tutti i postulati del manifesto confederale del Primo Maggio, manifesto che dà all'anima u na sensazione di luce e di forza, mentre quello della Direzione del Partito d:l un senso di buio, d'impotenza e di disperazione. La trasformazione del Parlamento e l'introduzione della rappresentanza integrale, è nel prog ramma dei Fasci.
Sempre nel programma d ei Fasci è la immedi ata applicazione di una legge che sanzioni la conquista proletaria delle otto o re; la modificazione del decreto-legge pc.r le pe nsioni d'i nvalidità e vecchiaia riducendo .il limite di età a n anni per gli uomini e so per le d onne; l'immediato apprestamcn.to dei decreti-legge per le assicurazioni obbligatorie di malattia e di disoccup12ione; un' jmposta fortemente progressiva sul capitale; l'attuazione dei conclamati provvedimenti atti a lenire e miglio. rare le condizio ni dei mutilati e invalidi di guerra e a risolvere il problema delle abitazioni.
Facciamo le nostre riserve s u alcuni p os tul ati politici. PrescÌn· dendo da ciò, ci troviamo di fronte a un prog ramma di realizzazione e di costruzione. Non qui, si trovano gli isterismi dittatoriali del Partito Socialista, che sabotano più che aiutare il moto di ascensione delle masse operaie; moto c he noi fiancheg g iamo perché pensiamo che, se le masse lavoratrici rimangono in uno stato dì miseria e di abbrntimento, non v'è grandezza dì popolo, né dentro, né oltre i confini della Patria.
Punto Morto
La p osizione diplomatica dell'Italia non ha fatto un passo innanzi dall'ultima seduta parlamentare. Si nota q ualche manovramento subacqueo dei rinunciatari che lanciano l'ipotesi di una sostituzione di altri personagg i a quelli che ci hanno rappresentato alla conferenza d i Parigi, ma la cronaca nnn segnala novità li fatto non c i stupisce. Come dicemmo, nel nostro commento alla seduta cosiddetta storica, no i crediamo che jl nostro Go verno si sia cacciato in un v ico lo c ieco, dal quale n on si poteva u scù:c che sostituendo alle inut ili chiacchiere l'eloquenza soli da, precisa e definitiva del fatto compiuto . Non. si è voluto pronunciare la parola an nessio ne, quantunque grandi masse di popolò avessern indicato l'annessione pura e semplice come la mig lio re soluzione del problema adriatico e la paralisi diplomatica continua. L'Italia è assente, Wilson è irremovibile. Parigi ignora l'Ital ia, Eppure, second o il nostro profano criterio, un decreto d'annessio ne non era e non è cosl anti-giu ridico, come può apparire ai consumati « pandettisti )> della Camera italiana. Se è vero che Inghilte rra e Franc ia non considerano il P atto di Londra come uno << straccio di carta )), se è vero che Francia e l nghilterra riconosco no il nos tro diritto sul Trentino, Alto Adige, ]s tria e D almazia da Zara a Punta Planca, l'Italia può prendere le misure necessarie - politiche amm in ist rative e militari - p er inco rporarsi quei t erritori, s ui quali non c'è contestazione di sorta. Resta il p roblema di F iume, ma ques to problema è g ià stato risolto da Fiume stessa coll' applicazione d el principio che fu wilson iano d ~Jl' auto-decisione dei p opoli. Non è l'Italia c~e si annette Fiume : è Fiume che si annette all'ltal ia. La distinzione è fondame ntale. D al punto di vista del « di ritto)) il dec reto d'anness ione è pienamente legittimo. Ciò che ha trattenuto s ino ad ieri l'Italia che cos'è ?
L'j ncertczza sulle possibi li co nseguen ze di un decreto di annessio ne. O re ndiamo conto perfettamente della esita:Zione del Go ve rno d'Italia, ma no n ved iamo c ome e qualmente le altre soluzioni siano m ig liori. 11 Governo d'Italia rinuncia al d ecreto d i annessione. Vi r inuncia per serbare la via libera a ultcrio [i negoziazioni sul teHc no del Patto di Londra. Ma quali speranze ci son o sul risulta to di questi negoziati, quando già l'on. Orland o e l'on. Sonnino si sono spinti nel momento culminante d ella crisi al ,11axùmw1 delle rinuncie? ( anmro]
Do po il voto del Parlame nto nessu no può chiedere di.~meno. Il voto unanime d el Pai:lamento - notevoli ìa questa unanimità le dich iarazioni di Turati - autorizza a chiedere di più. Ma è possibil e che ci diano di più quando nemmeno il mirùmo dell'ultima ora parig ina trovò accoglienza fa\~orevolc presso Wils.on e gli AJleati ? Da notare ancora che l'opinione pubblica, prima della seduta parlamentare, avrebbe più fac ilmente accettato « rìduzioni » anche notevoli del nostro programma territoriale, ment re oggi tali riduzioni appaiono inconcepibili e più penose da sopportare. Per fermarsi al punto in cui si era arrivati a Parigi, non va leva la pena di tornare in Italia a consultare solennemente Popolo e Parlamento e dopo aver consu ltato Popo lo e Parlamento non si t orna a P arigi per accettare la soluzione minimalista, già respi nta . Si dice che gli Alleati non possono ignorare l'Italia, m a il fatto è che da quattro g io rni la ignorano. L"\ seduta parlamentare p:issata, ma i nostri pl':nipotenziaci sono ancora a Ro ma. La soluzione più audace era la migliore, in quanto poteva <lcterminare la situazione nuova. L'unanimità nazionale spingeva all'anness ione. Non si osato. Siamo rimasti « per aria)>. Non siamo a Parigi e non sia.mo nemmeno a fiume. ù. prob:i.bile che per uscire dall'equivoco, il Governo d'Italia ponga g li Alleati dimnzi all'eventualità dell'annessione, da procbmarsi malgrado e contro gli Alleati stessi. Le con seguenze di ciò non sarebbero gravi soltanto per l'Italia, ma per tutti gli Stati dell'Intesa, non esclusa l'America. Quando s i leggono le r ivcbzioni <li Hcrro n, che me ttono nella sua. vera nitid a luce l' ìde:1.lisn10 wilsoniano, ogni it:i.lia no. degno di ,1uesto nome p ensa che s i è troppo indug iato e che è tempo di spezzare con un atto di energi:1 la sordida trama degli interessi e degli egoismi.
I e ri, a mezzo dell'avv Cesare Sarfatti, ho sporto querela per diffamazione con ampia facoltà di prova , contro il lercio libe llo ex-wilsoniano che si pubblica in Corso Vitt. Emanuele 8. Ho dato querela al gerente, perché le pubblicazioni d iffamato rie di quel foglio sono :i.non.ime*, ma spero di n o n incontrare in Tribunale soltanto il gerente ché non Scrive e non legge, ma i vera mente respo nsabili. E ciCX: gli uomini che dopo avermi professato per lungo tempo la loro amicizia e Ja loro stima, dal 6 gennaio 1919 si son o specializzat i in una campag na che ho igno rato o s prezzato finché si limitava alla bestialità i nnocua delle ing iurie, ma che sono fermamente deciso· a p er.seguire d inanzi ai giudici ora che c'è mate ria da codice penale. Per quanto ci sia in taluno di quei signori l'abitudine, rilevata nel verdetto di un giury, di non d:ue - s ia pure per un limitato importo - l'esatta resa dei conti (si tratta del denaro sacro dcll'Auùlmza Cll'ilr), ho la convinzione che una resa dei conti d ovranno darla a me e alla cittadinanza. Ciò a guis a di semplice aperi t ivo . Il rest o vcrd in Tribunale.**
• ( 373, m, 376).
ANNESSIONE!
La domanda che inquieta la coscienza degli ita lian i è q uesta: quando e come l'Italia può tornare a Parigi ? E - in subordinequanto te:mpo deve trascorcere ancora prima che l' Italia perda l'obbligo di recarsi a Plrigi ?
È evidente che l'attesa non può durat·e all'infinito.
F inalmente, terza domanda: se l'attesa inutile continua, per quale evento l'Italia può ritene rsi autorizzata a procedere seriamente e semplicemen te all'annessione delle terre tridentine e adriatiche? La situazione è complicata. Il circolo vizioso, evidente. Alla v igil ia della partenza de i nostri plenipo tenziari da· Parigi, la situazione era questa: Wilson ci negava la D almazia, flumc e metà dell' Istria. Gli alleati inglesi e fr.mcesi ci. ponevano un aut n,1/ pressappoco in q ues ti termini: Patto di Lon<lr:. senza Fiume, o Fiume con la rescissione d el Patto di Londra.
Le rinuncie dalmatiche dcì nostri plenipotenziari furono grandissiine, ma c iò malg rado non fu possibile l' accordo nemmeno tra I ulia, Francia e Inghilterr:i. Se le rin uncie dalnù.tiche non furono cons iderate sufficienti dai francesi e dagli ing lesi, è segno chiaro che e ssi preferiscono che l'Irnli:-t rinunci a Fiume piuttosto che al tratto di Dalmazia concessoci dal Patto di Londra. Questa la situazione alla vigilia dell'incidente. La sed uta storica n on l'ha mod ificata affatto. La sed uta storica è stata importante dal punto di vis t:i interno - e diciamo m pauanl e ci ripromettiamo di spiegare domani, come qualmcntc l'on. Orlando non abbia profittato di un'occasione unica che gli si p resentava per reali1.zarc l'unità nazionale con l'inclusione dei social isti parlamentari o rganizzati - ma detta seduta storica non ha modificato le nostre posiziorì.i <liplomatiche a Parigi. Com:: e perché avviene che b. Francia e l'Inghilterra non abbiano invitato l'Italia a riprendere il s uo posto alla conferenza di Parigi ? Come e perché avviene che Francia, Inghilterra e Stati Uniti abbiano già preso contatto coi plenipo tenziari tedeschi - sia pure per un contatto prclimin:ue e p rotocollaresenza curarsi in alcun modo dell'assenza dell' Italia? Tutto ciò signi fica che Francia e Inghilterra non si sono mosse dalle posizioni diplomatiche fissate alla vigilia della partenza d i Orlando e So nnino. Se .Francia e Inghilterra, premendo su \Vilson, il quale si ri mangia allegramente i suoi q ua ttordici puriti salvo quand'è in g ioco il diritto dell'Jtalia, o anche al di sopra e conuo \'Q'ilson, fossero entrate nell'o rdine di idee di dare all'ltalia Fiume p iù il P atto di Lon dra, a quest'ora i nostri delegati sarebbero t ornati a P arigi e l'incidente sare bbe liquidato, Evidente men te, tanto la Francia come l'Inghilterra, si tengono ancora alla soluzione che potremmo ch iamare <(minimalista)) dei n ostri problemi adriatici, soluzione che se abbiamo avuto ragione di respingere p rima, a più forte ragione dobbiamo respingere ogg i, dopo lo spettacolo dell'unanimità nazionale. Insomma: se gli Alleati n on ci dànno Fiume p iù · il Patto di L ondra, l'Italia non può tornare a Parigi. E se l'Italia non t orna a Pa rigi e se non tornando l'Italia a Parigi g li Alleati procedono - come sembra - per loro conto, att uando u n vecchio proge tto che è ,1u ello di fare la pace in due tempi, prima colla G e rmania, poi co ll'Aust ria-Ung he ria (cioè coi paes i dell'ex A ustria.Ung heria), l' Italia è in diritto di diffidare gli Alleati , di [ ... . unmra .. .. ] perché p rocedono a una pace separata, di ritenere « nulla » b. pace stessa e d i effettuare l'annessione d elle te r re che son o nostre .
Noi cominciamo a credere c he se l' I talia avesse decret ata l'annessione, a quest'ora sarebbe precip itosamente giunto a Roma l'in v ito di tornare a Parigi. Crediamo ancora che l'idea dell'anness ione n on è più respinta <( in assoluto » dal G overno Se non si procedi!, gli è, pen: siamo, pe r p reoccupazio ne d'ordine fotemo. Il G overno sa p e rfettamente che annessione non s ignifica guerra colla J ugoslavb, m:1. teme che nello spi rito d elle masse più incolte l'annessione s ia in terpretata come il prelu dio di una nuova g uerra, per cu i v u ol giu nger vi solo quando ogni altra via appaia p reclusa Ora, bi sogna conv incere i buoni italiani, c h e il regno dei serbo-croati-sloveni può dichia ra rci la gue rra è i giornali d i Zagabria, di Lubiana e di Dd grado cc l' h:mno g ià dichiarata, ma non ' può farla. La Jugos lavia non p uò perme ttersi il lusso d i un'altra g uerra (che per la Serbi:\ sarebbe la ciu arta in meno d i o tto anni) perché manca di tutto. Senza contare che l'apectu ra delle ostili tà co ntro di noi s:i.rebbe il segnale d'attacco contro la Jugoslavia da parte di tedeschi, ungheresi, ro meni, bulga ci, albanesi, montenegrini. Né s i deve escludere - d:i.ti gli umori di Belg rado - un:i. d ichiarazione platonica di guerra, anche se l' Italia scenderà ai compro messi p iù i ndu lgenti, poiché non bisogna dimenticare che l'Assemble:i. Nazionale di Belgrado n o n ha ri vendicato Spalato o Zara, ma P ola, Trieste, Gorizia, Resiutta, Cividale, Ta rcento, Gemona ....
Noi ci g uard iamo bene dal da re cons igli agli uomini che p oss ied ono i (C dati >> e g li «elementi>) tutti d ella situazione ; ci Hmitiamo soltanto a pensare che im•ece di attendere l'invito di tormre a Parigi, il G overno d'Italia pot rebbe porre 1a Conferenza davanti aU'a11/ 11111 : o Jl riconoscimento del Patto di Londra con Fiume, o il decreto d'annessione. Per non aver tetto come un assente, l'Italia non ha che una strada dinanzi a sé e il popolo l'ha già tracciata.
Mussolin I
D:i li Popolo d'l t,1/i.1, N. 120, 4 maggio 1919, VI.
E Tempo Di Conoscere La Soluzion E Del Problema Adriatico
[ , (tn!llra]. Un interrogativo q uasi amletico turba in questi momenti la coscienza nazionale.
La notizia che i nostri delegati tornavan o a Pari g i è stata accolta c on un senso di viva soddisfazione , ma ne lle ventiquattro ore successive questa soddisfazione è stata avvden:aa dal punto intcrrog;Hivo di cui sopra. I nostri sig no ri delegati sono partiti di loro sponta nea in iz iativa sulla base di a tfabmc nti più o meno generici ricevu ti dagli ambasciat,bri o sono, invece, stati chiam ati a P a rig i in base a una fo rmula soddisfacente d'accordo? Fra le due: eventualiti c'è una. differenza sostanziale. Solo nell'ultimo caso si può dire che i n ostri d elegad sono t o rnati a Parig i, nel primo sono andati a C:mossa.
Noi Cominciamo a trovare ridicolo, pc:ricoloso e reazio nario tutto il misteco che circonda b n ostra politica es tera in ques to m omen t o. Se gli Alleati di Parigi hanno mandato a Roma un i n vito fo r m:tle , perché non è reso di pubblica ragione ? Perché snervare in q uesto modo la coscienza nazio nale g ià abbastanz:1 provata d:1 t1u:1tt ro anni di guerra ? Se il rito rno fu c osl clamoroso, perché la nuova putenza è avvenuta clandestinamente e misteriosamente ? Se ci son o d elle alti s. si me, profondiss ime ragioni d i Stato , noi non domand i:imo nulla, m a tutto ciò autorizza i dubbi e i sospetti peggiori. Non è la p o litica della verità, di -tutta la verità, q uesta ; non è b p olitica a11 gra11d air per la quale il popolo italiano l:13. la necessaria 'matuciù: è una politica che dà l'idea d i qualche cosa di meschino e di inadeguato alla g randezza dei tempi. {Cenmra.}
[PER I FASCI DI COMBATTIMENTO]*
.Mrmolini elogia l'attività. dimos t rata dai componenti la Commissione di Finanza, i cui risultati sono assolutamente soddisfacenti.
Arcenna a /111/0 il con,plmo lm'oro da svolgere p t r la creazione dei F atti in /11/la /Ja/ia t di1JJ01/ra la necessità :i.ssoluta di cre:?tC un ufficio di segreteria permanente con la nomina di tre segretari ptopagandi sti stipendiati e un segretario prop:iga ndista dd F ascio di M ilano
Propone senz'alt ro che s ia posta in discussione tale proposta pe rché il meraviglioso movimento fascista sorto in Liguria, a T orino, sia subito aiutato dalla pre se nza dei nostri amici che colla lo ro attività potranno dare maggiore elf1cacia al movimento stesso **·
• Ri:i.ssunto del discorso pronunci:1.to a Milano, nel salone dcll'alle:inia industriale di pi:1zz:1. San ScpokrO 9, l:i. sçr.1 Jd 7 maggio 1919, nd corso del1'11dunanz:i. dei membri delle commissioni di linmu, prop:tganda e del comitato ccnlr:ilc d d fa.scio mil:lnese dì combattimmto. Prim:1 di Mussolini, :iveva p:i.rl:lto Enrico Des:ma, membro dell:1 commissione di fin:1n2a. (D:i. Il Popolo d'/1,tlia, N 1 24, 8 maAAiO 1919, VI).
0 Segue la discussione. Ferr:i.ri è favorevole alla nomina d i:-ì t re segrct:iri, ma ritirne che tale nomina debba avvenire J°;1ccordo coi Fasd sorti in tutta It a lia e s peci:1lmen1e co i F:1sci di Genov:1 e T o rino che h;1;nno già <l:ito un cosi sicuro affid3mento <li sr:in<le mivit,\ ». Mussol ini. è mch'egli <li questo pa rere. "Ma n rre11it,1 ,hc q11a 1i ;(.'grctari 1i,1110 n omi11ali rnbilo paché o<i:orrr si 11Jrllan o pronJmnellft' al lar'OrO di propagar1J4 allo a J ,,rr roesiollt' i n / 11/la / Jalia al no1/ro mot•imcnto ·:. M essa qui ndi in votnione la proposta, vime approvata scn:i'altro e s i passa alla n omina degli amici che d evono a~s umerc <letti posti". Mussolini propone come segretario generale politico dei Fasci Attilio Longoni, "il q ual~ h,1 giJ drt10 pro11.: di euerr u11 1.•11/e,11e org.mi::.rtore e 11n bu on propag,J11di!Ja"
Propone come segretari propagandisti l'avv. Enzo Ferrari e Celso Afori si, e mme se1:rcta rio propagandista <l ei F:lscìo Mila nese di Combattimento Alberto Bertoli. Gli amici proposti dichi:irano di accettare e posti in votazione i loro nomi ve ngono approvati all'unanimità. ( +)
« Si passa quindi a discutere della propasanda che d~·bbono svolgere i Fasci. Partecipano alla discussione: Vt'Ceh i, Mus~o! ini. f erraci, facchini ed a ltri e si. conclude" affermando i seguenti postul:il i : Per il problema militare: aboli zione <lelr~ercito permanenti:, crca:zione delle- mili:zic na:zionali, nazione arm:ita, na:iionali:zza zione di tutte le fabbriche <l':i rm i ; l:iicizz:u:ione di tutte le istitu:zioni dello stato e confisca dei beni ecclesiastici; adesione ai p ostu lati opera i del sindaca lismo nazionale~ - (Da li Popolo d'Italia, N . 124, 8 magg io 19 19, V I).