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POSIZIONI E OBIETTIVI
Ci sono alcune semplici verità di fatto che bisogna ripetere allo scopo di evitare equivoci e cli precisare le posizioni dalle quali il nostro· movimento parte. Se qualche malvagio o qualche imbecille tenta il trucco di dipingerci per quel che non siamo e non vogliamo essere , la nostra smentita lo coglie in anticipo e in pieno. Queste dichiarazioni, all'indomani della n.ostra prima adunata, magnificamente riuscita a testimonianza di tutti i giornali eccettuati quelli rinunciatari milanesi, sono ·opportune e necessarie. Qualche amico n ostro si è lagnato discretame.nte che l'adunata non abbia affrontato problemi urgenti, ma non ci è stato difficile convincerlo che, dato il carattere dell'assemblea, era quasi assurdo sviscerare o anche se~plicemente « delibare >> tutti i problemi, grandi e piccoli, che inquietano la coscienza nazionale. Precisiamo, a paragrafi.
x. Bisogna mettersi in mente, credere e far credece che l'unico Partito che oggi si a <e reazionario» in I talia_ è il Partito Socialista Ufficiale. Reazionario perché dura nte la guerra si è alleato - m qralmente, e fo rse anche materialmente - con le forze della reazione europea. La catena log ica è questa: se il Partito Socialista Ufficiale fosse riuscito, coi movimenti insutrezionisti inscenati alla v igilia della mobilitazione a Torino e pe[ fortuna soffocati, a imporre \l'n prolungamento d ella neut~lità, gli · Imperi Centrali - Vedi dichiarazi one Ludendodfavrebbero vinto la g uerra Se g li Imperi Centrali avessero vinto 1a guerra, gli Hohenzollern, i Romanoff, gli Abs.burgo sarebbero ancora rispettivamente sui loro troni consolidati a Berlino, P ietrogrado, Vienna e di repubbliche in Europa si sarebbe salvata forse quella di Andorra o quella dì S. Marino. s
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La rivoluzione europea ì dunque una direlta, innegabile conseguenza tkll'inleroento italiano. Chi ha sabotato questo intei:vento, s i è macchiato di un delitto enorme. Ha lavoralo per la conln,.rivoluz.ione. Non importa che, oggi, il socialismo pussista inalberi la ban~iera del leninismo. Esso non fa che continuare· a camminare sulla stessa strada conuorivoluzionaria, poiché i cei:velli pensanti del socialismo internaziona.le, da Kautsky a Bernstein, sono unanimi nel negare il carattere socia- lista dell'esperimento russo. In base al suo atteg giamento quadriennale, il Pai:Ìito n o n è, n on può essere rivo luzio natio.
2. Gli interventisti, venuti o n orl. dalle scuole sovversive, de:vono accettate i pesi, i pericoli, le incognite della situazione e, se problemi fondamentali esistono, spetta agli interventisti assumere l ' iniziativa d ella lOlo soluzione. Nel maggio 1915 · si rese necessaria una rivoluzione p er fare _la guerra. D'allora, noi ci siamo, per fatalità d i cose e non solo per volontà di uomini, tenuti sul terceno rivoluzionario. Che la g uerra da noi acclamata e imposta sia stata una grande rivolozione, è luminosamente provato dagli avvenimenti. Può _ darsi che sia necessaria un'altra rivoluzione per «fare» la pace. Cioè per trasformare e rinnovare tutto ciò che, dalle istituzioni ag li uomini, non è più dd n ostro tempo. Siamo noi che avendo ~<incominciato » n el 1915 abbiamo il diritto e il do vere di «·concludere>> t:1el 19 19.
3. La nost ra opposizione dichiarat a al Partico Socialista Ufficiale e aì suoi eve ntuali colpi di testa d ittatoriali, non è suffice nte, per qua nti sforzi si facciano da p art e dei soliti mistificato.ri, a p resentarci come nemici delle classi lavoratrici. La collezione del nostto giornale è· la testimonianza irrefutabile del nostro atteggiamento cli simpatia v erso le màsse lavoratrici, non escluse quelle confederaH, Ma n oi ci siamo sempre rifiutati e ci rifiutiamo di identificare il proleta.riato, con quella speciale o rganizzazione politico-ecclesiastica che si chiama il Partito Socialista. Noi ci siamo sempre rifiutati e ci rifiutiamo cli riconoscere il diritto del Partito Socialista alla tutela delle m asse lavocat dci. Di questa opinìone è anche l'on. Rigola e non è so lo. D al momento che il proletariato stesso, attraverso le sue manifcstazionì di classe, ripugna dalla dittatura, è semplicemente gro ttesco che q~esta dittatura diventi programma d' azione d i u na associazione che !accoglie un numero assolutamente insignifican te di proletari autentici, Ostilità, dunque, al Pa.rtito Socialista Ufficiale, per il suo atteggiamento che ha fatto correre u n rischio spaven tevole a lla nostra nazione e al mondo e· pet i suoi odierni propositi liberticidi, ma n ess una ostilità contro le masse lavoratrici, d elle quali riconosciamo i postulati e per le quali siamo disposti a lottare. Sarebbe un errore ·grosso, sciocco e pericoloso, mettere nello stesso fascio e giudicare alla stessa stregua Partito Socialista e m assa lavoratrice. Tra l'uno e l'altra corrono d ifferenze essen2iali. Il primo non può dare che una. rivolta distrut tiva, di pura e semplice rappresaglia ; la massa operaia, affinata e raffinata, nelle sue tipiche organizzazioni, può v eramente iniziare un'e poca nu ova nella stotia umana. Insomma il Partito è parassitario ed eser cite_reb be ciuindi il pot~.re a totale b eneficio materiale e m o rale dei tesserati, il proletariato invece p r oduttore e straccerebbe la tessera e confonderebbe le classi nello stesso dii:itto e neUo stesso dovere. Se un « gove rno delle cose» secondo la vecchia terminoJogia, è possibile, non può essere effettuato ,che dal pro letariato, mai dal Partito; Questo non farebbe che sostituire la sua cricca politica alla cricca attuale, non farebbe che sos tituire H suo p ans sitismo a quello delle classi d irigenti attuali, L a dittatura del Pa.rtito è l'a.11ie11/a11 beurre per i pastori della chiesa e p er i fedeli; è la greppia più vasta La dittatura è <<politica», ma la dittatura politica applicata all'economia è un non senso e un disastro. Ora jJ socialismo è, in quanto rappresent a una trasformazione di rapporti economici, non già l'ascesa al pòtere di una nuova casta di politièanti, i quali, analogamente ag li odierni, vivrebbero domani, alle spalle del proletariato. li socialismo se diviene, « diviene» nell'economia : non già attcaverso i b ei gesti della·politica. Se invece di un au mento di ben essere, si verifica, come in Russia, un a umento di miseria, n o n c'è socialismo. anche se il P artito politico si è impadronito del p otere. Questo d iscorso può offri.ce «spunti>) u tili, per gli inter ventisti che h a nno possibilità di contatto colle masse operaie MUSS0Lll':l'I
Da Il Popolo d'it.Jia, N, 87, 28 marzo 1919, VI.