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L' ORA DEL SINDACALISMO
Pe r domenica prossima è convocato a Milano un convegno sindacalista al quale parteciperanno tutti gli organizzatori del movimento che fa capo all'U. I. del Lavoro.
L'ordine del giorno è interessante, e interessante sarà jndu bbiamente la discussione, C'è una questione d'o rdine interno, a propo· sito del viaggio :della Miss ione i taliana in America, che satà liquidata in modo soddisfacente, e c i sono nell'ordine del giorno commi che riguar dano l'orientamento del sindacalismo italiano. È giunta l' o ra della scelta e d elle decisioni. IL sindacalismo italiano, che ha dei « precedenti >> teorici brillantissimi, e che ha scritto sul t ette no della <( pratica» pagine n on dimenticabilì nella storia del movimento operaio italiano, no n può e n on d eve rimanere assente e inerte in quest'o ra tempestosa. Anzitutto l'U. I. del Lavoro riccoglie una massa n otevole di operai. In tre provincie dell'Alta Italia - Bergamo, Pavia, P arma -l'U. I. del Lavoro domina il campo inconstrastata o quasi. Ma aprescindere dalle sue forze nu meriche che col ·rito rno di molti propagandisti possono a umentare, l'U. I. del Lavoro deve «realizzare » i dati e gli clementi della nuova situazione europea e mondiale.
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L'U I. del Lavoro n on può , a mio avviso, ignorare il fenomeqo bolscevista e deve pronunciarsi in tnerito. In primo luogo, l 'U. I. del Lavoro deve constatare che l'unità operaia è impossibile in I talia, a cagione d ell' intransigenza del Partito Socialista Ufficiale, col quale gli organizzatori crinfederali g iocano la commedia. Dopo i fatti di Milano e di Sampierdarena non è p iù decente nutrire illusioni.
Finché la C: G. del Lavoro obbedirà al Partito Socialista, e niente permette di credere che i confederali abb iano l'intenzione di spezzare · il giogo , di unità operaia è inutile parlare.
Un altro «fatto» deve necessariamente attirare l'attem:ione dell'U. I. del Lavoro. La· Direzione d el Partito Socialista ha deciso di proclamare lo sciopero generale lisciando i n sospeso la data. La Direzione del P.S. U. non ha ·interrogato n essun o p ri ma di votare una d elibera• zione di tanta gravità. Dieci borghesi hanno decis~. otto milioni di proletari d o v rebbero. o b bedire I Q uesta ·Ia grottesca verità. Ora, se dalle · minacce ì socialisti del Partito p_asseranno all'attuazione dello s ciope ro generale, che cosa farà l' U . I. del Lavoro ? Che cosa ordinerà ai suo i orga nizzati ? Li accoderà a l Pai:tito Socialista, per fame g li str ume nti passiv i delle sue specul azioni, o li dissocierà dal m ovimento , anche se, per avventura, fosse geneule ? A questi interro gativ i bisog na ri spondere in tempo, per non farsi sorpren dere e sorpassare dagli avvenimenti. .D'altra p_arte, p erché l'U, I. del Lavoro n o n p re p arerebbe un suo movimento p er raggiungere una vasta rinno vazione d ei no stri istituti p olitici ed ec onomici? I mOtivi per cui il Pu.r vuole s catenare uno sciopero gene ra1e sono inconsist_enti e r idicoli, ma ci so no dei postulati ch e- meritano ·u no sciopero generale, se le classi d irigenti non lo p re vengono .
Il sindacalismo o peraio italiano non deve decidet si so ltanto se e come pa.tteciperà alle imminenti elezioni, deve t racciat e · u na sttada e fissate u na me ta alla sua az:ione, Collabora:z.ione O lotta di classe ?
A q 1Jesto proposito n on si può ignorare il pensiero di J ouhaux. Noi p ensiamo che nessuno dei due metodi sia da r ip udia re Collabor azione, in v ista .di u n aume nto d ella produzio ne, là d ove è p ossibile ; lotta d i classe, q ua ndo è necessario. Collaborazi o ne in modi e forme da stabilire, q uando si t ratta di produrre, di «rifars i )) ; lot ta di classe, quando si tratta della ripartizione. È da prevedere che dall'imminente riunione dei s ind acalisti italiani, usdrà una dich iarazio ne p tog cammatica che po trà r_iferirsj all'immediato domani e alle e ventualità u lteriori. È certo c he i l s indacalismo operaio italiano non p erde rà più temp o ed energ ie a insegu ire le dulcinee con federali, ma rip renderà - coi vecchi e coi n uovi elementi - la su a opera di p!oselitismo fra le masse. Per t utti i motivi succintamente prosp ettati in questa nota, n o i at tendiamo con vivo interesse i r isultati del convegno e ci au gu riamo che il sindacalismo italia no riprenda la sua marcia in avanti, senza confusioni, senza dedizioni, senza demagogia. MUSSOLINI