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Napoleone visita i feriti all'isola di J,obau. (Quadro di Meynier
d e, essendosi dovuti eseguire di urgenza lavori <li fortificazione, si fu ,costretti a lavorare tutta, la, notte e (< nca,nche ai mailati (a,egris) nè ai feriti (vulneratis) si concesse riposo)).
Anche nel « Ve bello civile>> ipossia.mo rintraccia•rc qualche passo rigua,rdante i ma.lati e fel'iti in guer,ra. Così nel libro 11 (3J) si ra,ccomamfa (( di non tenere na,scoste le rmwchevolezze d0ll'esercito, come si tengono naisc,oste le ferite del COI1)0 )) . .m noto infatti che i1l combattimento avveniva generalmente corpo a corpo od a brevi.ssima distanza, ed il soldato, una, volta ca,duto, veniva allontana,to per sottrarlo alla, vista. del nemico: l~d abbiamo ancora testimonianza nel libro II (35) di simulatori di lesioni, << <lopo una ~confitta molti si rifugiano nell'accamparneni-0 fortificato deil campo di battagfoL simulando ferite (per sim•ulal'ionem vulnerum), ma, vera,mente, iper paura (proJJter timorern) )). Più ava,nti nello stesso libro II è detto che << i feriti non ,potevano a llontana,rRi dalle file, ~1è essere trasportati in luogo sicuro, iperchè la GLvalleria- ne-
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mica e.i rcoJJdava da, ogni pri,rte l'eserdto )).
Nel libro III dei medesimi Oom,m,entru·i (7:.) vi 1\ un va.go accenno alla, statistica .::;ani.taria militare . . Cesare, <( costretto ad allontanar.si rwpidamcnie, fatto l'el('noo dei feriti e deg·li t.LlllnmJ.a.ti (saiwionv,n modo el aegrorurn hab-itn ratfone), senza frapporre indugio, pa.rtc di notte )). n<~l libro III (78) si narra che l'Imperatore fu costretto ad avviarsi ad Apollonia (Albania) per Jasdarvi i foriti (rul .'!a,ur.ios d·eponendos) , · e, ,ricoverati. in que.c;ta località quelli non ancora gm1triti, proseguì verso l 'Erpil'o.
Finalmente nel « JJe bello africano n (44) :;;i na.na. che mOllti ammalati furono lasciati Brindisi, qna,n<lo l'esercito stava per imba,rcnrsi per la spedizione in Grecia.
Merita a,nc-0ra, di essere ricordato un passo (li Cicerone delle 'f'u,sc11,larw-e (libro II, 1G-t~8), in cui si a('('t•m1a a.l ~oc,c·orr.so {lei feriti in guerra: e< Noi vediamo .sipesso i feriti allontanarsi dal combn.ttimento e sappiamo come i soldati. da poco a,rruolati si lamentano anche se la forita sia 1ieve, mentr,e iil ~mldato anzia,no clifa,ma soltanto il mcdioo :-;e ferito g•rav,e.ment.c J)C·l'Ch(• g-]i fa~Ci fa. ]P,ffi{)lle )), Cicerone, dopo di aver a,ooennato al soldato a md ano che chia,ma. il medico, ,[o fa così parlare : « Imploro il tuo aiuto e l'opera, della ma.no, prima che mi faccia modre h~ maledetta- f.erita infertamj qal nemfoo. n sangue, che sgorga abbondantemente, non può es-
1w1·1' 1·istagnato. lo morrò se tu non 'mi sailvi; già sono affollati i f'p1·iLi a.ttorno ai templi di Esculapio )). .
Queste pa,role, che Cioerone attribuisce al veterano ferito, H11110 se-ritte in la.tino molto al'(',aic,c, ed in versi settena,ri troca,ici. I \·l'(·iò, secondo il compial)to ,storko militare Domenico Guerrini, q I l<'slo passo non si deve r:itenere deil ·grande oratore, ma bensì ap· p:i.l'L·Pnente a. qualche nntka, <:ornrnedi.a o t,ragedia. <c)uesto brano òi 111,I i110 arcaico citato da, Cicerone oosiitnisce quindi una. assai più 1·<•111ota testimonianza dei srrvizi sa,nita,ri presso gli,eserciti romani d1e uon il pa:sso citato 1più SOt]_Jra, del libro II, 1ml quale il Ma,rqua,rdt 1·1 ~Ile tl'ovare una tf>8timoniaJ1za, dell'assistenza a.i malati e foriti i 11 ~uerra presso gli eserciti dell'antica Roma, citazione questa l'ic·orda.ta aJJche dal ,1\.fommsen nel suo dassi<;,o M MW,<tle rlelle ani ir:hUà romane.
Aulo ,Cvrn('lio Celso, cleUa nol:,ile stirpe dei CorncJi, vissuto 11t•I I seco.Jo dell',era volga,re, che nella sua fa,mosa, Enciclop,ooia, ha dedicato uno specia,le capitolo alla ,chfrurgj,a, di guerra,, truttando di,Jl'cstrazione dei proiettiili e dei corpi est,ranei daille ferite, nel libro VI, De re 1nedico,) acc~nna Vtbga,mente alla probabile esistenza, fin dal I :st>,colo dell'era, cristiana, (li sanitari al seguito delle I r·up.rpc in campagna, q tw.ndo raccomanda, ai a:nedki di profittare dell'occa.:sione ,r,he loro si offre d'istrui1rsi con il'attento esame delle lesioni gravi ,e. ·profonde, « che sono riporta,te talora e dal g-.lailia. l:01·e ~ull'a,rena, e dal soldato su] ca,mpo, di battaglb. Poichè il d1il'nrgo, come l'n-gricoltorc od iQ ipilota, non .si iormano oon la disputa, ma, con la ip1ratica >).
T,ratta inoltre estt1Sarnente de]lla cura, delle ferite, d,clPemoif.ltafli p1·aticata a mezzo di pezzuole imbevute d'aie,qua fredda o d'aceto o ricortrendo, .se del cnso, al/la ]egatura, dei vaisi e tessuti cir<'osta,nti, della, tmpa!Ilar.t.ionc del c-rn,nio, della rinoplastìca,, delle suture intestinali, della Ufotomia.; e fa una mi.nuta descrizione Llel1l'a,rmamentario chirrnrgioo del tempo, costituito da, una, cinqmrntina, di vari strumenti (uncini, sonde, scalpelli, s,eghe, trapani, cat1ete,ri, litotomi, ventose, divaricatori per l'estrazione delle freccie r..cc.).
GaJeno, oriundo di Pergamo, ehe visse in quest'epoca,, ci dà notizie più .. interessanti, èd accenna anche ad un medico militare

di grandi meriti, a, nome Antigono. E f.ra quelli, che fra il 167 e il 175 seguirono l'imperatore Marco Aurelio in Gcr_qiamia, ricorda un certo Demetrio. Non è benevolo ;però U giudizio verso questi medici militari. Nel libro III (de cmnpositionc medicamentorwm per genera) rimprovera, Joro « d.i non aver sezionato i cadaveri dei barbari uccisi e di esser tornati senza avere imrparato su questo argomento più di quanto possa,. ,saperrn~ un cuoco)); e in nn albro capitolo non esita, ad aff-ermare « che esBi ne sanno d'anatomia quanto i berea.i )). Perciù, iper non essere confmio con loro, egli non volle mai accettare d'accompagnare l'imperatore nelle lontane spedizioni ; ma a ,questa determinazione non ùeve esser,e forse stato del tutto estraneo il suo carattere, tutt'altro che animoso, tanto che aJJlo scoppiaJ·e della peste nell'anno 166 d. C., propagata a Roma dall'esercito che era stato inviato in Siria iper doma,rc una, il'ivolta, riparò sollecitamente n, Pergamo.
GaJeno, espertissimo osservatore e sperimentatore, fu uno dei primi a, ,rie0t11oscerc che l'aria, sfug,gente dalle forHe 'Loraddrn era. uno dei segni patognomonici della penetrazione dell'arma nell'ambito pol,morn:i,r,e, e fra i primi pr,aticò hl, ,resezione deHo ste:1·110 e quella delle cost{~ in caso di empi(>;ma,.
Per ila, medicina lega.le militare meritano qui di essere [ricordate Je a<'..curn,te ricerche fatte da, Galeno sulla simulazione delle varie affezioni. « Per molte ragioni egli scrive, gli uomini :fingono di ,essere ammalati: sembra aidun,que che il medico sa,ppia sc01prire la verità in tutti i casi di tal fatta )) ; e si trattiene sui flemmoni ed •edemi 'JJ'rovoca,ti, sullo sputo sanguLgno, IJ)l'Ovieniente dalle varti vicino alla bocca, simufante qucllo « -delle parti più basse >> ; ed espone cognizioni interessanti n~i ,rigu:1rdi di coloro che cc fingono di deliraire e di és,sere stolti e cercano di fare stolti g·li rultri )).
Onesandro, storioo gireco, vissuto nel I secolo dopo Cristo, rappresenta una delle più antiche fonti di. notizie sui mf"ilici milit:wi. Egli ;ritiene l'organizzazione sanitaria negli eserciti romani assai ,remota,: i medici erano comandati a s:eg·uire ile kg·ioni nelle esercitazioni, nelle marcie e sipeciailmente nelle spedizioni milit3Jl'i, durante le quali. avevano il compito soprattutto di cura,re i feriti (medici mtlnernri), visita,11d.olì nel le tende, trattenendovi 1 più lievi, mentre quelli presentanti lesioni di ma,ggi()re gravità erano

trasportati altrove. Secondo questo storico, l'organizzazione del 1Servizio sanitario mmtarc, specialmente in tempo di pa<:e, l~ciava. molto a desiderare, e non si perita ad affermare clie l'allenamento quotidiano alle fatiche della vita milifare, che costituiva speciale oggetto di attenzione per parte di ogni ooma.ndante, aveva 1111 effetto più rapiòo ,e,d efficace delle cure prestate dai medi,ci a~ seguito delle legioni.
Per quanto rigua,1,da, il soccorso immediato duraillte il comha.ttimento, sembra, che prima, dell'istituzione dei vulnerari tale in<'.a,1·ico fosse affidato fin dal temipo della, 2." guerra punica ai oelites) i qua.li non avevano un posto fisso nell'ordine di battaglia, ma, r,ombatten.no a piccoli g,ru!1)pi fra i reparti di rnilizi,e a, rpiooi e a, cava.Jlo dove si faceva sentire i,l bisogno ·aei loro servizi specfa,li. Ogni. 'legi_ one aveva, ckca 1200 Yeliti. Questi non avevano altrn, a1·nH1.tura che nµ casco di cuoio, senza cimiero, (galea), ma erano muniti· di 11110 scudo rotondo, di una corta spada: spagnola
(gladÌ!llm. hi8pr,ini,enm) -e di ip:-t,l'(',cchfo la.ncie di ]ej?;no con punta <li ferro molto aguzza (hru1ta, velitaris'), destinate a servire da, r)Jroicttili, essendo poco adatte nel com ba.ttim<mto corpo a corpo. 'rit.o Livio ne fa cenno 1ml lib1·0 XXVI, ca!l)o IV, della sua sto,ria, ed un modello ne o~erva nei bi:Lssorilievi dcll'a,rco di Settimio Severo in Roma.
Vegezio fa, pa,r('{'chie YoHe menzione di i-:R,nih1,1.•i aclc letti n.gU c-scrciti,. ma nel ilibro III, ca;p. II ne fa una flevera critica, e soggiunge elle << i milita,ri esper ti gi11dicano essere asi-.3,i più p;iovevolc aJ1la, buona salute delJe truppe l'es,ercizio quotidiano delle a,rmi, <'he l'assii-.tpnzi1: dei mf'<lici ». Otto secoli prima Senofonte, nel libro I delila, Ciropedia., aveva espresso non diversa Oll)inione: « Simili a.gli ope:r.a,i che accomodano un vestito, <1uand'è rotto, egli. o-<iserva, i. medici ra1p1pezztHfo t la salute de.gli Mnma1 lati. Ma v'è una diligenza molto più degna di t.e e consiste nel p,revenire le mafa,ttie dei tuoi soldati : nn'armata, non deve ma,i st,a1·e in ozio».
Oltre le notizie interessanti di medi<:ÌIUL e chi,ruirgia, Vegezio ci dù, un importante cwpi.to]o sull'igiene òel soldato. Nel libro II de re militari l'ammenta j] dovere dei coma.ndanti di impedire 1 'uso delle accp1e stag·nnnti <> fangoR<>, perchè « ma,lae aquae potu.c; veneno 8imilis pestilentiàm òiòentibu,s generat )), 0d, al pari di Onesa,ndro, ammette chf\ l'eserchdo giornailiero delle trupipe · sia più p,roficuo dell'OIJ)~ra dei medici. Raccomanda i!Iloltre di scegliere per

gli a,ocf1mpa.menti, S[)ecie in estt~te 1.-.,'<1 in a,utunno, locaJità salubri pc:r evitare l'i:nsorgenza di ,epidemie, ed espone con lnddità e ,chia rezza. giudfai e criteri, che possono, essere anche oggigiorno accettati e messi in ;prati.ca.
Vitruvio intrRvede già l'importamza d,ell'ingegneria, nell'arte sanitaria ed afferma che a,rchitectus' sit medicu,s / e Varrone intuisce. .giù, che « nei luoghi pa.lust,ri crescono pi,ccoli anima.li che non si possono vedere cogli occhi e che ,passano nei corpi attravcirso ]a, bocca ,e t le narici e ca,usano gravi maJattie >>.
Cicerone infine nelle Tu.scul'anae (Libro II) accenna alla presen7k'l· di sanita,ri negli eserciti, qmmdo riferiRCe, come. a-hbia,mo già 'l'iporta,to, che i coscritti non sanno resi,-itere atl dolore delle ferite. e si dolgono di un nonnulla-, mentre gli a.nziani, già provati duramente sui ca,mpi di hattaglia, pnr es,s,endo gravemente colpiti, non si la.menta.no e cercano solo il medico, perdi~ frusci iloro .la parte lesa.
Gli storid romani dell ',epoca imperiale ,ricordano più volte con iparol-e di loòe 1e assidue p1,emure dei conia,.ndanti supremi verso i sotldati, ma.lati e feriti, e questi panegirici ra,ppr<:-sc11tano per 1i'oi altra fonte non meno preziosa di notizi.e circa l'assistenza, sanita,ri-a in guorra degli ese1·ci.ti dell'antica, Roma.
VeUeio P.atercolo nella sua Historia, · Romana, (Vol. II, ca,p. CXIV) fa l'(')logio dell'iIDJPeratore 'riberio, e si compiace di segnalar·e la, ima, assidua vigilanz~1 ed il .suo vivo interessamento per Ja, satlute dei J,egiona1·i. Ricordando i pr.epara,tivi che nell'8 d. C. egli faceva per intraprendere la guerra in Pa,nnonia, nel quartiere generale di Siscia, te.c:;se le migliori lodi pN il servizio di pronto soccorso organizzato da.U'imp,eratore stesso, che a,veva, tatto tesoro dell'esperienza delle ipreeedenti spedizioni. Questo storico, al qua,lc dobbiamo prestare più di· ogni altro fede, avendo segnito Tiberio · in .G·ermania e in Pannonia come prefetto delfa cavatlleria, fu testimoniù ocula,rc della sua filantropia. « In mezzo a tufte J.e cure che lo sovraccarica,vano si s~vrebbe detto non si preoccuipasse· altro che della salute del so]d.ato. V'era un carro ognora d1sponibile p e,r coloro che erano stancJ1i, e la lettiga del duce sempre a portata òi tutti. Medici, aU.rnenti, soccorsi d'ogni genere, fin'anche itl suo apparecchio da, bagno portatil<>, erano semp,re pronti iper soccorrere e riistora,re gli iP<fermi )). Lo stesso Vclleio profittò, com8 l(•-

µ:i, Lo, di questo C8JI'l'o, che se.rviva. ancbe al trasporto delle vetto1·;1 ,g lie e dei medicinali.
Però, per ,qmrnto riguarda l'assistenza medica, è dubbio che t 1Jt"ti i so.l:da.ti avessero potuto fruirne, tanto più che il medesimo s t 01·ico afforma che nessuno di coloro « che. avevano nn grado suJH'11·iore od inferiore al suo, erano rimasti dimenticati in casi di ll'sione o di infermità dalla paterna, vigilanza dell'imperatore)). (Juiudi, piuttosto che pensare -ad un corpo regolare di medici miI i t :i.ri, g·ià orgmiizzato, è più ragionevole supporre si trattasse di 11 rnl sco,rta, sanita,ria., addetta uJ..la, persorm .del ,caipo supremo. 'facito, ne>l Hhro I degli Anna1e.8 (Cwp. LXXI), ci rioordili a sua ,·,ulta Germanico, che ,r,ecava, ((incoraggia.menti)) ai feriti e li soc•·c ,neva vrupri(i pevu,nùi. << Per alleviare coi suoi modi gentili il r·i('.ordo deille malattie, esaltava le- ~roiche a.zim1i com:piute. E nel/ ·1·samina,re ·1e lesioni, incoraggiava chi con la speranza,, chi con la gloria, tutti con le ;pawole -e con le premure, che gli guadagna,v.1110 il <·nor~ dei soldati e li ingaglia,rdivano per t'ora, della lotta)). ~è 111 ~mo a,&-;iflua, nel visita,rn e soccorrere i soldati foriti fu !la, mog~ie Agrippi, na, la quale cor}1,ggiosamente aveva seguito :il consol't,e fin .sulle rive del Reno, ed aveva pei soldati scampati rn1ra,i·olosamentc da.]ILa micidiale battaglio, d,ei pontes longi 1parole di c-onforto, dist,ribuendo, di sua, mano, tLlimenti, v•esti e medicina.li.
B Tacito -ricorda aJì<~ora, ehe nella LH1,ltaglia fra Romani e < :erma.nici ncllla fore.r,;ta rt'entoburgica si ebbe a, deplora.re la per<lita di tutto il materiale di medicazione e d.i :fasciature, di cui era.no dotate le legioni.
Plinio il gi0Ya1rn, nel panegfrko di Traiano (Cap. XIII) pa.rla del « oonforto d'incora,ggia.menti e cli soec<H·si prestati tLi soldati m::i,lati e a,ffa,tic,1,ti >}. <( ()lii mette maggior cura -di voi, escrlama rivolto all'iÌnperatore, nel consola.re gli fitanchi, nel porgere soccorso agli infermi? Siete voi mai tornato nella vostra, tenda prima di aver vìsitat,o qUf~lla, dei vostri compagni d'arme ? )). E , come già Ale~sandro lVIa,gno, per fasciaré Lisinì:woo si era P:rivato del ùiadcma regale, così egli un giorno non esitò a sipoglia,rsi delle proprie vesti ed f~ tagliarle in striscie pet1· farne bende a.i feriti.
Marco Ulpio T,ritone fu imedico ed amico di. Traia.rio, e lo accompagnò in tutte le spedizioni guerresche, compire-se qùeHe cont11·0 i Daci, di cui scrisse i Oonimentari. Dai poehi frammenti. a, noi rimasti si può P"-'esuimere che· questi contcn~ssero la, nar,razfone

delle gesta militari, a complemento dellla storia soritta dallo stesso l,mpc1·aLo,1·e, oon speciaJlc rigua~d-0 ail.le particolarr-ità etnogra.fi.che e naturali delle regioni conquistate, cosi come Gtcsia, medico di Alessandro i,l Grande aveva. un tempo compilato la storia dell'India e della Persia. Ed anche in questi Comrnentari è messa in piena lnce J 'opera Ulllla.11ita,1·ia d<"l .m3gnanimo impera.tor<" verso i malati e feriti in guerra,.
Parimenti Dione Cas,sio (68,8), nella na,rrazione della battaglia di Taipaie, riferisce che T1·aiano improvvisò bende con la propria tonica,.
Una se~ione del meraviglioso ba,sisorilievo della colonna, coc]ide eretta in Rm.1m nel foro Traiano, già da noi procedentcmente 1·i. corda.tu, e sulla quaJe è eternata .la, storia plastica delle eroiche sue gesta nelle guerre daciche, ci documenta, le sollecite cur,e che bi appres.tavan<> ai feriti in combattimento. La .colonna 'l\c-aia.na, è un docnmento storico di alto valore, per fa, Rtta fe<foltà, ed esattezza., della 1prima e seconda gue,rra, dacica e si può cm1sider::w,c un vol unien figm·<.1il,o ù1 stele co11l,i1tu11,tìvu,, r·ìo..-~o <li t-"Pisodi di a,lta e nohi.le commozione, di fecondo pathos) che illnmin:-1,110 di ~impa,tica, pietà più i vintj che i vincitori. Ohi vorrà, prendersi lo s _ vago di esaminare con qualche a,ttem,,ionc questa, grande su:ile, che S01'ge da ,piedistallo -ornato di magnifici trofei e po.eta lungo la spi, raile un fregio lungo 200 metri aJto l metro circa, composto di 2500 figure, un tempo dipinte coi più svariati colori, non a,vrà difficoltà di .scoprire nel fato occidentaifo 0 [)recisamente nel sosto ~i,rone, r·irprodotto con 1m-0 stile eminentemente espressivo e nat.nralistioo, un ipost-0 di medicazione per feriti (fig. 20). Nel centro jnfaUi vedrà, un soldato colpito al braccio si.nist1·-0, sorretto premurOf;a,nentc sotto le a.scell~ <l:i, nr1 commilitone, mentre un altro compa~no soi,iti~ne l 'a.rto leso con una. ma,nov-ra che diino,-trn mu:i, certa attitudine cd esperienza, nell'assistere i colpiti. Vicino a questo gruppo, a destra, il mcdioo a.rmato di gladius, sta fasdarnlo la coscia òest1·a ad un soldato ferito. Come iè espressivo l'atreggianrnnto di q1H:>1-1t'nltimo, che posa, con dol,ce:;,;za la mano fl~Rka, sulla spalla di chi lo soccorre con tanta sollecitudine ed amorevolezza, quasi a testimoniare· la piena .fiducia, in lui riposta,!
Anche Siparziano nell"Ili.'ltoria A.ugus·la, na,r,ranòo la vita <li
Adiriano, ci riferisce al cap._ IX che l'imperatore era solito visit.9re i suoi soldati, malati e fedti, n~gli accantonamenti (in hosv·itii8).

Ammia.no MarceHino, ailtro storico che merita una g,randc fid11cia,, avendo seguito Va.lentiniano nelle Gallie ed in Asia Minore, i.:i òferisce nel Rerum gestarum (libro XXXI) che l'im.J()erafore nel :17r; d. O., trovandosi suillc rive del Danubio, fu colpito da insulto :11popletti.co e che a stento potè trovarsi un medico che venisse in
Fig. 20 - Posto tli medicazione delle legioni 1'omane nelle guerre tlaciche. Sezione del bassorilievo della colonna Traiana (Roma). Meclico militare - a destra in basso - ohe fascia la, coscia. destra ad un soldato Jerito, mentre nn altro Roltla.to - al centro _ con lesione al b1·accio sinistro attende soccorso.

suo aiuto, avendo egli con ma,gnanima generosità distribuiti tutti i sa,nitm·i negH ·accantonamenti per a.sFiisterf\ i .soldati malati e feriti ( qu()d eos per varia sparserat). Lo stesso scrittore nel libro XVI ci ricorda un medico militare della, gua,rnigfone di Oosta,nza, :1, nome Doro, che divenne in sf>.gnito centurione ncl 356.
La,mpridio nella vita òi Alessandro Severo (cap. XLVII) ci rammenta che anche que~t'imperatorc non manca,va di visitare i sol· dati malati nelle loro tende, compresi quelli di infima condizione (aegrotwntes i7we 'IYisit(liv.ii per tentorfr.t 1nilites _ , eticmn 1 .tltimos).
I 11011.1· .. pn,nide l'esercito di cani speciaJi, ù<>tati di apparecchi di ~rn,pcrtt-;ionc (carpenta) per il trasporto <lei malati ,e foriti più ;..:·1·nvi Jt<'i luoghi·(li cura. o nelle città,, p1·esso le famiglie più fa,col1 o~l', 1c qua.Ii ricevevano un'indennità, tanto nel caso di guarigione d1 .. di morte (re<Irlen 1,; irnpencl'i,a <J'twc fecissent) sive comialwissent) sioe pe1vi·i1,;scnt). Questi carri, nena loro :struttura il.'U<.liJnentaJ.c, ,1·.appresentano nn me:r,:r,o di trasporto ·pei ma-lati e feriti in guerra n.lquanto più perfezionato dei carri usati per la prima volta dal ~uogotencnte di Cesare, Labfono, già menzionato. Ma bis<lgna, g~un·· gere fino al VJ sec<>lo, all'epoca dell'imp,cro d'Oriente, .pe1' kova.re un'organizzazione più pc,1•f.ctta ,nel1lo sgombero del cu.mpo <.li battaglia, qu:mclo l'imperatore Maurizio costituì un corpo sped ale òi cava1iel'i, che pr,esero il nome di deputati o delegati fuori quadro, e che possiamo paragon::i;re ai nostri a.iuta,11Li di sanità. Rsi:;i sèguivano a b1·cve dist.an½a, la coorte, a.Ua, quale appa,rtenev:in-0, p Pl' venhc in .soccor·so dei feriti e -dei ma.lati e prr rimettere ,1. ca.Vallo coloro che caidcvm10, rkevend<> un'indenniti\ per ogni sol{lato che rius<:iYn.no a ~1,lvare.
Rd è necessario aneora 3Jl'riva,1'c }~I IX se.colo, .all'imperatore J,r0one n :B'ilosofo, per ri.scont, ra.re nna wigJiore 1~ più organica ~if-l temazioue di q_uesti deputati, che furono accrei;:ciuti di numero, e per a..vere più p,recis-e notizie snJle loro nttrihuzioni. N eJl trattato .~ulla Tattica, (cap. I , IV e XII) lo stesso Leone riccwòa che « la, funzione dei ùepntati è di cSegnire l'esercito in battaglia., fuori rango, per raccogliere e curare i feriti. Il gene,ra.le · ne disteilmirà, 8 o 10 per l<~gione dietro ogni Ii11ca e li sceglierà, a.-gili e 1·obust.i. Rssi si collocheranno senzà armi a, cento passi indietro, a.ffinchè i soldati colpi.ti nella, mischia, i cavalieri shail:r.ati di sella: ed in<>,n,pa.ci a continua.re il comh}1t,t.i,mento siano portati via da loro, e non si veda.no questi vafoMsi, calpe,stati ffa.lla, seconda, linea,, soccombere ane pl'oprie ferite per assenza, di cnre. Per meglio assolvere il loro compit<>, si muniranno <li due scaile, legate a- destra, Nl a,

~inistra, del ca.vallo, e ipotranno così far saliire due· foriti alla volta. Avr.a,1rno cura, ancora di port~ùl' ~eco d,ell'acqua per rianima.re j feriti ehe avessr,,ro per<'lnti i sensi >>.
Leone pa.rfa inoltre dei doveri de.i <>oma,ndanti gli eserciti in ra,ppmto alla .~;n.lut·e delle t,rnppe, e 11ell'ultimo capitolo, come appendice, ~~pone cou chiarezza, c prccision(!, qua.li debbono essere fo fun:r,ioni della mr-ilicina milita.re : << :&lsa,, scrive, si deve occu-
1111,1·(: delle ferite che sono prodotte <falle piet,re, da,i giavellotti, , 1 da. a.Jtri ,corpi contundenti d~lla st88sa natura: dev(:l tener pronti I ,it ti i medicamenti necessa,ri a combattere con le sue a.rti le ma111 tt ic, che sono prodotte dal fred,clo, dal ca,1do, da.Ila fatica., da.ne tl(··que, dai luoghi, -cla.l clima, dall'agglomera,ment,o, dalla t1·ascu1·11 I Pzza, dellla rpnli,r,ia, perso11aJe, da,Ua- cattiva, alimenta,,r,ioue, dal.I ':l<lmso di frutta, e da, a,ltri inconvenienti della- stessa specie ». I ' ,tee quasi in queste righe di scorre,1'e il somma.rio di un trattato 11,nrlerno di igiene militare!
Ma (Jnanti secoli debbono a,Ilicora a,vvicenda,rsi prima, che, ati l'a-verso agli 01·dini 1·,eligiosi e eavaJlereschi, germogli quel conc(•t(o di umauitù verso i malati e feriti di gue,rra, alleati e newki, , ·lte c-0ndurrà poi tutte le na.:r,ioni aJla. convenzione di Ginevr~~ !
III. 01tGA~IZZAZJONrn Df-0[ MEIHCI MILITAltI NIDLJ.'Umrn: Itl•JCLUTAMrnl\TO, UNIFORMI, STRUMENTARIO, LUOGIII DI CUÌU ecc.
Uol JH'ogrcdire dei te-inpi abbiamo notizie sempre più sicure ,•d atfondibili sui rneclid milita,d. Il gi_ureconsulto Tarrunteno ra1 ('t·no, che visse alla fine clel II secolo cl. C., comprende i medici dell'esercitò ka, gli im•1nwnes) ossia tra i soJda,ti privileg·iati, esenti ,Jn.llc dure fatkhc del campo. Un'ordina-nz.a, di Antonino Pio ri,:.!·nnrda il medico ,militare della 2." legione, il quale viene esimtato da, quaJurn:pre crtrica civile per tutto il te,mipo in cui servirà Io ~iato. E con rna,ggiore pred.-;ionc di dati Erennio M-0destino, giur·econsulto, che fu console nel 228, enumera fra i_ citta,dini che' g·odono· intmunità., i medici miliia,ri (rned'ici mikliim) : nel libro IV del Diqesto, li assimila agli uilldali ed a,i soldati, che pe,r motivo di servizio sono obbligati a. la-Fidare noma, ed a.i (Jna,li tale as·F:enza, non deve tornll,re di alcun nocumento.
Ma una, vera e prop,ria sistemazione dd medici rnilitari nell'P.sercito ,romano non si ha ehe sotto ·l'imperatore Ottaviano Oe,;a,n: August~, il qua le, dopo la, hàttaglia.- d 'A:r,io, 1·io1·ganizr.ò le legioni t•raisfonnandoJle in permanenti. ]~gli. p1·Ppose al governo d<>lla città nn pra,efect•tt8 urbis y che aveva, a cliS1posfaione : tre coorti urbane (cnhortes 11rbanae) òi circa 1500 uomini cia,scuna, pe,i· il mantenimento dell'ordine p11hblico, una spocie di picchetto a,rma.to in permanen:r,a; sette coorti òi vigili ( cohorte:s dgil1.1,?7i), ima ogni due rioni destinate all'estin:r,ione degli incendi ed al ser-

v1;1,1,o <li pubblica. i-:icrnrezza; tr,e coor,ti di ,pretoria,ni (cohorle8 JWflloriac), vora guardia imperiaJle, alloggiata presso la porta del Vim.i11rule, ~el Ca,stro Pretorio. Oltre queste .coorti furono dei-:tina,tc in Roma truppe ausiliarie .formate da elementi stranieri, òa popoli cioè sottomessi con le ,:1irmi od annessi in qualit.".1, di alleati dai Romani, con l'obbligo di fornire dei contingenti; questi reparti furono in seguito sostitniti dagli eq11,ites singulare8, trupp::1 di ca.vallel'ia scelta, senza distinzione <li na.zionaHtà,, che faceva pa.rte delle coorti pret()ria1w.
L'imperatore Augusto "Stabilmente a:::;segnò i medici militari a queste varie unità, iil(p1ad1·a,ndo1i nei r,epa,rti. A questo primo riconoscimento ufficiale di un corpo sa,nita,rio deve aver avuto non poca influenr.a l'archiatra Antonio Musa, già medico di Giuba II, re della. Mauritania, il quale era. 1·im,cito n, guada.gm,.rsi la fiducia inr-ondiziona.ta . dell'im1pe1·a,tore per avc,rgli. salvato du~ volte la vifa,: nna v-0Ita nella, hatta~·lia ,ili F.ilip,pj. facf'n(lo]o allonfana,re daJl campo ,pochi momenti prinuh che Bruto e Ca...~sio si fossero pL·<.--cipitati srnlla sua ten(la, crivellandola, <li colpi, trucidarlo; una sc-eonda volta, nell'anno di Roma, 371, al ritorno daJ.la Spagna <falla, spedizione. oo.nt1·0 i Ca.nta,lwi, a,venddlo g·na,rito da un'eipatiLc con l'uso di a.e-qua, fredda (intw? et extra), bagni e docde e decoUo <li lattuga, metodo appreso dalla seuola ,di Asclepiade, in luogo .dei topici caldi che e1·ano stati fino . allora proocritti infruttuosamente da altri medici. Qu~to t,1·a.ttamento fu 31p,plicato più ta,ròi dallo stesso .Musa al nipote d'Augusto, ,l\'1::troollo, figlio di Ottavia, ed aJ1chc i1l :poeta Orar.io si sottopoi,:e a. simili curf': lasciando le ~que di Baia e a,ssoggettahdosi in rpieno inverno a doccie fa· .c,dde (geUda unda). Secondo Svetonio, Angusto sarebbe stato affetto da sciatica (femure et crure sinistro non perinde valeba-t ut saepe o-ticim inde cla,udicMet), e fu curato, da, iMusa a me,,w,o delFoi<!,foa.zione. Ce.,<:;arc Augusto per Ticon0Rce1w,a, concesse a.d AJntonfo Musa l'anello d'oro, insegna dell'ordine equestre senatorio, oltre 400 sesterzi e il diritto di dttadina,m,;a romana e da liberto lo elesse {trchiatra; mentre il popolo gli eress,e, a sue sp,e8e, una statua aocanto a quellla di Esculapio. Da a.llora la medicina divenne una professione on01~evole e libera.le, tale da poter 1 •aggiungerf': la, n01mina di se,nwtore, colla quale si otteneva l'esonero dai ipa,gamenti dell'imposta sugli immobili, che el'a indicata col

11u111c di collatio globalis. Ed, a dcUa di Plinio, la medicina co111i11cia in Roma imperatoribits. imperare. li'ra, i medici militt.1Jri così rio-rganizzati ,daille con,.;titu,t-iones d1·I· divo .Augusto non esisteva, akuna gerarchia, ma tutti gli ap11a,L't euenti ad un medesimo corpo avevano lo stesso grado. Si fan·va, solo distinzione tra i medici d~lle vairie unità.: co.si vi erano i ,ncdù.ri lcgionis) in l'a,gione di 21 per cia.scuna, legi-0ne; ognuna di q ll(;ste, composta di 10 coorti, comprendeva circa 7,000 uomini : la JJl'ilua coorte per-ò era cO'stituita, da 1.105 fanti e 132 cavalier.i, 111entre le alltre !) erano compo.ste ciascuna di 585 fanti e 66 ca1·:1 lied. Ad ogni coorte era assegnato un medico (mcrlicus cohortis) P,d a.Ila prima, per la forza più considerevole, ne erano destinati d 11e. Per le 1più urgenti necessità, ,di soccorso pa.re che le coorti dei 1·ig-Ui disponessero citu,cuna di 4 medici. Finalmente ebbero un 1ncdico per cias,cheduna, le ooorti pretoriane, le urbane, gli squadroni della cavalleria (alae equ,itiirn), le truppe a.usilia,rie (cohorles ozw:ilia,res), i reparti voilontari (cohortes civ'iurn rornanorurn) e gli equ'iles siiig'ula;res. I nomi d~i medici milita,ri, che ci sono ~t;a,ti tramanda.ti da.Ile poche iscrizioni funera,rie rinvenute negli N.'.-1,\' i a1·cheologid, r·hmltano, in pr,evaJenza di origine greca; ed a qnesti l'imp,eiratore conoesse !la cittadinanza. Di regola, i medici delle legioni dovevano, (.,.~sere per legge di origine rorru.w:uL: quelli 1 l,egtli a.Uri corpi potevano, rupparlenc1·e ad aJtre na-zioni od essel'C ::;chiavi affra,ncati.
Tutta l'organiz,-,azione deil servizio sanitario in guerra era af(idahL a,d un ,medico capo, il qm1le, se .!. 'imperatore era presente, era lo stesso suo archiabra. Riguardo alla, disciplina, i medici militad dipendevano uniieamente dal prefetto del cam1po (praefectiis castrensi8), e in sua assem.:a <lai tribuni delle legioni. ~'anto per il gra,clo, quaitto per lo stipendio, esRi erano parificati ai principciles) ossia ai sottufficia,li, ma pur eHsendo graduati, non potevano mai a.ssumerc òomando mi1ita,re e quindi essere promossi ufficiali, ment,re taJle ·concessione era fotta ai contabili (scribae) ed a qualche aJtro. Così, nel libro delle tattiche di Claudio Aeliano (100-140 d. C.), i medici militari sono assegnati alla categoria, dei princiva,le.c; come ufficiali non combattenti.
L'inscrizione di nn monumento delila II coorte dei vi_qiles decliea ta, a Caracalh1 fa. menzione dei militari che a.ppartenevano a quel reparto di truppe nell'ordine seguente : centurioni (c3pita-ni)

p,~cretti, sottoprefetti, principales .(sottufficiali), 4 medici. Fra i (pl"ill>Cipales ·erano pure COIIllp·resi gli specialisti del genio (architecti iper gli a,Iloggia,menti e libratores per ila provvista, del.Le acq1:e potabili), coadiuvati da,ll'aqu,ilex che vigilava sulila ca,ptazione delle sorgenti e dal canaliclarius che sopraintendeva all~ condutture. I
rnusica,nti (tubicines, hticine8) bncinaf;ore8, lenciruilores , cornici. ne,si), i caipi del maneggio (ba8itica eq"uestri8), i vari porta insegi1,e (aqnil-ifer) signifer) ùrnaginifer, 1iexillari1i,R ,ecc.): e tutti avcva,no diiritto al doppio stipendio. I medici militari erano infine esentati drul .servizio di .guardia e di quartiere, 11è pN•IHlevano pa,rte aH ira, ai combattimenti.
Nel lJigesto (llibro IV) si parla, di un itts re8Ut-utioni8) per il quaJe il medico militare veniva, indennizzato dcllla perdita o 1frl danneggiamento della, rSua proiprietà per tutto il tempo in cui prei;;tava servizio prc:>sso le legioni mobilitate: questo diritto fu limitato da A lessaJ1drD Severo per il periodo di un anno e fu .,.steso da Gordi:mo :i, 4 a.mii. Nel codice Giustiniano (lihro X-G3) è :::;tal,iìi Lo ancora che i1I medico lcgionairio fosse esentato -<falla pr,estazione di f[)Ubbliche 01pe-11e •e: da qim.Lsial'li obbligo civile durante il servizio di· simipegnato presso gli ·eserciti. Più tardi, a detta di Svetonio, venne anche dispensato dal prigamento deHe imposte.
La carriera dei medici nell'esercito incominciava1 a. 20-21 a,n!ti, ma il servizio effettivo non era, loro imposto che in tempo di guena. La durata del servizio nòn è esattamente conosciuta: da, iscrizioni fnne1'iu·ie, come avremo oocasione <J,i ricorda.re fra b1·evc, ci 1t·i. suita che due medici morirono dopo soli cinque a,nni dal loro arruolamento, mentre altri due erano a-ncora in servizio rispettivamente alla tarda età di 72 e 85 anni.
L'a~si ste.m,a dei medici militari :fu dapprima, gratuita; pìù ta,rdi IJ)ercepirono uno stipendio fisso ugn::i,le a qnelilo dei principales) che veniva p 1 relevato dalle ca,si,;,e dello Stato o dai tributi delle nazioni sottomesse. Sotto Cesare l'assegno :fu di 225 dena,ri, sotto Domiziano di 300 e sotto S,ettimio S<lvero fu di 500 all'anmJ, con vitto grat11ito. Pa,re che lo stipendio dei medid pl'etoriani :fosse molto più elevato, fino a [·ag·giungere i 700 denari. È incerto se i medici militari pereepissero ancora una indennitù, professionale per a,cquisto di stn1menti chkurg'ici, medicinali ecc.
Però non dovevano 1·iceverc alcun compenso da.i soildati, e l'assistenza. sanitaria doveva essere a,ssoluta;mente gratuita. Un l'e·

Nnitto del llI secolo d. t. <lell'impe,ratore Anrelii:!Jno, per rcpri1111,,·e gli t1busi, che forse erano allori:IJ tutt'altl'o che rari, prescrive i II modo categorico e ta'$sativo la cura gratuita (a m edicis 1nilites ymlis nwrentur). D'altnt pa,rte Tazio ci ,riferisce r,he i medici milil.a,1·i erano autorizzati a.d eserci.tarc la, pro.fessione anche p,resso IP l'amigliP- civili, nel qua!l caso ricevevano un'adeguata retribuzione.
La fanteria, romana ,era _ costituita da.ila fanteria pesante J rapp r·Psentata dai principes) cioè da.i soldati più aJ1ziani della legione, da.gli ho,sta,ti) formata dai più giovani ed i:trma,ti di. asta e dai pilan,i o tr,iari) a,r,mati di pilo che costituiva l'a,rrna, na.ziona,le ed erano sdliera.ti in un terzo <lrdine. Vi era inoltre una fanteria leggera •· ,ornposta di 'vehtes) diferentari, rosari ccc. lhmitù, tattica, nell'eserdto ,romano era la. legfon e, la cgmle era, • ·e imposta, dai triari J principi J a8tat'i · e 'VeliU. Le prime tre cate1,.;'orie erano dotate di a.-;te e di .armi. da, getto ed av,evano per difesa I '<•lrno, 1ta cora,zza, -e lo, scudo; i veliti inve<'e non avevano corazza <·d erano a,rnrn,ti di daga, e giavellotto. L'unità, minore della le-. g:i1..me era. costit-q.ita, <làl nw,nipolo) che corrispon{kv~1 arpprossimaf i rn,mcnte a-lla no~tra eompagnia di fante:ri.a; il manipolo fu ~ost.ituito <la Mai-io con la cuur·te equivalente al nostro battaglione.
Il cornba.ttimerito wniva, ini½iato ·flai V1"1iti. 1-1d1fon~ti in prima, linea.,, mentre i triari erano dis[)osti nell'ultima,, come la fanteria più scelta, e rrnpprese-ntavano la riser·va. Al coma.ndo della, legione era destìnato un legato J a. quello della coorte un pretore) mentre i'I manipolo e1·a a,Ila, dipendenza, d'i un centwrione.
Come i G,rcci, a,nche i R{)]nani. ebbero scarsa dotazione di ca, ·.dleria. ooH un 1·c11xtrto di treeento uomini per ogni legione, al co111:nHlo di nn. praefectw; eqnitnm. 1~olibio, vissuto alla fine del II [',,ooo,lo a. C., nel libro VI delle Stode, ci dà un'interessante e minuta descrizione deille istituzioni miliitari det R,orhani. in ,nupporto specialmente al reclutamento cd :1.H',e,quipwggiamento.
R.itenialJllo degno di qua,lehe interesse per la stùÌ'Ìa, <lfllla meclkina militare romana ,rjp,rodurre i passi più ÌIIl!Portanti: << Poiché i Comizi han nominati i oonsoli, egli narra,, crea.no i t:ribuni mi[itari in numem di quatt01·dici fra <1ue1Ji eh~ sono già drn1ue a.mii sotto le armi, ed a questi a,ggiungono dieci altri che vi sono dieci anni. Del ·resto vengono i ca-valieri obbligati a mili-

t:1.t·c ùieci anni cd i fanti sedici, sotto l'età di 46 anni; da quelli in
J'11ol'i che sono censiti meno di 400·drammc, i quali omettonsi tutti, e riservansi per uso della marina. Che se il caso è urg,entc, i fanti ancora dehbono servire vent'anni. Un impiego civile non è permesso ad alcuno d'assumere prima che abbia. comrpiuti dieci anni di milizia. Quando i consoli sono per fare la coscrizione dei soldati, destinano al popolo il giorno, in cni devono present,arsi tutti i Romani che son-0 in età atta a,lle armi; e ciò isi fa ogni anno. Venuto il giorno, e giunta in Roma la giovèntù atta a combattere, e raiccoltasi po.scia nel Campidoglio, dividonsi i tribuni più giovani, se- ! condo che dal popolo o da.i consoli sono stati creati su quattro parti; ipoichè la generale e prima divisione delle 10110 forze è in quattro legioni. I qu::i,ttro che furono ,prima,. creati a,ssegnano alla, legione che chiamano p,rima; i tre che seguono alla seconda; i quatt,ro c!-te vengono appress-0 aUf!, terza; cd i tre ultimi alla quarta .... cc J;'a.tt1:L Ja distribwàoue ed elezione dei tribuni in modo che tutte le leg·ioni abbiano nn 11gu:1l nnrnero di com,1mlanti, l'uno dall'aJ.tt··o separnti seggono secondo le ris1pettive legioni, traggono a sorte le tribù ad una ad ima, e chiarna,no a sè quella cl1e è loro t&.cata. Da questa, 8iCe1gono qua,Ltro giovani, eguali a un dipresso d'età e di cor·poratura. Poìchè li hanno a.vvicinat i, i primi tribuni fanno la ~celta della prima legione, i secondi dellà seconda, i terzi della. torza,, e gli ultimi della, quarta .. Appressa.ti poi a.Itri qua.ttro, fanno cernita i prhni di quelli della seconda,, e così di seguito, e gli ultimi di quelli del!la, priima,_ Poscia ne accostano altl'i quattro, ed i primi levano quelli delh1 terza legione : g'li ultimi <Jnelli della sooonda. E così facendo sempre di questa ragiÒne la scelta in giro1 pigliano JPN· ciascheduna. legionP, uomini della medesima corporatura. Eletto il numero chf\ han divisato (e questo a.scende a 4-21)0 fanti per cia,scherluna legione, talvolta a 5000, ove apparisca un maggfot· pericolo), anticamente era.no soliti di scegliere per ultimo i cava,lfori dopo i 4200 fanti; ora il censore ne fa da principio la elezione secondo il loro e8tim-0; e ne formano 300 per ciascuna [egione.
« FJnita la coscrizione nel modo indicato, i tribuni iI'ai<'.Colgono gli eletti d~Ue rispettive legioni, e, presone da tutti nno che è il più ae(:,oncio, gli danno questo gium.meuto: « Uhhidirò ai miei superiori e farò i foro eomanda,mcnti, .secondo la, mia pos1m )). Gli altri tutti ad uno a<l uno vengono innanzi, e giurano significando che

faranno ilo stesso che il ,JJ)rimo. Nel medesimo tempo i consoli avvis,mo i magistrati delle dttà allleate d'Italia, che vogliono seco loro 111ilitaire, additando ad essi il nurner·o, il giorno ,e il luogo, in cui hanno a coimpa:ri,re quelli che .saranno destinati. Le città, fatta la scelta e dato il gi.m·atmcnto nella guisa, testè riforita, spediscono i 10 1·0 aggiungendovi un comandante ed un cassiere. A Roma i trihnni, doipò il giuramento, stabilito un giorno a.a ogni legione, ed 1111 luogo, nel quaJe presentar devesi senz'armi, ]e ]j_cenzbno. Ve11uti nel giorno prefisso, eleggono i più giovani e i più poveri a veliti) quelli che a questi s'approssimano ad astati:, conforme li d1ia,ma.no, ]a. rpiù florMa gioventù a, prinoipi, ed ;i più vecchi a t;riari : che tali e fante sono presso i Romani le differenze dei nomi, nelle mod,o ·età e nelle seguente : i arrnra,ture in o11ni legione. Si distribuiscono nel più vecehi e così detti triari sono 600; i principi l :JOO, Hd ::i,ltrettan ti gili astati ; gli a.l tl'i ed i più gi ovr~ni lanciatori (veliti). Ove siano .più di 4000 nella stesi,;a pr,op,o,rzione, ]i dividono, Lranne i briari eh~ sono semrpre eguali. cc Ai più giovani ordinano di ,portare spade, lancia, ed uno ~cudo leggero, <lenomina,to pa,rnu.t. Ì•~ la, pa.rma solidamente costruita e di grandez:,;a sufficiente per riparare la persona; poichè ha, fa, figura rotonda, e un diametro di tre piedi. Oltre a, ciò, ornano loro il ,ecapo d'un elmo senza, cresta ,e dmforo coperto talvolta di pelle di lupo, e di simil cosa a difesa ed a distintivo a.flinchè !l'endansi palesi ai duci inferiori, quando avanti, le insegne con valo1·e o a,ltrimenti combattono. Il da,rdo dei veliti lia comunemente il legno lungo due piedi e grosso un dit,o; là, punta è lunga, un palmo,· e tanto sottile cd a,:ffilata, che necessariamente dopo la iprima lanciata si piega,, e non rpuò es,sere ,rimanaata dai nemici; che se ciò fosse, diverrebbe una freccia ,rcdp1·-0ca.
« Ai socondi per rispetto all'età, denominati asta.ti, comandano di portM'·e l'armatura, intiera. È il'armatura intie1·a pl'imieramente Jo scudo, lawgo due piedi e mez7,o nella superfidc convessa, e lungo quattro ipi_ edi: il maggiore ha un paJmo di ,più. È congegnato di due tavole unite con colla, bovina: ,l'estrema superficie è avvolta in tela e poscia in cuoio di vitello. Nelle parti superiori ed in1'eriori (lella, circonferenza ha <>sso una p1mitra di ferro chP- ilo clifonde dai oolipi di taglio, fa :sì che impun_ emente può poggiarsi a tena. Vi è pur adattato un centro òi ferro, che 1o salva dai colpi violenti di pietre, di Ia,nce e di qua,lsivoglia altra forte saetta.

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« COlllo f.;<?,udo han 1Ja, spada, d1e adagiano alla ooscia destra, e chiamano spagnuola. Ha questa una pùnta cocellente, e taglio gag1liardo da aanbedue Jc parti, poichè forte ,e soda, è la sua lailna.
Aggiungansi due spiedi (pili) ed elmi di bron7,0 e stivali. Gli spiedi f.!Ono parte grolilsi, pairte sotti.li, ed i più compatti, quali rotondi del dia,metro d'un palmo, quali quadrati drlla stessa misura ad ogni lato. I sottili rassomigHano a mediocri lance da caociar cinghiali, e li iportano in~i,eme eollc amddette. 11 [cgno di tutti qt1esti è lungo tre cubiti. A ciascheduno è att.accato un dardo di feI'['O uncina,tD, eguale al ma,nico in lunghe7.Zn, .... Dopo tutto dò fregiano l'elmo d'un iperma,cchio e di tre piume ritte, purpuree o nere, lunghe un cubito ; Je qua.li, essendo aggiunte alla cima insieme colle altire ar·mi, l'uomo ap[)arisce jj doippio maggior di sè stesso, ed U suo aspetto è hello e spaventoso agli avversari. I più ,prendono ancora una la,mina di bronzo che ha dodici dita da tutte Je iparti e la .pong<HlO sul petto, chiamandola gua,rdacuore; e eosì compiono l'armatura. (.Juclli che sono censiti oltre 10.000 dramme, in luogo di guarda.cuori, a.gginngono a11Je altre armi corazze guarnite di uncini. La medesima guisa d'airmatura hanno i pdncipi cd i trial'i; se non che, invece di Elpiedi, i. triari .portano lanee. << Da ciascheduno degli anzidetti generi, eecetLo clie dai più giovani, eleggono dieci caposchiere) secondo il merito del valore, poscia fanno una, sccJta ò'aJtri dieci, e tutti questi ruppellano caposchiere, dei quafti il pid:mo che fu eletto siede nel consiglio. Questi ne eleggono altrettanti che stanno nel retroguardo. Indi insieme coi ca,pos<'.hiere divi.don ogni età in dieci <pa,rti, tmnne i lancieri, cd assP.gnano a ciascheduna (Parte degli uomini eletti due conduttol'i e due •raocoglitòri. I lancieri, secondo il loro numero, distribuiscono egualmente fra tutte le parti. E ciascheduna. di queste parti chia,mano squadra) clravpello (manipolo) e inse_qna; e i conduttori, oent11,rioni e caposohi&re. Costoro scelgonsi nei rispettivi · draippelli, f,m tutti i due uomini vegeti e valorosi a bandierai. E due eonduttori fanno p,er ciascheduna squàidra : ragionevolmente; poichè incerti essendo i casi ip che può avvenksi il eonduttore, é non ammettendo i bisogni di guerra pretesto alcuno, non vogliono che il drappello ,<:i trovi senza clnce e carpo. Qmm<lo adunque Rouo presenti amendue, il primo eletto conduce la pa,rte destra del d:ra.ppc]ilo, ed· il, secondo la sinistra .. Che se ale11no <li loro mam:a, quello che rimane conduce tutti. Aman essi che i centurioni non

,-icuo tanto audaci cd avidi <li pugna, quanto buoni oondottieri ed l mperturbabili, d'alto wnimo non per assaltar i:l nemioo intatto, 1, per appiccar la .:,m:ffa, ma,perchè, vinti cziandio e soppressi, 1wn .,·r~dano e muoiano sul luogo.
« In egual modo dividono la cavalleria in dieci squadroni, e 1 .1·,n,ggono da ciascheduno tre capi, i quali da sè assumono t,rc r:..,c{'oglitori. Quegli aJdunq-8€ che fu eletto il primo comanda lo squa{I l'One e lo conduce, e gli altd q.ue fanno l'ufficio di caipodieci, e , · .ltiamansi tutti decurioni. Non essendovi il !Primo, il secondo fa le: veci di caposquadra,. L'armatura dei cavalieri è ora simile a q nella dei Greci. Anticamente non avevano corazze, ma comhat1.ovano in ~arsetto; donde avvenivà che pronti erano e spediti n, bal 1,ar di cavallo, ed a 11.'isalirvi ,con prestezza; ma nelle mischie a g·,rande pericolo esponeva.nsi, poichè pugnavan ignudi.
« Le aste per due ragioni erano lorn inoperanti; primieramente, p('1"Chè facen~olc sottili e tr,emule non poteva,no cogliere il punto :1, cui. ile dirizza,vano, ·e prima che l:-1 pa,rte davanti in qua>Lche cosa si conikcassc, scosse dal movimento stesso dei cavalli, quasi semp1:c si ,spezzava.no. Oltre :1, ciò, skoome le faweva,no senza punta nell'estremità infed-orc, così se ne servivano solo a,1 iprimo colpo, poR('ja rompevansi e non erano di nessun uso. Gli scudi avevan di cnoio bovino, si.milli alle focaoce ombelicate che pongonsi sopra le vittime; e questi non dura,yan agli assaHi, non a.vendo solidità; e ~cuoiati od imputriditi da)Jlc pioggie, se prima eran di malagevol uso, allora, a,ffatto inutili diveniva,no. Per il che, avendo cotali :i,1·mi fatta ma,la prova, adotta.rono presto Ja struttura delle armi gTeche, 1pe1' cui il primo colpo assestato coll'estrffillità anteriore va. a segno, ed f': imdf'mc efficace, ·essendo l'arma solidamente costrutta," e n-on tremula, od ove voltisi, forrno e gagliardo, è l'uso dellai punta di sotto. Lo stesso dicasi degli scudi: che ne,gH assalti da lungi e <la, vicino IMtldi e sicuri sono nell'ni<loperarsi. Conosciute queste cose, si fecero tosto a,d imitarle; ipoichè i Romani sono fra tutte le na,zioni i p_ iù a.tti a cangìa,r costumi e ad emula,r il meglio. (( Così impararono dai Greci a costruir le macchine e gli skumenti d'assedio, e con questi li superarono; dai Oa1rta,gi;nesi l'arte ,li guerreggia,r per mare, e con questa, [i vinser,o; dai. Tirreni ]a battagUa stabile, marciando in falange; dai. Sanniti l'uso dello scudo; dagli .Spagnuoli qnellle delle lunghe lance, ed altre cose da altri, meglio/eseguendole.

« I tribuni, :poicl1è han fatta ·questa. divisione e da.ti cotesti ordini. intorno alle armi, 1Uan<lano I.la gente a. casa-. Giunto il <H in cui ha.n tutii giurato di raccoglier-si nel Juogo destinat,o dai consoli (ed assegna, ipressochJè cia.c:.:cbeduno d'csfli alle sue. legioni 1m luogo separato-; IJ)Oichè a, da,Rcbeduno vien dat~1 una pa1-te degli a,iuti oon due legioni romane), i coscritti si. p,rescntano tutti imma,nca.bUmente, non ammettendosi ~Lltra scusa in quelli che han giurato, ~e non i'ìe cont,ra;ri a,u13pici cd impossibiJlità. Raccoltisi g11i .a.iuti insieme coi Roma,ni, j c<Jma1Hla.nti. degli alleati, proposti da questi., ma costituiti dai consoli ·e denominati prAfetti, in numero di dodici, o'ccuipansi nell'amministrazione e nel rna,neggio delle cose che a.i 111edesimi H[Jpa,rtengono. Costorv dappl'ima. ~elgono ni consoli, da, tutti gli a,11.eati ip1·esenti, i ca,va,lli e fanti più opportuni aJl vero uso cle]lla, .guerra, che chia,ma,no sh'ao,1·(Iina1'i) o vogliam <lire eletti. La mnltitudinc Lt~tta, <lei soci, ,per ci.ò che spetta ai fanti è il più clel1e vol!R- eguale a quella delle l~gioni ,1·oina.nc; ma, i ca, vaJli ,s;ono tre Yvlt.c ta.nto. Dn, ~1uesto jpl'en(lono per gli i,;L1·a1)l'flina,ri, dei ca,rn11li qnn~i !Jn. terza pm·te, df'i fa.uti Ja, quinta,: gli aHri fli victono in due pa<l'ti e ehiarna,no l'una, ala. destra e l'a1tra al::1 sinistra. F\b1.t.c qneste cose a.ùoguatamentR, i irilmni ,ricevono i Romani in un cogli alleati e pongono il campo >> .

P er qmmto ,riguarda, !l'uniforme, secondo le più probabili co11gett,ure, i medici milila,ri dell,a. Roma antica, avevano una divisa simile a, quella, òei . ~olda.ti delle legioni, come ci fa, sicura, testimonianza hl, sezione cli bas.sorilicvo della col<Jnna Trafana, che a.hbian1-0 1·icor<la.ta iprcccdentemente. Indossavano una tnni<¼1 di larn1, che non -arrivava al ginocclìio, e portava.no sopra un farsetto òi cuoio raJ'forzato di metallo, aderente al coI'lpo, con doppia fo,rica, per . maggior <l. f 1 ·esa, . quas1 a ""~t· . ·1momare l a l or-0 \ O!Pera . di 1n spP.nsabilc, e con una specie di collwretto (focale). Avevano inoltre le 'braoo,e o ca.11,oni ricop['enti s,oltanto le cosèie1 ed ai piedi dei caluw:·i, dalle groose suOll,e chiodate (caligae), stretti da, correggie ciJ.e salivano a.I polpaccio. Il capo era, coperto da, un elmo senza, ooprinnca. Come i soldati, el'ano armàti di una -sipaòa (gladius), òaJ.la lama la,1·ga e corta, sospesa, ad un pcnòa.glio (balteus).
I medici milita.ri erano inoltre [J.}if'ovvisti di buste chirm;giche contenenti gli strumenti indispensabili pe1' le prime sommarie me-
<li<·,Lzioni e di ventose metalliche (fig. ~l). Per lo ,più ,era.no a.stucci di bronr.o, qualche volta di avorio; e di frequente, ·sui coperchi dellè liw-.te di maggio1·i dimensioni erarno ceselila.te figure artistiche, e sop1·attutto immagini di E,scu1Ia,pio e di Igea. La, busta ta,scabile di

I I
Il
Fig. 21 - Ventose in bronzo di diverse dimensioni. Alcuni Htr111ncnti di chirurgia in uso p1·csso i R.oumui: asLullcio· llhirnrgico, bist1Hi, spatole, pinze·tte di v:.rie forme.
l;ronzo conteneva un cuochiaio ta.gliente, un raschiatoio, uno o due specilli, una spatolfL ed una pinza. Spesso il medesimo strumento serviva, a, diversi ursi: per esempio, la sonda--spatola, che ad una esbremità terminava, a, bottone ed all'altra a spatola. A titolo di
cnr-iosità, riproducia.ruo una di queste buste chirurgiche di bronzo rinvenuta in un accampamento romano, nel luogo ove sorgeva il valetudinarium (fìg. 22). Gli strumenti in essa contenuti, per la loro struttura, dopo tanti seooli nulla hanno da invidiare ai nostri più !Perfezionati armamentari.
Il medico militare, oltre che di a.stuoci chirurgici, era dotato dj altre 1picco1e buste in avorio o in bronzo a vari scompa,rtimenti
Fig. 22 - Hnsta cbiri'irgica in bronzo di un medico militare romano: a sinistl'a gli strumenti in essa contenuti (soncla-spatola, raschiatoio, pinzetta, specillo).

per· il trasporto di medicina1i, di unguenti e di pomate. La fig. 23 riproduoe una farmaieia, tascabile in avorio, suddivi.."'la in 11 scompartimenti, di varie dimensioni, per contenere i diversi medicinali che dovevaJ10 ,essere di piccola, forma. Questa scatola, munita di coperchio girevole, sul quaJ,e sono .scolpite le divinità di Esculapio e Ige.a, fu ritrova,ta nella chiesa <lel castello Valeria a Slitten in Svizzera : fatto curioso ,è che fu adoperata per molti anni come reliquiario religioso, nonostante vi fossero effigiate dej.tà pagan<>.
, '. assette chirurgiche di maggiori dimensioni era.no destinate a ,,·accogliere strumenti più g,ra.ndi e complicati per [e opera½ioni di più alta importanza; ed altri cofani, a numerosi Rcompartimenti, servivano pe<r contenere più a-bbonda.nti provvii:-te di medicinali, che anche allora erano somministrati sotto forma di pillole, tavolette, trochisd ecc. l:>are invece fosse deficiente
Fig. 23 - Farmacia tascabile a più scompartimenti in avorio a,ppa,rtenente ad un medico ,militare romano. Sul coperohio sono raffigurati Esculapio ed Igea.

la dotazione {ii materiale di medicazione e di fasciature, ed abbiamo già ac,cennato come 1 'imp,eratore 'l'raia,no non esitasse a sipogliarsi de]1Je ve.sti rega1i per fame bende ai feriti.
Ricorderemo infine che negli ,scavi 01p,era,ti in Viminacium nella Mesia, antica 'ci.ttà della Serbia, l'odierna Kostlac, furono trovati in una tomba romana alcuni strumenti assieme ad uno S(;heJletro, a}d un'anfora, ad un piccolo vaso <li v,etro e ad una ciotola, di bronzo.
Tali strumenti erano rinchiusi in un astuccio ciUn<1rico, pure cli bronzo, e le rioerche accurate del Gerzedig condus.s _ ero ad accertare che dovcY.ano _ appartenere ad un chirurgo militare della 7a legione Claudiana, cl1e costituiva il presidio di quella città.

L'astuccio di bronzo, artisticamente ornato sul coperchio, conteneva: B rauteri oliva,li (ca11,teriwn) di diverse dimensioni, i quali veni vano a:d un'esti·emità muniti ora di tig·ulae y specie di çucehia.i destinati a rimuovere èscare, ·pus e specialmente corpi estrand dalle fedte, ed ora di spatolc; uno strig·iley strumento assai im1porf.ante neH'eserci:ào della, medicina. romana, il quale si usava a scopo di massaggio o per frizioni 1nedicamentose, oppure per instiillare delle goc,cc di rnedicinali r:t=>lle cavità, per esempio nel condotto uditivo. Coloro i quali manf\!.giavaiìo tale strumento ·iper massaggio .eraJ10 chiamati tractatores- o jatrol'ivtae, ,qùelU. che l'adope1·a,yano per frizioni erano detti 1tn,r1iwnto,rii. ·
L'af3tuccio conteneva, inoltre : volsellae, v,aile a dire pinzette molto jn uso frn i Roilllani pe,r estkpare i peli ( alipilarii) ; una sonda; un cucclliaino per operazioni suU'orrcd1io e finalmente uno sti/.u,s oil 1rndno.
L'anfora era costituita da una specie di boraccia da campo, la qn;:ile veni.va- ,riempita eon bevande di conforto per il ·primo socco1·so da prestarsi ai malati e feriti. Il vasetto òi. vetro doveva servire all'ignoto medico militare come recipiente da nngmmti ]a, ciotola, di bronzo pe1· stem[.>er-a1·e < -~ rneS<:ola.re assien\e -le va1·ie sostanze medicamentose.
Il Ge,rzedig mise in rellazione questi strumenti ch1,rurgLci scoperti a Viminaciurn ,e.on aU,ri 1·invenuti nei sevoleiri degli antichi Egiziani, e venne aHa cònclusione ..:.~he l'antico a,rma,mentario chirurgi,co in uso, presso i medici militari dell'antica Roma doveva ripetere la. ,su _ a. origine e non essere altro che una trasformazione degli utensili che venivano usati nei saorifici dai sacerdoti, i quali, oome a, .:,:;,no tempo l'icorila.rnrno, o:r<linil,rkl,mente -c>A<sercitavano la, duplice professione di ministri del culto religioso e quella di sanitari, la qua.le aveva, uno stTetto rapporto col culto divino.
Accanto ai templi di Escnla,pio fu rinvenutil, infatti una g,rande qna,ntità di em vot·is, per lo rpiù in tenacotta ed a,ndie in bronzo, i quali in fornta, assai ,prindtiva, 1·a,pp1.·esc.nt.avano le parti cDlpite da mala.ttia, (lpiNli, mani, occhi, nmnnnellc, intestini, cuor,e, ecc.) seg·no tang·ibi1Jp ,iì. riconoscenza, della eonsf'gnita guarigfonf' da pa.rte degli infermi.
Per completa.r-e queste modeste note sulla mNJidna militare della Roma antica, ci resta a parlare ancora dei luoghi di ricovero per i malati e feriti. l soldati che 1presenta~vano affezioni o lesioni di po,ea, gravità ricevevano le prime cure negli accarnpailllenti, sotto Leude; queste erano di pelle, in ra,gione di una per ogni 10 greg'l.u·i : di qui la firase <e sub pellibus esse >> : essere ac,campati. I 1:cHiudoni ne avevano U[la per· ciascuno e gli ufficiali dei ipil) alti gnMli potevano disporne di 1parec,chie, per modo che un'armata di :..W.000 nomini era dota.ta di circa, 2.300 tende, le quali venivano port::Lte a dorso di mulo, e ,raipprcscnta.vano un'altra gran parte delle i. 1npedime·nla. ro11ihio, lo storico giù, citato, nel descriver·c con osa,ttezza l'ac1':LUlipamento romano nei suoi più minuti parti,colari, non fa per i11ilJa me1rnione di un '1nogo destinato al ricovero dei feriti e ma.lati. Nolta,nto c~-iio Giulio Igino, detto il Gromatico, contemporaneo di ,\ ngusto, nel suo libro De rnu,nitionibus ca,slrorwm) i\ il primo a<l :1coenuarc all'esistenza del valetudhiarium) destinato ad accogliere i so-lda.ti iill:fcmni. Questo era, imd,e.me al veterinariurn er<~tto t-mlila kinistra, in luogo molto a,ppartato, lontano daJ Pretorio, ed r1veva per limite intcnno l'a,rnll)ia, via che conduceva alla, porfa, Pretoriana, d1e lo ,s:e_pa,rava dalla fnbrica_ , gra.nde officimt da Cll!lll[JO situa,ta sulla N tessa linea, neJlla ,qua.Ie si allestivano e si prepa,ravaino le armi, gli 11tensili e lè macchine guerresche, sotto la dir-ezione del praefectus fa,broru1n) una spec1c del coma,ndante del geniÒ d'armata. La, lwr,l,:;hezza della via era sufficiente per non ùisturba,r·e la, q uietc necessal'ia a,i ricoverati. Il valctudinario, da, un lato era guardato da una 1parte del cpmrtiere dcl1Je t·r111p.pe a,uRiliarie, ,e dall'altro da tre coorti di esiploratori, éd era costituito in modo da poter essere impiantato e N.1Dontato cçm ·]a rnaggfore rap1dità, e facilità, ogni qua,l volta il duce SU[Jremo fosse stato cost1·etto pe,r necessità tattiche a levare il oampo. Nè mancavano carri e salmerie speciali IJ)er il t1·asporto ,ki feriti daJ luogo del combattimento a.Ila tenda del va.letudina.rio, come pa,re evidente da ailcuni passi di Polihio, di Igino e di Sve1 on:io.
Vcgezio, vissuto' nelia 2a metù, del IV secolo d. G., ci ,riferisce 11 el libro II << De re milita.ri )) che il vnletu.dinariitni a,y,eva1 una,

lunghezza di eirCJa 70 ,piedi e poteva cr·ièovera.1·e fin 200 a.mma,.Ia,ti e feriti, costituendo così un V{'l'O ospedalr da campo. Bra, Rotto l'hnmetliafa vigilanza del prefetto degli aoca.rnpamenti (praefectu,s castrorum), che sorvegliava il trattamento e le spes; per gl'infcrmi e dal quale· dirpendevano medi.ci, infermieri, confa bili ree. : egli era nominato tra i più esperti dopo lungo e comrpleto ti•rocinio « onde b€ne potesse a.mrna1estra.rc altrui nelle em:e che egli stesso con lode aveva, fatto ».
Il servizio sanitario era dfsimpegnato dal mediciis castrensisJ che aveva la direzione del valet11;dinari11,m J seuza essere particolarmente assegnato ad alcuna coorte. Alla dipendenza di qùesto medico, era un certo numero di infermieri (capsarii), così denominati 1pcrchè erano provvisti di una, fai,ca, (r,avsa) , nella quaJ.c erano soliti riporre i medicamenti ed i1 materia,le di medica,zione: e si avevano anche i frintores e gJi unwuenta,rii per ]e pratkhe del massaggio: que.Rto personale non era, iscl'itto a mat•ric<:>la (non costituti in
num.eris ) e, sebhen,e fosse 1•nf:l11taJo tra. gli .schfa.vi, godeva tuthwb, di ,qualche iprivilegio. Vi erano inlìne dei soldati piantoni, comandati ud assistere gli infermi, ed erano distinti col norne di contitbernales.
Il servizio farrnaceutko era. compiuto dai r:1.1,ratores, operis armrLrii) incaricati di , provvedere e preparare i medicinali e le poma,te. Pin~mente pei vari servizi d'or,;pe<lale erano del'.ltin.ati gli optiònes valetudinarii) in numero stabilito, che provvedevano all'alimentazione dei ricoverati ed a, tutte le altre esigen,';e ospeda[iere, corrispondendo prt>sso t1 poco nelle loro mansioni ai nostri ufficiali d'annninistrazione. Questi potevano essere a.-lil,iti anche a,d altre ca,riche miJitari (eontat,m, ie-;;oderi). A dirimere ogni dubbio snll'eRistenza di speciali lJ1oghi di cura presso gli eserdti romani, sono intervenuti gli scavi fatti · nelle località dove erano stati eretti gli a<:rnm,pa.menti. Dail 1887 . al 1901 il Koenen a NovrLesium) presso Bonn, nel basso Reno, mise in lluce nel posto ove sorgeva un ea,1!;1·w11, di legionari, e in vicinanza degli al'loggiamenti dei questori, dietro iJl Pretorio, gli avs,nzi in muratura di un va,sto ospedale, drJJa superficie ùi m. 90 x 50, con camerate, cor,ridoi, cortili interni, raziona,lmente distribuiti e con le entra.te e le U.'3Cite sist,emate in modo da evitare correnti d'aria. Il valetudina.rio comprendeva 36 sale, dell'a,rea ciascuna di 18 mq.,

t·.n,paci di ricoverare ognuna, 5-6 individui e, complessivamente, 200~20 infermi, ed una; 1sala per refoziomi di fironte a11].'ingiesso pil'inci1pale. Gìli istrum.enti medici-chirurgici, che vi furono scavati in grande quantità : pirnr,ettc, specilli, spato],e, ooltclli, iSeghe per H ,mputazione, vasi unguentari, hanno dimostrato chiaramente_ la, d estina.zi-one spe,ciale di quost'edificio.
Nel 1904, a 40 Km. da Vienna, sulle rive del Dainnbio, ove sorg-eva il campo romano di Carwuntu.rn) òa.1 colonnello von Droller fur-0no praticati importanti scavi, mettendo in luce i ruderi di 1m osipedaJ.e m.ilitare, lnll1go m. 47 e largo m. 34, e nelle viciua.nze i resti di un'altra oostruzione di più antica fondazione, dell'a,rea complessiva ctt· 5890 mq., a-0.ibita pure a l'icovero di malati, con HLa,nze che si rup,rivano nei corr1doi ed a,1 oentro mm vasta corte, di 1800 mq., serviva per luogo di soggiorno. Anche in questa . località furOJ10 rinvenuti av~mzi di tubazioni per 3Jcqua e di apparecchi iper riscaldamento, strumenti chirurgici, ed iscrizioni funerarie •ltxììca,(,e a cap::;ari, che confermarono fa, funzione p.wrticolare del l'rLbbricato. FinaJ.rneute, nel 1822 f1 lfaden (Svizzera,) furono scope,rte le rovine d. 'un edificio ,romano nel luogo ove trovava-si l'accallllpamento di Vindonissa, ma con altra disposizione degli ambienti, il che fece suppoN·c trattarsi, più che di un luog,o <li cura,, di un deposito di convalesc,enza.

IV. I Mmmcr MILrrARI ROMANI NELL·'mrrGRAFIA E Nl<JI MONUMENTI FUNEJBRI.
Oltre che daJle fonti storiche, wté non meno importanti documenti sui medici militari possiamo attingere dall'es8Jme delle iscrizioni e dei monumenti funebri che la ful"ia del tempo e deg11i uomini ci ha ancora risµarmiato dopo tanti secoli. In tutte le lontane ,regioni ove giunsero vittoriose le a,quile romane, in Ger mani!}, Austria,, Britannia,' Francia,, Olanda, Svizzera, Romania, Buìlgaria, Serbia, Asia Minore, Africa Settentrionale, ed in ogni parte d'ItaJia, so11:o stati rinvenuti a.va.nzi di monumenti seipolcmli, \\lpeciaJmente delle epoche imperiali successive ad Augusto, che ci hanno tramarul~.to. una' settantina. di nomi di medici mili-
k 1,1·i, l'iparando in tal modo a.Ila, deficienza delle investigazioni sto,riche.
Le epigrafi funerarie che si riferiscono ai rnl dici milita,ri prowngono per kL rna,ggior parte dal Corpiis inscriptfoniin~ latinarum dal Oorp'tts friscriptioniim graecarum) e furono rinvenute nelle regioni più lontane dall'Urbe, offrendoci Ùn'altra tangibile testimonianza della potenza dell'esercito rornano che a.veva piantafo salde ra,dki in tutto il mondo.
Nello studio di questa importa,ntissi~a fo1}te della storia della medicina militare <leìll'antica Roma prenderemo anzitutto in esame le inscrizioni riguardanti i medici delle legioni.
Due e1>igra,fi sono dedicate ai medici a1ppar~enenti alfa prima legione : una s.i riferisce a lVlal'!co Sabiniano quieto, medico soldato della legione p,rima, M ,irwrvi,<1,) che, ebhe i,md e pe1· lungo tempo nel castrnm di nonn : l 'e1>igra.-fo risale wlil'anuo lGl d. C., ed a,l medico è attribuito anche il titolo di. miles) il che fa presumere ehe i sanila,ri del tempo erano certamente dei soldati inquadrati in linea. L'altra iscrizione è dedictLta a, Vittoria Verina, di anni 30, moglie cli Emilio Decimino, medico ordinario della prima legione Adiutrix. Quest'epig,ra,fe fu scoperta nella regione sud-occidentale dell'Ungheria, a To.tis, nella 1locn1ità dell'antic~1 Adiaum, su un sa,rcofago di ma.rmo : tratta,si di 1m monumento funebre eretto da un medi.co milita.r,e aJlla moglie ,che lo aveva seguito a Voorburg, in OlaJ1Lla e oolà era, mortai. L'isi:,l'izione ci rivela un dato molto interessante, e cioè che Decimino, pul' <"' .~RPTHlo solilato in attività, di set·vi,-,io, era ammogliato.
Sà;ppiarno chi> fino da,ll'cpoca ai Settirn.io Seve1·-0 erai proibito ai soldati cli contra,rre- matrimonio, ma, di 62 medici militari, cli cui sono pervenute a, noi le isaizioni funeea,r:ie, 14 risultano ammogliati, con una, percentuale alqua,nto ,elevata,. Volendo tentare una spiegazione di questa s,pociale (')oncessionc cli costituirsi una famiglia (,i'ustae nu,ptirie), si pnò suppor·1-e che, essendo molto dif-. ficUc il 1·eclntamente dei medici, iper invogliarli maggiormente alla, cani era, ':si cercasse di accordare loro le mtLggi,od agevolazioni; o si rpuò anche pPn,c;are che, essendo i nrndici' soggetti ad una ferma, più ]unga, non si potevano loro appltcare tali leggirestrittive.

Dei medici militari appartenenti alla seconda, legione abbiamo rn,ric iscrizioni: una si ,riferisce a,d Aulo Numisio, delhi, II legion~ . I rl.i'11trim; una-, S<.:oipcrta. a Brescia, è d,eclica.ta a Lucio .Celio A,r . 1·iauo, dj a.uni 48, della 11 legione llalica) da1lla ·rnogLie ~<:l'ihonia li'a,ustina. Un'aJltra iscrizione, in lingua, g,reca, 1·invenuta in Egitto nei pressi di Tebe, è oonsacra.ta, .ailht, memoria, di Asdepiade, medico della Il legione 'Praiarw fortis. -8 di qm-1.lche interesse, perd1è reca, la data preci,sa, della, morte : nel decimo. anno di Antor iio, il primo giorno del mese 1Mcchent, cioè il ~G gennaio dcll 'anno
148 d. o. lki rncdid rnilita.ri <'lt>]lla t-e1·za, legione .!111,gusta (:i è giunta notizia (la una c1pig, ru.fe rinvenuta, a Lambése in .A1geria, l'odierna '.l'hirngaq, che fu ila metropoli legionaria romana e che conserva ancora il. tempio di Esculaipio col famoso motto sul pavimentD in mosaico: Ita bonu,s inf;ra) rnclior exi. L'iscrizione funerilll'ia è -dedkata, dalla moglie raptria Vitalia a C~i,io Paviro Eliano, medico ordinario dì legione, che raggiunse l'età di 85 anni, e che perciò si JJUÙ considera,l'e come il decano di tutti i medici. militari dell'a,ntica Homa,.
Altre epigrafi appartenenti ai medici della stessa legione A.:uynsta) :parimenti scavate a Lambése, sono dedicate a, Publio Calvenzio Germa,no, che visse 72 anni, dal figlio Publio, signifero, :·i. Tito Flavio Ita,lo, <la.J. fratello M:aa:-co Clemente, a Tito Plavio OnP~c;iiforo da Emilio 1:<'elice ed a Marco Cfaudiàno, al quale i1l fa·a.tello dedicò un momllÌl.ento funebre.
Fina,lmente nella Ge.rnmnia meridionaJe presso· Ratisbona, ['antica, Castra, n.egina, furono scavate due lapidi funebri appartenenti a due m,.edici ordinari della legione. III Italica,: l'una rigrnu·da Ul_pio Lucilia.no; .dcill'altra esistono ipochi fra,mmenti e ma,n,cf-i. il nome del rnedfoo.
Dei medici militad che prestarono servizio nella IV legione n,hhiamo tir.acce da un'ara votiva, venuta in luce ~L Magonz::1 ,, che rip~·oduciamo nella fig. 24, dedicata da, Antonio Valent.e, medico della IV legione Macedonica) a Giove. Da 0-B~da in Ungheria, l'antica .Aiquincum, I)'l'Oviene un'altra iscrizione de<lic:tta, dalla moglie Aurelia infelidssùna ad un medico ignoto dclila IV legione B'lavia) chiamato da.Ua consorte pientissimo.
Dei medici addetti alla, VI legione ferrata,) a.bbfarno notizia di Tmo deg1i astati, a, nome E.allimorfo,. di,origine greca.

'.l'rn, le iscrizioni che si ' riferiscono a medici milita,ri della vp !legione, è da, riesumarne una scavata a Dobreta, in Romania di dubbia intel'!pretazione, ma molto interessanfo perchè ci fa conosce,re il più giovane medico lcgiorn+rio. È dedicata dai genitori a Marco Valerio Longino, medico élella VII ]egi.one Ola,uàia,) morto a soli 23 anni. Dice infatti l'epig,r::i.ff' che Longino morì prima di
Fig. 24 - Ara. votiva dedicata a Giove da Antonio Valente, ll!edico llell:t III Legione macedonica.

a,ver ,raggiunto l'età legale di un decurione, che corrispondeva allora, ad :mni 25.
Dei medici assegnati aJl'VHI legione Augusta abbiamo notizia òa un'iscrizione, importante perehè in ~sa è specificato il titolo di medieo: è dedicat}1 dai commi.btoni dconoscenti per fa sa.lute ricupera,ta a, Ma,reelJano. ed è ~jtata da Begin nelle sue Lettere <l.i storia di medicina del nord-est della Francia.
Dei medici della X legione .tl.iigusta è riportata da Gudus un' epigrafe dedicata dal medioo Fabio Atilinano, aJl (Padre Quinto Saturio, che visse 71 anni, g.i cui 19 militando nella stessa legione. i:' !
Dei medici in s,ervizio all'XI legione è p,e,rvenuta a noi un:iscrizione rinvem1ta a Kutlovica in Bulgaria, in cui [fra i
11rincipales della Vewillatio J dopo i musica,nti è indicato il nome il,•I medico Aurelio Artemio. Un'altra epig,rafe scoiperta in Kista11j1: in Ungheria, nel [uogo dove sorg·eva l'antica Burnum, è dedi<·11,La, a Satrio Rufo, da Rav,emna, soldato dell'XI legione.
Questa epig1raJe rigumrda un ·soldato del[a XI legione, al quale · 1-:- I i eredi dedicarono umt Jarpfrle funera,ria, riprodotta nella fìg. 25. Non si potrebbe suppo1·,1·e che questo solda-
1 .o .si.a stato medico miI i l,:u·c, se non ci po['ta~-
i-;1· qualche luce il baiSNo1·ilievo scolpito sotto l'iNùI'izione, che r~preN< : 11 La una busta chirurµ;ica fo!'lnat,a ida un aNf:nccio aperto, diviso i 11 due iprnrti, in ciaseu' 1. 1, delle quali sono siN i emati, in apposito K\'..oJnpartime.nto, tre :-:LJ-umcnti chirurgici. A ,-;i11fatn1, si nota un biNLLH'Ì terminrunte in una 1·,:.;tremità a spatola e d ne uncini aeuti; a de:.; f.ra altri due bisturi ed 1111a temiglia, a branche di diversa :lunghezza, che, secondo Ì.,iebls, doveva proba,bilmente 1-;ervi.re allo s·bdgliaJ 11ento dei tessuti. La )·iprodur.ione di uno

~'ig. 25 - Lapide fnnernria del soldato Satrio Rufo, della XI legione, il quale si suppone fosse medico militare dal bassorilievo scolpito sotto l'isori:;;ione, che rappresenta nna busta chirurgica.
st,rumentario'chirurgico su questa ìaipide rende perciò molto ve.roiiimile l'ipotesi che Satdo sia stato medico militare, ed è interes~ante il fatto che egli apparteneva ,a,d una centuria e vi era segnato come semplice milesi senza il titolo di medico.
Sap.piamo che i medici militari delle coorti pretoriane, come quelli dei vigili, non appa,rteneva,no effettivamente alla classe delle centurie, ma eràno presi in forza da queste soltanto per ricevere
- 128 , il vHLo, mentre fa,(',evano pairtc dello stato maggiore delle coorti.
Ed è quindi da, ritenersi .che anche nelle legioni questi medici fossero ~woba.bilmente inquadra.ti nellle cent1~rie. Inoltre quest,-0 monumento funebre è molto interessante, perchè d fa supporre che altre stele funera,rie, nelle quali il defunto è indicato semplicemente come miles leg1:onis) sìamo appartetnute r,ealrncnte a medici militar-i. Nella loro qua.lità di soldati di 1Iegione i medici aveva.no j,] diritto, come ,ricordammo, di ottenere la cittrudinanza romana,, ma, ùome risulta dai loro nomi, nella maggio.rn,nza erano di origine g,roca. L'Hagenlmch riporta infine un'altra inscrizione dedicata a Ma,rc,o Besso Tertu1 io, medico delJ 'XI legione. Dalla, XV legione A7wllinare 1proviene un'isc1riz10ne inoomipleta di un medico d;Alf>ssandria, di cui non cono'!-i·ciamo il n-0me. TT,n'<~pig1·afe ~co1portf1 a Windisch in SvizZ€ra, l 'amtica V'indonissa,, ,1·ig·na,rda la XXI legione Olau,dia, e{l lè dedfoata al liberto Tiberio OJa,ndio Jmno: l'epig1rafe che risale iprobahi.lmcnte al primo Se<:'.olo d. C. è intere,s1.sa,nte pcrchè ci ,rivela, che anche i liberti potevruno essere assegnati alle logioni oome medici senza però essere inquadil'ati Fig. 26 - Lapide fnuemria come soldati ·.u legione. Non vi era però del medico soldato Tito Au- distinzione di grado fra medici delia legiorelio Nnmerio clella legione xxn 1w i·ini,qenia pia fidelis. ne, i quali ;perciò dipendevano t:utti dal coma.ndnntc mili.tare. Dei medici milita.ri della XXII legfone dejotariana è pervenuta, a, noi una lapide funeraria (Jìg. 26), dedica,ta a Tito Aurelio Numeri.o, medico soldato. Questa legione prim,igenia P'ia fiàeli.~ fu dislocata dalla sua costituzione sotto Claudio fino alla caduta dell'impero romano, salvo lwevi inter,ruzioni, in Mogontiacum (Maigonza). Morn1mscn •ri1porta un'altra iI1JscÌ·izione rinvenuta nell'antica Lannvium, ipresso Roma, riguardante un medico soonosciutD che prestò servizio in due distinte legioni:· nella, XXII Gerrna,nioa e · nella XXX Ulpia vincitrice. La ciroostanza, che un medico militare poteva ip,restar servizio :suocessivamente in due diversi re,parti di

truppa, risulta, anche da un'.aJtra cpig,·afe SCHNata, a, Viterbo, e riJ)Ol'tata daJl Mommsen, aippa.rten('.nte r1i Marco Ulpio Sporo, delle Asturie, mooico della, ca.valleria· , e dimostra dLe i medici militari poteva.no B.SRere kaslocati da,ll'uno all'altro ,reparto, a seconda delle esigenze del servizio sanitario:
Alla pendk"e <lcl monte Si:sak venne rinveuuLa, un'altra {!pigra,fe fun,era,ria, dedicata a Claudio Corvo, medico ocnliRta dellla legione J>annica e riportata dal Mommsen neJl III volume delle iscrizioni latine: è dedicata aJ medico da due coniugi 1per voto di oLLenuta guarigione. Le ma-rcie forzate, gli agglomeramenti di migliaia di sold~Lti òovevano ccdament _ e favoriire Jo sviluppo di umlaUie oftalmiche negJi eseuciti, ed P quiudi presumibile che non mancassero s>pedwlisti nelle legioni.
F,d a proposito di .m(';(lid oculisti, fa, storia ci ha tramaa1dato le t1·frsti geRta .. del tribuno militare Dedo Lubelio, che, inviato nel · 471 d. C. con 4000 soldati a difen<le:re h1 colonia di R,eggio Cala1.,J-ia- (:ontro I'kr-0, .mic;e a fer,r-0 e a, fuoco l:.t città., impOSh'ei'Salld.osi degli averi dei facoltosi ciLtadini e dividendo il grosso bottino oolle sne milizie in modo <:oisì scandaloso che d.ov-ette fuggirsene a Me~sina per sca1.UJpare aMe loro miiiaèCe: quivi un m<:dioo il'egghmo, dcHa- scuola di t1otrone, pc1· VMdica,rsi della stra,ge inflitta alla città, natia, dovendolo cu,rare .per una malattia d'occlri, gli applicò un vescicante di cantaridi, ,rend.en<lolo completamente cieco.
Ancora di un altro medico legionario abbia,mo notir,ia da un'iserizione scoperta, ad 0-Buda in Ungheria e de<lica,ta ad Bsculapio e ad Jgea dail medico legiona,ri.o Marco Marcello, la, quale ci dà not:izie :,;ull'P..sistrenm cli un mcdko addetto ai ca,mpi di manovre e dj fèRe1•dtazioni, ·ch,e. t1•-0vavasi alla <li pendem:a òi un curagens cvocatus.
Altra isc.eizione, in lingua gt·oca, fu rinvenuta in F,gitto ip,resso Dakkeh (Pselchis) e riguarda, il medico della XII Jegione dejotarianlt Aufiàio Clemente, che f('(;(' un dono votivo ad Herme~ _ 'l'rismegistos, nel cui t,.empio fu preckmmente rinvenuta l'epigrafe.
Infinè ricorderemo a,ltra, i.<;;,r,rizione ,J'iguarda,nte il medico Caio Nunòiniò Optervio, aippa.rt..enente a legione a noi sconosciuta.

Esposte così le poche notizie che sono ipervenute a noi sui medici delle legioni a mezzo delle inscrizioni funebl'i, daremo ora qualche <· .enno sui medici militari della gua,rnigione ùi Roma, desunto dalla :;:tessa fonte.
1°)· Medici cohortis Jlraetoriae. - Pa,re ormai accertato che i medici addetti alle truppe della ,caipitaile avessero, come que- . ste, uno specirnle tra,ttamento e godessero anch'essi di numerose ag,evolazioni, in modo che la loro posizione era molto più ll)rivilegiata di quella dei medici militari delle ip,rorvincie.
Nulla però swppiamo circa il grado e il numero dei medici nelle ooorti prctoriaJJc; soltanto possiamo ritenere, dalle poche inscrizioni a noi pe,rvenutc, che ogni coorte avesRe almeno un mr,dico chiamato medicits cohortis praetoriac. E poichè è noto che nelJa guardia dell'Urbe il gregarius, cioè il semplice soldato, era equiparato ad un sottuffi.ciaJe~ <lobbia.mo ritt>,trnre che anr,he la categoria ·dei principales, nena quale era.no compresi i medici, cor,risponde.5se ad un grndo più elevato ,di quello dei sanitari che pr,esta,vano servizio fuori Roma.
Cosi a,obiamo notizie, da un'iscrfaione funera,ria, di Tito Olau<li{) Giuliano, me.dico clinko <lella, TV ,co{)rtf\ ipretoria, H qua.le fece costruire per sè e per i suoi .o.redi una tomba: tratb1$Ì quinrli di un proprietario di sepolmo, il che dimostra la sua buona posizione r.:oda1e ed ooonomica,, come fa, comprendere a.nelle lo stile stesso deJViscrizione, quantunque non fosse che un semiplice medico di

(',()Orte.
Jl titolo di clinictts, il quale ('.ornpa,re iper la prima volta in questa ,epigrafe fra tutte q uellc dedicat•e ai medici militari finora conosciute, è stato diversamente interpretato. Kuhn è d'a,vviso che le coo,rti pretoriane avessero H privilegio <li di,Rporre, oltre che di un chirurgo, anche di un medico .per la cura delle malattie interne. È noto infatti che Galeno, allorchè pre,,se stabile dimora in Roma; non potè più esercitare la chirurgia,, ('Bsendosi dedicato di pre.ferenza alla medicina, i11te1·na., iperch~ ciò era oontrairio alile consuetudini allora invalse nell'Urbe. Si può quindi ,ritenere che per il traitarnPnto dei soldati affetti da, mrnlattie interne esistessero dei medici specialisti chiamati ,m;edici clinici. Non ipor questo possiamo concJludere che i medici militari residenti fuori òi Roma :possedessero solamente cognizioni chirurgiche, ma si deve arnII!,ettere che ,questi curassero contemporaneamente malattie interne ed esterne: aJtrimenti, alle fro:nti.ere d,f"ll'l'In1pero, <love rappresentavano l'unico aiuto pei soldati, non avrebbero potuto corri- . spondere alle varie esige1w,e dell'assi.~fonza, sanitaria alle trnJPpe colà di s loca,t,e.
Un inter-OSsante monumento funebre che riguarda un medico della V coorte ,pretoriama è que.llo 31ppartenente a, Sesto Tizio AlesNa,ndiro, il qmÌ,le, sotto l'VIII consolato òi Domizia,no e sotto quello di Tito Ffavio Sabino, e p11ecisamente ncll'aJlno S2 <l . O. dedkò 11n'am ad. Esculapio e alla salute dei commilitoni (fig. 27). Come .d,o;:uJlta, dall'epigrafe, il nome dell'imperatore Domiziano, che era stato inciso nella, settima riga, venne più t:ardi cancellato per ordine de·1 Senato, essendo sta,ta la N ua menwria messa. al baJido ·rlopo la mmte ( damnatio 1nemoriae), secondo il Oorlien, probabilmente religionis vausa.
"j ASCLEPIO.ET s A L V T I
U,n 'a,lfu'il, if'lcrizione fune,
, ·aria, scoperta in Romt1i, è dedicata a Lucio Vibio Rufo, medico dcll<11 V :coorte pretoriana, dalla mogilie Valeria Ruffina.
Degna, di nota 1è pure un'altra epigrafe che porta .la, data dell'anno 181 d. C., daHa quale aprpr,endiMUo che i membri della centuria di una ooorte, fl'a cui era comipreso anche il medico ( e, dato il luogo dov·e venne rinvenuta, si può ammette,re con certezza che si trattasse .

CO MM [ I. I TON VM SEX . T!T!VS. ALEXAND[l{ Mf:DlCVS. • C:HO.V.PR DONVl\1. DEDIT
I AVG Vili. T .FLAV !0.)AIHNO cos
V
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J<'ig. '27 - Bx voto del merlico militare Sesto Tizio Alessandro, clclla, V coorte pretoriana. La 7a riga, che portava inciso il nome del1' Imperatore Domiziano, è stata. cancellata.
di una coòrte pretoria,na), dedicarono al (:l-enio della, centuria un'a,ra ed un'edicola. Questa :iscrizione ci dimo13tra che iii. medico non fa. ccvI.1i 1parte arrnministrativa.mente delle truppe della cen:turia, ma bensì delrlo stato maggiore delJa coorte ed era assegnato ad una determinata centuria soltanto per corrispondergli il vitto.
Da un'altra, epig1•a;fe <'ledfoa.ta, ad Esculrupio ed ailla salute dei commilitoni ci è pervenuto il nome di Sesto Tizio, medico della
VI coorte pretoria.cm, ma dalla maggioranza degli a,1·cheologi ques t'iscl'izione è riitenuta 11pocrifa,. 2°) .ili edfoi cohortis 'Urbanac. -- Sappiamo che le coorti urbane assegnate da Augusto a presidio della capitale e1·a,no organizzate nello stesso modo d,e!lle com·ti pretoriane. .M.a. dPi re'JHllrti urbani di coorti che 1prcstava.no .servizio in Rom~i non ci è p ervenuta alcuna iscrizione che faccia cenno dei medici. Invece ci è conservata, una ,stele funera,r h~, scavata, a Lione, assa.i interessante, rife1·entest alla Xlll coorte urbana. In essa si fa menzione di un, ta,l V.P.,rino' Oplionc, a,l qua.le ·dedica.r·ono il rnonmneni-0 mo!ti militari appartenenti_ alhi coorte, fra cui Bru10nio G-ordo, rnedùJu:s ccistrensis. Ritroviamo qui UH nuovo titolo, col quale viene designat o il medic.-0 militare. .t::riau ritiene che con que.-;to nomè si v-0gilia indka,re il medico dell'accampa,ment-0, il quaJe aveva distinte funzioni da quelle dei medici dei ir,eparti, essendo egli addetto solta,nto al ~ervi:.r.io sanitario del castrinn, e doè alla cura. ed all'a.ssist<m:.r.a dei militairi inferni i r·icovP1·ati n Pll \tppoi-itn osp~dale (v aletudinarimn), il quaJle continuava a funzionare anche dopo la, pa,1·tenza delle truppe daJl cam1po; mcnt.rie i medki al servizio di queste avevano l 'obbligo {li assistere g'li al)lmalati nelle loro tende e durmnte le ma,rcie.
Anche Ca,gna.t ed Haber.Ling Bùno della stessa opinione e ra,p!Presentano iJ. medico di trupipa, a differenza del medico da campo, come quell sanitairio che dovieva_ visitare i soldati infern1i nelle riS!I)ettive tende, cura,re quelli leggeri, inviare i gravi all'ospodale, ed accompag1w,re inoltre i reparti in marcia, a.ne ma11ovrc e nel combattimento, ,per wpprestar,e in ogni ciircostanza i primi soccorsi.
Drojsen infine ani.inette che il m edicus castrens'is sia il medico del presidio di Lione ed avanza l'ipotesi che Bononio Gordo, iper disrtinguersi dai modici civili colà residenti, si fosse attribuito da sè tale titolo. 3°) .M. eclici equiturn 8ing1~lliriurn. - Dei repa,rti di cavalleria ( eq1-iites sùngulares Augusti) sono pei-venute ,due iscrizi<mi sca-yate in Roma in cui .è fatt(! ccn~10 del medico : la, prima. ci rk,,orda Quinto _ Ma.reo Artemicloro, medicits castrorum _ ; nell'alt1J'.a, dedicata ad Esculapio e ad Igea trovia,mo espressa la gratitudine di un decurione ,di cava.llel'ia Marco Ulpio Onor-a,to verso il mlf'dko Lucio Giulio Helix che lo aveva curato amorosamente ed efficacemente. Quest'ultima, iscrizione risale p,robabilmente al l'epoca di Adriano

<· , quantunque non vi sia ·eslJ)licitamente indicato questo medico 1·ome a,ddetto alla c.avaJleria., è da ritenersi col Briau che il dcc u !'ione si fosse fatto curare dal sa.nitarìo del p,roprio repa.rto. 4°) ili edici cohortis v·ig'iluni. - Comr. già aocennarurnQ, i rned id del1le coorti vig'ilmn) che dal Domaszewscki sono oonsideratc <'OlllC quelle aventi meno spkca,to carattere rni1itare di tutto ] 'eser,. j to, avcva,no attribuzioni ,e l'mrnioni distinte. Quest,e coorti, in 11umero di 7, ciascuna delt1e quali della forza di 1000 uomini, fumno istituite da Augusto nell'anno 6 d. O. ed a,vevano il coilnpito di vigilare s,pocialmente nella ~otte iper 1proteggere i citta,dini e le tlorn proprietà cont1·0 g.li incendi, i fm·ti e le ra1pine. I componenti 1li dette coorti er.ano 1~eduta,ti t,ra, 1e guairdie del fuoco, i vigili notl,1n·ni, addetti alfa polizia. e,d organizza.ti milita.rmente: solta,nto le cariche ipiù elevate erano affidate ai soldati. 11 caso ha voluto che siano pervenuti sino a noi dei basamenti i11 pic!ira .su cui .sono incisi gli elenclli completi di questi vigili. l 1110 cli questi, ,riguarda i componenti la, II coorte e venne rinvc11nto in noma, n€!1.l'a,nno 1550 (fig. 28). •i~sso 00111Uene su.i quattro hti. di un basa.mento in marmo i ruoli oompleti degli. ufficia.ili, sotl I rfficia.li e soldati delh1, co,)rtc, i quali 11cll 'a.nno 210 d. O. eressf>Jl'O 1n1a, statua in onore di Caracalla, di cui H masso scavato costituiva ;precisn,ment·e J.a, base. Sul lato anteri01·e di questo ha.,.<,;a.mento sono <'lencati i nomi degli ufficiaiji ipiù 01,eva,ti in grailo, Oa,io Giulio Quintilianò, prefotto, M'areo Firmio Amintiano, sotto prefetto, Caio Giulio Antigono, tribuno; seguono i nomi dei sette centurioni, poi quelli di sei altre cwdche ,principali, f,ra cui un cornicùlarius tr"ilnmi e 5 beneficiatrii praefecti. In1ìne, in ca,rattere ,più piocolo, ma in :posto ~empre eminente su1 lato anterim•e della base, fignra,1rn i nomi dei 4 medici della, coorte, tutti di origine g.reca, e <"foè Claudio 'J'amira:, ;Flavio PaJ11ì10, Giulio Ripafroditf, ed A.u,t·ctlio Eg-umeno:
Nell'esame di ql~csta interessante iR<'.rizione colpisce il fatto che tutti nomi dei p,r·indpa1es sono scritti neil nominativo e solo (]nello dei medici nel vocativo. Prrobabi1mente, secondo l'Haberling, il compilatore di quest'elenco non deve avere fatto altro che co~iwre i ruoli d·clla coorte che aveva, sotto mano, e probabilmente la, citazione nel vocativo può inteiipretarsi colla chiamata degli aippelli quotidia;ni che veniva, fatta anche pPr i medici, .come 1p,er gli a,lt,ri soldati regolarmente inquadrati.

Per quanto riguarda l'organico <li 4 medici presso ogni singola coorte, è <la ritener.si che tale numero not,evole fosse stato assegna,to, per<Chè, oltre al seryizio p,res-so Ila truppa, già di per sè ,più gravoso di quello degli altri sanitari deil l)_)resiòio, i medici
Mr· A VRELIO
ANTONINO.PIO.FELICI. AVG
TR lI3 . POT. XlTT IMP_ n. COS. tli
PROCOS. P. P
l M P. C A ES L. SE P TI M I. SE V E R. l. PI I
PER TI NACIS. AVG . FILI O
DEVOTA. NVMJNI.E T, MAIESTATI. E.IVS e o H • ·II . v I e
C. IVLTO. QYIN TIUANO. PR. VIG. M. FlR.MIO
AMYNTIANO. S. PR.. C. IVLIÒ. ANTIGONO. TRJB
M. AVRELlO. MAXIMO. 7 Q, COTTIVS. RVFVS 1,COR, TR C. ! Vi,10. ATT . A 7 C. IVLIVS. ONESIPHORVS. :ft• PR C. RVT!UO. MlTHRAE. 7 C. VALERIYS. JVLIANVS. -B-- PR M. AYRELIO.ANTIPATRO 7 8. YALERIYS. K.ARlCVS. il. PR L. DONNIO. MANSVETO. 7 T. SEPTJMlYS. FELICISSIMVS. B-• l'R M.A VRELIO,MAYMERIO. 7 M, !VLIYS. INGENVVS. -B• PR P. AEL.I O. CANDIDlANO 7 ,MEDJG. COH, iì. VIG.

CLAVDI. Tl-lAMYRA . PLAY J PANMlN
Fig. 28 - Il:1samento anteriore d'una statua eretta. in onore di Caracalla dalla,
Jl coorte dei vigili {li Roma.. NcU' ultima riga, in ca.rnttere più piccolo, sono incisi i nomi dei quattro medici militari. della Coorte.
avevaino ancl1e un s<~rvizio notturno di .pronto. soccorso in determinati , rioni òi Roma, e il Domaszewscki fil:Cenna anche all'esistenza di a.mhu lainze dai i:ncendio. COilie per gli aJ.tri ,reparti della capitale, anche i medici <lei vigili ,debbono aveve avuto un grado più ~levato di quelli addetti agli es,erciti delle provincie, oome lo <.limostra i] posto eminent,e che occupano nella citata epigra,fe.
Per fare una COlllJP,leta rassegna dei medici militari dell'antica .Roma, <lei quali ci è stata trani.andata, notizia dalle iscriziQnj fu. nebri, dobbiamo ancora -OoC.Cupa.rci (lei medici in servizio presso le tntppe ausiliarie. 1°) 1'11.ed'ici cohortis civium Romanorum. - A qnesti reparti ausiliari si airruolavano come volontari tutti quei soldati che per le loì'O co11dizioni fiskhe non el'ano in grado di IP'restare scirvfai-0 nelle legioni. · Da un'iscrizione rinvenuta a Si.scia in Croazia ci i1 pervenuto il nome di un medico ,della XXXll coorte volontairfo,, Ma,rco iM uc~o Egetor, . morto Ìlll età d'anni 47. 2°) Y edici cohortis aua:i-
l-ia,ris.
- Delle truppe ausi)iairie reclutate nelle provincie, colle qua.li. venne 1ma V<lilta, costituita: tutta la, cavalfori.:a delil'e6ercito romano ed in .seguito anche un gnm numero di coorti di .fa.nt~ria Yennm·o tratte 1]e coorti ausilia,rie, della forza da 500 a, 1000 uomini, Ò<'lle quali ciascuna aveva il proprio medico.
Una pietra tumulare ,rinvenuta in lnghillterra ad Housestewls, nel l1Jogo ove sorgeva l'antica, B-01·oovicinm, ed oi'a nel mu8eo di Newcastle (:fi.g. 29) è

Fig. !l9 - Pjetra tnmnl:tre del medico milit.we Anicio Ingenuo, della I coorte ausiliaria tungrica.
dedicata aJlla memoria del mooico ordinario della I coorte a11~ilia.ria tungrica Anicio Ingenuo, morto a soli 25 anni. cu, rioso in questo .monumento è il disegno scolpito nella, pwrte uperior'e, ,r,aiprprosentante una lepre, la quale per alcuni, che attribuiscono al medko origine iberica, significherebbe l'emblema della Sipagna,, per altri indicherebbe ·n s.imbolo dc1la vigilan1.a. Il Simpson, che si -occupò diffusamente di questa pietra tumuJare nei suoi saggi ili arcbeologfa pubblicati a,a Edimburgo nel 1872, n~ dà una curiosa interpretazione, ritenendo ,ra,p-
pt·t•s<·1di :i clienti che scappano .... perchè i tempi sono cambiati. r~g-li a,1nrnctte che le ornamenta.zioni e la ,'>cnltiua della la1pide fulH·t·:i,r ·Ll. siano una pr·ova, della grande stima e <~onsidcrazione che questo medico, anc,ora, giovane d'anni, ,si era acquistato nella coorte, eà il lavoro dello soolpello è più aA'..cnrato e rperfetto che ;nelle JlUrnerose are erette d:aJilo stesso repairto in onore degli Dei. Secon<lo il · ]'irth, il monumento rimonta all'epoca dolla spedizione di Agricola, : i 'l'ungri costituivaino un reiparto delle truppe ausi'liarit> roma,n(l in B>ritan. nia. 111 1111 caslicllo romano della Germania, sitmLto nel luogo ov<> so1·ge 1a, dttù di Obernburg sul Meno, venne rinvenuta, ~irca la metà deil secolo scorno, una. pietra votiva del medico romano della lV coortf~ ausilia,ria AquitanifL, Ma,rco Rubrio '7.osimo, nativo di Ostia, ora conS<1rva,ta nel )mmeo di Ascliaffenburg (ifig. 30). fa1 lapide lè <leòicata a. Giove, a,d Bsculaipio, aid ApoHo, -all'eqi1ità dei cittadini romani, a.Ila salute ed alla f.ortum1 ·delh.1, g·uia,rniFig. 30 BH;,licu Lapide votiv3 cleclicata dal Marco Ruhfio Zosimo, della • • g10ne d1 b Obern urg µolla IV coorte ' IV coorte Aquitania, a Giove, ad
Apollo, Escuhtpio, alla salute ecl alla fortuna, della coorte e dol Hno e dc] .suo l{H'cfotto Lucio Petronio Florentino, col quale il medico prefatto Lucio Petronio Floren- 0, 1 _ ·i.l·t11 _ ,do di. Osti·<-. avevr1. ottimi. raptino. porti di amicizia. Parimenti in (}cl'ma,nia nel castello di GrossKroetzen bu l'g, a 7 :Km. da Ham1a,u su] Meno, ov,e .sorgeva il tempio di Mitra, fu rinvenuta un'altra pietra· turnula,r:e dedicata a quelle divinità da un medico della IV coorte dei Vindelici, Ludo Ji'a,bio Antimo. NPl lato sinist,ro del monumento è raffigurata rozzamente Ja. Fortmia, colla ruota, nel lato destro è ri1prodotto Nettuno mu-

11i to del tridente e con a fiamco il ,delfino : la pietra è dell'epoca di Adriano o di A1ntonino.
Un'altra iscrizione funebre è dedicata, a, Tito Elio Marziale, medico del[a II coorte ausiliaria Aurelia Dardanoriim) ed infine iii Domaszew,s,cki riporta, un'aJt;ra •eipigrl:l!fe rinvenuta a, Mag-onza e rledicata, dailla ma,dre infelicissima Cominia, l•'austina al medico l•~liodoro, consivmmatae peritiae. E d~ notarsi che in questa iscrj,1;ione si fa cenno deHe eminenti doti professionali del sanitario,
:i.I Lusione che 1n:1,m.;a, in tutte le altre epigrafi funerarie di medici militairi.
Fina,lmente ricon!ia,mo un'nltrn, lapide .scoperta a Hirscova, in lt,umenia, in cui ma,nc~i il nome della coorte ausiliaria: è dedicata. al 111edico Quinto Erucio Vittore. 3°) Medici alae equitum. Dei medici assegnati agli squa' l 1·oni di cav}lllcria, alae equ,il'nm, (della, forza. anch'essi di 500 a, I 000 uomini) sono ·pervenute a noi 3 iscrizioni.
La prima proveniente da.i dinto,rni di Vit~rbo è dedicata a1 111rdùms alririon '1\fa,1·co lJJ.pio Spol'io: è molto intereRsa,nte, p.erchè d informa della posizione dei medici miilitari dopo la cessa,zione del servizi.o attivo. S:poro, d0tpo a.vere uWm.ato i1l periodo di ferma p1·e.sso due 8quailroni, fil assunto come rnedioo stiipendiftto (8afo. ·riari'u.s) dalla splfmdidissima città di Ferentino. L',epigra.fc è del L<\IIFJ}O di Tra,ia.1110: in quell'epoca le dttà ·stipendi.ava!no, con mcz7,i p•roprii dei rnedid per la cura, gratuita dei poveri, che venivan ri<'·overati in arppositi o,-;peda.li.
In J tghil terra, a, Binchl\'lter (J 'àntica V ino1;ia) venne rhwe11 nta. una pietra votiva, dell'epoca di T•rafa.no, su cni è ancora con:--01·vata la fignrn di Esc1ùapio grossola,na,mente scolpita con arte bwrùarica, mentre della dea Salus non rimane che fa testa ed una p:wte del tronco: è dedicata [t qu,e,".t.a divinità da, Marco Aurelio Ahro0oma.s alla salute dell'ala, dei Vettoni, di cui era. mf'ilko.
Infine un'altn1 iscdzione, ritTovata, nell' ~,gitto superio;re nella v:i.lle Hamrr~arna.t, dai pochi frammenti rimasti, ci ,rivela il dono rntivo fatto aJla, divinità, da,l 8<llldatò di c.a.va.lleria, Longti10 e dal rn,e<lico dell'ala equ,itu,m,, di ,cui non ci è pervenuto il nome.

Come a,pipendice, non sarà inoppol'tnno di da:i.·e qualche cenno n.11 che sui medici della marina.
:Per il .servizio sanitario dell'3.11·mata abbiaimo notizie di medi('.,i addetti a,lla, flotta prima dell'epoca imperiale, e questa a,ssistenza sanitaria può essere spiegata anche dal fatto che i soldati di terra erano di frequente imbarcati ·per prend,ere pa,rte a combattimenti : trattfu<li probabilmente di medici, assai pochi di numero, chiamati in servizio tempon1,neo per la durata delile ostilità .. Come per i medici d,ell'e8ercito, aJ1che pe,r i medici della ma,rina l'unica fonte è rappresentata dalle i1scrizioni funer:l!rie a noi pervenute, aipipartenenti a medici delle flotte ancorate nei due più importanti porti di Miseno e di Cfa.ssc.
Della prima squad>ra conosciamo q,uat~ro epigrafi: l'umi, dedicata da Marco Giulio Gasulino alla moo-lie Valeria morta a soli
t, ' 18 a,nni; l'altra dedicat~L tL lforco Giulio Capitolino, modico di . marina. Una terza riporWita dal Momrnsen (X-1331) e rinvenuta. a Pozzuoli appartiene a Caio Acili.o Bas,so, il quale h{l, a,] titolo di medico duplicario i1iggiunto quelilo di. collega,. J medici di marina, come quelli dcl!l',escrcito, erano soliti costitui,re, da soli oppure a:ssociand,osi. a.i prinripales, 1foi collegi .nno 8':opo di ;ra<>,r)oglif'rsi per il culto alla divinità in speciali edifici (Scholae) o per ,prestarsi vicendevole assi..'ltenza : da dò il titolo di colleya.
Che i med:id {]ella Hotta fossero inquadrati ncll'equi1pag-gio, risulta .èvidentermente da, nn.'1, qm1,1'ta .stele funier"*1ria, rinvenuta a Roma suùla via Appia, dedicatf1 a Tito Flavio Eu,p,repete, dall'erede Publio Oassio Lucano.
Due altre iscrizioni ci dànno notizia delle navi da guel'lra su cui e1·ano imharca,ti i medici: trattasi di due trkemi dist.inte col nome di cii:piclo e Tigris. Una, sooperta a Baia, è dedicata, a, Marco Satrfo Longino; l'altra, rinvenuta a Mi seno, riguarda, Cafo Ottavio F,ronto, medico di mairina, a riposo.
Ailtra iscrizione riprodotta, nel Corpiis inseriptionutn latincinvrn (X-359H) 1è dedicata a, Ludo Lollio Valente, di 3Jlni ao, medico di .ma.rina, che pr,f>;_~tò servizio nella flotta per soli 17 giorni, imbarcato .sulla t1·ireme Ji'ides.
Della squadra ,romana, che aYeva. la sua, ba.se nel porto di Classe, pres~o Ravenna, è pervenuta. a noi soltanto un'isc,rizione dedicata a Sesto Arrio Rormano, morto a 2(i anni, dopo .aver prestato ,servizio per un quinquennio ne11la ma,rinù. da, guerra.
Della marina lwit:mnica, ci è pervenutn, una sola cpigrafo a~1[)3,rtenente al medie-O duplicar-io Axeo.

Merita di essere -ricordata infine un 'epi,grafe, in lingua greca, 1-11·,operta in Bujekdere presso Co.i:;ta.ntinopoli. Secondo Ka.Unka,, clic per il primo la, illustrò, essa risale al secolo precedente alil'era •· .1·il:ltiaJ1a, e riporta l'elenco coonpleto dell'equipaggio di una trireme ~1·eca, dell'isola dì Coo (K<{>wv), che faceva ipiarte della flotta co111 ,undata da Anfo Terenzio Va,rrone. Non sal_Ppiwmo · 10 scopo per i·11i i Romani disloci-n·ono la flotta in quella località,. Int~ressante i 1t quest'iscrizione è l'indica,zione del medico della nave, uno dei pochi sanitari della mairina di origine g,reca, di cui abbiamo notizie, 11 1· è ipossibile accerta,re ,se tutte Je navi da guerra greche avessero :1 h<mlo dei medici o !'loltamto quelle del dipa.rtiment-0 dell'isola di Oos, ove, come già ricordammo, la coltura medica era, già da 1--P<:-Oli moJ.to fiorente. f,; òa. notarsi che tutte le iscrizioni sop!l'a rLportate riguardanti i medici della marina ;parlano di duplicari. Già fin dal 470 a. C. 'f''ito Livio accenna a dei soldati du,plioari appartenenti aill'esercito di Aippio Claudio, che ricevevano cioè doppio stipendio. Anche I 'im[)e,I·a.tore Cesa,re assegnò dop,pia ipaga ad una coorte che si era l,nittuta valorosamente nell'a.ssooio di Durazzo, ed una iscrizione 1--<'.operta, a, La,mbé,,se in Numidia, dedicata all 'imperaitore Eli.ogai>H!lo e famiglia fa menzione di 109 solda;ti della III legione Li ug'usf;a aventi il titolo di duplicai-i. Lo .stesso Vegezio nell'epistola rei miI i'tari accenna a soldati, qui duplex ob merita stipendium accipieùw · t. •
Il Rosati ritiene che :p,e.r durplica,rio si debba intendere senz'a,ltro il medico di marina, il quale veniva rosì designato con un 1w1U~, d.1.e, o!ltrc la paga do[Ppill, incJludeva in sé stesso un titolo tl 'onore, in oonsiderazione dei maggiori disagi e 1periooli della ·vita di rnaJ.·~ e del più intenso lavoro, cui era sottoposto il medico iw.l.Jaircato.
Il Corsini invece-ammette che le paghe dei marinai fossero infei-iori a quelle dei sOlldati dell'~seii-cito e che il doppio stipendio :1Ssegnato· ai· medici di marina, rpiù che un provvedimento honoris causa, fosse U[L mezw mate:riaJ.e per assicurare il personale ~anitario sulle navi, tenendo ipresentc che anche i medici navali erano C',onsiderati come soldati, . tanto clie nelle iscrizioni sopracitate ricorre la pa,rola rnilitavit~ per indicare col numero deg-li anni 13; durata del servizio prestato.

Abbiamo già detto che i medici dell'esercito erano equiparati,
ia,nto ne!l grado che neUo gtipendio, ai principales) ossia ai sottuf-. licia.li, e perciò fruivano del doppio soldo. Ora i medici navali, essendo parifica.ti ai soldati, non poteva.no godere di questo doppio st:ùpendio, e perciò il Corsini avanza l'ipotesi che, per equ~para,rli a.i medici deJl 'e."ìercito, venisse loro concessiii là doppia paga : da dò il nome di duplicari.

OAPITOLO III.
L'ASSISTENZA SANITARIA PRESSO GLI ESERCITI DURANTE IL MEDIOEVO .


I. - LA MEDICINA MILI'l.'ARE NELLIJl CANZONI
E NELLE LEGGENDE MEDIOEVALI.
Dopo la caduta dell'Impero romano (475) le tenebre del Medioevo avvolgono la 'Storia dcllla, mooidna ipcr parecchi soooli, e le riccn~he ,sull'organizza,zione sanitari.a degli eserciti in questo lungo rwr·iodo riet'lcono qua,nto mai a,rdne e precarie, non p-0tend0Ri dir-<porre che di ipoohe fonti d'investiga,zione, prime fra tutte le leg!-!Yltile ed i canti di quella, civiltà. guerriera, che del resto ci o.ff.rono 1111 'imma.gine abbastanza fedele della vita . e dei costumi di quei

l.1:mpi.
Il :Medioevo nasce ::i,gli albori del V secolo con un grande avv<:nimento, l'invasione dei barbari e fa caduta dell'llillpero d'occiclP11Le e te,rmina nel XV secolo con un altro non meno girande epi1-1ndio, la presa di Costantinopoli e la fine dell'Impero d'Oriente. l•:t1 anche in questo lungo periodo la storia non è altro che ila na,rr-1~7,fone di una ininterrotta suooessione di guer1•,e.
Carlo Magno è il fondatore del Sacro Romano Impero ed istil.11i,sce un nuovo ·Ordinamento politico: il feudalismo. Sorge così 111, ca,va.Ileria, simbolo di g,entile7.za in mezzo alla forza bruta: ed il i·ir,valliere combatte per la fede, per la dama e per l'onore. Tempi di l,cg·gende, di .sogni e di ipoesia, in cui al fragore delle armi si assot· i :mo il sospiro delle castellane ed il canto dei rrupsodi che esaltano Il: eroiche gesta.. E la vita medioevale rivive in queste leggende ed , eternata da poeti di corte nelle canzoni o da artisti vi,rtuosi neille mllìgura,zioni su ben 1[)1repa,rate pergamene o ,su lucide vetrate o su p:weti affrescate.
Questi poemi porpolari, che i trovatori, specialmente in terra di l•'r·:mcia e d'Italia, vanno -cantamdo con Ii:rnsfoa inspirata alfa li,rica
più antica, di corte in corte, di ca,'ltello in cast.ello, aJle da.me affacdate al verone, e di cui non si può mettere in dubbio la sincerità, sono 1per la, .più n::1rrazioni di guerre e di battaglie, esposte senza sforzo di imrnagina,zione e contenenti una quantità, di notizie attinte dalla vita, ·quotidiana reale e di avvenimenti, di cui furono certamente . . spettatori o1i ,::, anonimi autori. Ed ancor· oo·O'i ,::,,::, oommuovono i· nostl'i animi e li ra[)iscono in un mondo 1poipolato ai fa,ntasmi e di visioni, di gentilezza e di eroismo.
Ed in queste canmni primordiali .si raccontano le va,rie avventure in cui è ooinvoJta la esi,stenza di un eroe, il quale naturalmente deve ,a:flì1·ontare nume1·osi comba,ttimenti, rimanendo infine quasi semipre vincito,re, ma senza essere immune nei cruenti duelli da ferite e da lesioni, che sono poi amorosame1.1Le curate e guarite. Abbiamo cosl òeille nozioni di medicina ipopolare medioevale e quaikhe notizia, sni costumi di quei tempi, 1per quanto 11·ig-u:wda l'assistenza dei feriti in battaglia ed i diver~i trattamenti terwpeutici, •riconoooiuLi all01·a ùorne più 1watici e-tl effi<;a,ci.
Si potrebbe quasi ammettere che questi poemi si siano andati sviluppando sul1Je 0trmc di ,quelli antichi, e che gli eroi famosi d'Omero si siano trasformati in signori feudali: così. nei romanzi bretoni i Bardi esaltano le imprese di •re Arturo, l'eroe dei ca,valieri della Ta.vola rotonda e le g,esta di Tristano, n::wra..ndo lP: loro azioni guerresche; e con ricchezza di iparticolari ne descrivono le varie fe. •ritc di combattimento, fornendoci una quantità di prezimd efomenti, che non ci saremmo aspettati di ritrovrure circa le usanze del medioevo in ,ra'Pporto alla medicina e chirurgia di guerra. ] 'ira questi poemi eroici, merita, di eRt-erP segnalata soprattutto la famosa canzone di ROilando} che rimonta, ci,rca ~1.ll'i-uuw lOfifi. In questo ,poema, che celebra. l'eroe della cavalle,ria, nella, leggenda, Orla,ndo, neJla storia, Goff:r,edo di Buglione, possiamo trovare muL minuta descrizione delle armi e delte c.,ons,eguenti ferite di quell'epoca rnmota.
I mezzi di offes~L più comuni erano allo,ra la picca, e la spada. La, prima <>ra un'a,rma da punfr1 e df!, ta.g1lio formata da un'asta di legno, più o me1w lunga, terminant,e a,11 ',estremitri da, una losanga di ferro a,guzza e corrispondeva prei-;i-;o a poco alla nostra lancia,. ·
La ;sipaida ~ra costituita da un'ascia, di ferro affiilato, c,on i,m1pugnaturn corta. Il guerrirn·o era inoltre rivestito dell'usbergo

(fi g-. 31), una S:pecie di maglia, di acciaio, che copriva tutto il capo, l1u,wia.ndo scoperti solo gli occhi e .scendeva fin oltre il ginocchio; l'elmo conico, munito di un nasale ·e lo scudo di legno,. rivestito ·di i · u oio, completavano ·t1.a, difesa del combattente.
L'esercito era costituito· da vassalli della corona e da vassalli ,,rn hrilterni, e ciascuno av,eva un seguJto di famigliari -tutti armati c·d n c;1vallo. Ogni gruppo formava una lancia compo,sta da un cavaliere, da uno scudiero, un costoliere, un valletto, ailcuni paggi e t1·e o quattro arcieri. Per vaJlntare la for111a dcll'ese1~cito si indicava ! I II umc,ro delle la,nce, la cui arte 111 i I i tare oonsh,teva soprattutto nella i-d1eerna,. I cavallieri si disponevano i II I i nea ,di fronte agli avversari e cia:--cuno comba,tt.eva a singolwr ten.: ()ne.
NPlla <leserizione dcille varie fer; t (' che ci offre la canzone di Ro1:i ;•rlo si può rilevare qualche inceri t•1/.za nei termini anatomici, che di111(1stra la mancanza di cognizioni I t'{'.niche, n~ si osRerva quella minnta t·d <'satta ,rappresentazione delle leNio11i che abbiamo riscontrato nel1' 11 i ade. J\fa non si IJ)UÒ a meno di , ·i(·onoscere il penetrante intuito di

Fig. 31 - Usbergo ed elmo con na.sale. n'-NCl'VU:Zione dell'ignoto cantore, che (Dal dizionario di Viollct Le Dnc). , ·c•1·Lamcnte deve avere presenziato il <'OJl'l.battimcnto ed OSSf'I'Vato di persona ]e Va,rie fa.si C Conseguenze, 1poi-chè° riferisce nei più minuti partico1al'i sulle lesioni riscontrate, dimostrando una sufficfante conoscenza dei rapporti fra i vari o,rg· ,i,ui, della, natura e Òéll'esito deUe lesioni, a,ttribuendo una mag~iore gravità ane ferite da [)Ìcca. ·
Leggia,rho infatti che Sansone, con un colpo solo di iJ.a,nciar, di1-.ctto obliquamente dall'alt.o in ba,sso, aa·sinistra a d·estra e dall'in11anzi all'indietro, è iriusdto a colpire Emiro cc spa,ccandogli. il cnore, il fegato ed il polmone, ed abbattendolo morto>>. Un ailt,ro colpo di picca alla 1,egione mammillare sinistra dete11mina, la rot1 .ura delle coste, ed, attraversato il torace, fuoriesce, in corrispoucleuza delle sca,pole, fratturando b colonna vserteb1·a.le; u;n altro,
IO
lede i grossi vaisi del coUo e provoca la mol'te istantanea. Particolare interessante, nella descrizione di questa leRione, è ]'osservazione che il sangue ·&"!Oe a spruzzi dalla ferita sinorono coi moti d~ cuore e tutti i sintomi della debolezza, conseguenti aJle profuse emorragie, sono magistralmente riportati dall'anonimo poeta.
}'ig. 32 - Mii-e che applica. nn topico sul ginocchio destro di 1111 infermo reg.ale. (D(t nn disegno della Iliblioteca Na:oionale di rarigi - Lancelot rln Lac).

Così Orlando ,per kl, notevole ~erdita di sangue ha la visione annebbiata, ed Oliviero sv.enato avverte l'angoscia deilla morte, ha vertigini, non sente nè vede ed è costretto a scender,e da cavallo ed a buttarsi a terra. E si parla, con una certa ingenuità di terribili oolJI)i di lancia e di spada che fendono netta,mcnte la scatola cranica : di altri che troncano le gwm.be e le braccia e di cavalieri gravemente feriti, che si ,rimettono con rapidità meravigliosa in sella e tornano a combattere.
Ed abbiamo ancora neJl :poema altre notizie <Sui mezzi di cura dPi feriti. Orlando stesso, nel soccorrere 'l'urpino, gli slaccia la. Htaglia e gli lacera ]a tuniea per forma,r~ bende, che gli applioa allo i-:oopo di arrestare l'emorragia e di impedire la fuoruscita dei vi,-;eeri : pratica così una medicatura compressiva e contentiva ad
l<'ig. 3:{- Cavaliere partente per la gnerra con la, lettiga trasportata a dorso di cavalli. (Da un disegno della Biblioteca Nazionale di Pru:igi - Lancclot du Lac).

un tempo. Maugis a,ccor,re presso Riccardo, uno dei quatt•ro figli di Aimone, é gli !lava la ferita 0011 vino bianco e_lo medica con un unguento, e poi, aprendogli a viva forza la bocca in 1prcda a trisma con una lama di coltello, gli. fa ingMottire qualche sorso di liquore che lo rianima .. Ed altre cure :prodiga a Rinaldo di MontaJbano ferito e ad Allart, èhe ha una sipalla lussata,. Nella canzone di Rolando ::;i fa menzione alt,resì di veri e prOfJ)ri sanitari, che aJ.lora erano di~tinti c-01 nome di mires (fig. 32). Questi, oltre lavare, spa1Jmare· di
ba,lso,rni e fascia,r<:l le ferite, somministravano quakhe calmante ai pazienti ricorrendo a, pozioni fatte con erbe, od a qualche doootto prepH,rato secondo i precetti del1a Sc,,1ola Salernitana od a quei pochissimi altri rimedi terapeutici in uso nel secolo XII. Generalmente i cavalieri, pa,rtendo pe,r la guerra, si facevano seguire daLle propde m,agni:fiche, nia ingombranti lettighe, che erano someggiate a dorso di mulo (:fig. 33). Così, ,quando il Duca, di Begon rè trasporfato dai suoi vassalli nella tenda, gravemente foritò, i medici lo esaminano aiccuratamente, appJic..1,no un em,piasVro sulJa ferita e do.po· un salasso riesoono a trarre fuori di pericolo l'eroe.
Molto minuziosamente è descritta l'ope,ra di assistenza di detti t.anitari. I feriti in combattimento veng·ono condotti presso questi mi,res, ed i monaci, i ;preti, i chierici adempiono in genere le man sioni di porta.feriti, caricaJ1doli per lo rpiù sulle spalle, o tra,Sjporta,ndoli a dorso di mulo, che per il 1pa,sso ambi.o imprimono minori scosse al paziei1te, od ;1, mezzo di speciali lettighe, mcnke si incar:iic11vano e,ssi stessi della sepoltura d,ei morti. I medici, con ogni 11rr(>i('~'l,nzione f'. delicatcw1.a, denudano .la, pa,rte lesa,, lavano la ferita con acqua di sorgente, ,ri,sca,lda,ta. in un vaso, o preferibilmente ,con vino bianco; spatmano quindi su str1scie di tela balsami e linimenti, prepa,rando ,QOSÌ una specie di cerotto per rhwvicinare i margini dellla lesione. Aipplicano ancora, per ckatrizzare la fel'ita ed impedire il cattivo odore, una, speciaie pomata, fatta con erbe raccolte nei campi, quali il finocchio, il sedano, il dittamo, e soprattutto la mandragora. Nè mancano neJ.lar composizione di qnei;;ti rimedi, le droghe orientali : cannella, garofano, s;pezie, noce moscata ecc.
Un medico della Scuola di Sale1·no, ['accolse in un Antidota, rio, scritto in latino nella iprima metà del s<>,eolo XII, ]e varie p,roprietà ed indicazioni di questi medicinali, costituendo un ricettario di circa 140 formole, fa-a le q11ali è <la rioordare il miele rosato, !l'unguento citrino, l'unguento populeo, che sono ancora in uso, dopo tanti secoli, nella farmacopea moderna. Ogni sa,nit~,rio aveva a isua disposizione un sacchetto di questi elettuari, colle ventose pronte, col cofanetto di fila.ccie, i vasi degli unguenti e gli strumenti chirurgici. Per quanto riguarda l'esarme del maJato, l'atten: zione dei medici era richiamata soiprattutto sul cuore e sul fegato, ed erano specialmente oggetto di minute indagini il ipolso, di cui conoscevano 10 varietà, con significato 'S!peci:aie; e le urine. Molto

fr,equente era l'uso del salasso e del cauterio, e la terapeutica non disponeva allora ohe di poche altre risorse.
Come 11ota gentile, <è da ,rioorda.:r·e che in questa. epoca cavallfcresca del XII ~eoolo la donna esplica la sua pietosa missione di assistenza dei feriti: la vista del sangue non la tm~ba, nè le mani delicate rifuggono dall'im brattrur,si, nell'arresta.re temipestivarnente 11n'emo1~ragia. Sa inoltre applicare ventose, spalmare le paJ'ti a:m.malate col sucoo di erbe dei· campi o dei giardini, di cui da, madre in figlia si trasmetteva il segreto dellle miracolose vi,rtù tera,peutiche, e comporre misture e :pozioni. ·
E tali amorevoli cure '!1on sono iprestate soltanto al castello, ma sul luogo stesso dcll'a.zione. Così Tarnod, ferito a morte nella battaglia di Stick~lerstad .del 1030, trova rifugj,o in un casolare ove numérose donne erano intente a po,rtare i 1prirni socoorsi ai feriti.
Le figlie e Je mogli de:i signori, dei baroni e ,dei grandi dignitari non !dtcngono di òiminuire del foro pre1,;tigio col lasciare le sontuose dimore e :r.'ccairsi sui campi di battaglia a pr-estar la loro qpera, umanita,ria ai feriti, cÒme le infermiere volontarie deJJe Associazioni di soccorso nclk guerre moderne. Così nella canzone di Pereeforcst una, donzella, di nome .Elena, l'iesoe a rid1mre oon g-,r.ainde abilità la lussazione della spalla ad un cugino ferito; n~l p-oema di Tcb. c la figlia di Licurgo soccorire oon un Ciordia,le uno dei capi, Tideo, e siparge di balsamo la ferita e la fa.scia colle stesse t,rine della !Sua veste; un'alltra ancora, Belis-sia, :fidanzata, del cavalier-e Otinel, lo assiste premurosamente dopo che si è battuto <:ol Re dei Saraceni, ed Aucrussin, che si è lussata un.a spalla in segnito a ca,duta da ca.va,llo, è guarito dalla, sua :promessa Niooletta sempli,c,,emente con applicazione siul!la parte lesa, di erbe e foglie verdi. Così nella leggenda di 'lìristano fa ,regina Isolda di Irlanda presta amorosa ass'istenza, irn!Pavida, <Sul campo di battaglia ai f>oldati caduti.
Nel p,òema epico di 1I'C ,Giudrun sono messe in evidenza le 111olteplici cognizioni del monarca in medicina e chi 1·ur1,da, che avc,a a1pprese da una vecchia fattucchiera e la sua infatkardle attività nel prestare in combattimento i p,rimi sooco,rsi ai malati e feriti, il cui numero era così ingente ·che i camelli non bà!'!tavano al loro trasporto.

Nella canzone dei Nibelunghi ,si legge anoom che il re di Burgund e suo frate[lo si prodigavano nell'assistere i fe_riti in g,uerra e nell'effettuare il loro sgombero a mezzo di lettighe.
In mancanza di adatti luog'l1i di cura, i feriti e malati venivano trasporta,ti nei monaJSteri (fig. 34) ed affidati all'assistenza dei servi d.i Dio. La, r,eligione nei suoi chiostri e nelle sue chieoo offriva un asilo tr~nqui1Jo e sicuro ·ai feriti di gucr.ra,, i qua.li trova.vano assistcm,a fraterna nei monaci votati al saicrifido delila pietà, e nello stesso tempo i conventi divenivano altrettanti centri di coltura delle scicm,e mediche e vi frOOorrevano numerosi allievi, tanto che Bonifacio Vlll non si perita.va di scr1vcrc a Pilippo il Bello che il clero disfava dal ,re e dai principi come lo spirito da11a materia.
Fra. [e scuole monastiche in cui si impartirono il11!3egnamenti di medicina va J'i.cordaba quella di Mont,ecassino, fondata da S. Benedetto (480-543), il 1quale nell'artioolo 36 della sua regola, dava ordine che annesso al convento fosse istituito un osped.ale per i poveri : infirmorurn cura ante omnia et S'uper omnia adhibenda est. Comincia, in tal modo a 1,ealfazarsi il concetto cristian9 · dell'obbligo dell'assistenza agl'inf:ermi, come aveva già ra-0eomandato S. Giacomo nelle sue epistole: (C Se qualcuno è ,maJa.to~ chiami a sè gili anziani della comunità )).
Sotto la protezione dei santi Cosma e Damiano, oriundi siriaci, come tutti i iprimi medici cristiani, i quali, secondo la leggenda, avrebbero studiato medicina e quindi esercitata l'arte sanitarria in Cilicia, vengono così so,rgendo numerosi ospedali religiosi, quali a Oesarea., fondato da S. Ba,silio nel 370 d. C.,ad Alessan<lria nel 610, a Costantinopoli, a Gerusalemme ,eretto dall'impertit1·ice Endos8ia, a Roma i,stituito da Fabiola nel 400, a Lione ed Arles nel 582 e ['Hotel Dieu a Parigi nel 651, al valico del Mioncenisi-0 nell'825 cd a quello del Gr,an S. Re,l'narò.o nel 962 {>,cc. In quello di /Montecassino accorsero in folla gli infermi fin dalle più lontane regioni d'Europa, e fra i tanti fu ricoverato Enrico II di Baviera, per caJoolosi vescica-le; e vuole la, tradizione clie fosse guarito mirawlosamente dallo stesso S. Bene<letto, che g1Ii 11,piparve in sogno, porgendogli la ,pietra. che aveva ,a,bilmente estratto.
Contemtporaneamente a questi nosocorni r,eligiosi ,sorsero numerosissimi asili iper i pellegrini e ricoveri p€r i lebbrosi .. i quali non dovevano incutere paura. e ,rihMzzo nei Regnaci di Colui che non

:weva esitato ad avvicinare le labbra divine pc,r badare quegli infelici. Cosi. furono ·istituiti numerosissimi leprosari,. tanto che in J~uropa so1,passavanò i 19.000, di cui 2000 in Francia.
Fig. 34 - Cavaliere ferito al torace trasportato in un monastero per le cnre del caso. (Da un disegno della, Biblioteca Nazionale di Parigi - Lancelot du Lac).

Negli ospedali treligiosi l'assistenza. sanitaria. ,è affidata agli stei;;si monaici fra i quali vi sono molti medici ed informieri (inr:1·marì): ed a poco a poco la loro attività si esplica anche fuori dal chiostro e cominciano a farsi una numerosa cli<mtela, non escluse
i 11 usli1·i Jpersonruii.tà, fino a tanto the i concili sotto Innocenzo II cli Olermont e di Rcims (1130-1131), del Laiterano (11.39) sotto AlesHa,nd,1·0 III, di Montpellier (11G2), <li Tom'S (1163) (Ecolesfo; abhorret s,1,ng,uine), di Montpellier ~otto Oe1lestino III (1195) e di Parigi (1212) durante iJ. pontificato di Innocenw UI, mettono il veto sull'esercizio professionale ai reJigiosi. Eò il 1pontefice Onorio III estende tale restrizione ai chierici s-ecolari : ad omnes olericos dignitate aliqua praeditos.
IL - l SERVI½! SANITAUI PRESSO GLI ESEUCl'l'I DELLJ ANTICA ARABIA.
I
Gli Ambi, animati daJ fanatismo di WJa. religione, eh-e aveva eternato nel . Oora.no il ipdncipio della violen7,a sanguinaria e la promessa <li un al di là all'ombra delle spade, non potevano lontanamente pensaire ad un'assistenza :sanitaria in campagna, dato . che la vita era tenuta in cosi poco pregio e portavano ovunque il saccheggio . e la desolazione, disLruggendo eol fono e col fuoco quanto <li bello aveva prodotto ila, civiltà,, come n'è iprova l'inc.cndfo della famosa biblioteca alessandrina.
Ma, aUorchè la loro potenza, raggiunse ·più taJ.•di fa 1più alta espressione, gli Arabi ebbero una civiltà meravigliosa, che tenne il primato fira ]e wltre e lllel campo della medicina si affermò coi nomi di AJverroè, Avicenna, A.bulkasis, Rhazes ccc. In questo periodo i oondottieri e i califfi furono seguiti in batta,glia da sanitairi . di fiducia; l'arabo, nel cui animo cominciavano a germog1iare h"'entÌJmenti umanitari, presta sul campo soccorso aJl compagno fedto, e la bella Angelica a-ssiste amorosamente il giovinetto M ~doro f.erito.
L'amore alla scienza si sootituisce presto alla brama di conquista ed i solda.Li oreano in ogni città soggiogata ospedali, scuoile, biblioteche. La prodilezionc degli A,r.ahi per le scienze .frsko-matcmatichc, e soprattutto per la chirurgia, imprime un nuovo indirizzo all'arte sanitaria, ~a quàrle va sompre più sviluppandosi e perfezionandosi col ragionamento, ooll'~j.)eri.(>.,nza e ooll'esame diretto ùcll'in.ferino. E la ~edicina !Presso questi popoli ,raggi.unge il più largo sviluppo e ,riesce a conquistare il primato tra le altre scienze . . . Dopo la; caduta dell'impero rcmià.nò, gll .A!r::Ì,bi dive:ntano· i dominatori del Miediterràneo spingendo.si nella, Sipag.n::i fin. oltre' i Pi: i·enei, e coi loro continui e numerosi seambi commerciali. si avvici· nano gradatamente ed assimila.no i frutti della dviltà dei .popoli

~ontigui e .soprattutto dei Greci, dei qu.a1i ben presto vengono a conoscenza, nello studio delJe mediche disdpline, dei testi di Ippocl'ate, di Ga,leno e di Paiolo d'Egina e fondano numerose scuole mediche di carattere laico, al contrario di quelle d'oriente.
Maometto, nato nel 560 d. C., comincia già a riconoocere la gwa.nde irm1portanza della sa.Iute degli eserciti e prescrive rigorose norme igieniche per oonservarla, pr<>,eetti che sono scrupolosamente osserva,ti dai :fiedeli. La sua dottrina raccolta nel Corano, che fu scritto su ipezzi di stoffa o di cuoio, su foglie di palnìa ed anche su ,pietre e su ossa di montone, si pnò ritenere, dal punto di visfa, medieo, un vero· e pr,oprio tr3Jttato di igiene. Infatti, in esso sono p,re~critti i lavacri quotidiani, le prostrazioni, i pasti sobrii, il digfono (Ramadan), dal quale sono dispenRati i soldati al campo, l'astinenza ila,ll'uso di cawni di maiali e di anima,li morti da luugo tempo, dal vino, dal ~atte d'asina e da tutte le bevanrle fermentate.
E dà i.no1ltre pre:1Sosi insegnamenti !Per la p1•ofi.lassi contro i morbi infettivi. << Se sentirete dire che in \rn paese infierisce una .. ' 1nala.ttia, epidemica,, non vi a,ndatc; se invece vi t1·ova,te in una, località in cui si siano ma,nifest.a.ti morbi contagiosi, non dovete nscirne )).
Paolo d'Egina,, della pdma, metà del settimo seoolo, contemporaneo di Maometto, è uno tlei più grandi met;]id bizantil1i. Dei suoi mnncrosi tra,tta.ti, è pervenuto a noi solfa,nto quello della medicina., composto di sette lihri, di cui il più importante è il penultimo che si occupa della chiirurgia. Oltre ad estese cognizion~ sui carcinomi, vi è esposta minutamente la tecnica per il catetorismo, la litotomia,, J'.ernfotomia, l'orichiectomia e k O[)Crazioni di fistole anali e di cmor0 roidi. NeWultimo libro tratta dei medicamenti semplici e composti. e della loro preparazione.
Grande mecenate delle scienz-e fu il Re Abderamo III, fondatore della Moschea di Gòrdova e di numerosissimi OSIJ)edali, tanto che in questa, città ne fur,ono iln.piantati oltre una cinqua.ntina. Nè meno fervidi patrocinatori furono i suoi successori Al-Ak<em, il quale riuscì a raccogliere una ,biblioteca così monumentale, che ill solo catalogo era composto di ben 44 volumi, di 50 fogli ciascuno od il reggente Al-1Mansour, grand,e çondotticro e vincitore in cento oombattimenti,-che aveva fatto venire :fin dalla Grecia medici illustri,. che lo seguivano anche sui campi di battaglia;-

..1~vicenna (985-1037), orinndo'persiano, ci ha la.sciato il c.:mone dellla medicina (l(o11w,un " fil Thel>b) che rappresenta, per ben sei secoli il codice IJ)iù autorevole. È composto di cinque libri, suddìvisi in trattati, che prendono il nome <li fen) frutto dei suoi pazienti studi e della lunga esperienza. Nel IV libro uno sipecia,le capitolo è dedicato al1e maJattic infettive ed un a1tro alla chirurgia,, con una minuta dissertazione sullle fratture e sulle lusisa,zioni. Nel V libro si pairla, dei medicamenti, f,ra cui la, cassia, l'assa feti(fa e l'unguento mercuriale.
Ma il più g,ra,ndc ch:Lrurgo arabo fu Abulkasis (960-1012), nato a, Za,hen, prel4so Cordova. 11 sn(! trattato-di chil'nrgia, che fa parte della grande Enciclopedia conosduta ùol nome di '1.'escrif, comipendia tutte le nozioni chirurgiche e rappiresenta una delle opere più importanti d,~l tempo. Questa comprende tre pa.rti: nella prima tratta ampiamente deNa cauterizzazione delle ferite col ftioco, a mezzo di cauteri d'oro e d'airgento di varia grandezza, nella seconda descrive minutamente le p~'Ìncijpali operazioni, fra cui la trapa11azionc, l'amputazione, la litotomia, l'erniotomia, le suture intestinali, l'asportazione di gozzo e di aneurismi; .e nella terza infine parla delle lussazioni e fratture.
R ,dallo stesso poema. ricaviamo inoltre che l'opera dei medici militari in campagna, non ,si limitava solo alla cura dei malati e feriti, ma dovevano altresì invigilaire assiduamente sulla qualità degli alimenti e dell'ac<1ua potabitle, sul suolo, sugli accampamenti e su ogni altra cosa che potesse essere inquinata ad arte daJ nemico e danneggia.re la salute dell'esercito: ed . a[)pena accertati.si dell'impurità, erano obbligati a prendere i provvedimenti necessari per .preservare la truippa da ogni pericolo di malattia. E se que- · sta, ciò nonostante, .si manifestava, dovevano esplicare tutta la loro attività per arrestarne il decorso e per il.imitarne il più rpossibilmente la diffusione. Invero è da riconoscere che questi precetti millena,ri potrebbero a,ncora trovaire sede opportuna nelle nostre istruzioni ,militari di igiene. Al medico ipoi spettava in particolar modo di invigilare ·sulla salute del re, e salvaguardarlo da ogni ipossibilità di ammalarsi, ipoichè era legge fondamentale che « la conservazione del re equivalesse a quella dell'intera Nazione ». A tale intento, il med.ioo riegli accampamenti teneva impiantata la proipria tenda accanto a quella reale ed era p,rovvisto di tutti

µ;li strumenti e rimedi terapeutici per ogni evenienza, quaJi bal1,:a,mi, oli e succhi vegetaJli.
Per quanto riguarda l'approvvigionamento idrico dell'esercito, lo storfoo g,reco Erodoto (V, ,secolo a. C.) racoonta ,che ùn il.'C 111ra,bo, dovendo attraversare coll'armata un· vasto deserto, fece deviare l'acqua da un fiume sino a distanza di do<1ici marde, per mezw di tubi-fatti con pelli di bove e d'altri animali: tre di questi canali attingevano acqua dal fiume e ciascuno la conduùeva ad 11na grande cisterna, scava,ta 1ungo la via che l'eserx:-ito doveva 1pe,rcorr,ere. :m quindi da supporre che 1e truppe fossero rifornite di acqua pN' tre giorni, sia che [a !l_)orta.."!.,;;;ero gli. uomini, sia che fosse somegg-iata. Ad ogni modo, l'episodio contiene assai p,iù che in germe la, ~epàrazione tra i rifornimenti ,che vengono dalle retrovie e quelli che 1 ',ese,rcito operante si ;proca.ocia con mezzi ipropri.
La notizia tramanda,taci ,da Erodoto, benchè si riferisca a, tempi remotissimi di a1meno venticinque secoìi fa, non è trascura,bile: essa (Umo.stra che la co,sì detta «logistica)) era praticata a,nche da,gli. antichi, benchè ne ignorassero il nome.
Rhazes (850-923), pure d'origine ,persiana, è giusta.mente considerato come il migliore dei medici pratici della sua epoca, e la sua O[)eI't1, El-Kavl è composta di nove libri : uno di questi tratta del va.inolo ed è um1 ,raocolta interessante di osservazioni. personali, con esatta e minuziosa descrizione tanto della variola che del1a vairicella, d·el foro ,decorso e cura, nel1a qua.le non P trascurata 1a cosme.si del volto ; un altro libro, il term, è d-edicr1fo ai medicamenti e. fra. que:sti si a.ccenna per la prima volta alla canfora e si consiglia l'iuso dei rivulsivi cutanei, molto energici, fra cui uno OÒDl!posto di coloquintide e nitro (( 1provato con successo su più di mifile persone)). Rha;1,es ha scritto àncora un lihl'o Alma.nsor sull'igiene degli aecamp3Jillenti, in ,cui prescrive la rna1ssima 1pulizia con il'allontanamento immediato degli animali morti e l'estirpazione delle piant,e velenose dal campo, il quaJe dovrà essere impiantato in località, poco elevata, pTeferibilmente a valle ed in direzione sud-ovest. QuandQ soffiano i venti umidi, per le truppe raccoma,nda ~he ,sia.no intensificate le esercita.zioni militari ,e ila rproibizionc del vino; quando l'a,ria è asciutta, consiglia il regime opposto. Insiste infine sulla rigorosa vigilanza dei cibi e deille bevande da fornke a11'esercito.
FinaJmente è da rkordaire Averroè (Ù26-l]J),8), da Cordova, che

olt.r·<· .ul ,ef.lsere un meòico di gran fama, fu anche sommo :filosofo e aut.ore di ,quel _g,r~1:nde commento di Aristotik, ricorò.ato da Dante nel suo poema divino:
« Averroì.s, che 'l gran comcnto feo )).
Oriundo -da nobile famiglia,; daipprima fu giudice nella, città natia, poi .fu inviato ail ;I\{arocoo ove per aver manifestato idee contrarie al Corano fu conda,nnato alla oonfisca, dei beni e dovette 11'ipararc a Fez, .faoendo pubblica 1ritra.ttazione.
lll. - L'ASSISTENZA SANI'fAIUA NELLE CROCIA'!'~J.
li'in dal 1095 papa Urbano II, impressionato dalle lotte fratricide dei popoli che continurumente si dila11i.avano e si massacravano i.n inutili contese, in una grande adunata di signori italia-ni in Pia,ecnz.a. cd im un condii.o -qi ;preh1,Li e òi principi u Ole1·mont, aveva. promulgata la necessità di liberare il Santo Sepolc1·-0 dagtli infedeli e di promuovere una sania guc.;1~ra, che, sollevando gli nomini dalle miserie e diatribe di questa terra, porta,Sse a comr)ie,re nna nobile impre..'%, che avrebbe avuto per ricom1pensa, il mrn·tic-io e la gl-Oria celeste.
L'appello di 1riscossa non fu landato invano: Pietro l'Eremita, da Amiens, nuda, la testa ed i piedi, vestito di rozzo saio e ci.nt-0 i fianchi <li. w1a grossa fune, cQIJ. suo verbo r·u'<le e selvaggio, ma affuscinante, fu lo strenuo banditore di <111esta, nuova. campagna, inspi.· ~-ato aid un fine ideale, sovrumano. Ed al grido fatidioo <li « Di,o lo vuole », ·pl'i.nCÌpi, conti, duchi, religioRi, nobili e plebei, gent,e di città, e del conttuio, in una gara, ammirevole, !:!pinti da un unico impulso, non esitarono ad abbandonare spontaneamente le loro te1~re e i loro beni. e <li marci31re alla. conquista della Pafostinar, ponendo sulla tunka -0 ,sul mantello o sul frontale dell'elmo il simbolico segno sanguigno di una croce, in memoria del sacrificio dell'Uomo Dio.
Nè la debolezza del sesso, nè gli acciacchi dell'età, valsero a, trattenere dal prendere parte alla santa impresa donne, v-ec.chi e frunciulli : intcr,e famiglie, intere borgate lasciarono 1a propria sede e· moSh~ro. verso la Terra santa. Si caloola, a, 600 mila, iit numero <li quelli che (Partccipairono alla prima, crociata, e l'ei-:,erdto sterminato,

f.1·[1,tto daUa Fra.nda, dall'Italia, dalla Spagna, dall'Inghilterra e d:~ll' Allemagna,, percor·se a g1randi giornate !l'Euroipa, trascinandosi al .seguito un ingombrante numero di carrL di quadrupedi, di bag-a,gli, e di superflue ma,sserizie.
Finalment,e nella, prima,vera del 1097 si . accampò sulle rive ol'i.enta1i nel Bosforo, e nel successivo 15 maggio iniziò l'attaooo di N:icea, caduta la quale, [)roseguì alla, volta, di Anti9chia, che cinse i l'assedio, e, d{)l])o sette mesi di lotta, acc~111ifa, riuscì a conquistarla. l\fa la vittoria fu pagata a ben caro prezzo : già durante n 1mssagg'io della, Bitinia e della Frigia l'PBereito fu colpito da numm·osi casi tli i 11:--01:Lzione e stremato per la lunga gucr,ra, Iu ben presto assalito da,lla carestia, per cui .si fu costrètti a sacrificare tutti i quadrupedi ml a- nutrirsi in seguito di sole erbe. Inoiltre le pioggi.e torrenziali, l'inclemenza del clima e della stagione torrida, contiribuir.6no a d Ufondere in modo spaventevole i casi di insolazione e le mahttie c:i·strensi, siochè in breve tclil!PO queste immense masse d'uomini, 111al,c a,rrna,ti e peg~io orga,nizzati, sfiniti dalla fa.me e dai cfo:agi, rimasero decimate jpiù della, metà.
Dopo la presa di Antiochia i Cristiani si aprir~ono finalmente la via cli Gen1salennnc, e il 10 giugno JO!l9 lo stendardo crociato ::;vcntolava sulle mura della Città santa. Il grn,hdc condottiero Goffredo di Ilnglione, conte della bassa Lorena, al quale era stato ofrerto il titolo di re di Gernsalemrne, volle per umiltà, essere chiamato semplicemente difensore del S. Sepolloro.
Scarsissime soino le notizie che µ,bbiamo sul servizio sanitario di questa prima, spedizione, che durò dal 1095 al 1099: le cronache ci hanno t1ramandato soltanto l'episodio di un capo, Baldovino, fratello di Goffredo, che ,rimase ferito sotto le mura di Glernsalemme da un co1po di lanci~1 a.Ha coscia cd ai réni, con profusa ernor,ragia, ]a quale provocò un non lieve deliquio. Coricato su una lettiga, ebbe pronto .ed efficace '.soccorso dai medici, aJl seguito delle truppe, i quali riuscirono a, strapiparlo da morte certa in g1razia anche della sua, robusta, costituzione. Così lo stesso GofJ',redo, gravemente ferito, riuscì a sa]wM·si jper merito dell'ubilità d,ci sanitari che gli ruppresta, rono le necessa,rie cure con ogni sollecitudine. ·
Anche la seconda crociata (1146-1149), condotta, da Luigi VJT, d'etto i] (iiovane, ,re di Francia, e dall'irnperr1tore Corrado JTI di Germa,nia e di cui fu eloquente assertore S. Bernar~do, abate di Ohiaravalle, non ci ,offre grandi pairtioolari in rapporto all'assi-

stenza sanitaria: sappiamo soltanto che l'esercito francese sconfitto in Si,ria ed il tedesco disperso nell'Asia l\Hn<z~e ebbero a subire sensibilissime perdite per micidhtli epidemie sviluppatesi fra le soldatesche, e di cui non ci~ pervenuta alcun'altra notizia. Nè fu possibile con le forze superstiti tentare l'assedio di Damasco, poich<~ l'esercito, 1og~ra.to dalile malattie od estenuato dalle fatiche e dalle iprivazioni, dovette rinunciare all'impresa,.
Nella terza crociata (1188-1192), ;patrocinata da Clemente _ III, coll'intervento di Filippo Augusto, ire di Francia, Riccardo Cuor di
Leone, figlio di Arrigo II d'Inghiltorra. e dell'imperatore di Germania. Federieo Barbarossa, spira un magg·iorc sentimento di umanità, fra i belligeranti : non -è più la lotfa feroce, 3JCCanita, corpo a cor,po, che si impegna~ acuita dal fanatismo contro gil'infedeli", ma - comincia, a farsi strada il iprincipio del ·rispetto ai ferìti anche per la presenza di numerose donne, al seguito deUe truppe, travestite <fa gueririeri, le quali, oltre a,d essersi dimostrate premurose infermiere nell'assistere i feriti, diedero prova di coraggio e di valore negU.i assedi dì Tolemaide e di ,Taffa. Si nar-ra, infatti che il condottiero Baldovino, succeduto a Goffredo di Buglione, fece arrestare la marcia deill'esercito ,per non abbandonare una ;povc,ra turca colta sulla, strada dalle doglie del :parto, e la fece assistere dai propri medid : ed egli stesso le gettò il mantello per copri,rsi. Lo stesso Baldovino rifiutò ,energicamente la, pr·oposta del suo sanitario di saorificare un iprjgfoniero saraceno, allo scopo di indagare le cause interne di un'affezione, di cui egili stesso soffriva.
Il re Filippo A)ugusto, come è noto, morì a · Nantes il 14 luglio 1223, a 59 anni, nonostante le assidue cure del sùo fi<lo medico
Giovanni d~ S. Gillet, per cachessia. ma.Iarica,, da cui e,ra affetto da circa uu amw: colpito da, un accesso di febbre quartana, il re fu sottoposto al salasso e ad una dieta rigorosa, alla quale ipet·ò, secondo gli storici, ,non volle sottomettersi e dopo poche settimane spirò. L'imperatore Federico Barba,rossa, mentre moveva, coU'eserçito v,erso la Siria, nel risalirè il fiume Sele, preso da un vivo desiderio di bagnarsi nelle limpide acque, si gettò nell'acqua, ma, colto da illJprovviso malore, miseramente annegò.
Nessuna notizia importante dal punto di vista sanitacrio ci ha tramandato la quarta. crociata (1196-1198), promulgata da Celestino IV ed organizzata da Enrico VI, imperatore di Germa,nia, la quale ebbe per azione ipiù iniportante la conquista di Berito.

Nena. quinta, invece (1198-1206), promossa da Innoci=mzo III, ~uidata dal MaJrchese di Monfer,rato col concorso dei Veneziani, capi tanati dal venerando doge Enrico Da,ndolo e che. finì colla presa di Zara e l'assedio di Costantinopoli, lo storico Giacomo di Vitry ci dà, per il primo conoscenza di due malattie castrensi che colpii·ono le tru.pipe. La, prima si distingueva per un (< dolore imip,rovviso d 1e prendeva gli a,rti inferiori che diventavano orrenda-mente neri: ~11<.x:es.sivamente le gengive ed i denti erano att3)(',cati da una sp<> .. d e di cancrena, sicch·è l'infermo non poteYa più ma,sticare e nutrirsi )). I ,:li seconda era caratterizzata dal fatto che gli ammalati « durante 11.~ notte rimanevano colpiti da cecità e non rpotcvano più veder 11nlla )). Nessun dubbio che siamo qui in presenza dello "3Corbuto e ddl'emeraloipia,: e la descrizione, pure esposta con ,estr,ema semplidtà e concisimie, non può dar luogo ad equivoci di sorta.
Ne,p1pure la ~esta crociata (1213-1241), propugnata da Onorio TTJ e condotta in Egitto (]a Andrea, II, 1·e di Ungheria, che finì <· ,oll'inutile ipresa di Damietta, riconquistata più ta:vdi dai SaraJCeni, <'.i ha lasciato alcun fatto importante per la stoTia della medicina militare.
Nella settima (124G-12-G4). ,gnic'lnta dal re Luigi IX, il Santo, t1·oviamo mm descrizione più esatta e pa1·ticolareggia.ta di un'epidemia di scorbuto che incolse le truppe. E con espressioni ingenue, ma assai vivaci e colorite, ne parla il Joinville : '<< La carne delle gambe si disseccava fino all'os~o, e ta,nta carne morta veniva alle gengive che ]a bocca diveniva orribilmente puzzolente e conveniva che i barbieri iportassero via tale carne, affinchè si potesse masticare cd inghiottire il cibo. ,Gra.n pietà era quelila di udir grida,ee le genti fra l'esercito, alle quali si tagliava la ca,rne morta; poichè gridavano' essi come donne che fossero in travaglio d'infante. Ed alla fine pochi ne sfuggivano che non ne mor·issero; ed il segno di morte che vi si conosceva continuamente era, quando si cominciava a sanguinare dal na..i;;o, che si ,era ben sicuri di essere morti tra breve>>.
Durante il secondo assedio di Damietta, che costò innumerevoli ipevdite, le vittime furO'Ilo la,sciate sul cftmpo insepolte, e putrefac~n<lo mandava,no esala.zioni pestifore, fa.vorendo il diffondersi di morbi infettivi. Il monarca in persona si p,rodigò a cura.ire con le proprie màni, a confortare ed a soccorrere i colpiti, ed egli pm'e si ammalò.
L'ottava crociata (1268-1271) fu condotta dallo stesso re Lui-

µ;ì I\, ormai ridotto in tristissime oondizioni di saJlute, tanto che pot.cva iJ.'eggersi a stento in sella. Per oompiacere il fratello Carlo d'Angiò, re di Napoli, egli mosse coll'esercito alla volta di Tunisi, ove sb8Jrcò il 17 luglio 1270. Ma ben presto, per le deplorevoli condizioni igie.niche, le truppe furono colpite dallo scorbuto, <falla dissenteria, dal derrnotifo e dalla ma,Iarià, cootrfltte ad accam[)are in regioni 1pa.lnòosc con poche misere tende IJ)er ripa,rarsi daJ. sole af,l'icano e, dai venti imipc-:tuosi e soffocanti, a cibarsi unicalllentf\ di carne sa!Lata con scM·si~sim<! provviste di acq11a. Siochè Ja mortalità fu elevatissima e non si a,rrivava in tempo n, da-1· sf'!J)oltura ai cadaveri, che, ~asciati sul terreno, ammorba.vano l'aria.
Ai fori.ti si distribuiva ancora ogni m·attina, a digiuno, un cucchiaio di polver·e di polygonia-minor nell'acqua e nel vino : in caiso di lesioni da freccia, supposta avvelenata, si somministra,va una miscela, di scoilopend,ra e di semi di limone· . B iper rendere l'acqua · pota.bile, si 1 :iteneva. rne~zo sufficiente di correzione IJ)estare quattro fave o quattro ma,ndor.lc nei recipienti che la contenev:wo. f,~p,pn,re Fappia.mo esse~i trovati medici chirurghi al seguito dell'esercito in questa Crociata: alla persona del ,re era addetto il chirurgo Pietrn da Soisson. R fattai inoltre menzione di aJ.t,ri medici militari: Dndes di La·on, Piètro de la lkocfl, Martin {',CC. le cronache ci narrano che nell'accanito combattimento jnnanzi a Daruietta si ebbm·o nmucrnsi morti e fol'iti, fra i ((11ali il condottiero G'autier, che fu soccorso dai chkurghi e dai fisici dClll'csercito. Questi medici erano soelti fra i più giovani ed i più robusti, e nelle lunghe spedizioni belliche e nei .conflitti sanguinosi acquistava.no gradatamente ciò che non poteva offrir loro lo st11dio più assirluo e paziente sui testi: l'esperienza e la pratica.
Lai tenda, del Re sa,nto era stata jmpianta.ta, in zona l·siposta ai venti ed ;il ten,monto si accendeva.no innanzi suffumigi con una mescol:m7,a di c-eci, lllpini, a,mhra, iprp,c~P.ntmnente macerati nel vino, e sparsi. sui ca,rhoni ardenti per disperdeJ'e l'aria malefica. Ma a nulla valsero IJ.e p1'emurose cure : Luigi IX andò lenta.mente -spegnendosi .per 1 Jaggravarsi ,della disscntf'lria e cachessia malarica. Sentendosi a,gli estremi, si fece oollocarf\ su lìa cenere e cop1·h'e di un cHicio e morì s-0rcnamente a 55 anni.
Non sarà superfluo ricordare l'1isanza di questo Re di guari1I'C gli scrofolosi toccandoli e-01Je dita, facendo un segno del!J.a croce . s111l1a pa,rtf\ a.mmalata, e pron undando conterupora.nea,mente le fa- .

rnose parole« Le Roi te tanche et Dieu, te gnérit >>. Questa ca,ratterii;.;ti,ca costumanza, dei Re di }'rancia si trama,ndò per pa,recèhi secoli fm() a Luigi XVI e a Oa,rlo X: e migliaia, e migliaia, di pttzienti accorsero alla reggia e furono cura.ti in tal modo con larga OSipitaJità, a Corte ,e rimpatriati a spese della muni1ìcenza, ,regate.
In .modo non dissimile narra la leggenda, che re Clodoveo aveva ~·narito Lancinet, suo conipa,gno d'arme, il quale, secondo Iè prescri1/. ioni di Celiso, aveva ingQfati due s-erpenti pe1' cura,rsi della scrofola. 11 monarca,, dopo aver toccato a,l malato le rnrn1erose piag·h,e, si di:-:infettava, le mani con una pezzuola, imbevuta, d'aceto, e quindi le :-:t,1·ofinava con un'altra inzuppata d'aoqua.
N,è altrimenti, s~on(lo llarra, Plinio, Pirro re dcll'F.[liro, avrebltc ottenuta, la.' gua,rigione dei 1rnilati di m:illza toccandoli coll'a.lluce, che a:veva virtù così mira,co1ose da 1 rimanme intatto allorchè il caidavc·re del sovrano fu cremato,. Ailchc gli impe'l'atori Aureliano e Adriano, con anailogo trattamento, <.~uravano il g,ozzo, pratica che più tardi fu in uso anche p,1·essu i 1·e d'Inghilterra,.
CompleRslvamcnte, nel per·iodo delle c·rocia.te ehe durù 194 a,nni, si ebbe a Ia,mentare una iperdita, di lwn tre milioni di uomini, di ~ui ol fre due milioni di europei.
IV. -- LA MlUDICINA MILI'l'ARID J~ LA SCuOLA 8ALillRNITANA.

Fin dal IX secolo Salerno era salita in gran fama per le di~C;ipline mediche, indfrizza,te soprattutto allo studio approfondito dei ch~ssici antichi eò :agli inscgnamtmti del .sommo Ippocrate, per <· rd potè m ~ttere suil suo sigillo la leggenda : Oivita.s l:lippocra,tica. :-i. 'l'ommaso d' A<Juino S<>ri.veva, in proposito : << Qu,att,uvr swnt 11,rbes ,·oeteris pniem,ìnentes,: Parisii,s in scientit.8, Balernu,m in medicina,) Rononù1, in legibu8> A·11,relianù; (Orlean.c;) in a1wtorilms )). E Pil'ances,co P.ctra.1-ca,, nella relazione di un viaggio compiuto nel 13.30, d ,iama Salerno << M edicina,e fonlmn ac gymnasi1Mn nobilissirnwm, )).
Raccontano le cronache che Roberto, duca di Normandia, figlio 111aggio1·e di Guglielmo il Rasta,rdo, che aveva seguito Goffredo òi P.uglionc in 'l'.erra, ,Santa, nel ritorm1re dalla orociata in Inghillf•1·ra, Iu .... costretto a sbarca1·e in questa ,città, governata dai Nor1nanni, ipei· i reliquati di una fer·ita al bracci<> destro, da f.re.:eia av1·c,l enata, dH! avevano dato esito aid unrL fistola. I medki ,salernitani fnrono chiama.ti a consulto e dichiararono che unico ri.medio era
I l
la suzione della piaga: ma nessuno osàva a,vvicinarsi ed il re stesso non voleva, che altri si es!J)onessero a morte sicura. Solo Sibilla, figlia, ui Bairtolorneo, conte di Conversano, sua fedelissima comp~1gna, appena ebbe notizia delle g•ravissime condizioni in cni versava., ruccorse di notte aJla sua tenda; e roent,re eg1li dormiva, a,ccostò le labbra alla ferita ,e ne suochiò il veleno. Il duca, svegliatosi. di sopra~sa.lto, no1i riuscì ad impedirlC l'e1·oico sacrificio dell'amata spos~L, che fece olocausto della propria vita pc1· la salvezza del nobile consorte.
Roborto alilora ordinò alla Scuola Salernitana di ,raccogliere le regole cd i preoetti, che l'esperienza aveva riconosciuto corrw i' più pratici e razionali nella cura delle varie malattie: e cosi vemi.e alla luce nel 1066 la famosa opera « li'los mediG'ina .. e )), che poi mutò il titolo in (C Regimen sanitatis )) e quindi in quello di« .Med'icina sale,·nitana, se'u de consernanàa bona haletiulirM3 )). La Scuola medica di Salerno, di. cairattere esserndalmente laico, ,raggiurn~e il massimo splendme nel 1200 e tenne alto, da sola, il nome della medicina italiana f,ra le tenebre medioevf1li. ]<~bbe soprattutto gra-nde Jama, per il suddetto poema, Flos, medicinae, che fu tradotto in 11 lingue e di cui iSi. ebbero oltre 240 edizioni. Esso costituisce il canone prim:-ipale deilla Scuola, in cui ogni versetto offre dei precetti semplici e pratici, informati per lo ipiù aJllo spfrito ipipocratko. Devesi inoltre ricordare 1 'Antidot::irio (114-0) che r::ipprescnta il testo dassko dei ricettari e raccoglie tutte le ricette e prescrizioni terapeutiche de-sunte dalla rpratica-quotid~ana p,rofessio1m.Je del tempo. Questo Antidota,rio è opera, (1i Niccolò .Sal~rnitano, vissnto verso i1l 1103, e ,riproduce la prima edizione a,ndata perduta. Si può ,considerare un vero e proprio manuale di materia medica, farmaceutica e teira,peutica,: esso fn cornpiJato ·da Niccolò, 1perchè rogat-M8 a qui7ms(la,m in praetica mecl'icina stiulere volentibus, e fu commentato da Matteo Pla.teario.
Un altro testo a,ttrihuito alla ,Scuola Salernitana, è quello che prende il nome di Libro dei quattro grandi maestri, che furono Arcirnatteo, Petroncello, Platea,rio B Fe]'Jra,rio, sulla chirurgia di Ruggero di Fruga,r,do, ma, effettivamente da1la Scuola Salernitana p,rese solltanto l'ispira~ione e fu compilato molto più tardi.
A;nche la chirurgia, fu a, Salerno tenuta in ooncetto elevatissimo, e fu insegnata, come disciplina da medici insigni, i quali portarono specialmente ipreziosi contiributi e rpiù esatte co.gnizioni negli interventi per !.!;ffezioni cerebrali e per cakolosi vescicale.

Così, durante il fiorire della Scuola medica salernitana, l'eser(' i :;,,io pubblico defila medicina e <leUa chirurgia divenne molto p, ro:fi<·110 ed assunse tale importanza, che turbe di malati accorsero da og-ui pa,rte d 'ItaJia alla Ofoitas kivpocralica. Il clima do'lcissimo, iO i·ie.lo S<emp,re terso e del più l)lll'O azzuN'o, la vegetazione lussureggiante sembrava invitassero, come SCl'iveva, Orazio al tempo dei Homani, la ·popolazione informa, a c<~rca,re fa guarigione dei suoi 111:iJi in ,quei] lembo di tena prediletto dalla natura. O~sì Salerno divenne meta desiderata dPi numerosi pellegrini reduci dall'Oriente 1• dei soldati e dei ca,pi degli eserciti delle Crociate, come il luQgo :pi1) adatto per ristora1'Si dalle fatiche e da.i _disagi della lunga g·u.c1Ta e per cura-rsi del)e ifcrite che non , potevano essere state trat; l.a,t c convenientem(;nte nel turbine del!la battaglia. 11 numero dei medici e dei chirurghi regi era notevolissi:ino e 11Lolti di essi furono al seguito degli eserciti durante le sipedizioni guerresche. Non è raro leggere dipl~mi di questi tern:pi, pervenuti fino a. noi e custoditi ora nell' .A,rchivio di Stato di Napoli, in cui si. p,trla di nomina di medici regj ,per il servizio negli ese1<citi: a questi sa.nita,ri indistintamente veniva assegnato un cavano, affinchè si mant,ooessero sempr,e in condizioni fisiche ,e,ccellenti per poter disimpegnare in ogni circostanza le foro mansioni.
Narramo le cronache che Miagno il Buono, re di Norvegfa e di Danimarca (1034-1047), preoccupato della- assoluta deficienza di AA.nitari per l'assistenza in ca-mprLgna dei ma la.ti e feriti, assegnò al seguito delle trup[Pe <l9dici dei suoi guerrieri, che avevano le mani più dclic~tte ed aids,ttc per l'aipprcstamento dei primi so-ecorsi.
Nella vita di Luigi il Grosso si accenna ' a.11cora, che nell'organiz;,,a,zione dell'esercito in cinque corpi protetti ,<fa una ret•roguardia, al ooma:ndo deJl contf: di· Fiandra., per combattere l'imiperatore di Germa-nia, M re non aveva tra~curato le misure di p,revid,enza per comierva,re la salute alle trurppe ed aveva :fira l'altro -sta,bilito dei luoghi di riposo per i feriti (deficientes propter 'Vulnera a labore bellico). E si.noti che siamo appena nell'~mno 1124. Già alla, fine del Aecolo XII troviamo òiRtinte le due funzioni di medico e di chfrurgo_ Guglielmo il Bretone, nf\l descriver<: ]a, ferita. inferta, da, Arbalcte a Riecardo Cuor di Leone rn 26 ma,ggio ll!)f) nei prP-sRi del castello di Chalus, à~c-enna, che i · chirurghi allargarono fa piaga, ipe;r estrarne il ferN dalla sipalla. destra, mentre i medici si limita.vano a fa,rè le medicature (apponurit m edici fomenta) secantq11,e chirurgi vulnus) .

Anche presso i piccoli eserciti, 1più o meno pe1,manenti, delle 1·e. puh1Jlid1e f\ dei comuni .medioevali italiani, .è presumibile .sia esistito un servi½io sa.nitado ; aTizi per alcuni di e~si ci risulta che vi fossero ass,egnati. chirurghi con lo stipendio mensile ,di r,o soldj imperiaili. B inte1• .es.sante a1l rigua.ròo far ceJmo di una, .specie di concorso al posto di mcdioo militaT'e prm;so le milizie del Comune
di Cremona, che trovasi nel CJodew ,Uploinati<Ylt8 cremonensis ('Htistoriae patriae mon1trnenta) serie II, 'romo XXI, pag. 172). Il medico doveva essere di piaghe e (l'ossa soltanto, ossia, semplice chi,rurgo, e iper due soldi imperi.ali al giorno dovev·rt irmpegnarsi a medica.re g1·atuitamente tutti i feriti. cremonesi. J~ o intanto il · testo della, deliberazione:
« iM:OOXL, indictione XII .Adclitu,m est et statutum, quod imus m,edicus de plagis et ossib·ns tantiirn de7Jea,t ire et CBSe cmn carrotio (.carroccio) qiiando vadit in exercitum. Qui habere debeat (le comu,ni duos solillos imperiates in dfo et non pl1ires / nec solntionern seu p1·r-tùt1n recip-iat al> aliq11.o fli1;if:nt1'..q P.t (171i.<wo7>atus Oremonensis pro med'icat1.ira dmYtnte exercit,,,i, el qui t cneatwr rneclica1·c in eo
emernitu ornnes de cfoital,c <Jf; epiiscovat u gùw vraetio al-iq11,o, et ita teneatwr jnrare, et attendere et oùser!iarn )).
Un documento di ,poco 1più a,nticp, una- pergamena dell'Archivio diploma.tioo di Siena, òel G dicembre 1230, attesta che anche questa Comunità .doveva, ;:i,vere a8snnto diversi l.lledici milita,ri in trcgolare sorvizio. .hl una petizione che alcuni cittaòini, deputati alla, custodia dei prigioniel'i, fanno a l podestà di SiffiliL << affinchè Maestro Honifuzio mcclko sia ei;;onerato dal servi,do di medico nelle cavalcate dell'esercito, òoveudo cura,re molti prigioni.eri infermi».
Molto interessante per la. storia dc11a meùicinn, milit..'llre del tellljpo è 11na. !poco nota miniatu,ra che si può oss~rvar,e rn:il Oannen ad honorem A.'ugusti di Pietro da Elloli del ~ecolo XIL conservata nella Biblioteca, civica, cli Berna, in cui è ·rappresentato, ncll'a,rte ingenua, e primitiva, dell'epoca, l'assedio di Napoli (,fig. 35). Un a,rciere è in atto di scaglia1·e coll'arco un dardo contro un guet•riero in vedetta sulle mura merlate; e nel['interno delle fortHioozi.oni è effigiato il conte Riccardo d'Acerra,, wlpito da, una freccia alle guanci.e con ferita transfoosa e soccorso ·p,tcmurosamente da, nn medico che tenta l'e,struzione del dardo e d~L ùue infe1•miere a,<:.sistenti, delle quaili. un'.1 porta un vaso di unguenti e l 'a.ltra -0gg,etti di meòicazione. (~uesta ipreziosa miniatura viene quin<li a, costituire uuo dei più an-

f icl.ti documenti figura.ti vi dell'assistenza sanitaria medioevale in ~Llcrra con la, oollaborazione dell'elemento femminile.
F,d a p1·oposito <li !>idro da Eboli, 1·icord~rc>mo che questi, oltre <'11 c magister ed ecellesia~tko, era anche medico; e dC'!<Criv,e con
Fig. 35 - Miniat,nra ùal Can11et1 ad hon01·1m1 Àug1tsti cli Pietro ùa· Eboli nella Biblioteca civica di Berna.

molti particolari la malattia che trasse a morte l'imperatore Ar1-igo VI, figlio òi I!'edc,dco Barlmrossa, il 28 settembre 1197 a, 'Mes~ina, di ritorno dalla caccia nelle paludi di .Nisi, allorchù fu colpito tl;tlla terzana malariea.: a,rri1niit a lritea f ebre noact11,,.; iter .
. I medici. milita.ri, che segniviano le tn1ppe in c.a,llllPagna, per la maggior parte erano chiamati 1nilit<J8 o nobiles eél ottenevano feudi in ricompensa. Così Giovanni da Casamicciola, il medico preferito
<li Uu,do 1, neHa metà del 1:,ecolo XIII, assurse a ta:te fama; sia come dini<:o, sia come scrittore del. Bre1;iariumJ>ractioa,e, da tenere n [Jl"Ìmo·posto sopra tutti i médici napolchwi iprovenienti dalla Scuola di Salerno. Egli coane archiatra del sovrano lo aocompag·nava nelle spedizioni guerresche e fu perciò nominato milite, ed ehhe l'investitura del ;feudo di F·rignano presso Aversa, come risulta da un documento esistente nell' A:rchivio di Stato di Naipoli. Per dimostrare come questo medico militwrc a<;eopp~asse àlla sua J:ìeienza buona dose di spirito caustico e satirico, è da ,ricordare che netll'aeeennato Brev'iarium Practicae . egli fa, delle osservazioni . moilto eul'iose e piene <l'umorismo. Così, per esempio, 1è; veramente originale e mordace l'a,nalogia che egli trova fra le donne e gli animali velenosi, per cui ncl proemio del terzo libro, quando si 3JC.dnge a trattare delle malattie òelle donne, seri ve : e< et quia mulieres 1tt plwri1'nitm
sunt animalia veneno.<Ja, de mor8a animaliwm venenosorurn consequenter trrwtli1Jo )).
In altro caipitolo, a iproposito ddk1r let.a,rgia, r.:1r:cot1ta che ad un soldato napoletano oppresso dal sonno, per ma,ntcnèrlo desto, fece legare un maiaJe per i piedi e sospenderlo ail letto· dell'infermo, a:filnchè con i g;r·ugniti striduli e continui gli in11pclli1Sse di dormire. Ad un altro soldato, colpito dalla stessa infermità, fece ra,dere la testa e co:spàrgerJa di mieJe, .afiln<;hiè accor,resser<, le mo~he, e l'infermo occupato a sca(',ciarle, per vincere la molestia, fosse così distolto dal!l'assopimento.
J\fa ben rpiù interessanti ot.'!Servazioni possiamo rinvenire in questo Breviarwm dove si alterna il serio al faieeto. Infatti, int,rattenendosi sulla legatura, d·ei vasi, Giovanni da, Cas.amiodola così si

esprime : << <Jnm ao·n ferrea" nrgenlea, 'Vel aeneo, supt'ili; capias vennrn cl su,71 6(t dUigenter du,caB cwum cu,1n filo Bèr(co, qno<l filit,rn ah alia parte venae tralwtur, ita, quod 8 _ ubstantia illi11,8 venae non ta,11-
gatur,ab al'iqiw et 1,ena li{letur cum duobu,s nodis 1 n e 8(tnyuis poss,it earinlle exire >>- Reco un ignoto ipreconiz;i:;atore della kgatm·a delle arterie! E dehhono pa;ssa:re ~incora tre i:;;ecoli prima che sorg·a l'astro Juminoso di Ambrogio Pa.rèo.
I medici ed i chirurgi, seguendo spesso i movimenti delle trup1pe, ne ricevevano quasi semtpre lairghi compensi : coi:;;ì, per esempio, nel 1272, Oa,rlo I, pr,1'1(',01,rendo varie parti df'l regno col suo esercito, fece paga,re venti oncie tli oro, equivalenti a 290 ducati, a Giovanni da OaRamicciol:i,1 ed onde 12, eguali a 174 duca.ti, a. Simone
A ,·chiodo; e ciò per le soile sipese sostenute durante il viaggio nel rrrn~e di gennaio in Puglia. Ordinò inoltre che uguaJle S<}mnm si fosse pagata, nei mesi seguenti nel caso che essi continua1SEH~ro a. rimillllere i11 quella reg.ione, come l'isulta da un documento esistente nel Regio Al'Chivio di Stato di Napoli.
Degno di essere ancora ricordato, sia perchè salì molto giovane in grande rinomanza, sia anche per le sue pregevoli opere, è maestro Mauro, medico aulico e miiJ.itare, ricercato dai facoltosi del tempo, t hc sul .llni,re del secolo XII disim1:1Bgnò il sei:·vizio sanitario presso i.l Re La,dislao, seguendolo nella mag·gior par-te delle imprese guer•l'l!SChe. Di lui ci rirrnangono tuttavia diverse opere, tra le quali un 11tanoscritto che si conserva nella biblioteca di Pa,rigi, col titolo « ùiber phlebotoruni) secundum MagistrU'rn 1.vlwwrwrn )), studio di pL ·atica chirurgica molto im,porta,nte per quei tempi e reputato come fonte di grande valore rper i medici della Scuola, di Salerno. Jfl nella nrccolta salernitana,, contenuta. nel codice di Hresla,via, tleggesi. una sua lezione anatomica,, m<;>lto ,più minuta cd esatta dell'anatom-ia, JWl'<Yi di Cophonc, ~hc .si -tile1111c fin VlH'tiO il ':300 sel'Ìtti.L ùa, GaJ.eno, 11elfa quale espone la struttura anatomica, del maiale se,condo l'uso della Scuola di Salerno. Ed è molto interessante la descrizione dello stomaco, d~ll'intestino, delle vene meseraiche e lattee, della vena porta, della cava e di altre pa,rticolarità anatomiche sutlla struttura dell'animale, esposta in modo oosì completo ed esatto, che ~gidio (li Gorbcil ,riguarda mastro Mauro come uno dei più eccelsi. ingegni ddla ,Scuola salernitaiùt, ed il 1Più profondo e versatile spirito fra tutti gli scrittori medici, di poco postedori alla, metà del XII secOilo.
Quwsi contemporaneo al p,recedente e m~d,ico (li. Gugilielmo II, suo aiuto, e degli uomini del seguito durante la guerra, fu Giovanni CastaHs, conosciuto a,nch _ e col nome di Maestro Ferrario, il quale lasciò una bella fa.ma di sè quale chfrurgo militare. Ed aincora Mastro Bruno di Calabria, lettore di chirurgia verso il 1200 nello studio di Padova, il quaI,e raiccomanda neille lesioni da freir,cfa non penetranti in cavità, ma molto profonde, di fare useire la punta. dal lato opposto p,er evitare che gH ami. 1p,ossano prov,ocaire [)iù vaste lacerazioni dei tessuti.
Ricorderemo infine .Guido da Yig+wano (1270-rn~5), archiatra dell'imp<>,ratore Enrico VII, il qua1fo, oltrf' esse+e un medico militare aflsai rinoma,to in quei tempi, fu a,nch~~ 1111 valente stra.teg~L <' •scrisse un' trattato sull'origanizzazione della guerra. cont-ro i Sa-

taceni: fra le tante iproposte, avanza l'idea, di ca,rri ùnbattagl-iati) smontabili, semoventi, j quali Ri possono ritenere i precursori remotissimi deg;li attuali car,ri armati.
In questo periodo storico, le lesioni e le m.alattie, conseguenza delle guerre, dei viaggi e di ogni sorta di avventure, alle quali i caYalieri. andavano j11contro, richie<leva,no necessaria,mente l'ope,ra dei medici e più anoora <lei chirurghi, i quali si dimostrarono tanto più degni deill'artc lO'ro, quanto più sapienti ed audaci. J>rovveduti di unguenti, ,spesso raccolti nelle officine di Damasco e di a,lt,re dttiì, dell'Asia minQl1'e, con buona scorta di foN·i ustori e <li coltelli, dimostravano la loro sagace operosità e la loro grande intraprendenza, seguendo, iper la pratica, molto da vicino gli insegnamenti dei chir·trngi afl'aJbi e salernitani.·
Così la chi,r11'.rgh1 dei medici militari, usciti _ dalla Scu()fa di Salerno, segniva in buona parte i precetti 'e le {lottrine pr~prie di questo stu<lio. E si può dfre che il progresso della chirurgia generale, nel sno cwmrrnino ascendente, va di pari passo eon q U{'llo d,elJa chirurgia cfalla Scuola salernitana, c1i <:ni i chirurghi militari, che spe.sso erano a,nche medid aulici, r31ptpresentavano i migUori campioni. Tl edebre scrittore di quell'epoca, G ui.do dc Ohauliac. del quale t1vremo occasione <li occupa,rci più a.vanti, oon la semplicità e franchezza, caratteristiche del secolo, determina aJcuni punti essenziali, riguardanti quel 1periodo stol.'ico tanto poco studiato e così mal conosduto. Egli infatti, do;po aver· brevcmc.ntie ricordati i Greci e gli Arabi, passa d'un tratto alla ,chirurgia dei tempi suoi ed in questa esposizione, quantunque francese, non ;.;a, indicare altro che nomi italiani, e ne tesse i ,più grandi elogi, ponendo innanzi tutto in p'1'ima linea Ruggero di Frugairdo, Rolando da Paiuma ed i quattro maestri citati, « qui libros speciales rle chirutyia edider11nt et multa empirica, eis rnisciterunl )). E poi-· chè Rugg.ero con ,sicurezza fu allievo della Scuola salernitana, e Rola,ndo e i qna.ttro maestri non fo<'~ro che 1:ièguirc k opere <li. Ruggero, si può concludere che i prillllordi della chi.•rur.gia, vennero soprattutto da Salerno. È da cita,,re aJJoora Bruno di Longobur:go,, il quale « satis di8oretc dieta Ga,leni et A.docnnac et operntionem A bnllwsis in sumnwm redegit )). CoHÌ per opera di ,questo sanitario, anch '~gli' come il precedente, m,ile8 atque mellicus a1tlicus, là, chirurgia., mo-

dellata dai salernitani sulle otpere ,dei bassi tempi grecoJatini, cominciò ad arricchin~i di molte cognizioni galeniche ed arabe.
Seguì a costoro Gug1ie1mo 1a Saliceto, il qua.le, bm,andosi princiJpaJlmentc sul suo criterio, formò un prop,rio sistema di. chi1·m~gia, eseguendo sui campi di battaglia molte operazioni 3Jrdite per quei telIIlJpi, t;mto che lo Ohauliac ne fa le più grandi lodi.
Sono dunque tre tappe del p'rogrcsso della, chinirgiu, di quel 11eriodo, illustr~to abbasta,nza chia,ramente nel 13ti3 da Guido d·e Uhauliac. Essa, fu prima latina, <1uiI~di a,raho-g1·eca e poscia eclettica ccl ita1iana. Guido inoltre parla di cinque scuoile chi,rnrgiche, t•sistenti ai suoi tempi, delle quali tre scientifico-rpratiche sono le principali, mentre le altre due . non meritano considerazione, perchè una riguarida i medici tedeschi, che usavano scongiuri e altre p,ratiche grossolane, e l'alt1:a riguarda e~edienti 'empirici da donnicciole del volgo. A 11 'opjposto, le iprimc tre, degne di nota, ern,no dirette, la prima ,da, Rug.gero -e Rolla,ndo e dai quattro Mae;;(,ri, i quali curavano le ferit.e e gli ascessi con gli emollienti; la seconda da :Bruno e da 'fco<lorko, che li curavano con i disseccanti e col vino; e la ter7,a da Guglielmo da, Saliceto, il quale, volendo tenere una, via, cli mez:w, ui:;a,va unguenti ed empia.stri.
Si può quindi c-0nc1ude,r,e che Ruggero e la sua scuola rm.ppresentano ila, chirurgia indig,ena,, Bruno c,(i i suoi seguaci la chirurgia g1·eco-a.raba, ,e Guglielmo da, Saliceto e Lanfranchi i primi albori della. chirurgia italiana, eddtica, che progredendo nel XIV-XV s-ecolo, giungerà nel XVI a ~1nella massima perfozione consentita ,dai tempi d'allora. La, Scuola di Salerno dunque non feee a1ltro, evidentemente, che tradurr,e in forma, scritta e concreta la chinw•gia i.pratica, csei·citata per tradizione; od in altri termini ridusse l'crnpfrismo a, rp1w:etti scientifici. Bd i mag-istri) nello Specfrnen sa,nitntis) danno i precetti deHa chi,rurgia con molta dott,l'ina,.

Ruggero di Fru,ga,rdo si può ritenere il più grande chi-rurgo di questa Scuola, ed tè l'autore del primo trattato italiano di chfrm·g·ia, />md muÌJ(li {ohricrnn) in <?11i sono ampiamente esposte la, tecnk.a, p€r J '.:;, riduzione delle lus.sa:r.ioni, le lesioni deil capo e del cer-. vepo, con Je _n{)irme per ]a, t,ra,pa,nazione, nonchè gli interventi ope1'.'atori per la cura dcll'id1'{1cele, dell'ernia, dei calcoli vescicali, e
pct· ile asportazioni di carcinomi. lnteressa,nti wp:o i precetti da lui suggeriti per gl'interventi nelle f.erite addOOI1inali: se vi è fuoruscita .dell'intestino e se questo è rima-sto lungamente esiposio aill'airia, oonsiglia di lap,a,rotomizzarc un animale e di sovrapporre i visceri ruppena estratti sulla parte ferita iper riscaldatre la, massa i.ntestinaJe, lava,n<lo poi co.n acqua calda e Jascia,ndo O.a ferita. aiperta :fino a che la lesione intestinale non si sia rimar·ginata, ed applicando da ultimo un drenaggio e<l una, fasciatura, da cambiarsi giornalmente ..
Ruggero si dimostrò p, ratico valorQSo in chirurgia, pratico però non per emiptrismo, ma p,er aver seguito da vid1io i migliori maestri nell'esercizio <lell'arte, tanto che egli stesso scl'ive nél primo Hbro dcl1la sua <Jpcra : « S0cion1,m nostror,um el m ,ustriury virorum· ut opera cons'uevimus in soriptis redigere <leliberata ratione censuimi,,s J u.t cu,rmn quarn a no bis reci.percrd r<-:tinen: -ccileant )). Della moltep1i~e opor<Jsità. sci.entitka di Ruggero ò degr::.1, di nota Ja cura chirui·gica del broncocelc, cura ardita, ma ragionevole : consist.,,va <1uesta nell'attraversare il hroncocclc con due setoni passa.ti con ferro 1;aldo l'uno per il lungo, l'altro iper traVP.'rso; ogni giorno, mattina e sera, si tirava il setone per manienere la :suppurazione, dalla quale il volume del tumore rimanent consumato.
Da ci.ò si :rileva come l'uso del setone che wlcuni critici, incorsi in inosatte investigazioni, affermano fosse importazione di una chirurgia rela,tivwmente moderna, tr,ovasi già priima in H,uggero t poscia in Rolando, che da costui Jo a.piprese. Non sarà superfluo ricordare che in quei tiempi il setone si praticava· .preferibilmente alla, nuca, eseguendo due piccoli tagli rpa1.rallcli dcJla ente ed in t1.·oducenò-0 un filo od una listereNa di tela, mantenendo infine aperti gli orifki c<Jll 'introduzione di un. pisello o di una fa.va, o, di altro corpo estraneo ip,er impedire la ,cicatrizzazione. A;nch~ il metodo di curare il gozzo con la spuigna è completamente di Rugger-0, ed è stafo adoperato fino a.i gior.ni nostri, perehè l'aziQne terapeutica, è dovuta .all'iodio, rui.iuralmente contenuto nella spugna stessa. ~è certo l'ard.ita operazione di passa,re nel goz:r,o un d()!ppio setone trovasi des.critta prima di lui, per quanto si sappia, ed è intera.mente <li versa dai tentativi op~i.'atori desoriiti da· Abulkasis (libro II, [ap. 42), il quale dimostra di a,vere una nozione molto confusa del bro.ncocefo e nel caso di. « tumori di gola e nodi )), -00me

egli chiama, ne consiglia, l'csti,rpazione oon un metodo ,rozzo e au~ dace . .Per le tonsille suppurate Abulkàsis u:,;ava 11wendcrle con ur uncino, tirarle in fuori ,e perforarle o indderile; mentre Ruggero procurava di rompere l'ascesso sia col dito, sia aiprendolo con un met~do eIIlJPirico, tuttavia adoperato daJ. nostro popolino fino a tempi non molto lontani, sebbene un po' diversamente, quello cioè. cli prendere un pezzo di carne bovina semicotta, di legarlo fortemente con un filo, di obbJiga,re l'informo ad inghiottirlo, ed tLppena oltrepassato l'istmo del!l.e fauci, ritka.rlo con forza,: l'ascesso in ta,l modo veniva rotto dall'interno all'esterno.
Ruggero voleva che si mantenesse,ro 31perte le ferite penetranti neil torace per impedire la rtWcolta del sangue e 1pus; nelle ferite addominali, se erano lesi l'intestino e [o stomaco, suturava la ferita di questi viscerL e per (Proteggere 1a pai;te cucita, dell'intestino dal contenuto, metteva nell'interno delle an~ intestinali ed in corrispondenza della sutura, un carmello di sambuco. Neil · tratta.mento ,dei· tumo•ri maliigni endocranici, dorpo di avere asportato la, iporzioné ncc.essairia di diploe, estiI1pava, fino al suo impianto il tumore, ,preconizzando così alla distanza, di s,ette secoJi gli audaci tentativi del,la chfru1·gia. moderna.
Ruggero, H quale oornpendfa. le più ·pro,gt'edite conoscenze della, ;.:hirnr.gia dei suoi tempi, ,parilando delle lesioni e fratture del cranio, si addentra in ,ricerche minuziose ed 01·iginali e p,retende finanoo di avere determinato i sintomi certi delle lesioni delle va,rie circonvoluzioni. E.gli era ,solito introdurre nelle ferite craniche una ipiccola spugna per facilitare l 'a.ssorùiimento del pus: quindi le tamponava con filacce imbevute nel bianco d'uovo e per consolidarle rico,rreva aJlla pece ed alla •resina. Nelle lesioni della faccia si valev:t di stuelli di lardo, apiplicando suooessivamentc mumia ·e sangue umano disse.ocato. 1\"el 1·itira,rc le frecce dalle ferite, raccomanda inoltre di assicurarsi innanzi tutto se esse siano barùate, cd in taJ. caso, suggerisce un. metodo di ,estrazione così ingegnoso, che giustamente, in ·tempi a noi assai vicini, il Marchetti ne fece un'utile a,p.pUcazione per casi ana.lo.ghi.
Di fronte ad un'ernia de!l polnu.me, Rugg·ero, allo scoipo di evi ta,re la lesione di quest'organo ·con la dilatazione della fel'ita, consigliava di far rima.nere in piedi il soggetto, di affe1~mre la su perficie superiore ed inferiorf' della lesione, cd addossarla dalla.

1>..1,rte fuoruscita del polmone, e menbre si teneva così compressa, obbligare il ferito a sedersi brusca,m~mte e con una, certa foi·za, pretendendo che in tal mod-0 sarebbe subito rifmtrata, la iporzione fuoruscita del polmone.
Pare che Ruggero sia, stato ancora rno1to':1;hile nelila 01wrazione di litotomia; ed il metodo da lui wdottato era una moclifi.cazione di quello dassico descritto da Oelso. S'introducevano una o due dita neM'ano e si spingeva [a, 1pietra verso il collo della vescica,; e mentire un assistente, sohlevato lo scroto, premeva sull'ipogastrio allo scopo di fissare la piet,ra,, l'oµeratore 11waticava un'incisione tra lo scroto e l'ano, profondamente, :lino a scoprire il cakolo, il qua.Je veniva estratto con un cucchiaio o con un uncino.
Fra i modici mi]it311'i del tempo che fanno ca1po aJila Scuola sa.lcrnitana merita infine di essere rk-0rda,to (Hova,nni da Procida: i] cui nome ci è stato tramaindal,o da.Ua rivoluzione del vespro, che fece dfre a Dante:
<e Se maln, ,Signoria ,r•.hc\ ,;c\mprc\ .a,ccm··a, Li popoli soggetti, non avesse Mosso Palermo a gridar Mora, Mora>>.
Giova,nni saJ.ì in fama, (lrfale medico e chirurgo dell'imperatore F~derico II di Svr~via., e lo f':Pgnì Rempre cogli aJtri medid Juilitari neU'lta,lia settentrionale p(•r circa due luRfa·i tli guerra accanita., combattuta contro ipapa Innocenzo IV, 1prestando insieme con altri compagui l'opera, sua, i,ntellig,ente P pronta,, sia, aM'irnpcratme cd ai suoi cortigiani, sia a-i _ sol<la.ti flell'esercito, tanto che, cessate le m;tilità, il Vf~l(n·oso e colto n1e<1i<'o militare ricevette in compenso akuni feudi ne.]lle vicinanze di Saderno e di Caino. Corrne P- nnto, l'in1pcrat01'c Federico IJ morì 11el 12fi0 a, F(')rentino colrpito da dis~enterfo, e fu a;nwrosamente assistito da Giovanni da Procida. ('.he firmò com(:' testimonio il tcstallllcnto del re.

V. - LA Ml!}DICINA ~l LA CHIRURGIA MII,I'l'ARE NML 'l'RrnC~J:\''l'O.
Lé i;icienZf! mediche che a,vevano t1·ovato sicuro asifo e farga ospitàlità, nei monasteri e nelle abbazie, che ,ra.pp,resenta.no a1trettanti fari luminosi di civi!ltà fra le fitte tenebre medioevali. rkcvono nuovo impnli;;o e sviluppo per opera dei re di Sicilia Ruggero e Federico TI e deil re di Naipoli Carlo I d 1Angiò, e cominciano Jentamente a, diffondersi per tutta l'Italia.
Fin dail 1200 ;sorgono in Ew·opa i primi centri di studio clic prendono il nome di imivérsitates studioritni) ,pe1'chè vi si inf-Cgna tutto lo sicihile di qnei tempi, e si svilu1ppano da.llc antiche corporazioni <fogli stude11ti e. collegi dei ,lettori protette e dotate largamente òi privilegi_ da,i Comuni e da,i r1.~gnantL
Fra, li.e più antiche lJniversiità in Francia è da citare quella di Pa.rigi fondata neJ 1180 ed ancora più antica è !la famosa scuola di Montpellier (Mons Pcssitlamus), cr,ea.ta ne] 1120, che nella sua o·rganizzazione e funziona.mento ricorda ila: Scuola tli Salerno. In Italia fu,rono istituiti gli impo,rfantissimi Studi di Bologna nel J j18, per il (1uale venivàno stanziati ci-rea 20000 dncati all'anno, di Modena ne!l 1182, di Pa{Jo.va nel 1222, di Messina ne1l 1224, di Najpoli, fondato nel ]225, da, Federico II, fli iTercelli, creato nel 1228 ~ler iniziativa, del Vescovo Ugone di Ses,sà, di Snfamanca nel 1240, di Siena nel 1241 , -di Piacen,-;a, nel 1248, di Perugia nel 1308, rli Palenno nel 13]2, Ffrem.c nd 1;~20, Pisn nel 1343, Pa,-via ne.I
1361 (',CC .
Come particolare curios-o, è da, nota,rsi. che nei Luoghi ove si irnpartiva,no le ,lezioni in estate vi gj ammassava. la paglia, in inverno il fieno, sn cni si -di.RJI)onevano gli scola.ri ed i lettori: a, questi e,rn, ,riservato uno strato più abbondantf~ per ,es.sere più in alto e potere d()l-!'.11inaire l'uditorio. Oo'sì Sig-ieri, lettore ne11o Studio 1pal'igino, ,denc rievocafo da Dante nel Paradi,so :

<< ..... nel vico degli strami Sillogizzò invidi:osi veri>>
La chi~ur:gia militare si gloria·in questo periodo di nomi ita, lia,ni. Ricorderemo anzitutto G·ugJieilmo da Saliceto (121] -1277), {ln. Piace1w,n .. , illlustra.zione de11 'antichissimo Studio holognese: fn uno dei primi a tenta,re la, fusione della medicina ,colla chi.rurgia, a 1-iconoscere l 'importanza della ,fiJosofìa nello scibile medir,o e a-cl applka,re nella, tecnica operat01·ia. nell'~1,pcriura degli aiscesisi epatici il coltello, in luogo del ferro rovente, di. cui si servivano esclusivamente gl~ Arabi. Eg]i int'T·oduceva nelle forite delle soude (tonncha,e) fatte con ,radici òi rafano, c,osparse di polvere di. vcI'atro, ~,er ,provocare l'k1itazione e conseguente cicatrizzazione della lesione.
Per proteggere le ferHe del c,ranio .era solito rfoorrere a<l << un piccofo guanciale, perchè l'a,rht, non vi penetrasse)), intervenendo poscia arditamente col trapano e coil raspatoio ; nell'e8tirrpazione
dei poliipi nasali insegnava a dilatare in prrecedenza le narici con 1 uuL spugna· preparata; per il gozzo osservava che « se · non se c1li·a in due meRi, è bono che tu faici inciòere.)). Non è interventista invece nel ca.nero della mammella, non sembrandogli sen:ipré (( cosa honesta )) l'oipeirazionc. È ancora uno dei primi a praticare le suture iiitestinali da pellicciaio, sconsigliand-0 l'introduzione di
J<'ig. 36 - Lanfranchi cfa Milano. Lettore di chirurgia nell'Università di Pari~i (Secolo XIII).

corpi ,estra.nei neMa f~rÌ'ta e ad estrarre i calcoli vescicali con taglio mediano ed intravede già i rapiporti fra quantità di urina e idropi,sia.
Do,bbirurno infine ricordare che fin dal 1275 Guglielmo da, Saliceto riconosce la contagiosità dell'ulcera venerea dovuta a contatto impuro, e come mezzo profilattico raccomanda un'abbondante abluzione con acqua f.redda e aceto: ablutio cum acqua frigida et roratio looi oivm aceto.
È dovere di italia,ni ricordare un'alt1·a illustrazione della chirurgia, Larnfranchi da :Mihmo (fig. 36), uno dei migliori allievi di Guglielmo da Saliceto. Bandito dalla natia città nel 1290, per ordine di Matteo Vi,sconti, emigrò in Fra,ncia, e nel lWF> fn chiamato a Pi1rigi ad ìnsegnare in quella famosa Università.. Ivi scrisse, per invito dei « Racalari cli medicina)), un iibro di chirurgfa, che ;pc•r molto tempo costituì un testo cla..,;;sico della scuoJa france.se. Fece inoltre una strenua campagna per togliere aì barbieri la pratica del salasso, reclamando per· i chirurghi anche questo intenento. Nel 1254 i chirJ1rghi di Parigi, pel' eliminare dana classe sanitaria gli elementi estranei, richiesero gli esaminatol'i, ,e nel 1260 si ra<:eo]se,ro in un collegio, gli statuti del q1rnle erano sta.ti redatti in base a, quelli delle università, Nel 1~11, per opera di ,Giovanni Pilard, quest'associazione fu {:Ostituita in ente stahil<>, sotto la protezione dei santi medici siri, Coslllt, e Damian~, due gcmcilli che avevano subito il mf1rtirio sotto Diocle-

Fig. 37 - Un chirurgo francese in abito lungo, zia.no, ed ehbc vita l'igogliosa tlell'epoca ili J<jnrioo· III. per circa cinque <:lecoli iper trasformand in seguito nelht famosa Acca,demia di chirurgia, tuttora esistente.
I membri dell'assemblea avevano, come segno di distinzione e di onore, la rprerJ)!:a.tiva .di i~dossa,rc ,nn abito lungo (fi.g. 37), mentre ai ha,rhieri non era p,ermes·so che di portaire ]'abito corto. Lanfranchi riuscì a da.re ill massimo svilruppo a q_ uest'assodazione e fasciò due pregevoli opere di piccola e grande 1chirurgfa, ricche di molte ossc,rvazioni .ol'iginaJi; poichè era ~o lito di considen.n·e il malato come il miglior libro di studio e di visitare gli infe11mi in-
sieme ai 1suoi di,s-oeipoli, in 1presenzµ dei quali t'seguiva, le' opera zioni chirurgiche.
Eg1li si può quindi ritenere il ca[)o stipite della. scuola di chi1·urgia fra,ncese. Nel suo fannoso trattato della grnnde chi-rurgit~ sono c,siposte imp<.>rtanti <',ognizioni. sulle fratture de1 cra,nìo, con le. varie indicazioni della · traff_.mnazione 0d altre ossei·vazioni sulle ernie ed applicazione {lei ciuti es n lla, <'.a1co!losi vescicale. Celebre è una sua sentenza, : (( nessuno può essere un !Juon medico se ignora le operazioni chfrnrgkhe nè alcuno può operare se non conosce la medicina)). 11 Lanfranchi kena, le emorragie col torcola,re di sua invenzione e quando la. vicinanza di un nervo complka l'intervento, sa all'uopo ricercare il vaso ferito e legatilo in sito. P,ratica arditamente la, tra-pana:1,ione del crtwio nel caso di depressioni ossee, e con sua som[mli meraviglia, constata la gmwigionc di t,re soldati feriti alla, testa con perdib1 di sostanza, deilla regione ce1'ehrHle anteriore, nei quaJi ,era residuata .solia.utu ùeLoh•11,11,a di memoria (, d'intelligenza e divulga in Francia, la rinoplastkkl, col metodo òel 'l'agliaco:1,:1,ì, ricorrendo ,per iil lembo alla cute del braccio. Tnt,rod uce infine nell'esofago h~so una sonda di piombo ,per evitare la fuoruscita degli alimenti.
Frra i medid militari i,taliani del tempo merita anche di essere segnalato Ugo Borgognoni, da Lucca, di nobile famiglia., scolaro del Lanfranchi, il quale nel 1214: fece un contratto col comune di Bologna, iu1Jpognandosi a prestare i] 'o.p~ra s~a g·,ratuita a, tutti gli ammaJ.ati 1povel"i della città ed alle tr1tppe della guairnigione, dietro un compenso annuo di lire 600, da 11agarsi una sol volta. Però per gli interventi in caso {li frattur~ ·O di l11s1sa-zioni, o se gli infermi · si trovava.no in buone condizioni finanziarie. egli aveva il .flkitto di prctender·e di più : nd primo caso un car,ro di legna e dagli abbienti un ca,1To di fieno, oprpnre 20 soldi. ,:Morì nel 12r>2. Nel 12:18 lìgo da Lucca fu al seguito de.lle solrlateschc bolognesi inviate a,lfa, 'prima, crociata in Siria e pr,f'f{fl parte all'assedio di Damietta,._ :È degno ancoi·a di esser·e rico-rda,to suo 11glio, Teodorico da Lucca, nato nel 1 _ 2m5, delll'ordinc dei p,redicatori,, vescov,o di Bettonica e di Cervi.a, che affermò corag,giosamcntc ;1011 essere necP1;sario il pus; anzi questo non faceva che pro] unp:are il rleco1·so della malattia e-d imipediva la, gua,rigione. Seguendo le norme di A~·istotilc, egli fn il primo a prescrivere il vino caldo nel tratta.mento dclile

lcs~oni e fra, i primi a pratica,re !Ja, narcosi. I metodi di anestesia, fin 1 l,1 tempi remoti, 1ion erano ignorati, e già, per a.tte1Ìuare le soffei'en?:.e (li-i cròoefissati si r:icor,reva a,l morion) d'origine orientale, fatto a l>u1se di manfl.ragora e si usavano negli atti operativi le rnedicirute o1idorm'itivae .. Si i~beveva una ~u,gna (svonga soporiphera) nel suoco di 1piante sonnifere (OIJ)pio, manclil.·a,gora, cicuta, lattuga, solano nero, giusquiamo c,cc.) e lai si lasciava asciug:-u·e al sole; nl momento della, narcosi la si immergeva. nell'acqua calda per sdogliere i succhi disseccati e la si accostava quindi a11e na1rici ddl'orperando (narib'tis appUcata), fino a, che fo~e preso dal sonno (capùtt 80rnnmn). P,er svegliare il pa,ziente clopo l'inte•rvento, fii f'Ìt·.or-reva poi aid un'altra spugna intrisa d'aceto avvicinata a,lle nari o si introducevano nel naso dei imcchi di finocchio e di ruta. Questo 11tc!odo di anestesia fu messo all'indice dalla Chiesa e conseguenLemçnte cadde in disuso. Teodorico fu infine uno uei 1primi a pres<.TÌYcrc le unzioni mercùria]i nelle affc1,ioni cuta.nec.
Dei medici. milita,ri francesi di quesVepoca è da ric:01,uarc F,nr.ico de .J\fondevillc .(1270-rn:.W), scolaro di Guglielmo da Saliceto nello Studio bolognese, presso il quale aveva potuto assistere a 11ume,roi;;e dissezioni anatomiche e porto l'indirizzo del maestro HPll'insegnamento anatomico aJl'Univcirsi1tà di Montpcllier, attenendosi ai classici e soprattutto alla scuola araba di .Avicenna ed u t.ilizzando anche i disegni an3Jtomid da, -1 ui cOJpiati a Bologna. Gbhe anche a maestri di chirurgia Lankan.chi e 'l'oodorico, seg11enflo i loro precetti nel trattamento delle ferite senza supipu1·a,zione, portando tuttavia un suo personale contributo di originati.i osse,rvazioni, sp_ecialmente per quanto ,riguarda l't~strazione delle Jrecde. ]fu chiamato nel 1301 alla corte cti Filippo il Bello, re di Fra.ncia, come archiatra e fu confermato 11 ella carica dal successore Lui,gi. X; egli non solo a,veva l'obbligo di invigilar,e sUJlla salute del monarca, ma lo doveva acoompa,gnare anehe in tutte le spedizioni milita.ri. Così ebbe occasione di ra<CùOgli:ere un gran numero di osservazioni, che riunì in un libro, il quale si può consideraf'e come uno dP:i -primi tra,ttat i di ~hirurgirL <li gue1wa..
VaJ.e la pena di sfogliare qualche [Pag·ina di questo volume per avere un'idea dei metodi di Clll'a in (!nell'epoca, delle lesioni belliche. Le armi più comune.mente a.Uora usate erano la spada, la

lancia, i1I giavellotto, la bale>Stra, la ma1,za e le piet:re, che detc1·minavano quasi sempre un'em.onagia fPÌÙ o meno imponente, associata o no a deliquio. rri-rna preoccupazione del chirurgo sul campo di battaglia era dunqu<'l quella di anestare la fuoriuscita <leJ. sangue (fig. 38), e ricorreva a tale scopo, se trattava.si di ipiccoli v::u:d beanti, ad una filaccia imbèvuta in una miscela di bianco
Fig. 38 - Chirurgo mili ta1·c (iu l,asso a 11inistra) che µrn,tica. l'emosta11i sul campo ,li batLaglia (Secolo XIV). (Da una. miniatura della Hibliotcon d _ ell' Arsenale di Parigi)". d'uovo, con polvere astri11gente <:omposta di incenso, calce viva e ~angue di drago, mentre pei vasi più impo1,tanti era, costretto ad usare H cauterio.
Se que>Sti mezzi non erano sufficienti., si ,ricorreva alla legatura immediata del vaso : incisa la 1parte e gli strati sottostanti, in modo da mettere allo sco,perto l'a,rteria o la veua lesa, ]a si estraeva con un uncino, fa si torceva (torq·uere) e si infiggeva, q ujndi ad ogni ·capo del vaso un ag-0 con :fiJo, d1e IPOi si annoda.va e 1:.:tr-ingeva. fortemente. Se il ferito era, swmuto, lo si spruzzava di acqua fredda a-Ila farefa; in mancanza, gli si tiravano fortemente ì ca~

pelli, o si battevano le gua.ncie, o si stroipicciava.no gli arti, o si 1~rov;oca,va, lo sternuto o il vomito titil!lando (con una piuma o ~m plicemente col dito asciutto o immerso nell'olio) le fauci o le narici. ~i p~·ocedeva quindi ad un'abbondante lavatura della ferita, _possibilmente con vino bianco ;riscaldato, per qua,nto il rpa,ziente poi esse tollerare. Si tentava, suocessivamente l'estrazione del coripo v u!lJ1era.nte, avendo prima Ia1 precauzione di oo'Servarc la natura, la fora:rm ed a quaìle profondità era penetrato i1} da:rdo, nonchè la sede della lesione, attenendosi a.J iPrinciipio di non procedere all'operazione se non quando l'intervento si potesse comrpiere con 1111«:~ cert"a, celerità e facilità. Da ultimo :-! riunivano e si suturan,,no i margini della ferita, e con filacde compresse immerse nel duo si preparavano dei piccoli cuscinetti. che veniva.no ap1plicati (· ,0tme fomenti sulla, parte lesa, doipo averla leggermente premuta, e· quindi fi.Sl:mti con bende.
È da me11ziom1re altresì Guido de Chauliac (1:300-1370), a.li i evo nello Rtudio Bolognese d~ll'insignc anatomico Mondino, tpres:--D il quale potè assistere a molteplici esPJrcitazioni su] cadavere (1n11,ltotier,; dissetiones), e del suo suooessDre maestro Alberto, soprannominafo Rc,d;uccio. N,el 1325 passò all'lhiivcrsità di Pa,rigi orn ebbe a, niaestro Enrico rle 1\f.onaevillc e fu insignito del titolo di 1nag'i~ler. Durante la peste bubbonica che infierì nel 1348 in Francia, fu medico di OJementc VI ad Avignone e sostenne in quell'epoca iparecchie ,p,olemiche col Petrarca, che non ebbe parole molto lusinghfore ,per la c1asse medica .. Infatti, in una famosa ~ettera diretta al pontefice infermo, il poeta si. aJia,mna per il gran numero di sanitari che stavan\ attorno al suo letto. <e A beHo studio sono es:si tra loro discordi, egli scrive, stimando ciascuno a sè ve,1,gognoso il non dir nuHa di nuovo e anda,r sull'orme dell'altro .... La tm~ba di costoro, o clementissimo .Padre, fa di guardaire come fosse una, schiera d'inimici. Conchiudendo, adunque ti dioo che da ,rn medico, non di. consigli, ma di eloquenza dovizioso, non altrimenti cheJl_a un sica-rio o da nn venefico insidirLtore della tu:); vita tu guardare ti debha: al qua;lè meritamente quello è da diiisi che i1I YCcchio di Plauto nell' AÙlwlaria. diceva ard un cuoco chia,cchierone: V.attene chè a, cucinare non a 1p3!rla,re io ti ho chiamato)).
L'ope'ra, più interess~ntc di .Guido è quella della chirurgia, che i~bbe numer?se edizioni, fra, cui. um~ francese pubblicata nel 1478 e costituisce il testo clàssico dell'epoca; nel primo oapitulwni singn-

lwre egli rileva l'importanza della chirurg·ia e descriYe il famoso ar11tamentario tascabile (theca vulneraria) contenente sei strumenti : rasoio, lancetta; forbici, scaLpello, specillo c:xl ago. F·ra le doti che deve possedere il chirurgo, enumera la conoscenza perfetta, soprattutto del~'anatomia, senza della quale (C nulla si {l_)UÒ fare in chirurgia)), la continua 1pratica ,p1'ofessionale, l'intelligenza e la, moralità.
Nello stesso tmtta.to ùi chirurgia, è descritta con 1nolti p&rticolari la peste di Avignone, ed a titolo di curiosità ricorderemo che <'{;li consiglia i salrussi ed i purganti e l'a,pplicazione sui bubboni di empiastl'i di fichi e •pistacchi, ed una volta suppurati, !''incisione e lo svnotan1ento. Guido de Chau1Iiac non usciva. m:,1i di casa 1per ·visitare la clientela -senza portare ,con sè la borsa da clist1eri la quale, -oome era solito affermaire, gli procm·a,ya, cc honneur, fJrofit et grand nombre d'arnis ».
A1ltro rnedico f,rancese, che ~alì in gran foma fu Arnaldo da Viilanova (1234-1312), sorprannomina.to il Catalano, il quale studiò a Barcellona, poi a Pairigi e a, Montpellier e dimorò hi ,se,gnito a. Fer1·ara, a Bologna, a l{.om~~ e a Na.poli, ove, narra.no le cronache, che si chiudesse in un rnona,stero di Oi;;te,x·,cnRi e ipcr invito del 1wiore ideasse uno SJPCCÌale mcdica,mcnto per assicurare ai religio·si la castità. In seguito si trasferì in Sp-ngna e da Giacomo II tl'Aragona, fu inviato nel 1309 ambasciatore ~11·e.Rso pa.pa. Clenumte V, poi passò a Pa.lermo ailla Corte di Federico II, il quale lo mandù più tal'di in Avignone a visitare il Pontefice informo, affetto da calcofosi renale. Fu anche lettore presso l'auticllissirrm Università di Montpellier ove salì rpresto in gran nonrn per l'insegnamento pratico della chirurgia, acquistandosi larga, clientela ed avendo l'onore di essere chiaa:nato a consulto dai Re di Spagna e di Sicilia e dai più illlUJStri pcr·sonaggi del tempo . .Nel t,mttamento delle fc. ritc 1penctranti fino alle ossa raccomandava un· balsruno fatto COll una misoela di vino, sangue e farina cotta.
Arnaldo da Villanova ci ha lasciato a,nchc un trattato (De regimine castra, seqiwnti11,m) sUlll'igiene degli accanrpamcnti, in cui !raccomanda l'impianto del campo in wna, [)ianeg,giante, lungi daUe paludi, la rigorosa vigilanza ,suH'acqua ,potabile e l'immediato allontanaJIDento delle deiezioni e delle carogne degli animali, che devono essere ricoperte di te1~ra per evitare il diffondersi di morbi infettivi.

Dobbiamo ancoi-a ri0or-da1e un altro chirur,go militare dcl:Fepoca,, Giovanni Ypermann, nafo a Yrper :sul :finire del '200, al, I ievo nel 1293 del celehrc Lanfranchi nell'Università di Parigi, i) quale si può considerare come il N esto,:re deUa chirurgia fiamminga ed uno dei più famosi medid milita,ri dell'ep,oca. Devono invero trasco11re1·e altri due secoli perchè sorga un astro luminoso che gli possa ·competere: Ambrogio Paréo.
Sairà 0tpportuno . 1premette-re che alla fine del seco1o XIII in l<'i:m<lra, come nei vari paesi. retti a libero comune, le milizie che Ri vPnivano costituendo sponfaneamente in difesa delle città, erano m·atte per lo pi.ù dalilc diverse civiche cor-porazioni di arti e me:-lieri, le quali in tem;po di pace si dedica,vano ad esercitazioni militari peir· aJle1rn,ment.o e dove-vano provvedersi di una sufficiente (lotazione di armi. Aò accompagnairc queste truppe in caf{O òi g-n-erra, come abbiamo già rkordato pc1· i comuni italiani, erano designati dei medici, ipei quali si stanziava nel J.,ilaucio annua,le nna, certa smnon:i,. Si p1·ovvedevano inoltre di tutti gli st1rumenti. e medicinali occorrenti alle loro mansioni, nonchè di car-ri e quad1·upedi ,per ill tirasporto del materia-le e molte voltr. di abiti, che la cittadina,nza faceva confezionare a proprie spese e degli stessi colori della comu.IJ.tà.
A second~L della- forza nuinu,ric.a delle singole compagnie, va1·iava l'or,ga,nico di questi tSanitari : se il numero di soldati _e,ra poco ragguardevole, bastava un chirurgo, che si faceva talora segui,re dailtla .:propria moglie; la qnaile lo assisteva neJl'oscrcizio della sua pr-0fessione; qua,ndo il nu:mero era, conside,Nwole, si aggregavano nno o IJ)a'l'ecchi aiutanti e si consentiva al cbirurg·o di chiamare an Bhe i suoi ,discepoli. E se ciò non bastava, ,si clesignavano altri sanit-a,ri, i quali tutti .erano mantenuti a spPJse del Coonunc. Così ne.I. 1in:.t la, comunità di Bruge.s, al seguito dell'esercito mobilitato per ·1a, i;1pedizionc in Hainaut, designò per il servizio sanitairio il medico W:Ì,nthier Blankard.' -
Nel rn2fi, durante la guerriglia fra il Conte di Fiandl'a e la città di Bruges, Y,p-erman fu p,rooisamente incaricato dagli abitanti di Yjpres, ove fin dal 1318 e,ra. chirurgo òell 'ospizio, di prc+-tarc la sua opera, cli assisten:;,;a, sanitaria alla, milizia mobilitata, ricevendone im compenso di otto libbre e quattro soldi parisii.

Come il de Mondeville, anche l'YIJ)ermann scrisse in latino un trattato di chirurgia di guerra, che ha una grande importa.nza daJ punto di v1sta storico e scientifico. Bwsti accenna,re che, oltre al metodo delJa legatura e torsione dei vasi per frenare le emorra gie. come aveva· già ,preconizzato e praticato il suo contemporaneo de Mondevil1e, vi è per primo discusso il processo dell'allllPutazione degli arti, che prima d'allora si ipraiticava soltanto nei casi di canorena, ricori-endo per l'emostasi alil'olio bollente, od a, piastre di ferro arroventate aJ calor bianco. Si parla anche della trapanazione del cranio, ma la ,condotta de]] 'Ypermann in ,questi interventi è !Prudente, circoscritta a casSi eccezionaJli, servendosi, :1nziehè del trapano. di una sgorbia curva e limitandosi ad aisportare !piooole porzioni di osso: E sono indieati ancora [Iletodi originali per la cura, della tigna, colla calotta, :per l'asportazione dei polipi nasali e .per l'incisione a oroce degli antr3Jci. ·Ma ciò che soprattutto deve notarsi in quest'opera è che l'auto,re. 01t1,e Je benemerenze dell'insigne suo maestro, mette in giusto rilievo anche i iprogressi <lel!la chirurgia itali.una per opera specialmente dei Borgognoni, di Ruggero di Frugwrdo, di Rolando da Parma e dei quattro maestri stilernitani. 1~ da ricordare infine il medico milita,re inglese John Ardern (1306-1390), ·che studiò ;a Montpdilier <~d esercitò in Francia ed in Inghilterra, procacciandosi grande riuoman:r.a nelle operazioni di fistole anali. ·

Nelle oronache di Froisa,,rt (1337-1410) si hanno mo11ti particolari suJ1l'assist,enza dei feriti in guc,rra nel secolo XIV. Qu~ti erano ricoverati nellle case vicine tL 1mczzo di lettighe e veniva loro distribuito un surpiplemento di vitto (carne salata, manzo, mo1itone, . biscotti, vino, bir1ra ooc.( L'esercito ing-Iese era; ,provvisto a,nche di cucine da campo, di IIJlUilini iportatili per macinare il g·rano e di lavanderie; q ucllo francese disponeva inoltre di forni e dì baracche trnsrportabili, nonchè di una sufficieute quantità di ma,teriale da medicazione (bende, fifaçcie, scatole d'unguenti ecc.). Si d)a,rla ancora di una ,epidemia di itte,rizia che colpì le trUJ)pe nel 1378, di un'altra di tifo esantemrutico che infierì nel 1385 e di un'a.lt,ra dissenterica, ehe decimò talmente l'esercito nel J384 da far cessrure l'assedio òi Lishona: e sono riferiti altresì numero.si casi di colpi
<l i calore che s1 manifestarono nel 1:391. Durante la sp-edizione <.;ontro la ScO½ia nel 1299-1301, il principe Edoardo fu accompagnato da non meno di sette sanitari, di cui un medico reale e due aiuti, un ,chì,rurgo r{lale _e due assistenti, uonchè un medico ordinai-io : il ù1:edico e il chirurgo de] re rpe-r-ceipivano lo sti1J<cndio di d.ue scellini a.l giorno, gli a.ltri uno soelilino.
Anche i re e le nota,hilità di alto ligna,ggio, come a,buiamo accennato, si faceV3J10· segui•re nelle spedizioni g·uerrcschc dai propri sanital'i. :El evidente ~rò corm.e questi medici non potevano 'da soli attendere al soccorso ed aUa, medicatura dei nume,ro:si f.eriti dopo il combattimento: in que;3te contingenze i soldati erano soliti ::L curarsi in modo primitivo tra loro, a, mez~o di qualche compagno, ehe si va,ntavà di possedere qualche rimedio segreto. Così, sotto il 1·c.gno di Luigi XII, Baiard, eolpito gravemente alla nuca,, non potè e;Ssere soccorso da alcun :s..<tnita,rio; ed anehe durante il regno di Enrico II vi fu in guerra penuria di medici e di medicinali, tanto che il rnarei;;ciallo di Brissac e suo fratello M. de Gonnor, feriti, rimasero ij;Jriv1 di quaJsiasj as~i:strmza, ed M. d' .Annelmut dovette ricoi-rere a uno del volgo per fa,rsi, ridurre una grav,e lussazione alla s,palla destra.
Nelila batfaglia di Poitiers del 1358 si narra che uno scudiero francese, Giova,nni de HelleneB, dopo aiver trrnpassa,to con una spada, le coocie di un cavaliere ingle,se, estrasse egli stesso l'arma da,lla ferita,, che fasciò strettamente; poi rimise in sella l'avversario e [o condusse a Ohastellerault ove lo assistette per oltrP due settimane. E nelilo stesso eomba.t.timento Giacomo d'Andelèe, gravemente ferito, fu trasportato fuori d:-.w.la mischia da quattro suoi fedeli scudieri, i quali gli tolsero delicatamente l'armatura e non esitarono a sutura.re le lesioni ipiù pericolos,e, a, la.v.arle, ed a fasciarle .. Del ,resto, i sDlilati a quei tempi erano abituati a farsi Clll'are e medicare a iproprie spese.
Nè mancavàno al segnitD delle trup1pe ciarla.tani che si vantavano di trattare ogni specie di ferita con semplici rnp,plicazioni di fa. nn. di oliò, cli foglie verdi, con beva,nde composte di più erbe, con ernpiastri, amuleti e scongiuri. Ed ognuno aveva il suo rimedio segreto che va.ntava, ,quanto meglio poteva ed a1cuni non esitavano iropudentemente a fare operazioni di ernia od estrazioni di cataratta. Vi erano inoltre dei mires che pratka:vano per proprio conto, a scopo di lucro,· importanti interventi oiperativi ed anche

nurnorosi fra,ti, {legli o,rdini dei. mendicanti, si arrogavaJ10 le manF;ÌOJ}i di medici militari in campagna e venivano chiamati fratelli.
Ed a.bbiaimo ancora. notizia di una schiera di medicastri ambulanti, che non avevano altro compito che di .succhiare le ferite dei soJ<lati, ed a. quanto pare, con sorpr,end<mti risultati, di far salassi, e qualcuno a,rrivava, perfino ad acconciare o chu,nzare [e ossa.
A <Juesfo 1proposito, osserva Malgaigne, i chi,rurghi di maggiore fil!ma non erano molto propensi ad. abbandonare la ricca clientela della, città per corre~e al iseguito delle truppe in ca,mipagna, pure essendo agli ordini del monarca o del gran capitano che le comandava: ed allora S-O[)perivano, per il servizio sanitllirio, i baI"bieri del contado, g1li empirici, i caistratori di cavalli, i calde,rai di carnpa,gna,, i cia,battini, che l'alleitrumento di un guadagno, p,er qnarito modesto, spingeva a seguire gli eserciti, ingaggiandovisi come medici ed u,surrpando il titolo di maestri cerusici.
È qui il luogo di accennare c,he nel medioevo la cl1irurgia. era ,ritenuta cmne nn'airte di .se.oondaria importanza, tanto che.ai chil'l!,•rghi non veniva attribuito alcun gra,do a,cca<lemico. Es,si discuteva.no quasi sc.rniprc in lingua volgare ed i loro interventi isi limitavano per lo più alle oipera:;i;ioni. di ernia, di cataratta cd allla estrazione <li calcoli vescicali.
E la 101·0 posizione. sociale veniva ancor più pregiudicata òa,l fatto che jl diritto dell'esercizio chkurgioo veniva accordato anche ai barbieri, i quali, oltre a vendere unguenti ed a1pplicarc catapilasrn.i o ventose e praticare enteroclismi, ca,vav:mo anche i denti Pd Pisegniva,no ~alla,i;;si, R[)ecialmente nei conventi ove per legge ca.110pica i religio!Si dovevano sottoporsi 5. volte all'anno ad una periodica sottrazione di sangue, insieme alla tonsura., e cioè : per l' A vvento~ a, Na.ta.le, in Quaresima., a Pasqua ed a, Pentecoste.
Nel ln61 fu fondata la comunità dei ba,rbieri e nessuno poteva faii:·ne parte, senza rprima aver sostenuto un apposito esame diunamd a ,quat tro poriti. Anche a Londr.a i barbieri si costituirono in collegio ·Cd il Rc'1Bdoardo IV nel 14~2 con apposito decreto ne riconobbe la legale esis,tcnza e concesse speciali privilegi. 00f;ì in Italia, a Firem,e nei] 1349 fu promulgato mi i•stituto dell'art.::· dei medici; e degli speziali, f,ra, i quali erano compresi anche .i barbieri con l'obbligo del gipramento e della, .sottQiJnissione ài ùonsoli della detta corporaziqne.
I 1riedici invece erano tenuti in ma,gg-i01·e considerazione. Oltre

il titolo di maestri, fisicJ, medici-fisici e più tardi. ancora di dottori in medicina, possedevano un g,raòo aceaidemico e venivano elevati alla dignità della cattedra neille varie università e qualcuno era chiamato anche in servizio alle Corti dei P;rincipi e dei Pont(>,fici. E vi era, tale dna]ismo tra medici e chirurghi, che nel 1300 ncll'U ~1iversità parigina lo studente in medicina doveva ,pronunciare da va.nti ai rnagistri solenne gjnramento di non pratica.re alcun atto 01pen~tivo, anche di lieve i,m1portanza., come il salasso ..
V I . - L'INTROilUZIONE DIDLLE ARMI DA FUOCO NEJLL) AR'fE DELLA GUERRA E LA CHIRURGIA MILITARE NEL QUATrROCENTO.
È ormai opinione generale che le airmi da fuoco siano state i11 t-rodotie per la 1n·ima vo1lta dall'esercito inglese di Edoardo lll alla battaglia di Crecy comha;ttufa nell'agosto 1346, contro ]'il i1ppo VI, re di .B'nrncia con una ,perdita di 2500 nobili, 4000 cwval icri e 3000 soldati. L'invenzione della :polvere da fuoco è attribuita Prroneamente al monaco BertoiLclo Schwa,rtz, 11ato a Grosseler nel umo. Infatti nel racconto del f::itto <l'armi di F,orlì, avvenuto neìl 1281 fra il conte Guido da'Montefeltro, difensore della città) t' Giovanni d' Arppia, ,generale al servizio del Papa, si trova già, qualche a(;Ce11uo sull'uso dello schioppo, che Iu la prima arma da fuoco portatile. Ed abbiamo notizia di un documento del JS febbm.io del 1325, cioè cinque anni !f)I'ÌmrL (lclla nascita dello Schwairtz, che la Signoria di Fire11ze mi.to1'izzavà i priori, il gonfaloniere-e i 12 b·uoni homini di delegare una o due persone per fare fondere palìle di ferro e cannoni di metaUo da esRere impiegati nella difesa delle .terre e delle città. Un altro documento ci comprova che Agouino da Chf'ttillon in Vial d' Aùst:1, fnRe nel 1346 nel Castello di La,1w,0 4 piccoli cannoni, dei quali uno fu usato nel 1356 da Amedeo VI, il Conte Verde, all'assedio di Belangero contro il rprinéiipe di Acaja,. E si narra inolt,re che ar,Ìni da fuoco fossero usate dai IMo,ri sin dl'!lFinizio del secolo XIV.
Eid ancora nel· 13~8 :Jfarto1omeo de Drach, tesoriere delle guene, segria sotto tale data nel libro delle ~ese nna, somma sborsata ad Enrico di Vaumechon « per avere y,olveri ed r1ltre cose necessarie ai ca,nnoni )). Na1rrano a1ltr.eRì le oronache che due anni dopo i F·rancesi, nell'assalto di La Quesnoy, fossero stati resipinti « da ·cannoni e bmnbarde che lanciavano grandi quadrelli)>. Fin

dal 1344 Froissart accenna a dei proiettili la.nciati da, petraie, i quali « davano sì gravi ,percosse che pareva che fosse folgore piombata dal cielo )). E nel 1387 fanno per la prima volta comparsa le mitragliatrici, congegnate dallo Scailigero nella difesa di Padova e descritt.e da Giov~nni Cittadella nella <C Storia deJla dominazione caN'arese )), in cui si iparla di (( al<mni strumenti di al'tiglie,i·ia, in modo che più bocche ad un tempo sipargessero lo ste:runinio sul campo avver,sa,rio )). E ipiù tmrdi infine sono introdotti nelll'arte deHa, gueN'a tubi di lamiera di ferro, che .p1,endono il nomf\ di bombarde. La ,scoperta deilla polvere pirica è _ causa di una grande innovazione riell'arte della gueTra, ma . deve ancora t,ra,scorrere molto tempo prima che i perf,ezionamenti balistici riescano a portare notevoli modificazioni nella tattica milita,re. L'arn:na, bianca, rimane sempre il mez17,0 princiJpale d'offesa e l'attacco continua ancora a svolgersi coripo a coripo. Agli a1rchi ed alle fionde si sostituiscono gradatamente gli archibugi, e le maochine da guerra cedono il iposto ilentaiment.e alle colubrine, tanto che si arriva, fino all'anno 14M, in cui .metà degli uomini della, guardia male inglese erano ancora provvisti di a,rchi e metà di schiop1pi.
D'altra parte ]a comparsa. delle bocche da fuoco sui cat1.nrpi di battaglia, mentr·e è causa di profonda trasformazione neill'arte del guerreggiare, imp,r1me, ·sebbene. molto lentamente, un nuovo indirizzo alla, chirurgia .militare, e p,relude già ad una stabile organizza,zione dell servizio sanitario in guerra.
La gravità e profondità delle· lesioni, il decorBo va,rio e s:pesso singola,re dei proiettili attravf\rso i tessuti, lo stritolamento, e talora l'asportazione òi interi seg·menti d'arto, la penetrazione di frammenti d'abito nel tragitto della ferita, l'attrito e la con~ tusione delle iparti molli, ila commozione del sistema nervoso e conseguente stato stuporoso rappresentano un complesso di fo. nomeni nuovi ed imprevisti e costituiscono altrettanti sing()lla,ri ciireostanze, che richiedono nuovi metodi di ruppUcazione e più razionale indirizzo tera[)eutico. Da ciò l'impeUente necessità di graJ1di interventi: e le amputazioni, che dapprima si 1pra.tic.avano ~cezionalmentc, sono, per conseguen:,;a., più fre,qnentemente imposte da.Ila gravità delle lesioni l}_)rodotte dalile novissime amnL Geniale fu quindi l'opera dei chirurghi del tempo, che (lovetter·o adattare la, loro a,rtc a questo nuovo genP.>rè di forite.
Le miIBse belligeranti, sbigottite dai .micidiali effietti dégli

l-pari di queste armi, ,erano naturalmente portate ad esagerarne le <.:onseguenze. Perdurava ancora la memoria, del fuoco greco, che veniva lanciato per a:rder:e il.e navi e le città nemiche e come mezzo di offesa contro gli ah'Salitori; ritenevasi velenoso il mi~ uglio che formava la .polvere da sparo; le lesioni caigionate dai I >roiettilì ~pinti con grandissima forza, òalle nuove a11mi avevano nel loro aspetto, nel loro· andatmento ed esito- ùn non so che di insolito e di grave, che le tradizioni deJil'antica medicina, risvegUate ,ed aooresciute in ,quc1. te1IDtpi, non erano sufficienti ad inj·er1pretare.
Sorse quindi coll'invenzione della polvere un nuovo ramo di t:hhurgia, che fu nei suoi vrimordi legato e reso infecondo da, due g,ravissimi ,errori: ritenevasi infatti che le fe,rite d'airma da fuoco fossero ac<;0mpa,gnate da UJstioni e da veleno. Il trattamento ll~1·apentico, informato a, questi principi teorici, iprescriveva l'uso il.pi caustici attuali e dell'olio bo1lenk i:ri ilarga misma per di:-;t,rugge,re il veleno non altrimenti si fosse trattat-0 di una mm·sica,Llll·a di cane idrofobo; iu secondo tompo si ricorr,eva aò empiastri P<l unguenti dell:1 più varia composizione 1per provocare il distacco delle escare.
* * *
Dobbiamo risalire fino aJ.)a fine de] secolo XV 1per rintraccirure "i primi studi ,e le prime oisservazioni su queste ferite, poichè per ancora il:ungo tempo l'areo, la freccia ·e l'alabarda furono usate in guerra, colle .ammi <fa fuoco-. Piet,ro d 'Argelata, Leonardo Berfapaglia, Berengario da Oaripi e iMarcello Oumano, in Italia, Gi,rolamo Brunschwig e. Giovanni di Gersdorf, in Germania, furono i primi ad occupairsi di tali lesioni e del loro tratta.mento.
Pietro d 'A1>gela.ta insegnò chi-rurgia nello Studio boilognese. Intuì per il 1pdmo la possibilità di conservare gli arti fino allora ~a.crifìcati .all'amputazione e ricorrere alle operazioni-conservative nelle ferite d'arma, da, fuoco, ,resecando solamente la iparte malata. Morì nel 1423.
Leonrurdo Berta-paglia, abille chirmgo, letpore dell'Ateneo padovano, fu autore di un trattato: « Commento al quarto di Avicenna,)). La,sciò pr·eziosi insegnamenti sulla tecnica della, ipla.stica chirurgica, che più avanti n'el 1592, avrà, come vedremo, in Gaspar,~ Ta,gliacozzi un insigne e meraviglioso a.rtefice. Morì nel 1460.

A quei tern!f.li destava, vivissima preoccupazione per i chirurghi militwri la presem~a dei corpi estranei nelle ferite, e perciò si affa:·ettavano ad estrarli con manovre spes8o rudi e con mezzi i più sva1riati, incruenti da,plJ)rima c,d in seguito anche con sbrigliamenti cd incisioni dilatatrici. Del resto, fa, cura era molto· ~emplice e primitiva. In Germania si ungeva.no setoni o ,si imbevevano pezzi di esca con olio tiepido, introduocndoli nd canale della, ferita per mantenerlo libero e facilitare lo scolo dei secreti e limitandosi così ad una vera, e propria, cura, aspettante.
Gi1rolamo Brunschwig (14:.0-1533), dotpo avere studiato chirurgia nelle università di · Bologna,, Padova e Parigi, pubblica nel t494 in Strasburgo un volume sui]le ferite d'arma da fuoco con tavole illustrative, che, per quanto disegnate in maniera· grossolana cù alquanto schematica, non S<mo meno ist,ruttive. Il libro porta, il titolo << DaR ist rla.~ R'iich d(}r chirurrgi..-.:ch~n Han'd1,nirkung <ler Witnd Arzf; >> ed è aclorno di u11 gran 11umero di incisioni, che riproducono fe.delment,e lo st1·umcntario e la tecnica degli interventi. clell'e.poca, senza contare~ e,he 1·wpp,resenta,no n,uchc un prezioso documento storico dell'abbigliamento e dei costumi del tempo. Dalle figure che frpgjano il volume notiamo con compiacimento come risulti evidente che le operazioni di alta, importanza fossero giù, state eseguite corrent.crnente da chil'ul'ghi italiani, la cni fo,ma, si. diffondeva così in tutta l~uropa.
Anche il Brunschwig parte dal concetto che tutte le ferite da arma, da fuoco siano avvelenate dalla, poilvc.rc pirica 1penetra,ta, col proiettile e per Rca.cdn,rc il veleno provoca la suppurazionP passando e ripassando un setone a,ttravorso il canale della ferita-, e se questa non suppurava., vi affonda.va una, liJ,fa,rella 1li la,rrlo, come già aveva !J)raticato' da temipo Ruggero da P~H·ma; 1w1· le fol'it<> ili frecda « Emtraoto ferro, ..-.:ta,tirn fiat stnelfos d P lardo et intromitta,f;nr >>-
La, Sllprpurazione che ne seguiva, fadlitata a.11che dall'applicazione di un (~mpiastro fatto secondo Ila; f.o1·mu la <lell'autore, era. salutare, poichè favoriva fa eliminazione delle escare e delle sostanze dannose che n 1p1·oicttiJe si era tirascinato lungo il tra,gitto. Egli enumera inoltre diversi strumenti complica,ti, atti a far fronte a tutte le esigenze di un intervento operativo, ed aJltri per J 'estrazione dei corpi estranei; f,ra, cui nn iiraipalle, di ,diver8e forme. Alle ampnta,zioni ricorreva iper a,sporta.1·c dita canorenate o sopra,numerarie a, mezzo del coltello e ~folla forbice cd il moncone era cau-

tn,1 ::izzato coll'olio bollente o con una bacchettina d'o,ro rovente. Non è accertato che il Brunschwig a,bbia personalmente partecipato a.l!la guer,ra ed abbia sul campo applicato le sue novissime idee ci1·ca il soccorso dei fel'iti ..

Jo'ig'. 39 - Estrazitine di frammento di freccia dal torace fatta da un chirurgo mi li tare aul carri po -di battaglia. (Dall'opera di Giornnni di GerRdorf).
Giovanni di Gersdorf, allievo di maestro Nicola, conosciuto :,rnche col noine di medico della polvere, già dentista, chirurg·o del duca Sigismondo di Austria, col quale aveva avuto occasione di fare una lairga csiperienza, sulle lesioni di guerra, ll_)artedll_)a,ndo a, tre bàttag1ie durante la spP.dizione di Borgogna, è uno dei primi a fa11e in Strasburgo esercitazioni di anatomia sul cad;:tvere di un iu.1:piccatò,
Pubblicò nel 1527 a Francoforte un libro interessa,nte sulle fe rite da freede e da palle, intitolato << De ohirur,qia castrense>>, che
dtltc~m 1»th'Utltctttet11fo bit~ltttt Cf-Oar
urgici1v115iiuo: bet bod)bmimr,t 2'.lbucaffo · gebtaudJt bat.
Fig. 40 - Applicazione di cauterio su una pi_aga della gamba destra; nella parte superiore vari tipi di cauterio, (Dall'opera di Giovanni di Gorsdorf).

ebbe la fortuna di avere 11 edizioni, nel quale di.mostra un intuito molto giudizioso ed una profonda conoscenza della mat,eria. Egli
cerca di rende,r,si edotto della gravità delila lesione per regolare il . proprjo intervento sooondo i casi : quando il ferito presenta bava
1Dil)ozt auct, nit tim jt'Otlf 3u/
I.fa: f d)ìcf fid) bann wic id) )',n tl)~.
Fig. 41 - Un'amputazione dellt\ gamba destt·a. ,.1 te1·zo supe1·iore. (Dall'opera cli Giovanni di Gersdorf).

aJla bocca, la, prognosi è infausta : così neU.e lesioni ipolmonari, ~e vi è fuoriuscita di aria,, in quelle del cuore,· se danno esito a