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'.l'ra.'!porto dei feriti su carri di requisizione nella battaglia di Ca
11111.1, conservato in una pittura murale pompeiana., ora al ·Museo
N;-~zionale di Napoli (fig. 17), nella quale l'eroe è ,rappresentato i 11 ,piedi, appoggiato con la mano destra alla lancia e con la si11 i:,,;tta al ftg11io, tutto addolorato, rnentr,e il chkurgo in ginocchio
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I cuta, l'estrazione della freccia, d~lla. coscia destra. Espressivo è i I volto attento e •pensoso deil vecchio lapis, in relazione al ca.rati ere del personaggio ed alla gravità de)]'ope, razione, e meravig·Liosa è la iprc.cisione con la quale iè disegnata la pinza chirurgica, d1e dopo tanti .secdli ricorda perfettamente queJla dei nostri più 1noclerni armamentari.
Il Pinto, che ci ba lasciato una storia della modicina al terrupo tlci 1·e e delJa, rnpul.Jblica, la (lm:1,le ipUò ancora oompctcre con le alti;e opere straniei-e venute molto più tardi a,lla luoe, ricorda come primo medico militare lMaro P~rugino. Silio ItaJioo, che visse sotto l'imperatore 'riberio, nell canto VI òelle Puniche, <lescr~ven<:lo la ba,ttaglia del lago Trasimeno, n~1rra che il giovane Serano, fi.'~Ho ,u Attmo Regolo, scampato <lalla. lotta, esausto ,per la fatica e pe1· iLdolore <lelle ferite, si rit.iira. a Perugi::i, nella cafla di Ma,1·0. Questi, che si era acquh,tato, sotto Regolo,, gra,nde rinomanza ncl1 ·a,rte di a,rrcstare il sangue e <li curare le ferite, le <lcterge con ac(1ua limpida, le medica con succhi di. erbe emoillienti, le fa~cia . wn bende di lana aderenti ma non troppo strette alla regione lesa, e. nonostante il carico degli anni, trepida pietate, non abbandona il fe,rito fino al,la, sua colll(p~eta gurnrigione; od egli stesso lo ricon· duce alla madre Maircia, che doma,nda ansiosa notizie sulla gra,'. vità delle lesioni.
Il -rne~esimo Silio ItaJ.ico l'.ÌCOr>tla ·nc.l libro V, sempre netlla, descrizione della, battagUa del lago Tra.<.iimeno, tLn altro medico militare di parLc Oairta,ginese, a nome Sinalo, discepolo del chirurgo Amrnone, atf:rica,no, che c11rò le f{->,i'itc <li M3Jgon(', colpito d:il, Aµpio, ri~rrendo aJ solito n.i succhi d'crbe ed all'estrazione del dardo (f(J(rrumq·ue e corporc .cantu e(JJigere). E mwnL ancora di Mario, l',eroico gucuicro che si era dist.into sotto Regolo, il quale d.aJle lunghe campagne a,veva acquistato una certa esperienza nel medica,re le ferite e frenare le emorragie.
Lo storico desorive oon ,sufficiente esa.tt,ezza il.e va-rie regioni. del corpo colpite e quelle che iper la loro funzione presentano maggiore gra,vità (cerebrum) pu,lmo) cor, ilia) ingu.en, huments) poples, vena, ecc.), nonchè le al'.mi u,sa,te nei. comha,ttimenti, da,lle più sem-
p]ki (il.scia,, spada, giavellotto), aJle più complesse (baJ.iiste, arièti, (:atnipulte ed a,ltre macchine di guerra). Lo stesso Rilio accenna aHco1·.1 ad un altro medico dell'esercito cartaginese, Athir, valentis~imo nella, cura. delle ferite prodotte da armi a,vvctJenatc ed appa 1·temmtc alla 1·azza, libica degli' Psil1i, che· erano molto abili nel-l'ad<lomesti.ca1·e i selipenti, essendo llddestrati a, questo mestiere tìn dalla, prima giovinezza. •
A11che Lucano, in fo.rmn. più immaginosa, ma con osr,crva.zioni non. ·meno precise, nel canto IIl della Farsaglia, descrive un combattimento navaJ.c, diffondendosi ad enumerar·(~ le 1lesioni di gue,ua di maggior gravità,.
Nel canto VII descrive la battagJia della Fa,rsaglia, vinta da Oesa-re, ed anche qui si indugia a na,rra,1·e nei più minuti pairtico1;:wi Ja sede e la gravità delle lesioni. E narra che Cesare anima va i suoi soldati indicando loro J.c regioni. del corpo che dovevano colpire. E durante la furiosa mischia ilo stesso imperatore si moltiplica nCJl prodiga,re Roc<·.onio n.i <'ìl:d11ti., frenando colle snP. stcssP. mani le gra.vi emorragie:
<e V1tlnera rrwltonim· totwn f-us_ura cruorem Apposita premit ipse mann . ...... >>.

B quaJHlo a Oe.sare recano .la h:sta. di l'ompeo, il poeta, co,sì ne dP--;crive ila, ma~ùbra, preparazione.
<( ••••• •• · •••••• T11,nc wrte nefanda Sitbmota est Ntpiti tabes, ra .. ptoqite cerebro Emsicca,ta ciitis, piitrisque · effi,uxit ab alto Humor _ , et infitso faC'ies solidata veneno e.~t >>.
Finalmente nel lX ca.nto parla, ,dei sc1•ppnti velenosi cl.ella Libia e delle tcni!Jili fedtc che producono, descrivendo la morte del gfoyinc portn.in~<>gne A n lo <> ,di Ra.bello eèl i ~occorsi -portati dagli Psilli, resi invulnen1,bili fin da,Jl'i'n Ca,nzi:-.1, me-l'lian te Ja, trasfusione sanguigna,; ed, a pa,rte gli inevita,hili errori, egli dimostra anche in questo campò una acutezza di osservazione meravigliosa. Tratta amebe dell'igiene delle truppe in campagna, dimostrandosi dreisamente contagionista, e ricorda che g]i eserciti di Pompeo accampati in zona palustre furono cOllpiLi tfa, Pfl)idcmie marlarichP, ment1·e le legioni di Cesare, oecupa-nti le alture viciniori, ne re-
~tarono imirmni. Ha occasione di accenmwe a,nche alla, infezione l,i1lica, che attribuisce soprattutto all'origine idrica, oltre che all'n-gglomeramellto delJe trnp;pe ed alle priva:doni, aiUe esalazioni p·l·odotte <lalle carogne di a.nirnaili cd alla mancata cremazione d(•i c·a,duti in guerira, e ne deA<scl'ive con mera.vigliosa chiar<>zza e scmP I icità i Ya.ri sb1tomi :
« Inde 1,abant· pop•nli coeloqne paratior itnda Vmne vati virus, duravi/; viscera ooeno >> .
Colla pa,rola << lahnnt >) il poeta Lucano descrive · magistraJ11t<mtf\ lo stato stuporoso eh<> colpisce i tifosi ed ajgginngf\ alt1·i sinL<>mi non nrnno ca.rattcristid ddl'infezione.
« 1 arn riget a,tra cittis, distentaq1.1,c lmnina ntmpit: 1 gne(iqu,e- in vultus, et sacro fervid.11, ·. morbo l'esM,~ abit, Jes.wt11u1ue oaput se ferre recusat J>.
L'epidemia coLpi:see in u1at,;i,a, 1~ t1·uppe e ' Puni(:a sepoJtm·a i:onces.sa è ,quella di portare i cadaveri fuori delle tende: narn 1niseros u,Ura; tentorfo aives spa,rgere f1mus ernt.
I,ncano inoltre con tocchi da mal~stro ript'oduce lo stato dell'cJ.sm,cito di Pmi1pco, ,st,razia.to dalla, sete fmNc colline dTlerda in · ~,pagna., aNendo ]a. Cf-l,valleT'ia di Tearc so·ppressa, ogni <.!-onduttura.

<< ·• • • • • • • • • • • • 'l'orrentur v·i,w:era fianuna Oraq·ue siccn ri.gent squnmosis aBpera linfruie~ 1am marcent ven(w, nnlloqne hmnore rigat1!8 Aeris alternos ·anyustat pulmo meatits J?,escigsoqu.e nocent 811,Sf)fria. rfara f)alato.
Tll poeta ha, ben com.preso ·eh.e la priva,zione i:l!ssoluta .di liquido nell'organismo p1·ocui·a un supplizio intoUerabile, specialmente in un cUma torrido OVf\ l'eccessivo cailore determina. c,ontinue perdite ili va;por a<.:~Jlieo daill:t, .su1pcrfìcic della ente e nella mU<t'.OSa polnionar,e. E per; rianimn,rc q nesti assetati non è necessario avere un vino famoso versato .in una eoppa d '01·0 : basta un sorso· d'acqua [)e•r rida,re 1a vita: << J::Jatis est pop·ulis · jtnviu.~que Oeres >>.
A qu_ esto proposito ricorderemo che gli. an.tichi, 1 qnali non avevano i mezzi di ti·as1po•rto di cui noi di,sponiamo e doveva.no,