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Il generale Paolo Spingardi
collegate, qua li la produzione di metalli leggeri ad alta resistenza, di motori leggeri, la fabbricazione di stoffe, di speciali strumenti di navigazione, di armi aeree, di apparecchi speciali radiotelegrafici, ecc » 147 •
Ma quando scriveva queste parole, Spingardi stava già pensando al futuro, al quadriennio 1913-1917, al nuovo p r ogramma che sarebbe divenuto il s uo testamento militare .
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147 Tutte le citazioni da RFS, Spingardi a Tedesco, ottobre 1913 (non è indicato il giorno), 10 ff. datti lo scritti con firma autografa e l'indicazione autografa copia. I dirigibili erano denominati <<P. I - P. 2 - P 3 - P. 4 - P. 5 (tipo semirigido) M. 1 - M. 2 ed in corso di lavorazione: M. 3 - M. 4. 'Parseval ' (uno) - acqu istato quando i nostri dirigibili erano impegnati in L ibia. 'Città di Mi lano' (uno) - studiato e costruito dall'ingegnere Forlanini ». Gli hangars erano ubicati: «2 a Vigna di Valle, 2 a Campalto, I a Bosco Manrico, 1 a Ferrara, I a Jesi, I a Milano, 1 a Tor ino, I a Tripol i e 1 a Bengasi» (ibidem).
Capitolo Ix
Il Test Amento Militare Di Paolo Spingardi
Il 29 aprile 1913 Spingardi inviò a Giolitti una lunga lettera che «da tempo ruminava» nella sua testa e nella quale esponeva «in linguaggio piano, accessibile a chi non è tecnico, la nostra situazione militare, e i provvedimenti indispensabili per completare le nostre difese territoriali e marittimo e soprattutto per rafforzare la compagine dell'esercito» 1 • Egli era perfettamente cosciente «dei provvedimenti di carattere militare adottati, o in via di adozione, presso i principali Stati d'Europa, in questo momento storico della politica internazionale» 2 : tutta Europa andava riarmandosi e l'Italia non poteva restare a guardare 3 • Tuttavia egli era anche persuaso che l'Italia non fosse obbligata «a spingere i suoi armamenti sino all'estremo limite consentito dalle sue risorse demografiche, economiche e finanziarie» poiché vedeva la posizione internazionale del Paese «molto diversa da quella che obbliga[va] altre potenze, ed in prima linea la Germania e la Francia, a seguire una politica militare siffatta» 4 • Un esame complessivo del documento lasciava intravedere Io stesso principio portante del piano precedente, e cioè rendere sempre meno distante la formazione dell'esercito di pace dall'esercito mobilitato. Per realizzare questo obiettivo Spingardi riteneva sufficiente consolidare quanto è stato fatto in questi ultimi anni, per r itornare così, al più presto, almeno a quelle condizioni generali di efficienza, che l'Esercito aveva già raggiunto prima della guerra con la Turchia, e che la guerr a ste ssa ha profondamente perturbato 5 •
1 ACS, Archivio Brusati, se. 10, f. Vll.2.42, Spingardi a Brusati, Roma , 29 apri le 1913.
2 RFS, Spingardi «A Sua Eccellenza cavaliere Giovanni Giolitti. Presidente del Consiglio dei Ministri», Roma, 29 aprile 1913. Riservato Personale , 16 pagine numerate dattiloscritte (copia). Un sostanziale riassunto della lettera di Spingardi si ha in Relazione Ufficiale, p. 61 e in ToSTI, cit., p. 163.
3 li IO marzo di quell'anno era stato presentato formalmente al Reichstag un progetto di spese militari per un miliardo di marchi (per fortificazioni, nuovi materiali da guerra e aumento della forza di pace a 866 mila uomini) Il 7 aprile il Cancelliere Bethmann-Hollweg pronunciò al Reichstag un ampio discorso che suscitò un vivo allarme in Europa; nello stesso periodo in Francia si votavano nuovi stanziamenti per l'esercito e si cominciava la discussione in Parlamento sulla ferma triennale. V D E LA GoRcE, pp 121 e 125; R1rrER , p. 372 (per la Francia) e pp. 625-27 (per la Germania); Gooctt, Soldati e borghesi nell'Europa moderna, p. 147-49. Pure la Russia e persino l'Inghilterra non furono estranee, quell'anno, a «quella furiosa fe bbre di riarmo che contraddistinse gli ultimi anni precedenti la guerra in tutto il continente» (RtITER, p. 447). In Inghilterra fu presentata una proposta, poi bocciata, ma di per sé indicativa, per introdurre il servizio militare obb ligatorio (cfr. R.tnER, p 404).
4 RFS, Sp ingardi a Giolitti, Roma, 29 aprile 1913. Riservato Personale, doc. cit., p. I.
Era a suo parere un programma modesto e poco «gravoso nelle sue conseguenze finanziarie, sufficiente tuttavia ... a raggiungere al più presto lo sco po che ci proponiamo», un programma derivato da «esigenze reali , constatate e riconosciute» 6 •
Esso si articolava in otto punti. Il primo, per il Ministro della Guerra, riguardava l'armamento e l'ordinamento difensivo «delle nostre principali piazze marittime del Ti rreno - Spezia, Madd alena, Messina - e della piazza di Taranto, nonché la siste mazion e dei rispettivi arsenali». Si trattava ovviamente di esigenze che toccavano «anche, e forse più» la Marina. In effetti Spingardi si affrettava a sottolineare come la flotta avesse assoluto bisogno di appoggiarsi, durante le operazioni di guerra, a punti assolutamente sicuri, sia per compiere indisturbata le necessarie e vitali operazioni di riparazioni e di rifornimenti, sia anche, e sovra tutto, per fare di essi punti come i perni della sua manovra 7 •
D el re sto la dottrina che stava prevalendo nello Stato Maggiore della Marina da g uerra italiana era ormai quella che affidava all'azione della flotta la difesa contro eventuali sbarchi, mandando in pensione le vecchie manie di fortificare ogni punto indifeso 8 Evidentemente in quest'ottica Spingardi si dichiarava « decisamente contrario» alle fortificazioni di Genova e di Napoli 9 , la cui necessità era invece sostenuta da Polli o 10 •
Il secondo punto del programma prevedeva di «rimettere in pieno valore» le fortificazioni alla frontiera occidentale. P er rassicurare il Presidente del Consiglio circa la portata finanziaria di queste opere, Spingardi sottolineava che non si trattava della creazione di «una nuova sistemazione difen - siva, come si è fatto per la frontiera orientale, dove non esisteva quasi nulla », ma solo di « opportuni adattamenti e più moderne in sta llaz ioni, da farsi nelle varie opere già esistenti» e che la frontiera orientale era ormai «a buon punto; e se qualche cosa vi sarà da fare ancora, è quasi insignificante di fronte a quello che è stato già fatto » 11 • Questo rinnovato interesse per la frontiera occidentale potrebbe essere conseg uenza del raffreddamento dei rapp orti diplomatici con la Francia seguito alla guerra libica 12 • Già in passato Brus ati e Cadorna avevano di spiegato la loro autorità per sensibilizzare il Mini stro su questa frontiera 13 Sembrerebbe che la decisione, del resto di portata tecnica davvero limitata 14, corrisponda piuttosto all'antico desiderio di sentirsi prote tti su tutti i fronti. Nell'elaborare il programma precedente si erano dovute stabilire delle priorità, si era dovuto scegliere l'a vv ersario più probabile, perché «non c'erano risorse sufficienti per costruire simultaneamente un adeguato sistema di fortificazioni sul confine nordorientale e su quello nordoccidentale>>15 • Ora che l' immane lavoro a oriente era quasi compiuto, si poteva con poca spesa ammodernare le vecchie installazioni a occidente, perché in poli t ica este ra, come nella poli ti ca militare del resto, la prudenza non è mai troppa.
5 Ibidem , p. 2.
6 Ibidem, pp. 1-2.
7 Ibidem, pp. 2-3.
8 V. E. F ER RANTE, Il pensiero strategico navale in Italia, supplemento alla «Rivi sta Marittima», n. Il, novembre 1988, pp. 9-19.
9 RF S, Spingardi a Giolitti, Roma, 29 aprile 1913, doc. cit., p. 3.
10 V. G oocH, L'Italia contro la Francia: i piani di guerra difensivi e offensivi 1870-1914, in Memorie storiche militari 1980, USSME, Roma 1981, p. 166.
Il terzo punto era il rafforzamento del parco d'ass edio, « cioè di tut t a quella completa organizzazione di artiglierie di medio e di grosso calibro, destinate ad entra r e in fuJ1zione nell'attacco contro le fortificazioni permane n ti» 16 • In base al precedente programma s i st avano completando 10 batter ie di cannoni da 149 mm . , 12 batterie di mortai da 210 mm., 5 batterie di obici da 210 mm., tutti in acc iaio, 7 batterie di cannoni da 149 mm., in g hi sa e 7 batterie di obici da 280 mm. in acciaio 17 • I ntuendo che «un ese rcito che non disponga di tali mezzi di offe sa è de stinato fatalmente ad arrestarsi dinanzi alle fortificazioni >> , Spingardi s i proponeva di sostituire gli ultimi «antiquati materiali di artiglieria in ghisa, che facevano parte del vecchio parco d'assedio» con moderni materiali in acciaio e di creare alcune nuove «batterie di cannoni e di mortai di grosso calibro, gli uni per colpire di la ncio le opere, gli altri per sfondare le coperture corazzate» 18 • Certo non avrebbe mai immaginato che pochi anni dopo quei grossi calibri avrebbero finito per fare la g u erra campale!
11 Ibidem, pp. 3-4.
12 V. E . D ECLEVA, Da Adua a Sarajevo La politica estera italiana e la Francia 1896-/914, Laterza , Ba r i 1971, pp . 428 -438 .
13 V. AUSSME, F-4 (OM), R. 74, Osservazioni s ulla Memoria del dicem bre 1909 e H-5 C lassificato «RR», R. 12, fasci colo 8, Studi frontiera N -0, del comandante designato della 2• Arma ta.
14 Sulla frontiera orientale erano state costrui te dal nulla un totale di 359 insta llazioni, delle quali 179 erano armate co n cannon i da 149-A, 7 con can n oni da 120 L (lungo), 146 con armamento secondario (canno n i da 87- B e 75 -A rigid i e mitragliatr ic i pesa n t i) e 27 cos titu ivano osservatori corazzati per comandante di batteria. Sulla frontiera occ identale erano previste invece complessivamente 22 installazioni arma te di 149- A , delle quali solo IO costru ite per la prima vo lta. li resto consisteva in ammodernamenti di ope re preesistenti. RFS, Direzione Generale di Artiglieria e Genio. Riassunto dei provvedimenti ecc., doc . cit., « Armamento delle fortificazioni» (provvediment i segnat i coi numeri 44 e 45).
15 D. MACK SMtTH, 1 Savoia Re d'ila/io, Rizzoli, Milano 1992 [ed. or. 1989 ), p. 234.
16 RFS, Spingardi a G io litt i, Roma, 29 ap ril e 1913, p. 4.
17 Deposizione Caporetto, p. 43, Re/azione Ufficiale, p . 103.
Il quarto punto era un aum en to delle riserve di munizioni «tenuto conto della maggiore celerità di tiro delle moderne a r mi» 19 • Il Mi nistro aveva fatto in modo di portare «in caso di guerra, la produzione dei polverifici e dei laboratori pirotecnici ad un massimo ritenuto sufficiente al rifornimento del1' esercito in campagna», perché, trattandosi di «materie facilmente deteriorabili», non era il caso, egli pensava, di <<esage r are nella quantità delle ri serve preparate sin dal tempo di pace» 20 • Se questo serviva a tranquillizzare Giolitti sulla moderata portata finanziaria della questione, è anche un segno inequivocabile che Spingardi immaginava una guerra assai lontana nel tempo .
«Una quinta es igenza finalmente, pure di carattere straordinario ed urgente» era la sistemazione della flotta aerea cercando di venire incontro ai deside ri del colonnello Mòris 21 • Spingardi si augurava anche di realizzare un vagheggiato progetto di una società italiana per costruzioni areonautiche, che si istituirebbe in Milano; i nomi dei cui promotori (Senatori Colombo, Mangili, Pirelli etc.) darebbero affidamento certamente maggiore di quello che potrebbero dare, in tal genere di produzioni, gli stabilimenti di S t ato 22 •
18 Ibidem, p. 5
19 Ibidem, p. 6.
20 Ibidem.
21 Anche la supposta insufficienza dell'aviazione fornì argomento sulla polemica mi/ilare del periodo della neutralità. In seguito a quelle accuse, Spingardi aggiunse alla copia della lettera inv ia ta a Tedesco nell'ottobre 1913, probabi lmente tra la fine del 19 17 e il principio del 1918, quella che lu i stesso int itolò «Nota postuma», nella quale rivendicava i propri meriti e lanciava precise accuse: « Di tutto quesw nulla hanno fatto i miei successori fino a l dicembre 1914, 5 mesi dopo l'inizio della guerra! Un intero anno perduto! La verità è che le nostre supreme autorità militari, Cadorna compreso, non credevano al la aeronautica; né dirigibili - che allora t e ne vano il campo - né aeroplani Caneva li respinse dalla Libia (a causa delle condizioni atmos feriche di quelle regioni, mentre l'aeronautica, specie l'aviazione era ancora in fa. sce!) , Cadorna sorrise di incred u lità quando li v ide alle grandi manovre del 1911. Eravamo alla infanzia del la aviazione. l Caproni, i [segue parola illeggibile], ecc. non esis tevano ancora. La Francia, che era alla testa della aviazione, dovette all'inizio della guerra rinno vare tutto il suo materiale. La stessa cosa accadde a noi che avevamo cop iato la Francia . L'industr ia aviatoria non esisteva; per necessità di cose era statale. Di motori in Italia non si parlava; eravamo tributari della Francia . lo ebbi il coraggio di bandire un concorso d i motori con Lire 100 mila di premio: cosa nuova in Italia. Istituii campi d'aviazione , sc uole di piloti, malgrado l'in credulità di tutti, so rretto solo da l gen. Mòri s , che fu l'anima dell'aeronautica in Italia quando tutti non ci credevano Dunque le condizioni dell'aviazione ita liana all'atto della nostra entrata in guerra non sono imputabi li a me, bens ì a chi dall'autunno 1913 (quando mi ritirai ad Ischia) alla primavera del 1915 (quando scendemmo in campo) nulla o quasi nulla ha fatto>) , 2 2 RFS, Spingard i a Giolitti, Roma, 29 aprile 1913, pp. 6-7
Si proseguiva insomma nel tentativo di creare una industria militare italiana che svincolasse sempre più dalle commesse all'estero.
Gli ultimi tre punti toccavano più particolarmente il bilancio ordinario e il più importante e necessario era l'aumento della forza bilanciata che Spingardi voleva assolutamente portare «col prossimo bilancio, da 250 a 275 mila uomini almeno; con che le compagnie di fanteria potranno avere la forza media di una novantina di uomini». La tendenza era a raggiungere in seguito «una forza bilanciata di non meno di 300 mila uomini» 23 • Complementare al provvedimento era l'aumento del contingente annuo, che avrebbe portato maggiori riserve di complemento, a sua conseguenza il rafforzamento dei nuclei di milizia mobile fino a dare loro la consistenza organica di ve ri e propri quarti battaglioni all'interno dei reggimenti È particolarmente indicativo come su questo punto il confronto fosse fatto esclusivamente con l'Austria -Ungheria:
In caso di guerra l' Austria-Ungheria mobilita 48 di visioni di fanteria; noi ne mobilitiamo 35, cioè stiamo nella proporzione di poco più di 2 a 3 rispetto alla prima. Devi però considerare che, mentre le 48 divisioni mobilitabili dall'Austria-Ungheria sono tutte permanenti, cioè hanno già sin dal tempo di pace un organismo più o meno completo e perfetto, noi possiamo dire lo stesso soltanto a riguardo di 25 divisioni, le quali sono permanenti (compresa quella della Sardegna) mentre altre 10 sono di MILIZIA MOBl LE, sono formate cioè con quadri esiste nt i in parte presso i reggimenti, ed in parte richiamati dal congedo 24 •
Il Ministro faceva i propri calcol i e confronti con il pensiero sempre rivolto alle 35 divisioni dell'esercito mobilitato. Appare chiaro che se i provvedimenti non erano sufficienti a portare l'esercito italiano ai livelli tedeschi o francesi, consentivano però di avvicinarlo all'esercito austro -ungarico. Ma il provvedimento che meglio di tutti avrebbe consentito al Ministro della guerra di risolvere «la situazione veramente critica di fo r za» in cui si trovava allora l'esercito italiano, era la sistemazione militare della Libia, nel senso di renderla del tutto staccata e indipendente dall'esercito della Madrepatria, per modo che questo possa essere perfettamente reintegrato s ia nei suoi effettivi di pace, sia in tutti quegli organi e mezzi che ne ass icurano la mobilitazione 25 •
23 ibidem, p. 10. Esigenza questa davvero sentita da Spingardi, tanto che era ribadita nella lettera a Bru sati del 29 aprile: « Non ho concretato cifre, ma penso che non si andrà oltre a 150 milioni (Pollio crede meno) di spese straordinarie e 25 milioni di aumento al bilancio ordinario per avviarci alla forza bi lanciata di 300 mila uomini»
24 Spingard i a Gio litti, doc. cit , p. 11.
25 ibidem, p. 14.
Spingardi
Erano ormai trascorsi cinque mesi dalla creazione del Ministero delle Colonie e Spingardi si augurava perciò che esso avesse acquisito sufficiente solidità per farsi carico delle spese per il mantenimento del corpo di occupazione, permettendo così di aumentare la forza bilanciata ad esclusivo vantaggio dell'esercito metropolitano.
L'ultimo punto, giudicato «essenziale», riguardava le ferrovie. Il sogno di Spingardi era di avere sia per la radunata verso la frontiera N .E sia per quella verso la frontiera N .O. una ferrovia indipendente per ogni corpo d'armata, come l'hanno per esempio la Germania e la Francia, e come tende ad averla l'Austria-Ungheria 26
Ma non potendo realizzare questo, egli si accontentava di «ogni possibile acceleramento delle nuove costruzioni ferroviarie già deliberate>>, che av rebbe costituito comunque «una grande facilitazione, una vera risorsa per le operazioni dell'esercito in caso di mobilitazione» 27 •
«Ho preferito di non precisare per ora alcuna cifra circa il fabbisogno» concludeva Spingardi, «nell'intento di attendere che i singoli progetti siano concretati, il che sarà presto» 28 • L'elaborazione dei piani di spesa richiese invece parecchi mesi.
Prima di tutto si dovette riunire la Commissione Suprema Mista per la di fesa dello Stato, come richiesto dallo stesso Spingardi29, per concretare il nuovo programma di fortificazioni. L a commissione venne convocata fra il 19 e il 24 maggio 1913.
Genova sarà il pomo della discordia - prevedeva Spingardi -e temo che Pollio abbia acquisito alla sua causa molti che prima non erano, come p. es Caneva, e temo anche Revel 30 . • • [Revel] si preoccupa che 10-I 5 mila uomini, una divisione francese, possa nei primi giorni della mobilitazione sbarcare a Genova e far sentire la sua azione nella va lle del Po. Più tardi la nostra flotta, egb dice, sarebbe in grado di intervenire ad impedire qualsiasi maggiore tentativo di sbarco. Quindi le funzioni di Genova dovrebbero essere ridotte ad impedire - non un bombardamento - ma uno sbarco, ripeto nei primissimi giorni, di una forza
26 Ibidem
2 7 Ibidem, p. 15. Si è già fatto cenno a queste ferrovie nel capitolo Il. V. anche O. Bov10, Le ferro vie iialiane nella prima guerra mondiale, i n Siudi s1orico militari /986 , US SME , Roma 1987, pp 209-234
28 ibidem, p. 16.
29 Spingardi aveva espresso a ,G iolit ti, nella lettera del 29 apr il e, la sp eranza c he «s i pos sa quant o prima riunire sotto la t ua P res id e n za la Commissione s uprema d i difesa, per decidere i l da fa rs i>) (p. 3. Il concetto er a ribadi to i n chiu sura, p. 15). La Commissione s i era r iunita l ' ultima vol ta nel 1908 che egli valuta a non più di una divisione. Ma allora, ben venga questa divisione in trappola 31 •
30 Paolo Thaon d i Revel fu Capo di Stato Maggiore della Mar i na dall'aprile 1913 all'o ttobre 1915.
Se queste argomentazioni valsero a dare a Spingardi la vittoria sulla questione di Genova 32 , l'andamento delle discussioni lo del us e per la cattiva impressione che i militari diedero in presenza del Presidente del Consiglio 33 • Tuttavia al termine dell'ultima seduta Giolitti diede comunque l'assicurazione che il Governo da parte sua farà tutto il possibile. Per proprio conto rit iene che il miglior sistema sia quello di non fare assegni straordinari, ma di aumentare gradatamente quelli ordinari, poiché le leggi straordinarie danno una sp inta momentanea alla quale poi succede inevitabilmente una sosta 34 •
In tale occasione si deliberò una spesa di 200 milioni circa per attuare alcuni dei punti del programma 35 • Nelle settimane successive, la nuova legge sul reclutamento e i primi provvedimenti per le truppe coloniali venivano a rappresentare in qualche modo le basi indispensabili per il futuro 36 •
31 ACS, Archivio Brusati, se. IO, f. VII.2.42, Spingardi a Brusati, Roma 17 maggio 1913.
32 Ibidem, Spingardi a Brusati 20 maggio 1913: «Come sapra i, la discussione di stamane si è chiusa con voto a grande maggioranza (6 contro 3) contrario alle fortificazioni di Genova , per le quali avevano votato i due capi di stato maggiore e l'ammiraglio Amero d' Aste».
33 Ibidem, se. 10, f. VTI.2.42, Spingardi a Brusati, Roma , 22 maggio 1913: «La discuss ione della Commissione di difesa non procede bene; tutti ne escono un poco sminuiti, e me ne duole per la presenza del Presidente, non tenero, come sai, per generali e ammiragli. Vengono in luce delle indecisioni, delle i nd eterminatezze, anche da parte dell'Autorità proponente, che non ha potuto andare sul posto per decidere, che si riserva ecc. ecc. Fra altro nuoce vedere i capi di stato maggiore dell'Esercito e dell'Armata soccombenti dinanzi al voto contrario di generali e ammiragli. Io non assisterò più ad altre riunioni in avvenire, e del resto il Min istro non ha voto, ma penso c he prima della riunione plenaria il Capo di Stato Maggiore dovrebbe riunire lui i comandanti d'armata, discutere, decidere in conformità della opinione prevalente dopo maturo studio e prospettare quindi soluzioni concrete in sé e nelle conseguenze. Ma così non va, ripeto, ci si perde tutti !».
34 AUSSME, Commissione Suprema Mista per la difesa dello Stato, Sessione del mese di maggio 1913, verbale della 4 ' seduta, p. 15, cit. in R. CR uccu, L'esercito nel periodo giolitiìano, p. 266.
35 RFS, Deposizione Caporerto, p. 8: «Questa lettera [quella del 29 aprile] trovò in massima l'assentimento del Capo del Governo. Conscio delle necessità del momento, nel maggio successivo egli convocava la Commissione Suprema della difesa nazionale e più che 200 milion i furono deliberati per taluni ti toli di spesa sopra enunciati: sistemazione delle piazze marittime, comp letament o delle frontiere terrestri, aumento del parco d'assedio, aumento del munizionamento, flo t ta aerea , riservando di concretare in un progetto definitivo, d'accordo col Capo di S.M. dell'Esercito , le rimanenti somme che sarebbe occorso chiedere al Parlamento per completare tutti i lavori». E v anche minuta di lettera a destinatario sconosciuto [Brusati? ], s.d. ma tra il 12 e il 23 marzo 191 4: <<Quanto alle spese straordinarie, leggi i verbali della Comm mista di difesa presieduta da Giolitti (maggio 1913) e troverai i famosi 200 milioni . . . che Giolitti aveva in massima accettato (cfr. Relazione Ufficiale, p. 62).
36 Cfr. cap. VIII, pp. 189- 194.
Ma passarono altri mesi prima che il programma venisse tradotto in cifre, probabilmente perché «lo spauracchio delle elezioni generali» costituì «ostacolo insormontabile» 31 •
Chiusa da Giolitti la Camera a metà giugno, Spingardi ebbe tempo per effettuare una serie di isp ezioni e controlli che gli stavano particolarmente a cuore. Visitò dapprima le fortificazioni verso l'Austria, come si è già avuto modo di ricordare, e fu anche al campo -scuola d'aviazione di Aviano, dove incontrò il comandante del battaglione aviatori, l'allora maggiore Giulio Douhet 38 • Il 6 settembre si recò a Baggio, presso Milano, per partecipare di persona al collaudo del di r igibile «Città di Milano» dell'ingegner Forlanini, che lo avrebbe poi ceduto all'esercito . Spingardi prese posto nella navicella e fece un volo sulla città, dichiarandosi alla fine soddisfatto 39 Dopo alcuni giorni trascorsi con la moglie e i figli n ella dimora di Spigno Monferrato, l' 11 settembre arrivò a Torino per ispezionare i siti delle nuove opere sulla frontiera occidentale . Il 13 settembre si recò, a dorso di mulo, accompagnato da una folta comitiva composta tra gli altri dal generale Roberto Brusati comandante del I Corpo d'Armata, dall'Ispettore del Genio, generale Lorenzo Bonazzi, e dal Direttore generale di Artiglieria e Genio, Alfredo Dallolio, a esaminare in Valle d' Aosta il forte di testa d' Arpy. Qui era previsto il lavoro più impegnativo e costoso del programma per la frontiera occidentale: la messa in opera di 6 cannoni da 149- A in postazioni corazzate, a sbarramento di un eventuale sbocco del nemico dal passo del Piccolo San Bernardo. Sulla via del ritorno il mulo ebbe uno scarto, e Spingardi venne rovinosamente sbalzato a terra, battendo il capo e procurandosi un'abrasione a un piede. Subito soccorso, le sue condizioni non apparvero gravi, e dopo un breve riposo si presentò al Consiglio dei Ministri del 26 settembre 1913 40 Però, forse presagendo l'aggravarsi delle proprie condizioni di salute, cercò febbrilmente di arrivare a concretizzare il nuovo piano di ria rmo. Si mise al lavoro insieme a Pollio per indicare con precisione le somme occorrenti.
Gli studiosi hanno generalmente affermato che Pollio stilò tre programmi: uno massimo, comportante la spesa di 551 milioni per la parte straordinaria e l'aumento di 85 milioni annui per quella ordinaria; uno ridotto di
37 ACS, Archiv io Brusati, se. 10, f. VIl.2.42 , Spingardi a Brusati , Roma, 29 aprile 1913, doc. cit.
38 V. «L'Esercito italiano», 4 luglio 1913.
39 L 'on. Ministro della Guerra a Milano, «L'Eserci to italiano», 7 settembre 1913 e IO settembre 1913.
40 V. «L'Esercito italiano » , 14, 17 e 28 settembre 1913.
474 e 70 milioni rispettivamente; e uno minimo di 402 e 58 milioni 41 ; il programma minimo fu in ogni caso l'unico preso in considerazione da Spingardi per le sue richieste al Ministro del Tesoro, e l'unico sottoposto al giudizio di quest'ultimo, che più tardi, malato Spingardi, chiese a Pallio una ulteriore riduzione, chiamata dal Capo di S.M. programma pratico. Spingardi espose parzialmente le sue richieste già n el Consiglio dei Ministri del 26 settembre 1913, ottenendo però da Tedesco la risposta che «a meno di presenta r e il bilancio in disavanzo [il Tesoro] non può consentire aumenti» 42 • Da parte sua Spingardi non voleva «assolutamente rinunciare al progettato aumento della forza bilanciata, e scendere sotto ai 25 mila uomini, di fronte alle cent inaia di migliaia di Francia e Germania e ai 50 mila dell'Austria, sarebbe semplicemente ridicolo» 43 • Spingardi non esitò ad invocare a mezzo di Brusati «l'alto patrocinio di S.M. il Re Se S M il R e volesse degnarsi di spendere benevolmente una parola con Giolitti la vittoria sarebbe assicurata» 44 • Il 2 ottobre Brusati lo informava che «S.M il Re ha tenuto parola a S E Giolitti delle nuove somme che ti occorrerebbero per dare conveniente assetto all'esercito. Giolitti non si è pronunciato, ma si è dimostrato favorevolmente disposto a secondarti» 45 •
F orte di questo appoggio, Spingardi otteneva quanto deside r ato:
Ne sono uscito un poco con le ossa rotte, ma ho vinto. Tedesco esce in questo momento da me, e, dopo lunga discussione, mi ha concesso i 25 mila uomini di forza bilanciata, e circa 5 milioni di altre maggiori spese; totale 16 milion i. Sono pochi, di fronte ai 28 che io c hi edevo, ma fu vittoria insperata 46 •
Nel bilancio 1914-15 venne infatti impostata la forza richiesta da Spingardi47.
Pollio proseguì gli studi sulle cifre necessarie alla realizzazione del nuovo programma, e il 16 novembre informava Spingardi che
41 Gli autori si rifanno tutti sol itamente alla Relazione Ufficiale, pp. 61-63, che fornisce molti particolari Seguono, in ordine cronologico: TOSTI, Storia dell'esercito italiano, cit., pp. 163-164; R OCHAT , L'esercito italiano nefl'es1a1e del 1914, cit., p 314; CR uccu, cit., p. 266, STEFANI , cit., p. 572; GoocH, Army, State and Society, cit., p. 153
42 ACS, Archivio Brusati, se. IO, f. VJ.5.37 , Spingardi a Brusati, Roma, 27 settembre 1913.
43 Ibidem
44 Ibidem.
4 5 RFS, Brusati a Spingardi, 2 ottobre 1913.
46 ACS , Archivio Brusati , se. 10, f. VI.5.37, Spingardi a Brusati, Roma , 7 ottobre 1913 .
C fr. RFS, Spingardi alla mog lie, 7 ottobre 1913 : «Ho ottenuto quello che fino a ieri era follia sperare: è poco di fronte ai bisogni, ma sono pur sempre 16 milioni di aumento al mio bilancio Senza di ciò ero fer mamente deciso a ritirarmi»
47 V. AA.PP., Legislatura XXIV , Camera -Documenti, n. 28-A, pp. 1-1 1.
Il generale Paolo Spingardi
solo fra qualche giorno potrò mandarti il lavoro completo relativo al programma militare. Ho dovuto far cambiare e far rifare mo lte cose. Ad onta di tutto lo studio fatto per rimanere in limiti modesti, pure il totale oltrepasserà i 400 milioni, compresa la spesa approvata in ma teria nelle ultime sue sedute dalla Comm .ne Suprema di difesa 48 •
Ma Spingardi aveva fretta e due giorni dopo Pellio gli presentava un programma nel quale si era sforzato di rimanere in limi ti modesti. Ciononostante, doveva ammettere che il totale delle spese che importerebbe l'attuazione del mio programma è impressionante. Vi possiamo però fare una riduzione sensibile, rinunziando all'ordinamento delle batterie su 4 pezzi, almeno per ora. Io l' ho compreso, avendo sap u to che era anche nei tuoi desideri 49 •
Il giorno successivo Pallio comunicava i risparmi che tale rinunc ia avrebbe permesso di ottenere: 15 milioni sulla parte ordinaria e 46 milioni sulla parte straordinar ia del bilancio.
Sarebbero dunque 61 milioni circa, da togliere dal programma spedito iersera È certo che conviene avere le batterie a 4, anziché a 6 pezzi. Però non possiamo ora spendere 61 milioni per avere questo vantaggio. È consig liabile - tutto compreso - rimandare a miglior tempo la riforma, e togliere i 61 milioni del programma prossimo 50 •
Riducend o ancora, il 3 dicembre 1913 il Capo di Stato Maggiore inviava al Ministro un definitivo Riepilogo degli aumenti complessivi da apportare al bilancio della guerra, che prevedeva un aumento di 58.302.000 lire per la parte ordinaria e 402 . 180. 000 lire per la parte straordinaria. Per limitare le richieste di fondi a queste cifre, Pallio apportò le seguenti riduzioni al programma completo:
1) Per quanto riguarda il riordinamento de!J'esercito: a) rinun cia al passaggio delle batterie su 4 pezzi; b) rinuncia all'attuazione comp leta del programma relativo alle mitragliatrici, già concordato col Ministero; c) limitazione dei nuclei di Milizia Mobile di fanteria e della loro forza, ridotta alla metà; d) limitazione della forza delle compagnie alpine a 180 uomini; e) costituzione delle dotazioni di armamento e di vestiario della Milizia Terr itoriale sulla base di compagnie della forza di 200 uomini, anziché di 250.
2) Per quanto riguarda la sistemazione difensiva del territorio: a) rinuncia ai provvediment i per la piazza di Roma; b) rinuncia alla costituzione di una batteria di mortai di gran potenza (frontiera orientale); c) diminuzione della spesa occorrente per acquisto di materiali per art iglieria a cavallo, essendo risultato che il Ministero dispone già, parzialmente, dei fondi occorrenti so RFS, Pallio a Spingardi. Lettera dattiloscritta del 19 novembre 1913.
48 Cioè 200 milioni. RFS, PoUio a Spingardi. Lettera au tografa del 16 novembre 1913.
49 RFS, Pallio a Spingardi, Lettera dattiloscritta del 18 novembre 19 13.
3) Per quanto riflette i servizi in genere: a) limitazione della riserva dei colpi da 75 mod. 906 a 200 per pezzo; b) rinuncia alla costituzione, fin dal tempo di pace, della seconda razione di scatolette di carne in conserva; c) riduzione della somma occorrente per vestiario, tenendo conto che potrà essere parzialmente utilizzato quello attualmente in distribuzione alla 2• categoria di prossimo congedamento; d) stralcio della spesa occorrente per l'acquisto di 150 forni someggi abili, essendo risultato che il Ministero dispone già dei fondi necessari; e) limitazione dell 'aumento dei colpi per ciascun cannone da 65 mont. a 600; f) limitazione dell'aumento dei colpi per artiglieria pesante campale a 300 colpi per pezzo; g) rinuncia all'impianto di un nuovo panificio a Fossano e di un pastificio ad Aldifreda ed al miglioramento dei vari panifici territoriali; h) rinuncia alla sistemazione di SiJos per l'avena di riserva; i) rinuncia alla costituzione di depositi esplosivi di riserva.
Pallio concludeva proponendo di aumentare gradatamente la spesa ordinaria impostando 20 milioni in più ne l primo esercizio, IO milioni in più del primo nel secondo, 15 in più del secondo ne l terzo e 13 milioni in più del terzo nel quarto . Pensava poi di dividere equamente la spesa straordinaria fra i quattro esercizi finanziari . Nel fabbisogno non erano compresi 30 milioni per la flotta aerea 51 • Si era infine arrivati esattamente alle cifre di quello che la storiografia ha battezzato programma minimo 52 •
Spingardi accolse le cifre del Capo di Stato Maggio r e e le pose come base del progetto definitivo, ne l quale vennero aggiunte le somme per la sistemazione dell'aeronautica e altre esigenze per un totale complessivo e definitivo di 570 milioni 53 •
51 RFS, Pollio a Spingardi, Roma, 3 dicembre 1913.
52 Cfr. nota 41.
53 Spingardi aveva aggiunto di suo pugno al promemoria di P ollio del 3 dicembre: «Questo promemoria fu completato dal Ministero e precisamente in queste cifre per t itoli di spesa non pres i in esame dal Corpo di S tato Maggiore
Il generale Paolo Spingardi
La cifra è confermata da Giolitti nelle sue Memorie:
Negli ultimi mesi del mio ministero, fra me e il ministro del Tesoro, il ministro della Marina ed il capo di Stato Maggiore, generale P ollio, si era stabilito un piano di provvedimenti che importava una spesa straordinaria di 500 ed ordinaria di 70 milioni da portare in aumento al bi lancio nello spazio di quattro anni 54 •
Spingardi, al limite della resistenza fisica e psico logica, dopo consulto medico, lasciò Roma la mattina dell'8 dicembre per sottoporsi a un lungo periodo di cure termali a Ischia. Egli volle rassegnare le dimissioni, che vennero però decisamente respinte dal Presidente del Consiglio. Partiva comunque con la coscienza di aver posto le basi per un fecondo sviluppo dell'esercito italiano. Le riduzioni apportate da Polli o, a ragion veduta, non risultavano essere un sacrificio troppo gravoso per una impostazione gene rale non aggressiva dell'apparato militare . Stupisce anzi che avesse inserito nel programma da lui chiamato «completo» una spesa per molti versi assurda come quella riguardante le fort ificazioni di Roma 55 , e spese per servizi che, per quanto sicuramente utili, potevano ugualmente essere improvvisate 'in caso di emergenza senza compromettere l'efficienza generale dell'esercito . Un ica rinuncia grave, il programma delle mitragliatrici. Ma solo in quei giorni stavano giungendo dall'Inghilterra le mitragliatrici ordinate per il compimento del programma «minimo» precedentemente concordato, e l'ordinamento delle sezioni presso i corpi era ancora embrionale. Era inutile aggravare il bilancio con spese da farsi in tempi non determinabili.
Spingardi rievocò il progetto dei 570 milioni dicendo che
Questo progetto fu da me consegnato personalmente al Ministro del Tesoro perché lo presentasse al Presidente del Consiglio quale mio testame nto militare. In quel tempo io ero ridotto in pessime condizioni di salute, per esaurimento ed anche in segu ito ad una cad u ta in montagna visitando opere di fortificazione in Valle d' Aosta. Giudicava coscienziosamente impossi bil e la mia ulteriore permanenza al Ministero : lasciai l'alto ufficio, al quale avevo dedicato 5 anni di intenso lavoro, in principio di dicembre, né più l'ho riassunto in segu it o malgrado che le mie dimissioni non fossero state accolte 56 •
54 G1oun1, Memorie, p. 32.5 dell'edizione Garzanti I967.
55 La sostanziale inutilità delle fortificazioni di Roma era stata riconosciuta già negli anni '8 0 dell'Ottocento. V. M1NNITI, Esercito e politica da Porta Pia alla Triplice alleanza, capitolo terzo, pp. 109-110.
56 RFS, Deposizione Caporello, p. 9. Le affermazioni d i Spingardi trovano conferma in ibidem , Pollio a Brusati, 24 nov. 1913 e Brusati a Spingardi, 19 dic. 191 3
Benché le dimissioni di Spingardi non venissero nemmeno prese in considerazione5 7, il piano concertato col Capo di Stato Maggiore dell'Esercito non ebbe alcun modo di realizzarsi, in parte per la mancanza dell'impulso del Ministro, decisivo del quadriennio precedente, ma soprattutto perché gli avvenimenti incalzarono superando ogni previsione.
Il Governo cominciò ad avere i primi problemi con la nuova Camera uscita dalle elezioni del 26 ottobre 1913 58 • Durante la malattia e la convalescienza di Spingardi la discussione sulle s pe se per la Libia occupò interamente la scena parlamentare e i provvedimenti per l'esercito dovettero essere momentaneamente accantonati .
La discussione sulle spese per la .Libia
Fin dal marzo del 1913 per la verità il Ministro del Tesoro aveva cominciato a preoccuparsi delle ingenti spese sostenute per l'impresa libica e ne aveva scritto in via personale a Spingardi:
57 A questo proposito, e per valutare il peso assunto da Sp ingardi nel M inistero, si cons ideri la seguente lettera del Ministro delle Finanze Luigi Facta. RFS, il Ministro delle Finanze Luigi Facta al Ministro della Guerra Paolo Spingardi. Roma 15 febbra io 1914: «Carissimo Spingardi! - lo avevo detto a l tuo ottimo Cav. Civallero che non ti avrei scritto perché non volevo assolutamente darti il minimo disturbo, e incaricai lui di dirti che tu dovevi rimanere perfettamente tranquillo, nella quale frase compendiava la intera situazione. Ora però ti dirò qualche cosa di più e cioè ti racconto i particolari del colloquio che ebbi con Giolitti quando tu mi mandasti la lettera per me e quella di dimissioni per l ui. Giolitti si mostrò addoloratissimo della tua decisione e subi to mi disse che avrebbe tutto tentato pur di non perderti da compagno nostro. E così affrontò la discussione s ulla Libia senza sostitu ire il Ministro della Guerra. Nel nostro lungo colloquio puoi pensare quanto affettuosamente abbiamo parlato di te. Ne l senso in cui ne parlammo noi credo che Giolitti ne abbia parlato col Sovrano: fatto è che i nostri animi (quello di Giolitti e il mio) s i trovarono uniti nel pensare che tu dovevi rimanere con noi: fortuna tame nte la tua salute è anche miglior ata e migliora rapidamente. La discussione alla Camera è ormai inol trata : che cosa verr ebbe a fare un Mini st ro nuovo? Che verrebbe a dire? Quali spiegazioni potrebbe dare? Ieri l'al tro ancora, nella sala dei Ministri alla Camera, in un altro colloquio, Giolitti ripeteva con me queste stesse domande. Dunque non mi pare che vi sia nulla da mutare. La discussione della Libia finirà più presto di quel che si credeva: poi verrò in ballo io e ne avrò per un paio di settimane almeno; poi cominceranno i bilanci e con questo noi andremo a Pasqua; dopo avremo da portare tutto in Senato e cioè dopo un mese circa di vacanze. Vedi che tu hai tutto il tempo di r im etterti e così appagato il nostro voto di averti con noi usque ad finem. La quale fine appare ora meno prossima. La bellissima votazione che ieri i provvedimenti finanziari ebbero negli uffici ha riparato il colpo non lieve che il Governo si era buscato nella famosa legge della prevalenza del matrimonio civile; abbiamo ieri ritrovato la antica maggior anza e sinceramente non credo che sia possibile andare via prima che sia liquidata la Libia e rassettato il bi lancio, così ritengo che vivremo ancora per un poco Quindi tu statti quieto! Fa procedere la tua convalescenza : sta sicuro che hai vicino a te il vigile affettuosissimo interessamento dei t uoi amici; sal vo l' imprevedibile assoluto adesso tiriamo avanti così, e tu non devi preoccuparti di nulla. Credi che non ti ho scritto per non obbligarti a leggermi e perché avevo incaricato il Cav. Civallero di riassumerti la situazione nella frase "non avverrà per ora nulla e tu non pensarci". Adesso che so che non ti stanchi a leggere ti scriverò e co n t utta l 'anima» ss Sui primi dibattiti della XXIV legislatura v CANDElORO, voi. VII, pp. 365-370. Cfr. SETON - W ATSON, pp. 456 -45 8.
Mi è stato riferito - diceva Tedesco - che i presunti oneri della impresa libica fino al 31 dicembre 1913 ammonterebbero a somma ingentissima, di gran lun ga superiore alle stesse previsioni del Ministero della Guerra, che io ritenevano ispirate a criteri di larghezza. Ti lascio immaginare la dolorosa sorpresa che proverebbero il Parlamento e il Paese se alla riapertura della Camera si dovesse fare una richiesta di fondi per più centinaia di milioni. Si parla di circa 300 milioni. Il nuovo considerevole onere costituisce un carico assolutamente intollerabile dalla Cassa de l Tesoro, per le pessime condizioni del mercato monetario nazionale ed estero. Ed io muovo appello agli alti sensi del tuo patriottismo perché il programma delle spese Libiche ve nga ridotto nei limi ti minimi possibili impartendo severe ed energiche istruzioni ai dipendenti uffici del Ministero ed ai Governa tori della Tripolitania e della Cirenaica, allo scopo di evitare spese che non rivestono carattere di assoluta ed i mprorogabile necessit à[ ]. Non posso fare a meno di farti rile vare che dopo aver chiesto al risparmio nazionale i n poco più di un anno e mezzo oltre 900 milioni è impos si bile domardargli altre centinaia di milioni per le spes e militari in Libia fino a l termine del 1913, oltre le centinaia di milioni che al Credito si dovranno chiedere nel 1914 per le ferrovie e per altro Di r icorrere all'estero non è nemmeno a parlarne. Facciamo t utto quello che occorre, ma con misura e per gradi; altrimenti ne sarebbero compromessi alti interessi. Dalla tua cortesia mi attendo un sollecito tranquillizzante cenno di riscontro 59 •
Spingardi riteneva invece che la somm a che si calcolava «oc corrente, all'incirca, p er le spese dell'occupazione della T ripolitania sino al 31 dicembre 1913» potesse spaventare per la sua entità, ma per poco che si analizzi non s i mostra trop po superiore alle previsioni precedenti, riassunte nelle memorie che ti ho di quando in quando mandate . Bisogna infatti notare che l'ultima di tali memorie si riferiva alle spese occorse ed ai bisogni manifesta t isi sino al 19 ottobre 1912, per ché Io sta to attuale in Libia non può logicamente considerarsi che come uno stato di guerra. Nella detta memoria il totale delle spese era calcolato in 615 milioni. Aggiungendovi quelle per 14 mesi e mezzo si ha un totale di 905 [corretto in 977) milioni. E siccome le somme accordate dal Parlamento sommano a 641 milioni, rimane un fabbisogno, per le spese sino al 31 dicembre, di 336 milion i almeno.
Per risultare più convincente Spingardi ricordava come si avessero ancora «in Libia o nelle isole dell'Egeo oltre 87 .000 uomini ossia appena 20 .000 in meno di quella che è stata la forza massima nell'anno passato». In definitiva il cenno di riscontro del Ministro della Guerra non poteva essere tranquillizzante, poiché
Nel ca lcolo della somma che occorrerebbe stanziare in bilancio per provvedere sino a tutto l'anno in corso non posso no esser tolte che poche spese certamente non pi ù d'una quarantina di milioni, per cui la somma che occorrerebbe stanzia re in bilancio rimane di 300 milioni all'inc irca.
59 RFS, Tedesco a Spinga rdi, Roma 21 marzo 19 13, Riservata Personale. La lettera è dattiloscritta. I corsivi rappresentano ciò che Tedesco aggiunse di suo pugno.
La conclusione di Spingardi era drastica:
Se si vuole continuare l'occupazione della nuova colonia e mante ne rla efficacemente e in pari tempo non indeb o lire l'efficienza dell'ese rcito metropo litano oltre i limi ti consigliabili dalla più elementare prudenza in questi momenti, bisogna purtroppo che il Paese si prepari a nuovi, dolorosi sacrifici che né io né tu saremo in grado di poterg li risparmiare 60
T edesco anticipò le somme richieste da Spingardi, ma in novembre tornò sull'argomento :
Ti sarò grato se vorrai farmi conoscere il preventivo delle s pese per l' occupazione della Lib ia re lativo al pe riod o dal 1° dicembre 19 13 a t ut to giugno 1914. Con l'occas ion e t i rinnovo la preg hi era di contenere il più possibile le s pese, sia per ragioni di Tesoro, il qual e, come sa i , ha già anticipato al rig uardo 957 milioni di li re, si a per con s iderazioni di opportunità politica che non possono sfuggire al tuo accorgimento 6 1 •
Si è scr itto che Giolitti non voleva <<spaventare l'opinione pubblica con l'entità degli stanziamenti occorrenti per l'impresa li b ica» e perc iò «ricorse a una serie di artifici contabili per ripartirli s u un lungo arco di tempo» 62 •
In realtà, il 5 febbraio 1914 Pa o lo Carcano annunciava candidamente alla Camera, ne lla Re laz ione della Giunta Generale del Bilancio sul disegno di legge riguardante le spese sostenute per la occupazione della L ibia e delle iso le d e ll'Egeo, che esse ammontavano, a l 31 di ce mbre 1913, a lire
1.149. 757 .564 63 : forse le spese furono maggiori, certamente vi furono artifici contabili per evitare che esse gravassero tutte sop r a un unico bi lancio, ma la cifra bastava comunque a spave n ta r e l'op inion e pubblica.
Di fatto, tranne l'Estrema Sinistra, nessuno polem izzò sull'ammontare della cifra:
60 RFS. Si t r a t ta di un manoscritto senza data, il cui co ntenu to appa re p e rò chia ramen te una risposta a ll a succita ta le t tera del Ministro del Tes oro. L a g rafia non è di Spingardi, ma nel tes to e gli par la i n p rima persona ; i nolt re alcuni segni poste r iori sono in dubbiamen te suoi. Proba bil me nt e d e t tò la lettera a un segretario.
6 1 R FS, Tede sco a Sp in gardi, Roma 24 n ovembre 191 3 , Riservata alla persona. R iservata all 'amico Spingar di.
62 R 0 CHAT- MASS0BR1o, p. 162 V. anche P. MA LTESE , La terra promessa La g u erra i1aloturca e la conquista della Libia 1911 - 1912, Mondadori, Mil an o 1976 [I " e d. Sugarco 1968 1, pp 352-353
63 V. AA PP , Legis la t u ra XXIV, Camera-Documenti, n. 51 - bis-A, p 2.
Approvare i conti per se stessi, a prescindere dal giudizio sui criteri con cui i fond i erano stati impiegati, era una necessità amministrativa ed un dovere di tutti quelli che erano stati favorevoli all'impresa e avevano quindi la loro parte di responsabilità per tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate 64 •
Piuttosto, la discussione assunse subito un tono dì politica generale. Come disse lvanoe Bonomi:
Questo disegno di legge, che dovrebbe provvedere soltanto a dare nuovi fondi, a creare nuovi crediti per la colonia, in attesa del bilancio ordinario della colonia stessa, è diventato il terreno di una battaglia politica tra fautori ed avversari dell'impresa di Tripoli, fra critici e difensori del modo come essa è stata condotta, tra favorevoli e contrari alla politica del Go verno 65 •
Dal 10 febbraio al 7 marzo si svolse alJa Camera un ampio dibattito sull'argomento, al quale però il Ministro della Guerra, ammalato, non partecipò.
L'assenza dai banchi del governo non impedì però che Spingardi si preoccupasse di quanto stava accadendo. Per ribattere a quanti criticavano la condotta dell'impresa scrisse due lunghi discorsi destinati alle Camere. In entrambi il comportamento delle truppe e di chi le comandò veniva difeso nella maniera più completa, ma sopratt utto il Ministro si sforzava di rilevarne aspetti sfuggiti alJa maggior parte dei censori. Ad esempio, nel discorso che immaginò diretto alla Camera, era sottolinea to come nel teatro della campagna non vi fossero «obbiettivi strategici o territoriali, la cu i conquista avesse potuto costituire un elemento di forza per noi e di conseguente debolezza per il nemico » , il quale si era rivelato «quasi ovunque superiore ad ogni previsione per la facilità di spostamento, mobile come le arene del suo deserto>>. La tanto rimproverata lentezza delle operazioni, poi, era la caratteristica delle guerre colonia li, data la necessità di fronte a zone desertiche di costituire solide basi, rafforzarvisi, concentrarvi ogni mezzo logistico, viveri , equipaggiamenti, munizioni, materiali d'ogni genere, per fa r vivere migliaia e migliaia d'uomini là dove mancavano persino l 'acqua e la legna.
Lentezza di operazioni, certo, inequivocabile; ma bisognava pur tener conto dell'ampiezza del territorio occupato, s uper iore di gran lunga a quello di tutte le altre imprese col~niali: quasi 2 000 km di litorale da Capo Macabez a
64 C. D E BIAS E, La crisi di governo del marzo 1914, in « Nuova Antologia» , gennaio 1959, p 68.
65 AA.PP., Legislat ura XXIV, Camera-Discussioni, tornata del 17 febb raio 1914, p. 13 82.
Tobruk, tutto occupato nei suoi centri più importanti. Ne convengo: maggiore celeri tà si sarebbe potuto conseguire, ma con quali forze? E conveniva mettere a soqquadro tutto l'esercito, aumentando all'infinito tutte le difficoltà dei rifornimenti, e imponendo al paese sforzi maggiori, dinanzi a una situazione internazionale tutt'altro che chiara? Abbiamo raggiunto i massimi effetti con le minime forze, non certo proporzionate alla estensione delle occupazioni. Donde continua necessità di spostamenti da una ad altra località. I battaglioni, le batterie che valorosamente combatterono alla Giuliana e alle Due Palme, li troviamo a Psitos, in quel mirabile accerchiamento tattico dell' Ameglio, e più tardi a Misurata col Camerana . Parte delle truppe che si distinsero col Garioni a Sidi Said, Sidi Alì, Zuara e Regdaline ricompaiono a Kasr el Leben e sulla destra dell'oasi da Bum Safer nelle brillanti giornate del 14 e 17 settemb re, 9 e IO ottobre duci il Reisoli e il Salsa. Raccogliere questa forza con larghezza meravigliosa di mezzi, trasportarli, farli sbarcare, spesso con mare cattivo, o davanti a nemico vigilante, era impresa lunga e difficile. Eppure t utto è riuscito: frutto di ottima organizzazione, fusione meravigliosa fra eserci to e marina. Si può affermare che in nessuna guerra furono fatte operazioni di s barco con maggiore sap ienza , capacità tecnica marinara, ordine, fortuna e valore. Gli sbarchi della Giuliana e di Macabez rimarranno classici nella storia. E ancora: necessità politiche e militari consigliavano di evitare qualsiasi scacco (sempre possibile in guerra), per la grande ripercussione che avrebbe avuto all'interno e all 'estero . Ora la riuscita delle imprese coloniali sta tutta nella preparazione, la quale richiede tempo, lungo per chi con irrefrena ta impazienza attende. E scacchi non ne abbiamo avuti mai: cento combattimenti, cent o vittorie 66 •
Nel discorso ideato per il Senato erano maggiormente evidenziati gli aspetti organizzativi della spedizione.
La preparazione per la spedizione in Tr ipolitania era stata effettuata in modo preveggente, sapiente e completo fino al limite al quale teoricamente la preveggenza militare può giungere; essa sorpassava per accuratezza quanto qualsiasi potenza europea colonizzatrice avesse fino allora compiuto per la eventualità di una spedizione di oltremare. Ma era naturalmente una preparazione occulta destinata quindi per la stessa sua natura ad essere ignorata non soltanto dal paese, ma ancora dalla maggioranza degli ufficiali. Consisteva nell'accurata designazione preventiva dei corpi e riparti des t ina t i a partecipare alla operazione, nella predisposizione e nella adatta dislocazione di tutti quei materiali che era possibile te ner pronti senza correr rischio di danneggiamenti, di divulgazioni inoppor tune o di oneri assolutamente non necessari. [... ) Solo in grazia di questa preparazione occulta la preparazione palese poté compiersi in tempo veramente brevissimo, e cioè dal 28 settemb re all'8 ottobre 191 I.
Riguardo alla preparazione Spingardi volle ricordare una circostanza che egli riteneva assai impor ta nt e , ma non era stata ricordata nel corso delle precedenti discussioni.
66 RFS. Appunti manoscritti su carta in testata Il Ministro della Guerra, grafia di Spingardi, pagine num erate da I a 7; s .d. ma certamente del febbraio 19 14 .
Solo tre anni prima l'ILalia era stata funestata dalla immane catastrofe di Messina e della Calabria, sventura che se non fece disperar e noi del nostro avvenire, fece intravvedere per un momento a qualch e iso lato malvagio nemico - la cui voce fu però soffocata dalle unanimi riprovazioni dei suoi compatrioti - la possibilità che la conseguente paralisi politica e militare nostra ci lasciasse per qualche tempo alla facile mercé di qualunque vicino volesse attaccarci. E realmente l'opera possente di pietà verso gli sventuratissimi fratelli nostri fu tale che produsse una crisi non breve e non lieve nelle dotazioni tutte dell'esercito - di vettovagliamento, san itarie, del genio militare, di equipaggiamento e casermaggio etc. - alle quali si attinse con grande larghezza per socco rrere le regioni colpite. L 'esercito avrebbe quindi potuto invocare qualche attenuante, se non si fosse trovato interamente preparato, eppure non ne ebbe e non ne ha bisogno; come bisogno non vi è quasi di ricordare i particolari ostacoli che si dovettero superare e che avrebbero reso ad altri la mobilitazione singolarmente difficile. Tra queste: il fatto che da pochi giorni erano terminate le grandi manovre in Piemonte, si era congedata la classe 1889 e si dovette richiamare que ll a 18 88; il co lera che serpeggiava in Italia ed obbligò ad escludere dal richiamo alcuni distretti; le opportunità di compiere i movimenti ferroviari senza intralciare il traffico normale e di eseguire gli imbarchi senza nuocere al movimento ordinario dei poni; ed infine la necessità di costituire il corpo di occupazione in modo da non compromettere una eventuale mobilitazione generale dell'eser ci to c he potesse avve nire n el corso della spedizione.
Un accenno alle spese, che erano il presupposto della discussione, non poteva mancare:
Le spese non furono esagerate rispetto ai bisogni che si dovettero soddisfare. Si pensi infatti che innuirono ad aumentare il costo della spedizione: la improvvisa conclusione di taluni contratti; le perdite ed i logoramenti prodotti dagli sbarchi con mare agitatissimo, dal clima, dal paese; la necessità di portare tutti i mezzi logistici, persino l'acqua, dall'Italia, essendo la Libia pressoché sprovvista, all'atto della nost ra occupazione, di risorse proprie; la opportunità, per ragioni sociali e politiche che qui non sta r ò a discutere, di dare due volte il cambio alla maggior parte del nostro contingente, rinviando in congedo le classi 1888 e 1889; la conve nienza finalmente di apparecch ia re la spedizione e mantenere il corpo di occupazione con una larghezza di mezzi logi stici che si potrebbe perfino ritenere eccessiva, se altissime ragioni non l'avessero imposto 67 •
Paol o Spinga rdi difendeva dunque a spada tratta una impresa da lui accettata senza entusiasmo, ma portata avanti con la consueta solerzia e precisione . Il prolungato impegno nervoso non fu estraneo al peggioramento d elle sue condizioni di sa lute. Ad ogni modo, eg li era stato tra i protagonist i della prima affermazione dell'esercito italiano in una guerra degna di essere chiamata tale in mezzo secolo di vita unitaria: «Per la prima volta dal 1860 l'Italia poteva segnare al proprio attivo una guerra vittoriosa: gli italiani sentirono di aver compiuto qualcosa che mer itava e che stava effettivamente conquistando il rispetto delle altre nazioni» ha scritto Christopher Seton-Watson61l.
67 RFS. Dattiloscritto dal titolo Appunti per una eventuale ulteriore discussione sulfe spese per la Libia 17 cartelle dattiloscritte s.d., ma chiaramente della fine di febbraio o dei primi di marzo del 1914.
Nessuno più di Spingardi ne era convinto: «Noi abbiamo compiuto in breve tempo una grande impresa degna di un popolo maturo e forte» scriveva nella conclusione del suo discorso .
Quale che si a per risultare il beneficio MATERIALE dei sacrifici di sangue e di denaro da noi compiuto e del quale fruiranno, in quella misura che l' esperienza sola potrà determinare, i nostri figli o i nostri nipoti, è certo che dei benefici tangibili ed evidenti sono già stati da noi realizzati. Sono soprattutto dei benefici MORALI: il Paese si è disfatto di mo lto del suo scetticismo, della sua timidezza, del suo spirito di fronda; ha dato prova di forte disciplina nazionale e ha ripreso amore alle istituzioni militari, coltivando ciò che dello spirito militare è l'essenza principale, la virtù cioè del sacrificio, virtù che apparve matura non solt anto nel contegno dei combattenti, ma anche nello spettacolo di forza d'animo e di serenità dato dalle famiglie dei gloriosi caduti. [... ] P aese ed Esercito infine hanno visto crescere la considerazione in cui sono tenuti all'estero con vantaggio immenso della nostra politica, dei nostri emigranti, delle nostre esportazioni, in una parola con vantaggio della nostra posizione nel mondo 69 •
La successione di un Ministro
Tanto ardore retorico era giustificato dalle migliorate condizioni di salute A febbraio Spingardi ricominciò anche a pensare al futuro dell'esercito, dopo averne celebrato il recente passato nei due discorsi Pollio poté comunicargli di essere stato da Giolitti per parlargli di diverse cose. Te ne riferirò non appena ne avrò il tempo. In tanto , da ciò che egli mi ha detto e da quanto ho sentito altrove, mi risulta che non si ritiene necessario né urgente un provvedimento rispetto al Ministero della Guerra. Più precisamente - e te lo dico nella più stretta confidenza - mi pare che si voglia aspettare che tu possa riprendere la direzione del Ministero. Non v'ha dubbio alcuno che questa sarebbe la migliore soluzione della gran questione 70
La gran questione era ovviamente l'aspetto finanziario del nuovo programma. Ma la situazione politica si stava ingarbugliando e la situazione finanziaria lo era già: Giolitti e Tedesco temporeggiavano ancora.
68 S ETON -W ATSON, Cit., p. 446
69 RFS, Appunti per una eventuale ulteriore discussione sulle spese per la Libia, doc. cit 70 RFS, Pollio a Spingardi, 8 feb braio 1914.