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CAPITOLO IV UNA INTERPRETAZIONE STRATEGICA DEL NUOVO ORDINAMENTO

L'ordinamento è una operazione dell'organica, una delle quattro branche fondamentali dell'arte militare (le altre tre sono la strategia, la tattica e la logistica). Per esso si dà forma alla massa del personale reclutato in modo da rendere l'esercito un complesso equilibrato di molti organi di diversa conformazione e grandezza, aventi ciascuno il proprio compito particolare, ma tutti convergenti verso uno scopo unico e comune. Lo si può quindi definire come la ripartizione della massa reclutata in armi, servizi, corpi, reparti e specialità, al fine di porla nelle condizioni migliori per esplicare la propria funzione, con l'armonico concorso del lavoro delle singole parti 1 •

Ma è anche subordinato alle esigenze strategiche di uno Stato, dipendenti dal nemico che si suppone di affrontare, quindi dal probabile teatro di operazioni, dal tipo di guerra che si prevede di condurre, dalla presenza o meno di eventuali alleati, propri o del nemico: in una legge di ordinamento è possibile intuire la connessione tra politica e strategia più chiaramente che in altri provvedimenti di legislazione militare. D'altronde in Italia, più che a un equivalente nostrano del grande piano Schlieffen 2, la preparazione alla guerra era sempre stata affidata

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1 Enciclopedia Militare, voi. V, 1933, p. 656.

2 Se rigide erano, come presso tutti gli eserciti europei dell'epoca, le predisposizioni di mobil itazione e radunata, in Italia non esisteva nulla di altrettanto vinco lant e circa la condotta delle operazioni. V. BR uo10N 1, op. cit., passim e F. M1NN 1T1, Gli Stati Maggiori e la politica estera italiana, in R J B. BoswoRTH-S. RoMANO (cur.) , La politica estera italiana (1860 -1985), Il Mulino, Bol ogna 1991 , pp 91-120. Circa il piano Schlieffen, v. G.E. ROTHENBE RG, Moltke Schlieffen, and the Doctrin e of Strategie Envelopment, in P. PARET (cur.), Makers of Modem Strategy, Clarendon Press, Oxford 1986, pp 296-325. Lo Stato Maggiore italiano preparava nuove «ipotesi di radunata» ogn i anno e l o studio, a volte puramente accademico, dei più svariati piani di operazioni , era continuo. V. BR uo 10N1, cit., MAZZETTI, / piani di guerra contro l'Austria, cit., G ooc H, L'Italia contro la Francia. I piani di guerra difensivi ed offensivi 1870-1914, in Memorie storiche militari 1980, USSME, Roma 1981, pp. 153-167.

Il generale Paolo Spingardi

in gran part e, ad un processo, palese nel suo svolgimento, di creazione e revisione dell'ordinamento, vale a dire all'opera ricorrente di inquad ramento della forza armata 3 •

In somma, l 'ordinamento era un indicatore abbastanza preciso d e l tipo di gue rra che i militari italiani si aspettavano di combattere. Spingardi non si staccò d a questa tradizion e quando, contemporan ea mente ai provvedim enti per aumentare la forza , presentava an ch e quelli relativi al suo inquadramento.

Ormai ness uno metteva in discu ssio ne l' or dinam e nto fondamental e dell 'esercito su dodici corpi d'armata e venticinque divisioni, sancito nel 1882 4 •

Era però assolutamente necessario consolidare quanto esisteva allo scopo di « rendere meno stridente, più facile, più omo ge neo, il passaggio dal piede di pace al piede di guerra» secondo le parole di Spingardi, e adeguare la st ruttura alle nuove esigenze strategiche.

3 F. M1NNJT1, Pian o di guerra (1870-1940) in AA.VV Storia militar e d'ltalia 1796-1975, a c. del Comitato Tecnico della Società di Storia Mili tare, Editalia, Rom a 1990, p. 180.

4 Negli anni Settanta dell'Ottocento la polemica tra il Mini stro Ricotti e il generale Lamarmora aveva segnato il pass aggio tra due epoche nella storia dell'esercito italiano. li primo stava trasform a ndo gli ordinamenti second o il s is tema prussiano, l'altro inv ece difendeva tenacemente il sistema alla francese da lui ap plicato all'esercito piemontese durante il suo Ministero degli anni Cinquanta, esteso poi all 'esercito italiano (v. P. P1eR1, Le fon.e armare n ell'e t à della destra, ci t. , pp. 82 -83). Qua ndo poi nel 1882 il Ministro Ferrero portò da dieci a dodi c i i co rp i d 'arma ta dell'ord inamento Ricotti, cominciò la po lem ica tra quanti sosten evano che il mantenimento di un esercito siffatto era troppo gravoso per le risorse nazionali, e quanti invece sostenevano la necessità di un grosso ese rcito per mantenere il ruolo di grand e potenza. A ca po del primo schieramento s i pos e Ricott i, a capo del secondo Pelloux, s palleggiato dagli ambie n t i di corte. Il contrasto tra le due concezioni raggiunse la punta più acuta nel 1896, quando, dopo Adua, il portafoglio della guerra venne affidato a Ricotti, che già a veva ricoperto la carica dal 1870 a l 1876 e dal 1884 al 1887. All a ricerca di una riforma che perm ettesse di su perar e la sfi ducia dell'opinione pubbli ca nei confronti dei militari, e i malumori all'interno dell'eserci10, R icotti presen1ò un disegno di legge che pur conservando la struttura complessiva di dodici corpi d'armata, riduceva di un terzo le unità elementari, cioè compagnie, bat te rie, sq u ad roni. Il numero complessivo di uomini inquadrati non sar ebbe mutato. Ricotti mirav a ad avere un esercito più picco lo sulla cana, ma con organici molto vicini a quelli di guerra, di modo che l'addestramento risultasse più efficace e la mobilitazione più facile e più rapida. P e ll oux e Um berto I in vece preferivano un eserc ito formalmente gra nde , fidando nella possibilità di rimpinguarlo a dovere con le riserv e richiamate dal congedo: ciò che so prattutto contava in tempo di pace era avere i quadri necessari Il progetto di R icolti passò al Senato e allora i circoli di corte si mossero per lanciare una massiccia offensiva contro il disegno alla Camera. Di fronte a queste m ano v re Ricotti preferì dimett ers i , nel lu g lio del 1896. Il suo posto venne preso da Pelloux che non toccò gli organici e prosegui nella politica d i ripieghi già seguita nel suo primo Ministero, aggravando ulteriormente la crisi in corso nell'esercito. Sulla vicenda nel suo complesso v ROCHAT-MASSORIO , pp. 128-130 e note dalla 3 alla 7 alle pp. 142- 143 e tutte le fonti ivi cita te. Sul clima politi co gene ra le molto interessante M. Be. LAR.OINELLI, Un esperimento liberal-conservatore: i governi Di Rudinì (18 96-1 898), Edi trice Elia , Roma 1976, pp. 78 -80. Cfr. anche GoocH, Army, State and Society, p. 100 e cfr infra p. 13

Lo stralcio del 1909

Il predec esso re di Spingardi, il senatore Severino Casana, il 29 marzo 1909, due giorni prima di dimettersi, aveva presentato alla Camera un disegno di legge che modificava l'ordinamento dell'esercito in coerenza con le prime conclusioni della Commissione d'inchiesta.

Giunto al potere, Spingardi stralciava dal progetto quanto gli pareva più urgente , cioè i provvedimenti riguardanti gli alpini, la cavalleria e l'artiglieria da montagna.

Mentre cominciava il programma di fortificazioni alla frontiera orientale, si rafforzavano i corpi più adatti alla difesa di tale frontiera. La filosofia stessa della specialità faceva degli alpini i naturali difensori delle montagne che delimitavano il territorio nazionale. Data la caratteristica di unica specialità dell'esercito a reclutamento territoriale, erano anche in grado di mobilitarsi prima degli altri reparti; la cavalleria, in virtù della propria mobilità, poteva coprire e muoversi lungo la frontiera minacciata non appena indetta la mobilitazione.

Alcuni passi della relazione dell'Ufficio centrale del Senato spiegavano l'impostazione generale del disegno:

Questo disegno di legge provvede ad una più sicura e più efficace utilizzazione di quelle fra le nostre forze che in caso di una guerra sa rebbero le prime ad impegnarsi sulla lunga distesa delle nost re frontiere terrestri : alpini, cavaller ia, artiglieria da montagna. [...] Le nostre trupp e alpine sono ora costituite in 75 compagn ie, raggruppate in 22 ba ttag lioni e 7 reggimenti. La dislocazione dei reggimenti è tale che mentre ben quattro hanno sed i in corrispondenza della frontiera occidentale ed uno della centrale (verso la Svizzera), due soli stanno verso la estesissima zona montana sulla quale serp eggia il nostro co nfine orientale 5 •

La Commissione incaricata dell'esame del disegno di legge espose la sua relazione alla Camera il 19 giugno 1909. Il disegno di legge venne presentato con procedura d'urgenza, sintomo d ell' importanza che i provvedimenti rivestivano agli occhi del Ministro; un altro sintomo sembrerebbe il passaggio molto rapido che il di segno ebbe alla Camera, temendo forse opposizioni che ne avrebbero ritardato l'approvazione. La discuss ione venne infatti introdotta quasi di so ppiatto in mezzo a quella ben più articolata sulle convenzioni marittime, in una seduta antimeridiana, sabato 3 luglio 1909, esattamente una settimana pr ima che la Camera prendesse le vacanze estive.

5 AA.PP. Legislatura XXIII Senato-Documenti, n. 123-A, p. 1. Le sed i dei reggimenti erano: 1° Mondovì, 2° Cuneo, 3° Torino, 4 ° Ivrea, 5° Milano, 6 ° Verona , 7° Belluno. L ' 8 ° , costitu ito da Spingardi, ebbe sede a Udine V G. OuvA,

In un 'a ula semivuota, ne ss uno intervenne, né in genera le, né nella discussione s ugli articoli. Nel pomeriggio dello stesso 3 luglio , in una seconda tornata , il testo d e l disegno venne appro vato con 208 voti favorevoli e 45 contrari e immediatamente presentato al Senato 6 •

Qui, il 3 luglio appunto, Spingardi spiegava di voler lasciare immutato, nella sua ossatura generale, l'ordinamento delle nostre forze annate , già rispondente in massima alle suprem e necessità del paese, evitando così ogni crisi, sempre funesta al progressivo e sicuro sviluppo della nostra potenzialità militare 7 •

D i fronte a una situazione internazionale non del tutto serena, non si rischiava di impiantare un nuovo ordinamento con il lungo periodo di assestamento delle nuove st rutture che ciò avrebbe implicato.

A costo anche di sacrificare personali convincimenti sul migliore assetto ideal e dell'esercito nostro, nessuno sconvolgimento si vuol portare al suo ordinamento, reso ormai tradizionale da una quasi trente nnale esistenza 8 •

Per gli alpini l'aumento effettivo consisteva in tre so le compagnie, distribuite però tra 26 battaglioni anziché 22, aJlo scopo di « migliorare la ripartizione di que sti sulla lun ga distesa della frontiera montuosa, ed ottenere così maggiore elasticità e prontezza di impiego» 9 • I reggimenti aumentavano da sette a otto.

Per la cavalleria il discor so era più complesso. La forza dell'arma sarebbe pas sa ta da 144 a 145 squadroni, con un aumento numerico di un solo squadrone.

Era però pre visto che, per l'esplicazione dei se rvizi di ricognizione avanzata, esplo razion e e copertura, ogni co rpo d'armata ave ss e organicamente assegnato un reggimento di cavalleria. Nel 1909 esistevano 24 reggimenti di cavaJJeria, tutti a sei sq uadroni. Tolti i 12 da assegnare ai corpi d ' armata, i 12 rimanenti non erano giudicati sufficienti a formare le divi sioni indipendenti, c he p er prime avrebbero dovuto a cco rrere aJla frontiera in caso di guerra, e la riserva a disposizione del comando su pr e mo.

P erc iò Spiogardi riten ev a fosse nece ssario disporre di un maggior num ero di reggiment i da assegnare alle divisioni di cavalleria indipendenti, senza ridurre quelli che conviene lasciare colle grandi unità dell'esercito.

6 V. AA.PP. Legislatura XXIII Camera - Discussioni, 1• e 2• tornata di s abato 3 luglio 1909, pp. 3547 e 3594.

7 AA.PP. Leg. XXIII Senato - Documenti, n. 123, p. I.

8 Ibidem, n 324, p. 2

9 I bidem, n. 123 , p. 2.

Ciò si è potuto ottenere ri d ucendo il numero degli sq uadroni che compo ngono il regg im ento, formando così, coll'aggiunta di un solo squadrone, cinque nuovi reggimenti 10 •

Come correttamente disse Marco Di Saluzzo nella relazione alla Camera, l'aumento dei cinque reggimenti di cavalleria portato dal disegno di legge costi tui va una vantaggiosa soluzione del seguente important e problema: fermo rimanendo, o quasi, il numero totale deg li squa droni di cui disponiamo, aver modo di costituire adeguatamente le grandi unità ind ipendenti di cavalleria, quelle, cioè destinate a coprire la fron t ie ra in caso di mobilitazione 11

In Senato si ebbero pareri contrastanti sul nuovo ordinamento della cavalleria, pareri rivelatori loro malgrado del concetto sottinteso dal disegno di legge.

Dom e nico Primerano, pur dichiarandosi favorevole al progetto nel suo complesso, avrebbe desiderato un maggiore sviluppo dell'arma .

Tutti sappiamo - diceva - che il rapporto della nostra cavalleria rispetto alle altre armi è di gran lunga inferiore a quelli esistenti in altri eserciti 12 • - Ciò dipende da due cause principali, cioè che il costo dell'arma di cavalleria è molto elevato, e che le nos t re risorse equ ine sono molto limita te. Ci co nfortiamo di questa deficienza di mezzi, o di volontà, con l'idea che il nostro territorio è molto montuoso, e che le Alpi non consentono grande impiego di cavalleria, come se noi dovessimo fare esclusivamente la guerra sul nostro territorio 13

Ma il di segno di legg e rivelava che proprio questo era il tipo di guerra che il Ministro si aspettava 14 •

IO Ibidem.

11 AA.PP. Legislat ura XXIII Camera-Documenti n. 47 -A, p. 3 .

12 La questione era già stata accennata nelle relazioni del Ministro e della Giunta Generale del Bilancio e ancora prima nella relazione alla Camera della apposita commissione incaricata dell'esame del d isegno: «Non si ritiene inutile di riportare qui di segu i to la formazione dei reggimenti di cavalleria in Austr ia - Ungheria, in Germania ed in Francia. Austria-Ungheria - Ha 58 reggimenti (compresi i 16 delle due landwehren, di forza pressoché uguale agli altri) su 6 squadroni in pace e in guerra - Germania - H a 100 reggimenti su 5 squadroni in pace. - Pare che i reggimenti delle d iv isioni di cavalleria si mobilitino su 4 squadroni. - Francia - Ha 89 reggimenti su 5 squadron i che si mobili tano su 4 squadroni» AA.PP. Legislatura XXIII - CameraDocumenti, n. 47 -A, nota (1) a p. 3.

13 AA.PP. Legis latura XXIII -Senato-Discussioni, tornata del 10 luglio 1909, p. 1206

14 Non sembra che Spingardi tenesse in gran conto la convenzione militare con g li alleati della T riplice che prevedeva il trasporto sul Reno di una a r mata italiana di cinque o sei corpi, in caso di guerra con la Francia: «Il ministro della guerra Spingardi guardava con crescente sospetto a ll 'Austria>> dice Massimo Mazzett i (L'Italia e le convenzioni mili1ari segrete della Triplice Alleanza, in «Storia contemporanea>\ giugno 1970, p. 401), riferendosi genericamente

Spingardi

Il generale Ett ore Pedotti, relatore dell'Ufficio centrale del Senato, difese invece le proporzioni della cavalleria previste dal disegno di legge, confe rmandone l'orientamento sostanzialmente difensivo. Egli si rifece all 'autorità di Napoleone, il quale aveva detto che in Italia «la cavalleria conveniva fosse tenuta nei più stretti limiti possibili, e assegnava delle proporzioni che non differiscono gran fatto da quelle che effettivamente noi oggi abbiamo». Pedotti rimarcava il concetto che se anche la fortuna ci assistesse e per una guerra qualsiasi noi potessimo varcare le frontiere, è sempre da tener presente come la zona alpina che circonda l'Italia sia molto profonda, e al di qua e ancora più al di là della linea di confine, a talché prima che l' esercito nostro potesse uscire nelle pianure dove l'arma di cavalleria è più utilmente impiegabile, assai ci vorrebbe 15 •

Si noti come si parlasse di «fortuna» e solo di possibilità di uscire dai confini. A Pedott i non veniva neanche in mente che si potesse agire offensivamente al di là dei confini nazionali; si intuisce semmai una concezione difensiva-controffensiva. N on sembra davvero un caso che contemporaneamente a queste discussioni parlamentari lo Stato Mag giore elaborasse un piano di g uerra che prevedeva una mobilitazione di 24 giorni con schieramento final e dell'esercito lungo il corso del Pi ave 16 • al periodo anteriore al 1912, ma ci sembra il giudizio si adatti perfettamente allo spirito che informava il disegno di legge in esame. Nel dicembre 1908 l'ambasciatore tedesco a Roma «riferiva che il s uo collega austriaco temeva che non si potesse più contare sull'appoggio dell'Italia in caso d i complicazioni europee» (M. MAZZETTI, L'esercito italiano nella triplice alleanza, ci t. p. 239). Nei primi mesi del 1909 vi fu rono intense comunicazioni fra i capi di S.M. tedesco e austroungarico, Von Moltke e Conrad. «Nel corso d i questi contatti ( 1von Moltke aveva affermato che l'esercito i taliano non era in grado di compiere un'aggressione» (ibidem p. 240). Eppure, o forse proprio per questo, <<il 2 lugli o 1909 il volitivo Capo di Stato Maggiore austro-ungarico ripropose, in un memoriale ad Aehrental, la guerra preventiva contro l'Italia» (ibidem). Insomma, gli elementi per temere l 'Austria erano molti e concreti. Ma anche in periodi di non perfetto idillio con la Francia, circa la convenzione mili tare con la Ger mania Spingardi scriveva a Brusati: «Per conto m io contrario all'armata, anche se ridotta, dubito anche della utile efficienza di 40 sq uadroni, e quindi della utilità militare del loro invio di fronte alla impressione politica nel nostro paese» (ACS Archivio Brusati, se. 10 , f. VI.5.37, Sp ingardi a Brusati, lettera datata 15 ottobre (1913)).

15 AA.PP. Legis lat ura XXIII - Senato-Discussioni tornata del IO luglio 1909 , p. 1208 Ettore Pedo tti (1842-1919), volontario garibaldino nel 1859 e 1860, passò poi nell'esercito italiano. Prese parte alla campagna del 1866. Frequentata l a Scuola di Guerra passò nello Stato Maggiore. Come colonnello comandò il 46° Reggimento fanteria; da maggior generale la Brigata Forlì e la scuol a di Guerra. Da ten ente generale fu dapprima comandante in seco nda del corpo di Stato Maggiore, poi comandante della Divisione m ilitare territoriale di Roma e dell'XI e X Corpo d'Armata, finché nel novembre 1903 fu nominato Ministro della Guerra, tenendo l'incar i co fino al dicembre 1905 e nominando l'allora maggior generale Paolo Spingardi quale sottosegreta rio. Passò poi a comandare il I e infine i l IV Corpo d'armata fino al 1910, anno in cui lasciò il servizio attivo per raggiunti limiti di età. Nel I 903 era stato nominato senatore.

V. J. GOOCH, Army, State and Society, cit., pp. 136-137 Cfr. MAZZETTI,/ piani di guerra contro l'Austria, cit., p. 174.

L'artiglieria da montagna subiva un aumento più consistente che non la cavalleria o gli alpini. Secondo Spingardi l'artiglieria da montagna doveva avere «u n conveniente sviluppo, perché, in qualsiasi ipotesi di guerra, una considerevole parte dell'esercito [avrebbe dovuto] operare in regioni di scarsa o difficile viabi li tà» 17 •

L'Ufficio centrale del Senato si trovava perfettamente d'accordo col Ministro 18 •

Dove il disegno di legge è assolutamente provvido - diceva la relazione, presentat a da Pedotti 1'8 lu glio 1909 - è in quanto ripara a una reale deficienza della quale abbiamo sin qui sofferto - quella della scarsa quantità dell'artiglieria da montagna. Ne abbiamo 15 sole batterie, di cui 12 costituite in reggimento, dis locato a Torino presso la frontie ra occidentale, e 3 forma nti una brigata ne l Veneto . - So no in numero assolutamente insufficiente rispetto alla grande distesa delle nostre frontiere montane nonché alla quantità delle forze che, i nd ip endentemente dalle truppe alpine, dovrebbero concorrere alla loro immediata difesa. Sono del tutto insufficient i, chi consideri la necessità nella qua le ci troveremmo di dover fare di quelle zone montane la più tenace difesa e se condotti ad operare oltre confine la lunga durata della lotta da sos te ner si sempre dentro i monti: e chi consideri ad un tempo, che di fronte alla prevalente importanza che l'artiglieria va assumendo nei combattimenti, sta la quasi im po ssib ilità d i servirsi nelle regioni montane delle artiglierie trainat e 19 •

Il disegno di legge proponeva la creazione di nove batterie da montagna in aggiunta alle quindici esistenti, distribuendo le ventiquattro batterie risu l tanti in due reggimenti.

Lunedì 12 luglio 1909 il disegno veniva approvato dal Senato con 78 voti favorevoli e 4 contrari e diveniva la legge 15 luglio 1909 n . 473.

Riassumendo, Spingardi aveva trovato 144 squadroni di cavalleria su 24 reggimenti: 7 reggimenti alpini con 22 battaglioni e 76 compagnie; 1 reggimento di artigl ie ria da montagna su 12 batterie più un gruppo (allora deno- minato brigata) autonomo di tre batterie; e aumentava il tutto rispettivamente a 145 sq uadroni distribuiti in 29 reggimenti a cinque anziché sei squadroni; 8 reggime n ti con 26 battaglioni e 78 compagnie; 2 reggimenti con 24 batterie.

17 AA.PP. Leg XXIII - Senato-Documenti - n.123, p. 2.

18 L'Ufficio centrale era composto da tre tenenti generali (Ettore Pedotti, presidente e relatore; Felice Sismondo e Cesare T arditi) e un viceammiraglio (Felice Napoleone Canevaro , già Min istro della Marina nel giugno 1898 e Ministro degli Esteri fino al maggio 1899). L'unico borghese era Roberto Biscaretti di Ruffia (1845-1940), segretario dell ' Ufficio centrale del Senato, che in compenso era figlio di Carlo (1796 -1 889), uno dei più prestigiosi generali del Regno di Sardegna, membro della casa mil itare de l Re, e padre di Guido (1867-?), amm iraglio della Marina militare italiana, ferito e decorato durante la guerra italoturca. Ingegnere, promotore dell'Automobil Club d'Italia nel 1898 , tra i fondatori della FIAT nel 1899, Roberto Biscaretti dei conti di Ruffia apparteneva ad una delle più antiche casate piemontesi e fu sempre strettamente legato alla monarchia e agli ambienti di corte. Per magg iori informazioni sul personaggio v Dizionario biografico degli italiani. Istituto della Encicloped ia italiana. voi. X, Roma, 1968, pp. 657 - 658.

19 AA.PP . Leg. XXlll - Senato -D ocumenti - n . 123-A , p. 2.

La legge fondamentale del 1910

Nella seduta dell' 11 febbraio 19 10 Spingardi presentava alla Camera il progetto completo di modificazioni all'ordinamento, anch'esso con procedura d'urgenza.

Egli sapeva che, per poter passare quanto prima alla pratica attuazione dei provvedimenti, era necessario arrivare più veloce mente possibile all'approvazione, come gli ricordava il Capo di Stato Maggiore l' I I marzo:

Tanto più presto saranno stabilite le basi definitive del nuovo ordina ment o, tanto maggiormente sarà facilitato il compito di questo Comando a riguardo degli studi in corso per la mobilita zione e la radunata de ll 'eserci to 20 •

Lo Stato Maggiore faceva pressioni affinché si procedesse anch e senza la sanz ion e legale. Pollio ritornò quindi sull'argomento il 6 aprile, facendo presente di aver basato g li studi e le disposizioni di sua competenza sulla assicurazione data da codesto Ministero[ ] che se pur imprevedibili circostanze avessero dovuto ritardare la sanzione legale dei provved im enti riguardanti l'ordinamento, egualmente si sarebbe nella entrante pr imavera conosciuto il programma definitivo su cui poter basare il nuovo progetto di radunata da allestire per l'anno venturo 21

Spingardi gli rispos e il 13 maggio affermando di condividere pienamente gli apprezzamenti dell'E. V. sul danno che deriva al regolare e solJecito riordinamento dell'esercito dagli indugi che le esigenze parlamentari hanno frapposto all'approvazio ne del disegno di legge sull'ordinam ento E perciò mi sono preoccupato del modo di raggiungere, per quanto e r a pos sibile, l'intento di non perdere ulteriore tempo nell'iniziare i provvedimenti proposti, anche prima che ne fosse riconosciuta la legale attuazione [ ... ] È già stato disposto per la costituzione delle quattro batterie da montagna tuttora mancanti al 2° reggimento[ ) Altre disposizioni sono già state date, o stanno per essere diramate, per la pronta formazione delle sette batterie

20 AUSSME. F4 (Ordinamcmo e Mobilitazione), R. 27, Pollio a Spingardi, Roma addi da campagna presso i reggimenti 2 ° , 4 ° , 5° , 6 ° , 9 ° , 10° e 11 ° ( ... J Per l'artiglieria da fortezza sono pure state ordinate le necessarie indagini per conoscere quali locali sono fin d'ora disponibili per le nu ove unità da cost ituire ( ... ] si ha g ià alle arm i la forza necessaria perché le nuove unità possano subito raggiungere l'organico normale [ ... ] on riterrei opportuno ricorrere a decreti legge, i quali (... ] potrebbero s uscitare non buona impressione nell'ambiente parlamentare ora specialmente che la Commissione all'uopo nominata ha già iniziato l'esame del disegno di legge sull'ordinamento, e dà adito a sperare che il disegno di legge stesso possa assai presto essere portato alla pubblica discussione 22 •

11 marzo 1910 n. 157 di protocollo R.S.

21 AUSSME. F-.4 , R. 63, Pollio a Spingardi, 6 aprile 1910, n. 222 R.S.

Le vicende parlamentari avevano però messo la Commissione in una situazione non agevole, come efficacemente ricordava Di Sa luzzo nella relazion e presentata alla Camera il I O giugno 1910:

Le vicende parlamentari di quest'anno, diminuendo il tempo alla vostra Commissione per il doveroso e profondo esame del disegno di legge, hanno pure assottigliato e di molto quello che, dopo tale necessario esame, occorreva ancora al relatore per compiere la sua opera. Non sarà inutile, a chiarire quest'affermazione, che si indichi qui, sia pur brevemente, la storia del presente disegno di legge li quale fu presentato al Parlamento dal mini stro Casana nel principio dell'anno scorso (seduta del 29 marzo). Subentrato alla direzione del dicastero della guerra il generale Spingardi, ebbe questi a dichiarare che non lo avrebbe già ritirato, ma gli avrebbe solamente apportato degli emendamenti; onde la vostra Commissione dovette sospenderne l 'esame Ma, nelle ultime sedute dell'anno scorso, se ne stralciava dall'onorevole Spin gardi una parte: e questa concerne nt e gli alp ini e la cava ll eria - veniva presentata alla vostra approvazione e poteva essere quasi immediatamente tradotta in legge ed attuata (Legge 15 luglio 1909 n.473). el febbraio del corrente anno il ministro Spingardi presentava a sua volta gli annunziati emendamenti; li presentava, cioè, non appena si era riaperta la Camera, dopo la lun ga sosta che precedette la presentazione al Parlamento del Ministero Sonnino. La vostra Commissione iniziava allora l'esame di tali emendamenti, in confronto dell'attuale ordinamento e del progetto iniziale del ministro Casana: senonché la nuova crisi ministeriale veniva un'altra volta ad interrompere le riunioni della Commissione, le quali non furono riprese, se non col riaprirsi della Ca me r a, in seguito all'avvento al potere del Ministero Luzzatt i. Attraverso a tali vicende un progetto di legge, della mole e dell'importanza di questo, non poteva non sentire la necessaria iattura del tempo. Che se la permanenza dell'onorevole Spingardi al dicastero della guerra ha consentito una continuità d'indirizzo e la ripresa d'uno studio già due volte iniziato, e se la Commissione ha supplito alla ristrettezza del tempo, che per ineluttabilità di circostanze le veniva assegnato, con la frequenza e la durata delle sedute, così che essa ha la sicura coscienza di avere esaminato con cuna ponderazione e in ogni s ua parte il complesso disegno di legge, non può tuttavia non influire il danno dell'urgenza su questa relazione, a cui manca il tempo e l'agio di trattare con la dovuta ampiezza i singoli argomenti 23 •

Il generale Paolo Spingardi

Se pure il disegno di legge non ebbe quindi un esame adeguato alla sua importanza, anche indipendentemente dalla volontà del Ministro di accellerare i tempi, le circostanze consentirono a Spingardi di accontentare il Capo di S . M. senza scavalcare l'autorità del Parlamento.

Ad ogni modo, per ridurre ulteriormente i tempi, egli fece porre il dibattito alla Camera all'ultimo posto nell'ordine del giorno di una straordinaria seduta domenicale, il 26 giugno 1910. Non solo: non essendosi potuto concludere il dibattito, inaspettatamente, in chiusura di seduta, alle ore 19.50, al fine di «esaurire la discuss ione dei disegni di legge concernenti il Ministero della Guerra», Spingardi chiese all'assemblea una seduta antimeridiana per le ore 9 del giorno seguente 24 •

La massima velocità fu dunque la caratteristica principale dell'iter parlamentare del progetto. Un simile atteggiamento non sembrerebbe derivare da scarso rispetto o malafede nei confronti della legale rappresentanza nazionale, ma dalla necessità riconosc iuta di far presto.

Si pensava anche non fosse il caso di oberar e la Camera d i lavoro sui particolari tecnici del progetto, degni di essere lasciati alla competenza dei militari. Se ne ricava forse un indizio nello stupo r e col quale Spingardi accolse le precise osse r vazioni tecniche del «profano» deputato Ca r boni: «L'onorevole Carboni ha trattato la questione delle batterie su sei o su quattro pezzi, e non vi nascondo che mi ha sorpreso la competenza con la quale egli, avvocato, credo, ne ha discusso qui» 25 •

Comunque anche al di fuori deg li amb ienti militari si comprendeva il bisogno di accelerare i tempi, tanto che il Presidente della Camera, il radicale Giuseppe Marcora, intervenne a sollecitare i deputati:

Se mi si consente di esprimere il mio pensiero, non tanto come Presidente della Camera, quanto come cittadino, dirò che desidero ardentemente che la discussione proceda nel modo più rapido: in modo che questo disegno di legge possa essere approvato prima che si prendano le vacanze: perché altrimenti si ritarderebbe, forse per un anno intero, la sua esecuzione (Approvazioni). Se noi lo approviamo adesso, anche se, per modificazioni introdottevi dal Senato, dovesse tornare alla Camera,

24 AA PP Leg. XXIII - Camera-Discussioni - tornata del 26 giugno 1910, p. 9136; Spingardi parla di «disegni>> perché anche il disegno di legge sulla ferma biennale si discusse in quei giorni, e a coroll ario della legge sull'ordinamento si discussero a l t ri progetti riguardo l'abo l izione delle masse, i personali civili tecnici di artiglieria e del Genio e un disegno riguardante l'istituzione di un corso superiore tecnico d'artiglieria, col quale in sostanza si separava la carriera tecnica dalla carriera combattente dell'arma di artiglieria allo scopo di formare degli ufficiali forniti di una altissima preparazione per la fabbricazione nostrana di bocche da fuoco . V. AA.PP. Legislatura XXTII, Camera - Discussioni, tornate del 25 , 26, 27 giugno 1910, pp. 9083 -9116, 9175 -9178.

2s Ibidem, p. ?142.

Una interpretazione strategica del nuovo ordinamento 91 potrebbe sempre essere tradotto in legge entro il mese di dicembre. Ma se ne rimettiamo la discussione a novembre , è probabile che si arrivi al periodo delle feste del cinquantenario senza ancora averlo approvato (Bene! Bra vo!). E sarà tan to tempo perduto per la migliore organizzazione della difesa nazionale (Vivissime approvaziom) 26 •

In verità i deputati Chimienti e Abbiate non mancarono di far timidamente notare la situazione un poco anomala, l'uno ritenendo che non si dovesse «chiamare la Camera a vot are in questa situazione, in una seduta con così scarso numero di colleghi intervenuti , [ ] in un argomento di tanta importanza», e all'altro non sembrando molto regolare «questa seduta antimeridiana, indetta d'improvviso ieri sera [... ]. Credo che non sia mai avvenuto, ed alcuni colleghi mi hanno manifestato la loro meraviglia» 27 , ma le loro osservazioni non ebbero seguito .

La discussione in Parlamento

La discussione alla Camera del 26 e 27 giugno 1910 fu quindi breve e poco vivace. L'ampio dibattito che pochi giorni prima aveva accompagnato il disegno di legge sulla ferma biennale aveva forse tolto argomenti agli oratori. La legge d'ordinamento appariva poi di carattere troppo tecnico per invogliare la partecipazione di deputati senza particola ri competenze in materia: degli oratori che intervennero in sede di discussione generale quattro erano militari o ex militari: Fortunato Marazzi era generale, Carlo Montù era capitano d'artiglieria 28 , Di Saluzzo, oltre ad esse re il relatore deUa commissione, era ex ufficiale d'artiglieria e di Stato Maggiore, e l'ultimo fu Spingardi che si limitò a rispondere agli interventi degli altri oratori.

Tra coloro che fecero interventi degni di nota, solo i deputati Carboni e Ciccotti non erano militari.

L'unica opposizione venne da quest'ultimo, fieramente avverso alle spese militari, ma il suo discorso non fu incisivo . La polemica prendeva spunto

26 AA PP. Leg. XXIII - Camera-Discussioni , tornata del 26 giugno 19 10, p. 9128.

21 Ibidem, P tornata del 27 giugno 1910, pp. 9159 e 9175. Pietro Chimienti (Brindisi 1864-R om a 1938), docente di diritto costituzi onale all'Università di Roma, era un fedele sonn iniano. Mario Abbiate , nato a Genova nel 1872, faceva parte del gruppo radicale.

28 Carlo Montù (1869-1948), ufficiale d'artiglieria, lau r eato in ingegneria, insegnò e lettrotecnica a Torino e Napo l i; deputato dal 1909 a l 1913, sedette al centro sinistra Durante la guerra di Libia fu in Cirenaica comandante di un nucleo d i aviatori volontari e venne promosso maggiore per merito di guerra. Continuò la carriera in aviazione, ma poco dopo l'iniz i o della grande guerra tornò i n artiglieria. Raggiunto p i ù tardi il grado di generale, scrisse una voluminosa Storia dell'artiglieria italiana. Nell'intervento alla Camera sollecitava la formazione delle batterie su quattro pezzi V. AA. PP. Legis l atura XXIII, Camera-Discussioni, tornata del 26 giugno 1910, pp 9124-9127.

Il generale Paolo Spingardi

dall'aumento del bilancio della guerra di 2 milioni e trecentomila lire per l'esecuzione della legge:

Se è esatto il calcolo fatto sui cons untivi e s ulle nuove proposte, ci avviciniamo, tra guerra e marina, comprese le spese d'Africa e i carabinieri, ai 586 milioni: una spesa inso ste nibile , che assorbe gran parte di quanto dovremmo dedicare a necessità più urgenti, a tutelare il patrimonio della nostra civi lt à nazionale, il patrimonio della salute materiale, spirituale e morale del nostro popolo 2 9 •

Ma tali argomenti non scossero la maggioranza 30 •

Il generale Fortunato Marazzi, pur favorevole al progetto, rimarcò con forza i postulati del suo credo circa l'ordinamento dell'esercito, che lui avrebbe voluto in pace essere «l'immagine perfetta di quello che sarebbe in guerra» e perciò «alle penne, ag li scaffali [dovevano subentrare] le pistole ed i cannoni». Economizzare sulla parte burocratica, insomma, a beneficio della parte combattente : «Create enti di battaglia sopp rimendo enti meno indispensabili», era infatti la sua esortazione, «e l'esercito troverà la via della vittoria » 3 1 • Ai suoi occhi riusciva evidente il carattere di guerra difensiva in ambiente montano contenuto implicitamente nel disegno di legge, e non mancava di sottolinearlo .

Aumentando d'un reggimento gli alpini, organizzando i ciclisti, organizzando le batterie da montagna e altre, si accenna effettivamente a quella pugna vivace nel cuore delle Alpi, alla difesa palmo a palmo del nostro territorio di confine da me sempre volu ta. In questo io non posso se non dare a lta lode al Ministro: sacr ifichi tutto alla difesa dei nostri confini, vi accumuli le opere mura li e le idrauliche, assecondi lo spirito battagliero di quelle popolazioni che altro non domandano che cannoni e fucili, incoraggi[ ... ) l'organizzazione di tutti i corpi volontari 32 •

29 AA.PP. Leg. XXIII, Camera-Discussioni, tornata del 26 g iugno 1910, p. 9136 30 Non che Ciccotti non cogliesse nel segno sostenendo che con l'aumento di 1200 ufficiali che la legge prevedeva (1241 per l'esattezza. V RFS. Deposizioni Caporetto, p. 31), si introduceva una spesa non indifferente, e cosi aumentando i reggimenti di artiglieria. Ma dall'altro lato aveva anch e ragione Spingardi quando sosteneva che parte delle spese, come per esempio quelle per caserme e alloggiamenti vari, era coperta coi fondi stanziati con la legge del 30 giugno 1909, e che, realizzandosi gli aumenti gradatamente, le nuove spese sarebbero risultate dilui te negli esercizi successivi, e sarebbero quindi risultate meno pesanti. V. l' intervento di Ciccotti in AA.PP., cit., p. 9132-9133 e la risposta di Spingardi in ibidem, tornata del 27 giugno 1910, pp. 9142-9143. Bisogna poi notare che Ciccotti aveva espresso gli stessi concetti pochi giorni prima, nella discussione sui fondi da concedersi per la flotta aerea, e quindi potevano apparire ora fuori luogo (v . più avanti, p. 145) .

Ettore Ciccotti (Potenza 1863 -1939) era libero docente di storia antica Presso l'università di Napoli. Si rese noto traducendo le opere di C a rlo Marx. Fu deputato di Napoli VIII nelle legislature XXI, XXIII, XXIV (1900-1904, 1909-1919). Nel 1924 venne nominato senatore. Alla Camera sedeva coi social isti e ne sosteneva le idee politiche, ma non volle mai far parte del gruppo socialista ufficiale.

31 AA.PP. Leg. XXIIl, Camera-Discussioni, tornata del 26 giugno 1910, pp. 9117, 91 18, 9119.

32 Ibidem, p ,9118.

Il giorno dopo, lunedì 27 giugno 1910, Spingardi intervenne limitandosi a rispondere ai suddetti oratori con l'equilibrio che gli era proprio 33 • Il relatore Di Saluzzo chiuse la discussione generale con un discorso che fu una vera sintesi di storia degli ordinamenti dell'esercito italiano dalla sua costituzione fino al progetto in esame 34 • Egli concludeva l'excursus storico mettendo in rilievo un altro carattere del nuovo ordinamento:

Dunque le tappe principali [ ... ] percorse dal nostro esercito nel suo sviluppo, dal 1861 ad oggi , sarebbero : 1861, costituzione dell'esercito italiano; 1873, ord inamento Ricotti; 1882, costituzione di dodici corpi d'armata; 1887, completamento delle armi a cavallo. - Ora noi stiamo compiendo una nuova tappa di carattere evolutivo -integrativo [ ] Questa legge ripara alle deficienze dell'artiglieria e della milizia mobile. - In complesso considerata, q uesta legge non è una legge di aumento vero e proprio, è una legge di migliore assetto, come di migliore assetto era la legge dell'anno scorso concernente g li alpini e la cavaller ia 35 .

In effetti, il disegno Spingardi tendeva a riequilibrare l'ordinamento esistente, cercando di rendere l'esercito più pronto alla mobilitazione e più coperto nei settori carent i. Ma si trattava di un riequilibrio e di una copertura , come si vedrà dall'analisi dei singoli provvedimen t i, chiaramente miranti alla difesa della frontiera nord -orientale .

Corpo di Stato Maggiore

Il disegno concordato tra il Ministro e la Commissione subì un'unica rilevante modifica, relativa al Corpo di S t ato Maggiore 36 •

La questione era il riflesso di antiche polemiche sulle quali si avrà occasio ne di discorrere più oltre 37 •

33 Ibidem , l • tornata del 27 g iu gno 1910, pp. 9139 -9143 .

34 Ibidem, pp. 9144- 9145 li generale Paolo Spingardi

35 Ibidem, p. 9145.

36 Per curios ità va ricord ato come venne mantenuto alla fanteria il suo nome tradizionale, che la commissione, riprendendo una id ea del progetto di Casana, propo neva di chiamare fucilieri. Osservò Spingardi tra l'approvazione generale: «Ora sul primo artico lo r ichiamo l'attenzione della Camera, avvertendo anche che la legge si discute per mio consentimento sul testo della Commissione. - In qualche punto di questo articolo il testo della Commissione differisce dal testo ministeriale specialmente in un punto [ ) dove cio è s i chiamano fucilieri i so ldat i della fanteria d i linea lo francamente non vedo la ragione per cui si debba cambiar nome alla fanteria. L 'ab biamo sempre chiamata così fino a questo momento e non c' è ragione di chiamarla fucilieri. - Voci. Ha ragione! Ha ragione!» (AA.PP. Leg. XXIII, CameraDiscussioni , 27 giugno 1910, p . 9153) . E così la fanteria mantenne il suo nome.

37 V. più avanti pp. 114-117.

A favore della proposta ministeriale, cioè per l'aboliÌione del corpo e la sua sostituzione con un semplice se rvizio di Stato Maggiore aperto a qualsiasi ufficiale che ottenesse l'apposito brevetto, si era schierato Marazzi 38 , ma già in sede di relazione Di Saluzzo si era mostrato contrario 39 , e ribadì nella discussione il suo parere : «La Commissione mantiene la sua proposta, alla quale spero che vorrà aderire anche l'onorevole ministro, di conservare cioè il Corpo di Stato Maggiore» 40 • Spingardi da parte sua si rimise al parere della Camera 4 1 , mentre il genera le Tullo Masi fece «formale proposta che [fosse] mantenuto fermo il testo proposto dalla Commissione» 42 • Ovviamente non tutti i deputati potevano discernere l'importanza o meno dell'argom ento, e perciò l'on. Chimienti si fece interprete di quei deputati che non sono tecnici e che non hanno conoscenza completa di questo argome n to.

( ) Mentre il ministro propone la soppressione del Corpo di Stato Maggiore, e la commissione ne propone il mantenimento, il ministro viene poi a dichiarare che se ne rimette alla Camera. - È una questione importante, od è una questione di importanza così picco la che la si può lasc iare al giud izio della Camera? 43

E siccome Di Saluzzo minimizzava d icendo che era solo <<questione di uniforme», Chimienti concludeva: «Va bene, vuol dire che per lasciare tranquilla la mia coscienza, voto favorevo lm ente all'opinione che il ministro aveva prima, poiché si tratta di una questione di così poca importanza» 44 •

Di fronte al rischio Di Saluzzo tornò alla carica: «L'onorevole ministro non ha ostacolato affatto la proposta d e lla commissione, e non credo che si dorrà se questa proposta sarà approvata» 45 •

A questo punto una parola di Spingardi avrebbe potuto decretare la fine del Corpo di Stato Maggiore. Egli sembrava favorevole alla soppress ione, ma evidentemente gli premeva di più giungere rapidamente all'approvazione del disegno di legge. Se l'abolizione del Corpo di Stato Maggiore doveva diventare un ostacolo, e il battibecco tra Di Saluzzo e Chimienti sembrava essere un indizio in questo senso, il Ministro vi rinunciava senza rimpianti .

38 V. AA.PP. Legislatura XXIIl, Camera- Documenti, tornata del 26 giugno, pp. 9120-9122.

39 Ibidem, Documenti, 47-A / 47 - bis-A , pp. 11 - 14.

40 Ibidem, Discussioni , I° tornata del 27 giugno 1910, p. 9159.

4 1 « H o già detto che nel di segno di legge ho mantenuta la soppressione del Corpo di Stato Maggio re, e la mantengo. Però non ne faccio alcuna questione, e mi rimetto alla decisione della Camera», Ibidem.

42 Ibidem.

43 ibidem.

44 Ibidem.

45 Ibidem.

In Senato avrebbe poi dichiarato che pareri, o se si vuole pressioni, da parte di autorevoli istituzioni Io avevano spinto a rinunciare all'abolizione del Corpo.

Ero convinto che la soppressione del Corpo di Stato Maggiore[... ] non avrebbe recato alcun danno al servizio, nel mentre avrebbe attenuato quelle prevenzioni che [ ] portano una nota non simpatica nei riguardi di questo corpo. - In seguito, però, il parere contrario recisamente espresso dal Capo di Stato Maggiore dell'esercito, avvalorato ancora da quello del Consiglio dell'esercito ed infine il voto della Camera dei deputati [ ... ] mi hanno indotto ad aderire all'abbandono del servizio di stato maggiore 46

La discussione proseguì e si chiuse in assoluta tranquillità. Nella 2a tornata dello stesso 27 giugno, il disegno era approvato con 214 voti favorevoli e 52 contrari.

Al Senato la discussione fu ancora più rilassata, in un clima in cui sembrava tutto già deciso 4 7 Tre soli interventi, del relatore generale Cesare Tarditi, di Spingardi in risposta, e del generale Luigi Majnoni d'Intignano, Presidente dell'Ufficio Centrale.

L'unico e lemento degno di nota fu un ordine del giorno, che chiedeva al Ministro di studiare l'applicazione del ruolo unico nell'avanzamento degli ufficiali superiori, approvato dal Senato e accolto dal Ministro 48 •

Il 12 luglio il disegno era approvato anche dal Senato con 80 voti favorevoli e 15 contrari, e diveniva infine legge dello Stato il 17 luglio 1910 col

Il 515 .

4 6 Ibidem, Senato-Documenti, n. 324, p . 2.

47 Spingardi aveva già provveduto ad appianare ogni divergenza con i membri dell'Ufficio Centrale. L'8 luglio 1910 scriveva a Ugo Brusati: «S tamattina sono finalmente riuscito a mettere d'accordo l'ufficio centrale del Senato (Bava, Majnoni, Mazza, Tarditi, Taverna) e le leggi militari potranno essere messe all'ordine del giorno per lunedì. Ho dovuto fare una concessione, accettando un ordine del giorno col quale mi si farà invito a studiare con modalità di forma e di tempo l'applicazione graduale del ruolo unico dal grado di maggiore in su. Mi metterò allo st udio durante le vacanze. Non ti so dire tutta la soddisfazione che ne ho provata. Da un pezzo non sono stato così allegro!» (ACS. Archivio Brusati, se I O f. Vl.4 36.).

Il giorno dopo Brusati rispondeva: « [ ... ] Mi rallegro vivamente con te, e provo anche personale vivissimo compiacimento, per la vittoria da te riportata all'ufficio centrale del Senato . E tanto più me ne rallegro data l'opera , che non so comprendere e non voglio qualificare, che per voce pubblica si attribuisce a due autorevoli deputati, opera intesa ad ostacolare in Senato , mediante propaganda, l'approvazione di un disegno di legge che la camera ha già approvato» (RFS. Brusa ti a Spingardi, 9.7.910). Non mi è riuscito di scoprire chi fossero i due deputati , ma l'episodio sottolinea l'importanza del disegno di legge, e in qualche modo giust ifica, dal punto di vista dei militari, il rapidissimo iter imposto al disegno di legge stesso.

48 AA.PP. Senato-Discussioni, pp.3477 -3479. Anche di questo si tratterà nel cap. V, par. 2.1.

Alpini, cavalleria, bersaglieri'

I criteri che informavano la legge erano gli stessi dell'anno precedente: si prevedeva un aumento complessivo di poche unità, ma si cercava di riordinare quelle esistenti in modo da dar loro maggiore celerità nella mobilitazione e maggior capacità di copertura della frontiera.

Si completarono le disposizioni dello stralcio del 1909 trasformando l'Ispettorato degli alpini in Ispettorato delle truppe da montagna. Fino a quel momento gli alpini avevano un ispettorato a sé, mentre l'artiglieria da montagna dipendeva dall'Ispettorato d'artiglieria. Ne derivava una non armonica preparazione all'ipotesi di una guerra in montagna. Vennero inoltre costituiti tre comandi di brigata alpina per «necessità di istruzione e di impiego», diceva genericamente Spingardi 49 • Ma è chiaro che i provvedimenti miravano a dare alle truppe da montagna maggiore compattezza e maggiore autonomia, per permette re loro di agire con la necessaria indipendenza nella difesa delle frontiere, acquisendo nel complesso quasi la consistenza d i un corpo d'armata .

Si crearono poi tre comandi permanenti di divisione di cavalleri a, che prima non esistevano. Anche questo provvedimento mirava a utilizzare nel miglior modo possibile i 17 reggimenti non destinati ai corpi d'armata. Se si considera che i tre comandi di divisione furono dislocati a Udine, Vicenza e Milano, sembra chiaro verso quale frontiera si pensava di far gravitare l'eventuale mobilitazione italiana 50

I 12 reggimenti bersaglieri esistenti, invece che su tre battaglioni di quattro compagnie, vennero riordinati su quattro battaglioni di tre compagnie, e un battaglione per reggimento (totale 12 battaglioni) sarebbe divenuto di ciclisti. Si aumentava così la celerità del corpo celere per eccellenza. Anche questo provvedimento rafforzava unità in grado di accorrere più velocemente alla frontiera non appena indetta la mobilitazione

Artiglieria

Le più importanti modificazioni che la legge apportava all'ordinamento dell'esercito riguardavano però l'arma di artiglieria 5 1 •

4 9 AA.PP. Leg. XXIII , Camera -Documenti, n. 47 - bi s , p 13.

50 La di slocazione dei comandi è riportata in STEFANl, ci t., nota 49 alle pp. 603 -604. Anche il nuovo reggi mento alpino creato l'anno precedente ebbe la propria sede a Udine. li nuovo reggimento artiglieria da montagna venne dislocato a Vicenza. Mi pare evidente il tentativo di dare consistenza all'armata d i copertura che appoggiandosi alle fortificazioni in costruzione doveva costituire il nerbo della difesa della frontiera.

51 «L'art igl ieria s ubi per effetto della legge n. 5 I 5 una vera e propria rivoluzione che coinvolse tutte le specialità ed incise profondamente sullo stesso ordinamento tattico dell'arma », STEFAN1 , cit., p. 579.

Spingardi dichiarò di voler sorvolare sulla questione della costituzione della batteria, «se cioè si debba venire alla formazione su 4 pezzi, questione molto complessa, che, anche presso i maggiori eserciti esteri, il francese eccettuato, non è ancora stata affrontata» 52 ; qui invece si cercherà di analizzare un poco più a fondo la questione, c he conduce a riflessioni di non secondaria importanza .

Con l'entrata in servi zio del materiale di artiglieria a tiro rapido (a ff usto a deformazione) 53 cambiava il ruolo dell'artiglieria in battaglia:

L'aumento della gittata esonerava l'artiglieria da campagna dall a necessità di far fuoco a puntamento diretto da posizioni ravvicinate [ .. . ] I cannoni potevano ormai entrare in azione efficace da posizioni defilate e distanti sette-otto chilometri 54 li tiro della nostra artiglier ia non è a getto continuo, perché se a getto continuo fosse , allora sei pezzi de ll a ba tter ia va rrebbero molto più d i qua ttro , e la differenza sarebbe facile a capirsi . - Viceversa il sistema di tiro della nostra artigl ier ia è quello di gettare nel più breve tempo possib i le sul bersaglio una data quantità di proi ettili - E allora, la questione è riso lu ta nel suo lato pratico, im pero cch é la rap idità del tiro dei nostr i pezzi da campagna raggiunge anche 30 colpi al minuto. Dunque , per battere un terreno largo 100 e profondo 200, nel qua le si muove un bersaglio, bastano 70 schrapnels a coprir lo tutto intero; e allora è ev idente che sei pezzi e quattro pezzi raggiungono il medesimo risultato e il medes imo effetto, con la differenza al più di due o tre secondi . Quindi si vede che nella batteria ci sono due pezzi i quali rimangono completamente in ut ilizzati. - Ora, se piuttosto c h e tenerli inutili zzati, si potesse r o usare in altro modo, q u ali profitti ne deriverebbero? Evi d entemente li generale Paolo Spingardi questi : che la nostra artiglieria aumenterebbe automaticamente di un terzo senza necessità di alcuna spesa; non solo, ma la batteria diverrebbe più agile, più sciolta, più facile e anche più comandabile 56

In sostanza la precisione del puntamento diveniva meno importante del volume di fuoco perché, come ha lucidamente sc ritto John Gooch, <<artiller y wou ld probably not be ab le to see its target but would be r equ ired to hit enemy concentration-areas at the request of forwa rd commanders» 55 • Con il materiale a t iro rapido, si ottenevano questi risultati con batterie di soli quattro pezzi anz iché i sei normalmente utilizzati dall'artiglieria italiana.

11 concetto e gli effetti pratici vennero brillantemente spiegati dal deputato Carboni, che non era un militare, suscitando la sorpresa dello stesso Ministro della Guerra.

S2 AA.PP. Leg . XXIII, Camera-Documenti, n. 47-bis, p. 51.

53 V p iù avanti pp. 129-133.

54 M. HowARD, La guerra e le armi nella storia d'Europa, cit , p 205. I due più important i modelli in servizio in Europa e adottati anche dall'esercitO ita liano, il Krupp 75 / A mod.

1906 e i l Déport mod. 191 I, avevano rispettivamente una gittata di 6200 metri e di 8500 metri. ss Army, State and Society, p. 120.

Già la Commissione che esa minò il progetto di legge e l'onorevole Montù nella stessa tornata avevano esortato il Ministro a passare alla formazione delle batterie su quattro pezzi 57 •

Sembra che l'oppor t uni tà di adottare la formazione su quattro pezzi fosse già stata sanzionata da Spingardi nel 1909, sebbene in via riservata, ma si dovette rinunziare ad includerla nel primo programma di riordinamento del1'esercito per ragioni di ordine finanziario 58 •

Le stesse motivazioni egli addusse per giustificare la sua rinuncia a tale riforma anche nel nuovo ordinamento, malgrado i suggerimenti in altro senso che gli erano sta t i fatti, come abbiamo visto

Io ho già avuto occasione di esprimere il mio convincimento circa il rendimento maggiore che un numero di pezzi può dare se ripartito in batterie di quattro anziché di sei. - Ma bisogna bene intenderci a questo riguardo. - Non possiamo scendere al di sotto delle attuali proporzioni di artiglieria, senza diminuire l'efficienza delle nostre grandi unità 59 Ed allora, per avere la batteria su 4 pezzi, bisognerebbe im itare la Francia, aumentando senz'a ltro le batterie del cinquanta per cento , ossia, siccome noi abbiamo 190 batterie, dovremmo aumentarle di un centinaio 6°. Né si può dire che potremo con ciò ridurne l'organico di pace, perché questo è determinato da ll 'es igenza de ll a istr uzione e dalla preparazione alla guerra. - Si pensi allora all'aumento di cavalli, di forza bi lanciata, che occorrerebbe, e sopra tutto poi agli ufficiali , ai capitani che sarebbe necessario di aggiungere all'organico portato dal pro getto attuale. Si pensi che non basterebbero dai dieci ai dodici milioni di so la spesa ordinaria : e si compren derà la necessità di soprassedere 61

Prescindendo dalle motivazioni finanz iarie, perché rinunciare a un ordin amento del quale si erano riconosciute l'utilità e la praticità dal punto di vista tecnico?

56 AA.PP. Legislatura XXTll, Camera-Discussioni, tornata del 26 giugno 1910, pp. 9127-9128 Vincenzo Carboni (Frosinone 1867 -Roma 1933), avvocato, fu eletto deputato di Frosinone nelle legislature dalla XXlll alla XXVl ( 1909 -1 924). Alla Camera sedeva tra i banch i della sin istra democratica.

57 V Ibidem, Documenti, n. 47-A/ 47 -bis -A, pp. 20-21 e Discussioni, pp. 9124-9125.

58 Così è detto nella Relazione Ufficiale, nota 90 a p. 179.

59 Spingardi faceva riferimenro al numero di pezzi per corpo d'armata, che era di 96 per l'ltalia , 124 per la Fra nc ia, 148 per la Germania, 96 per l'Austria- Ungheria. Cfr. STEFANI, p. 583; per l'Austria - Ungheria v. Relazione Ufficiale, p: 222 .

60 L'esercito italiano aveva in servizio 192 batterie di artiglieria da campagna su sei pezzi. Totale: J J 52 pezzi. Riordinando le batterie su quattro pezzi sarebbero occorse 288 batterie, un aumento c ioè di 96 batterie.

6 1 AA.PP Leg XXIII, Camera -Discussioni, tornata del 27 giugno 1910, p. 9141.

Plausibilmente si optò per la rinuncia all'auspicata riforma, perché si pensava di affrontare uno scenario di guerra nel quale l'in tervento di una forte artiglieria campale italiana non fosse necessario 62 •

La notevole e articolata potenza di fuoco garantita da un alto numero di batterie a quattro pezzi risultava più adeguata a una guerra offensiva, dove slanciarsi in avanti e aggredire col fuoco il nemico era una condizione essenziale per aprirsi rapidamente la via all'avanzata: ma diveni va meno importante se l'obiettivo era difendersi da una aggressione, resistendo al nemico sulle ben guarnite difese di casa propria

L'analisi delle disposizioni relative all'artiglieria induce ad altre riflessioni .

Le più profonde ed importanti modificazioni che questa legge apporta all'ordinamento dell'esercito riguardano l'arma d'artiglie ria - diceva Spingardi aJ Senato.Così grande e così irresistibile è la tendenza che in tutti gli eserciti moderni si è manifestata per un aumento dell'artiglieria sia presso le t ru ppe mobili che per le difese fisse, che noi non po tremo ce rto riman ere spettatori inerti e passivi, pur procedendo con tutta la possibile cautela e di sc rezione - E appunto affinché non abbiano a radicarsi convinzioni troppo pessimiste sulla proporzione della nostra artiglieria in confronto di quella di altri eserciti, io debbo assicurare che, se non possiamo competere, come numero di pezzi in relazione alle grandi unità da mobilitare, colla Germania e colla Francia 63 che hanno spinto i loro armamenti a limiti che a noi non è consentito di raggiungere, ci troviamo invece in condizioni pressoché pari a quella degli eserciti delle altre nazioni d'Europa 64

Avrebbe potuto un Ministro re sponsab il e fare tali dichiarazioni a cuor leggero, se Francia o Germania avessero fatto parte del novero dei probabili nemici? Ri spetto al numero di pezzi in organico l'esercito it aliano poteva reggere il confronto solo con l'Austria-Ungheria 65

62 Era opinione di Pallio che «le fortificaz ioni e le posizioni di frontiera sulle qua l i è presum ib il e che s i combatterà a lungo ci daranno un certo te mpo disponibile, e che l ' intervento di una forte artiglieria da campagna non sarà, in quel periodo, richiesto!» RFS. Pollio a Spingard i , 18 novembre 1913.

6 3 La Germania aveva 18 corp i di armata ognuno con una dotazione d i J 48 pezzi, totale 2664 pezzi: la Francia 16 corpi con 124 pezzi ognuno, to tale 1984

64 AA.PP Legislatura XXIII Senato-Do cumenti, n. 324, p. 6.

65 Era questo del resto il parere espresso anche da «L'Esercito italiano» nell'articolo Per la nostra artiglieria da campagna, su l numero del 21 agosto 191 0, dove, dopo le parole del ministro <<i n condizioni pressoché pari a quelle delle altre nazioni d'Europa» aggiungeva tra parentesi un eloquente «legg i Austria». Tra i l 1908 e il 1912 l' arciglieria da campagna austriaca rimase ordinata su 42 reggimenti di cannoni e 14 reggi men t i di obici tutti su 4 batterie a se i pezz i , per un totale di 1344 pezzi (v . Rela'l,ione Ufficiale, pp. 222 e cfr. le acute considerazioni di R. B eNC IVENGA, Saggio critico sulla nostra guerra, voi. I, Tipografia Agost in i ana, Roma 1930, pp. I 18-1 19; 132-136) L'Italia prima dell'ordinamento Spingardi aveva 24 r eggimenti su 8 batterie a 6 pezzi, totale 1152 pezzi. li nuovo ordinamemo non mutava il numero totale dei pezzi e aggiungeva 20 batter ie s u sei pezzi di art ig lier ia pesan te campale,

Le nuove disposizioni raccoglievano tutta la cosiddetta «artiglieria a piedi », cioè non mobile, non trainata, che prima era separata in unità da costa e unità da fortezza, sotto l'unica denominazione di «artiglieria da fortezza», aumentandola di 15 compagnie, per un totale di 98 compagnie raggruppate in 10 reggimenti 66 , ordinati, secondo quanto disse il Ministro, «col criterio della dislocazione e d e l probabil e impiego delle unità che devono formarli» 67 • Dato che si trattava di «artiglieria destinata a presidiare le opere», la nuova denominazione evidenziava chiaramente il maggior peso che assumevano le unità destinate alla difesa dei forti terrestri piuttosto che costieri.

Spingardi motivava il provvedimento appunto in quanto «lo sviluppo che vanno continuamente assumendo le opere a difesa del territorio ha imposto, dopo maturo studio, un nuovo aumento delle unità destinate a presidiarle» 68 •

Le uniche opere a dife sa del territorio che si andavano continuamente sviluppando erano allora le fortificazioni alla frontiera con l'Au striaUngheria; le vecchie opere sulla frontiera con la Francia non giustificavano un simile aumento di organici.

Anche il regg imento artiglieria a cavallo, altro corpo celere, era rafforzato passando da sei batterie su sei pezzi a otto batterie su quattro pezzi, provvedimento che aumentava ulteriormente la maneggevolezza e la rapid ità di movimento della specialità 69

Infine venivano creati due reggimenti di artiglieria pesante da campo, specialità sconosciuta in Italia fino a quel momento, su venti batterie, 14 di obici e 6 di cannoni pesanti (rispettivamente 7 e 3 per reggimento) 70 • Già tra il 1907 e il 1909 l'Austria-Ungheria aveva dotato l'esercito comune d i 9 grupp i d i obici pesanti campa li per un totale di 50 pezzi 71 •

Il provvedimento più appariscente del nuovo ordinamento dell'artiglier ia fu portare, con la creazione di sole sette nuo ve batterie, i 24 reggimenti cioè altri 120 pezzi. Anche se queste batter ie pesanti esistevano per il momento so lo sulla carta, il totale dei pezzi au striac i era il più vicino al numero di pezzi dell'esercito italiano. Sia chiaro che si sono considerate so lo le bocche da fuoco organicamente previste, e che nei depos i t i esisteva ovviamente un congruo numero d i batterie di riserva.

66 V. Relazione Ufficiale, p. 19; DE CHAURANO, pp. 87 - 88; STEFAN t, p. 579

67 AA.PP. Leg. XXIII, Senato-Documenti, N 324 p. 8

68 AA PP Leg XXIII, Camera-Documenti, 47-bis, p. 52.

69 V. Relazione Ufficiale, p. 19; DEC HAURANO, p. 87: STEFANI, p. 579. Secondo Spingardi « Per le batterie a cavallo, le caratteristiche del lo ro impiego consigl iano , a vantaggio della loro manovrabilità, la r id uzione da sei a quattro pezzi: e si può, senza forte aggravio, crearne due nuove, in modo da disporre di quattro grupp i di due batterie» AA.PP. Legislatura XXIII, Senato -Documenri, N. 324, p. 7.

70 V. AA.PP. Leg. XXIII - Camera-Documenti, n. 47 -bis, p 52; Relazione Ufjìciale , pp. 4042

71 V. Relazione Ufficiale, p. 222. S i trattava, senza dubbio, anche di un adeguamento tardivo agli insegnamenti della guerra russo-giapponese (v quamo dice Di Saluzzo in AA.PP Legislatura XXIII, Camera-Dòcumenti, 47 -A / 47-bis -A, pp 22-23).

Una interpretazione strategica del nuovo ordinamento 10] di artiglieria da campagna esistenti a 36 per poter assegnare organicamente un reggimento su sei batterie ad ogni corpo di armata e uno su cinque batterie ad ogni divisione dell'esercito «per avvicinare l'ordinamento di pace a quello di guerra» 72 •

Spingardi motivò la scelta del nuovo ottimale ordinamento osservando giustamente che i reggimenti dell'ordinamento in vigore erano esageratamente pesanti, dovendo mobilitarsi su otto batt erie [ ... ] e fornire inoltre i traini di t ut ti i servizi generali de i corpi d'armata e de ll e di vis ioni: tale pesantezza verrà poi ad aggravarsi dopo la completa distribuzione del nuovo mater iale così da fare dell'unità reggimento un organismo complesso che non trova riscontro nelle unità corrispondenti delle altre armi e degli altri eserciti. Si aggiunga poi che ta le formazione non risp onde a quella di guerra, dovendo ogni coppia degli attuali reggimenti formare tre raggruppamenti di batterie da assegnare organicament e a ciasc una delle due divisioni e alle truppe supplettive del corpo d'armata. Perciò laripartizione delle nostre batterie in 36, anziché in 24 reggime nt i, ri sponde doppiamente al concetto organico di una migliore costituzione dell'unità reggimento, e di una più raziona le assegnazione ne ll e formazioni di guerra 73 •

Secondo il parere del relatore della Commissione esamjnatrice, con questo provvedimento, «alleggerendosi la composizione d ei reggimenti, si ha come l'immagine di uno sgranchirsi delle gambe nel gran corpo artiglieresco, reso più agile a futuri movimenti di avanzata» 74 • A questo punto affermare senza esitazione che l'ordinamento Spingardi fosse «antiaustriaco» sarebbe arbitrario: come si è visto esso mirava sostanzialmente a rendere l' ese rcito italiano più agile e più pronto alla mobilitazione e a riequilibrare un dispositivo eccessivamente sbilanciato verso occidente. Però l'atteggiamento guardingo del Ministro verso l'Austria era esplicitato in più di una occasione 75 ; mi sembra poi che la natura intrinseca

72 AA.PP. Leg. XXIII , Camera-Documenti, n. 47- bis, p. 3

73 ibidem, p. 51. Identiche parole usava il Ministro nella relazione al Senato. Cfr. AA.PP Leg. XXJII, Senato - Documenti, n. 324, p. 6. ·

14 Ibidem, Camera-Documenti, n. 47 -A/47 - bis-A, p. 20.

75 Oltre a quanto scrisse nel 1910 al Minjstro del Tesoro (cfr p 46), Spingardi scr iveva a Ugo Brusati il 25 settembre 191 I: «L'Austria chiederà altri compensi; può darsi, anzi lo ere- · do; la sua marcia su Salonicco è fatale, come forse è fatale una nostra guerra coll ' alleata, ma non ora. Ci si dia tempo e faremo sent ire anche la nostra voce ncll ' Adriatico. La q uesti one li non è soltanto italiana, e altri, più potenti di noi sono interessati ru Balcani e l'unione "fa la forza>> E il 17 ottobre dell'anno dopo scriveva ancora a l Primo Aiutante: «Occh io ali' Austria! Finita o quasi la guerra l ibica, risorge la vecchia questione d'oriente, e il povero minist~o della guerra, di fronte alla condotta subdo la dell'Austria (checché ne dica l'armco di San Giuliano) ed alle colossal i sue r ichieste di fondi, ricomincia a sgobba re in altro ca111po. - Ma a qua lunque costo il mio programma del quadriennio si compirà malgrado l' inte rmezzo libico, e per la prossima primavera, se non avremo completamente re integrato le sottrazioni fatte, s aremo tuttavia in grado di suonare le nostre campane». ACS, Archivio Brusati, se. 10, f. Yll.2.42, lettere del 25 settembre 1911 e del 17 ottobre 19 12.

Il generale Paolo Spingardi

dello stesso ordinamento escludesse eventuali campagne offensive 76 , e quando i militari pensavano a una guerra difensiva, in Italia, l'eventuale avversario non era certamente la Francia 77 •

Ad ogni modo, orientamento antiaustriaco o semplice riequilibrio dei reparti che fosse nei propositi del Ministro, approvata la legge bisognava passare alla sua esecuzione. Fu un processo molto graduale. Lo stesso Spingardi ammetteva che «oggi i 36 reggimenti d'artiglieria, previsti dalla legge, non ci sono ancora, ed occorreranno tre o quattro anni, prima che si riesca a costituirli» 78 •

In effetti era necessario costruire nuova caserme, poiché le esistenti non erano sufficienti, e spesso divenne una vera gara tra i comuni per «accaparrarsi» i nuovi repart i 79 • Le costruzioni, poi, richiedevano ovviamente un certo periodo per essere compiute 80 •

Insomma, i primi sei reggimenti di artiglieria da campagna furono operativi solo dal 1° marzo 1912 81 • Alla stessa data si formarono i comandi dei due reggimenti di artiglieria pesante campale con le prime otto batterie di obici. In compenso le nuove compagnie e il nuovo reggimento alpin i e i nuovi reggimenti di cavalleria della legge 1909 erano operativi già dal 1° novembre 1909; il nuovo reggimento di artig li eria da montagna dal 1° giugno 1910. Il nuovo ordinamento per l'artiglieria da fortezza e l'artiglieria so Per esempio la costruzione della caserma di Bassano Veneto, oggi Bassano del Grappa, destinata ad accogliere un gruppo del 29 ° reggimento di artiglieria da campagna, venne appaltata solo il 22 settembre 1913 , con l'obbligo di compiere i lavor i entro «giorn i 300 d ecorribi li dalla data del verbale col quale se ne ordinerà l'incominciamento», Costruzione di caserma a Bassano Venero, «L'Esercito italiano», 14 settembre 1913. a cavallo cominciò a funzionare dal 1° settembre e dal 1° novembre 1911 rispettivamente 82 •

76 Escludendo la nota co nven zione militare con la Germania (v. MAzzm1, L'Italia e le convenzioni militari segrete della Triplice Alleanza, art. cit.) non esisteva di fatto nessun piano dello Stato Maggiore che prevedesse l'offensi va . V. BRuo10N1, cit., pp. 283-284, 311-312 e passim.

77 Lo dimostrava ampiamente una serie di articoli apparsi su «La Preparazione» nel dicembre 1910 ad opera del maggiore di Stato Maggiore Cristoforo Manfredi, che scriveva celato sotto le iniziali c.m. V. La dislocazione barocca, Martedì-mercoledì 6-7 dicembre 1910: «La piazza d'armi dell'Italia dev'essere il Veneto giacché, per condiz ioni geografiche ineluttabili , una grande invasione può venirci solo di là » . Nel resto dell'articolo si spiegava come le condizioni della frontiera rendessero impossi bile una invasione dal lato francese. V. Le due frontiere, Martedì -Mercoledì 20-2 1 dicembre 1910; Da Occidente e da Oriente, Martedì-Mercoledì 27-28 dicembre 1910. Cfr. anche, sempre su «L a Preparazione», Le guarnigioni del Veneto, Giovedì-Venerdì J-2 dicembre 1910, articolo del generale Giorgio Bompiani, anch'egli del parere che «nel confronto fra le due frontiere, orientale e occidentale, se una delle due dovesse essere più fortemente guarnita, dovrebbe essere l'or ientale, non circondata come l'altra da una non inte rrotta asprissima barriera montana>>; e Sulla dislocazione delle truppe di copertura, Sabato -Domenica 29-30 aprile 191 I, a firma «Alfa» , dove s i ripetono i medesimi concetti lamentando !'«inutile» sbilanciamento verso occidente dello schieramento dei reparti.

78 AA.PP. Leg. XXIII, Camera-Discussioni, 1• tornata del 27 giugno 1910, p. 9164.

79 V. AUSSME, F-4 (OM), R. 27, dove è contenuta la documentazione relativa alle quest ioni sorte per l'attuazione del nuovo ord inamen to dell'artiglieria da campagna .

8 1 Al tri 5 furol'lo operativi dal 1° genna io 19 14 e l'ultimo dal 1° gennaio 1915. V. Relaz ione Ufficiale, p. 89.

La creazione dei nuclei di milizia mobile

La milizia mobile, istituita nel 1873 dal Ministro Ricotti, doveva servire a costituire le unità che avrebbero rinforzato l'esercito al momento d e lla mobilitazione, inquadrando i riservisti più anziani ma ancora in pieno vigore fisico 83 in compagnie, battaglioni, regg imenti, fino a creare un vero e proprio «secondo esercito>> di dieci divisioni da affiancare alle 25 dell'esercito permanente in qualunque servizio di guerra . Ma fino al 1910 non esisteva in tempo di pace nessun tipo di organizzazione, nemmeno embrionale, di questa potenzia le forza combattente. I provved imenti per la milizia mobile si esaurivano nella designazione di ufficiali in se rvi z io attivo al comando delle unità da costituirsi in caso di guerra.

Spingardi si propose di creare fin dal tempo di pace «nuclei d i milizia mobile », cioè gruppi di 90 uomini per ogni reggimento di fanteria e 30 uomini per ogni battaglione di alpini che, in sieme con gli ufficiali loro assegnati, avrebbero costituito le basi fisse per la formaz ione delle unità da cr earsi all'atto della mobilitazione.

Tutte le sfumature del pensiero del Ministro erano da lui enunciate al Senato il 29 giugno I 9 1O esponendo la relaz ione sul disegno approvato alla Camera il giorno p rima.

8 2 Per le date di attuazione dei singo li provvedimenti V. STE FANI , nota 51 a p. 604; limitatamente alle truppe da montagna v. AUSSME, F-4 (OM), C 26, lspetlorato delle truppe da montagna. li tenente generale Ispettore delle truppe da moncagna, Ottavio Ragni, al Comando del Corpo di Stato Maggiore, Roma, 20 giugno 1909.

83 Con l'applicazione della fe rma biennale gli obbl ighi militari si estendevano per 19 anni, così ripartiti : 8 nell'esercito permanente, dei qual i 2 d i ferma e 6 con possibilità di richiamo ; 4 nella mi lizia mobile e 7 nella milizia territori ale. Fino al 191 5 l'esercito italiano era fo rmalm ente ripartito in 3 grandi scaglioni: esercito permanente, milizia mob ile, milizia territoria le . La ripartizione era ispirata al criterio di div idere la massa dei cittadini aventi obblighi militari in part i omogenee secondo il duplice criterio delle esigenze militari e dell'età dei singoli. L'eserc ito permanente (a) e la milizia mobile (b) costi tuivano l'esercito di campagna e comprendevano: (a) le classi alle armi per il compimento del servizio di leva più le classi congedate da minor tempo : (b) le classi in congedo che, pur trovandosi ancora nel pieno vigore fisico, avevano da maggior tempo lasciato il servizio militare e quindi ad esso non erano più del tutto assuefatte . La milizia mobile costituiva pertanto, in caso d i richiamo, nuove unità, previste fin dal tempo di pace.

Alla milizia territoriale erano destinate le classi più anziane: suo i comp iti erano: la tutela dell'ordine interno del paese, i servizi nelle retrovie e soltanto in caso estremo l' im piego con l'esercito di campagna. Duran te la grande guerra, la necessità di impiegare in prima li nea masse di uomini oltremodo numerose, di riparare tempestivamente alle gravi perdite che subivano i reparti operanti, di dare ai reparti stessi adeguati periodi di riposo con opportuna rotazione, costrinse di fatto ad impiegare promiscuamente i vari scaglioni, immettendo nei vari reparti elementi anziani e giovaniss imi.

generale Paolo Spingardi

Attualmente - disse il Ministro - noi non abbiamo di fatto in tempo di pace alcuna organizzazione [ ] della milizia mobile; per cui all'atto di una mobilitazione occorrerà procedere alla formazione ex -novo di tutti i reparti che la compongono, perché di essi non esiste alcuna base organica. - Si hanno, è vero, in parte, alcuni ufficiali in serviz io attivo permanente, da des t inare alle nuove unità; ma questi, variamente spars i tra i corpi, comandi. scuole, ecc., non hanno che effimera relaz ione di dipendenza e collaborazione tra loro, in rapporto alla costituzione delle unità che dovranno inquadrare; così nessuna forza di coesione e di affiatamento ne deriva per la milizia mobile, su cui pure devesi fare grande assegnamento in qualsiasi ipotesi di guerra. - Intendo perciò dar vita, presso i reggimenti di fanteria e i battaglioni alpini, a solidi nuclei che inquadreranno i richiamati di questa milizia per costituire le unità organiche destinate a entrare in campagna. - Ho perciò preved u to l'aumento di ufficiali superiori, capitani e subaltern i delle varie armi pel comando dei nuclei, ai quali sarà poi assegnata una certa forza di truppa . - Nei reggimenti di fanteria il nucleo sarà per ora formato con 1 ufficiale superiore, 3 capitani, 3 subalterni e una forza di 90 uomini di truppa tra cui 3 sottufficiali e 9 tra caporali maggiori e caporali; ne i battaglioni alpini si avrà pure un p iccolo nucleo con 1 capitano, I suba lterno e 30 uominj di truppa di cui I sottufficiale e 3 caporali maggio ri o caporali . [ ... ] Confi do che gli aumenti aila forza bil anciata, che mi saranno consentiti dalle condizioni del bilancio genera le, mi permettano in avvenire di costituire tali nuclei ed unità senza ridurre la forza delle unità permanenti 84 .

Su quest'ultimo punto si era soffermata la Commissione relatrice, che per bocca di Di Saluzzo aveva evidenziato i due metodi che il Ministro poteva usare per la costituzione di tali nuclei:

O un metodo di economia, procedendo a quella formazione con uomini sottratti alle compagnie, o un metodo di lusso, aumentando il numero del contingente del relativo fabbisogno di uomini, fab bisogno che si può calcolare a 10.000 uomini circa. Nel primo caso, e cioè con un metodo di ripiego, si raggiunge bensì lo scopo dicostituire i vo lut i nuclei di milizia mobile, ma lo si ottiene a [ ] prezzo [ ] di depauperare le unità, proprio quando l'aumento del contingente annuo, ottenutosi con la legge del 1907, ci comincia a dare la possibilità, per tanto tempo sospirata, di avere queste unità sufficientemente robuste e tali da offrire un idoneo elemento di preparazione e di istruzione ai comandanti dei reparti. Nel secondo caso, e così con l'incorporazione di altri 10.000 uomini nel contingente, si andrebbe incontro ad una maggiore spesa che può essere calcolata in cin que mil ioni circa - Fra i due metodi l'onorevole ministro ha scelto ora quello della mi nore spesa. Ma esso, come

84 AA.PP. Legis latu ra XXIIl, Sena10- Documenti, n 324, pp. 3 -4. « Il sistema dei nuclei » puntualizzava Spingardi «è vantaggioso soltanto per la fanteria, dove è possibi le formare intorno a un nocciolo, anche di proporzioni limi tate , il reparto completo Ma per le altre armi, dove l'unità non può esistere se non ha almeno gli elementi indispensabili per la sua istruzione, occorre invece ricorrere alla costituzione di un certo numero di u1ùtà, non molto dissimili da quelle permanenti, che, sudd ividendosi poi all'atto della mobilitazione in più nuclei, possano dar v ita a un numero corrispondeme di unità mobilitate: così si è prevista la costituzione di 2 4 batter ie depQsito dalle quali s i trarranno gli e lementi per le batterie di milizia mobile» (ibidem, p. 4).

Una in t erpretazione strategica del nuovo ordinamento 105 chiaro deve risultare da quanto si è esposto, non è che un ripiego ed il ministro stesso lo ammette. -[... ] La Commiss ione [ ... ] fa voti, adunque, che la nostra forza bilanciata, a llo scopo di avere allo stesso tempo e saldezza di reparti e i nuclei di milizia mobile, sia da 230 mila uomini portata a 240 mila 85 •

Spingardi optò per il sistema auspicato dalla Commissione: infatti nel bilancio 1911 - 1912 la forza bilanciata venne portata a 240.000 uomini 86 •

Va sottolineato che nell'o rdinamento precedente era prevista la quantità precisa dei reparti da costituire con gli elementi di milizia mobile 87 , ma

Spingardi eliminò nel suo disegno tale disposizione perché convinto che non fosse «conveniente rendere di pubblica ragione quali e quante saranno tali formazioni, il cui numero, d'altra parte, potrà vari are colla disponibilità della forza in congedo» 88 •

Questo riserbo rispondeva allo scopo di lasciare il nemico nell'incertezza circa l 'entità delle forze di riserva che si sarebbe trovato di fronte, e aveva quindi un seppur minimo carattere deterrente. Prima dei provvedimenti di Spingardi, esisteva solo una massa disordinata e poco o nulla addestrata di riservisti; la formazione dei nuclei di milizia mobile avrebbe richiesto anch'essa un periodo di tempo non indifferente prima di essere completamente attuata 89 : insomma non erano truppe pronte a lanciarsi all'attacco di chicchessia. Anche da questi particolari sembra trasparire il carattere sostanzialmente difensivo dell'ordinamento Spingardi.

85 AA.PP. Legislatura XXIII, Camera-Documenti, n. 47-A/ 47 - bis -A, pp. 4-5. 86 V. RFS. Spingardi a Tedesc.o, 30/ 10/ 1910 (minuta): «Il nostro tallone di Achille sta nella nostra deficiente forza bilanciata. Noi abbiamo unità stremate di forza, specie dopo la creaz ione delle nuove unità di alpini, artiglieria e genio sanci ta dalla nuova legge di ordinamento . E questa forza è ancora ridotta dalla necessità di tenere maggiormente rinforzate per ovvie considerazioni le unità dislocate alla frontiera. Non parlo dei servizi territoriali, dell'ordine pubb l ico così spesso turbato, onde vien meno la preparazione alla guerra. Aggiungi la necessità di provvedere alla costituzione dei nuclei di M.M. per inquadrarvi quest'altro elemento di forza che fa parte integrante del nostro esercito di 1• linea, e che sottrae quindi nuovi elementi alle già scar se unità di fanteria. E potrei co nti nuare! Un aumento di forza bilanciata di almeno 10 mila uomini, reclamato da tutti i militar i competenti , ed anche dalla Commissione d'inchiesta, sarebbe provvedimento veramente saggio . E non occorrerebbero che cinque milioni circa». Per la forza bila nciata nei vari esercizi finanziari v. L'esercito e i suoi corpi. Sintesi storica, USSME, Roma 1971, p 276.

87 51 reggimenti di fanteria su 3 battaglioni, 20 battaglioni bersaglieri su 4 compagnie, 38 compagnie alpini. AA.PP. Legislatura XXIII, Camera -Documenti, N. 47- bis, p . 4. Per brevità si sono tralasciati i reparti di cavalleria, artigl ieria e genio pure previsti, per i quali v. ibidem.

88 AA.PP. Legislatura XXIII Camera -Documenti, n. 47-bis, p. 5. Al Senato disse: «S i è riconosciuto poi che non esiste alcuna necessità di stabilire per legge speciali limiti per le unità delle due milizie [si riferiva anche alla miliz ia territor iale], che non esistano di fatto in tempo di pace e che si dovranno formare so lo all'atto della mobilitazione; l a naturale limitazione nel numero di tali unità esiste g ià nella disponibilità della forza in congedo, che è rego lata da disposizioni legislative . - Si ottiene così il vantaggi o di non dover rendere di pubblica ragione l'ordinamento della nostra forza di seconda e terza l in ea, a simi l itudine di quanto si pratica negli altr i eserciti» (AA.PP. Leg. XXIII, Senato-Documenti, n. 324, p. 5). È comunque evidente che il sistema permetteva di formare un massimo di 94 nuclei di M.M. di fanteria di linea (ché tanti erano i reggimenti) e 26 nuc le i di alpin i (uno per battaglione), che a seconda della forza disponi bile potevano restare a l ivello di compagnia o crescere fino a diventare altrettanti reggimenti e battaglioni.

Alti comandi

Con la legge Spingardi venne data forma legale ad alcune importanti istituzioni nate con decreti reali e mai inserite nelle leggi di ordinamento Vennero riconosciuti la Commissione Suprema Mista pe r la Difesa dello Stato, istituita «per risolvere, in tempo di pace, le più importanti questioni concernenti la preparazione della difesa nazionale», e il Consiglio dell'Esercito, creato «per dare parere sulle più importanti questioni ri guardanti l'esercito» 90 •

Vennero poi costituiti in modo permanente quattro comandi di armata. Come disse Spingardi, con questo provveè:iimento «una più completa organizzazione del comando, da tanto tempo reclamata, trova finalmente [. .. ] la sua attuazione» 91 •

Prima di allora quattro comandanti di corpo d'armata erano designati ad assumere in tempo di guerra il comando delle armate, ma continuavano a restare al comando dei corpi. In caso di guerra, si sarebbero dovuti spostare quattro titolari dei più alti comandi, scompaginando l'assetto della gerarchia. Inoltre, in tempo di pace, detti comandant i, impegnati nelle mansioni richieste dal loro comando, non potevano occuparsi convenientemente dell'u fficio cui erano destinati in guerra. Ponendo invece i comandanti designati di armata «all'infuori e al di sopra dei comandanti dei corpi d'armata» essi potevano «dedicar e tutta la loro attività all'elevatissimo ufficio cui sono destinati» e si evitavano

89 I primi 32 nuclei di fanteria e 20 alpini cominciarono a funzi onare co l I O marzo I 911 .

V. Giornale Militare Ufficiale 1911, circolare n. 52, 29 dicembre 1910, pp 164-165. AJ dicembre 1913 erano stati formati 76 nuclei di milizia mobile per reggimenti di fan teria e 23 per batta glion i alpin i; nelle previsioni del Ministero restav ano da formare 18 nuclei di mi lizia mobile per fanteria e 3 per battaglioni alpini (RFS Specchio manoscri tto, a china, su carta protocollo quadrettata, recante l'intestazione «Ministero della Guerra - Divisione Stato Maggiore - Principali varianti apportate all'ordinamento dell'Esercito del 1909 a tutto oggi (dicembre 1913)». Ad ogni modo, la costituzione di tal i nuclei in fasi successive all'esercizio di disporre alla vigilia del primo conflitto mondiale di «un cospicuo numero di unità di seconda linea pari a ben 52 reggimenti di fanteria, 11 battaglioni bersaglieri, 38 compagnie alpine, 23 squadro ni di cavalleria, 13 r eggimenti di artigl ieria da campagna» (STEfANI, p. 576).

90 AA.PP. Legislatura XXIII, Senato-Discussioni, Tornata dell'll luglio 1910, p. 3481.

91 AA.PP. LegiS!atura XXlll, Senato-Documenti, n. 324, p. 2.

Una interpretazione strategica del nuovo o rdinamento 107 all'atto della mobilitazione, cioè nel periodo più delicato di una campagna, dannosissime sostituzioni nei titolari dei più elevati comandi. Con pregiudizio grave di quell'a ffiatamento e di quella reciproca conoscenza e fiducia tra i comandanti che si stabilisce nel tempo di pace, che è quanto dire durante la preparazione alla guerra 92

Le nuove funzioni dei distretti

Spingardi alleggerì enormemente il compito dei distretti, trasformandoli in puri e semplici centri di reclutamento, allo scopo di rendere sempre più agile la mobilitazione.

Il distretto venne creato nel 1872 da Ministro Rico tti col compito di liberare i reggimenti da tutte le attribuzioni territoriali. Fino allora, infatti, i r eggiment i non erano soltanto unità tattiche, ma erano caricati di tutta una serie di attribuzioni amministrative, quali quelle relative al reclutamento, l'inquadramento e lo smistamento dei richiamati, ecc. Con l'innovazione di Ricotti i reggimenti avrebbero potuto dedicarsi esclusivamente all'istruzione tecnica e tattica.

Negli anni successivi si attribuirono progressivamente ai corpi tutte le funzioni riguardanti il ricevimento dei richiamati e la costituzione delle unità di riserva, esonerandone i distretti 93 • Spingardi ritenne fosse giunto il momento di realizzare, secondo quanto suggerito anche dalla Commissione d'inchiesta un'ultima semplificazione degli attuali organi di mobilitazione, col passare ai deposit i di fanteria quanto riguarda le formazioni di milizia territoriale, e col lasciare ai di stretti le sole attribuzioni di reclutamento. - Si potrà così ridurre l' organismo del d istretto ad una ben maggiore semplic ità : tolto il peso dei magazzini, il personale amministrativo (155 ufficiali contabili, 455 ufficiali d'ordine e 150 sott uffi cia li ), potrà essere grandemente ridotto (.. . ), il servizio matricolare dovrà essere g r andemente semp lificato col sopprimere le duplicazioni dei ruoli ora tenuti contemporaneamente da due enti diversi ; infine il personale ufficiale dei distretti, costituito da 132 ufficiali superiori, 176 capitani e 88 subalterni, nella quasi totalità in servizio attivo permanente, potrà gradatamente scomparire a beneficio de ll e forze vive dell'esercito, ed essere sostituito completamente da ufficiali richiamati dalla posizione di servizio ausiliario, in numero però assai più modesto, sembrando sufficiente in media l'assegnazione di 1 ufficiale s u per iore e 2 capitani per ciascun distretto di reclutame n to: in tota le 88 ufficiali superiori e 176 capitani, con un ri sp armio di spesa, a riforma compiuta, di circa lire I . 700.000, pur senza tener conto de lle possibili

92 Ibidem. In sintonia col pensiero di Spingardi anche La designazione per gli alti comandi Per battere il chiodo, «La Preparazione», Martedì-Mercoledì 23-24 maggio 1911

93 V. AA.PP Legis latura XXIII, Senato-Documenti, n 324, pp 10-11 e Re/azione Ufficiale, nota 16 a p. 50.

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