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Il generale Paolo Spingardi

Purtroppo non si è reperita documentaZione per conoscere quale sia stata la risposta di Sonnino, ma in ogni caso egli non restò in carica abbastanza per soddisfare le richieste di Spingardi. Questi ripresentò però la questione nelle aule parlamentari durante la discussione del disegno di legge sulla ferma biennale, incoraggiato dai molti interventi basati sul suo stesso ordine di idee. Cominciò l'on. Negri De Salvi, c he 1'8 giugno 1910 osservava che sare bbe stato auspicabile limitare i casi in cui l'esercito interviene in servizi di pubblica sicurezza Questi servizi sono dannosi non soltanto all'istruzione, ma anche al morale del giovane soldato il quale , in alcune circo s tanze, deve sop portare insulti atroci ed anche lesioni, con grave danno del prestigio militare 59 .

Le preoccupazioni dei militari era no soprattutto di carattere professionale (l'istruzione e il mora le d ella truppa) e non certo di carattere socia le o umanitario. Non bi sog na certo aspettarsi la considerazione, per esempio, di quanto fosse sproporzionato l'uso di soldati in assetto di guerra per fronteggiare popolazioni civili per lo più disarmate.

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In quest'ordine di idee il 9 giugno l'on. Ludovico T averna citava interessanti dati che traeva da una delle relazioni della Commissione d'inchiesta. Ricordava che nel I 907 per causa del se rvizio di pubblica sicurezza, andarono perdute per l'istruzione ben 2.898.500 giornate individuali di presenza, e che reparti delle varie armi persero completamente, per la stessa causa, 13.475 giornate utili per la loro istruzione, con una proporzione che sale al 19 per cento per le truppe di cavalleria e in alcuni reparti al 65 per cento delle giornate destinate alle istru zioni di compagnia. Due corpi di cavalleria perdettero oltre il 92 per cento delle giornate destinate al le istruzioni di squadrone. Un corpo di fanteria e due di cavalleria non poterono eseguire affatto la istruzione di battaglione e di mezzo reggimento; e dieci corpi dell'arma predetta perdettero oltre il 70 per cento delle giornate destinate al tiro collettivo, istruzione della massima importanza.

Considerando che queste cifr e erano tali da non richiedere alcun commento anch 'eg li concludeva che non si sarebbe più dovuto richiedere alle truppe il servizio di pubblica sicurezza, il quale, mentre impedisce loro di attendere a quella istruzione a cui sono chiamate, non accresce il prestigio dei nostri soldati e li chiama a compiere funzioni che certamente non rendono popolare l'esercito 60 •

59 AA.PP. Leg. XXIII , Camera-Discussioni, p. 8123.

60 Ibidem, p. 8165. Ludovico Taverna (1879-1926), nobile milanese, figlio del generale Rinaldo Taverna, venne avvialo alla carriera militare, ma lasciò pres10 il servizio a1tivo. Deputalo di Desio durame la XXlll e XXIV Legi sla tura (1909 - 1919), alla Camera sedette a destra, tra i moderati.

Gli sforz i di Spingardi per migliorare la non felice situazione furono infruttuosi, a giudicare dal tono rassegnato con cui dichiarava:

Dispensate l'ese rci to da qualunque servizio territoriale, da qualunqu e servizio di ordine pubb lico, da qualunque distaccamento, raccog lie te le membra dei reggimenti, sparse ovunque co n danno dell'istruzione e della disciplina, ed io v i dico che con un anno so lo di ferma otterreste più di quello c he attualmente otteniate con due anni. Ma [ ... ] ad ogni momento abbiamo attriti fra capitale e lavoro, ad ogni piè sospinto controversie di partiti popolari e clerica li , dissidi su t utta la linea, dimost ra zioni e controdimos t razioni, e l'intervento dell'eserc it o è fatale, e l' ese rcito, per quanto lo deplori, deve necessariamente intervenire - L'esercito è fatto per la guerra, siamo tutti d'accordo, ma è fatto anche per mantenere l'ordine interno. È una disgraziata situazione, è un do loroso compito che spetta all'esercito, ma è anche u n sacrosanto dovere c h e deve com p iere, e in queste condizioni non è da farsi assolutamente delle illusioni che si possa ottenere la vagheggiata astensione dell'esercito dall'intervento in t ut te queste controversie [ ] - L'eserc ito, pu r troppo, sarà sempre chiamato a portare, diciamo cos i, la parola d'ordine con la forza [ ] Ad ogni modo [... ] su questo argomento, fin dal primo g iorno c h e io ho av uto l'ono re di s alire a questo posto, ho portato la mia specia le attenzione. Io ve nivo da un co mando di divisione dove il servizio d'ordine p ubb lico è all'ordine del giorno: io venivo dall a povera Messina, pochi mesi prima che il grave flagello la colp isse Orbene, io avevo là quattro reggimenti di fanteria, vi erano dei momenti dell'anno in cui io a vevo 42 distaccamenti! Dico 42 distaccamenti! In gran parte di plotoni, pochi di compagnie . - È possibil e l'istruzione, è possibile la disciplina in questo sparpagliamento di forze? No, assolutamente! - Epp u re, per quanti sfo rz i io abbia fatto, per quante lettere umilianti, per quante preghiere io abb ia rivolto a ll 'autorità centrale ed ai prefetti, non mi è stato possibi le neppure di ridurne uno! E me ne rendo perfettamente ragione. - Colpa di nessuno, colpa della situazione: ma il fatto è questo 6 1 •

La discussione al Senato, il 27 giugno, proseguì sulle stesse li nee . Il primo a prendere la parola fu il generale Fiorenzo Ba va-Beccaris, che di mantenimen to dell'ordine sicurame nt e se ne intendeva Egli si augu rava che Spingardi riu scisse «ad impedire l'uso e l'abuso delle truppe» per il servizio di pubblica sicurezza. Ma non si faceva illu sioni perché, secondo lui, gli sciope r i hanno quasi sempre un substrato politico; è una forma di rivolta che ag ita le masse, abilmente sfruttate dai partiti, cui conviene, per i loro fini, rendere il serviz io sotto le armi penoso e antipat ico al sol dato. E temo che ques ta de p lo r evo le co ndizion e anziché a migliorare vada sempre più a peggiorare 62

Il general e L amberti era di simile avviso:

6 1 AA.PP. Leg XXIII, Camera-Discussioni, pp. 8169 -8170 62 AA.PP Leg XXIII, Senato-Discussioni, pp 2880 -2881.

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