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Il generale Paolo Spingardi

L'osservazione era giustificata; ma soprattutt o, sec ondo Canepa, quando spendiamo per l'esercito circa trecento milioni, quando la spesa che facciamo per l'armata di terra e di mare ammonta quasi a mezzo miliardo, allora è evidente che una questione di due o tre milioni non può portarsi di fronte ad una questione di alta moralità come quella del volontariato 46

Spingardi espose il suo pensiero con la consueta sempl icit à, franchezza e soprattutto efficacia, ottenendo l'effetto di far ritirare tutti gli emen damenti e ordini del giorno sul volontariato 47 , che rischiavano altrimenti di ritardare l'iter della legge sulla ferma biennale, principale obiettivo in quel momento:

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Io non posso a meno di dichiarare, tecnicamente, militarmente parlando che il volontariato di un anno oggi è un anacroni smo Non ha assolutamente più ragione d i essere (Vive approvazioni) . li volontariato di un an no, creato quarant'anni addietro, al tempo del trapasso dalla legge di reclutamento antica alla nuova legge, che toglieva l'affrancazione per danaro, costituiva un ponte di passaggio alle idee nuove, quasi come un compenso per renderne meno brusca l'applicazio ne. - D'altra parte, il vo lontariato di un anno doveva anche provvedere alla formazione di un discreto contingente di ufficiali di complemento. - Le cifre che vi ha letto l'onorevole Badaloni vi avranno convinto come q uesto seco ndo scopo s ia stato solo parzialmente ottenuto. Parrebbe quindi giunto il momento di abolire questa istituzione.

Il Minist r o riproponeva però l'antico argomento del bilancio:

Voi s apete che il volontariato di un anno dà in media da tre milioni a tre mi lioni e mezzo di provento all'anno, non a l bilancio del Ministero della guerra, ma al bilancio generale dello stato. - Io mi domando: è opport uno rinun ziarvi tutto ad un tratto, o non conviene piuttosto studiare il volontariato da un altro punto di vista, di vedere cioè se non convenga correggerlo nella sua applicazione, trasformarlo in modo che possa effett ivamente rispondere a ll o scopo che ci eravamo prefissi, cioè di darci dei buoni ufficiali di complemento, ri alzando le esigenze di cu ltura per l'ammission e ad esso? -E qui, ripensando alle idee esposte dall'onorevole Badaloni, quando con commoventi parole ci desc riveva la s ituazione miseranda delle famiglie dei militari richiamati alle armi 4 8 , che solo scarsamente ci è consentito s us sidia re , io mi domando se non sia il caso di vedere se questo provento non possa essere devoluto a que sto generoso scopo, e allora l'isti tuzion e del volontaria to di un anno, a prescindere da ogni ragio ne tecnica militare, potrebbe avere una giustificazione sociale. - lo prego per conseguenza l'onorevole Badaloni dì non vole re ora insistere sulla questione dell'abolizione del volontariato di un anno. Lo dichiaro , entro nel suo ordine d'idee ed assumo l 'impegno dì studiare se non si possa indirizzare il volontariato a que st 'a ltro scopo, a cui ho accennato un momento fa 49

46 Ibidem, pp. 8175-8 176 Giuseppe Canepa (1865 - 1948) fondò nel 1903 a Genova il giornale Il Lavoro. Deputato per tre legis lature, alla Camera sedette all'estrema sinistra, nel gruppo soc ialista. Con la vittoria al congresso di Firenze del J 908 entrò a far pane della direzione del partito e vi rimase fino al l'espulsione del gruppo bissolatiano al quale appa rteneva. Dal genna io al giugno 1917 fu sottosegretar io all'Agricoltura nel Ministero Boselli e fino all'ottobre 1917 resse il Commissariato degli Approvvigionamenti. Per maggiori notizie su l personaggio si ve d a la voce curata da A. De Clement i in Dizionario biografico degli italiani, ed ito a cura dell'Istituto Nazionale per l'Enciclopedia Italiana, voi. 18 (1975), pp.15-20.

41 Ibidem, pp 8191-8192.

Voci favorevoli all'abolizione si levarono anche al Senato . Anzi gli oratori contrari alla ferma biennale furono i più ferventi sostenitori dell'abolizione del volontariato di un anno.

11 generale Bava-Beccaris, pur affermando di ritenere la legge « imperfetta inquantoché non dà affidamento che si assicuri la permanenza nelle file dell'esercito di un sufficie nte nucleo di graduati molti per numero e buoni per qualità», si dichiarava favorevole all'aboli z ione del volontariato, anche se in chiave polemica. Infatti egli non gradiva che si motivasse la necessità della legge sulla ferma biennale con «il rispetto che si deve avere al principio di giustizia, affinché tutti i soldati abbiano gli stessi obblighi di servizio» e se la legge sulla ferma biennale doveva proprio essere motivata da motivi di giustizia sociale, egli allora esortava: «abo li te il volontariato di un anno perché altrimenti non fate una legge veramente democratica» 50 • Gli si associava il generale Lamberti :

Come ben dis se il collega Bava-Beccaris, per pura ragione di bilancio ci ostiniamo a tenere in vit a il volontariato di un anno, vero privilegio aristocratico, tanto meno comprensibile in un momento in cui da ogni parte si afferma dì volere tutto democratizzare. Vero è che il numero dei concorrenti al vo lontariato, una volt a approvata la ferma biennale, andrà sensibilmente restringendosi a quei pochissimi che non troveranno sprecato il denaro occorrente pur di procurarsi un'altra piccola diminuzione negli obblighi militari. Ma avremo così ancor più accentuato il deplorevole privilegio, in quanto che al vo lon tariato di un anno non accorreranno più che i grandi favoriti dalla fortuna, portati per natura a t ut to mettere in opera per ostentare le loro ricchezze, e per profittarne senza scrupolo, pur di sottrarsi al più piccolo materiale disagio 51 •

48 V. Ibidem, pp. 8151-8152.

4 9 Ibidem , pp. 8 170 -8171.

50 AA.PP. Leg. XXIII, Senato-Discussioni, Tornata del 27 giugno 1910, pp. 2879 e 2881.

51 Ibidem, p. 2890. Mario Lamberti, (1840- 1924), sottotenente di fanteria nell'esercito toscano nel 1859, capitano nel 3° reggimento Granatieri di Lombardia a Custoza, il 24 giugno 1866, fu ferito e fatto prigioniero , meritandosi la medaglia d 'arge nto al valore. Nella campagna del 1870 prese parte co lla 2• Divi s io ne agli ordini del Gen Nino Bixio alla Presa di Civitavecchia il 15 settembre, e il 20 settembre all'occupazione del quartiere di T rastevere e del Gianicolo. Passò poi negli alpini, divenendone nel 1884 co lonnello comandante il 6° reggimento. Promosso

Il generale Paolo Spingardi

Spingardi da parte sua riaffermò la disponibilità all'abolizione del tanto deprecato istituto:

Occorre coraggiosamente sopprimere quegli istituti che[ ) più non trovano fondamento nella coscienza nazionale e non rappresentano che ingiustificati privilegi [ ] L'aboliz ion e del volontariato d'un anno, la ri duzione della ferma dei carabinieri e degli a ltri mi litari rafferma t i sono questioni mature che conviene ormai affrontare e conviene che l'iniziativa di esse parta naturalmente da ch i in q ue sto momento ha l'onore ·di essere a capo dell'esercito 52

Malgrado queste affermazioni, Spingardi non prese alcun provvedimento immediato 53 • Res ta da capire il suo punto di vista. Da militare egli considerava evidentemente il volontariato di un anno un argomento del tutto secondario. E di fatto, dal punto di vista squisitamente numerico, lo era 54 • Che senso aveva creare una possibile causa di attrito col Ministro del Teso ro per un migliaio di soldati ogni anno, quando più comp lessi e urgenti problemi restavano da risolvere? Va ino l tre sottolineato che pur godendo dell'indiscusso privilegio di compiere un solo anno di servizio e per di più in un reggimento di loro scelta, i vo lontari di un anno dormivano, mangiavano e compivano le esercitazioni come gli altri so ldati e con gli altri so ldati, condividendone disagi e fatiche 55 , benché suscitando qualche ovvia invidia. D 'altronde il servizio di leva è sempre stato sede di privilegi e ingiustizie più o meno palesi. Casomai è da chiedersi se l'Italia del 1910 avesse davve ro bisogno indispensabile di quei due - tre milioni l'anno provenienti dal volontar ia to . Difficile dare una risposta univoca . Anche Spingardi, come si è visto nel capitolo precedente, non disdegnava affermazioni da «politica della lesina», tipica della classe politica piemontese. Non stupirebbe quindi che rinunciare anche solo a quel tutto sommat o modesto introito potesse essere considerato un sacrificio da evitare, se possibile.

Maggior generale nel 1890, comandò la Brigata Pavia. Su richiesta del generale Baratieri , il 16 gennaio 1896 venne nominato Vicegovernatore dell'Eritrea. A l ui toccò il compito di telegrafare a Roma l'infausta not izia della sconfitta di Adua, il 2 marzo 1896, e di stendere la relazione ufficiale della battaglia, pubblicata nel maggio dello stesso anno Rimase in colonia fino al settembre del 1896. Nel 1897 fu Promosso Tenente generale e inviato a comandare la Divisione mi l itare di Padova: nel 1902 comandò l'XI C.d'A. (Bari) e nel 1907 l'Vlll (Firenze). Nel 1908 venne collocato in Posizione Ausiliaria per raggiunti limiti di età e il 3 giugno dello stesso anno nominato senatore per la 14• categoria (Uffic iali generali di terra e di mare). Richiamato in servizio nel 1915 , tenne per tutto il periodo della g rande guerra il comando del C. d'A. T err itoriale di Napoli.

52 AA.PP Leg. XXIII , Senato -Discussioni, Tornata del 27 giugno 1910, p. 2899.

53 Per i successivi sv il uppi delJa vicenda, v. cap VIII, pp. 191-192

54 Dal 1871 alla guerra mond i ale si ebbe una media annua di millecinquecento volon tar i. V. D EL NEGRO, p. 195.

55 V. L'abolizione del volontariato di un anno, «L'Esercito italiano», 12 marzo 1914.

Li Servizio Di Pubblica Sicurezza

L'uso di truppe per mentenere l'ordine pubblico era considerato normale dagli uomini di governo fin dagli inizi della storia unitaria 56

L 'at teggiamento neutrale dello stato nei confronti delle lotte tra capitale e lavoro, del resto, era un postulato della politica di Giolitti. Ma altro suo postulato era che l'ordine andava comunque mantenuto e perciò nell'età giolittiana si fece abbondantemente ricorso all'esercito per controllare scioperi, manifestazioni e dimostrazioni.

Pur convinto che l'ordine fosse un bene supremo del vivere civile, Paolo Spingardi era innanzitutto un militare, e come qualsiasi militare, considerava ogni momento che vedeva le truppe impegnate in servizi di mantenimento dell'ordine pubblico un momento sottratto all'addestramento . Inoltre le spese indotte da questi servizi ricadevano sul bilancio del Minist ero della Gu erra, anche se erano richieste dal Ministero dell'Interno tramite i prefetti. Si trattava insomma di denaro che non poteva essere utilizzato per più specifiche spese di preparazione bellica, quali si supponeva dovessero esser e le spese del Ministero della Guerra. Un Ministro della Guerra a veva quindi dei buoni motivi per opporsi a un ta le uso dei suoi so lda ti.

L'azione di Spingardi a questo riguardo assume un certo rilievo poiché pur non essendo stato il primo a lamentarsi, fu il primo a compiere concreti passi presso i co lleghi Ministri dell'Interno e Presidenti del Consiglio nel tentativo di sollevare l'esercito da questa sgradita incombenza. Comunicata ad Ugo Brusati l'intenzione di muoversi in questo senso in occasione deUa nomina del nuovo Gabinetto Sonnino, ne ottenne un caloroso incoraggiamento.

Sarai benemer ito dell'esercito e del Paese se riuscirai nel tuo intento, per ciò che concerne l'impiego delle truppe in servizio di P .S Ormai t i sei fatto una larga base parlamentare di simpat ia che accresce il tuo valore, in quanto tu rechi e lemento di forza ad un Ministero 57 •

Nel febbraio 1910, forte dell'appoggio del Primo Aiutante, Spingardi scrisse al nuovo Presidente del Consiglio auspicando una diminuzione delle richieste di truppe da parte dei prefetti 58

Ciò avveniva in coincidenza con la presentazione del disegno di legge sulla ferma biennale: diminuendo la permanenza sotto le armi, diveniva più grave sottrarre tempo all'istruzione per serv izi di ordine pubblico.

S6 Ampi cenni sull'argomento in Ro c HAT -M ASS0 8R1 0 , pp. 37-43, 49-54, 138-141 e 152.

57 RFS. Brusati a Spingardi, Roma 6.12.909.

58 Spingardi cita la le t tera nel discorso al Senato del 27 giug no 19 10, v. più avan t i p 77.

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