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generale Paolo Spingardi

Spingardi cominciava insomma il suo mandato sotto i migliori auspici e poteva quindi con fiducia affrontare i problemi che la realizzazione del programma gl i avrebbe posto 92 •

92 Le doti oratorie di Spingardi, ve nnero così sinteti zzate in una più tarda pubb l icazione : « Ebbene , fatta q u alche ecce zi one, lo Spingardi pare a noi l'oratore militare meno incomple to Si aggiunga che lo Spingardi è corretto e non si t rova mai in lit ig io con la grammat ica [ . .) Quell a del nostro attuale Ministro della Guerra non sarà eloquenza granitica, tutta d i un pezzo, fus a I periodi non saranno cesellati e cinc ischiati alla toscana. Ma lo ripetiamo, s i t ratta di eloquenza buona, epperò non molto comune. Non ripetizioni, non sbandament i, n on slegature, non l acune, non dec lamazioni nei discors i dell'on. Spingardi. Breve: è l'eloquenza che non dispi ace a noi e nemmeno (la qual cosa maggiormente importa) alla Camera e al Sena to, che[ ... ] ascoltano sempre i l generale Spingardi con deferenza grande», E. R1 vALTA, Come parlano i Deputati. Sessanta profili oratori. Con prefazione di C.A Cortina,, «La Ri vista Po liti· ca e Par l amentare» Edi t rice, Roma 19 13.

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Spingard i, esprimendo compiac i mento pe r l'accoglienza fatta ai suoi discorsi parlamentari del giugno 1909 fornì la sua spiegazi one del successo d i tanta eloquenza in un passo di una lettera alla moglie del 27 gi ugno 1909 (in RFS): «[ . .. ] Poco dopo le tre andai a l Ministero e non ne usci i che alle 8 e un quarto. Bella domenica, che io aveva sognata quale compenso al tri onfo di ier i. Sicuro, un vero trionfo, più significativo di quello alla Camera, per quanto non s i a stato rilevato dai giorna li, che delle sedute de l Senato poco si occupano [ ... ] Il breve discorso (Camillo d ice 30 minuti) sottolineato fin dal pr incipio da vive approvazioni , si ch iuse con tale salva di app lausi continuati per più minuti, che i l Senato non ricorda l'eguale per niun Minist ro de ll a Guerra. Per donami la poca modestia, ma ho scritto per te, che ne sarai l iet a, fo rse più che non lo sia stato io stesso. Non ti nascondo che ne ero preoccupata: l'am bi ente severo del Senato è t u tt'a l tra cosa che la Camera. E se sono riuscito a far vibrare quei vecchion i, forse ho saputo suonare la nota giusta. Comincio a credere che più che i l contenuto dei miei discorsi mi giovi il modo d i porgere, il suono della voce, e soprattutt o i l parlare sped i to, il filare dritto del discorso senza consultare appunti»

Filippo Tu r ati, una fonte non sospetta d i benevolenza nei confronti dei mi litari , di sse di Spingardi che «l'eloquenza[. .. ] fa di lu i il generale ed i l ministro della guerra più par lamentare che sia mai stato in Ita l ia» (AA.PP., Camera-Discussioni, Tornata del 30 maggi o 1913, p. 26101).

Capitolo Ii

La Chiusura Delle Porte Di Casa

L'assetto difensivo della frontiera era il punto del programma che implicava il più rilevante sacrificio finanziario 1 , e fu anche il primo a cui il Ministro dedicò le sue cure.

Erigere apprestamenti difensivi nei pressi di un confine non era cosa che si potesse fare in segreto: le opere in muratura erano facilmente osservabili e se anche potevano essere mimetizzate non era facile nascondere il movimento di operai e il trasporto di grandi quantità di materiali necessari alle costruzioni. Quindi la decisione di fortificare una frontiera diveniva un messaggio abbastanza esplicito nei confronti dello Stato confinante poiché ipotizzava un conflitto possibile, e non poteva essere presa a cuor leggero. Dopo l'unità la costruzione di fortificazioni si era attuata quasi esclusivamente alla frontiera con la Francia 2 , e che la necessità di sbarrare la frontiera friulana fosse stata riconosciuta già nel I 880 dal Comitato di Stato Maggiore non aveva scosso gli animi. Si continuò negli anni a vagare nel campo degli studi anche se da parte austriaca si erano iniziati lavori di fortificazione nel Trentino fin dal 1897 3 •

Dieci anni dopo, il rinato interesse per l'esercito non mancò di occuparsi della difesa della frontiera con la Duplice Monarchia .

Nel maggio 1908 la Commissione Suprema Mista per la Difesa dello Stato definì un programma specifico seguendo i criteri indicati dalla Commissione d'Inchiesta 4 •

1 L'importanza della sistemazione difensiva della frontiera è ge neralmente r iconosciuta dalla storiografia. V. Relazione Ufficiale, pp . 25 -28, 147-148; DEC HAURAND , op. cii. , pp . 119- 121;

A. Tosn , Storia dell'esercito italiano, ISPI, Milano 1942, pp. 141- 142 ; W H1TTAM, cit., p. 244; CR ucc u, cit., pp 260-261; GoocH, Army, State and Society, cit., p. 137.

2 V. MINN ITI , Esercito e politica da Porta Pia alla Triplice Alleanza, cit., pp. 89 - 110.

3 Riguardo gli studi che si susseguirono e sui lavori d.i volta in vo lta defin.iti urgenti e mai realizzati v. Relazione Ufficiale, cit., nota 23 a pp. 5 1-52. Su i lavori austriaci v MA ZZETTI , I piani di guerra contro l 'Austria dal 1866 alla prima guerra mondiale, in L'esercito italiano dall'unità alla grande guerra , cit., pp. 168-169 e fonti ivi citate.

4 Vedi DE CHA URAND, p. 119, CACT ULLI, L'amministrazione della guerra, l'esercito e la commissione d'inchiesta del 1907, p Il e nota 37 a p. 16.

Il programma prevedeva una sistemazione completa dell'arco di confine dallo Stelvio al Monte Grapp a e della zona del Cadore e delle prealpi carniche 5 • Rigua r do l'ultimo tratto aperto di frontiera si decise però «c he le opere sul Tagliamento avessero carattere occasionale e che nulla fosse fatto per sbarrare la frontiera del basso Friuli» 6 •

La deci sione era quasi certamente in collegamento con i piani dello Stato Maggior e che prev edev ano la radunata dell'esercito italiano, in caso di guerra, lungo le rive del Piave. Infatti, dopo la campagna del 1870 spec ialm ente, era divenuto quasi assioma che chi prima mobilita vince: onde una gara in tutli gli eserciti per st udiare e limitare nel lempo, a scapito talvolta dell'ordine e della regolarità, tutte le predisposizioni di mobilitazione Esse precisavano, giorno per giorno, ora per ora, le singole operazioni che ciascun reparto od ente da mobilitarsi doveva compiere. Un giorno di guadagno era un elemento di vittoria! 7

Partendo da questo assunto si era costretti ad abbandonare al nemico parte del territorio nazionale allo sco po di guadagnare il tempo necessario a compiere la propria mobilitazione, dato che quella dell'esercito austroungarico era più rapida. Anzi le fortificazioni in progetto servivano proprio a concedere «tempo e tranquillità per compiere le due più gravi operazio ni che precedono la guerra , la mobilitazione e l'adunata» 8 Senza queste fortificazioni si sarebbe altrimenti dovuto arretrare Io schiera mento addirittura fino ali' Adige , come previsto in passato 9 •

D ate le condizioni contava soprattutto fortificare la frontiera dallo Stelvio al M . Grappa, per pas sare alla controffensiva non appena terminata la radunata, e «so ltanto quando si fosse ultimata la sistemazione difensiva del Trentino sarebbe stato possibile prendere in esame la possibilità di spostare il sistema difensivo più ad oriente» 10 •

Ne l dicembre 1908 11 , una volta ottenuti i fondi della legge 5 luglio 1908 finalmente cominciarono i lavori. Essi procedettero però «con molta len - tezza, per non suscitare sospetti nel governo austriaco>> 12 • Quasi certamente anche la stagione invernale influì, dato che si trattava per lo più di lavori da eseguirsi in montagna .

5 Vedi S1't FANI, p. 543.

6 MAzzE'1T 1, L'esercito nel periodo gioli11iano, ciL., p. 255.

7 RFS. Deposizione Caporel/o, p. 27. V. anche le interessanti osservazioni di A. BR uc 10N1, Piani strategici italiani alla vigilia dell'intervento nel primo conflillo mondiale, in Studi storico-militari 1984, USSME, Roma 1985, pp. 287-293.

8 Deposizione Caporeuo, p. 26.

9 V. MA ZZcTr1, / piani di guerra contro l'Austria, cit., pp. 162- 165; D E CHAURANO, p. 117 .

Questa soluzione era stata proposta alla Commissione Suprema Mista anche nel 1908: cfr. MAZZETIJ, L'esercito nel periodo gioliuian o , p. 255.

10 MA ZZElTl , / piani di guerra contro l'Austria, p. 170.

11 Vedi Relazione Ufficiale, p 27; T osr1, p. 141 ; SrEFANJ, p. 544.

La questione della difesa dei confini aveva assunto grande rilevanza anche in Parlamento. Spingardi, in nome del programma minimo, accettava il piano in corso, ottenendo altri fondi per la sua attuazione, incoraggiato da deputati convinti che il nostro Paese, dotato com'è di un ' amp io se micerchio di frontiera, non può a meno di provvedere a una proporzionata sistemazione di forti di sbarramento e di lavor i difensivi sino a che sia vero che il preparare le difese territoriali in modo adatto alla su a postura topografica e alla sua importanza politica voglia dire preparare pel Paese un avvenire sicuro e assicurargli viemmeglio i benefici della pace 13 .

Ma le parole che più mossero l'assemblea furono quelle pronunciate dal generale Luchino Dal Verme, che con calore esortava il Ministro alla difesa dello stato:

La front iera nord-orientale d'Italia è una delle più difficili, per non dire la più difficile frontiera che si trovi io Europa[ ] Faccio all'onorevo le Ministro una sola raccomandazione. Chiuda la porta di casa. Quando l'eventuale nemico è assai più forte di noi è vano fare assegnamento s ul valore, ma è necessario impedire che il più forte ci assalga; e come noi non abbiamo nessuna intenzione di aggredire, è di suprema necessità di s barrare la porta di casa 14 •

Sospinto dal successo parlamentare, Spingardi volle imprimere alle costruzioni il ritmo più rapido possibile, e a tal scopo emanò apposite direttive, diramate con una circolare del 7 luglio 1909, nella quale, dopo aver preme sso che per l'esercizio finanziario 1909-1910 le assegnazioni disponibili ammontavano a 60 milioni, era sottolineata la necessità di

1° Intensificare i lavori e le provviste sino al limite massimo permesso dal tempo tecnico. In tale intento ... occorre preparare la cosa in maniera che alla riapertura

12 D E CHA U RAND, p. I 19.

13 AA.PP. Leg. XXIII Camera-Documenti, Stampato N. 102-A, p. 7. Le parole erano del giolittiano Augusto Battaglieri.

14 Ibidem , Discussioni, tornata dell'8 giugno 1909, p. 2096.

Luchino Dal Verme (1838-1911), discendente delJ'omonirno capitano di ventura del XIV sec., partecipò alJe campagne del 1859-61 e 1866 e arrivò in seguito al grado di tenente generale. Deputato di Pavia II e Bob bi o dal J890 al 191 I , sedette a l centro destra, fra i liberali costituzionali , parteggiando però con l'opposizione durante la crisi di fin e secolo. Dal marzo al luglio 1896 fu sottosegretario alla Guerra con il Ministro Ricotti. Nel 1906- 07 fu presidente della Commissione dei Dodici , incaricata di esaminare i disegni di legge militari. La morte lo colse il 22 marzo 191 1, proprio mentre lavorava con una commissione parlamentare incaricata di esam inare un pro getto di legg e presentato da Spingardi.

li generale Paolo Spingardi

della stagione lavorativa del prossimo anno solare i lavori possano essere iniziati senza ritardo, per profittare di tutto il tempo utile. - 2° Sfruttare tutte le risorse dei nostri stabilimenti e della industria privata del Paese, e ricorrere all'estero per quelle sole provviste che per ragioni tecniche od economiche non sia conven ien te di fare in Italia. - 3° Coordinare i lavori del G enio ... con le provviste delle relative installazioni, per modo che le opere possano essere armate non appena ultimati per cìascuna di esse i lavori in muratura. - Procedere quindi se nza indg.io a tutti gli a ltri preparativi (munizionamento, tiro preparato, ecc.) necessari per mettere le opere in grado di funzionare al più presto 15 •

Per gli stessi motivi ed anche per senso di parsimonia, il Mini stro invitava il Genio a dare nei lavori relativi a ciascuna opera, l'as soluta precedenza alle parti vitali ed essenziali di esse, cìoè a quelle parti che una volta ultimate permettono all'opera di funzionare, sia pure non perfettam ente , mentre si procede al finimento degli accessori. - Nei riguardi delle maggiori economie, sia di denaro che di tempo, si eviteranno tutti i lavori che possano dirsi di lusso, in quanto poco o nulla contribuiscono alla consiste nza dell'opera, ma più s pecialmente servono ad abbel lirl a 16 •

Spingardi si rendeva conto dell'immane opera che ci si accingeva a compiere e dell'importan za decisiva che vi assumeva l'elemento tempo. Egli voleva evitare per quanto possibile intempestive richieste di fondi al P arlamento, che avrebbe potuto credere di essersi lasciato ingannare dal Ministro che aveva detto le cifre concesse essere «co mmi surate al fabbisogno relativo al programma concordato col comando del corpo di stato maggiore». Ri sparmiare su l superfl uo doveva rendere più sicuro il risp etto dei termini finanziari , perciò ogni eventua le nuova proposta di spesa non potrà esser e favorevolmente accolta, salvo il caso che la medesima possa essere contenuta entro la disponibilità del quadriennio, mercé corrispondenti economie che fossero per verificarsi in qualche lavoro od in qualche provvista in co nfronto del preventivo , o mercé proventi di alienazioni 17 •

Probabilmente agganciandosi a quest'ultima indicazione, Pollio decise di appo rt are una variazione al programma secon do un'idea c he gli stava particolarmente a cuore. D a fine stratega qual era, era andato convincendosi lS AUSSME. F-4, Ordinamento e mobilitazione (OM), R. 74. Circolare riservata N. 6949. li Ministro della Guerra Alla Direzione affari generali, alla Direzione generale d'artiglieria e genio, alla Direzione generale dei servizi fogisrici e amministrativi, al Comando del Corpo di Stato Maggiore, in data 7 luglio 1909 che non si poteva permettere al nemico di riversarsi liberamente o quasi nella pianura fr iulana senza che tale scelta causasse contraccolpi negativi nel Paese e nell'esercito. D'altro canto, le insufficienti comunicazioni ferrov iarie esistenti al di là del Piave non permettevano di sp in gere l 'intero dispositivo di r adunata al Ta gliamento . Non era nemmeno possibile utilizzare il corso di questo fiume come possente antemurale, « per le cond izioni idrografiche di qu esto fiume , spaventoso in piena, di nessun valore difensivo in magra [ ] e per il lar ghissimo suo greto, c he forma vari rami, attraverso i quali sono frequenti i guadi» 18 •

16 Ibidem.

17 Ibidem.

Pollio pensò quindi a una difesa basata su truppe mobili che agissero utilizzando le fortificazion i come appoggio alla manovra . Il grosso dell'esercito avrebbe così avuto il tempo di schierars i al T agliamento dopo aver completato le operazioni di mobilitazione e radunata al Piave .

L'a ttuazione del nuovo piano implicava necessariamente una espansione del programma concordato in aprile col Ministro. Ma Pollio evidentemente ritenne di poter attuare le proprie idee economizzando sul fronte trentino per realizzare le nuove opere nel Basso Friuli.

Ai primi di settembre del 1909, mentre peraltro i lavo ri proseguivano con regolarità, i membri della Commissione d'inchiesta, guidati dal presidente, generale Rinaldo Taverna, voJlero visitare i forti in costruzione in Va l Sabbia e in Val Brenta.

«Non possiamo che lodarci di quanto abbiamo constatato e ud ito», dichiarava Taverna a Spingardi 19 •

La Commissione rimase però colpita da «un fatto molto grave» . Interrogati gli u fficia li del Genio che sopraintendevano i lavori, risultò che nel\ ' u fficio di Stato Maggiore vi e ra una tende n za marcatissima a fare dei risparmi s ulle somme già r iconosciute necessarie e già assegnate per la costruzione delle opere, tendenza che avv iene al punto di sopprimere od almeno ridurre di molto delle opere accessorie , ma riconosciute necessarie assolutamente per consegu ire lo scopo pel quale i forti sono ideati e costrutti . Tutto questo per avere i mezzi per fare in altri punti dei lavor i che p ri ma non si credevano occorrenti ma che ora si riconoscono i nd ispensabili. P arlo dei fo rti del Basso Friuli 20

Taverna era preoccupato dall'apparente pretesa dello Stato Maggiore <<di far molto con poco, di lesinare e la sciare incomplete le difese nord per farne delle altre altrettanto incomple te sul fronte est», perché ciò avrebbe condotto «inevitabilmente ad aver tutto imperfetto e per conseguenza inferiore allo scopo pel quale venne ideato». Dato che il Governo << quando chieseal Parlamento i fondi per le fortificazioni, disse sempre che quelle somme erano state giudicate sufficienti dalla nostra commissio ne », se le fortificazioni per il basso Friuli richiedevano altre grosse somme «non è più corrispondent e alla realtà la relazione nostra, e non so se potremo, noi Commissione, starcene zitti» 21 •

18 D E CHA URAND, p. 118.

19 RFS. Taverna a Spingardi, 13.9.1909.

20 Ibidem.

Viene in effetti da domandarsi perché Pollio non avesse esposto i suoi propositi in aprile quando aveva definito il programma di difesa assieme a Spi n gardi. Innanzitutto la parte r elativa alle fortificazioni era stata decisa nel maggio 1908, prima cioè che Pollio assumesse la carica di Capo di S.M. Forse non riteneva fosse il caso di modificarlo mentre era in corso di attuazione. Inoltre il concetto di difesa ma novrata che era alla base del nuovo progetto, non se mbrava richiedere cos truzioni di g rande costo; probabilmente si riteneva sufficiente un miglioramento delle opere occasionali che, co me si è visto, erano già previste Non è infine da escludersi che Taverna e gli ufficiali del Genio interpellati tendessero a sopravvalutare la portata d elle economie suggerite da Spingardi nella circolare di luglio, e giudicassero quindi necessario quanto lo Stato Maggiore, seguendo il concetto di Spingardi, considerava «di lusso». Questo era in sostanza anche il parere dell' I spettore generale del Genio, Lorenzo Bonazzi, interpellato da Spingardi per capire più a fondo la questione . Bonazzi ammetteva che effettivamente vi era una diversità di vedute circa «l'armamento secondario delle opere che si stanno eseguendo in Val Brenta»: mentre il Genio riteneva «che tale armamento debba avere una data composizione», lo Stato Maggiore «ne preferisce altra quantitativamente inferiore». Ma s i trattava in fondo di «particolari di lieve momento». Bonazzi assicurava il Ministro che qualunque sia la so luzion e che verrà adottata, ... essa non influirà se nsibilmente sulla efficienza delle predette opere di Val Br enta, giacché queste nel complesso e nelle parti essenziali, avranno la robustezza e resistenza che vi si rendono indispensabili, in relazione alla posizione che occupano ed all'importanza del compito loro affidato e che si stabilirono nei relativi progetti, i quali, a suo tempo, ottennero l'approvazione delle competenti autorità tecniche.

Se queste parole rassicuravano Spingardi, lo stesso non si può dire dell'opinione conclusiva di Bonazzi: non mi pare giustificato il dubbio espresso che con le riduzioni surriferite possa aversi lo intendimento di costruire, sia pure in piccola parte, i fondi occorrenti per provvc- dere alla costruzione delle opere da erigersi a difesa dell'aperta frontiera del Friuli, dappo iché mentre tali opere avranno costo elevantesi a pjù milioni, ciò che potrebbe ricavarsi dalle precitate riduzioni ascenderebbe solo a poche diecine di migliaia di lire e quindi a so mma affatto trasc u rabile rispet to al costo suindicato 22 •

Sta di fatto che quelle opere si stavano effettivamente costruendo, e se il loro cost o era tanto elevato, non si trattava certo di un problema da trascurare, tanto più che Taverna sosteneva che vi era il più ammirevole e completo disaccordo tra lo Stato Maggiore, l'Artiglieria e il Genio circa la difesa de l Friuli parte bassa. Si discute molto e non si conclude nulla . Ora pare a me che sia tempo di finirla. li paese crede che si provveda alla sua difesa efficacemente, g uai se si accorge che non si sa prendere una decisione 23 .

Spingardi dovette rimanere non poco perplesso, dato che nessuno sembrava notare che le opere che si stavano costruendo non erano previste e apparivano per di più di notevole consistenza. Per chiarire i suoi dubbi non pose tempo in mezzo e con piglio caratteristico della sua personalità si recò a ispezionare le loc alità incrim ina te .

È veramente una fortuna che tu vada a vedere con i tuoi occhi quello che avviene nei nuovi forti - gli scrisse Taverna - perché le mie informazioni non collimano intieramente con le tue .. . sarà pure molto bene che t u ve da il Friuli ... Quello che importa è c he si addivenga a una decisione e che Stato Maggiore, Artiglieria e Genio si pongano una buona volta d'accordo definitivamente ... La tua v isi ta nel Veneto sa rà una vera fortuna per la difesa del paese 24

Profondo conoscitore del tratto di frontiera in questione, Spingardi si convinse della opportunità di fortificare il Basso Friuli. A questo punto era però•necessario ottenere nuovi fondi . Dato che non era intenzione del Minist r o chiedere nuovi stanziamenti st raordinari al Parlamento, perché troppo recente era la concessione di rilevanti somme con la legge del 30 giugno, b isognava ricorre r e agli stanziamenti degli eserciz i successivi, come La stessa legge consentiva . Ma bisognava ottenere l'approvazione del Ministro del

22 RFS. L'Ispettore generale del Genio, Lorenzo Bonazzi a Paolo Spingardi, Roma 17 settembre 1909 Lorenzo Bonazzi (1848-1925), usci sottotenente del Genio dall'Accademia mi l itare di Torino nel 1867 Maggior generale nel 1905, fu coma ndant e del Genio a La Spezia e Verona e I spetto r e delle cosiruzioni del Genio. Tenente generale nel I 909 resse ininterrottamente fino al 1917 , anche durante la guerra, la carica di Ispettore generale del Genio, meritandosi le croci di Grand'Ufficiale e Commendatore nell'Ordine Militare di Savo ia Nel 1919 venne nominato senatore.

23 RFS Taverna a Spingardi 22 settemb re 1909, Personale confidenziale.

24 RFS Taverna a Spingardi, 23 settembre 1909, Personale confidenziale.

Tesoro, altrimenti la cosa risultava impossibile. Con discreta accortezza politica, Spingardi pensò di approfittare del nuovo Governo Sonnino, per sottoporgli una «Memoria sui bisogni dell'amministrazione della guerra e sulla situazione del suo bilancio» nelJa quale dichiarava di sperare di pote r far fronte completamente ad una più potente organizzazione difensiva del Basso Friuli, in confronto di quanto erasi stabilito in passato; ciò allo scopo di ch iudere con fortificazioni permanenti di t ipo moderno la cosiddetta PORTA APERTA. All'uopo gli uffici tecnici, sotto la direzione del comando del corpo di stato maggiore, hanno già compiuto g li studi ed ini ziato anche, in parte, i lavori. Si calcola che il fabbisogno relativo, così per le costruzioni come per gli armamenti, verrà coperto con corrispondenti economie ricavabili mediante modificazioni dei progetti di altre opere, specialment e della frontiera occidentale[ ) Nell'ottobre u s il comando del corpo di stato maggiore propose al Ministro alcune var ian ti all'asset to difensivo in corso di attuazione [ ) variant i concretate in seguito ad ulteriori studi ed ai risultati del viaggio di stato maggiore del 1909, che, come è noto, ebbe luogo ne l Friuli. Esse consistevano, in sostanza, in spostamenti di sede di talune opere già in massima deliberate (ad es. Tricesimo invece di Buja; Fagagna invece di M. Ragogna), e in partico lari di ordinamento e consistenza delle opere stesse (ad es. teste di ponte, con installazioni in cupole, a Codroipo e Latisana) [ ]Altre economie si ha poi fiducia di realizzare anche nei lavori del genio, sfron dando i progetti delle opere di tutto il superfluo, diretto più all'abbellimento che alla vera e propria consistenza di esse 25

Come si vede si ribadivano i concetti espressi nelJa circolare di luglio. Ma più importante risulta l'accenno alla frontiera occidentale. Nel piano definito nel 1908 sia la Commissione d'inchiesta che la Commissione Suprema Mista avevano indicato alcuni lavori da eseguire su quella frontiera Ma, trattandosi di lavori relativamente limitati, l'unico modo per trarne le economie necessarie alla frontiera orientale era rinunciarvi del tutto. Dovendo stabilire delle priorità, era chiaro a Spingardi da quale parte provenisse il pericolo:

Potrò ingannarmi, ma io veggo la situazione nostra di fronte aU' Austria non sicura: ottimi, fo r se, i rapporti diplomatici, chiari, forse, l'intendimento ed i voti per la pace, ma la tensione esiste nel paese e, ciò che è più grave, nell'esercito: una scintilla, la morte del vecchio imperatore, l'assunzione del nuovo che ci è apertamente ostile, possono determinare una conflagrazione, per quanto contraria all' in teresse dei due paesi 26 •

Le economie da sole, comunque, non sarebbero bastate. Ma sicuramente la memoria di dicembre, benché non contenesse esplicite richieste di fondi , funse in qualche modo da lubrificante, dato che nello stesso mese Spingardi sanzionò il progetto di P ollio 27 •

25 AUSSME, F-4 (OM), R. 74, Memoria sui bisogni dell 'amministrazione della guerra e sulla si tuazione del suo bilancio, datata dicembre 1909, spedùa « A S. E. il Presidente del Cons iglio, a S.E. il Mini str o del Tesoro, a S. E . il Primo Aiutante di Campo di S .M. », e anche al Capo di Stato Maggiore.

26 RFS . Spingardi a Tedesco, Roma 30 ottobre 1910 (copia).

I lavori cominciarono nel maggio del 1910, dato che la stagione invernale portava solitamente a una stasi 28 • Contemporaneamente si svolse in Friuli, proprio nelle località da fortificare, una importante manovra coi quadri di quattro Corpi d'Armata, diretta dal generale designato d'armata Ettore Viganò.

Nella Relazione sulla manovra che gli venne consegnata, Spingardi ebbe modo di constatare l'applicazione dei principi strategici ai quali l'intero sistema difensivo era ispirato.

L'ipotesi operativa era la seguente:

Si è supposto che la guerra fra l'Ita li a e l'Impero austro-ungarico, della quale nella manovra si sono studiati gli atti che si sarebbero svolti nel Friuli durante un primo periodo di una ventina di giorni, sia stata dichiarata nel maggio del 1911, anziché nel maggio del 1910, in cui la manovra ve n ne effettivamente eseguita. Si è fatta questa supposizione perché la predisposizione fortificatoria per la difesa di quella regione di frontiera è attualmente - anno 1910 - così arretrata, che ora non si potrebbe tener conto, in una manovra, dell'efficacia di quell'elemento di difesa; mentreché da qui a un anno, invece, le costruzioni e gli armamenti saranno così avanzati, che tutte quelle opere potrebbero venire u tilizzate per la guerra: ricorrendo, se mai, alla determinazione di sospendere la continuazione dei lavori di carattere permanente, per sostituirvi lavori speditivi, se ciò fosse necessario per la detta utilizzazione.

Si immaginava che la dichiarazione di guerra avvenisse nelle prime ore della notte sopra il 16 maggio. La situazione qua le risultò nelle prime ore del pomeriggio del 5 giugno preludeva a una battaglia che avrebbe dovuto condurre il partito nazionale alla vittoria.

Il concetto fondamenta le dell'assetto fortificatorio del Friuli - osservava il generale Viganò - è questo: stab ilire sulla si n istra del medio e basso Tagliamento un tale complesso di batterie corazzate e di appostamenti di artiglierie, che le truppe di copertura ... destinate a quella frontiera, vi trovino appoggio per opporsi validamente a che l'avanguardia nemica si accosti al fiume, per effettuarne il passaggio e per preparare gli sbocchi, sulla de st ra del fiume stesso, alle masse maggiori che arriveranno laggiù più tardi per invadere la pianura veneta, e per mettere, in seguito, le masse maggiori del nostro esercito, quando fossero arrivate al Tagliamento, in così buona situazione strat egica iniziale, da poter dare battaglia, con fondate speranze di successo, a que ll a notevole parte dell'esercito nemico che certamente si sarà frattanto adunata sulla des t ra dell'Isonzo. - Cotesto assetto comprenderà opere li generale Paolo Spingardi ed appostamenti destinati: a sbarrare la linea Pontebbana; a costituire una vasta piazza d'armi, per raccolta di masse combattenti, nell'apparato morenico che divide l'antico e il nuovo sbocco nel piano del Tagliamen to dalla pianura udinese; e a coprire, con due g randio se teste di ponte verso est, tutto il basso Tagliamento. - Ne risulteranno due grandi fronti difensive, disposte a tenaglia: l'una, rivolta a sud-est, coprirà il passo di Pinzano ... e si attaccherà alla zona montana che è incisa daU'alto Torre; l'altra sarà costituita ... da due grandiose teste di ponte: l'una coprirà il Passo di Codroipo[... ] mentre l'altra coprirà il passo di Latisana, e si stenderà a sud di tanto da poter avere azione sulla foce del Tagliamento, ove potrebbero effettuarsi sbarchi di truppe nemiche 29

27 Cfr. CRu ccu, pp. 260- 261; STEFANI, pp. 543 - 544; Relazione Ufficiale, p. 28; MAZZETI1, I piani di guerra, p. 174.

28 V. «La Preparazione», Giovedì -Venerdì 28-29 luglio 1910, Giovedl -Venerdì 27-28 ottobre 1910.

Spingardi non mancò di far sentire il suo impulso e il 15 luglio iniziava una «minuziosa visita alle costruzioni al confine, per le quali dimostrò la sua soddisfazione» 30. Le ispezioni del Ministro durarono complessivamente due settimane, durante le qual i conferì, oltre che con Pollio , con l'Ispettore delle truppe da montagna e con il comandante del V corpo d'armata. Spingardi ne approfittò anche per visitare Antonio Fogazzaro, vecchio amico di famiglia.

L 'andamento dei lavori aveva ormai preso il ritmo desiderato e il Ministro della Guerra poteva rassicurare il collega del Te soro di avere «i mezzi sufficienti per condurre innanzi con la voluta intensità e celerità lo svolgimento del programma per la difesa orientale, anche se completata da opere non prevedute» 31 .

Ma la soddisfazione di Spingardi fu di breve durata perché di lì a poco un altro imprevisto aggiunse un nuovo tassello aJl'originario programma di fortificazioni.

Nel corso del 191 O, infatti, le relazioni tra Austria-Ungheria e Svizzera parvero divenire cordiali al punto da far temere una alleanza ai danni dell'Italia 32 •

29 AUSSME, F-4 (OM), R. 19 , Relazione sulla Manovra con quadri di più Corpi d'Armata del Maggio-Giugno 1910, pp. Il e 69-70.

Ettore G iuseppe Viganò (Tradate 1843-Firenze 1933), volontario garibaldino nel 1860, entrò poi all'Accademia militare di Torino e divenne sottotenente d'arti glieria nel 1863. Prese parte alla campagna del 1866 e passò poi nel Corpo di Stato Maggiore. Nel 1887 fu Capo di Stato Maggiore del gen. San Marzano in Eri trea Colonnello nel 1888, comandò il 4° reggimento alpini. Nel 1891 comandò la Scuola Sottufficiali. Maggior generale nel 1895, comandò la brigata « Ravenna» . Ne l 1897 fu vice-governatore dell'Eritrea e nella lotta contro i Dervisci si meritò la Croce di Ufficiale dell'Ordine Mili tare di Savoia. Fu poi Direttore dell'Isti tuto Geografico Militare. Promosso tenente generale nel 1901, comandò successivamente le Divisioni militari di Ancona e Genova. Dal 27 maggio 1906 al 29 dicembre 1907 fu Ministro della Guerra nel governo Giolitti. Comandò poi l'VIII Corpo d'Armata (Firenze). Nel 1910 venne designato per il comando di una armala io caso di guerra e in tale veste diresse la manovra di cui stese la citata relazione. Nel 191 I venne collocato in posizione ausiliaria per raggiunti limiti d'età.

30 «L'Esercito italiano», 20 luglio 1910; v. anche «La Preparazione», 19-20 luglio 1910.

31 RFS. Spingardi a Tedesco, 30 ottobre 1910 (copia).

32 Riferiva Pollio a Spingardi : «[Da] uno stu dio fatto presso questo Comando [... ) risultano parecchi sintomatici indizi di un pericolo che a noi si affaccia: di a vere cioè la Svi zzera alleata coli' Austria-Ungheria in caso di un nostro conflitto con questa potenza», RFS. Lettera Riservata Personale in data 17 novembre 1910. V. anche M. MA ZZETI1 , L'esercito italiano nella triplice alleanza, op. cit. pp. 242-243.

Pollio ideò quindi un programma di difesa della frontiera svizzera in base al quale nel 1911 cominciarono i lavori difensivi sul saliente ticinese 33 • A causa delle «opere rese necessarie per far fronte alla nuova ed imprevista situazione creata dalla Svizzera» 34 , il capo di S.M. fu costretto a chiedere nuovi fondi per un ammontare di 30 milioni. «Ed anche questa richiesta non lasciai insoddisfatta » sospirò Spingardi, che riuscì ad ottenere dal Governo Luzzatti l'autorizzazione ad iniziare i lavori prima che il Parlamento concedesse i fondi 35 :

II Governo si è indotto a prendere l'impegno anzidetto perché seriamente preoccupato della situazione nuova creata dall'atteggiamento imprevisto assunto dalla Svizzera, atteggiamento che consigliava a provvedere di fortificazioni anche la frontiera italo -elvetica per parare il pericolo che, in caso di guerra, quella potenza non rimanesse neutrale ma operasse contro di noi 36

Pollio rilevava con grandissima soddisfazione come l'E. V. si proponga di far approvare il programma di difesa del territorio, concretato da questo comando per premunirsi verso la front iera svizzera. - Per rendere ancora più evidente la necessità dell'attuazione di quel programma, ho l'onore di riferire che il 23 gennaio u.s., giovandomi della circostanza che i quattro comandanti designati di armata erano qui convenuti per prender e parte alle sedute del Consiglio dell'esercito, li ho riuniti e ho loro sottoposta la questione del nostro assetto difensivo verso No rd, tenendo conto della situazione politica. - S.A.R. e le L.L. E.E i comandanti di armata approvarono all'unanimità le misure difensive da me proposte 37 .

33 Il capo della missione militare italiana alle grandi manovre svizzere del 1911, gen. Domenico Grandi, rilevava nella sua relazione che «Da tutto l ' in sieme appare che la Svizzera tende a migliorare l'ottimo elemento che già possiede, per raggiungere nel caso di un conflitto europeo, uno scopo ben definito, sia esso l'imposizione ad ogni costo del rispetto della propria neutra lità, ovvero , ciò che appare più probabile, l'eventuale sua cooperazione con altra potenza a i danni di una terza». Doc riportato in MAZZETII, L'esercito italiano nella triplice aUeanza, op cit., p. 243. Cfr anche A. Rov10H1 , Un secolo di relazioni militari tra Italia e Svizzera. /861-1961, USSME, Roma 1987, p. 129. Domenico Grandi (1849 - 1937), partecipò alla campagna del 1870 quale sottotenente di fanteria. Nel 1890 fu in Africa. Colonnello nel 1896, coman dò il 12° reggimento fanteria. Nel 1898 fu capo di stato Maggiore del VII Corpo d'Armata. Da maggiore generale comandò la brigata «Lo mbardia » e da tenente generale le divisioni di Padova e di Roma. Nel 1911 ebbe il comando del X Corpo d'Armata. Succedette a Spingardi quale Ministro della Guerra il 24 marzo 1914 e rimase in carica fino ali' 11 ottob re dello stesso anno. Subito dopo riebbe il comando del X corpo, col quale entrò in guerra co ntro l'Austria. Deputato per due legislature, nel 1914 venne nominato senatore.

34 RFS. Spingardi a Pollio, 9 marzo 191 l, dattiloscritto Riservatissimo Personale nel quale il Ministro rievocava le vicende relative alla concessione dei fondi per la realizzazione del programma di la vo ri per la sistemazione difensiva permanente della frontiera.

3S Ibidem.

36 ACS, Archivio Brusati, se IO, f. Vl.4.36, Spingardi a Pollio, 16 febbraio 1912. Spingardi inviò copia del documento a Brusati.

J7 RFS. f'ollio :i Spingardi, 8 febbraio 191 I.

Il generale Paolo Spingardi

Ma al momento di ricevere la formale richiesta, Spingardi si sentì dire che i 30 milioni richiesti sarebbero stati sufficienti solo «a colmare le principali tra le lacune esistenti, e che ad altre necessità si dovrà provvedere più tardi» 38 •

Il Ministro non poteva consentire a questo modo di agire del Capo di Stato Maggiore e lo richiamò ad un maggiore senso della misura dichiarandogli con garbo ma senza mezzi termini di trovare ingiustificata questa «d ichiarata necessità di nuove somme per completare la nostra organizzazione difensiva, dopo i sacrifizi non indifferenti che il Paese ha fatto per il Suo Esercito» e che non poteva « nascondere le preoccupazioni che nutr[iva] circa la portata finanziar ia che minaccia di assumere questo allarg am ento delle basi su cui era dapprima impostato il nostro assetto difensivo» 39 •

Il Ministro si sentiva since ram ente gravato di responsabilità ben maggiori di quelle del Capo di S . M. «di fronte al Parlamento e al Paese, respo nsabilità che, nel mio caso odierno, sono rese più gravi dall'impegno formale, esplicito che, consenziente V .E. , io ebbi a prendere nella tornata dell' 11 giugno 1909: e cioè di fare, coi fondi richiesti, effettivamente fronte a tutto un complesso programma ben determinato»; non voleva in alcun modo tradire la fiducia che la Camera e i colleghi di Gov erno avevano riposto in lui approvando il programma di difesa nei termini esposti nel 1909. E pe r rimanere entro quei limiti Spingardi cercava di coinvolgere nella respons abilità il Capo di Stato Maggiore:

Di fronte al Paese noi abbiamo assunto l'impegno di completare, prima della fine del 1913, un programma che, per quanto minimo, è armonico, e che, attuaro completamente, può dare quella relativa sicurezza che certamente non darebbe un più vasto sistema difensivo al quale non sa premmo per ora come provvedere eff icacem ente con uomini e con mezzi e tanto meno potremmo completare nei limiti d i tempo concessi dall'odierna situazione politica; situazione in base alla quale, principalmente, il programma minimo venne concretato.

Difficile dire con certezza se Spingardi intendesse la situazione interna o quella internazionale. Ma, in entrambi i casi, bisognava far presto. Evita ndo di aggiungere nuove opere, sarebb e stato poss ib ile completare in tempi più brevi quelle già iniziate, considerando anche che non avevano «ancor ricevuto ultimazione completa parecchie opere che avrebbero dovuto compiersi nel triennio 1907-1910», a causa delle impreviste aggiunte.

E pertanto io prego vivamente l'E. V. di voler contenere le sue richieste e ntro i limiti strettamente imposti da necessità riconosciute e imprescindibili; di voler con- siderare che spesse volte il meglio è nemi co del bene[ . .. ]. Sempre d'accordo p ertanto con V. E ne l provvedere a ciò che è necessario per il bene dell ' esercito (e ne ho dato ripetute prove nello ammettere con in solita la rghezza moltissime richieste di fondi che, pur non gravando direttamen te s u l bilancio strao rdinario, danno luogo a nuove spese) debbo però necessariamente resis tere quando si tratti di oltrepassare un limite che il Ministro è nelle m igliori condizioni per stabilire e precisare, perché il Ministro, pur tene ndo conto pr incipalm ente d elle esigenze militari, non può p erò fare astrazione da altre considerazioni, di carattere politico ed economico 40

Pollio rientrò nei ranghi e mercé il suo «continuo e sapien te impulso all'apprestamento difensivo della nostra frontiera orientale », del quale Spingardi si teneva informato attraverso le relazioni della Direzione del Genio 41 , ne l corso del 19 11 «molto [fu] il lavoro fornito, e notevole la spinta ricevuta dall e opere rimaste arretrate nello scorso anno» 42 • Durante l'estate, tanto Spingardi quanto Pollio e S.A.R. il Duca d'Aosta, comandante della 3 a armata, compirono ult er iori m eticolose ispez ioni ai confin i per constatare lo st ato dei la vori, dichiarandosi soddisfatti 43 • L'assetto fortificatorio, man mano c he s i re alizzava, rivelò «le modificaz io ni sostanziali subite dal pr im itivo programma di difesa» che era andato «successivamente ed ininterrottamente» allargandosi. Secondo quel programma, infatti, le artiglierie da 149 millime tri poste in t orri corazzate, che avrebbero dovuto essere 127 , erano diventate, «per effetto dei successivi aumenti», 213, «s enza contare altri 12 affusti a perno cent rale Arm strong: sono state cioè pressoché r addoppiate>> . L 'opera che si stava realizzando era davvero « molto più vasta di quella progettata ini zia lm e n te» 44 • Ma per l'efficac e difesa dell e fron t iere le fo r t i ficazioni non erano che il primo indi spensab il e pass o. I nsiste ntemente i giorna li militari sostennero la necessità della costruzione di due linee ferroviarie strategiche che dovevano facilitare la mobil ita zion e e la radunata e permettere anche l' adeguato supporto log istico all'esercito schierato. Le linee erano la Ostiglia-LegnagoCamposampiero-Treviso e la Sacile-Pinzano, detta la «p edemontana » . Dopo lunghe diatribe tra gli enti locali, il Ministero dei Lavori Pubblici e il Ministero della Guerra, che si trascinarono per t utt o il l 910 e buona parte del L9J 1, e dopo una interpellanza dei parlamentari veneti al Presidente del Consiglio Luigi Lu zzatti, nel luglio del 1911 ve nne dato il benestare eco -

40 Tu tte le precedenti c itazio ni da ibidem.

4 1 Spi ngardi a Po ll io, 16 febb ra io 19 12, doc. cit.

42 I bidem.

43 V. // gen. Pallio nel Friuli , «La Preparazione», Sabato -Domenica 5-6 agosto 1911; S A .R. il Duca d 'Aosta visita le fortificazioni del confin e o rienwle, « La Preparazione», GiovedìVenerdì 10- 11 agosto 19 11; li Ministro della guerra , «L' Esercito ital ian o» , 26 luglio 1911.

44 Spingard i a Pollio, 16 fe bbraio 1912

Il generale Paolo Spingardi minciarono i rilievi per la loro costruzione. Nel frattempo erano anche cominciati i lavori per il tronco Motta di Li venza-Casarsa e Pi eve di CadoreBelluno 45.

Ma le lin ee di comunicazione non dovevano essere garantite dalle sole ferrovie, e insieme alle opere in muratura, tutta una rete stradale era in corso di costruzione per garantire efficaci comunicazioni per e tra le fortificazioni 46

La lentezza con cui procedevano i lavori fe rroviari indusse inoltr e il Ministro a prendere in considerazione l'uso di autocarri per semplificare le funzioni devolute ai treni e arrivare a quella che fu definita una «rivoluzione dei trasporti» 47 • Nel novembre 19 10 effettivamente, il Ministero ordinava all'industria civile 600 camions per l'e sercito 48 , secondo il concetto di devolvere «alla rotaia i compiti più gravi dei grandiosi trasporti, agli autocarri il completamento modernamente possibile ed indispensabile alle operazioni militari 49 • Era l'inizio della motorizzazione dell'esercito italiano 50 • Ma il fattore più importante per una efficace difesa era rappresentato dai soldati . E l'elemento uomo fu proprio il problema che Spingardi affrontò dopo le fortificazioni e contemporaneamente alla loro cos truzione.

4 5 V. la serie di articoli intitolati Nel Friuli e pel Friuli del direttore de «La Preparazione», Enrico Barone (che si firmava e b.), nei numeri di Sabato-Domen ica 22-23 ottobre 19 10, Giovedì - Venerdì 27-28 ottobre 1910, Giovedì-Ve ne rdì 3 -4 novembre 1910, Sabato-Domenica 24 -25 dicembre 19 10, Sabato -Domenica 13-14 maggio 1911 e altri sullo stesso tema nei numeri di Martedl-Mercoledì 17-18 gennaio 1911, Martedì-Mercoledì 21-22 febbraio 1911, MartedìMercoledì 23-24 maggio 191 I. E così pure «L'Esercito italiano» dell' 1 1, 16, 20, 23, 25 febbraio , 2 e 16 marzo, 3 aprile, 22 maggio, 3, 10 e 22 luglio 1910. 46 Ibidem.

47 Ferrovie strategiche ed automobilismo, «L'Esercito italiano>>, 25 novembre 1910. 48 Ibidem.

4 9 Automobilismo e ferrovie strategiche, « L'Esercito ita liano», 22 gennaio 1911. so Sui primi acquisti di mezzi di trasporto dotati di motore a scoppio v. P. F E RRAR1, La produzione di armamenti nell'età giolittiana, in «Italia contemporanea», marzo 1986, n. 162., pp. 126- 128, e le fonti ivi citate.

La Questione Della Forza E La Ferma Bie Nnale

Nei primi anni del Novecento «non tanto per deficienza di stanziamenti in bilancio, quanto per scarso rendimento delle classi di leva» la forza media della compagnia era scesa nell'esercito italiano fino «ad un minimo di 65 uomini; e, se si tien conto delle esigenze dei servizi [... ] degli ammalati e di altre cause, la forza presente all'istruzione veniva ad essere ridotta alla metà», con conseguenze profondamente negative per l'addestramento dei quadri e della truppa 1 •

Il reclutamento «che è la base, il fondamento primo della costituzione degli eserciti», era regolata da una legge «nell'applicazione della quale circa metà del contingente era esente per titoli di famiglia» tanto che, dai 101.793 idonei della leva sui nati nel 1877, si di scese nel 1906 ai 66.836 della leva sui nati nel 1886 2 • Le dimensioni del problema arrivarono al punto che il Ministero della Guerra si trovò ad avere una forza effettivamente presente alle armi inferiore alla forza bilanciata 3 • Per porre rimedio a una situazione che rischiava letteralmente di dissanguare l'esercito, il 15 dicembre 1907 veniva approvata una nuova legge sul reclutamento che, riducendo i titoli di esenzione, fece salire il contingente effettivamente incorporabile a 106 000 uomini, oltre a una seconda categoria superiore a 20 mila uomini,

1 AA.PP. Legislatura XXIII , Camera-Discussioni, tornat a dell'II giu gno 1909, p. 2252 e ibidem, Documenti, N 102, p. 2. Nel corso dell'esercizio finanziario 1905- 1906 la forza media presente della compagnia di fanteria e ra stata di 71 uomini: nel 1906-1907: 66 uomini: nel 1907-1908: 65 uomini; nel 1908-1909: 80 uomini ci rca (per effetto della legge 15 d icembre I 907). Cfr AA.PP., Legis latu ra XXIII, Camera -Documenti, N. 102, p 2, nota (1). Si tenga presente che l'organico di guerra della co m pagnia e ra di 250 uomini. A titolo di con fro nto si consideri che l'Austr ia-Unghe r ia aveva u n organico normale della compagnia s ul piede di pace di 105 uomini : la Francia di I 15 : la Germania di 143: la Russia di I 12. Cfr. RFS , Prospetto presentato dal senatore Mazza per fa discussione del disegno di legge: stato di previsione della spesa del Ministero della guerra per l'esercizio finanz iario 1913 -14, riferentesi agli organici ANTER IO RI allo scoppio della prima guer ra balcan ica (ottobre 1912).

2 Cit azioni e dati tratti da l discorso del generale Francesco Pi stoja alla Camera in AA.PP. Le g XXIII, Camera-Discussioni, 2• T ornata del 9 giugno 1909 , p. 2168.

J Cfr AA.PP Leg XXIII , Camera -Documenti, N. 102-A, p. 4.

Il generale Paolo Spingardi quando venne applicata per la prima volta alla leva su i nati nel 1888 nell'autunno 1908 4 •

Spingardi arrivava dunque al Ministero della Guerra quando la legge cominciava appena a funzionare

Per evitare che circostanze impreviste ricreassero a più o meno breve termine la vecchia situazione, uno dei primi provvedimenti del nuovo Ministro fu un decreto che stabi li va nuovi elenchi delle infermità e malattie 5 , ottenendo così una forte riduzione del numero dei riformati e rivedibi li. Unito alla legge d el 1907, il provvedimento portò il «tasso di militarizzazione» al livello più alto fino allora conosciuto in Italia 6 • Garantito con questi provvedimenti l'indi spensa bile serbatoio di potenziali so ldati, Spingardi si proponeva di conseguire «un notevole aumento di uomini istruiti ed utili in caso di guer r a» attraverso l'aumento della forza bilanc iata e dei richiami di classi in congedo per istruzione 7 •

Per esigenze di bilancio il Ministro Casana aveva impostato nello stato di previsione per l 'esercizio finanziario 1909- 19 10, st ila to prima della nomina di Spingardi, una forza di so li 205.000. uomini.

Non ho bisogno di dimostrare - dichiarava però il nuovo ministro - che siffatta cifra di 205.000 uomini sarebbe assolutamente inadeguata alle necess ità del no -

4 Dati in ibidem. Discussioni, tornata dell' 11 giugno 1909, p. 2252. Cfr. 2• tornata 9 giugno 1909, p. 2168 e Documenti, N. 102- A, p. 3. Gli idone i al servizio erano divisi in tre categorie: la I , che compiva i prescritti tre ann i di ferma; la II, in cui si compiva un periodo di ferma in nessun caso super iore a i sei mesi: la Ili , che non compiva alcun servizio in tempo di pace, ma veniva chiamata in caso di guerra . Cfr . RocHAT- MASS08RIO, p. 87 . « La legge del 1907 [applicò) una drastica riduzione del numero dei titoli che davano diritto all'arruolamento nella Ili categoria », (P DE1..NEGRO , La leva militare in Italia dall'unità alla grande guerra, in EsercitO, stato, società, Cappelli, Bologna, 1979, p. 222). La maggior parte delle esenzioni riguardava iscr itti in possesso di titoli q uali «unico figlio di padre vive nt e», «figlio unico o figlio primogenito, o in mancanza di figl i, nipote unico o primogenito di madre o avo la tuttora vedova, oppure di padre o avolo entrato nel 70° anno di età», «inscritto avente un fratello consanguineo al servizio mi litare dello sta to». La legge del 1907 ottenne un aumento di oltre 35 .000 arruolati abolendo il solo articolo 87 che prevedeva l' assegnaz ione alla terza categoria per ogni «Inscritto a vente un fratello consanguineo ascritto all'esercito permanente o al corpo reali equipaggi». Cfr DE1..Ne0Ro, cit., pp. 197, 221-223

5 Nuovi criteri per la visita militare, «La Perseveranza», venerdì 9 aprile 1909: «Roma, 8 no t te - La Tribuna dice che il Consiglio d i Stato ha dato parere favorevole ad uno schema di decreto del Ministro della Guerra, col quale si apportano modificazioni all'elenco dei casi di esenzione dal servizio militare. Le principali va rianti consistono in ciò: che la ol igoemia e la debolezza di costituzione non potranno più esser causa di riforma alla prima visita , ma solo dopo due periodi di rividibilità: e che basterà per essere giudicato idoneo al servizio mi litare il per imetro toracico di 80 centimetri, qualunque sia la statura, mentre attua lmente il perimetro toracico deve essere in relazione con la statura, dimodo che talu no può essere r iformato, pur avendo gli ottanta cent im etri di torace. Tali mod ifica zioni non verranno però app licate alla leva della classe 1889, per la quale sono già in corso le operazioni».

6 DEL NEG RO, p. 223.

7 AA.PP., Leg. XXIII, Camera-Documenti, N. 102-A, p. 2 stro esercito. In discussioni parlamentari infatti, come pure nella relazione dell'onorevole commissione d'inchiesta per l'esercito, è stato accennato ad una forza molto superiore. Eppertanto vi richiedo che per l'esercizio 1909-1910 la forza bi lanciata sia portata a 225.000 uomini, che rappresenta l'indispensabile, sino a tanto che i nuovi ordinamenti non avranno avuto attuazione . Con detta forza bilanciata le compagnie di fanteria potranno avere una forza media annuale di una ottantina di uomini, ed u na normale di oltre 85, per circa IO mesi dell'anno, durante cioè il periodo di forza massima, mentre in corrispondenza del periodo di forza minima sarà presente a1Je armi la 2 • categoria, che servirà appunto a colmare in parte i vuoti prodotti dal congedamento 8

L 'aumento di 26 milioni per il bilancio ordinario del Ministero della Guerra richiesto da Spingardi serviva in gran parte a coprire le spese derivate dall'aumento della forza bilanciata .

I richiami di classe dovevano invece servire a garantire un buon livello di addestramento dei soldati in congedo che avrebbero dov u to rafforzare i reparti dell'esercito in caso di guerra. «Mentre negl i ese r cizi 1905 - 1906, 1906- 1907 e 1907- 1908>> ricordava Spingardi «furono effettuati richiami di poca entità (rispettivamente di circa uomin i 30.000, 18.000 e 28.000), nell'esercizio 1908 - 1909 furono richiamati o ltre 40 000 uomini» e dichiarava di voler effettuare richiami di classi su scala molto più vasta a partire dal1'esercizio finanziario 1909- I9 J 0 9 •

La questione era particolarmente sentita dai militari che sed evano in Parlamento.

Marco Di Saluzzo , uffic iale e membro di quasi tutte le commission i incar icate di esaminare i progetti di legge a carattere militare p r esentati dal Ministro Spingardi, si compiaceva che il Mini stro s i proponesse di dare ai richiami u na maggiore estensione : ordine di idee in cui era entrata pure molto o p portunamente la Commissione d'inchiesta . [. . . ) Ma non basta che si effettuino i richiami: bisogna anche che si presentino i richiamati. Ora, se noi diamo uno sguar d o retrospet t ivo su ciò che è successo per i richiami effettua t isi negli anni precedenti, t rov iamo che: ne l 1904 s u 33 mila richiamat i mancarono 14 m il a; ne l I 905 su 62 mila mancar ono 25 mi la; ne l 1906 su 43 mila mancarono 20 mila; nel 1907 su 69 mila mancarono 35 mi la; nel 1908 su I IO mi la mancarono 50 mila . - Insomma il 50 per cento dei richiamati non s i presentò - e a propos i to Di Saluzzo !amen -

8 Ibidem N. 102, p.2. La seconda categoria veniva chiamata so litamente per un per iodo di istruz ione di tre mesi t ra la metà di agosto e la metà di novembre, cioè nell'intervallo tra il congedamento della c lasse anziana e la chiamata della nuova leva. Era questo il cosiddetto «pe riodo di forza minima» e la chiamata della seconda categoria doveva servire ad attenuare l'inconveniente di quello che era consider ato un periodo di crisi per tutti gli eserciti. Tendenza costante di Spingardi fu comunque da un lato la r id uzione del periodo di forza minima fino ad annullarlo, dall'altro far compiere alla 2• categoria il servizio di sei mes i , cioè il mass imo previsto dalla legge. V. Relazione Ufficiale, pp. 73 -74 e nn 30 e 31 alle pp. 173 - 174.

9 AA.PP., Legislatura XXIII , Camera- Documenti, N. 102, p 2.

generale Paolo Spingardi

tava il guaio dell'emigrazione che - produce molti vuoti nelle file dei nostri richiamati; e non si vede quale rimedio si possa portare, in tempo di pace, a questo stato di cose. Tutt'al più, per vedere in quali acque si navighi , per vedere quale sia la parte di forza in congedo che ci possa mancare, e per prowedere in conseguenza, se occorrerà, a qualche spostamento d i classe nelle diverse linee, sarebbe opportuno ricorrere a quel sistema di chiamate di contro!Jo (... ] in forza del qual sistema gl'indivi d ui in congedo dovrebbero presentarsi, in determinati period i , in dati centri, per dar conto della loro prese n za in patria . [. .. ] È certo che conviene asso lutamente aumentare i ric hi ami, per gli a n ni venturi. [. .. ] Se , in tema di richiami, paragon iamo ciò che succede da noi con quel che succede all'estero , il paragone è sconfortante. - In q uest'anno l'Austria ric hiama 7. 000 ufficiali, 430 .000 uomini e 19.000 cavalli, anche perché in Austria c'è il sistema di affidare i cavalli ai privati; la Francia 480 000 uomini e 10 000 ufficiali e la Germania 380.000 uomini: noi ne richiamiamo soltanto 160 .000 d ei quali , per le ragioni che ho accennato, possiamo appena far conto ch e se ne presenteranno 90 mila '° ·

Si trattava comunque, evidentemente, di un notevole passo avanti rispetto al passato.

Il competente generale P istoja, p iù volte relatore delle leggi che ogni anno si votavano p er le operaz ioni di leva, riportava cifre assai simili.

Bisogna abbondare nei r ic hiami, mentre in ciò siamo assa i deficienti a d i fferenza di quanto fanno gli altri stati. [ .. . ] La F rancia richiam a a d esso più d i 500 mila uom i ni , cioè 360 mila riservisti e 150 mila terri t oriali, d ei quali no i da 20 anni non ne r ich iamiamo alc u no 11 ; l'Aust r ia richiama 40 [ma voleva sicuramente dire 400] mila uomini annualmente. - Ora perché le manovre e le esercitazioni di campagna siano proficue, bisogna p r ecisamente che in quel periodo le uni tà e i r eparti r aggiungano approssimativame n te la forza di guerra: a ltrimenti una vera e propria istruzione non si può avere 12

10 AA.PP. Leg. XX III , Camera -Discussioni, 8 giugno 1909, pp. 2087 -2088. Marco Di Saluzzo Di Paesana (I 866- 1928), di nobile famiglia piemontese, frequentò l' Accademia militare di Torino uscendone ufficiale d'Artiglieria . F requentata la scuola di Guerra, divenne un brillante ufficiale di Stat o Maggiore, ma si congedò col grado di capi tano. Depu t ato dal 1904 a l 1919, poi nominato senatore, alla Camera sedette al centro. Richiamato per la grande guerra raggiunse il grado di colonnello. Dal giugno a l novembre 1919 fu sottosegretario ali' Ass istenza militare e Pensioni d i guerra nel primo m inistero Nit ti e dal giugno 1920 al luglio 1921 fu sottosegretario agli Esteri nel ministero Giolitti.

11 Si riferisce alla milizia terri toriale, creata con la legge 7 giugno I 875, integrata dalla legge 30 giugno 1876. Includeva i riservisti più anziani non validi a combattere in prima linea, ma validi per compiti d i presidio e di servizio ne lle retrovie . Avrebbe dovuto essere richiamata periodicamente. In realtà l'istituzione ri mase sempre sulla car ta. V. P. P1ERJ , /e/orze armate nell'età della Destra, Giuffrè, Milano, 1962, p. 85 e doc. n . 144 a p .465.

12 AA.PP., Legislatura XXIII, Camera-Discussioni , 2• tornata del 9 giugno 1909, p. 2170. Francesco Pistoja ( 1838 - 1927) , vo lontario nel 1859, venne nominato sottotenente d i fanter ia allo scoppiare della guerra contro l'Austria. Partecipò alle campagne del 1860-61 e 1866. Nel 1865 passò nel corpo di Stato Maggiore. Fu poi addetto all'Istituto geografico militare di Firenze. Colonnello nel 1886, comandò il 2 1° Reggimento fanteria. Compiuto il biennio prescritto al comando di reggimento tornò nello Stato Maggiore. Maggior generale nel 1894, comandò

Il generale Mazzitelli rafforzava l'argomento collegandolo con la forza bilanciata:

Non è possibile, senza una certa consistenza di uomini sotto le armi, fare le istruzioni. Ma come provvedere? Ci vor rebbe non più la forza bilanciata di 225 mila ma quella di 250 mila voluta dalla Commissione d'inchiesta. Ma i quattrini mancano. Ebbene, io mi contento dei 225.000 purché s i adotti un rimedio, ed è quello dei richiami, ma dei richiami abbondanti. - Il ministro della guerra ci ha prom essi questi richiami abbondanti e sono sicuro che egli terrà la sua promessa; ma in che modo saranno abbondanti? Relativamente agli anni passati che sono stati nulli, meschini, mentre noi dobbiamo regolarci sempre su quello che si fa altrove, in questa faccenda della forza, perché la forza è tutta una cosa relativa. [ ] [Francia e Germania] hanno eserciti di 600.000 uomini, ne chiamano so tto le armi 400 o 500 mila ed ecco che hanno, per qualche tempo, l'esercito di un milioncino. - Ahimè! quanto noi siamo lontani da questo! Avremo 225.000 uomini, non so quanti ne chiamerà il ministro, farà, ripeto, tutto quello che potrà fare, ma non sarà abbastanza 13 •

Mazzitelli si rivelò profetico. Per quanto gli sforzi del Ministro siano stat i costanti, e i richiami sempre nettamente superiori agli anni precedenti, la loro entità non raggiunse mai i livelli auspicati 14 •

«I quattrini mancano» ricordava Mazzitelli. E per poter incorporare tutto il contingente senza bisogno di aumentare il bilancio si imponeva la ferma biennale. È ovvio che mantenere sotto le armi centomila soldati per tre anni sarebbe costato quanto mantenerne centocinquantamila per due anni. Inoltre anche la necessità di fare una concessione al Parlamento e all'opinione pubblica in cambio dell'approvazione dei nuovi bilanci militari, e le indica- la Brigata Pinerolo. N el 1896 venne inviato in Eritrea quale giudice supplente nel Processo Baratieri. Tenente Generale nel 1898, comandò la Divisione Militare di Bresc ia. Nel 1903 venne e levato al comando del Vll Corpo d'Armata. Nel 1906 andò in Posizione Ausiliaria per raggiunti limiti cli età. Deputato di Casalmaggiore per quattro legi slature consecutive (1900-1919) si schierò con i liberali costituzionali, sedendo al centro. Nel 1923 venne nominato senatore li

13 AA.PP. Leg. XXIII, Camera -Discussioni, 2• tornata del 9 giugno 1909, p. 2184. Achille Mazzitelli (1845 - 1912), sottotenente del genio nel 1865, prese parte alla campagna del 1866. Raggiunse nel 1902 il grado di Tenente Generale e nel 1910 venne designato per il comando di una armata in guerra ma nel 191 I volle essere collocato in Posi zione ausiliaria a causa delle sue precarie cond iz ioni di salute . Deputato dal 1904 alla morte, fu assiduo ai lavori della Camera, dove sedette al centro.

14 Nel 1910 si richiamarono circa 80.000 effettivi; nel 1911 102.000. Inoltre ogni anno si richiamò, per tre mesi a partire dal 16 agosto, la 2• categoria, che oscillava intorno ai 40 000 uomini. V. « L 'Eserci to italiano», 12 agosto 1910, 11 gennaio 1911 e 9 luglio 191 I. Per un discorso generale sui richiami e l' istruzione delle truppe v. STEFANI, p. 582; Relazione Ufficiale, pp. 23, 78-80. Venne anche attuato il provvedimento auspicato da Di Saluzzo: con le gge 7 luglio 1910, n° 407 si istituirono le chiamate di controllo. V. Relazione Ufficiale, p. 21; D EL NEGRO, p. 229; RFS, Direzione generale Leva e truppa Provvedimenti più importanti adottati a partire dal 4 aprile 1909, essendo ministro S.E. il generale Spingardi .

generale Paolo Spingardi

zioni che venivano dalla Commissione d'inchiesta sull'esercito, fecero sentire il loro peso sulle decisioni del Ministro 15 •

Fi n dal 1905, quando la ferma biennale fu adottata in Francia, la Camera si era dimostrata sensibile al problema, con una proposta formale di ridurre la ferma a 24 mesi per le armi a cavallo e 18 per le altre armi, ma non se ne fece nulla 16 • In Germania la fe rm a biennale vigeva per la fanteria fin dal 1893 n

Nel febbraio 1907, in sede di presentazione del disegno di legge sul reclutamento, il Ministro Viganò propose che ad esso fosse unita l'adozione della ferma biennale 18 Ma la legge sul reclutamento venne stralciata dalla legge sulla ferma biennale «perché allora, sopra tutto, urgeva risanare i nostri effettivi da quel costa nte e gravissimo depauperamento annuale a cui essi andavano soggetti» 19

L'argomento tornava nel I 908, proposto dall'onorevole Pi stoja nella relazione sul disegno di legge per la leva dei nati nel 1888 20 •

Spingardi adottava senz'aJtro, nel 1909, in via ammin istrativa, la ferma di due anni per tutte le armi, congedando la classe anziana in servizio 21 Ma si trattava di una prassi normale, essendo facoltà del Ministro della Guerra il congedare anticipatamente i sold ati sotto le armi per rientrare nei limiti di spesa. Nella realtà dei fatti, a causa dei tagli effettuati al bilancio dell'amministrazione della guerra a partire dal 1891, quasi tutti i soldati di leva avevano compiuto fino al 1909 una ferma non superiore ai 24 mesi2 2• Fino a quel momento l'espediente, attuato per la prima volta da Pelloux, sottintendeva però il proposito di tornare alla ferma triennal e non appena il bilancio Io avesse consentito. Spingardi ritenne invece fosse g iun to il momento di dare sanzione legale alla ferma biennale: nel giugno 1909 faceva

15 V . DEL NEGRO, pp . 224-225 . Il 26 maggio 1909 la commissione a veva presentato la sua l6 V. DE CHA URAND, p. 104.

· Quarta Relazione, concernente appunto i temi connessi all a «Ferma sotto le armi». La maggioran z a della Commissione si era pronunciata per il mantenimento delle ferme scala r i, c i oè varianti a seconda dell'arma o della specia l ità. La minoranza della commissione, invece, e la quasi totalità degli ufficiali in terpella ti dai commissari si era pronunciata per la ferma biennale pura, uguale per tutte le armi . Cfr. CA c 1u Lu , L'amministrazione della guerra e la Commissio n e d'inchiesta sull'eserci to, c it, p 14: D E CHA URAND, p. 104.

17 Per l 'adozio ne della ferm a bienna le in Francia, v P.-M DE LA GoRCE, Le armi e il potere. L'esercito francese da Sedàn all'Algeria, Il Saggiatore, Milano 1964, pp 101-137; per quanto riguarda l ' esercito germanico v. G RrrTER, i militari e /apolitica nella Germania moderna. Da Federico il Grande alla prima guerra mondiale, Einaudi, Torino, 1967, pp 491-51 I.

18 Cfr. AA.PP, Legislatura XXII, Camera- Documenti, N. 626, pp. 37.

19 Relazione della Commissione sul disegno di legge sull'adozione della ferma biennale, AA.PP., Legislatura XXIII - Camera -Documenti, N. 337-A, p. 2.

20 ibidem e DE CHAURAND, p. 104

21 Cfr. D e CttAURAND, p. 105; DEL NEGRO, p. 224

22 DEL NE0 RO, p. 224 quindi annunziare dal sottosegretario Giuseppe Prudente l'intenzione di presentare un apposito progetto di legge 23 •

Il clima parlamentare era del resto oltremodo favorevole. Già presentando la relazione su l bilancio della guerra per l'esercizio finanziario 1909-1 910 il deputato Pai s-Serra diceva nella seduta del 4 giugno 1909:

Ritiene adunque il nostro re latore che la questione della ferma biennale, e per conside razioni di ordine sociale, e per ragioni tec niche, e per le condizioni di bilancio è pienamente matura per essere attuata 24

Nel dibattito sui maggiori stanziamenti e sul bilancio del ministero della guerra, i richiami circa l'opportunità della ferma biennale furono i più ricorrenti negli interventi degli oratori Il deputato Di Saluzzo esponeva chiaramente la questione:

Per l'elemento uomo un buon passo si è fatto con la legge del 15 dicembre 1907. Prima di esso noi perdevamo annualmente, nei nostri effettivi di mobilitazione, 38 mila uomini. Con esso, non solo abbiamo rimediato a questa lacuna, ma ci s iamo posti in grado di poter effettuare, senz'altro, la ferma biennale. La quale (possono compiacersene tutti coloro che la caldeggiarono per ragioni d'indole sociale , certamente non trascurabili, come possono e debbono rassegnarsi tutti coloro che l'avversavano per esagerati scrupo li tecnici) esce ora dal campo delle dispute teoriche e si impone con l'evidenza dei fatti. Si impone tanto che, se volessimo mantenere la ferma triennale, con l'attu ale contingente annuo, si sarebbe obbligati, data la forza bilanciata che abbiamo, a conge dare annua lmente un numero di uomini maggiore di quello che verrebbe sotto le armi.

23 V. AA.PP. Legislatura XXIll - Camera-Discussioni, tornata del 4 giugno 1909, p. 1899

Si trattava della risposta a una interrogazione presentata da ventuno deputat i, t ra i quali i più noti erano Treves, Turat i, Andrea Cos ta, Giacomo Ferri, al Ministro della Guerra «per sapere se in tenda presentare un d isegno di legge sulla ferma biennale» Prudente rispondeva: «Rispondo agli onorevoli in terroganti che il Ministe ro ha deciso di presentare quanto prima alla Camera un disegno di legge relativo alla ferma biennale (Vive approvazioni)». Giuseppe Prudente (1848-1910) sottotenente di fan ter ia nel 1866, frequentò successivamente la Scuola di Guerra e passò nello Stato Maggiore. Rag giun to il grado di colonnello nel 1894, comandò il 4° Reggimento bersaglieri. L' anno success ivo venne inviato a Berlino quale addetto mi l itare. Promosso Maggiore Generale nel 1900, comandò la Brigata Bergamo fino al 31 agosto di quell'anno quando fu nominato Comandante della scuola Militare di Modena, mantenendo l 'incarico fino al 1902. Nel 1907 venne promosso Tenente Generale. Pur non essendo né deputato né senatore, il 16 dicembre 1908 fu nominato sottosegretario di stato alla Guerra, reggendo la carica fino alla morte, avvenuta il 4 giugno del 1910 il generale Paolo Spingardi

24 AA.PP., L eg . XXIII, Camera-Documenti, N. 28-A e 28-bis-A, p. 27. Francesco PaisSerra (1837 -1 924), di nobile famiglia sarda combatté con Garibaldi raggiungendo il grado di colonnello Deputato di Sassar i e Ozieri dal 1882 al 19 19, alla Camera sedeva all 'estrema sin istra, ma generalmente votava a favore del governo. Volontario nel 1915 seppe mer itarsi una medaglia di b ronzo e nel 19 18 la promozione a maggior generale.

Egli si dichiarava dunque deciso fautore della ferma biennale perché in verità io comprendo una ferma biennale del tipo francese, in cui tutti fanno due anni di servizio, comprendo una ferma biennale del tipo tedesco in cui la sola cavalleria fa tre anni di servizio, ma gli altri ne fanno due; ma non comprendo la ferma biennale nella quale una parte del contingente che non sia di cavalleria debba fare tre anni di servizio . - Allora non è più ferma biennale, ma è la ferma scalare pura e semplice che abbiamo ora in attuazione. Anche adesso una parte del contingente fa tre anni di servizio, una parte due e una parte uno solo 25 E la ferma biennal e in queste condizioni diventa una vera finzione.

Di Saluzzo teneva a sottolineare che la ferma biennale non andava assolutamente considerata come un compenso accordato al Paese per la maggiore estensione data alJ'obbligo di servizio [ ] La ferma biennale è la conseguenza automatica del fatto che il contingente annuo è aumentato in relazione alla forza bilanciata che abbiamo: è, per servirmi di un'immagine, il piattello di una bilancia che si solleva per il maggior peso caricato sull'altro, ma non è un corrispettivo che si accordi al paese perché sia esteso l'obbligo di servizio 26

Anche il generale Fortuna to Marazzi, portavoce militare dell'opposizione so nniniana, si pronunciava a favore della ferma biennale: «Io sono fautore, come lo è l'opposizione costituzionale, della ferma biennale. anzi consideriamo i due anni come un massimo uguale per tutti, salvo a discendere ad una ferma minore per chi ne è meritorio» 27 , intendendo con ciò che chi dimostrasse di aver bene appreso i fondamenti dell'addestramento, avrebbe anche potuto essere congedato prima.

25 Questo perché i rivedibili per un anno compivano una ferma di due anni e i rivedibili per due uno solo Spingardi impose la ferma biennale anche per questi.

26 AA.PP., legislatura XXIII, Camera discussioni, 2• tornata dell'8 giugno 1909, pp. 2086 -2089.

27 Ibidem, p. 2 108 Fortunato Marazzi (Crema 1851-1921) fu so ttosegretario alla guerra dal febbraio al maggio 1906 nel primo governo Sonnino con il Ministro Luigi Majnoni d'Intignano Ten gen. nel 1909, comandò la Divisione militare di Bari e nel 191 I quella d i Brescia. Nel 1913, deluso per essere stato escluso dall'avanzamento , chiese e ottenne da Spingardi di essere collocato in Posizione Ausiliaria. Nel 1915 venne richiamato e comandò la 29" e poi la 12• Divisione , alla testa della quale entrò primo in Gorizia 1'8 agosto 1916. Ma qualche mese dopo lasciò il servizio, per screzi con Cadorna (per il quale ha paro le durissime in Splendori ed ombre della nostra guerra, Casa editrice Risorgimento, R. Caddeo & C ., Milano 1920, pp. 59-80). Deputato di Crema dal 1890 al 1919, nel 1920 venne nominato senatore. Oltre a Splendori ed ombre pubblicò altre interessanti opere di carattere militare quali Su/l'insurrezione parigina del 1871. Ricordi (1873), L'esercito dei tempi nuovi (1901), l i contingente unico e le sue conseguenze (1894), Nazione armata (s.d Postumo). In discorsi e re lazioni parlamentari, oltre che nei libri citati, egli espose le sue idee sugli ordinamenti militari, intese ad eliminare gli enti burocratici dell'esercito e ad avvicinarlo alla nazione anche attraverso il reclutamento territoriale, del quale fu un ardente fautore

Il 9 giugno 1909 interveniva ancora un altro deputato militare, il gen. Mazz itelli. Come già Di Saluzzo egli intendeva sottolineare come la ferma biennale non dovesse essere considerata il corris pettivo della legge sul reclu tamento, ma derivasse da motivazioni esclusivamente tecniche. P er Mazzitelli la ferma biennal e era una necessità assoluta, non per le ragioni dette da alcuni, cioè come co rri spettivo della maggiore gravezza della legge sul reclutamento che fu votata [... ] Voglio la ferma di due anni non come corrispettivo qualsiasi, ma perché maggiore si a il numero dei cittadini chiamati all'esercito, per is truirsi e prepararsi a lla guerra, affinché, a pari bilancio, cioè a pari forza bilanciata, si possa avere un esercito più numeroso, od a pari forza d 'esercito, si possa avere un esercito più vigoroso, più giovane: poiché è evidente che, se noi, ogni anno, istruiremo una classe più numerosa, avremo bisogno di un minor numero di classi: e qu i ndi faremo assegnamento specialmente sui giovani, con quegli effetti, anche economici e sociali, c he t utti comprendono 28•

La ferma biennale era parte integrante del programma di Spingardi ed egli prese perciò formale impegno di presentare un disegno di legge il quale sancisse con la ferma biennale per tutte le armi il principio dell'uguaglianza del tr ibu to che tutti i citta di ni d evono pagare alla Patria, principio sociale della pi ù alta importanza. (Bene! Bravo!) - Io non disconosco, e l'ho dichiarato alla commissione di inchiesta che me ne fece interrogazione, non disconosco la gravità degli argomenti degli oppositori. Niuna cosa al mondo è perfetta! Ma i l Governo vi presenterà parallelamente tutti quei provvedimenti che val gan o, se non ad eliminare completamente, certamente ad attenuare la portata degli inconve ni e nti , p ur rispettando il principio d ella uguaglianza 29

Nel giugno 1909 anche uomini po li tici di sp icco e appartenenti a diversi schieramenti, come Sonnino, il leader repubblicano Salvatore Barzilai , il socialista Badaloni , si espressero per la riduzione della ferma 30 In somma tutti i settori della Camera assecondavano il progetto min ister iale.

28 AA.PP., Leg XXIII , Camera-Discussioni, Tornata del 9 giugno 1909, pp 2 183

29 AA.PP., Leg. XXIII, Camera-discussioni, Tornata dell' J l giugno 1909, p. 2257. Secondo le dichiarazioni del ministro, «presupposto e condizione di rei necess aria alla migliore attuaz ione della ferma biennale» avrebbero dovuto essere i provvedimenti per il t iro a segno obb ligatorio e l'educazione fisica « nell'in tento di fare ampiamente, efficacemente concorr ere quest e ist ituzion i a ll a preparazione della gioventù a quelle d iscipline che avranno poi la loro integra zione nel servizio militare sotto le armi » (ibidem) Nono s ta n te la questione fosse oggetto di interventi in Pa rlamen to (cfr. D i Saluzzo 8 gi ugno 1909, pp. 2088 -2089), non se ne fece nulla di concreto Al Ministero della Guerra esis teva una apposita « Divi s ione tiro a segno ed educazione fisica», ma l'unico disegno di legge sul Tiro a segno nazionale ed educazione fisic a a s copo militare, presen ta to alla Camera dei Deputati nella seduta 11 febbraio 19 10 co l n. 338, si insabb iò negli uffici della Camera fino a deca dere in seguiro a ll a ch ius ura della legislatura.

30 V. AA.PP. Leg islatura XXIII , Camera-Discussioni, Tornata del 12 giugno 1909, pp 2295, 2321, e 13 giugno , pp. 2353-2354. Sonnino : « [Il Mini st ro) accetta la ferma biennale per

Il generale Paolo Spingardi

Anche al Senato, nella discussione del 26 giugno, il problema ebbe modo di emergere come uno dei più sentiti. Ma qui, al contrario che alla Camera dei Deputati , sorsero obiezioni che preannunciavano l'opposizione che un anno dopo sarebbe sorta in alcuni settori, coerentemente col carattere conservatore della Camera Alta . Che si esprimesse pare r e favorevole o contrario, era comunque messa in luce l'importanza dell'argomento e quanto fosse sentito dalle diverse componenti politiche.

Contrario si dichiarava l'ex capo di Stato Maggiore Dom enico Primerano soprattutto per il timore che al congedo di una classe non rimanessero sufficienti truppe addestrate sotto le armi, che non ci fosse abbastanza tempo per forma r e i sottufficiali e i gradua t i di truppa e addestrare le armi speciali :

La tendenza, la vedo, con rincrescimento, è per la ferma biennale, pe rché fa credere a molti che se ne possa conseguire economia nelle spese e vantaggi socia li, il che non è La ferma biennale s ign i fica in sostanza avere due contingenti di leva sotto le armi in pace; ma con due contingenti di leva, quando si congeda una classe, che cosa resta dell'esercito? E fino a quando non è addestrata la classe nuova, che consistenza ha l 'esercito? Come provvedere ai quadri di bassa forza, alle armi speciali: cavalleria, genio, artig li eria, zappator i di fanteria? 31 tutte le armi; e me ne rallegro » Barzilai: «Altro coefficiente della debolezza militare, la resisten za tenace dei m inistri della guerra alle riforme, delle qual i ieri, in verità, l ' onorevole Spingardi disse accoglierne qualcuna, non priva d'importanza: per esempio, l a ferma biennale, che l a commissione d'inchiesta aveva accolto ma fino ad un certo punto. Mi compi accio che il ministro del l a guerra sia andato al di là di quel punto». Badaloni: «Finché un nuovo ordinamento m ilitare, quell'ordinamento militare che, sino a quando duri l a necessità delle armi, noi vagheggiamo: un ordinamento militare il quale non separ i il soldato dal ci ttadino, e il cittad ino dalla famigl ia : finché questo nuovo ordinamento mi litare non sia possibile, noi crediamo che bisogni temperare con tutti i mezzi la gravezza del servizio militare : e innanzi tutto bisogna r idur re la ferma Ho preso atto con grande sodd isfaz io ne delle dichiarazioni da voi [l' altro]ier i fatte alla Camera e dell'impegno preso (leggo le vostre parole): 'di presentare un d i segno d i legge che riconosca, con l'obbligo della fe rma biennale per tutte le armi, il pr incip io dell'uguaglianza del tributo che tutti i cittadini debbono pagare alla patria'. - Ma, onorevole ministro, io r icordo non so l o una promessa ministeriale, ma anche un disegno di legge minister iale, il quale consacra va lo stesso principio e del quale, al pari di me, voi conoscete la sorte.

- Ebbene, in nome degli interessi superior i de l nostro paese, io vi prego di vo lere tradurre sollecitamente in atto i propositi dei quali avete daw notizia alla Camera . - Noi, è vero, siamo mossi da ragion i , da preoccupazioni di indo le soc ial e; ma fo r tunatament e, sul ter reno della riduzione della ferma, l'inte resse sociale e l ' interesse militare, invece di opporsi, concordano e si fortificano a vicenda. Quello che è per noi necessità socia le, è per voi necessità militare».

Nicola Badaloni ( 1854- 1945) deputato dal 1886 al 1890e dal 1892 al 1919, nel 1920 fu nominato se natore. Laureato in medicina e ch irurgia a Bologna, fu medico condotto a Trecenta (in provincia di Rovigo), aiuto d i materia medica all'Università di Padova, libero docente d i clinica medica a Perugia e di patologia specia le med ica a Napoli. Organizzò le leghe socia liste del Polesine. Appartenente al gruppo social ista di Bi sso l ati, uscì con lui dal partito nel 1912 .

5. Domenico Primerano nacque a Napoli il 29 marzo 1829. Studiò alla scuola militare della Nunziatella entrando poi nelle file dell'esercito borbonico come ufficiale di artiglier ia. Nel 1861 entrò

3 1 AA.PP. Leg. XXIII - Senato-Discussioni, Tornata del 26 giugno 1909, pp. 824-82

P er ovviare a questi rischi era necessario secondo lui che tutti rimanessero vent isette o ventotto mesi sotto le armi [ . ] perché allora si potrebbe congeda re una classe quando la nuova leva ha ricevuto già una certa istruzione di t re o quattro mesi, e così al congedamento della c lasse anziana non avverrebbero crisi, e la forza media delle compagn ie r im arrebbe poco variata, senza pretendere di arr i vare ai centoquaranta uom in i per compagnia in tempo di pace, come si trovan o in altr i eser c it i (. ] l o in sisto su questo gravissimo argomento pe r ché, secon do me pre domina t utti g li altri, ed è la b ase fondamentale de ll a buona costituzione di ogni esercito 32

Eppure erano ben pochi i so ld at i che compivano tre iutieri anni di fe rma. Lo am mettev a lui stesso dic en do che col sistema vigente «og ni anno una parte del conti n gente è ascritto alla ferma di tre anni che finisce per ridursi a 30 mesi ed un'altra di due anni che si riduce a 18 m es i )) E ra la realtà delle co se da quasi venti anni e gli inconvenienti p a ventat i da P rimerano o non si era no ve ri ficati o nessuno se ne era mai lamentato. Il vecchio genera le era ev id entemente legat o a concezioni ormai superate circa l'addestramento d e l personale e non esisteva, alla lu ce dei fatti, un valido motivo tecnico per opporsi all'adozione della ferma biennale. La quale d'altronde non era poi così lontana da quei ve nti sette o vent otto mesi auspicati da Prim erano.

Il generale Tarditi era invece favorevole alla riduzione della ferma perché tale è la vo lontà del paese, non è so ltanto il parere di pochi [. . . ] E il Governo non può rifiutarsi a questa vo lontà . - [ ] Del res t o creda, o n orevo le senatore Primerano, che nell'esercito è ugualmente sent ita la necessità di questa ri duzione , e d à appr ov ata . - Interpelli gli ufficiali infe ri or i , q ue lli che ed ucano direttamente il sold ato: e da tu tt i sent irà come si de bba ridu rre la ferma - L'onor. se na tore Primerano ha anche accen na to alla convenienza di tenere alle armi t re cont in genti . Ma come potrebbe farlo il ministro della guerra? È imp o ssi b ile Do vr e bb e forzatament e ricorrere a dei ri pieghi , perché il bil ancio non lo permette; opp ure d ovre bb e sacrificare altri nell'esercito italiano co l grado di magg iore di Stato Maggio re. Partecipò alla campagna del 1866 e in quella del 1870 fu capo di Stato Maggiore del corpo d'occupazione di Roma e si guadagnò la c r oce di cavaliere dell'Ordine Mi litare di Savo ia Nel I871 fu nomina to co lonnello e comandò il 58 ° Reggimento fante r ia. Dal marzo 1876 al marzo 1878 ricoprì la carica di Segre tario Generale a l Ministero della Guerra. Dimessosi da ll a carica in segui to a!Ja cadu ta del Minist ro Mezzacapo , comandò la 29 • Bri gata di fan teria (era stato promo sso maggiore generale nel 1877). Promosso Tenente Generale nel 1884, coma ndò le Di vis io ni militari di Genova e Milano, d ivenendo nel 189 1 comandante del III Corpo d'Armata. Nel 1893 ven ne nom inalo capo di Stato Maggiore dell' Eserc ito, carica che r icoprì fino a l lug lio 1896, quando ven ne collocato in Posizione Ausiliaria dal Mini stro PeJJoux in seguito alla c ris i segu ita alla sconfitta di Adua (cfr. GoocH, Army, State and Society, cit., pp. 99-100) Deputato nella XIII legislatura ( I 876 -1 880), venne nominato senat ore nel 1894. Morì a Roma il 26 feb brai o 19 1 1. 32 AA. PP ., Leg. XXIII, Senato-Discussioni, torna ta del 26 giu gno 1909, p 825. migUoramenti di grande vantaggio per l'esercito. - Di guisa che, vecchio di anni e di servizio, mi dichiaro partigiano della ferma ridotta, della ferma dei due anni 33 •

Si erano così delineati gli schieramenti dell'anno seguente: la quasi totalità della Camera favorevole al progetto, considerato ormai non più differibile; e una fetta consistente del Senato irriducibilmente avversa al progetto sostanzialmente per la temuta insufficienza dei due anni a formare i soldati delle armi a cavallo.

Incoraggiato comunque dal clima generale nettamente favorevole alla riforma, Spingardi presentava alla Camera il progetto di legge I' 11 febbraio 1910.

Oltre ovviamente a ridurre la ferma a due anni per tutte le armi, si cercava di limitare i temuti inconvenienti per le armi a cavano, che richiedevano un più lungo periodo di istruzione di base. Fino a quel momento i soldati di leva destinati alle armi a cavallo ven ivano estratti a sorte. Col pratico risultato che un buttero della Maremma poteva finire in fanteria e un gondoliere veneziano in cavalleria. Gli inconvenienti del metodo erano aggravati dal fatto che i soldati di cavalleria, essendo assoggettati a ferma più lunga, non avevano obbligo di richiami. Così che, anche ammettendo che nei tre anni passati sotto le armi il gondoliere avesse imparato a cavalcare, è lecito supporre che, in caso di guerra, trascorsi molti anni dal servizio militare senza aver più cavalcato, egli avesse completamente dimenticato ogni insegnamento. Spingardi, insieme all'adozione della ferma biennale, secondo una concezione mo lto moderna volle si indirizzassero alle armi i coscritti secondo le loro particolari attitudini, cioè arruolando nelle armi a cavallo chi, per particolari mansioni della vita civile, fosse ragionevolmente già abituato al contatto coi cavalli ovvero chi per part icolare costituzione fisica potesse essere ragionevolmente ritenuto più adatto al servizio in cavalleria.

C he un periodo di istruzione di circa due anni s ia s uffi ciente a formare il so lda to nelle armi a piedi - egli diceva nella relazione che precedeva il disegno di leggenessuno ormai mette più in dubbio, così come per la altrui come per la esperienza nostra. [...] Ma è pure opinione dei tecnici - alla quale io accedo - per quanto da taluni controversa, che una is t ruzione di due anni sia sufficiente anche per le armi a cavallo ove a tali armi vengano assegnati individui veramente adatti e per la costituzi on e fisica e per la professione esercitata. Se non che una tale assegnazione pre-

33 AA.PP. Leg. XXIII, Senato -Discussioni, pp. 827-828. Cesare Tarditi (1842-1913), sottotenente di fanteria nel 1861, partecipò alle campagne del 1866 e del 1870. Colonnello nel 1888, comandò il 10° Reggimen to bersaglieri. Nel 1891 combatté in Eritrea. Nominato Maggior Generale nel 1896, fu sottosegr eta rio aUa Guerra dal giugno 1898 al gennaio 1900. T enente Generale nel 1903 , comandò la Divisione mili tare di Ravenna e poi quella di Napo li fino al I 907 , allorché fu collocato in Posizione Ausiliaria a vendo raggiunto i limiti di età prescritti per i Tenenti Generali . Venne nominato senatore nel 1909.

La questione della forza e la ferma biennale 65 suppone di poter fare la scelta delle reclute liberamente, su tutto il contingente, prescindendo affatto dal criterio cieco del numero avuto in sorte: e l'abbandono definitivo di questo criterio, a sua volta, è possibile solo se l'obbligo di servizio alle armi sia effettivamente uguale per rutti. - Ne deriva che le preoccupazioni per le armi a cavallo cui potrebbe dar luogo, per l'abbreviamento della istruz ione, l'adozione della ferma biennale, sono dissipate in virtù della parificazione per tutti dell'obbligo del servizio alle armi 34 •

La Commissione parlamentare incaricata dell'esame del disegno di legge appoggiò pienamente il Ministro:

Uguagliata la durata del servizio colla ferma biennale, e venuto meno l'obbligo di mandare in cavalleria i coscritti che avessero estratto i numeri più alti (era del resto questa una ingiustificata rinunzia che lo stato compiva a danno della razionale assegnazione dei soldati alle varie armi in ragione delle loro attitudini fisiche) è certo che si avrà il vantaggio di una migliore scelta di uomini per la cavalleria 35 •

La ferma per la cavalleria fu argomento ampiamente dibattuto alla Camera 1'8, 9 e IO giugno 1910, ma i discorsi al riguardo sfociavano tutti nel mero tecnic ismo 36 D'altronde solo elementi molto specifici potevano essere portati a sostegno della tesi che due anni fossero o non fossero sufficienti a formare un soldato di cavalleria . Il tempo si sarebbe incaricato di dimostrare non solo, o non tanto, che due anni erano sufficienti, ma che la stessa arma di cavalleria era ormai superata di fronte ai mezz i della guerra moderna 37 •

34 AA PP., Leg. XXIII, Camera documenti, n. 337, p I.

35 Ibidem, n. 337-A, p 5. Facevano parte della commissione eletta dagli Uffici della Camera, o ltre ai militari Pistoja, presidente della commissione stessa, Pais-Serra, e Di Saluzzo, relatore, e il giolittiano Augusto Battaglieri (1854-1929), che era comunque anche lui capitano della riserva: Gregorio Gallo (1878-?), segretario della commissione, deputato di sinistra ma senza più precisa collocazione politica: il marchese Luigi Borsarelli di Rifreddi (1856-1936), fedele giolittiano che avrebbe retto la carica di sottosegretario agli Esteri dal marzo 1914 al giugno 1919; Raffaele Conflenti ( I 859-19 I 4), personaggio di scarso spicco del gruppo di Sonnino; il radicale Mario Abbiate (1872-?), che nel 1920 sarebbe divenuto Ministro dell'Industria e Commercio e po i del Lavoro nel Governo Nitti: Eugenio Bergamasco (1858-?), giolittiano, cessò di far parte della commissione allorché venne nominato sottosegretario per la Marina nel marzo 1910. Interessante notare come, eletta durante il governo Sonnino, la commissione comprendesse un solo membro appartenente allo stesso gruppo politico del Presidente del Consiglio.

36 Cfr. per tutti, i discorsi degli onorevoli Negri De Salvi 1'8 giugno e Padulli il 9 giugno, contrari alla ferma biennale per la cavalleria, e Di Saluzzo il 9 giugno, che invece difendeva il disegno di legge, in AA.PP., Leg. XXIII, Camera -Discussioni, pp 8118 -8125, 8177 -8180, 8182-8185. Giulio Padulli (1869-1933), deputato per cinque legislature (1909 - 1929), poi senatore, come ufficiale di cavalleria combatté in Africa nel 1895-96, ma lasciò il servizio attivo prima di ascendere agli alti gradi. Alla Camera prese posto a destra. Costituitosi il Partito Popolare Italiano, vi aderì e a tale gruppo Parlamentare si iscrisse, ma ne fu espulso nel l 923 per il suo atteggiamento favorevole al Partito fascista.

37 Cfr. M. HowARD, La guerra e le armi nella storia d'Europa, Laterza, Bari 1978, p. 206: «[I cavalieri) si cullavano nella speranza che la maggior potenza di fuoco dell'artiglieria d'appoggio

Il generale Paolo Spi'!gardi

Dalla relazion e della commissione emergevano però due altre questioni di ben maggiore rilevanza: il volontariato di un anno e l'uso delle truppe in se rvizio di pubblica sicurezza.

Un anacronismo: il vo lontariato di un anno

Si trattava di un istituto creato dal Ministro Ricotti nel 1871 mutuandolo dall'esempio prussiano. Versando una cifra, che durante il Ministero Spingardi era di 1500 lire per la fanteria e 2.000 per la cavalleria, senza alcun altro titolo, il volontario otteneva la facoltà di rinviare il servizio militare fino al compimento del ventiseiesimo anno di età, e poi di ridurlo a un solo anno prestato in un reggimento di sua scelta e concluso con un esame che consentiva la nomina a sottotenente o sergente in congedo . Il vo lontariato di un anno avrebbe dovuto fornire, senza spesa per l'erario (anzi con un introito di diver si milioni), i quadri di complemento necessari all'atto della mobilitazione. Questa almeno era la funzione di istituzion i simi lari in Germania e in Austria-Ungheria. Ma mentre l'esercito tedesco e quello austriaco ne trassero migliaia di preparati ufficiali di complemento, in Italia divenne un puro privilegio del censo che permetteva ai figli di fam iglie abbienti di prestare un servizio militare alquanto più lieve. Inoltre non esisteva nessun obbligo di ottenere l'idoneità come ufficiale o sottuffic iale, tanto che moltissimi volontari si congedavano co l grado di caporal e 38 • La commissione relatrice sul disegno di legge per la ferma biennale dedicava un intero paragrafo all'argomento, affermando esplicitamente la propria contrarietà all'ist ituto, considerato un privilegio intollerabile: avrebbe saputo neutralizzare la accresciuta efficacia del fuoco d i fanter ia Pensavano che i progressi dell'allevamento equino avrebbero fornito rimonte capac i di superare senza stroncarsi le aumentate d istanze d i carica Quindi nel 19 14 tutti gli eserciti europe i entra rono in campagna con grossi corpi di cavalleria armati di lancia e di sci a bola, addestrati a caricare sul campo di battaglia e a sfruttare uno sfondamento. Nei grandi spazi dell ' Europa orientale, dove i fronti rimasero discontinui, la ca valleria fu imp iegata efficacemente ma sui fronti dell'Europa occidentale bastarono poche set timan e per ch iarire a tutti che la cavalleria era diventata un costoso anacronismo. Persino nei compiti di esploraz ione era destinata ad essere sostituita da unità di motociclisti o blind ate)>.

38 Cfr R ocHAT-M ASSO BRJO, p. 88. «Il gio va ne doveva arruolarsi come volontario a diciassette anni , prim a cioè dell'assegnazione per sorteggio alla prima o alla seconda ca tegor ia (questo era l'uruco svantaggio impostogli, perché la seconda categoria comportava di fatto l'esonero), po i poteva rinviare il servizio militare fino al ventiseiesimo anno d ietro esborso di una tassa, che g li dava anche il diritto di far passare nella terza categoria (esonero totale) un suo fratello (una specie di faci litazione per le famiglie numerose, purché abbienti) A titolo di paragone, la retribuzione [annua) di un funzionario statale della carriera direttiva era in iz ia lmente di 1800 lire , quella di un usciere di 1000 lire, quella d i un direttore generale di 8000 lire» (ibidem, nota 9 a p. 102).

È questo un istituto, del quale la vostra commissione concordemente pensa che sia un vero anacronismo e costituisca un vantaggio a pagamento non comportabile, in nessun modo, dai moderni tempi e dalla moderna concezione degli obblighi del cittadino di fro n te al servizio m ilit are. - L'Italia è la so la nazione, o r mai, che si ostini a conserva r e que sto non commendevole privi legio de l censo, la cui conservazion e ancor meno si comprende in un paese come il nostro, dove le istituzioni hanno una base più sch ie ttamente democratica , che non presso altri stat i, in cui il volonta r iato di un anno è fondato su criteri ben più democ ratici. - Non si può paragona r e, infa tti, al volontariato italiano di un anno né quello austriaco né quello germanico : entramb i si informano ad un concetto p iù elevato e non mercantile .Più elevato, perché richiedono maggiori t itoli di stu dio e importano l'o b bligo di fare l'ufficiale di complemento e di compiere in t ale qualità determinate prove di servizio: non mercantile, perché altro è far pagare una somma raggu ardevole per l 'abbreviazione del servizio come si pratica da noi, altro è, come in Aust ria e in Germania, richiedere che il vo lontario si mantenga a sue spese e tutt'a l più per la cavalleria pagh i l 'uso del cavallo. - Si not i poi che in entrambe qu este nazioni vige il prov vedimento di accor d are il volon t ar iato di un anno gratuito a q u eg li inscritti meno abbient i , che presentino ott i m i t ito li di stu d io . - Che presso di noi all'ostinazione ne l conservare questo istitu to non corrispo nd a un'egualmente profonda convinzione della sua legittimità, può servire di prova il fatto che già s i è pensato ad abolirlo (progetto Mai noni) o a modificarlo (progetto Viganò) . Nel progetto Viganò il vo lontariato di un anno era bensì parzialmente ed irrazionalmente conserva t o, in modo che ad esso potessero accede re determinate categorie di iscritti agiati non muniti di titoli di studio: ma quasi paralle lamente a q u esto conservato privilegio del censo ne era istituito uno per l'istruzione, concedendosi che g li in scritti istruiti po tessero rapidamente acquistare i galloni da sergente e pur rapidamente passare da questi a ll e sp alline di sottote nen te semp re comp ie ndo i l servizio di leva S i aveva, per tal modo, anche il vantaggio di ass icurare all' esercito u n la rgo recl u tamento di ufficiali di comp le mento. - Il mantenimen to dunque di tale anacron istico istituto ( ] non può essere sp iegato che da ragioni finanziarie, e c ioè dalla considerazione de l reddito che per esso deriva allo Stato. - Ma non sarebbe, anzitu tto, suffic iente d i fesa quella de l redd i to né pare alla vostra Comm iss ione che su esso si possa pi ù fare un grande affidamento Che se il volontariato d 'un anno poteva allettare, in tempo di ferma triennale , i coscritti ag iati, sfuggenti così al lungo gravame del se rvizio militare, mino r e sarà la sua forza di adescamento col regime della ferma biennale 39 .

P erciò la commiss ione proponeva un o rdin e del giorn o nel quale invitava il Ministro a modificare l'istituto sostituendo a l pagamento il titolo di st udio quale criterio di ammiss ione a l volontariato, e istituendo l'ob bligo di prestare servizio quale ufficiale di comp lemento . Se poi il governo non avesse vo lu to rinunciare a un in troito utile, la commissione avanzava la proposta di istituire «la tassa militare , che sarebbe una tassa sul ce nso e sarebbe pagata, oltre i lim iti d'un certo reddito , dai figli unici assegnati alla terza categoria», raccomandandone lo stud io «allo zelo illuminato dell'onorevole ministro» 40 •

Se attuata, la tassa militare sarebbe stata la prima imposta di tipo progressivo nella storia d'Italia. Non stupisce che la proposta sia caduta nel vuoto : la stessa classe sociale che tanto deprecava il vo lontariato di un anno poco gradiva una maggiore imposizione fiscale 4 1 •

Com unqu e, dal punto di vista strettamente militare, fin dal 1882 esistevano a ppositi corsi per ufficiali di complemento, e perciò l'unica eventuale utilità d el volontariato di un anno non sussisteva più. Anche agli occhi dei militari insomma il tanto deprecato istituto non aveva molto significato. Inoltre l'introito derivante dal vo lontariato andava neIJe casse del Tesoro e quindi non era nemmeno di immediato vantaggio per l'amministrazione della guerra .

Tanto da destra quan to da sinistra si invocò l'aboli zi one, o perlomeno che, «s e il privilegio ha da essere, sia per gli studiosi, e non per il censo e si conceda il volontariato non a i ricchi ignoranti, ma a quelli che avessero raggiunto un titolo re lativamente elevato di studi» 42

Era il socialista Badaloni a svolgere il discorso più appass ionato e articolato :

Il privilegio di cui godono i giovani che pagando una tassa si sottragg ono alla durata normale del se rviz io militare, il volontariato di un anno, deve essere abo ljto. -È questa una lacuna della legge, alla quale noi abbiamo c reduto di riparare, presen ta ndo u n emendamento che sanc isca l 'abolizio ne di questo privile gio. - Sot t o l 'aspetto socia le, esso è un' i ngiustizia . [. .. ] Si è cercato di giustificare, di spiegare, di sc usare il volontariato di un anno con que sta rag io ne : che i volon ta ri avrebbero cost ituito de i buon i sott u fficiali e dei buoni ufficiali di riserva, concorrendo così a formare dei buoni quadri di comp le mento per l'esercito - Questo, onore vo li signo ri, può essere un giusto desiderio; ma è se mp li cemente contrario alla realtà.P er il reclutamento dei grad uati (scr ive la Commissi one d'inchiesta sull 'es erci to) lo svil up po nat ura le del se r vizio, so tto il regime delle fe rme or di narie, dà il numero sufficiente di capo r a li e caporali mag gio ri , senza bisogno di cercare i futuri sergenti attraverso il volontar iato di u n an no 43 - Un vantaggio ai quadri potrebbe essere

41 La tassa mi l itare e ra presente già in un progetto di legge redatto dal mini st r o Ri cotti nel 1874. I sosteni t ori della tassa affe r mavano l'opportun ità di col pi re sotto i l profilo finanziario coloro che erano esentati dal servizio militare Scrive P. D EL N EG RO «L'impost a mi litare comportava un duplice perico lo per la borghesia: d a una parte alcuni t ra i fautori d ell 'imposta proponevano che assumesse un carattere progress ivo (sar eb be stata la pr ima i mposta ad avere tal e carattere in Italia), dall'altra la polemica c irca l a s ua legittimità cond uce va i nevitab ihn ente a porre in di sc ussione i cri teri che avevano re t to fino allora le esenzioni. Non era difficile accorgersi, ad esempio, che le s tesse esenzioni [ ) per ragioni sanitarie, avevano in sé mo l to dell'arbi t rar io» La leva militare, cit., pp. 195-196

42 AA.PP., Leg. XXIII , Camera-Discussioni, Tornata dell'8 giugno 19 10 , p. 8124 Erano parole dell'on Edoar do Negri De' Salvi, nobi le vicentino nato i l 23 agosto 1848. Arruolatos i co i volontari garibaldini partecipando alla campagna del 1866, pass ò po i ne ll 'ese rcito regolare, e lasciò il servizio attivo con i l grado di Tenente Colonnello degli alpini. Fu e letto deputa to d i Marostica nelle legis latu re XXI , XXII , XXIII ( 1900-1913). Freque nt ò assiduamente la Camera, prendendo posto a dest ra. Ne l 1912 fu re latore della legge sull o stato degli ufficiali

43 In caso di guerra questi caporali in congedo sarebbero s ta ti promossi automaticamente sergenti all'atto, del r ich iamo dato dai vo lo ntari di un anno, se essi fossero in grado di prestare servizio come ufficiali di com ple mento. - Ora [ ] dal 1898 al 1908, su 19.304 volontari d'un anno, sa la Camera quanti raggiunsero la nomina a sottotenenti di complemento? Seicentoventidue. - Non basta: s u 16.558 volontari di un anno, sa la Camera che ve n e furono 7.436 che non risultarono idonei che per il grado di caporale? [... ] Qual'è quella recluta che, avendo com piuto il corso dell'istruzion e ele mentare, non sia in grado di conquistare in un anno la nomina a caporale? -E solo perché codesta recluta ha potuto pagare una tassa, deve avere il diritto di a ssolve re iJ suo se rvi zio verso la patria in dodici mesi, a differenza degli altri cittadini? - Ma , allora, qual'è la ragione che può essere invocata per mantenere questa istituzione nel nostro ordinamento militare? [ . . . ] La ragione fondamentale, la ragione che non si dic e [ ... ] è il privilegio della classe agiata, che sotto la speciosità di ragioni che non hanno consistenza, si vu ol mantenere, e contro il quale noi sorgiamo, li eti di vede re in questo movimento l'opera nostra assecondata da colleghi che siedono in altri set tori della camera 4 4 •

Un emendamento nel se nso indicato da Badaloni era proposto anche da un gruppo di otto deputati di orientamenti ideologici alquanto diversi dal socialismo 45 •

Anche un altro socialista, Giuseppe Can epa, presentò un ordine del giorno per l'abol izione del volontariato d'un anno, che definiva senzi me zzi termini «una vergogna», negando soprattutto che l'argomento finanziario fosse suffic iente a giustificarne il mantenimento perché

Non è vero che questo ist ituto continuerà a rendere i tre milioni che ha reso fino adesso, perché se finora vi erano molti giov ani i quali spendevano il denaro occorrente per sottrarsi a tre anni di serv i zio , oggi ve ne saranno meno, i quali spen deranno questa somma per sott ra rs i a due anni soltanto .

44 AA.PP. Leg. XXIII, Camera-Discussi oni, Tornata del 9 gi ugno 19 10, pp 8 157 -8 158

45 G li otto deputati erano: Nicolò Leonardi di Villacortese (1856-1918), moderato, alla Camera sedeva al centro; Francesco Ro ta (1870-?) all a C a mera sedeva tra i moderati di destra; Giacomo Miari (]870- ?), liber ale conservatore; Giuseppe Guidi Di Bagno (1875- 1938) non aveva posizione p recisa ma si batteva aspramente con t ro l'es t rema sinistra: Rodolfo Molina ( 18 57-1 93 5) sedeva regolarmente a s ini stra, pur non aderendo ufficialmente ad alcuno schieramento; Ernesto Artom (1868 - 1935) apparteneva ai costituzionali di destra: Eugenio Rossi (I 871 - ?) sedeva a si ni stra; Federico Di Palma (1869- ?) apparteneva alla sinistra costituzionale. L'emendamento diceva: «Il vo lont a r iato di un anno è abolito. Coloro i quali abbiano gli special i requisiti che saranno stabi lit i dal rego lamento, possono ottene re, quando assumono servizio, sia vo lont ariamente, sia per obbligo di leva, di essere ammessi in appositi reparti di istruzione per essere abi l itati alla nomina a sottotenente di complemento, dopo dieci mes i di servizi o come militari d i truppa . - Consegu i ta la nom ina a sottotenente d i complemento, dovranno compiere con tale grado almeno cinque mesi di se r vizio. - Co loro i qual i desiderano prestare se r vizio in una determinata arma o reggimento potranno acquistare il diritto di sce lta, sempre compat ibilmente alle esigenze del servizio, med iant e i l versamento della somma di lire mille» (AA. PP. Legislatura XXIII, Camera-Discussioni, Tornata del 9 g iugno 1910, p 8191)

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