RIVISTA
Dell'e.,.ntema. roseollforme del declinare della. febbre tlfoldea.. - LovY. - (Journal de Médecine et de Chirt.t,rgie, ottobre 1890).
Lovy ha des~ritto una forma di esantema mollo dJtTerented&lle diverse eruzioni, macchie rosee, eruzioni petecchiali, scarlalliniformi, ecc., che si possono vedere comparire nel declinare della febb1•e tifoidea. In tutL1 i casi osservati l'eruzione si è riscontrata dal J:)• al 21° giorno della malalLia ~ quindi molto tempo dopo la comparsa delle macchie rosee. Essa presenta l'aspetto della roseola ed impiega quattr·o o cinque giorni per isvolgersi completamente: essa risiede soprattutto sul dorso e sulla faccia e termina dopo un certo tempo abitualmente senza desquamazione. Dal punto di vista della sua natura si può di•·e che questa eruzione non è nè una roseola, nè un'eruzione medicamentosa; essa non riveste la forma delle eruzioni tossiche analoghe a t{uelle della selticemia; per la data della sua comparsa e per la sua sede essa deve essere considerata come di natura critica e dovuta all'azione dei microbi eliminati _P,er la pelle sui capillari del derma e sulle ghiandole sudorifare. Questo fenomeno é assai raro e non si conoscono b~ne le cause che poasono provocarlo; è un incidente raro della febbre tifoidea, ma pare più frequente in cerlt focolai epidemici. l l pronostico ne è piuttosto favorevole, perché esso é un sintomo ben caratler·islico di vicina defervescenza; esso iudica il termine del periodo di stato; rna non agisce direllameuLe suJla febbre tifoidea che termina naturalmente la sua evolu~ione.
È ben eYidenle che questa com!'licazione, che non presenta gl'a vezza per sè stessa, non richiede alcuna cura; l'essenziale per il medico é di riconoscere la natura tlell'el"uzione,
'luando questa é ancora nel suo inizio, per· r.on essere esposti a fare un pronostico grave o ad interrompere la cura abi-