INSIGHT
La filiera alimentare a un passo dello scacco matto
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radizione, territorio, sostenibilità, eccellenze, tecnologie, innovazione, digitalizzazione, novel food, energie rinnovabili, idrogeno, biocarburanti… potrei continuare questo elenco di parole che ormai da anni, tutti noi attori del settore agroalimentare stiamo ripetendo come un mantra, cercando di promuovere e affermare un approccio trasversale verso le filiere. Oggi, nell’attuale situazione economica, sociale e geopolitica, le stesse parole assumono un altro significato di priorità differente. Continuiamo a resistere alla crisi profonda provocata dalla pandemia mondiale con grande rigore e perseveranza, mettendo in atto metodi e strategie di resilienza, che altrimenti sarebbero rimaste per chi sa quanto tempo ancora nella loro fase embrionale pre-Covid. Negli ultimi due anni siamo riusciti, con non poco dolore, a deciderci finalmente di abbandonare alcuni pregiudizi verso le novità che faticavamo ad accettare, forse a causa del classico “abbiamo fatto sempre così, siamo andati bene sino a ora” e proprio quando ci sembrava di uscire dal tunnel, ci siamo trovati rimbalzati in un nuovo vortice di incertezze. Mentre stavamo lottando con il “nemico invisibile” concentrando ogni nostro sforzo su igienizzare, pulire, disinfettare e sanificare il mondo per scacciare via il virus, forse abbiamo perso di vista altri importanti fattori che non si sono fatti tanti problemi a invadere le nostre vite anche in presenza del Covid. Sapevamo che le conseguenze della pandemia sarebbero state pesanti e che ci aspetta-
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vano momenti duri, con mille difficoltà in arrivo, ma forse abbiamo sottovalutato la possibilità che le cose potessero peggiorare a causa di altri fattori. Oggi, a due anni esatti dall’inizio della nostra battaglia contro un nemico invisibile, ci stiamo trovando nel bel mezzo di una vera guerra con tanto di bombardamenti, caos, persone sfollate, gente in fuga, feriti e morti. La lunga attesa del ritorno alla normalità si è trasformata di colpo in un altro incubo che ci riporta indietro nel tempo di 70 anni fa durante la Seconda Guerra Mondiale. La domanda lecita, quindi è: stiamo andando avanti oppure a rovescio? Perso-
MASSIMO ARTORIGE GIUBILESI Presidente Ordine dei Tecnologi Alimentari Lombardia e Liguria
Dall’inizio della guerra in Ucraina il prezzo del grano è aumentato del 38,6% in una settimana. L’Italia è costretta ad importare il 64% del proprio fabbisogno di grano tenero per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais per l’alimentazione del bestiame
Produzione & Igiene
Aprile 2022