Un modello innovativo per la salute mentale / Un’opera d’arte sul mare di Helsinki / Progettare un laboratorio di fecondazione in vitro / La metodologia BPR / Efficienza energetica e sicurezza in sala operatoria
CNETO Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera
Springfield University Hospital, Londra
O P R A GO N
Flu sso la m ina r e a T em p e r a t u r a
Co n t r o lla t a ( T c LF ) p e r s al e o p e r a t o ri e e s al e ibrid e
S ilenzio in sa l a !
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A lcuni t r a i mo l t i v an t a gg i :
Ridurre i ris c hi di infe z ion e in t r a -oper at ori a ( SSI )
M iglior c o m fo r t per il person a le s a ni ta ri o
F a bbisogno energe t i c o rido tt o rispe tt o a ll a t e c nologi a t r a di z ion a l e
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Il progetto partecipato
Pubblichiamo in questo numero un bellissimo esempio di architettura per la salute mentale, frutto della cosiddetta “progettazione partecipata”. Un approccio innovativo e inclusivo, che supera il modello tradizionale (in cui gli spazi venivano pensati esclusivamente da tecnici e committenti) e che si sta diffon -
dendo sempre di più in quei Paesi in cui si è restituito il giusto tempo al progetto. Utenti, operatori sanitari, famiglie e comunità locale diventano così parte integrante del processo decisionale, contribuendo a definire obiettivi, funzioni e qualità ambientali. Tale modalità non solo migliora l’aderenza del progetto ai bisogni reali, ma favorisce anche un senso di appartenenza e responsabilità condivisa. Nel caso specifico della salute mentale, gli spazi hanno caratteristiche peculiari: devono garantire sicurezza e funzionalità clinica, ma al tempo stesso trasmettere accoglienza, dignità e stimolo alla socialità. Per questo motivo è essenziale che chi vivrà quotidianamente tali ambienti possa esprimere esigenze e desideri, come la necessità di luoghi di privacy accanto a zone di relazione, di aree verdi accessibili, di arredi semplici e familiari. Il processo partecipativo può svilupparsi attraverso workshop, interviste, focus group e simulazioni spaziali, tutti strumenti che permettono di
raccogliere e valorizzare i diversi contributi. L’architetto diventa così un facilitatore, capace di tradurre istanze qualitative in soluzioni progettuali concrete. La collaborazione con gli operatori sanitari consente di integrare la dimensione clinica con quella relazionale, mentre il coinvolgimento dei pazienti attivi e dei loro familiari assicura che il progetto non si limiti a rispondere a parametri normativi, ma rifletta un reale vissuto. Esperienze internazionali dimostrano che la progettazione partecipata contribuisce a ridurre lo stigma, aprendo le strutture al territorio e trasformandole in luoghi di incontro e inclusione. In definitiva, un approccio che non rappresenta solo un metodo innovativo ma anche un atto politico e sociale: restituisce voce a chi spesso ne è privo e promuove un’idea di cura che si estende oltre la terapia, radicandosi nello spazio costruito e nella comnità.
di Margherita Carabillò
Direttore Responsabile
Giorgio Albonetti
Direttore Scientifico
Margherita Carabillò
Coordinamento Editoriale
Chiara Scelsi - c.scelsi@lswr.it
Redazione Fabio Chiavieri f.chiavieri@lswr.it
Comitato scientifico
S. Brusaferro, S. Capolongo, M. Carabillò,M. Gola, J. Guercini, K. Kob, M. Mauri, F. S. Mennini, C. Nicora, D. Pedrini, G.Polifrone
Comitato di redazione
Architettura: Design LAB, DABC Politecnico di Milano
Impiantistica: Francesco Ruggiero
Information Technoloy: Fabrizio Massimo Ferrara
Innovazione digitale: Paolo Bertini
Organizzazione e management: Federico Lega Servizi e facility management: Arturo Zenorini
Tecnologie per l’Architettura: Rosa Romano, Maria Chiara Torricelli
Hanno collaborato a questo numero: E. Bellini, G. C. Castellini, A. Ferraioli, S. Mangili, S. Orio, A. Rebecchi, G. Tural
Impaginazione LSWR
Immagini Shutterstock
Produzione Antonio Iovene - 3491811231 a.iovene@lswr.it
Direzione Commerciale
Costantino Cialfi - Sales Director c.cialfi@lswr.it - Cell. +39 3466705086
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Testata Associata
Springfield University Hospital
Organo ufficiale del C.N.E.T.O.: Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera
Sommario
20
SPRINGFIELD UNIVERSITY HOSPITAL
La progettazione dello Springfield University Hospital basata sull’evidenza ha coinvolto oltre 600 incontri con personale e pazienti, ottimizzando sicurezza, comfort e qualità ambientale. Il progetto integra spazi verdi, ventilazione naturale, e sistemi energetici sostenibili, creando un modello innovativo per la salute mentale di Silvia Mangili, Guliev Tural e
SILTASAIRAALA. UN PONTE
DI COLLEGAMENTO PER LA SALUTE
Una nuova facciata del campus Meilahti dell’HUS (distretto ospedaliero di Helsinki e Uusimaa), un’opera d’arte che si apre sulla riva del mare di Helsinki, a cui è ispirata la texture traslucida dalla grande vetrata serigrafata, che offre una vista rigenerante da tutti gli spazi dell’ospedale di Elena Bellini
PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA
Progettare un laboratorio di fecondazione in vitro (IVF) è un processo meticoloso che unisce tecnologia avanzata e rigorosi standard normativi per garantire condizioni ottimali per lo sviluppo degli embrioni. Il successo dei trattamenti di fertilità dipende in larga misura dall’ambiente di laboratorio, rendendo cruciale una progettazione ponderata del laboratorio di fecondazione in vitro di Armando ferraioli 28
Rebecchi Andrea
LA METODOLOGIA BUSINESS PROCESS RE-ENGINEERING (BPR) IN SANITÀ
Le politiche e le pratiche di gestione delle risorse umane nelle aziende sanitarie possano incidere positivamente sull’efficienza del sistema sanitario. L’analisi si inserisce in un contesto di ricerca volto a rafforzare la qualità dei servizi attraverso l’ottimizzazione del capitale umano di Giada Carola Castellini
SILENZIO, SI OPERA
In sala operatoria è fondamentale applicare rigorosi protocolli per assicurare il successo dell’intervento chirurgico e tutelare la sicurezza del paziente. Un ruolo strategico è svolto dal sistema di ventilazione, che contribuisce in modo determinante a limitare e contenere la contaminazione batterica e virale. In questo articolo viene illustrata un’innovativa tecnologia che combina efficienza energetica e massima sicurezza in sala di Sara Orio
I PROGETTI IN GRANDE FORMATO DELLE ARCHITETTURE DI QUESTO NUMERO
Italy pag. 1 www.medicaltourism.com
RUBRICHE
Legionella, aumento dei casi in Italia
Si è svolto a Milano l’evento “Legionella e Legionellosi: cosa sono e come si controllano per la sicurezza della salute e dell’ambiente” organizzato da Initial – azienda specializzata in servizi e soluzioni per l'igiene e il benessere fuori casa – per dare il via ad una campagna di informazione sul tema e accendere i riflettori sulla gestione del rischio e sui controlli legati al batterio.
L’appuntamento è stato anche l’occasione per presentare il nuovo servizio LFree, un ventaglio di soluzioni complete per la gestione del rischio Legionella, con il quale l’azienda conferma il suo impegno nell’affiancare i partner, garantendo elevati standard di igiene, sicurezza e benessere. Nel corso dell’evento, gli esperti intervenuti hanno esaminato in modo approfondito tutte le tematiche relative alla Legionella, affrontando i rischi sanitari, le strategie di prevenzione nelle strutture sanitarie, il quadro normativo e il livello di consapevolezza del rischio all’interno delle aziende. “Le infezioni da Legionella pneumophila sono un rischio ancora troppo spesso ignoratoerappresentanoadoggiunasfidaconcretaperlasalute
UN BATTERIO SILENZIOSO
La Legionella è presente naturalmente in ambienti acquatici e riesce a proliferare a temperature comprese tra i 20°C e i 50°C, diventando potenzialmente pericoloso per la salute dell’uomo. In Italia, costituisce un problema ancora largamente sottovalutato, nonostante l’aumento dei casi registrati negli ultimi anni e il rafforzamento della normativa avvenuto con il D.Lgs.18/2023, che ha ribadito l'obbligo di attuare misure preventive specifiche al fine di ridurre al minimo il rischio di contaminazione per l’uomo.
pubblica” – dichiara Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant'Ambrogio (MI) e Professore associato di Igiene Generale e Applicata presso la sezione di Virologia del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano. “Contratta mediante inalazione o aspirazione di aerosol contaminato,lalegionellosipuòcausareinfattigraviinfezioniall’apparato respiratoriochesipresentanoconsintomicheinizialmentepossono manifestarsiinmodosimileaquellidiunapolmoniteseveraportandoinalcunicasiagravicomplicanze,talvoltafatali.”
Nel nostro Paese, gli ultimi dati disponibili del 2022 riportano circa 3.111 casi di legionellosi, con un’incidenza pari a 51,9 casi per milione di abitanti e un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Il 77% dei casi è stato notificato in 6 Regioni – Lombardia, EmiliaRomagna, Toscana, Veneto, Lazio e Piemonte – e il restante 23% dalle rimanenti 15 Regioni e Province Autonome.
Inoltre, in base alla distribuzione per età, oltre il 70% delle persone colpite ha almeno 60 anni e l’incidenza aumenta al crescere dell’età raggiungendo il valore massimo di 169,7 casi per milione di abitanti nella fascia di età pari o superiore a 80 anni. Alla luce dell'incremento dei casi di Legionella registrato negli ultimi anni, è stata recentemente condotta una ricerca, commissionata da Initial
Sanità sotto attacco: come proteggere il cuore pulsante della società digitale
La digitalizzazione sta rivoluzionando profondamente il settore sanitario, aprendo nuove e straordinarie possibilità per migliorare sia la qualità delle cure ai pazienti che l'efficienza dei processi interni. Tuttavia, questo sviluppo porta con sé un aumento significativo della vulnerabilità agli attacchi informatici. Oggi, infatti, non ci si chiede più se un attacco si verificherà, ma quando, soprattutto in un ambito così sensibile come quello della sanità. Minacce come ransomware, furti di dati e blocchi operativi sono in costante crescita, compromettendo la sicurezza dei pazienti, l’integrità delle informazioni riservate e la fiducia dei cittadini. La frequenza crescente di questi attacchi mette in luce la debolezza strutturale dei sistemi sanitari – in Italia e a livello
globale – di fronte alle sfide della cybersecurity. Una delle lezioni più chiare di questa realtà è che non possiamo più affidarci a un approccio reattivo alla sicurezza informatica. Per garantire un futuro solido e sicuro alla sanità digitale, è necessario un cambio di paradigma: bisogna passare da una logica difensiva a una strategia preventiva e proattiva. Secondo Alessio Stellati, Regional Director Italy Rubrik, per i criminali informatici, i dati sanitari rappresentano un obiettivo particolarmente ambito. Le cartelle cliniche elettroniche contengono una grande quantità di informazioni personali sensibili, che le rendono molto preziose sul mercato nero. La natura interconnessa dei sistemi sanitari, che spesso coinvolge numerosi fornitori e dispositivi
■ Maria Francesca TorrianiRentokil Initial Italia
■ In Italia, gli ultimi dati disponibili del 2022 riportano circa 3.111 casi di legionellosi
e svolta da mUp research, per valutare il livello di consapevolezza di Manager e Aziende italiane sul tema, che ha evidenziato che tra i 605 manager italiani intervistati, solo il 53% possiede una conoscenza qualificata della Legionella (ossia è consapevole dei rischi per la salute e della trasmissione per via aerea) e che la maggioranza degli intervistati (65,3%) non ne ha mai preso in considerazione i rischi. Inoltre, il 40% degli intervistati ritiene che il D.Lgs. 18/2023 non si applichi alla propria azienda, mentre solo il 34% ne riconosce la rilevanza per la propria realtà lavorativa. La Legionella, quindi, rappresenta un rischio nascosto che è necessario prevenire. Il servizio LFree di Initial combina consulenza tecnica, analisi, sanificazioni e formazione attraverso diverse fasi: analisi preliminare con sopralluogo e verifica della documentazione, redazione del Documento di Valutazione del Rischio (DVR) ed elaborazione di piani di monitoraggio e manutenzione mirati. Il controllo periodico viene garantito attraverso campionamenti e
COSTRUIRE UN FUTURO RESILIENTE:
UN APPROCCIO A PIÙ LIVELLI
La protezione del futuro dell'assistenza sanitaria digitale richiede quindi un approccio proattivo e articolato, incentrato sulla costruzione di una reale resilienza informatica:
• Tecnologie avanzate per una difesa proattiva
• Investimento sulle persone
• Collaborazione e condivisione delle informazioni
• Pianificazione e simulazioni proattive
• Zero Trust Security
di terze parti, amplia la superficie di attacco e crea molteplici punti di vulnerabilità. Inoltre, molte organizzazioni sanitarie si trovano a dover operare con budget e risorse limitati, che ostacolano la loro capacità di investire in infrastrutture e competenze di cybersecurity.
analisi di laboratorio certificate, accompagnate da relazioni tecniche dettagliate. Non solo prevenzione ma anche expertise: in caso di contaminazione, infatti, Initial interviene con sanificazioni specifiche mirate, ripristinando la sicurezza degli impianti.
La prevenzione e il controllo della Legionella in tutti i contesti a rischio, non solo nelle strutture sanitarie e RSA ma anche negli edifici civili come alberghi, uffici e fabbriche, è regolamentata dal D.Lgs. 18/2023 e dalle Linee Guida emanate dal Ministero della Salute nel 2015, che sottolineano l’importanza anche per i datori di lavoro di adempiere correttamente agli obblighi di sicurezza per la gestione del rischio Legionella.“Conl’aumentodeicasidilegionellosi,il monitoraggio e la prevenzione sono più che mai essenziali per le aziende” – dichiara Maria Francesca Torriani, Marketing & Sales Excellence Manager Hygiene Division di Initial Italia.
“Ilnostroobiettivoèsupportareinostriclienticonsoluzioniefficaci estrategiemirateagarantireigieneesicurezzaintuttigliambienti, sensibilizzando al contempo l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione.Per questo motivo abbiamo avviato una campagnainformativadedicataallaLegionellaeallanuovanormativa, conl’obiettivodifarconoscereilservizioLFree,pensatoperoffrire strumentiavanzatiperlatuteladellasaluteneiluoghidilavoro”.“Il D.Lgs.18/2023 ha introdotto un cambiamento fondamentale,dichiarandochelaValutazionedelRischioèilmetodopergarantirela qualitàdelleacqueausoumanointuttigliambientiericonoscendo laLegionellacomeunparametroprioritariodicuivalutareilrischio. Leaziendeelestrutturesanitariedevonoattuarestrategiediprevenzioneefficaci,poichélanormativanonsilimitaaraccomandazioni generiche,ma impone standard precisi di monitoraggio e gestione”– commenta Francesco Santi, Presidente AIAS – Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza.
■ Alessio Stellati, Regional Director Italy Rubrik
D’altra parte, le conseguenze di un attacco informatico riuscito nel settore sanitario possono essere catastrofiche. Oltre all'onere finanziario del pagamento del riscatto, le organizzazioni devono affrontare danni alla reputazione, erosione della fiducia dei pazienti e potenziali responsabilità legali. Gli effetti però possono estendersi anche ad aspetti prettamente sanitari: le interruzioni operative possono portare alla cancellazione di appuntamenti, a ritardi nelle procedure, alla difficoltà di mantenere servizi adeguati di assistenza ai pazienti, con conseguenze addirittura potenzialmente letali.
Percorsi innovativi in ambito sanitario: i progetti ANTHEM
Si è concluso a Catania il secondo meeting scientifico sullo stato di avanzamento dei progetti ANTHEM – Advanced Technologies for Human-centEred Medicine, tra le principali iniziative di ricerca italiane ed europee dal PNC (Piano Nazionale Complementare al PNRR): un’iniziativa dall’approccio multidisciplinare – che attraversa la medicina e l'ingegneria, la fisica, l’informatica e l’economia - nata per sviluppare tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale. All’appuntamento (che si è svolto giovedì 3 e venerdì 4 aprile 2025 presso l’Hotel Baia Verde di Catania) hanno partecipato ricercatori, docenti, professionisti del mondo sanitario e dell’impresa oltre a rappresentanti delle istituzioni per un aggiornamento sui 28 progetti pilota attivati da Fondazione ANTHEM, raggruppati nei 4 Spoke (macroaree di ricerca). Al centro temi legati a trattamenti innovativi, strumenti e sensori per la diagnosi; ottimizzazione del monitoraggio sanitario e ambientale; Intelligenza Artificiale e imaging per il miglioramento della salute; diagnosi e trattamento del cancro; medicina di precisione e supporto alle decisioni cliniche; metodi preclinici e somministrazione dei farmaci. Il convegno è stato aperto dai saluti di Francesco Priolo rettore Università di Catania, Stefano Paleari presidente Fondazione Anthem, Giovanna Iannantuoni presidente CRUI, rettrice Università degli Studi di Milano-Bicocca, Antonio Zoccoli presidente Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, On. Francesco Ciancitto membro della XII Com-
missione (Affari Sociali) della Camera dei Deputati, On. Luigi Sunseri presidente commissione parlamentare Affari Europei della Regione Sicilia, On. Ruggero Razza membro Commissione per la sanità pubblica del Parlamento Europeo, Enrico Trantino sindaco di Catania. Le sei sessioni di lavoro, dedicate ai progetti pilota specifici, sono state coordinate da Valerio Vercesi e Antonio Zoccoli dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare; Donatella Sciuto rettrice Politecnico di Milano e Sergio Cavalieri rettore Università degli studi di Bergamo; Paolo Napoletano Università degli Studi di Milano-Bicocca; Marcello Maggiolini Università della Calabria, Caterina Rizzi Università degli studi di Bergamo; Laura Russo Università degli Studi di Milano-Bicocca. Opening Lecture della seconda giornata di lavori su ’Ricerca clinica e innovazione: le regole del gioco tra diritto, AI e dati sanitari’ a cura di Chiara Vescovi, esperta di Cyber Law di ReD OPEN. Saluti di chiusura a cura di Giovanni Li Volti Università di Catania, coordinatore Spoke 4, Guido Cavaletti Università degli Studi di Milano-Bicocca, coordinatore scientifico ANTHEM e Andrea Aliverti Politecnico di Milano, coordinatore Spoke 3. Stefano Paleari, presidente Fondazione ANTHEM: «Due giorni intensi, durante i quali lo stato di avanzamento dei progetti ha confermato che siamo in linea con i programmi. ANTHEM promuove una ricerca scientifica applicata che arriva rapidamente ai cittadini, contribuendo così a migliorare la competitività della ricerca italiana nel settore della salute».
Diagnosi di precisione e intelligenza artificiale per le malattie neuromuscolari
All’interno del progetto europeo CoMPaSS-NMD, l'Università di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con UILDM - Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare sezione di Modena "Enzo e Dino Ferrari" che festeggia i 45 anni dalla sua costituzione e Deep Blue (partner del progetto CoMPaSS-NMD), ha presentato l’evento "Diagnosi di Precisione e Intelligenza Artificiale per i Pazienti Neuromuscolari: Nuovi Strumenti e Nuove Possibilità" che si è svolto lo scorso 10 maggio.
L’evento, che ha coinvolto clinici, pazienti, esperti di etica, ricercatori e specialisti di IA, è stato l’occasione per presentare i risultati e gli sviluppi del progetto CoMPaSS-NMD, una sperimentazione innovativa che mira a rivoluzionare la diagnosi delle malattie neuromuscolari ereditarie (HNMD) attraverso un approccio multidisciplinare e l’uso avanzato dell’intelligenza artificiale. Grazie a CoMPaSS-NMD, presso UNIMORE sarà attivato un poliambulatorio integrato che metterà a disposizione dei pazienti un team multidisciplinare di specialisti
per una presa in carico più completa e tempestiva. Rossella Tupler, coordinatrice del progetto e genetista di Unimore, ha affermato: “I pazienti sono il focus di CoMPaSS e la possibilità di contatto diretto con loro e con i loro familiari è un valore aggiunto per una medicina vicina alle persone e fatta su misura per loro”. Uno dei momenti centrali dell’evento è stato il dibattito su etica e intelligenza artificiale, un tema di crescente rilevanza nella medicina moderna. Stefano Bonelli, Head of Innovative Human Factors per Deep Blue, ha dichiarato: "Questo evento rappresenta un’importante opportunità di incontrare medici che useranno il nuovo sistema basato su intelligenza artificiale nella loro routine quotidiana, nell'iter diagnostico e terapeutico. Sarà un’occasione di porre particolare attenzione agli aspetti critici di questo nuovo approccio come la sicurezza, la trasparenza e la responsabilità nell’uso dei dati dei pazienti. E conoscere le loro perplessità nell’affidare dati così sensibili ai nostri database. Questo ci permetterà di migliorare anche la
IA: l’alleata invisibile dei medici di medicina generale
Il 19 maggio, ogni anno, si celebra la Giornata Mondiale del Medico di Medicina Generale (MMG), una ricorrenza che invita a riconoscere il ruolo cruciale che questi professionisti svolgono quotidianamente nel garantire l'accesso alle cure e la continuità assistenziale. In Italia, i MMG rappresentano la porta d’ingresso al Servizio Sanitario Nazionale: ascoltano, accompagnano, prevengono e curano, offrendo un’assistenza continua, personalizzata e vicina alle persone. Un ruolo insostituibile, oggi più che mai. Secondo i dati Sisac aggiornati al 1° gennaio 2024, e secondo le stime della Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze), in Italia mancano oltre 5.500 medici di medicina generale, distribuiti su 17 Regioni e Province autonome. Le situazioni più critiche si concentrano nelle grandi Regioni – Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Campania, Piemonte e Toscana – dove la pressione sulle cure primarie rischia di compromettere l’efficacia dell’intero Servizio Sanitario Nazionale. Ma non si tratta solo di numeri. Ogni MMG gestisce in media oltre 1.500 pazienti e si confronta quotidianamente con carichi di lavoro in costante aumento, adempimenti burocratici opprimenti e una digitalizzazione spesso frammentata. Un sistema che troppo spesso sottrae tempo ed energie alla relazione clinica e alla cura diretta dei pazienti. In questo scenario, l’Intelligenza Artificiale è un cambio di paradigma importante. Non una tecnologia fredda e impersonale, ma una risorsa strategica e abilitante in grado di supportare il lavoro quotidiano dei medici, migliorare l'efficienza e restituire tempo prezioso alla relazione con il paziente.
Un esempio concreto è la funzionalità “Referti AI” sviluppata da Elty, azienda italiana HealthTech del Gruppo Unipol. Questo sistema consente l’estrazione automatica dei parametri clinici da referti in formato PDF o immagine, integrandoli direttamente nella cartella clinica del paziente con un'accuratezza elevata.
Il risultato? Un risparmio di tempo stimato fino a due ore al giorno per ciascun medico, con una drastica riduzione dell’onere amministrativo. “Referti AI”, infatti, offre ai medici una panoramica chiara, immediata e accessibile delle informazioni del paziente.
L’AI è quindi un’opportunità storica ed epocale, ma deve essere colta con responsabilità. Anche la Società Italiana dei Medici di Medicina Generale (SIMG) ha recentemente evidenziato, in un Documento di Posizione, come l’AI rappresenti una leva strategica senza precedenti per migliorare e rafforzare l’efficacia e la sostenibilità dell’assistenza primaria. Tuttavia, il successo di questa transizione richiede attenzione e rigore: etica e centralità del paziente devono restare i pilastri di ogni innovazione tecnologica in ambito sanitario. L’adozione dell’AI non sostituisce il medico di medicina generale, né intende farlo. Al contrario, ne potenzia le capacità, liberandolo da mansioni ripetitive e permettendogli di concentrarsi sulla relazione con il paziente.
diStefanoCasagrande,co-CEO&FounderdiElty
L'intelligenza artificiale rivoluziona i trapianti
È stato presentato a Torino il primo progetto di ricerca italiano che promette di trasformare concretamente il mondo dei trapianti grazie all’intelligenza artificiale. L’obiettivo è costruire uno strumento basato sull’AI (artificialintelligence) che consenta ai medici di lavorare in maniera sempre più veloce, precisa ed efficiente nei trapianti di organi, e di salvare ancora più vite. Identificare nei tempi più rapidi e con la massima precisione possibile la compatibilità fra un organo e chi ha bisogno di trapianto (il cosiddetto matching donatore-ricevente), consentire la conservazione ottimale di un organo da trapiantare, avere personale altamente formato per gestire la filiera dalla donazione al trapianto in maniera sempre più puntuale e veloce. Questi sono aspetti cruciali per chi è in attesa di un trapianto, e richiedono competenze e strumenti sulle quali l’Italia e Torino sono già centri di eccellenza, ma che oggi possono essere ulteriormente perfezionati grazie all’intelligenza artificiale.
È proprio in questi ambiti che lavora il progetto promosso da Fondazione Donazione Organi e Trapianti (DOT) onlus e avviato dal Politecnico di Torino, che è stato illustrato in vista della Giornata Nazionale dedicata alla donazione e al trapianto di organi, tenutasi l’11 aprile. Con l’iniziativa, la Fondazione DOT dimostra ancora una volta il suo impegno nel sostenere la ricerca per migliorare concretamente la vita delle persone, investendo nell’innovazione e nel futuro della medicina.
“Il campo della trapiantologia sta vivendo una fase cruciale grazie all’intelligenza artificiale – afferma Mauro Rinaldi, Presidente di Fondazione DOT e Direttore Centro Trapianti di Cuore e Polmone delle Molinette, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino –. Finoapochiannifasioperavasecondo standardrimastiinvariatipercinquant’anni,interminidivalutazionedelpazienteedell’organo,perilmatchingfradonatore ericevente,periltrasportodell’organoeladiagnosidelrischio dirigetto.Oratuttostacambiandocongrandevelocitàanche inmedicina,eallabasediquestoboomtecnologicoc’èproprio l’AI:bastipensarechegiàoggiunavoceregistratapuòessere utilizzataperdiagnosticareunoscompensocardiacoanalizzandoconl’AIunaquantitàenormediparametricomplessia una velocità elevatissima.I risvolti etici di tale sviluppo sono digrandissimaimportanza,cosìcomeilproblemadellasostenibilità: queste tecnologie sono molto costose sia in termini economicicheenergetici,quindivannoutilizzatecongrande cautela.Malastradaperilfuturoèinlargapartegiàtracciata”.
di Silvia Mangili, Tural Guileve e Andrea Rebecchi
DATI TECNICI
Luogo: Wandsworth, London
Committenti: South West London e St. George's Mental Health NHS Trust
Progettisti: C.F. Møller Architects
Anno di realizzazione: 2023
Dati dimensionali: 34.300 m² inclusi i parcheggi
Posti letto: 133
Springfield University Hospital
LA PROGETTAZIONE DELLO SPRINGFIELD UNIVERSITY HOSPITAL BASATA SULL’EVIDENZA HA COINVOLTO OLTRE 600 INCONTRI CON PERSONALE E PAZIENTI, OTTIMIZZANDO SICUREZZA, COMFORT E QUALITÀ AMBIENTALE. IL PROGETTO INTEGRA SPAZI VERDI, VENTILAZIONE NATURALE, E SISTEMI ENERGETICI SOSTENIBILI, CREANDO UN MODELLO INNOVATIVO PER LA SALUTE MENTALE
■ Piano tipo edificio Trinity, porzione lineare
■ Piano tipo edificio Trinity, porzione semicircolare
■ Schema della visibilità del reparto dal locale di controllo/infermieria
Lo Springfield University Hospital è un pilastro dell'assistenza per la salute mentale inglese ed è al centro della riqualificazione di un'area di 33 ettari situata nel quartiere di Tooting, a Londra. Nel 2012, lo studio C.F. Møller Architects ha vinto il concorso in tre fasi finanziato dalla Royal Institute of British Architects (RIBA) e ha successivamente progettato due nuovi edifici adiacenti per il South West London and St George’s NHS Mental Health Trust, integrandoli con gli edifici ospedalieri esistenti. I due nuovi edifici, Shaftsbury e Trinity, ospitano un centro di salute mentale, reparti di degenza per adulti, il Recovery College, strutture ambulatoriali per adulti e bambini, spazi per la formazione e servizi di supporto. Gli edifici dell'ospedale incorporano anche negozi al dettaglio e diversi piani di parcheggi che servono sia l'ospedale che i nuovi lotti residenziali che si stanno sviluppando intorno all'ospedale.
Tra i due edifici è posta una piazza accessibile alla cittadinanza, con aree di sosta e spazi verdi. In questa piazza sono presenti anche la chiesa e una sala da ballo. C.F. Møller Architects e il NHS Trust hanno pianificato e coordinato anche le nuove infrastrutture
■ Schema dei percorsi che i pazienti possono percorrere in autonomia all'interno del reparto
attorno all'ospedale, inclusa la costruzione di oltre 800 nuove unità residenziali e la trasformazione dell'ex campo da golf in un nuovo parco pubblico che circonda l’area a nord-ovest del campus.
DESIGN BASATO SULL’EVIDENZA: IL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE PIANIFICATA
La progettazione dell’ospedale è stata caratterizzata da oltre 600 incontri e workshop con medici, personale infermieristico, pazienti e associazioni di pazienti. Questi incontri hanno permesso di raccogliere informazioni cruciali sui flussi di lavoro e le esigenze spaziali, garantendo l’integrazione tra aspetti clinici e architettonici fin dalle prime fasi della progettazione. Un aspetto cruciale del progetto è stata la definizione delle interazioni tra le attività ospedaliere e i servizi psichiatrici territoriali, oltre alla revisione e ottimizzazione della logistica dell'ospedale. Un aspetto fondamentale nella progettazione delle strutture psichiatriche è garantire un ambiente sicuro e accogliente sia per i pazienti che per il personale. L’edificio Trinity, in particolare, si sviluppa in
■ Il complesso dello Springfield Univeristy Hospital
■ Schemi funzionali dei due nuovi edifici (non forensic Trinity e forensic Shaftsbury)
■ Immagine rappresentativa della piazza
■ Sopra: i corridoi presentano spazi in cui svolgere attività sia di gruppo che singole
■ A sinistra: una camera di degenza tipo in cui si nota l'attenzione alla qualità dell'arredo
■ Sotto: una delle aree comuni che carattarizzano i reparti, aperta verso il patio e luminosa, grazie alla luce zenitale che entra dalla finestratura in copertura
L'atrio di ingresso
Uno spazio comune per attività occupazionali
Uno dei molteplici patii che caratterizzano l'edificio
due volumi, quello più a nord, con tre piani fuori terra, ha una distribuzione lineare mentre quello più a sud, di forma semicircolare, si sviluppa per due piani fuori terra e ruota attorno ai due giardini centrali. Il progetto si compone di ambienti non istituzionalizzati caratterizzati da una buona acustica, luminosità, grazie alle corti che garantiscono l’ingresso della luce naturale, ventilazione naturale e l'accesso libero agli spazi esterni.
Inoltre, il progetto ha saputo creare spazi che garantiscono un’ottima visibilità e controllo da parte del personale, grazie alla collocazione strategica delle aree di supervisione. La disposizione dei locali consente una facile visione dell'ingresso del reparto e della maggior parte delle aree di circolazione dei pazienti. Il progetto ha cercato di eliminare gli angoli ciechi, dove possibile. I bordi delle stanze e i corridoi centrali incorporano arredi fissi e liberi con una varietà di aree di seduta, con spazi individuali e per gruppi, per favorire il relax e la socializzazione. La volontà progettuale è quella di creare un ambiente rilassante e sicuro, nonché condizioni di lavoro ottimali per il personale, con aree dedicate sicure, confortevoli e ad alta qualità ambientale. Un elemento distintivo del progetto è l’atrio centrale di ingresso, che favorisce un’atmosfera aperta e luminosa grazie all’ingresso di luce naturale dall’alto.
Le installazioni artistiche caratterizzano le varie aree dell’ospedale, contribuendo all’orientamento e alla creazione di un ambiente accogliente. Grande attenzione è stata posta nella creazione di spazi comuni di alta qualità, dotati di arredi fissi e mobili per ospitare
diverse attività sia di gruppo che singole: lettura, giochi, conversazioni telefoniche e lavoro al computer. Le aree TV sono parzialmente chiuse con pareti vetrate per ridurre il rumore ambientale. Ogni reparto dispone inoltre di una propria cucina e di una stanza che può accomodare varie attività e differenti tipologie di terapie occupazionali. Le camere di degenza sono progettate per massimizzare il comfort e la privacy, includendo ampie finestre con nicchie per garantire ed enfatizzare la vista sulle aree esterne e l’ingresso della luce naturale. Tutte le camere sono singole con bagno privato, garantendo privacy e flessibilità d’uso.
GIARDINI TERAPEUTICI E SPAZI ESTERNI
Il progetto incorpora aree a pianta aperta al centro di ogni reparto per creare un ambiente luminoso e arioso con forti collegamenti visivi e fisici ai cortili esterni adiacenti. Ogni reparto dispone di almeno un ampio giardino esterno, con alberi e aiuole con vegetazione di diverse tipologie, pensati per il relax e la meditazione, sia di gruppo che singolarmente. Queste aree verdi sono progettate per incentivare l’attività fisica e l’interazione sociale. Piantumazioni stagionali creano un’esperienza sensoriale variabile nel tempo.
SOSTENIBILITÀ E EFFICIENZA ENERGETICA
Le facciate e gli elementi esterni sono costituiti in mattoni, materiali robusti, e ad alta efficienza termica, scelti per la loro compatibilità con l’edificato adiacente, la durabilità e sostenibilità, tenendo conto
RINGRAZIAMENTI
Le informazioni utili per la scrittura dell’articolo sono state fornite da CF Moller Architects. Si ringraziano Peter Sikker Rasmussen e Maibritt Dammann.
GLI AUTORI
SILVIA MANGILI
Design & Health Lab, Dipartimento ABC, Politecnico di Milano
TURAL GULIEV
ANDREA REBECCHI
■ Piano primo
■ Piano secondo
■ Sezione trasversale
dell'impatto ambientale e del costo del ciclo di vita. Il mattone bicolore è il materiale principale degli edifici, che si relaziona con gli edifici vittoriani che caratterizzano la zona su cui sorge l’ospedale. Un altro pilastro del progetto è la sostenibilità ambientale. L’ospedale è inserito in un sistema di teleriscaldamento ad alta efficienza, che fornisce calore ed elettricità sia alla struttura sanitaria che ai nuovi edifici residenziali. La ventilazione naturale è garantita in molte aree per minimizzare il ricorso a sistemi meccanici. I giardini interni raccolgono e riutilizzano le acque piovane, prevenendo il rischio di allagamenti con bacini di raccolta idrica.
CONCLUSIONI
Lo Springfield University Hospital è un modello innovativo di architettura psichiatrica, che coniuga sicurezza, efficienza e qualità ambientale. L’integrazione della comunità, la progettazione basata sull’evidenza e l’attenzione al benessere dei pazienti e del personale lo rendono un esempio virtuoso nel panorama internazionale della progettazione sanitaria. Grazie all’approccio olistico adottato, questa struttura dimostra come l’architettura possa diventare un vero e proprio strumento terapeutico, migliorando significativamente la qualità della cura e della vita degli utenti.
■ Piano terra edificio Trinity con visibili le corti interne
Siltasairaala Un ponte di collegamento per la salute
UNA NUOVA FACCIATA DEL CAMPUS MEILAHTI DELL'HUS (DISTRETTO OSPEDALIERO DI HELSINKI E UUSIMAA), UN’OPERA D’ARTE CHE SI APRE SULLA RIVA DEL MARE DI HELSINKI, A CUI È ISPIRATA LA TEXTURE TRASLUCIDA DALLA GRANDE VETRATA SERIGRAFATA, CHE OFFRE UNA VISTA RIGENERANTE DA TUTTI GLI SPAZI DELL’OSPEDALE
di Elena Bellini
foto: Tuomas Uusheimo, Timo Kiukkola
DATI TECNICI
Luogo: Haartmaninkatu 4, Helsinki, Finland
Superficie: 69 900 m2
Committente: Agenzia immobiliare HUS Ltd.
Investimento: quasi 300 milioni di euro
Durata del progetto: concorso a inviti del 2015, realizzazione 2016 – 2022
Progettisti:
Työyhteenliittymä Team Integrated: AW2 Arkkitehdit Oy: Matti Anttila, capo progetto; Brunet Saunier Architecture; B&M Architects: Jussi Murole, vice capo progetto; Harris ja Kjisik Architects: Hannu Louna, assistente capo progetto; Timo Patomo, assistente capo progetto; Markus Nymark, assistente capo progetto; Jaakko West
Progettazione strutturale: A-Insinöörit Suunnittelu Oy / Harri Kivistö, Aleksi Jutila
Impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento (HVAC): consorzio GranlundRamboll / Janne Yli-Tokola, Lauri Hautajärvi
Impianto elettrico: consorzio Granlund-Ramboll / Kurt Holm, Benjam Lytz
Interni: Team integrato: Markus Eskola, Johanna Hinkka, Hanna Tjukanov, Elina Vähäkylä, Satu Kaleva, Teemu Vidgren
Architettura del paesaggio: Sitowise
Progettazione attrezzature mediche fisse: consorzio Granlund-Ramboll / Mika Haikarainen, Antti Pohjonen
Sicurezza antincendio: KK-Palokonsultti Oy / Satu Holopainen
Progettazione acustica: Akukon Oy / Olli Salmensaari
Appaltatori: SRV Construction Ltd
Curatrice d'arte: Taru Elfving
Opera d'arte sulla facciata: Sari Palosaari
Opera d'arte nella hall principale: Kalle Hamm
Opera d’arte nell’atrio del centro oncologico: Jaakko Niemelä
Facciata di ingresso dell’edificio con dettaglio sul “ponte” di collegamento tra i volumi
■ Gradonata auditorium in legno realizzata nella struttura del “ponte” di collegamento tra i volumi
L’EDIFICIO PONTE
Il Bridge Hospital nasce come nuovo centro traumatologico e oncologico, in un lotto dalla forma triangolare e stretta, per sostituire l'ospedale di Töölö e collegare su più piani le strutture esistenti del Meilahti Tower Hospital e del Cancer Center, completando il fronte occidentale del campus ospedaliero di Meilahti. Il nome “ponte” deriva da questa connessione, attraverso un ponte vetrato a due piani di 40 mt, che permette di mantenere il passaggio delle ambulanze al piano strada. Il nuovo edificio ha anche funzione di nuovo accesso (da Haartmaninkatu a Paciuksenkatuda, importante asse della città) e piazza centrale, ospitando uno spazio pubblico condiviso, una grande gradonata auditorium in legno nel ponte di collegamento, dove è possibile sedersi e socializzare guardando da un lato verso la piazza del campus e dall’altro verso la baia di Seurasaarenselkä.
La nuova struttura ospita pronto soccorso (inclusa la sala Raptor per la chirurgia traumatologica); 16 sale operatorie, di cui 3 ibride; reparto di terapia intensiva con 58 p.l., che ospitano anche pazienti di neurochirurgia; servizi di trapianto organi e chirurgia plastica; reparti di ortopedia, traumatologia, neurochirurgia e oncologia, con 215 p.l. di degenza, 180 di day hospital, ambulatori e strutture per radioterapia, campionamento e diagnostica; servizi per i pazienti, le loro famiglie e il personale, come mensa, ristorante e bar, aule didattiche e per le
conferenze. Il progetto ha inizio con un concorso a inviti vinto da un team integrato di tre studi finlandesi - AW2 Architects, B&M Architects, Harris-Kjisik Architects - e Brunet Saunier Architecture. L’edificio, di circa 70.00 mq, è stato costruito in meno di 8 anni, un’impresa difficile considerando anche il clima rigido finlandese.
IL PROGETTO
Il nuovo edificio nasce ai primi due piani come estensione della piattaforma tecnica esistente, su cui si innalzano tre volumi che ospitano studi medici e ambulatori, stanze di degenza (nel volume più alto di 9 piani), aree didattiche, e spazi tecnici nel sottotetto. L’accesso principale avviene al piano sottostante il ponte vetrato, attraverso uno dei tre atrii a tutta altezza, che compongono una rete di spazi pubblici coperti e riscaldati e permettono di diffondere la luce naturale negli spazi di circolazione e di attesa, alle stanze per il personale e alcune degenze. La permeabilità e la visibilità di questi spazi consentono inoltre di favorire l’orientamento e la comprensione di visitatori e pazienti. Secondo i principi di healing architecture, nell’atrio principale, così come nei servizi di mensa, attesa e corridoi del policlinico, è stata inserita l’opera d’arte “Rosarium” di Kalle Hamm, composta da cinque motivi di antiche varietà di rose di Helsinki, riprodotte su piastrelle in ceramica a parete come pixel o ri-
■ Vista aerea dell’HUS Bridge Hospital
Atrio principale; sullo sfondo l’opera d’arte “Rosarium” di Kalle Hamm
Sopra: una delle sale di attesa dell’area degli ambulatori.
Sotto: Dettaglio di facciata che mette in evidenza il pattern progettato dall'artista Sari Palosaari, "Huokoinen raja"
cami a punto croce. Nell’atrio centrale si ha l’attesa e l’accettazione per l’area degli ambulatori e l’accesso alle degenze ai piani superiori. Gli ambulatori hanno un impianto distributivo interessante, con un layout che presenta uno spazio centrale di back office condiviso tra due file di stanze di consultazione, e sale di attesa in lunghezza prospicienti gli ambulatori, differenziando in modo netto l’accesso del pubblico e del personale. Gli spazi di circolazione che circondano l’area e le sale di attesa hanno luce naturale proveniente dalle vetrate circostanti, godendo dai divanetti della vista del paesaggio incorniciato nelle aperture. Le camere di degenza sono caratterizzate da pareti attrezzate e infissi in legno, davanzali bassi (45 cm) in modo che il paziente possa godere della vista dell'esterno dal letto, una superficie vetrata di 5,7 mq (21% della superficie calpestabile), e una tenda oscurante esterna per il comfort climatico e ambientale. La disposizione della camera permette inoltre all’operatore di vedere il paziente dall'ingresso o dal corridoio senza dover entrare nella stanza. L’uso del legno è presente in tutto l’ospedale, nei rivestimenti delle pareti degli ambulatori, nella struttura delle celle esagonali del day hospital, di porte, corrimani, etc., concorrendo, insieme alle vedute e alle numerose opere d’arte, all’aspetto familiare e accogliente della struttura.
IL SISTEMA COSTRUTTIVO E LA SOLUZIONE DI FACCIATA
Il progetto è concepito in modo flessibile con una griglia strutturale di 8,4 x 8,4 x 4,8 m, che consente una grande libertà di organizzazione e distribuzione di funzioni e piani. Queste dimensioni offrono inoltre spazi ampi sia per la circolazione, con corridoi larghi 2,9 m, che per le stanze di degenza, con superficie media di 27 mq (70% delle stanze sono singole). L'incontro tra la griglia e la geometria triangolare del sito genera inoltre numerosi spazi che sono usati per servizi comuni, come l’attesa o le aree ricreative.
Il sistema strutturale è caratterizzato da un sistema composito di pilastri in c.a. e, nelle aree in cui i carichi sono maggiori, elementi prefabbricati composti da scatolari in acciaio, che fungono da cassaforma a perdere, e una gabbia interna metallica, uniti da un getto di calcestruzzo in opera; travi a delta in acciaio; solai prefabbricati in cemento armato di 16 cm con getto finale di rinforzo in opera. La particolarità dell’edificio è contraddistinta dal curtain wall di facciata, con rivestimento alternato tra vetro serigrafato e lamiere in alluminio piegate, che crea un ritmo continuo sull’intero edificio, integrando l'architettura con l’arte grafica. Le vetrate serigrafate hanno una stampa ceramica che filtra la luce attraverso un pattern progettato dall'artista Sari Palosaari, intitolato "Huokoinen raja" (bordo poroso), che rappresenta il riflesso della luce del sole sulle increspature della superficie del mare. Si tratta di facciate continue a doppia pelle con intercapedine ventilata. La facciata interna presenta delle porzioni opache composte da un rivestimento interno in cartongesso ed esterno in lamiera di alluminio verniciata da 5 mm, inframezza-
PA KALLA RAKENNETTAVA S SÄKUORI
KOOLAUS + M N V LLA t 50mm + HAVUVANER t 15mm + EK-K PS LEVY t=13mm
POIMULEVY VÄRI ARK VÄRISUUNN MUKAAN LÄP K INNITYS METALLIKOOLAUKSEEN Z ta HATTULISTA)
SAUMANAUHA + ELASTINEN K TTI K TTAUSALUSTANA KANTATTU PELT =1 25mm
METALLILEVY ELEMENTO TU OSA - MATER AAL VAIHTOEHDOT - 5mm MER ALUM INI H OTTU P NTA ta TEHDASMAALATTU PINTA - 3mm SINKKILEVY (es m RHEINZINC®) EI PINTAKÄS TTELYÄ - 3mm KUPARILEVY EI PINTAKÄSITTELYÄ - MUOTOON KANTATTU LEVY P TUUS á 2100mm - MEKAANINEN P ILOK INNITYS (es m COMPOSER TAI VASTAAVA) - PUTKIRUNKO RAK SUUNN a ELEMENTTITO M TTAJAN MUKAAN
ETUIKKUNAN RUNKO VAIN SIVU LLA ALAREUNASSA VAIN KI NNITYSLAPUT n 100x100mm2 -> VAPAA LMAN VIRTAUS ALHAALTA YLÖS VAAKA JA PYSTYOSAN LEVYSAUMA = LIK 0-SAUMA - LI KUNTAVARA YLÄPÄÄSSÄ
AVOSAUMA POHJALEVYSSÄ JOUS K INNITYS -> PÄÄSY K INN TYKS LLE -> OS EN VA HTO MAHDOLLISTA
KAKSOISJULKISIVUN TAPPIK INN TYS PAINUMAVARA h 40mm (NEOPREENIHOLKK a TAPP + MUTTERI
RAKENTEEN VAAKATOLERANSSI w = 15mm (PEHMEÄ M NERAAL V LLAMATTO)
KAKSOISJULKISIVU (SÄÄ- a ÄÄNISUOJA): K INTEÄ TERÄS-LASI -IKKUNA + TUULETUSVÄLI S LKK PAINETTU KARKA STU LASI = 8mm (PA NOKUVIO ER LLISEN ARK SUUNN MUKAAN)
KANTATTU TERÄSPELTI PE TTÄÄ RAON ks VAAKALE KKAUS POLTTOMAALATTU ARK VÄRISUUNN MUKAAN
S LKK PAINETUN ALUEEN ALAREUNA ETUIKKUNASSA
SILTASAIRAALA HELSINKI TEAM INTEGRATED
■ Sezione tecnologica verticale di facciata
PACIUKSENKATU SYÖPÄS S LTASA RAALA
TORN SA RAALA
SÄLEKA HDIN
DELTA PALKK
A1 10 mm - TERMORANKA-ELEMENTTI + M NERAAL VILLA 200 mm - HÖYRYSULKU (PVDF-P NTA NEN TERÄSPELT t=0 6mm) PA KALLA TEHTÄVÄ SISÄKUORI - PUUKOOLAUS + MINERAALIVILLA 50 mm - HAVUVANERI 15 mm
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KKUNAT: VAK O MSE - IKKUNA 210mm (SISÄÄN-SISÄÄN-AVAUTUVA) - PUITE JA KARMI PUUVÄR NEN MATTALAKATTU - ULKOLASI 1K FLOAT -LASI - ILMAVÄLISSÄ SÄLEKAIHTIMET - 2K UMPIOLAS ELEMENTT AURINGONSUOJALASI - SISÄLAS TURVALAS LAMINO TU 4+4) ULOS NÄKYVÄ KARMI JA PU TE ER VÄRINEN KU N SISÄLLE NÄKYVÄ OSA
TERMORANKAELEMENTT (A 2665 x 4485
SÄLEKAIHD N
JULKISIVUN PALKKI- JA PILASTER KOTELOT KANNAKO DAAN VÄL POHJASTA RST-PUUKOIN PULTTIKI NNITYS (ES TETTY KATKOV IVALLA)
TERMORANKA
TRAUMASAIRAALA, VUODEOSASTO VE-4 METALLILEVY
■ Sezione tecnologica orizzontale di facciata
JULKISIVUN VAAKADETALJIT
■ Piano di accesso dell’ospedale
■ Planimetria del piano di connessione attraverso il ponte a sinistra del ponte un piano di degenza tipo, a destra il day hospital
ti da un isolante in lana minerale di 26 cm totale, e delle porzioni trasparenti vetrate con infisso ad anta unica con finitura interna in legno ed esterna in alluminio e tenda esterna a rullo oscurante. La facciata di rivestimento esterno è appesa all’edificio attraverso una sottostruttura metallica che crea un’intercapedine ventilata di 13 cm ed è composta da vetro temperato serigrafato e lamiere di alluminio, a nascondere gli elementi strutturali, che piegandosi in avanti consentono alla neve di evacuare automaticamente, facilitando la manutenzione e gestione a lungo termine. Nelle stanze di degenza la ventilazione è controllata meccanicamente e le finestre sono apribili dallo staff solo in caso di necessità. Allo stesso modo, è controllata meccanicamente anche la ventilazione della facciata ventilata attraverso le aperture alle estremità inferiore e superiore, che permettono di avere un sistema chiuso durante i mesi invernali, che usa l’aria come isolante, e aperto in estate per il raffrescamento.
IL BIM COME STRUMENTO DI CO-PROGETTAZIONE
Già in fase di concorso tutti i membri del Team Integrato hanno lavorato su un modello BIM comune, consentendo una collaborazione efficiente nonostante la distanza tra Francia e Finlandia. La collaborazione è stata poi estesa a tutti gli attori durante l'intero processo di progettazione e costruzione. A questo scopo è stata installata un’area di lavoro e spazio immersivo in realtà virtuale nel campus
ospedaliero per riunire tecnici e progettisti, impresa appaltatrice e membri dello staff dell’ospedale. Il sistema in VR ha consentito di coinvolgere gli utenti fin dalle prime fasi, oltre a realizzare modelli in scala reale di alcuni ambienti essenziali (sala operatoria, sala visite, postazione di cura ecc.), permettendo di affrontare tutti gli argomenti in modo condiviso, a partire dall’impianto distributivo, fino agli singoli spazi e attrezzature, e facilitare l’integrazione tra l’esistente e la nuova costruzione. Il progetto è vincitore nella categoria Pubblico dei Tekla Global BIM Awards 2020.
RINGRAZIAMENTI
L’autrice ringrazia la prof.ssa Laura Arpiainen e la Dr.ssa Ira Verma per aver guidato la visita del’HUS Bridge Hospital e i progettisti, Jussi Murole e Hennu Kjisik, per aver fornito tutto il materiale per la stesura dell’articolo
GLI AUTORI
ELENA BELLINI
Architetto, PhD, Università degli Studi di FirenzeDipartimento di Architettura
Procreazione Medicalmente Assistita Unità di fecondazione in vitro
PROGETTARE UN LABORATORIO DI FECONDAZIONE IN VITRO (IVF) È UN PROCESSO METICOLOSO CHE
UNISCE TECNOLOGIA AVANZATA E RIGOROSI STANDARD
NORMATIVI PER GARANTIRE CONDIZIONI OTTIMALI PER LO SVILUPPO DEGLI EMBRIONI. IL SUCCESSO
DEI TRATTAMENTI DI FERTILITÀ DIPENDE IN LARGA
MISURA DALL’AMBIENTE DI LABORATORIO, RENDENDO
CRUCIALE UNA PROGETTAZIONE PONDERATA
DEL LABORATORIO DI FECONDAZIONE IN VITRO
TERMINOLOGIA
Il termine “Procreazione Medicalmente Assistita” (PMA), corrisponde al termine inglese “Assisted Reproductive Technologies” - ART (Tecniche di Riproduzione Assistita). PMA e ART indicano l’insieme di tutte le tecniche disponibili per ottenere un concepimento da parte di coppie con problemi di fertilità ovvero tutte quelle procedure che comportano il trattamento di ovociti umani, di spermatozoi o di embrioni nell’ambito di un progetto finalizzato a realizzare una gravidanza. Queste procedure includono:
- inseminazione intrauterina omologa o eterologa;
- fecondazione in vitro e trasferimento embrionale;
- trasferimento intratubarico dei gameti;
- trasferimento intratubarico degli zigoti; - trasferimento intratubarico degli embrioni; - crioconservazione dei gameti e degli embrioni. Queste tecniche sono attualmente rappresentate da una gamma di opzioni terapeutiche con diverso grado di invasività tecnica oltre che psicologica per la coppia. La fertilizzazione in vitro - FIVET (Fertilizzazione in Vitro con Embryo Transfer), in inglese IVF (In Vitro Fertilization) definisce la tecnica di procreazione assistita attraverso la fecondazione in vitro dell’ovulo precedentemente prelevato, con successivo trasferimento dell’embrione così formato nell’utero della donna. Quest’ultimo è uno dei passaggi chiave della procedura che prevede l’iniziale stimolazione delle ovaie per far maturare diversi follicoli e la raccolta del liquido follicolare contenente gli ovociti. L’Iniezione Intracitoplasmatica di Spermatozoi – ICSI (in inglese IntraCytoplasmatic Sperm Injection) è un’evoluzione della fertilizzazione in vitro, messa a punto per casi in cui non sia disponibile il numero di spermatozoi richiesto per la fecondazione in laboratorio dell’ovocita (l’IVF necessita dell’impiego di un numero che va da 50.000100.000 spermatozoi per ovocita); in questo caso si utilizza un solo spermatozoo che viene direttamente inserito all’interno del citoplasma dell’ovocita. Il termine Crioconservazione o Criopreservazione indica le tecniche che permettono di congelare ovociti, embrioni e spermatozoi. In genere, esistono tre modalità di congelamento: 1) congelamento lento o slow freezing; 2) congelamento rapido o rapid freezing; 3) vitrificazione.
Ciascuna di esse presenta vantaggi e svantaggi e ogni centro di PMA utilizza quella che garantisce i migliori risultati nel suo laboratorio.
UNITÀ DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA
L'Unità di Procreazione Medicalmente Assistita fornisce strutture per attuare le procedure di fecondazione in vitro (IVF). La fecondazione in vitro è una delle numerose tecniche di riproduzione assistita (ART) utilizzate per aiutare le coppie sterili a concepire un bambino. La procedura prevede la rimozione di ovuli (ovociti maturi o ovulo) dall'ovaio della donna. Gli ovuli vengono quindi fecondati con lo
sperma in una procedura di laboratorio (in vitro). Se si verifica la fecondazione, dopo aver subito diverse divisioni cellulari, l’ovulo fecondato viene trasferito alla madre per il normale sviluppo nell'utero oppure congelato per un successivo impianto. Il laboratorio di fecondazione in vitro può utilizzare l'iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI) nel processo di fecondazione in vitro.
I servizi forniti dall'Unità di Fecondazione in Vitro includono:
• consulenza al paziente, colloquio e consulenza finanziaria su base ambulatoriale;
• valutazione pre-trattamento;
• raccolta del sangue;
• raccolta dello sperma;
• inseminazione artificiale;
• terapia di stimolazione ovarica;
• esame ecografico;
• raccolta degli ovociti (ovuli);
• coltura embrionale;
• fecondazione in vitro / icsi;
• crioconservazione;
• trasferimento embrionale;
• recupero.
Il diagramma di Fig. 1 sintetizza le relazioni funzionali dell’Unità IVF.
CONSIDERAZIONI OPERATIVE E DI PIANIFICAZIONE
Modelli operativi
La gamma di opzioni per un'Unità di Fecondazione in Vitro può includere:
• un centro completamente autonomo;
• un'unità dedicata completamente autonoma all'interno di un ospedale;
• un'unità collocata con una specialità clinica come ostetricia e ginecologia in un ospedale.
L'Unità di Fecondazione in Vitro idealmente si trova al piano terra di una struttura sanitaria. Se ubicata ad un piano superiore, deve essere disponibile un sollevatore per barelle. I pazienti sottoposti a procedure di fecondazione in vitro possono essere ricoverati e dimessi lo stesso giorno oppure trasferiti da e verso un'Unità di riferimento.
Orari di apertura
L'Unità di Fecondazione in Vitro generalmente funziona su base giornaliera, in genere dalle 8:00 alle 21:00, con turni di mattina e di pomeriggio, solitamente 6 giorni alla settimana con ricoveri dalle prime ore del mattino. Va notato che non ci sono limiti o restrizioni sugli orari di apertura. Le procedure vengono eseguite su base di sessione con dimissioni/trasferimenti in serata. Le esigenze di assistenza ai pazienti e gli orari di lavoro flessibili possono richiedere che gli orari di apertura vengano estesi alla sera e nei fine settimana per soddisfare la domanda e le politiche operative.
MODELLI DI PIANIFICAZIONE DELLE UNITÀ
Zone funzionali
L'Unità IVF è composta da spazi, aree o zone individuali che servono vari moduli di servizio che si combinano per formare una struttura più grande con uno scopo simile. La relazione tra aree/zone è considerata importante per garantire che l'Unità operi in modo efficiente ed efficace.
Ingresso/ricevimentoeattesa:
- aree di ingresso/ricevimento e attesa;
- amministrazione/registrazioni;
- stanza/e per effettuare colloqui;
- bagni pubblici divisi per genere.
Area di consulenza:
- stanze per consulenza/esame e trattamento;
- stanza/e per ecografia;
- stanza per rilevamento dei segni vitali (facoltativa);
- strutture facoltative per prelievi di sangue;
- aree di supporto tra cui servizi, magazzini e servizi igienici per i pazienti.
Areaproceduraleperipazienti:
- sala/e operatoria/e per raccolta e reimpianto di ovociti (ovuli) con sale per la pulizia;
- aree di recupero con baie per biancheria e carrello per la rianimazione;
- stanza/e di raccolta;
- servizi puliti e sporchi;
- aree cambio e servizi igienici per personale e pazienti (divisi per genere).
- deposito di bombole di gas (in genere azoto liquido e altri gas compressi).
Areapersonaleesupporto:
- stanza di pulizia e smaltimento;
- depositi e deposito sterile;
- uffici, sale riunioni, sala personale;
- area di sterilizzazione. se l'unità di fecondazione in vitro è ubicata in un edificio autonomo, sono necessarie strutture di sterilizzazione dedicate.
Ingresso/ricevimento e attesa
L'ingresso e il ricevimento forniscono il primo punto di contatto per i pazienti. La reception funge anche come punto di controllo degli accessi principali per l'Unità atti a garantirne la sicurezza. Le aree di attesa devono trasmettere un senso di tranquillità, essere confortevoli, trasmettere un’atmosfera rilassante oltre che garantire un'adeguata privacy ai pazienti.
Esse devono essere inoltre divise per genere, anche se le postazioni di attesa dedicate alle famiglie possono essere considerate un'opzione diversa. Ogni sala d’attesa deve essere isolata e protetta dal traffico di passaggio.
Aree di consultazione
Le sale di consultazione/esame possono essere fornite come: sale di consultazione; sale di esame combinate: sale separate a seconda della politica operativa adottata dalla struttura. L'area di consultazione deve poter promuovere l'efficienza e al contempo fornire un ambiente piacevole per tutti i tipi di pazienti. Le sale di consultazione/visita devono poter garantire la massima privacy del paziente evitandogli qualsiasi possibile esposizione durante l'apertura della porta. Può anche essere presa in considerazione la separazione delle sale di consultazione da quelle di visita.
Sala/e di trattamento
Le sale di trattamento sono utilizzate per trattamenti minori e sono tenute a garantire la giusta privacy e la sicurezza del paziente.
AREE PROCEDURALI
Sala/e di raccolta
La sala o le sale di raccolta devono essere stanze discrete, private e chiuse per la raccolta dei campioni di sperma dei pazienti. Le sale di raccolta hanno una stretta relazione funzionale con il laboratorio di andrologia. È infatti richiesta una rapida consegna dei campioni raccolti per prevenirne il possibile deterioramento delle cellule. Le sale di raccolta richiedono una doccia/WC privato.
Figura 1 Unità IVF: diagramma delle relazioni funzionali
Sale di procedura o sale operatorie
Le sale di procedura o le sale operatorie includono attrezzature e strutture per la raccolta degli ovociti e per il trasferimento degli embrioni, effettuati in sedazione o in anestesia locale. Esse richiedono: spogliatoi adiacenti sia per i pazienti che per il personale; lavandino e servizi igienici per i pazienti.
Aree di laboratorio
Sono richiesti protocolli rigorosi per la gestione e l'etichettatura dei campioni dei pazienti in tutte le aree di laboratorio che devono essere suddivise in zone con accesso limitato al solo personale.
Laboratorio di embriologia (IVF/ICSI)
Il laboratorio di embriologia fornisce strutture per la gestione, la preparazione, la coltura e la conservazione di gameti umani (spermatozoi e ovociti). A causa della natura delicata delle sue funzioni, il laboratorio di embriologia deve necessariamente essere ubicato in un'area sicura e sterile, lontano dalle strutture ambulatoriali/cliniche, ma nelle immediate vicinanze della sala operatoria in cui vengono raccolti gli ovociti. Il laboratorio è responsabile: dell'identificazione degli ovociti nel fluido ovarico; della coltura di questi ovociti con lo sperma del partner; dell'esame dell'embrione prima del suo impianto nella paziente.
Il laboratorio ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica di Spermatozoi) prevede il processo di iniezione di un singolo spermatozoo nel nucleo dell'ovocita utilizzando un ago microscopico senza comprometterne la vitalità. Lo zigote (ovocita fecondato) viene quindi monitorato fino a quando non inizia a dividersi, formando un piccolo gruppo di cellule noto come blastocisti (durante un tempo di circa 5 giorni in laboratorio) che viene quindi reimpiantato per formare un embrione. Lo spazio sarà chiuso per le funzioni di laboratorio specialistiche.
Il laboratorio IVF/ICSI deve essere preferibilmente ubicato in una posizione direttamente collegata alla/e sala/e operatoria/e per la raccolta e il reimpianto degli ovociti. Si raccomanda un portello di passaggio dal laboratorio a ciascuna sala o sale operatoria.
Laboratorio di andrologia
Il laboratorio di andrologia esegue la valutazione, i test, la preparazione e la conservazione dei campioni di sperma prelevati. Le procedure diagnostiche includono:
• analisi del liquido seminale per determinare il numero, la motilità, la vitalità e la morfologia degli spermatozoi;
• preparazione dello sperma per la fecondazione e l'inseminazione intrauterina (iui) e scongelamento dei campioni congelati; Il laboratorio includerà banchi e unità di conservazione per l'esame dei campioni. Le funzioni di laboratorio specialistiche saranno espletate in uno spazio chiuso. Il laboratorio di andrologia è in stretta collaborazione con i laboratori IVF/ICSI.
La sala o le sale di raccolta devono essere preferibilmente ubicate nelle immediate vicinanze. L'accesso al laboratorio deve essere limitato.
Laboratorio di genetica
Il laboratorio di genetica esegue studi citogenetici sulle cellule embrionali e in particolare sul nucleo (che contiene i cromosomi che trasportano i geni e il loro DNA), per determinare lo stato dell'embrione dopo la fecondazione in vitro e prima del reimpianto. Noto anche come diagnosi genetica preimpianto (PGD), questo processo può anche identificare e diagnosticare anomalie e malattie genetiche presenti e diagnosticabili in fase di gravidanza mediante l'uso di tecniche sofisticate come ad es.
L'ibridazione fluorescente in situ (FISH) o la reazione a catena della polimerasi (PCR). Essendo il laboratorio di genetica in stretta collaborazione con il laboratorio di fecondazione in vitro/ICSI, le sue funzioni possono anche essere incluse in quest’ultimo. In alternativa, i test genetici possono essere esternalizzati, inviando campioni di embrioni a laboratori specializzati in test genetici.
Strutture di crioconservazione
Le strutture dedicate alla crioconservazione includono anche una stanza separata per la conservazione di cellule riproduttive congelate (gameti, zigoti ed embrioni) in serbatoi di stoccaggio di azoto liquido. Questi serbatoi hanno necessità di essere conservati in uno spazio chiuso in caso di perdite di azoto. L'area di stoccaggio della crioconservazione deve essere posizionata in un'area con accesso controllato, in prossimità delle aree del laboratorio. È richiesto un sistema di monitoraggio per il raggiungimento di bassi livelli di azoto liquido nei serbatoi di stoccaggio e per gli alti livelli di azoto nell'aria. Per questo processo sono richiesti protocolli rigorosi sul metodo di conservazione e sull'etichettatura dei campioni (fare riferimento alle normative locali e alle leggi sulle licenze) che includeranno:
• controllo delle infezioni (riduzione al minimo del rischio di contaminazione incrociata di gameti, zigoti ed embrioni congelati);
• etichettatura, imballaggio e documentazione del tessuto congelato.
AREE DEL PERSONALE E DI SUPPORTO
Sala di decontaminazione
Tutti gli articoli riciclabili (inclusi i carrelli di consegna) vengono smistati, risciacquati, puliti o lavati con un lavaggio ad ultrasuoni e asciugati meccanicamente. È necessario garantire barriere efficaci per il controllo delle infezioni.
Sterilizzazione/Imballaggio
La sala di sterilizzazione/imballaggio è un'area in cui gli strumenti in utilizzo lavati e asciugati vengono smistati, assemblati in set, confezionati e quindi sterilizzati in autoclave a più di 130°C. La sala di sterilizzazione/imballaggio sarà situata adiacente alla sala di pulizia
in cui gli strumenti vengono puliti e decontaminati. La stanza richiede un flusso di lavoro unidirezionale definito per gli strumenti “da puliti a sterili” e quindi “a magazzino sterile”. Lo stock sterile non deve essere conservato in questa stanza per evitare il potenziale pericolo di mescolare set di strumenti non sterilizzati con set sterili.
RELAZIONI FUNZIONALI
Una relazione funzionale può essere definita come: la correlazione tra le varie aree di attività i cui servizi lavorano a stretto contatto per promuovere la fornitura di servizi efficienti in termini di gestione, costi e risorse umane.
Esterno
L'Unità di Fecondazione in Vitro ha una stretta relazione funzionale con le seguenti Aree o Unità:
• unità di laboratorio;
• farmacia;
• imaging medico.
Le relazioni esterne ideali sono illustrate nel diagramma (Fig. 2) tra cui:
• relazione distinta tra l'ingresso principale, il parcheggio e i corridoi pubblici;
• ingresso per servizi e forniture tramite un ingresso di servizio;
• ingresso per pazienti e personale attraverso ingressi separati raggiungibili da un corridoio comune.
Interno
All'interno dell'Unità di Fecondazione in Vitro, le relazioni funzionali preferite includono:
• reception, amministrazione e aree di attesa all'ingresso del centro, dove la reception può agire anche come punto di controllo;
• accesso immediato alle sale di consulenza, di trattamento e di ecografia dalle aree di attesa e successivamente alle sale operatorie/delle procedure;
• i laboratori devono essere ubicati in una zona separata dall'area di consulenza e convenientemente protetti con un ingresso attraverso un'anticamera;
• aree del laboratorio di embriologia (ivf/icsi) situate in una relazione adiacente diretta alle sale operatorie/procedure per la raccolta e il reimpianto degli ovociti;
• le sale di raccolta hanno una relazione funzionale diretta con il laboratorio di andrologia; i campioni richiedono un rapido trasferimento (entro un periodo di 2 minuti al laboratorio) per evitarne il deterioramento. deve essere fornito un bagno in adiacenza.
DIAGRAMMA DELLE RELAZIONI FUNZIONALI
Il diagramma (Fig. 2) illustra le relazioni funzionali di una tipica Unità di Fecondazione in Vitro, sia come Unità autonoma che come parte di una struttura più ampia.
CONSIDERAZIONI PROGETTUALI
Generale
Il design dell'Unità deve essere tale da creare un'atmosfera piacevole e rassicurante per i pazienti, pur mantenendo i requisiti funzionali necessari associati agli spazi clinici e ai laboratori. Idealmente, le aree di attesa dovrebbero essere suddivise in diverse piccole zone di "attesa per la famiglia" per consentire ai partner o ai parenti stretti a supporto di attendere in relativa privacy. Potrebbe essere presa in considerazione un'area di ingresso privata e discreta per i pazienti, lontana dalla vista del pubblico.
CONSIDERAZIONI AMBIENTALI
Acustica
L'Unità di Fecondazione in Vitro deve essere progettata per ridurre al minimo sia il livello di rumore ambientale all'interno dell'Unità che la trasmissione del suono tra le aree dei pazienti, le aree del personale e le aree pubbliche. Deve essere convenientemente considerata la posizione delle aree o delle attività particolarmente rumorose, evitando il loro posizionamento in prossimità di aree più silenziose, come ad es. le sale di consultazione, dove le informazioni riservate sui pazienti vengono scambiate tra pazienti e personale. Le sale adibite al colloquio, alla consultazione, alla raccolta e al trattamento dovrebbero essere trattate acusticamente per massimizzarne la privacy. Il trattamento acustico è richiesto per:
• le aree di attesa che devono essere ubicate più lontano possibile dalle sale di visita, dagli spazi di trattamento e dalle aree del personale.
• le aree di consultazione che devono mantenere e garantire la riservatezza delle conversazioni tra pazienti e medici.
• le sale riunioni e le aree di discussione e di confronto per il personale in cui vengono condivise informazioni riservate sui pazienti.
• le aree di visita/trattamento in cui la riservatezza del paziente è fondamentale.
Luce/illuminazione naturale
L'uso della luce naturale deve essere massimizzato in tutta l'Unità, tranne che nelle aree di laboratorio in cui essa potrebbe avere un effetto dannoso sui campioni. Le finestre sono un aspetto importante dell'orientamento sensoriale e del benessere psicologico di pazienti e personale, devono pertanto essere fornite in tutti gli spazi dedicati ai pazienti e al personale laddove possibile. L'illuminazione esterna deve essere presa nella dovuta considerazione per le Unità Autonome, comprese le aree di parcheggio, in particolare se l'Unità resta accessibile dopo l'orario di ufficio, in base ai requisiti delle autorità locali.
Privacy
La privacy è essenziale per poter effettuare in sicurezza conversazioni e colloqui riservati, cosa che ridurrà al minimo lo stress e il disagio ai
pazienti fornendo stanze private per colloqui personali tra personale medico e paramedico e pazienti. Le aree di queste Unità devono essere progettate per evitare viste dirette dall’esterno sugli spazi dedicati ai pazienti, come anche delle visite e dei trattamenti, attraverso porte e finestre. Se necessario, devono essere predisposte apposite tende a garanzia della privacy. Le aree di attesa possono includere aree più piccole separate dedicate ai membri di supporto familiare.
Ergonomia
I laboratori devono essere progettati tenendo conto di un ideale ergonomico che garantisca un ambiente di lavoro ottimale tale da ridurre al minimo il rischio di distrazione, affaticamento e quindi di errore. Negli aspetti da considerare sono inclusi anche: l'altezza di banchi e sedie; l'altezza delle attrezzature in uso costante come ad es. microscopi e cabine di sicurezza biologica.
Figura 2 Diagramma delle relazioni funzionali
Sicurezza e protezione
L'Unità di Fecondazione in Vitro deve garantire un ambiente sicuro e protetto per i pazienti, il personale e i visitatori, pur mantenendo un'atmosfera accogliente, serena e di supporto atta a favorire l’ottenimento di buoni risultati.
I pazienti e i familiari che frequentano l'Unità di Fecondazione in Vitro potrebbero aver necessità di fruire di un deposito per la custodia di oggetti personali. Le zone all'interno dell'Unità richiedono severi controlli per impedire accessi non autorizzati, in particolar modo per le aree di laboratorio, le aree di crioconservazione e le aree degli uffici del personale.
La struttura, gli arredi, gli accessori e le attrezzature devono essere progettati e realizzati in modo da evitare che gli utenti della struttura siano esposti a rischi di lesioni. L'Unità di Fecondazione in Vitro, sia autonoma che situata all'interno di un distretto ospedaliero, richiede la garanzia di una sicurezza esterna che può includere anche la sorveglianza CCTV. Il perimetro del Centro deve essere chiudibile a chiave. Le aree interne devono essere pianificate con un elevato livello di sicurezza, come per esempio:
• suddivisione in zone delle aree e raggruppamento di funzioni simili contemplando l'accesso elettronico alle aree.
• controllo degli accessi e delle uscite ad opera della reception se identificata come punto di controllo.
• fornire una buona visibilità al personale sia dalle aree di attesa che dei pazienti.
• utilizzo di persiane e schermi per fornire ulteriore privacy ai pazienti nei punti di accesso del pubblico.
Finiture
Le finiture interne dell’IVF, tra cui pavimento, pareti, falegnameria e soffitti, devono essere adattate alla funzione multiuso dell'unità, promuovendo oltre alle caratteristiche di base previste anche un ambiente piacevole per pazienti, visitatori e personale. Le finiture all'interno dei laboratori devono essere del tipo a bassa emissione di composti organici volatili “VOC” (l'esposizione di ovuli, spermatozoi ed embrioni ai VOC può avere un impatto particolarmente negativo sui tassi di successo della fecondazione in vitro). Per quanto riguarda le finiture devono essere presi in considerazione anche i seguenti fattori:
• aspetto estetico;
• proprietà acustiche;
• durata;
• sicurezza antincendio;
• facilità di pulizia e conformità agli standard di controllo delle infezioni;
• finiture del pavimento che garantiscano la resistenza allo scivolamento, una movimentazione delle attrezzature e l'impermeabilità ai fluidi nelle aree di trattamento;
• le aree di laboratorio, stoccaggio e procedura devono essere provvisti di una pavimentazione in vinile o simili, impermeabile e resistente agli agenti chimici. le aree di recupero dei pazienti e gli uffici del personale possono anche avere finiture diverse.
Apparecchiature e accessori
Gli elementi critici delle apparecchiature, tra cui incubatori e contenitori di azoto liquido, devono essere dotati di allarme di temperatura e di monitoraggio. Dovrebbe anche essere presa in considerazione un'alimentazione di emergenza e ininterrotta (UPS) per le apparecchiature critiche come incubatori, frigoriferi, armadi di sicurezza biologica.
Requisiti dei servizi di costruzione
Questa sezione identifica solo i requisiti di briefing dei servizi specifici dell'Unità ovvero i servizi di ingegneria sia per i parametri che per gli standard dettagliati applicabili.
Tecnologie dell'informazione e della comunicazione
La progettazione dell'Unità deve affrontare i seguenti problemi di Tecnologia dell'Informa-zione/Comunicazione per un funzionamento ottimale dell'Unità:
• cartelle cliniche elettroniche, prescrizioni e richieste di analisi;
• sistemi di amministrazione dei pazienti (pas), inclusi i sistemi di prenotazione dei pazienti;
• computer, tra cui unità mobili e palmari, e-mail e sistemi di comunicazione paging;
• prese dati e comunicazioni, server e requisiti della sala comunicazioni;
• sistema di comunicazione per l'archiviazione delle immagini (pacs);
• sistemi di gestione delle forniture elettroniche;
• disponibilità facoltativa di wi-fi per personale, pazienti e visitatori in attesa;
• requisiti di videoconferenza, teleconferenza e telemedicina.
Allarme di chiamata del personale/coercizione
Gli ospedali devono fornire un sistema di chiamata elettronico in prossimità di ogni spazio di trattamento, ovvero consulto, esame, procedura, sale di trattamento e aree pazienti con annessi servizi igienici per permettere ai pazienti di avvisare il personale in modo discreto al bisogno. Tutte le chiamate devono essere registrate presso la postazione del personale ed essere chiaramente udibili all'interno delle aree di servizio dell'Unità, inclusi nei servizi igienici puliti e sporchi. Se le chiamate non ricevono risposta, il sistema di chiamata deve poter rilevare l'avviso. Il sistema di chiamata del personale può anche utilizzare sistemi di paging (consente la comunicazione unidirezionale) mobili o SMS per avvisare il personale di una chiamata. È richiesta la fornitura di un sistema di allarme di coercizione per la
sicurezza del personale che può essere occasionalmente oggetto di minacce o aggressioni ad opera di pazienti/visitatori. I pulsanti di chiamata di coercizione sono richiesti in tutte le postazioni di reception e del personale, sale di consultazione e sale di trattamento in cui il personale potrebbe dover trascorrere del tempo con un paziente in isolamento oppure da solo. La combinazione di unità di coercizione sia fisse che personali deve essere considerata come parte della revisione della sicurezza durante la pianificazione dell'Unità.
Riscaldamento, ventilazione e aria condizionata (HVAC)
Il sistema di aria condizionata nell'Unità deve essere progettato per mantenere un intervallo di temperatura confortevole nelle aree dei pazienti comprese le aree di attesa, le sale riunioni, le aree terapeutiche e le sale di consultazione. Tutti i requisiti HVAC devono essere conformi ai requisiti normativi vigenti in materia.
Idraulica
Viene garantita acqua calda e fredda in tutte le aree a cui accedono i pazienti all'interno del Centro.
Controllo delle infezioni
Tutte le tecniche di riproduzione assistita comportano la manipolazione di materiale biologico rappresentando un potenziale rischio di controllo delle infezioni per il personale e per le cellule riproduttive di altri pazienti (gameti, zigoti, embrioni). Rigorose misure di controllo delle infezioni sono richieste all'interno dell'Unità a protezione del personale di laboratorio da potenziale contaminazioni da fluidi corporei quali ad esempio fluido follicolare, ecc. oltre che per garantire un ambiente asettico per le cellule riproduttive, prevenendo le infezioni crociate. Le misure includono:
• lavabi ad uso del personale per il lavaggio delle mani presenti in tutte le aree dei pazienti e posizionati all'esterno e all'ingresso del laboratorio;
• utilizzo di indumenti specifici da laboratorio;
• utilizzo di indumenti specifici da sala operatoria;
• utilizzo di cappe di sicurezza biologica a flusso laminare nei laboratori (disponibilità di una cappa di classe ii per la manipolazione di campioni contaminati);
• contenitori per oggetti taglienti, raccolta e rimozione dei rifiuti clinici.
Lavabi
I lavamani sono obbligatori nei corridoi, nelle aree pazienti e di trattamento e nelle altre aree specificate nei componenti standard. I lavamani non devono influire sulle larghezze minime libere dei corridoi. Almeno una baia per il lavaggio delle mani deve essere facilmente accessibile al personale e alle aree di trattamento. I lavandini nelle aree pazienti devono essere utilizzati esclusivamente a scopo di controllo delle infezioni.
Frizioni antisettiche per le mani
Le frizioni antisettiche per le mani devono essere posizionate in modo da essere facilmente disponibili per l'uso, nei punti di cura e nelle aree ad alto traffico. La distribuzione delle frizioni a base di alcol per le mani deve essere coerente e affidabile in tutte le strutture. Nelle sale operatorie e nei laboratori, esse non sono consentite perché risultano embriotossiche, al loro posto vengono utilizzate sostanze chimiche speciali utilizzate per la pulizia di laboratori e sale operatorie. Almeno due dovrebbero essere le stanze disponibili per riporre il materiale utile alle pulizie: una per il laboratorio e la sala operatoria e l'altra per le zone dedicate ai pazienti ambulatoriali. Le frizioni antisettiche per le mani, sebbene molto utili e gradite, non possono sostituire completamente le baie per il lavaggio delle mani. Entrambe sono richieste e contemplate in tutte le Unità cliniche.
COMPONENTI DELL'UNITÀ
Componenti standard
I componenti standard sono stanze tipiche incluse all'interno di una struttura sanitaria, ciascuna rappresentata da una Scheda Tecnica della Camera (RDS) e da un Foglio di Disposizione della Camera (RLS). Gli RDS sono descrizioni scritte che rappresentano i requisiti minimi di briefing di ogni tipo di stanza, descritti in varie categorie:
• informazioni primarie sulla stanza: include area briefing, occupazione, descrizione della stanza e relazioni e requisiti speciali della stanza.
• materiali e finiture dell'edificio: identifica i materiali e la finitura richiesti per i requisiti di soffitto, pavimento, pareti, porte e vetrate della stanza.
• arredi e accessori: elenca tutti gli accessori e gli arredi presenti in genere nella stanza; arredi e accessori sono identificati con un numero di gruppo che indica chi è responsabile della fornitura dell'articolo in base ad una descrizione ampiamente accettata:
GRUPPO DESCRIZIONE
1
2
3
Fornito e installato dal costruttore
Fornito dal cliente e installato dal costruttore
Fornito e installato dal cliente
• apparecchiature e attrezzature: include tutte le apparecchiature riparate e in genere situate nella stanza insieme ai servizi richiesti, come per esempio alimentazione, dati e idraulica; apparecchiature e attrezzature identificati con un numero di gruppo così come evidenziato nel riquadro il responsabile della fornitura.
• servizi dell'edificio: indica la necessità di comunicazioni, alimentazione, riscaldamento, ventilazione e aria condizionata (HVAC), gas medicali, chiamata infermieristica/di emergenza e
illuminazione insieme a quantità e tipologie laddove necessitino. la fornitura di tutti gli articoli di servizio elencati è obbligatoria.
I fogli di layout della stanza (RLS) sono planimetrie e prospetti indicativi che illustrano un esempio di buona progettazione. Gli RLS indicati sono considerati conformi a queste Linee guida. I layout alternativi e la pianificazione innovativa saranno considerati conformi alle presenti Linee guida a condizione che siano rispettati i seguenti criteri:
• conformità alle linee guida;
• superfici minime del pavimento così come indicato nel programma di sistemazione;
• distanze e accessibilità attorno a vari oggetti mostrati o impliciti;
• inclusione di tutti gli elementi obbligatori identificati nell'RDS.
L'unità IVF contiene componenti standard per meglio conformarsi ai dettagli descritti nelle Linee guida.
Componenti non standard
Le stanze non standard sono quelle non ancora standardizzate in queste linee guida. Pochissime sono le stanze non standard, esse vengono identificate nelle tabelle di sistemazione come NS e sono trattate separatamente di seguito.
Stanza/e di raccolta
Le stanze di raccolta devono essere ubicate in adiacenza al laboratorio di andrologia per una rapida consegna dei campioni. Le stanze di raccolta richiedono una doccia/WC privati. Le stanze devono includere:
• comode sedute;
• lavandino e accessori, tra cui un distributore di sapone e carta assorbente;
• tv, lettore dvd;
• trattamento acustico;
• un portello passante per i campioni.
Laboratori
I laboratori devono rispettare i requisiti legali applicabili e gli standard internazionali per le camere bianche. La realizzazione dei laboratori deve garantire una gestione asettica e ottimale del tessuto riproduttivo durante tutte le fasi del processo. L'aria condizionata per i laboratori di fecondazione in vitro/ICSI/andrologia deve includere filtri HEPA, umidità controllata (20%) e temperatura controllata (22-24 °C). Le griglie dell'aria condizionata non devono essere posizionate a ridosso dei banchi su cui vengono manipolati i campioni. Il movimento dell'aria deve risultare discreto ed essere convenientemente lontano dai banchi.
Laboratorio di fecondazione in vitro/ICSI
Il laboratorio di fecondazione in vitro/ICSI deve essere ubicato in adiacenza alle sale operatorie per la raccolta e il reimpianto degli
ovociti. Si raccomanda un portello di passaggio dal laboratorio a ciascuna sala operatoria. Le aree per il cambio del personale e per il lavaggio delle mani devono essere ubicate in adiacenza all'ingresso del laboratorio. L'accesso al laboratorio deve essere limitato. Le attrezzature di laboratorio richiedono alimentazione ininterrotta, monitoraggio della temperatura e allarmi.
Laboratorio di andrologia
Il laboratorio di andrologia deve essere ubicato in adiacenza ai laboratori IVF/ICSI, in stretta prossimità della sala/e di raccolta. L'accesso al laboratorio deve essere limitato. Le attrezzature di laboratorio richiedono alimentazione ininterrotta, monitoraggio della temperatura e allarmi.
Laboratorio di genetica
Il laboratorio di genetica deve essere ubicato in prossimità del laboratorio IVF/ICSI. L'accesso al laboratorio deve essere limitato. Le attrezzature di laboratorio richiedono alimentazione ininterrotta, monitoraggio della temperatura e allarmi.
Conservazione per la crioconservazione
L'area di conservazione per la crioconservazione deve essere ubicata in adiacenza alle aree del laboratorio, in un'area con accesso controllato. Il magazzino contiene bombole di azoto liquido o contenitori dewar contenenti tessuto congelato e serbatoi di azoto liquido per il rabbocco dei contenitori dewar. La stanza richiede:
• ventilazione ed estrazione efficienti;
• monitoraggio di alti livelli di azoto nell'aria della stanza;
• monitoraggio di bassi livelli di azoto nei serbatoi di stoccaggio.
Sterilizzazione/Imballaggio
La sala di sterilizzazione/imballaggio, per la selezione, l'imballaggio e la sterilizzazione degli strumenti deve essere ubicata in adiacenza alla sala di pulizia, dove gli strumenti vengono puliti e decontaminati. Gli strumenti puliti e le attrezzature di laboratorio arrivano alla sala di pulizia, preferibilmente tramite un portello passante interbloccato. Se la struttura (ad esempio l'ospedale) include già un'unità di fornitura sterile (SSU) a servizio completo, la fornitura di una sterilizzazione/imballaggio dedicata non è necessaria.
PROGRAMMA
DELLE ATTREZZATURE (SOE)
Il seguente programma delle attrezzature (SOE) elenca le principali attrezzature richieste per le sale “chiave” in questa Unità.
IL RUOLO CRITICO DELLA PROGETTAZIONE
DEL LABORATORIO DI FECONDAZIONE IN VITRO
La progettazione del Laboratorio di Fecondazione in Vitro è fondamentale per garantire l'ambiente controllato necessario per il
successo dello sviluppo embrionale. I Laboratori di Fecondazione in Vitro devono soddisfare standard rigorosi per il controllo ambientale, la sterilità e l'ottimizzazione del flusso di lavoro. L'obiettivo principale della progettazione del laboratorio di fertilità è quello di creare uno spazio che riduca al minimo i rischi di contaminazione fornendo le condizioni ideali per la coltura e lo sviluppo degli embrioni. Le considerazioni chiave nella progettazione di un laboratorio di fertilità sono i seguenti.
Sistemi di controllo ambientale
Nella progettazione del laboratorio di fecondazione in vitro, il controllo preciso dei parametri ambientali non è negoziabile. Il laboratorio deve mantenere condizioni rigorose per:
- gestione della temperatura: i sistemi di controllo della temperatura fondamentali per lo sviluppo degli embrioni, devono includere sia incubatrici per la coltura degli embrioni che unità di crioconservazione. i sistemi ridondanti e gli allarmi sono essenziali per evitare deviazioni.
- regolazione dell'umidità: il controllo dell'umidità è fondamentale per prevenire la condensa e la contaminazione. i sistemi di umidificazione e i sensori avanzati sono spesso integrati nel design.
Figura 3 Livelli di servizio riportati nella Delineazione di Ruoli
- controllo della qualità dell'aria: i sistemi di filtrazione HEPA assicurano la rimozione dei contaminanti presenti nell'aria e il rispetto degli standard delle camere bianche (ISO 14644).
Sterilità e pulizia
Il mantenimento di un ambiente sterile è fondamentale per la progettazione del laboratorio di fecondazione in vitro:
- standard per camere bianche: i laboratori di fertilità sono generalmente classificati come “camere bianche” e devono soddisfare specifici standard ISO per controllare la contaminazione da particolato;
- controllo degli accessi: l'implementazione di aree ad accesso limitato e di camere stagne riduce il rischio di contaminazione.
Le aree di vestizione del personale devono essere posizionate in modo strategico per mantenere la sterilità;
- igiene delle superfici e delle attrezzature: il design del laboratorio deve incorporare materiali e superfici che facilitano la pulizia e la disinfezione.
Flusso di lavoro e layout efficienti
Un flusso di lavoro semplificato è essenziale per ridurre al minimo gli errori e migliorare l'efficienza del laboratorio:
- zonizzazione logica: il layout del laboratorio riproduttivo deve essere organizzato in zone distinte per l'elaborazione dei campioni, la coltura degli embrioni e la conservazione sia per prevenire la contaminazione incrociata che per semplificare le operazioni.
- design ergonomico: le postazioni di lavoro devono essere progettate per adattarsi alle attività specifiche svolte, riducendo lo sforzo fisico del personale e migliorandone la precisione.
Utilizzo dello spazio
Una gestione efficace dello spazio può influire in modo significativo sulle prestazioni del laboratorio:
- aree designate: progettare aree separate per le diverse funzioni come ad es. la ricezione dei campioni, gli ambienti di coltura e la conservazione, aiuta a mantenere uno spazio di lavoro pulito e ben organizzato.
- soluzioni di stoccaggio: è essenziale identificare uno spazio adeguato alla conservazione di attrezzature, reagenti e campioni. nel layout devono essere affrontate le esigenze di stoccaggio a breve e a lungo termine.
Sicurezza e conformità
Il rispetto degli standard normativi e di sicurezza è fondamentale:
- conformità normativa: assicurarsi che il design del laboratorio aderisca agli standard locali e internazionali, compresi quelli degli organismi di regolamentazione come ad es. FDA e ASRM.
- protocolli di emergenza: dotare il laboratorio di protocolli e di attrezzature per la gestione delle emergenze, come ad es. interruzioni di corrente e fuoriuscite di sostanze chimiche.
Integrazione tecnologica
I moderni laboratori di fecondazione in vitro beneficiano di una tecnologia all'avanguardia:
- automazione: l'integrazione di sistemi automatizzati per la manipolazione e il monitoraggio degli embrioni può migliorare l'accuratezza e l'efficienza.
- gestione dei dati: i sistemi avanzati di gestione dei dati sono fondamentali per il monitoraggio dei campioni e dei risultati, coadiuvando sia nelle attività cliniche che in quelle di ricerca.
CONCLUSIONE
La progettazione di un laboratorio di fecondazione in vitro comporta un approccio sfaccettato, che combina rigorosi controlli ambientali con un flusso di lavoro efficiente e una tecnologia all'avanguardia. Per i professionisti nel campo della progettazione dei laboratori, comprendere i requisiti unici della progettazione relativa ai laboratori della fertilità e ai layout dei laboratori riproduttivi è essenziale per creare un ambiente ad alte prestazioni che supporti i risultati nel campo della fecondazione di successo. Concentrandosi su questi elementi critici, è possibile contribuire a far progredire il campo della medicina riproduttiva e a migliorare la cura del paziente attraverso una progettazione ottimale del laboratorio.
BIBLIOGRAFIA
Armando Ferraioli, “Come progettare e costruire PMA e IVF (Centro di procreazione medicalmente assistita e Laboratorio di fertilizzazione in vitro. Dario Flaccovio Editore (Pa). Italian English Edition.
ARMANDO FERRAIOLI
Studio di Ingegneria Clinica e Medica – Cava de’ Tirreni (SA)
L' AUTORE
Il Dipartimento di Emergenza-Urgenza (DE) o Pronto Soccorso, svolge da sempre un ruolo importante nel soccorso tempestivo e nella cura dei pazienti in emergenza-urgenza, fornendo un’assistenza clinica mirata, tempestiva ed efficace. Esso e ii punto di riferimento sanitario primario, responsabile della ricezione, dello smistamento, della valutazione, della stabilizzazione e della gestione dei pazienti che arrivano alla sua porta con diversi gradi di urgenza e complessità.
Una progettazione inadeguata del Dipartimento di Emergenza può portare a numerosi problemi di difficile gestione quali: affollamento, prolungata durata della degenza, aumento della mortalità, scarsa qualità dell’assistenza, tempi di attesa prolungati.
La ragione principale di queste inadeguatezze e l’assenza di un reale coinvolgimento delle parti interessate nel processo di progettazione.
Questo volume riporta ed analizza le problematiche da affrontare per pianificare e progettare un Dipartimento di Emergenza più efficiente e sicuro sia per i pazienti che per ii personale medico e paramedico.
La metodologia Business Process Re-engineering (BPR) in sanità
LE POLITICHE E LE PRATICHE DI GESTIONE DELLE RISORSE UMANE E DEI PROCESSI NELLE AZIENDE SANITARIE POSSONO INCIDERE POSITIVAMENTE SULL’EFFICIENZA DEL SISTEMA SANITARIO. L’ANALISI SI INSERISCE IN UN CONTESTO DI RICERCA VOLTO A RAFFORZARE LA QUALITÀ DEI SERVIZI ATTRAVERSO L’OTTIMIZZAZIONE DEL CAPITALE UMANO
L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno demografico che caratterizza i Paesi a livello globale, in particolare i Paesi sviluppati, dove la previsione di crescita della popolazione anziana è significativa: dal 20% del 2023 al 28% entro il 2050 (UN-DESA 2023). Tra i Paesi OCSE, l’Italia si attesta tra i cinque con la più alta percentuale di persone con età uguale o superiore ai 65 anni: il 23,6% della popolazione nel 2021 rispetto a una media OCSE del 19%, con una previsione intorno al 35% entro il 2050 (OECD 2023). Dato l’aumento dell’aspettativa di vita, è essenziale che i sistemi sanitari si adeguino alle nuove esigenze di salute di una popolazione più anziana, comunemente affetta da patologie croniche di tipo cardiovascolare, respiratorio e neurologico (WHO 2024).
In Italia, il 59% degli ultra 65anni riferisce di essere affetta da almeno una patologia cronica, il 23% ha una condizione di polimorbidità, ovvero la compresenza di due o più patologie croniche (ISS). Ciò comporta un’elevata domanda di salute, con la necessità di una presa in carico integrata e a lungo-termine mediante il potenziamento dei servizi territoriali. Al contempo, le risorse dedicate alla sanità non sono incrementate in maniera proporzionale all’aumento della domanda. Se da un lato la pandemia da Covid-19 ha portato a un significativo
aumento della spesa sanitaria nei Paesi OCSE, dall’8,8% nel 2019 al 9,7% 2021, dal 2022 si registra un calo nella spesa (OECD 2023). In Italia si registra una crescita annua della spesa sanitaria pro-capite pari al +0,9% rispetto al +3,3% della media dei Paesi OCSE, con una spesa pro-capite pari a 4.291 euro rispetto alla media OCSE di 4.986 euro (OECD 2023). A questo si aggiunge la carenza di personale sanitario: si stima una carenza pari a 1,2 milioni di medici, infermieri e professionisti sanitari nel 2022 nei Paesi dell’Unione Europea (OECD/ European Commission 2024). Considerato che un terzo dei medici e un quarto degli infermieri ha un’età pari o superiore ai 55 anni, il quadro risulta particolarmente allarmante.
Alla luce di questi bisogni crescenti, si rende necessaria una riorganizzazione e innovazione dell’offerta sanitaria per ottimizzare le risorse disponibili e garantire un sistema più rispondente ai bisogni di salute della popolazione. Tra le principali strategie di azione, si rileva la spinta verso la digitalizzazione dei servizi e lo sviluppo di nuovi modelli di assistenza centrati sulla medicina territoriale. Anche grazie agli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in Europa e in Italia è in corso un importante processo di digitalizzazione, con fondi dedicati all’adozione di sistemi tecnologici
integrati, lo sviluppo della telemedicina e il potenziamento di cartelle cliniche elettroniche e del fascicolo sanitario elettronico. In questo contesto, è chiave l’integrazione delle nuove tecnologie in maniera integrata ai processi e gli strumenti già esistenti presso le aziende sanitarie al fine di massimizzarne l’impatto in termini di efficienza ed efficacia. Inoltre, in Italia il Decreto Ministeriale 77 (2022) dà attuazione alla riorganizzazione delle cure fuori dall’ospedale prevista dal PNRR, promuovendo un approccio integrato tra la rete ospedaliera e territoriale per ottimizzare le risorse e garantire un’assistenza patient-centric. In questo contesto, l’applicazione in sanità della Business Process Re-engineering (BPR), metodologia manageriale per la riprogettazione dei processi, può rappresentare una risorsa per abilitare il cambiamento. Si tratta di un approccio sistematico e strutturato volto a riprogettare i processi esistenti per ottenere significativi miglioramenti in termini di qualità, efficienza ed efficacia.
Figura 1
Metodologia BPR
delle liste di prenotazione e dei turni del personale, o la risoluzione di colli di bottiglia ed errori mediante l’automatizzazione dei flussi informativi;
• la digitalizzazione dei processi in sanità, in particolare supportando la trasformazione dei flussi di lavoro nell’adozione di nuove tecnologie. Ad esempio, il ridisegno dei processi amministrativi digitalizzati per la gestione documentale e dei dati di ricerca clinica;
• la gestione integrata delle cronicità, ad esempio mediante definizione dei canali di comunicazione multidisciplinare, ridefinizione di ruoli e responsabilità e monitoraggio del cambiamento.
APPLICAZIONE DELLA METODOLOGIA BPR
La metodologia BPR si articola in due principali macro-fasi:
A. Analisi dei processi attuali - ‘AS-IS’, volta a comprendere il funzionamento dei processi e percorsi esistenti presso l’azienda sanitaria;
IL BUSINESS PROCESS RE-ENGINEERING (BPR) E L’APPLICAZIONE IN SANITÀ
La metodologia risale agli anni ’90, quando Hammer (1990) e Davenport e Short (1990) hanno introdotto questa nuova tecnica manageriale per apportare miglioramenti radicali alle performance delle organizzazioni. Hammer e Champy (1993) definiscono la BPR come “la riprogettazione fondamentale e radicale dei processi aziendali, al fine di ottenere miglioramenti straordinari nelle misure critiche e contemporanee di prestazione, quali costo, qualità, servizio e velocità.” I principi chiave della BPR comprendono il focus sull’intero processo, non sulle singole attività o funzioni, l’orientamento ai bisogni del cliente (nel caso della sanità, al paziente), l’innovazione radicale, l’utilizzo della tecnologia a supporto del cambiamento e l’allineamento strategico del cambiamento con gli obiettivi dell’organizzazione.
La metodologia BPR è stata poi applicata a diversi settori e contesti organizzativi del settore privato e pubblico. Quali possono essere i vantaggi dell’applicazione della metodologia BPR al contesto sanitario? Poiché la digitalizzazione e l’ottimizzazione delle risorse in sanità risulta chiave nell’attuale scenario di salute, la BPR può supportare i cambiamenti da implementare presso le aziende sanitarie in questa direzione. Tra le aree chiave di applicazione si evidenziano: • l’ottimizzazione dei percorsi di cura, ad esempio mediante la riduzione dei tempi di attesa intervenendo sulle modalità di gestione
B. Progettazione dei nuovi processi - ‘TO BE’, che si pone l’obiettivo di definire il nuovo modello di gestione di processi e percorsi di presa in carico in analisi.
Le fasi si articolano come sinteticamente illustrato in Figura 1.
In particolare, la Fase A prevede gli elementi di seguito descritti. In primo luogo, l’identificazione della necessità di cambiamento, ovvero comprendere perché è necessaria la trasformazione dei processi. Questo significa analizzare da un lato gli obiettivi aziendali e le problematiche riscontrate dall’organizzazione, dall’altro i bisogni insoddisfatti del paziente nell’ambito del percorso analizzato. Ad esempio, la riduzione dei tempi di attesa per l’esecuzione di una procedura chirurgica può da un lato essere un obiettivo di efficientamento dell’azienda sanitaria, e al contempo rappresentare un elemento chiave per il miglioramento dell’esperienza del paziente. Una volta identificata la motivazione per l’applicazione della BPR, è chiave la costituzione del team di lavoro da coinvolgere per l’attuazione del cambiamento. Il coinvolgimento degli attori che intervengono quotidianamente nelle diverse fasi dei processi e/o del percorso in analisi risulta infatti chiave per avviare un reale processo di miglioramento. Può risultare utile la creazione di sotto- gruppi di lavoro, differenziati ad esempio per figura professionale (medici, infermieri, amministrativi, manager, …), oppure per funzione (risorse umane, acquisti, gestione operativa, unità operativa, …). È inoltre importante che l’intero team coinvolto validi le modalità e la roadmapdi Progetto prima dell’avvio dei lavori. Per una gestione
efficace del team a per facilitarne l’efficienza e la coesione, uno strumento utile è il Modello di Tuckman, framework che descrive le fasi evolutive di un team in un processo di sviluppo e collaborazione. In particolare, le fasi di gestione di un team comprendono il forming, formazione del team e definizione di obiettivi comuni, storming, che prevede la gestione di conflitti e il superamento di eventuali resistenze al cambiamento, norming, nella quale le relazioni si stabilizzano, cresce la fiducia e la collaborazione, performing, ovvero il lavoro collaborativo e l’ottenimento di risultati, e infine l’adjourning, con la conclusione dei lavori di progetto, la valutazione dei risultati e la riflessione sugli obiettivi ottenuti. A seguito della costituzione del team, e quindi del forming, la BPR prevede l’analisi dei processi esistenti. La mappatura dei processi (Figura 2) comprende:
• Identificazione delle fasi di processo e/o percorso. Se analizzato un percorso clinico terapeutico, è necessario mappare le fasi quali screening, diagnosi, terapia, monitoraggio e follow-up. Le fasi di un processo amministrativo come la gestione del personale possono ad esempio comprendere reclutamento, contrattualizzazione, turnazione, verifica delle ore lavorate, compenso, terminazione del rapporto di lavoro;
• Per ciascuna fase mappata, rilevazione delle specifiche attività svolte. Ad esempio, in un percorso paziente la fase di screening può includere intercettazione del paziente, svolgimento di esami di screening, visita di controllo;
• Per ogni attività, identificazione di attori coinvolti con rispettivi ruoli e responsabilità, modalità di svolgimento di tali attività e strumenti impiegati a supporto. Ad esempio, il MMG può essere responsabile dell’intercettazione di un paziente nella fase di screening, può svolgere la sua attività in presenza o al domicilio e può utilizzare un sistema informativo per registrare i dati e le informazioni del paziente;
• In maniera trasversale alla mappatura svolta, identificazione di eventuali aree di attenzione, colli di bottiglia o inefficienze che potrebbero essere oggetto di trasformazione.
La metodologia di analisi prevede:
• Studio di linee guida di patologia, letteratura e Percorsi DiagnosticoTerapeutici Aziendali (PDTA) esistenti, al fine di rilevare good prac-
Figura 2
Mappatura dei processi
tice ed esempi virtuosi che possano essere di riferimento per i possibili cambiamenti da introdurre;
• Analisi di dati, indicatori esistenti e documenti aziendali (es. organigramma aziendale, PDTA, …);
• Interviste strutturare o semi-strutturate con gli attori coinvolti nelle attività in analisi (es. medici, infermieri, amministrativi, …);
• Sopralluoghi in loco presso gli ambienti dove vengono svolte le attività (es. sala operatoria, uffici amministrativi, ambulatori, …).
La mappatura dei processi deriva da un lavoro svolto insieme a tutto il team, risulta quindi opportuno validare la versione finale dell’analisi AS-IS prima di procedere con la successiva fase di progettazione.
La Fase B si articola invece come segue.
Alla luce della mappatura dei processi svolta, è prevista la progettazione del nuovo modello di gestione del percorso e/o processo, con esplicita menzione dei miglioramenti attesi dal cambiamento introdotto. L’ideazione del nuovo modello deve essere svolta con il continuo coinvolgimento del team di lavoro, pertanto si può parlare di ‘co-progettazione’. Questo implica la definizione di un nuovo percorso e/o processo, quindi la ridefinizione di fasi, attività, ruoli e responsabilità, modalità e strumenti (Figura 2).
Ad esempio, l’ottimizzazione dei processi può prevedere l’introduzione di una soluzione digitale presso la struttura sanitaria, come una nuova piattaforma gestionale, nuovi sistemi informativi o strumenti di telemedicina. Nel nuovo modello verrà pertanto descritto il nuovo flusso di attività con lo strumento digitale introdotto, e come questo si integrerà con i processi già esistenti.
Una volta identificate le azioni necessarie per l’implementazione del nuovo modello, risulta poi necessaria la pianificazione del cambiamento per garantirne la reale attuazione. Uno strumento manageriale utile per il raggiungimento degli obiettivi preposti è il Piano di Azione. Si tratta di un documento che dettaglia le modalità di realizzazione di una strategia, che deve includere:
• Attività o azioni da realizzare, descritte in maniera chiara e specifica;
• Risorse coinvolte e responsabilità, mediante chiara assegnazione di attività specifiche a membri del team con diversi livelli di responsabilità;
• Livello di priorità e tempistiche, ovvero il dettaglio dei tempi di realizzazione delle singole attività e la data finale di completamento. La matrice RACI può essere utilizzata per dettagliare efficacemente ruoli e responsabilità all’interno di un processo. In particolare, per ogni attività la matrice prevede la definizione della figura Respon-
Figura 3
Progettazione del cambiamento
sabile (chi esegue l’attività), Accountable (il responsabile ultimo dell’esecuzione delle attività), Consultata (una o più persone che devono essere consultati prima o durante l’attività per assicurare la qualità del risultato), Informata (una o più persone che devono essere tenute al corrente dei progressi e dei risultati delle attività). L’ultimo step di questa metodologia prevede il monitoraggio del cambiamento e la valutazione dei risultati ottenuti, verificando il raggiungimento dei miglioramenti attesi, e al contempo favorendo il miglioramentocontinuo
Prevede quindi la creazione di un sistema di misurazione delle prestazioni dei nuovi processi mediante Key Performance Indicators (KPIs). Ad esempio, in un contesto di ottimizzazione del percorso di un paziente con evento acuto (es. scompenso cardiaco), tra gli indicatori è possibile monitorare il tasso di riospedalizzazione a 30 o 60 giorni, la mortalità a 30 o 60 giorni, indicatori di appropriatezza terapeutica, o la qualità di vita riportata dal paziente.
Tali indicatori servono a valutare l’efficacia del cambiamento rispetto ai risultati attesi, identificare eventuali criticità residuali nei nuovi processi, verificare il mantenimento dei miglioramenti nel tempo e favorire il miglioramento continuo rispetto ad ulteriori opportunità di ottimizzazione. Risulta necessario definire i protocolli di calcolo per la raccolta dei dati che alimentano i KPIs, unitamente alla periodicità di valutazione e i target da raggiungere rispetto agli obiettivi preposti. Possono essere utilizzati softwarea supporto della raccolta dati e le successive attività di analisi e reporting. Tra i più diffusi si evidenziano sistemi come Power BI e Tableau.
CONCLUSIONI
I più recenti trend demografici ed epidemiologici e la carenza di risorse e personale sanitario rappresentano una sfida crescente per il sistema sanitario nazionale. In questo contesto, la metodologia BPR può rappresentare un utile strumento per abilitare cambiamenti positivi in termini di efficienza, riduzione di costi, digitalizzazione e maggiore attenzione verso i reali bisogni dei pazienti. Al contempo, è importante gestire con attenzione le potenziali criticità, come resistenza al cambiamento, cultura organizzativa poco orientata all’innovazione, elevati costi di implementazione
(specialmente se necessari investimenti in nuove tecnologie), insufficienti dati o informazioni disponibili per un’adeguata analisi dei processi, e lunghe tempistiche di realizzazione dei cambiamenti.
Per mitigare tali rischi, elementi cruciali sono la chiarezza negli obiettivi della reingegnerizzazione fin dall’inizio del progetto, la presenza di una leadership forte e capace di promuovere una cultura organizzativa orientata al cambiamento, il coinvolgimento di tutti gli attori nel progetto, e un’attenta valutazione costo-beneficio prima di procedere con la realizzazione del cambiamento. Infine, il monitoraggio dei risultati è chiave per intercettare e gestire eventuali criticità e inefficienze nel tempo.
- Hammer, M. (1990). Reengineeringwork:Don’tautomate,obliterate.Harvard Business Review, July-August, 2-8.
- Hammer, M. and Champy, J. (1993) ReengineeringtheCorporation: A Manifesto for Business Revolution. Harper Collins, New York.
- Istituto Superiore di Sanità – EpiCentro. Passi d’Argento 20222023. Disponibile al seguente link: https://www.epicentro.iss.it/ passi-argento/dati/croniche.
- OECD (2023). Health at a Glance 2023: OECD Indicators.OECD Publishing, Paris. https://doi.org/10.1787/7a7afb35-en.
- OECD/European Commission (2024), HealthataGlance:Europe 2024: State of Health in the EU Cycle. OECD Publishing, Paris. https://doi.org/10.1787/b3704e14-en.
- United Nations Department of Economic and Social Affairs, Population Division (2023). WorldPopulationAgeing2023:Challengesandopportunitiesofpopulationageingintheleastdeveloped countries.UNDESA/POP/2023/TR/NO.5.
- World Health Organization (2024). Ageingandhealth.Disponibile al seguente link: https://www.who.int/news-room/fact-sheets/ detail/ageing-and-health.
GIADA CAROLA CASTELLINI
CRC HEAD – Centro di Ricerche e Alta Formazione in Health Administration, Università degli Studi di Milano
GLI AUTORI
Le infezioni intraoperatorie rappresentano una delle principali sfide nel contesto ospedaliero moderno. Queste infezioni, che si verificano durante o subito dopo un intervento chirurgico, possono avere conseguenze gravi per i pazienti, prolungando i tempi di degenza, aumentando i costi sanitari e, nei casi più gravi, mettendo a rischio la vita stessa dei pazienti. La prevenzione di tali infezioni è quindi una priorità assoluta per il personale medico e per le strutture sanitarie. Diventa pertanto fondamentale, in sala operatoria, applicare rigorosi protocolli per assicurare il successo dell’intervento chirurgico e tutelare la sicurezza del paziente, il tutto in un ambiente di lavoro confortevole. Tra le varie strategie adottate per ridurre il rischio di infezioni intraoperatorie, i sistemi di ventilazione rivestono un ruolo
cruciale in quanto contribuiscono, in modo determinante, a limitare e contenere la contaminazione del sito operatorio. Un ulteriore aspetto che rende ancora più urgente il controllo delle infezioni chirurgiche è la crescente antibiotico-resistenza, un fenomeno ormai definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come una delle principali minacce globali per la salute pubblica. L’utilizzo routinario e talvolta eccessivo di antibiotici ha contribuito alla selezione di ceppi batterici resistenti e la loro antibiotico-resistenza, rendendo meno efficaci o addirittura inutili molti dei trattamenti disponibili. Diventa dunque evidente che ridurre la carica microbica nell’ambiente chirurgico non è solo una questione di prevenzione, ma un imperativo strategico per limitare l’uso di antibiotici e rallen-
Silenzio in sala, si opera
IN SALA OPERATORIA È FONDAMENTALE APPLICARE RIGOROSI PROTOCOLLI PER ASSICURARE IL SUCCESSO DELL’INTERVENTO CHIRURGICO E TUTELARE LA SICUREZZA DEL PAZIENTE. UN RUOLO STRATEGICO È SVOLTO DAL SISTEMA DI VENTILAZIONE, CHE OLTRE A LIMITARE E CONTENERE LA CONTAMINAZIONE BATTERICA DEVE CREARE UN CLIMA DI LAVORO CONFORTEVOLE. IN QUESTO ARTICOLO VIENE ILLUSTRATA UN’INNOVATIVA TECNOLOGIA CHE COMBINA BENESSERE, EFFICIENZA ENERGETICA E MASSIMA SICUREZZA IN SALA OPERATORIA
di Sara Orio
Sala operatoria dotata di impianto OPRAGON® in una clinica privata di Mestre
tare la diffusione della resistenza. In questo contesto, l’adozione di tecnologie avanzate per ventilazione in sala operatoria assume una valenza ancora più rilevante. L’uso di sistemi di ventilazione efficaci riduce la presenza di particelle batteriche aerodisperse (CFU), principali responsabili della contaminazione del sito chirurgico e degli impianti protesici. Nel panorama tecnologico odierno, il sistema OPRAGON®, basato su un principio di flusso d’aria a temperatura controllata (Temperature controlled AirFlow – TcAF®), supera i limiti delle tecnologie attualmente più diffuse e si distingue per la capacità di creare un ambiente ultra-pulito - classe ISO 5 - tre volte superiore, per dimensione, rispetto ai tradizionali sistemi e di garantire un’area di lavoro confortevole, caratterizzata da assenza di rumore, di fastidiosi correnti d’aria e di vincoli di spazio di operatività.
QUALITÀ DELL’ARIA IN SALA OPERATORIA
La sala operatoria è un ambiente sensibile e dinamico, esposto alla continua introduzione di contaminanti dovuti alla presenza e al movimento del personale, all’utilizzo di apparecchiature e alla complessità del layout chirurgico che varia a seconda della tipologia di intervento. Il numero di unità formanti colonia (CFU/m³) è direttamente influenzato dalla presenza e dall’attività degli operatori. A questi elementi si aggiunge l’evoluzione delle pratiche chirurgiche, che richiede una maggiore estensione dell’area sterile, rendendo sempre più sfidante il mantenimento della pulizia dell’aria nel cam-
po operatorio e in prossimità dello strumentario chirurgico. Per garantire la sicurezza del paziente è quindi fondamentale un sistema di diffusione d'aria che combini efficienza microbiologica, comfort ambientale e flessibilità architettonica.
COS'È
OPRAGON
In risposta a queste sfide, OPRAGON® rappresenta un cambio di paradigma, un’evoluzione radicale nel design della diffusione d'aria in sala operatoria. Basato sulla tecnologia brevettata TcAF® (con ampia letteratura scientifica), combina un flusso unidirezionale controllato nella zona centrale della stanza (area paziente) con una diffusione d’aria nella zona periferica, ottenuta mediante diffusori semisferici (air-shower). Entrambe le zone immettono aria filtrata HEPA. Il cuore del sistema consiste nella differenziazione di temperatura dell’aria immessa al centro e nella periferia. Infatti, il gradiente di temperatura tra i due flussi d’aria genera naturalmente un movimento discendente che, sfruttando l'accelerazione di gravità, scende stabilmente sopra il campo sterile. Allo stesso tempo, l’aria filtrata immessa nella periferia contribuisce alla regolazione della temperatura ambiente, al contenimento dei moti turbolenti e alla generazione di uno spazio sterile esteso su tutta la sala operatoria. Il risultato è un ambiente ISO 5 su un’area fino a tre volte superiore rispetto ai flussi laminari tradizionali (LAF) offrendo confort e la gestione dello strumentario medico di sale in piena sicurezza.
Figura 1 Sistema tradizionale a flusso laminare (LAC)
Figura 2 Flusso d’aria a temperatura controllata (TcAF)
L’IMPORTANZA DEL COMFORT TERMICO E ACUSTICO
I tradizionali sistemi di diffusione (sistemi laminari LAF) installati in sala operatoria classificata ISO 5 prevedono l’impiego di importanti velocità dell'aria, possibili grazie a spinta meccanica, e spesso sistemi di ricircolo a controsoffitto che comportano notevoli livelli di rumore. Opragon, invece, rilascia l'aria attraverso diffusori (air-shower) che rallentano l'aria ("diffusori a flusso d'aria laminare a basso impulso"). Questi diffusori sono realizzati in bulprene atossico e non infiammabile, adatto per ambienti ultra-puliti. Una volta uscita dall’air-shower, la gravità fa sì che l'aria acceleri silenziosamente per effetto del gradiente termico che il sistema genera nella stanza.
CHI È NEXOR
Nexor | Medical Lab System è un’azienda che opera da 25 anni settore dell’ingegneria ospedaliera e delle tecnologie mediche. Offre ai propri clienti competenze tecniche, progettuali ed industriali che permettono di far fronte a necessità molto specifiche che vanno dalla fornitura di specifici medical devices (tra cui lampade scialitiche e pensili) fino alla progettazione e realizzazione completa di blocchi operatori e reparti chiavi in mano ponendosi come interlocutore unico del cliente.
Figura 3
Rappresentazione dell’andamento delle velocità in presenza di lampada scialitica a) LAF con lampada a forma compatta; b) LAF con lampada a corpo forato; c) TAF con lampada a forma compatta; d) TAF con lampada a corpo forato
Figura 5 Diagramma dei fluissi d’aria generati con gradiente temperatura
COME FUNZIONA
La tecnologia TcAF si basa su un sistema di diffusione che rilascia, silenziosamente e in tutta la stanza, aria filtrata in maniera assoluta (HEPA) che viene distribuita tramite due circuiti di mandata (uno centrale sulla zona chirurgica ed uno periferico d’ambiente) caratterizzati da temperature differenziate. L'aria immessa dal plenum centrale ha una temperatura di 1,5/2°C inferiore rispetto all’aria immessa dai diffusori periferici.
Questa configurazione genera un gradiente termico stabile che, sfruttando le leggi della fluidodinamica, consente all’aria più densa e fresca di scendere naturalmente, 'lavando' il campo operatorio. Questa caduta gravitazionale migliora la distribuzione dell’aria sterile, riducendo la turbolenza e minimizzando la possibilità che particelle contaminanti raggiungano il campo chirurgico. A differenza dei sistemi LAF (Laminar Air Flow) tradizionalmente utilizzati,
Figura 4 Schematizzazione del sistema TcAF
il TcAF® mantiene la direzionalità del flusso anche in presenza di ostacoli (lampade scialitiche, archi angiografici, etc), minimizza le zone turbolente e permette di regolare la temperatura della stanza senza alterare l’efficienza del flusso sterile. Da ultimo, non per importanza, il flusso, non subendo il rallentamento dovuto alla viscosità dell’aria, accelera per gravità garantendo un confort superiore per gli operatori sanitari.
CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA OPRAGON®
Il sistema si compone di due circuiti di immissione di aria in sala:
- un’unità centrale (plenum) a portata costante con diffusori posizionati al di sopra del tavolo operatorio,
- air-shower periferici in numero e portata calcolati rispetto alla superfice della sala e ai ricambi d’aria richiesti,
- sensori di controllo ambientale per il monitoraggio termico in tempo reale.
VANTAGGI
Il risultato è una distribuzione dell’aria uniforme, stabile, priva di zone d’ombra che garantisce i seguenti vantaggi:
• Protezione continua dell’area chirurgica, anche in presenza di variazioni termiche impreviste. OPRAGON® è stato validato attraverso una vasta letteratura scientifica che ne attesta l’efficacia microbiologica: i livelli di contaminazione batterica nell’aria si mantengono costantemente al di sotto dei 1,5 CFU/m³ nella zona sterile. Questo si traduce in una riduzione documentata delle infezioni post-operatorie.
• Comfort e produttività maggiori per l’equipe: grazie una notevolmente più ampia estensione dell’area sterile rispetto ai LAF tradizionali, OPRAGON® permette maggiore libertà di movimento al team chirurgico, anche durante interventi complessi o in sale ibride.
• Comfort termico: grazie al sistema TcAF, l’aria scende naturalmente verso il basso, generando un flusso discendente stabile e a bassa turbolenza, senza necessità di eccessiva energia meccanica, riducendo il rischio di correnti fredde o squilibri di temperatura.
• Comfort acustico: Il sistema OPRAGON® opera in modo silenzioso grazie alla totale assenza di motori in sala. Questo permette di mantenere livelli sonori inferiori a 45 dB. Un maggior comfort acustico – aspetto spesso trascurato nei sistemi con ricircolo –comporta condizioni operative ottimali anche in contesti ad alta complessità aumentando il benessere e l’efficienza complessiva dell’equipe chirurgica e del paziente.
• Efficienza energetica e sostenibilità: A differenza dei sistemi LAF convenzionali, che richiedono elevate velocità dell’aria (fino a 0,5 m/s), OPRAGON® opera con velocità inferiori (0,25–0,30 m/s) grazie al supporto della discesa gravitazionale del flusso di aria. Inoltre, l’ottimizzazione dei volumi d’aria necessari e la possibilità di regolazione/gestione differenziata degli stessi, permettono un risparmio energetico fino al 30% su base annua rispetto alle soluzioni standard.
APPLICAZIONI CLINICHE E DIFFUSIONE
Il sistema vanta una diffusione consolidata in Europa e USA con oltre 400 installazioni già realizzate ed è stato recentemente installato anche in Italia. Tra le esperienze più significative si ritiene interessante evidenziare il rapporto con alcuni dei principali produttori di dispositivi per sale Ibride che hanno qualificato il dispositivo come migliore soluzione tecnica possibile per sale ibride ISO 5.
CONCLUSIONI
OPRAGON® rappresenta la soluzione d’eccellenza nella diffusione d’aria in ambito chirurgico, combinando pulizia dell’aria, comfort ambientale ed efficienza energetica. Grazie alla tecnologia TcAF®, il sistema soddisfa i requisiti clinici più stringenti, garantendo sicurezza, sostenibilità e affidabilità per le strutture sanitarie di ultima generazione. In un’epoca in cui la sicurezza del paziente e il confort del personale sanitario sono priorità assolute, sistemi come OPRAGON offrono una risposta concreta ed efficace. Investire in tecnologia avanzata significa non solo ridurre il rischio di infezioni, ma anche garantire un ambiente di lavoro più confortevole, efficiente e sostenibile.
Figura 6
Una sala operatoria
ibrida Philips con OPRAGON
Ospedale Regionale di Cluj
Il futuro della sanità tra innovazione, umanizzazione e sostenibilità
GIORGIA GUNNELLA, 3TI SENIOR PARTNER & DIRECTOR OF INTERNATIONAL DIVISION: “NON SEMPLICI EDIFICI, MA SPAZI FLESSIBILI E DINAMICI DOVE INNOVAZIONE E SALUTE SI FONDONO PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA”
di Giorgia Gunnella, 3TI Senior Partner & Director of International Division
Giorgia Di Biagio, 3TI Partner & Associate Director of International Division
Franca Francescucci, 3TI Partner & Senior Architect of General Buildings Division
Il nuovo Ospedale Regionale di Emergenza di Cluj, a Florești
Il nuovo Ospedale Regionale di Emergenza di Cluj, si inserisce nel programma 2014-2020 di rafforzamento delle strutture sanitarie portato avanti dal Ministero della Salute della Romania con il sostegno dei finanziamenti della Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Nello specifico, il Piano Nazionale prevede la realizzazione di sette nuovi ospedali e di un asset strategico di 3 ospedali di emergenza, collocati nelle città di Cluj, Iasi e Craiova con l’obiettivo di sviluppare delle infrastrutture sanitarie a livello nazionale, regionale e locale, per incrementare la qualità e l’efficienza dei servizi offerti e ridurre le disuguaglianze, ad oggi esistenti, nell'accesso alle cure mediche. L'infrastruttura ospedaliera del Paese è obsoleta e frammentata. Alcuni ospedali, tra cui l'Ospedale Clinico di Emergenza della Contea di Cluj-Napoca, operano in più edifici separati, alcuni dei quali possono distare diversi chilometri l'uno dall'altro. Ciò compromette significativamente la qualità e l'efficienza dei servizi sanitari e ne aumenta i costi.
Gli standard delle attrezzature e delle nuove tecnologie sono generalmente inferiori a quelli dei Paesi europei avanzati e spesso la distribuzione territoriale e l'utilizzo delle attrezzature mediche nelle strutture pubbliche sono disomogenei. Il nuovo Ospedale sorgerà a Flore ti, nel distretto di Cluj, Romania nord – occidentale, a circa 10 Km dal centro di Cluj Napoca, capitale non ufficiale della Transilvania e cittadina estremamente nota per i più importanti centri accademici della zona. In particolare il nuovo polo sarà posizionato sul lato meridionale della Strada Nazionale DN1, in posizione centrale e strategica tra le arterie stradali di collegamento tra Cluj Napoca e Oradea e a ridosso della linea Metropolitana di Cluj.
La società 3TI Progetti, in qualità di leader della Joint Venture italorumena, si è occupata, tra il 2022 e il 2023, della progettazione definitiva ed esecutiva, inclusi dettagli costruttivi, dell’ospedale e attualmente le attività assistenza tecnica in fase di costruzione con conseguente produzione di as built sono in corso. I lavori di realizzazione dell’opera sono iniziati nella primavera 2024 con il primo pacchetto WP1 relativo ai lavori preparatori del lotto su cui si ergerà l’ospedale stesso. I lavori relativi al secondo pacchetto rappresentato dal corpo ospedaliero avranno avvio a breve.
LA TRASFORMAZIONE DELL’OSPEDALE
Attualmente, dopo la drammatica esperienza del COVID 19, gli ospedali stanno diventando ogni giorno più di un semplice luogo in cui curarsi. Il modo in cui oggi gli ospedali vengono progettati e poi costruiti porta a creare luoghi piacevoli in cui prendersi cura anche se per pochi giorni o per lunghi soggiorni, a misura d'uomo. L'unione tra tecnologie di progettazione e metodi di costruzione consente di realizzare non semplici edifici ma ambienti flessibili e dinamici dove innovazione e salute si fondono per creare spazi di cura e strutture moderne. Confidiamo che lo stesso accada nell'ospedale di emergenza REH Cluj, che rappresenta un asset stra -
tegico nell'ambito del programma di rafforzamento delle strutture sanitarie rumene, con lo scopo di aumentare la qualità e l'efficienza dei servizi medici per i pazienti che necessitano di interventi di emergenza acuta, di secondo e terzo livello, che richiedono le tecnologie e le competenze tecnico-mediche più moderne e avanzate. Il nuovo polo ospedaliero non è solo un centro in cui prendersi cura dei pazienti attraverso le tecnologie più sofisticate e medici qualificati, ma rappresenta dunque un luogo in cui migliorare la qualità della vita dei pazienti. Il carattere dell'edificio emerge attraverso una dialettica tra forma e funzione, creando una composizione spaziale affascinante e articolata, flessibile e funzionale negli spazi e nei percorsi, nel rispetto dei requisiti NZEB in termini di efficienza energetica e approccio sostenibile, richiamati a seguire.
UN MODELLO OSPEDALIERO DI NUOVA GENERAZIONE
L’Ospedale di Cluj si configura come un centro medico di eccellenza, fornendo servizi sanitari di altissimo livello, grazie alla dotazione di attrezzature mediche all’avanguardia e alla disponibilità di personale altamente qualificato e specializzato nel trattamento di casi complessi, che richiedono un approccio assistenziale integrato. L’attenzione alle esigenze da soddisfare combinata con una quotidiana interazione con il cliente e le strutture dirigenziali ospedaliere, ha consentito di dare forma al nuovo polo ospedaliero nel rispetto delle funzioni da prevedere e della regolamentazione locale ed europea vigente, al fine di creare un ospedale moderno e lungimirante.Il complesso comprende n. 849 posti letto per l'assistenza ospedaliera, n.19 sale operatorie, n.60 posti letto di emergenza, n. 70 camere per cure ambulatoriali e n. 69 camere dedicate ai servizi diagnostici e terapeutici.
La nuova struttura regionale, da un lato, interpreta la costante attenzione di 3TI Progetti agli aspetti della sostenibilità in linea con i parametri di taxonomy europei, e dall’altro, riflette il nuovo modo di concepire le strutture sanitarie, ponendo il benessere psico-fisico del paziente al centro della strategia progettuale. Lo sviluppo architettonico dell’opera segue il modello organizzativo di assistenza integrata e multidisciplinare, secondo il quale, il team di medici e professionisti delle diverse specialistiche, collabora in maniera coordinata e simultanea per fornire cure complete e personalizzate ad ogni paziente. Il layout funzionale dell’edificio non si basa più sulla rigida successione dei reparti, isolati gli uni dagli altri, ma offre una completa flessibilità degli ambienti, consentendo il cambio d’uso, in caso di necessità, da servizi di ospedalizzazione continua, a servizi ambulatoriali, a day hospital, fino alle cure a breve termine.
La struttura sanitaria
Il complesso ospedaliero si sviluppa per una superficie di circa 178.000 mq. Il piano seminterrato, il piano terra e il primo piano costituiscono il basamento del complesso, su cui si innalzano
Schema assonometrico funzionale: facciata ovest con il “podio” e le “torri”, facciata est con il volume arretrato, facciata nord con l'ingresso principale e facciata sud con l'ingresso secondario
per 5 piani più un sesto piano, nella parte occidentale, tre torri, ciascuna caratterizzata da una corte centrale, attorno alla quale sono distribuite le camere dei pazienti che usufruiscono della luce naturale diretta dall’esterno. La piastra del basamento si configura come corridoio centrale e principale asse di circolazione interna, collegando i diversi reparti e gli ambienti per gli esami diagnostici con quelli per il trattamento dei pazienti in sistema ambulatoriale o di ricovero. La facciata Est è concepita come un volume arretrato,
la cui forma definisce un lungo isolato, articolato in un sistema di corti, che corre lungo il corridoio centrale. L'ingresso principale dell’ospedale è posto lungo la facciata Nord, con un ampio androne vetrato, che consente l’accesso alla prima area di accoglienza e alle successive aree di distribuzione dei flussi.
Sul lato opposto è, collocato l’ingresso secondario. Sul tetto dell’edificio è previsto un eliporto a cui si accede, oltre che dal blocco di collegamenti verticali (scale e ascensori), anche tramite un
Prospetti e Sezioni: prospetto nord, facciata sud
Vista esterna del futuro ospedale con il corpo basamentale e le tre torri di degenza
ascensore dedicato. Il parcheggio esterno, dotato di un sistema di pannelli fotovoltaici, è dimensionato per circa 1.400 posti auto. Il fronte Ovest del complesso è caratterizzato da una doppia tipologia di involucro: il basamento presenta una facciata ventilata, mentre lo sviluppo in altezza delle torri, è rivestito da moduli prefabbricati in GRC, con pannelli sfaccettati di 3,80m x 3,50m, allineati ritmicamente con modulo strutturale di 7,60m.
La scelta di questa doppia pelle è dovuta alla volontà di creare una facciata esteticamente interessante e allo stesso tempo funzionale alla riduzione dei carichi di riscaldamento solare, attraverso lo sfruttamento dell’intera profondità, per aumentare l’ombreggiamento. Questo sistema, integrato con gli ampi cortili vetrati, garantisce l’illuminazione naturale diretta di tutti gli spazi interni, reparti, corridoi e zone operative. L'eliporto è stato posizionato al sesto piano per ottimizzare l'atterraggio e il decollo degli elicotteri, ad un’altezza di 3m sopra la soletta del sesto piano.Si prevede che le terrazze al di sopra del primo piano, tra le torri ospedaliere, così come parte della terrazza al di sopra del terzo piano, siano ricoperte di vegetazione. L'edificio offrirà una certa flessibilità per modificare la destinazione d'uso o adattare i servizi di degenza continua, qualora si preveda il passaggio del paziente a cure ambulatoriali, diurne e di breve degenza, e la necessità di servizi di durata inferiore aumenti con la riduzione del numero di posti letto rispetto a quello abituale nelle attuali strutture ospedaliere. Complessivamente, la forma longitudinale del complesso edilizio
si estende in direzione nord-sud, perpendicolarmente alle curve di livello del terreno. Le torri delle unità di degenza continua si trovano nella parte occidentale del complesso edilizio. In ogni torre, le stanze di degenza sono disposte attorno a un ampio atrio centrale con 3 diversi orientamenti (nord, ovest e sud), mentre gli spazi di servizio ricevono luce naturale dallo stesso atrio.
Le stanze situate sulle facciate esterne delle torri sono rivolte a sud, ovest e nord. L'asse centrale costituisce la spina dorsale della costruzione e la attraversa per tutta la sua lunghezza. Questo asse centrale costituisce il corridoio di circolazione principale (corridoio interdipartimentale), che consente la circolazione generale tra i reparti funzionali (pazienti, personale, visitatori, materiali di consumo).
L'asse centrale riceverà luce naturale dalle corti luminose adiacenti e dai lucernari posizionati sopra il primo piano.
Relativamente al sistema costruttivo, il sistema di fondazione per gli edifici principali è costituito da platee, con uno spessore variabile da 0,80 m a 1,00 m. Il solaio sopra il piano interrato è costituito da una soluzione a travi. Il sistema strutturale proposto per la sovrastruttura è costituito da nuclei in cemento armato (non presenti in tutti i corpi), telai perimetrali/interni e pareti lamellari disposte lungo le due direzioni principali. Lo spessore delle pareti è di 40 cm. Il sistema di solaio è costituito da una soletta monolitica in cemento armato che poggia sulle travi a telaio e/o sulle pareti strutturali.
L'altezza del piano terra e del primo piano è di 4,50 m, mentre quella dei piani 2-5 + 6R è di 3,95 m.
Eliporto posizionato al sesto piano per garantire rapidità nei soccorsi
Immagine assonometrica in BIM dell’intero progetto
LA CIRCOLAZIONE ESTERNA
L'Ospedale Regionale di Emergenza di Cluj avrà due accessi distinti, uno dalla DN1/E60 e uno dalle vie Ră zoare/Chrysanthemums nel villaggio di Floresti (attualmente in fase di ammodernamento e ristrutturazione). L'accesso stradale per le ambulanze o gli interventi di emergenza non intersecherà le vie di accesso per pazienti e personale. L'accesso dei veicoli di rifornimento è previsto principalmente dall'ingresso di servizio da via Răzoare. Da qui, devono dirigersi verso la rampa di accesso al piano interrato. Per l'uscita va seguito il percorso inverso. L'accesso delle auto di dipendenti e visitatori può avvenire attraverso uno qualsiasi dei tre punti di accesso, a seconda della direzione di arrivo. Utilizzando la segnaletica orizzontale e verticale, sia i visitatori che i dipendenti possono dirigersi verso le aree di parcheggio dedicate a ciascuna categoria. Considerati i futuri lavori per la costruzione della stazione della metropolitana "Sănătăţii", previsti nell'area del futuro ospedale, la chiara delimitazione del perimetro protetto con recinzione è stata effettuata in stretto coordinamento con il progetto della stazione della metropolitana e in base alle possibilità di accesso, sia dall'area dell'ospedale che dal quartiere Florești, prevedendo un piano di circolazione coordinato.
NZEB – SOSTENIBILITÀ ED EFFICIENZA ENERGETICA
Il processo progettuale è stato guidato dall’intento di coniugare le esigenze tecniche e funzionali, con quelle di un ambiente tera-
peutico, piacevole per i pazienti e in grado di favorire un migliore e più rapido processo di guarigione. Un ruolo determinante, in tal senso, è stato svolto dall’approccio olistico sostenibile alla progettazione che è permeato nei vari aspetti della composizione, dalla pelle dell’edificio, ai sistemi di recupero e riciclo dell’acqua piovane, all’installazione di sistemi di energia rinnovabile, fino ai dettagli della progettazione del verde, andando a creare un costante rapporto tra interno ed esterno e rompendo le tradizionali barriere visive e sensoriali tra i pazienti e il contesto circostante. In linea con gli standard della Direttiva dell’Unione Europea sulla prestazione energetica degli edifici, il progetto è conforme ai requisiti NZEB - Nearly Zero Energy Building - grazie all’adozione delle più avanzate soluzioni tecnologiche e ad un’accurata scelta dei materiali naturali e locali da impiegare.
Al fine di soddisfare i requisiti di efficienza energetica imposti dalla nuova normativa edilizia, l'edificio è stato analizzato effettuando calcoli di consumi ed emissioni di CO2 da confrontare con i consumi e le emissioni di riferimento previsti dalla normativa vigente. L'obiettivo della modellazione energetica è raggiungere i livelli richiesti di incremento delle prestazioni energetiche e ridurre gli impatti ecologici ed economici associati all'uso eccessivo di energia fossile.La valutazione è stata effettuata sulla base della metodologia MC001-2006, utilizzando la temperatura esterna media mensile e tutti i requisiti imposti in base alla destinazione d'uso ed in conformità al progetto:
- temperatura interna;
- temperatura dell'acqua sanitaria; - consumo di acqua sanitaria; - livelli di luminosità; - portata d'aria di ventilazione;
Collegamento tra le torri, vista 3D laterale dell’Ospedale
Visualizzazione 3D degli interni, progettati attorno al benessere del paziente
■ Accessi separati per emergenze, personale e visitatori
- UTA a recupero di calore come standard di riferimento del settore per la destinazione d'uso specifica;
- ACH in conformità alle specifiche di progetto e edificio simile con sistema di tenuta all'aria analogo implementato (membrana di tenuta + sistema HVAC a sovrapressione).
Per quanto attiene la configurazione delle facciate, nelle tre torri si è optato per l’utilizzo dei moduli 3D in GRC, al fine di mitigare e bilanciare, in funzione delle esigenze stagionali, l’esposizione diretta alla luce solare e al calore degli spazi assistenziali, e garantire il comfort termo-igrometrico indoor a tutti i fruitori della struttura, prevenendo anche fenomeni di irraggiamento e “isole di calore”.
La scelta degli elementi vegetazionali e della tipologia delle piantumazioni, sia per le corti interne che per le terrazze del primo e del terzo piano, è stata studiata in funzione dell’origine locale, del miglioramento delle biodiversità, dei venti dominanti presenti nell’area di intervento, della necessità di bassa manutenzione e della ridotta esigenza di irrigazione. Inoltre, tra i sistemi passivi, è prevista
la realizzazione di un collettore di acqua piovana, per convogliare l’acqua raccolta in un bacino di ritenzione, per poi reimpiegarla per gli usi secondari dell'impianto ospedaliero e per l'irrigazione delle stesse aree verdi. La minimizzazione dell'impatto ambientale sarà perseguita, anche e soprattutto, durante l'esecuzione dei lavori di realizzazione delle opere, avendo optato per l’adozione della filiera corta nell’acquisto dei materiali locali, per ridurre da un lato, la "embodied energy" dei prodotti, e dall’altro, l'energia associata al trasporto, ma anche mettendo in atto pratiche di implementazione della gestione dei rifiuti in cantiere, minimizzando gli scarti e promuovendo il riciclo dei materiali. Il nuovo ospedale di Cluj sarà, quindi, una struttura sanitaria performante non solo sotto l’aspetto sociale, perché accogliente e incentrata sul benessere psico-fisico di tutti i fruitori, ma anche sotto l’aspetto ambientale, per la presenza di strutturati elementi di sostenibilità in grado di migliorare l’efficienza energetica dell’opera e ridurne fortemente le emissioni di C02. Si è stimato un risparmio annuo di circa 1.185 tonCO2/anno.
di Antonella Crugliano, Arianna Laurenti, Sara Capizzi
Ufficio Legale e Appalti Dipartimento Tecnico Patrimoniale AUSL di Bologna
Appalti, sentenze e aggiornamenti normativi
CONSULTAZIONI PRELIMINARI DI MERCATO
Tar Lombardia sez.I n.843/2025
Le consultazioni preliminari, disciplinate dall’articolo 40 della Direttiva 2014/24/Ue, trovano l’impianto normativo nel Codice degli appalti agli artt. 77 e 78. La consultazione è una mera indagine di mercato e rappresenta una fase preliminare di gara, non finalizzata all’aggiudicazione di alcun contratto. Gli operatori che partecipano alla consultazione non sono titolari di posizioni giuridiche differenziate in relazione all’eventuale successiva gara.Lo strumento ha la finalità di avviare un dialogo informale con gli operatori di settore per acquisire le informazioni ritenute necessarie al successivo svolgimento di una procedura di gara; in sostanza, le consultazioni consentono di avviare un dialogo con soggetti esperti presenti nel mercato con lo scopo di individuare soluzioni tecniche in grado di soddisfare al meglio i fabbisogni della stazione appaltante. Il modello dell’in house sostanzia, invece, una soluzione completamente
diversa ed esprime una scelta che ha l’obiettivo di affrancarsi dalle dinamiche classiche della gara. L’in house providing, o affidamento diretto- recita la sentenza - consiste nell’autoproduzione di beni, servizi e lavori da parte della pubblica amministrazione.
Con questo modus operandi la pubblica amministrazione si serve della società in house come ente strumentale, sotto il suo controllo, per gli acquisti di cui necessita, anziché rivolgersi ad imprese o società private (esternalizzazione). Si tratta quindi di decisioni ordinarie, e non eccezionali, che, se debitamente motivate, sfuggono al sindacato del giudice amministrativo, salva l’ipotesi di macroscopico travisamento dei fatti o di illogicità manifesta. Inoltre, come da orientamento giurisprudenziale, la scelta del modello gestorio in house può essere sindacato dall’impresa del settore solo nel momento in cui la società in house è posta in grado di operare sul mercato con l’atto di affidamento del servizio. È solo in questo frangente infatti che si può determinare il danno concorrenziale che comporta la lesività degli atti per gli altri operatori del settore (T.A.R. Lombardia, Milano, sez. I, 25 giugno 2024, n.1973).
La sentenza in argomento che rigetta il ricorso chiarisce che “le consultazioni preliminari di mercato non costituiscono una prefase dell’affidamento in house, il quale si sottrae alla disciplina dell’evidenza pubblica”.
INCARICHI PROFESSIONALI
Corte di Cassazione n.7431/2025
La Corte di Cassazione ha annullato la sanzione disciplinare inflitta dall’Ordine degli architetti ad un professionista vincitore della gara di Catanzaro, ritenendo che l’accettazione di un incarico pubblico con compenso simbolico non costituisca automaticamente una violazione deontologica. La vicenda trae origine dal bando promosso dal capoluogo calabrese per la redazione del nuovo piano strutturale della città, che prevedeva un compenso simbolico di un euro, oltre al rimborso spese. Il bando aveva suscitato forti polemiche all’interno della comunità professionale; il Consiglio dell’Ordine degli Architetti locale si era opposto alla gara, contestandone la
legittimità e denunciando un rischio di svilimento della professione. Secondo l’Ordine, accettare quell’incarico costituiva una violazione deontologica e avrebbe falsato il mercato, alterando la concorrenza e privando altri professionisti della possibilità di partecipare con compensi adeguati. L’architetto ha impugnato la sanzione dinanzi al Consiglio nazionale, che ha confermato il provvedimento disciplinare, ritenendo che il professionista avesse violato gli articoli del codice deontologico che vietavano la rinuncia al compenso salvo eccezioni specifiche. Si arriva così al ricorso in Cassazione, con cui l’architetto ha ribadito la legittimità dell’incarico ricevuto in forza di una gara promossa anche dal Consiglio di Stato e sostenendo che la scelta strategica fosse finalizzata a migliorare il proprio profilo professionale e acquisire esperienza su progetti di rilievo. La Cassazione ha accolto il ricorso, evidenziando per prima cosa l’assenza di una violazione automatica del codice deontologico. Su questo punto la Corte ha sottolineato che la semplice accettazione di un incarico con compenso simbolico non costituisce di per sé una violazione disciplinare. La Corte ha poi richiamato la sentenza del 2017, in cui i giudici amministrativi avevano riconosciuto che un appalto pubblico può essere assegnato anche senza un compenso finanziario diretto, a condizione che il professionista ne tragga comunque un’utilità economica indiretta. Infine, la sentenza sottolinea il valore del ritorno d’immagine, in base al quale la possibilità di acquisire un incarico prestigioso, come quello della fattispecie in oggetto, può rappresentare un vantaggio concreto per il professionista, indipendentemente dall’entità del compenso.
La decisione della Cassazione rischia di alimentare polemiche sul valore dei compensi professionali.
Da un punto di vista privato conferma che la gratuità di un incarico non è di per sé illecita, anche se lascia aperta la questione di come bilanciare la tutela della professione con la libertà contrattuale. Da un punto di vista relativo agli incarichi pubblici va invece valutata alla luce del mutato contesto normativo del nuovo codice appalti (Dlgs 36/2023), visto che la vicenda è stata decisa sulla scorta del vecchio codice del 2016 (Dlgs 50/2026). All’epoca dei fatti, la normativa sugli appalti pubblici non aveva un divieto espresso sui bandi a titolo gratuito. Il principio generale prevedeva che gli incarichi professionali fossero retribuiti, ma la giurisprudenza ha interpretato in modo elastico la possibilità che un’amministrazione potesse bandire una gara con un compenso simbolico, purché vi fossero benefici indiretti per il professionista. Con il Dlgs 36/2023 la posizione è diventata molto più netta: l’articolo 8 stabilisce “le prestazioni d’opera intellettuale non possono essere rese dai professionisti gratuitamente, salvo che in casi eccezionali e previa adeguata motivazione. Al di là delle eccezioni, viene chiarito che la pubblica amministrazione garantisce comunque l’applicazione del principio dell’equo compenso”, altro principio che ha fatto molto discutere fino all’intervento del Correttivo (Dlgs 209/2024).
LINEE GUIDA ANAC
Tar Campania Salerno, sez. II, n. 529/2025
Dopo l’entrata in vigore del D.Lgs.n.36/2023 le linee guida Anac non sono più vincolanti e la stazione appaltante ha un’ampia discrezionalità, non solo nella formulazione dei criteri di calcolo del punteggio di gara, ma anche nella individuazione delle formule matematiche, con la conseguenza che il sindacato giurisdizionale nei confronti di tali scelte, tipica espressione di discrezionalità tecnico amministrativa, può essere consentito unicamente in casi di abnormità, sviamento e manifesta illogicità. Il caso trae origine da una procedura di gara per l’affidamento di lavori da aggiudicare mediante il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, all’esito della quale la terza in graduatoria presenta ricorso al Tar eccependo, tra l’altro, che la stazione appaltante avrebbe utilizzato un metodo di attribuzione del punteggio illegittimo perché in contrasto con quanto previsto dalle Linee guida Anac n. 2. Il Collegio non condivide la tesi della ricorrente; il nuovo Codice Appalti (D.Lgs.n.36/2023) ha rielaborato l’ambito dei poteri regolatori dell’Anac eliminando la possibilità di emanare linee guida attuative del Codice e altri strumenti di regolazione flessibile. La relazione al codice infatti afferma “non è più previsto il potere dell’Anac di adottare le linee guida, essendo tale potere assorbito dall’adozione della disciplina regolamentare di attuazione del nuovo codice (nel quale sono destinate a confluire le linee guida già emesse, quanto alla disciplina di dettaglio in esse contenuta). Viene poi eliminato il riferimento agli altri strumenti di regolazione flessibile, sostituiti dalla categoria degli atti amministrativi generali, di più sicuri inquadramento dogmatico e disciplina”.
La giurisprudenza non solo ha ritenuto le linee guida ANAC “non vincolanti” ma ha valorizzato l’”ampia discrezionalità” della stazione appaltante nella formulazione dei criteri di calcolo. A tal fine, è stato affermato che “la formula da utilizzare per la valutazione dell’offerta economica può essere scelta dall’amministrazione con ampia discrezionalità e di conseguenza la stazione appaltante dispone di ampi margini nella determinazione, non solo dei criteri da porre quale riferimento per l’individuazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ma anche nella individuazione delle formule matematiche, con la conseguenza che il sindacato giurisdizionale nei confronti di tali scelte, tipica espressione di discrezionalità tecnico amministrativa, può essere consentito unicamente in casi di abnormità, sviamento e manifesta illogicità”.
Nel caso di cui trattasi, l’Amministrazione si è mossa nell’ambito di un criterio di calcolo e di valutazione diffusamente utilizzato perché introdotto dalla stessa Autorità di regolazione, privo come tale di elementi di irragionevolezza o illogicità. Inoltre, la ricorrente non ha lamentato specifici profili di errore o comunque di illegittimità rispetto alle operazioni che hanno condotto alla determinazione del punteggio. Il motivo viene pertanto ritenuto infondato.
Quello dell’ingegnere clinico è un mestiere relativamente nuovo, si può dire ancora poco valorizzato ma in espansione a livello italiano ed internazionale. Il libro affronta e approfondisce tutte le tematiche su cui l’ingegnere clinico deve essere aggiornato. La sua figura costituisce un essenziale collegamento tra medicina e ingegneria e questo libro rappresenta un manuale che non può mancare nella libreria dei professionisti che si dedicano a questa materia per la sua completezza ed attualità, un vero prontuario di consultazione. È sicuramente il primo libro in lingua italiana che affronta l’ingegneria clinica in tutti i suoi temi, scritto da un esperto del settore.
Le schede di architettura
UNO STRUMENTO DI CONSULTAZIONE PENSATO PER PROGETTISTI E HEALTH PLANNER: LA PUBBLICAZIONE DEI DISEGNI DI PROGETTO IN GRANDE FORMATO ASSICURA LA COMPLETA LEGGIBILITÀ E COMPRENSIONE DEGLI SCHEMI GRAFICI A CORREDO DELLE REALIZZAZIONI PRESENTATE NELLA RIVISTA
Springfield University Hospital
Springfield University Hospital
■ Piano primo
Springfield University Hospital
19
■ Piano terra edificio Trinity con visibili le corti interne
Intelligenza artificiale e tecnologie per la sanità: record di brevetti
Con 594 richieste di brevetto depositate all’Ufficio europeo dei brevetti (EPO - European Patent Office) nel segmento delle tecnologie sanitarie e 1.231 domande in vari settori nel 2024 Royal Philips, azienda operante nell’Health Technology, ha confermato il proprio impegno nell’innovazione, posizionandosi tra le principali aziende richiedenti brevetti in assoluto e la prima tra quelle olandesi. A conferma della sua capacità innovativa, Philips è stata inoltre riconosciuta, per il dodicesimo anno consecutivo, da Clarivate2 come prima azienda al mondo per l’innovazione nel campo health tech all’interno della classifica Top 100 Global Innovators 2025. Tra le innovazioni sviluppate da Philips e sottoposte a richiesta di brevetto vi sono sistemi informatici avanzati e programmi di intelligenza artificiale per affiancare gli operatori sanitari nel processo decisionale, eseguire diagnosi più rapide e precise e offrire ai pazienti percorsi di cura più personalizzati.
Un risultato che nasce dall’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone attraverso lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia, frutto di continui investimenti in ricerca e sviluppo: nel 2024 sono stati circa 1,7 miliardi di euro, pari a oltre il 9% del fatturato, dato superiore alla media del settore. Grazie al suo impegno nell’innovazione e nella ricerca, ad oggi l’ampio portafoglio di proprietà intellettuale dell’azienda comprende 50.500 diritti di brevetto, 30.500 marchi registrati, 150.000 diritti di design e 3.200 domini3. “Da oltre 130 anni, Philips mette l’innovazione al servizio della salute. Ogni
■ Con 594 richieste di brevetto depositate nel segmento delle tecnologie sanitarie e 1.231 domande in vari settori nel 2024 Royal Philips ha confermato il proprio impegno nell’innovazione
anno investiamo circa il 10% del nostro fatturato in R&D per creare soluzioni in grado di aiutare i professionisti sanitari a rispondere alla continua crescente domanda di cure. La classifica dei brevetti europei del 2024 conferma il nostro impegno in questa direzione e il valore delle tecnologie digitali e dell’AI per rendere i sistemi sanitari più efficienti, accessibili e sostenibili”, ha dichiarato Andrea Celli, Managing Director Philips Italia, Israele e Grecia.
Dispositivi per la protezione delle reti d’acqua potabile
La tutela delle risorse naturali rappresenta una responsabilità fondamentale per garantire un futuro sostenibile. Negli ultimi sessant'anni, il consumo di acqua dolce è più che raddoppiato evidenziando la crescente pressione sulle riserve idriche e la necessità di preservarne la qualità. Proteggere le reti di distribuzione da possibili contaminazioni è diventato un imperativo, sia per la salute pubblica che per la salvaguardia dell’ambiente. Per questo motivo, la normativa EN 1717 stabilisce precise disposizioni per prevenire l’inquinamento dell’acqua negli edifici e nella rete pubblica. Watts, tramite il brand Socla, ha progettato un’intera gamma di dispositivi antinquinamento conformi alla norma che rappresentano un contributo essenziale per la protezione della salute e dell’ambiente. Stabilendo i requisiti generali per la protezione dell'acqua potabile negli impianti idraulici, è evidente come la normativa EN 1717 risulti indispensabile per prevenire l'inquinamento
da riflusso. I dispositivi Watts sono stati progettati per affrontare quasi tutti i livelli di rischio e garantire la massima sicurezza delle reti di distribuzione. In particolare, la gamma completa include:
• Disconnettori a zona di pressione ridotta controllabile tipo BA: proteggono la rete dall'inquinamento fino alla categoria 4. Questi dispositivi impediscono il ritorno di fluidi contaminati attraverso l'interruzione dell'alimentazione idrica e il loro scarico nella rete fognaria.
• Disconnettori a zona di pressione ridotta non controllabili tipo CAa e CAb: Utilizzati per proteggere gli impianti a contatto con fluidi di categoria 3. Costituiti da due valvole di ritegno divise da una camera comunicante con l'atmosfera, separano i circuiti a monte e a valle in caso di riflusso.
• Dispositivi anti-sifonaggio tipo HA: proteggono dal riflusso di fluidi delle categorie 2 e 3. Sono progettati per essere montati su tutti i
Arredi per ambienti sanitari difficili
Pineapple da 50 anni progetta e realizza arredi appositamente studiati per trasformare un’ambiente sanitario difficile in uno spazio sicuro e accogliente per pazienti e operatori. Gli ambienti di salute mentale sono spazi critici che supportano le persone nei loro percorsi di guarigione e recupero.
La progettazione di questi spazi ha per Pineapple un'enorme importanza, non solo in termini di sicurezza e recupero, ma anche in termini di funzionalità, estetica e impatto psicologico complessivo, promozione di calma e benessere. In occasione del salone del Mobile di Milano, nel nuovo centro per l’Architettura e il Design, la linea Ryno® di Pineapple è stata protagonista dell’esposizione “Prison times” che declinerà il tema del design in base ai diversi momenti della giornata e agli oggetti utilizzati dai detenuti, modellati secondo specifici requisiti di progettazione.
Gli arredi per la camera da letto Ryno®, particolarmente adatti alle strutture per la salute mentale e alle REMS, sono realizzati in un unico pezzo consentendo di resistere a trattamenti e aggressioni estreme, mentre le curve morbide distribuiscono l'impatto in modo uniforme in tutto il prodotto. La garanzia a vita del prodotto lo conferma. I bordi arrotondati sono un elemento di design semplice ma efficace che riduce al minimo il rischio di danni e di lesioni, ammorbidiscono l’ambiente e trasmettono un senso di comfort. Inoltre, sedie, tavoli, armadi e altri elementi d’arredo possono essere fissati a pavimento e/o a parete oppure riempiti di sabbia, in modo da risultare troppo pesanti per essere spostati o lanciati, riducendo il loro
potenziale dannoso per i pazienti e gli operatori. Anche la tavolozza dei colori svolge un ruolo calmante che permette la de-escalation. Colori rilassanti come gli azzurri, i verdi tenui, i beige delicati contribuiscono a creare un ambiente tranquillo e rilassante, evocando un senso di serenità.Il materiale utilizzato per tutti i prodotti della linea Ryno® è antibatterico, resistente all’acqua, ai disinfettanti e ai raggi UV, tanto che possono essere tranquillamente utilizzati all’esterno.
rubinetti di erogazione, tra il tubo flessibile e la bocca del rubinetto.
• Dispositivi anti-sifonaggio tipo HD: Consentono di scollegare i tubi flessibili delle docce dai miscelatori, proteggendo dal riflusso di fluidi delle categorie 2 e 3.
• Valvole antinquinamento controllabili tipo EA: ideali per fluidi delle categorie 1 e 2. Queste valvole devono essere installate in combinazione con un dispositivo di isolamento e un dispositivo di controllo, per garantire una protezione ottimale delle reti d'acqua potabile.
• Valvole di ritegno incorporabili tipo EB: Dispositivi di sicurezza studiati per prevenire il riflusso e proteggere la rete d'acqua potabile, ideali per essere integrati in prodotti finiti che necessitano di una protezione di tipo EA, oppure in contatori d'acqua con sistema anti-riflusso.
• Valvole di ritegno doppie di tipo ED: garantiscono una tenuta stagna impeccabile sia alle alte che alle basse pressioni, essenziali per la sicurezza delle reti di distribuzione idrica.
■ Pineapple Ryno camera dusty blue
■ Panoramica di prodotti Socla brand proposto da Watts
“Lex10 e certificazione energetica - Software professionale - CAD INTEGRATO - APE e AOECalcolo interventi riqualificazione energetica” di Antonio Mazzon e Daniele Alberti
Lex10 è un software professionale completo ed estremamente intuitivo per il calcolo del fabbisogno convenzionale stagionale di energia e dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione, sia in regime estivo che invernale, per la redazione dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE) richiesto per legge in fase di costruzione, ristrutturazione, compravendita o locazione di edifici o di singole unità.
Il file dell’APE in formato XML può essere importato direttamente nei Catasti APE delle Regioni italiane.
Il calcolo è certificato dal CTI con n. 79/2017 e aggiornato al D.M. del 26/06/2015 “Adeguamento linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” e alla legislazione vigente. Il calcolo si basa sulle metodologie contenute nelle norme della serie UNI TS 11300 e in quelle da esse richiamate.
Il Software Lex10 utilizza una metodologia semplice e si avvale di funzionali e corposi database di materiali edilizi, ponti termici, dati climatici, generatori.
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