project-financing.it APRILE 2019 - numero 14
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PAGINA DA FARE News
Preoccupazione per la fase di stallo su tutti i fronti del mercato energetico Tale previsione segna la volontà di abbandonare il meccanismo di soft law composto dalle Linee Guida vincolanti dell’ANAC per tornare ad un Regolamento Attuativo unico che dovrà dettare la disciplina esecutiva ed attuativa di una serie di materie elencate dal disegno di legge, come era ai tempi del Codice De Lise del 2006. Ciò tradisce una sfiducia di fondo nel ruolo dell’ANAC con conseguente riappropriazione da parte del Governo anche della normativa di dettaglio. Riguardo all’ANAC nel disegno di legge delega resta un passaggio alla lettera i) che ne circoscrive le funzioni in merito al rafforzamento della certezza e della prevedibilità delle decisioni delle Stazioni Appaltanti nell’applicazione della disciplina attraverso atti interpretativi di natura che in ogni caso non saranno regolamentari né vincolanti, a differenza di quello che accade oggi. Si delinea pertanto un forte ridimensionamento del ruolo dell’ANAC nel sistema di gestione degli appalti pubblici. Quelle sopra elencate sono le principali novità che potranno riguardare il mondo degli appalti pubblici. L’iter normativo prevede ora l’approvazione da parte delle due camere parlamentari del disegno che pertanto diventerà a tutti gli effetti legge delega. Successivamente a ciò il Governo avrà un anno, che probabilmente si prenderà tutto, per l’adozione di uno o più Decreti Legislativi che modificheranno l’attuale D.Lgs. 50/2016 oppure introdurranno un nuovo Codice dei Contratti Pubblici. Avrà inoltre due anni dall’adozione della legge delega per adottare anche il Regolamento Attuativo unico. Ciò che è certo è che questa continua incertezza e mutabilità normativa sta comportando negli anni per le imprese sempre maggiori necessità formative, sia teoriche che pratiche, in merito alla partecipazione alle procedure di gara, con conseguente aggravio di costi. Fonte: edilportale.com Per info e contatti: t.mazziotti@creditspa.it 10
AIGET rinnova le cariche associative per il biennio 2019-2021 e con nuova linfa intende riproporre all’attenzione delle Istituzioni le questioni aperte nel mercato energetico. In concomitanza con la consultazione avviata da ARERA (l’Autorità dell’Energia) sul quadro strategico 2019-2021 è fondamentale ribadire che la concorrenza deve essere un principio cardine nel settore dell’energia, come afferma il neoeletto presidente AIGET Massimo Bello: “Passi il 2018 che è stato un anno di transizione perché è stato rinnovato il Parlamento, il Governo, così come i vertici di Arera e Agcm, ma se anche il 2019 finisse senza portare a termine le riforme necessarie nel settore dell’energia sarebbe una cosa molto grave. Purtroppo siamo ripiombati in una fase di stasi che non agevola la concorrenza nel settore dell’energia”. E’ possibile ricordare tre grandi tematiche aperte da anni: 1. Gli oneri di sistema che sono arrivati a pesare un terzo delle bollette e gravano interamente e impropriamente sui fornitori di energia in caso di mancato pagamento dei clienti (che sono gli obbligati finali). Dopo sentenze al Tar, consultazioni in Parlamento e dibattiti in varie sedi Istituzionali e non, non si riesce a trovare una soluzione o ad assistere a proposte concrete; 2. La vicenda degli sbilanciamenti che è stata gestita in maniera estremamente difforme, pesando su alcuni operatori e non su tutti, può essere risolta con una soluzione di compromesso che tarda ad arrivare e aggrava la situazione finanziaria di molti operatori sul mercato; 3. La liberalizzazione del mercato ed il superamento dell’attuale regime di tutela è stata spostata al luglio 2020 e non si stanno facendo le cose necessarie ad essere pronti entro quella data. Quest’ultimo punto è paradossale. Noi stessi fornitori di mercato abbiamo avanzato una proposta che prevede un’estensione delle tutele per i consumatori, purché la tutela stessa sia contendibile e non riservata a pochi operatori; abbiamo inoltre sollecitato l’introduzione di un albo che fissi requisiti di affidabilità per tutelare i consumatori. L’albo ed una campagna di informazione estesa per informare i consumatori sono prerequisiti indispensabili per la liberalizzazione, ma se non si attuano non si fa altro che favorire il protrarsi dello status quo.