REM-Anno VII, n.1 del 1 giugno 2016 (Un Delta a misura di MAB)

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PRODUZIONI

pio, vuol dire alzarli all’alba ogni stagione, vuol dire anche immergersi nell’acqua ghiacciata e sguazzare nella melma del fondale tirando un attrezzo per ore, ad agosto come a novembre, col sole rovente e con il gelo, il vento, la nebbia, la pioggia. Conoscere il Delta così, abbrancandolo tutti i giorni fino alle ventriglie, è ben diverso che percorrerlo in mountain bike con una tutina in lycra antisudore; vuol dire soprattutto che riserva della biosfera ha un altro significato, più semplice e insieme più complesso e profondo. Se poi di mez-

zo c’è anche l’economia, il benessere di tante famiglie, allora mantenere questa riserva diventa una necessità; perché qui la pesca fa vivere migliaia di persone: solo i membri del Consorzio Cooperative Pescatori del Delta, l’organizzazione di allevatori e produttori di molluschi (per lo più cozze e vongole), sono oltre 1500; che significa l’industria più importante non solo del Delta, ma di tutto il Polesine, dove un’altra industria che dà da vivere a così tanta gente non c’è: Con gli enti promotori del progetto Mab abbiamo collaborato fin dall’inizio – dice Roberto Finotello,

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presidente del Consorzio – per noi è stata un’occasione per riflettere su quanto stavamo facendo, scoprendo che era in linea con l’idea Unesco da tempo e casomai apportando soltanto qualche miglioria. Finotello dà voce a 14 cooperative, non sempre in linea su tutti i problemi del mondo della pesca, ma perfettamente unite su quanto si intende per sostenibilità. Ed in questo è coadiuvato anche dall’apporto scientifico di un biologo, Emanuele Rossetti, che da decenni lavora per il Consorzio e che ha pensato, fin dai tempi delle


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