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Intervista al General Manager dell’Hotel Principe di Savoia

Ezio

indiani

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Intervista al General Manager dell’Hotel Principe di Savoia

a cura di Claudia Notargiacomo

È attraverso il racconto di una storia di passione per la vita e per l’arte che comprendiamo il successo di un luogo apprezzato e rinomato da businessman e turisti di tutto il mondo. Quando a capo di un progetto c’è un uomo interessato alla soddisfazione dell’altro ecco che il risultato è un’eccellenza! È il 1927 l’anno in cui il Principe di Savoia viene aperto e si propone come il grande albergo singolo di Milano. La sua storia è particolare, si trattava della riunione di 3 realtà differenti, Il Principe, il Savoia e un piccolo altro albergo unito alle prime due realtà. Vi fu un’importante ristrutturazione nel 1990 voluta dall’Aga Khan ed è allora che il prestigioso hotel assume le sembianze odierne. Oggi alla guida di questa splendida realtà, e precisamente dal 2005, Ezio Indiani, un riferimento prezioso per tutti coloro che sono entrati a far parte di questa macchina dal cuore pulsante.

Dottor Indiani, vorrei partire proprio da Lei, mi piacerebbe capire da dove arriva questa sua passione per ciò che fa. Chi è Ezio Indiani?

Da piccolo, avevo circa 10/12 anni, al bar del paese, 2 camerieri raccontavano le loro esperienze all’Excelsior e al Des Bains di Venezia. Luci, musica, balli, abiti da sera, personaggi famosi, storie incredibili, tanta voglia di indipendenza. Sono rimasto incantato e non ho mai considerato altro lavoro se non quello legato all’albergo. Cameriere, cuoco, segretario di ricevimento, analista, via via sino alla direzione generale. Sin dagli inizi sono stato pervaso da una forte passione per questo lavoro, passione per poter vivere a contatto con i clienti e la voglia di affrontare sfide nuove ogni giorno. Questo è un percorso professionale che impegna molto e richiede sacrifici, che se sono vissuti come rinunce non portano da nessuna parte, se invece vissuti come opportunità e possibilità per uno stile di vita differente da quello tradizionale, possono formare e aiutano nell’evoluzione professionale. È importante, sin dagli inizi, farsi carico delle proprie responsabilità, avere fiducia in se stessi e non cercare capri espiatori per i propri insuccessi. Essere sempre positivi, guardare con ottimismo verso il futuro, cercare sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno. Essere corretti, sia con i clienti, sia con i colleghi e conoscere e rispettare le tante persone di differenti nazionalità e di differenti culture con le quali ci si interfaccia in continuazione. Essere sempre di esempio per il gruppo che si guida e determinati a raggiungere gli obiettivi prefissati, in modo particolare quelli qualitativi. Amo le cose belle e mi piace viaggiare. La cosa che amo di più è passare il tempo libero con amici nelle attività sportive più disparate, la buona cucina e i buoni vini.

Dottor Indiani, da dove nasce la scelta di esporre arte e a quando risale? In quale modo avete deciso di percorrere questo cammino?

È un’avventura questa entusiasmante e carica di significati, partita in modo strutturato nel marzo del 2017, quando abbiamo deciso di iniziare a collaborare con alcune gallerie e artisti per valorizzare l’arte contemporanea. In realtà nel nostro hotel abbiamo sempre avuto quadri importanti, che campeggiavano sulle pareti, imponendosi e rendendo gli spazi preziosi, ma allo stesso tempo impegnativi. Ho pensato che sarebbe stato bello fare un passaggio verso la contemporaneità per il piacere della nostra clientela e per sostenere artisti emergenti e innovativi, immaginavo un ambiente più contemporaneo sia da un punto di vista estetico che per quanto concerne la proposta culturale artistica. L’obiettivo è quello di sostenere il mondo dell’arte, in particolare vogliamo sostenere giovani talentuosi artisti con questa

scelta, sicuramente coerente con la nostra volontà di sostenere i giovani in generale, anche da un punto di vista professionale. In questo senso siamo precursori di formazione ad altissimo livello per i nostri dipendenti, che qui trovano il cammino per poter svolgere un lavoro in albergo secondo standard e modi impeccabili. Il target di questo albergo, Claudia, è molto esigente e nulla può essere lasciato al caso.

Quali sono state le prime proposte artistiche e cosa c’è in cantiere in questo momento?

I primi artisti che hanno esposto presso il Principe di Savoia sono stati Antonio Nocera con il suo Pinocchio e Alastair Gibson con le sue sculture nate a partire da pezzi meccanici provenienti da vetture di Formula 1. Si è trattato di esperienze splendide, con grande riscontro e interesse da parte dei nostri fruitori, riscontro che ha confermato la nostra volontà di proseguire in questo senso, con entusiasmo e soddisfazione per tutti. Il 2018 è iniziato con una collaborazione interessante e di valore con la galleria di Antonio Miniaci di via Brera 3 a Milano. La proposta artistica di questa galleria è preziosa e di lunga storia, le opere proposte in questi primi mesi sono quelle del maestro Antonio Tamburro, con i suoi pezzi di grande formato e le forme, i colori che rapiscono il visitatore, regalando suggestioni uniche attraverso una poetica che arriva a toccare profondità che solo l’arte raggiunge. Sempre con Miniaci abbiamo in programma un evento in cui l’arte culinaria diventa protagonista: si incontreranno opere, piatti e performance in un gioco di parti che vuole parlare di eccellenza, attraverso strumenti differenti, ma quanto mai vicini. Artisti provenienti da mondi diversi, un pittore e uno chef capaci di interagire e scambiare ruoli e modi per un fine comune ovvero la realizzazione di opere uniche. Anche del grande chef Heinz Beck abbiamo avuto il piacere di esporre un’opera, egli è un appassionato d’arte e pittore lui stesso.

A questo proposito, Dottor Indiani, quanto è importante per la vostra realtà curare la proposta culinaria? Un target così vario ed esigente immagino non sia disposto a trascurare questo aspetto, ormai prioritario nella vita delle persone.

Certo, le esigenze sono le più diverse, a partire dalla considerazione che la nostra clientela proviene da tutto il mondo, quindi cerca cucine differenti per tipologia, gusto e ingredienti, siamo pronti a rispondere ad ogni esigenza in modo personalizzato. Chi sceglie il Principe si aspetta il meglio e noi siamo pronti a soddisfare i nostri clienti a seconda della cultura e del gusto, proponendo sempre l’eccellenza. La formazione è per la nostra realtà fondamentale, per ciò che concerne i modi, la sensibilità, la dedizione. La nostra mission è quella di comprendere i desiderata degli ospiti, da ogni punto di vista, poniamo molta attenzione alla persona e al particolare. Gli ospiti non sono per noi numeri, ma persone con una storia e un mondo proprio. Stabilire un rapporto esclusivo con ognuno di loro è l’obiettivo primo per tutti noi, ed è solo attraverso la passione e l’amore per ciò che si fa che si può trasmettere ad ogni dipendente questo tipo di approccio. Sono ben 450 le persone che lavorano con noi, pronte a occuparsi di 100.000 visitatori l’anno per quanto riguarda l’alloggio e tra i 35 e i 40.000 per ciò che concerne ristorante, bar e banchetti. Possiamo dire che circa il 65% della clientela si reca da noi per affari, il restante 35% è qui per turismo. Ecco noi vogliamo che ognuna di quelle persone desideri tornare.

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