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Migranti: sono esseri umani? Non per l’Italia
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La speranza dei migrandi sui barconi in viaggio verso una nuova vita, una nuova casa, una nuova storia.
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“E il naufragar m'è dolce in questo mare”: con questa frase Giacomo Leopardi, il grande letterato di Recanati, ha voluto divulgare e far capire come lo sprofondare nell'infinito possa suscitare una certa serenità. Quella stessa profondità che, nel tempo, ha inghiottito migliaia di migranti in cerca di una nuova vita. In realtà in quel mare ci hanno trovato la morte. Quel mare e quelle onde che hanno travolto le storie di migliaia di persone che erano solo in cerca di una vita migliore.
Ma per quanto possa essere facile attribuire alle violente onde del mare o alla tempesta, la colpa non è dei fenomeni naturali. Il vero epilogo della vicenda è legato alla responsabilità di un Paese nel soccorrere un’imbarcazione in difficoltà e quindi nell’accogliere migranti in cerca di dignità e di una nuova casa.
Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, sono 26mila i morti in dieci anni. Tutti migranti annegati durante il viaggio dall’Africa e dall’Asia verso l’Europa.


Un nuovo murale nel cuore di Bari
A Bari è stato realizzato un murale dedicato ai migranti e allo scrittore pugliese Alessandro Leogrande, scomparso nel 2017. Intitolato con una delle sue frasi “Le frontiere non rimangono mai fisse”.
Il disegno si trova sul muro di via Duca degli Abruzzi, quello del sottopasso di Sant’Antonio. A rendere omaggio allo scrittore sono stati gli studenti del Centro Provinciale per l’istruzione per adulti di Bari.
Un disegno che incarna e ricorda l’accoglienza e lo spirito di inclusione che dovrebbe essere la priorità di tutti i Paesi. Una famiglia composta da tre persone, mamma, papà e il piccolino, su una barca in mezzo al blu del mare e poi un’onda che riporta alla frase dello scrittore: “Le frontiere non rimangono mai fisse. I varchi a loro volta creano un mondo, una particolare società di confine che definisce le sue regole i ruoli al suo interno.”

Uno straziante dato che è stato aggiornato quest’anno con le 79 vittime sulle coste italiane, a Cutro, in Calabria.
La tragedia avvenuta a poche centinaia di metri dalla riva della spiaggia di Steccato di Cutro, nel Crotonese, è solo l’ultimo di questi episodi che negli anni sono stati sempre più frequenti.
Un fenomeno che divide e infuoca la politica di ogni nazione coinvolta. Individuare le responsabilità è il primo gap. Ma i governi stanno facendo i conti con le proprie?
Quello italiano aveva già risposto durante la conferenza stampa del 5 novembre 2022, con Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, con due termini inusuali che potremmo inserire nel neo vocabolario della politica: "sbarco selettivo" e "carico residuale". Secondo Piantedosi, per carico residuale, si parlerebbe di uomini che si trovano in buona salute e proprio per questo motivo non sarebbe necessario prestare loro soccorso. Sempre secondo il capo del Viminale, sarebbe giusto far sbarcare, oltre a donne e bambini, solo chi è in cattive condizioni psico-fisiche.
Una possibile soluzione sintetizzata in un’espressione che ha fatto scattare le molle dell’opposizione perché reputata inusuale e appartenente a un linguaggio inaccettabile. A questa si è aggiunta, tra l’altro, un’altra definizione, quella di “sbarco selettivo”. Ed è proprio dalla parola selettivo che si