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Perdi anche il turismo è “intelligenza artificiale”
Esempio di turismo di massa: la fontana di Trevi a Roma presa giornalmente d’assalto da una folla di turisti
Il turismo in Italia è uno dei settori più importanti dell'economia, ma ci sono alcuni problemi che potrebbero mettere a rischio la crescita del settore nella stagione estiva e primaverile del 2023. Uno dei problemi più importanti è rappresentato dalla mancanza di personale per far fronte alla domanda delle imprese turistiche.
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Secondo i dati raccolti dal Centro Studi sul Turismo e riportati da Assoturismo Confesercenti, mancano almeno 50mila lavoratori per soddisfare le esigenze del settore. Questa carenza di personale potrebbe essere causata da una serie di fattori, tra cui la scarsità di offerte di lavoro dovuta alla pandemia e alle politiche restrittive in materia di immigrazione.
Per affrontare questo problema, sarebbe importante incentivare l'occupazione nel settore turistico, ad esempio attraverso la formazione e l'istituzione di misure fiscali agevolate per le aziende che assumono personale. Inoltre, le imprese turistiche potrebbero adottare politiche di attrazione e fidelizzazione dei lavoratori, offrendo loro condizioni di lavoro migliori e programmi di sviluppo professionale.
Un altro problema riguarda la gestione del turismo di massa. L'Italia è una delle mete più gettonate al mondo, e in alcune città, come Venezia, Firenze, Roma, la quantità di turisti che viaggiano ogni giorno può essere eccessiva, causando ingorghi, lunghe code e una pressione insostenibile sulle strutture e i servizi locali.
Inoltre, il turismo di massa può avere un impatto negativo sulla cultura e sull'ambiente, rischiando di snaturare le tradizioni locali e provocando un aumento dell'inquinamento. Per risolvere questa situazione, l'Italia potrebbe adottare alcune soluzioni. Ad esempio, potrebbe limitare il numero di visitatori accettati ogni giorno nelle città più affollate, adottare politiche di turismo sostenibile, come l'uso di mezzi di trasporto ecologici o la promozione di attività turistiche a basso impatto ambientale, e promuovere mete meno conosciute o meno frequentate. Per quanto riguarda la qualità dell'accoglienza, sebbene l'Italia sia famosa per la sua ospitalità, negli ultimi anni si è notata una diminuzione della qualità dell'accoglienza offerta ai turisti. La mancanza di personale qualificato, la scarsa conoscenza delle lingue straniere e la mancanza di formazione sono solo alcuni degli ostacoli che i turisti Una possibile soluzione potrebbe essere quella di incentivare il turismo nazionale. Il governo potrebbe introdurre dei sussidi per le vacanze e agevolazioni fiscali per i viaggiatori italiani. In questo modo si potrebbe incoraggiare la gente a viaggiare all'interno del paese, supportando così l'economia locale.
Da non sottovalutare anche i cambiamenti climatici. Le temperature sempre più alte stanno influenzando le scelte dei turisti, che preferiscono viaggiare in periodi meno caldi dell'anno. Le condizioni meteo avverse possono anche portare a gravi danni alle infrastrutture turistiche.
Inoltre, la mancanza di infrastrutture e servizi di qualità potrebbe compromettere l'esperienza dei visitatori. Sia i turisti italiani che quelli stranieri si aspettano servizi di alta qualità, tra cui trasporti efficienti, strutture di accoglienza e ristorazione eccellenti e accesso a servizi digitali avanzati. Le aziende turistiche dovrebbero quindi investire in tecnologie e infrastrutture moderne per soddisfare le esigenze dei visitatori.
Infine, un altro problema del turismo in Italia riguarda la mancanza di investimenti nel settore. Nonostante il turismo rappresenti una delle principali fonti di reddito per l'economia italiana, le infrastrutture turistiche e le strutture ricettive sono spesso obsolete e poco efficienti.
In conclusione, il turismo italiano nel 2023 si preannuncia ricco di opportunità ma anche di sfide. L'adozione di politiche sostenibili e il coinvolgimento delle diverse comunità locali saranno fondamentali per garantire un'esperienza turistica di alta qualità, che possa contribuire alla crescita economica e alla valorizzazione del patrimonio culturale del paese.
Francesco Maria Ventrella
Il fenomeno
Come un’IA può fare un articolo
Hai notato niente di strano? Sorpresa! L’articolo che hai appena letto è stato scritto per intero da ChatGPT. Si tratta di un prototipo di chatbot (software che simula conversazioni umane) basato sull’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico. È stato sviluppato e lanciato il 30 novembre 2022 da OpenAI, una organizzazione senza scopo di lucro fondata, tra gli altri, da Elon Musk. Ad oggi, conta già più di 5 milioni di utenti registrati. Il suo utilizzo è decisamente intuitivo: basta inserire, all’interno di una sorta di barra di ricerca, gli elementi utili all’IA per realizzare il testo richiesto. In pochissimo tempo, in media tra i 5 e i 30 secondi, l’IA restituirà il compito richiesto, sia esso una ricetta, un articolo o una porzione di codice. Tra l’altro, più conversazioni sviluppa con gli utenti, più ChatGPT affinerà le sue tecniche di produzione testuale. ChatGTP è assolutamente gratuito (esiste anche una versione premium a pagamento, ChatGPT Plus) e anche per questo, rappresenta sicuramente un elemento attrattivo per gli utenti. Nonostante questo, gli eventi di cui ChatGPT è a conoscenza e che si sono verificati dopo il 2021 sono davvero pochi: la fase di sviluppo ha previsto un limite cronologico proprio nell’anno precedente rispetto al suo lancio. Non a caso, per il testo che hai letto, è stato immesso nell’input di richiesta di lavoro una base di dati verificati sul turismo in Italia nel 2023. Dal suo primo utilizzo, l’opinione degli analisti si è subito divisa tra quelli preoccupati per i suoi possibili impieghi in ambito accademico, fino a quelli che ne analizzano il potenziale nel mondo del giornalismo. Non mancano infatti errori nei testi prodotti da ChatGPT, soprattutto sulla sintassi e nella grammatica. Se per molti è la soluzione ai problemi dell’editoria, potrebbe anzi essere un ulteriore elemento che incrementa la divulgazione di contenuti non verificati o falsi. Per non parlare di come potrebbe levare presenze reali nelle redazioni. È innegabile che possa essere uno strumento utile a ottimizzare tempi e modalità di lavoro, non solo nell’editoria. Le sue potenzialità potranno solo aumentare. Il tutto sta nel giusto utilizzo. Come dicevano gli antichi, “In media stat virtus”.