ANNO 10 NUMERO
114 GIUGNO 2021
E D I Z I O N E D I F F U S A I N T U T T O I L N O R D I TGiugno A L2021 IA
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Sommario GIURISPRUDENZA
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Uso agricolo o civile, fabbricati a confronto
ZOOTECNIA L’EDITORIALE
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Scienza e coscienza
L’ARIA CHE TIRA
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Modelli virtuosi
FISCO E TRIBUTI
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Chi è autorizzato a sparare ai cinghiali
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Contributi ai Comuni per gli stagionali
Chi non ama gli animali non ama se stesso
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Valori assicurabili Produzioni vegetali
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Mercato dei suini in leggera ripresa
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Credito di conduzione Aperti i bandi regionali
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Salviamo i sentieri della transumanza
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Risarcimento danni lupi, domande entro il 30 giugno
ENOLOGIA
Quando l’inquilino non paga l’affitto
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Cresce la rendita Iva per bovini e suini
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Enoteche regionali Visita, gusta, condividi
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Testamento, successione e passaggio di proprietà
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Filiera vitivinicola al tavolo regionale
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ATTUALITÀ
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Boster Nord Ovest 2021
on la progressiva liberalizzazione delle attività economiche, grazie alla situazione sanitaria in miglioramento, riprendono gli eventi in presenza del mondo agricolo. Il primo appuntamento è la Fiera Boster Nord Ovest... (Continua a pag. 45)
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Farming for future Coltiva il futuro
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Next generation La base è l’acqua
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Strategie comuni con la Valle d’Aosta
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Pagamenti rinviabili al 30 settembre 2021
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Polo Agrifood con Agrion e Miac
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Piemonte d’accordo con Patuanelli
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Quale sarà il destino delle piccole aziende
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Il caffè espresso Patrimonio Unesco
FIERE
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Nocciolo: spollonatura e gestione manto erboso
RADICI
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Restituiamo i pascoli a mandrie e greggi
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Quando il trattore sostituì il cavallo
L’INVITATO SPECIALE
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Amaretti di Mombaruzzo, dolci segreti d’amore
OSSERVATORIO PREZZI
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Prezzi e mercati all’ingrosso
SCADENZE
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Boster Nord Ovest 2021 Torna la fiera del bosco
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Enovitis 2021 Prove tecniche in vigneto
NOTIZIE DALLE AZIENDE
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ORTOFRUTTICOLTURA
Tezzo idropulitrici Trent’anni in famiglia
SEMINATIVI
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Soia sostenibile l’Italia è virtuosa
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Via libera in Cina al riso italiano
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Biodistretto del riso, obiettivo certificazione
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Scadenze luglio 2021
MERCATINO
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Gli affari dell’Imprenditore
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L’IMPRENDITORE AGRICOLO
Enovitis 2021
distanza di 15 anni dalla prima e finora unica edizione svolta in Piemonte, Enovitis torna in questa importante regione, al centro della vitivinicoltura dell’areale nordoccidentale, ospitato giovedì 1 e venerdì 2 luglio... (Continua a pag. 59)
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Scienza e coscienza
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appiamo che i medici agiscono nella loro attività secondo il principio di “scienza e coscienza”, riconducibile a Ippocrate. Vuol dire che per fare bene il loro mestiere, il ricorso alla sola scienza non basta. Bisogna responsabilmente contemplare la possibilità di affidarsi anche alla coscienza, che è quanto di meno scientifico si possa immaginare, trattandosi di un elemento imponderabile, già definito da Cicerone come la maggiore testimonianza del divino nell’uomo. Riesce quindi difficile comprendere come, dentro e fuori il Parlamento, siano proprio molti scienziati, nel dibattito sul nuovo disegno di legge riguardante l’agricoltura biologica, a issare con dogmatico rigore la bandiera del primato della scienza. La pietra dello scandalo, nel testo di legge in esame, è il riferimento all’agricoltura biodinamica, definita dall’Accademia nazionale di agricoltura “scientificamente inaccettabile, in quanto completamente avulsa dai principi di verifica sperimentale e di ripetibilità del dato come rigorosamente richiesto dalla Scienza”. C’è chi parla apertamente di pratiche esoteriche e stregonesche, mentre un gruppo di scienziati domanda come sia possibile che il Paese di Galileo Galilei sostenga economicamente pratiche magiche. Nessuna obiezione viene sollevata sull’agricoltura biologica, ormai codificata in protocolli accettati da tutti, purchè non la si affianchi all’agricoltura biodinamica. La questione poi si allarga chiamando in causa la società titolare del marchio commerciale che promuove l’agricoltura biodinamica e la visione spirituale antroposofica del mondo elaborata negli Anni Trenta dal teosofo austriaco Rudolf Steiner che sta alla base della biodinamica applicata all’agricoltura. Ma restando al tema di principio la domanda è: perché la Scienza, a cui dobbiamo buona parte del progresso dell’Umanità, si ostina a non accettare quello che non riesce a spiegare? Generazioni e generazioni di agricoltori in tutto il mondo, da secoli e secoli regolano le semine e i raccolti seguendo le fasi lunari, praticano il sovescio a scopo fertilizzante, la rotazione delle colture, il compostaggio “da cumulo” per migliorare la qualità del terreno, in un binomio di materia e forza vitale non di rado letteralmente “benedetto” da sacerdoti e autorità spirituali che si richiamano a un approccio olistico alla vita e al rapporto con l’ambiente e il cosmo. Poco o nulla a che fare con la Scienza, è vero, ma perché per l’agricoltura dovrebbe valere solo la Scienza e non la coscienza?
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Modelli virtuosi
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i è svolto il 29 maggio scorso, a Cussanio, un bel convegno organizzato dalla Diocesi di Fossano-Cuneo dal titolo “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro”. Davanti a una platea variegata, sono state presentate le ricerche che hanno riguardato diversi esempi di lavoro e impresa che tracciano una nuova strada verso il futuro. Accanto al recupero di volumi edilizi non più utilizzati e ai nuovi treni all’idrogeno, costruiti a Savigliano dalla Alstom, c’è stato spazio per due grandi esempi di lavoro agro-alimentare a forte carica innovativa. Si tratta di due modelli basati sulla zootecnia più diffusa, nella provincia di Cuneo, ovvero l’allevamento dei bovini, con i suoi due principali orientamenti: la produzione di carne e la produzione di latte. In un bel discorso video, che si trova fruibile su Internet, sono stati accostati il caso del consorzio di allevatori di vacca piemontese La Granda, con sede a Genola, e il caso della grande industria lattiero casearia di filiera Inalpi, con sede a Moretta. I volumi e i fatturati distinguono le due imprese non meno di quanto siano distinte le razze che sono al centro di queste produzioni: Piemontese appunto e Frisona Italiana. Ma un elemento cruciale unisce i due modelli, che hanno fortemente innovato i due sottosettori: sia nel caso dei bovini che i soci della Granda mandano in macellazione, sia nel caso del latte ritirato da Inalpi, il prezzo è conosciuto dall’allevatore prima che egli conferisca il suo animale o il suo latte. Ai non addetti al settore può sembrare un’ovvietà, ma chi lavora in agricoltura sa che la norma è il contrario, per chi produce cereali, frutta, carne e latte. Nel caso di La Granda, addirittura, il prezzo è fisso per tutto l’anno, assicurando la massima sicurezza ai conti della stalla, perché sapere a che prezzo venderai significa sapere come regolarsi per investimenti e spese correnti. Nel caso di Inalpi il prezzo varia nel corso dell’anno ma è indicizzato: un vero modello a livello nazionale. Oltre a ciò, Inalpi associa un premio pari a 5 centesimi al litro (tra il 12 e il 13% in più del prezzo medio del latte in Italia) se gli allevatori non solo si impegnano a rispettare il disciplinare di filiera, ma accettano di fare di più, migliorando il benessere animale, la qualità di vita dei lavoratori, l’attenzione all’ambiente. Oggi da diverse parti d’Italia si guarda a La Granda e Inalpi come modelli virtuosi di relazione tra mercato e agricoltura e la ragione, uovo di Colombo, è che se si abbandona la logica del prezzo più basso possibile da parte di chi acquista la materia prima agricola possono iniziare discorsi che altrimenti rimangono, ineluttabilmente, relegati alla buona volontà e alla filantropia.
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Quando l’inquilino non paga l’affitto Il Decreto Sostegni ha introdotto un’ulteriore novità, di tipo agevolativo, in relazione alla disciplina in materia di detassazione dei canoni di locazione di immobili abitativi non percepiti per morosità del conduttore, prevista dall’art. 26 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) e già parzialmente riformata dal DL 34/2019. La norma citata dispone che i redditi derivanti dai canoni di locazione legati ad un contratto in essere sono soggetti ad Irpef anche se non percepiti dal locatore.
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CANONI NON PERCEPITI Tuttavia, limitatamente ai contratti di locazione di immobili ad uso abitativo, la medesima norma prevede una deroga, che consente di detassare i canoni non percepiti per morosità del conduttore, ma solo a determinate condizioni. La “vecchia” formulazione dell’art. 26 del TUIR disponeva che tale detassazione fosse possibile solo a decorrere dalla conclusione del procedimento giurisdizionale di convalida di sfratto. Il DL 34/2019 aveva suc-
cessivamente operato una riforma inserendo una “nuova” formulazione che prevede, ora, la possibilità di non portare a tassazione i redditi derivanti da contratti di locazione di immobili ad uso abitativo, se non percepiti, purché la mancata percezione sia comprovata dall’intimazione di sfratto per morosità o dall’ingiunzione di pagamento. DECORRENZA Non occorre pertanto più che si addivenga alla conclusione del procedi-
Fisco e Tributi mento giurisdizionale, ma è sufficiente documentare le azioni intraprese per ottenere il pagamento dei canoni o la liberazione dell’immobile. Tale novità doveva originariamente avere effetto “per i contratti stipulati a decorrere dal 1° gennaio 2020”, comportando, quindi, una differenziazione tra i contratti stipulati fino al 31 dicembre 2019 o dall’1 gennaio 2020. Con la conversione del DL 41/2021 l’entrata in vigore della nuova formulazione dell’art. 26 del TUIR è stata anticipata, prevedendo che le nuove disposizioni “hanno effetto per i canoni derivanti dai contratti di locazione di immobili non percepiti a decorrere dal 1° gennaio 2020”. In pratica, per effetto della
dalla data di stipula del contratto.
Il Decreto Sostegni consente la detassazione dei canoni di locazione non percepiti dal 1 gennaio 2020. Effetto immediato sulla Denuncia dei redditi conversione del decreto “Sostegni”, la nuova disposizione contenuta nell’art. 26 del TUIR – in base al quale i canoni non percepiti per morosità del conduttore non sono tassa-
ti in capo al locatore già dal momento dell’intimazione di sfratto o dell’ingiunzione di pagamento – trova applicazione a tutti i canoni non percepiti dall’1 gennaio 2020, a prescindere
DENUNCIA REDDITI La norma produce pertanto già effetto già sulla dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2020, poiché il locatore che non abbia percepito alcun canone di locazione nel 2020 per morosità del conduttore e – prima della data di presentazione del modello Redditi PF/2021 o 730/2021 – abbia effettuato l’ingiunzione di pagamento o l’intimazione di sfratto per morosità, potrà tassare come reddito fondiario la sola rendita catastale (indicando il codice 4 nella casella “Casi particolari” del quadro RB del modello Redditi PF 2021, o del quadro B del modello 730/2021).
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Cresce la rendita Iva per bovini e suini Nel testo del Decreto Legge Sostegni bis licenziato dal Governo ed in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che sarà poi necessariamente oggetto di conversione in Legge da parte del Parlamento entro 60 giorni dalla predetta pubblicazione, spunta all’articolo 67, tra le “Misure di sostegno per l’agricoltura, la pesca, l’acquacoltura e il settore agrituristico” l’incremento dell’aliquota di compensazione iva per bovini e suini al 9,50%.
BOVINI E SUINI Nel testo del DL è riportato che: “per l’anno 2021 le percentuali di compensazione di cui all’articolo 34, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 applicabili alle cessioni di animali vivi della specie bovina e suina sono fissate ambedue nella misura del 9,50%.”. Dal tenore letterale della norma si ritiene che tale variazione di aliquota sia retroattiva e quindi applicabile dall’1 genna-
io 2021 al 31 dicembre 2021. COSA CAMBIA Attualmente le aliquote di compensazione relativamente a queste specie animali sono del 7,65% per gli animali vivi della specie bovina e 7,95% per quelli della specie suina; queste aliquote sono provvisorie e prorogate di anno in anno dal 2016. Proprio recentemente, con il DM 10 febbraio 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 marzo 2021 al n. 73, tale
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Il Decreto Legge Sostegni bis, in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, incrementa l’aliquota di compensazione al 9,50 per cento proroga delle aliquote è stata confermata sino al 31 dicembre 2021. L’ultima novità
inserita nel DL Sostegni bis cambia ancora le carte in tavola e quindi sarà necessario comprendere come gestire, dal punto di vista amministrativo, tale variazione. ATTESA APPROVAZIONE Intanto, gli allevatori di bovini e suini in regime speciale Iva di cui all’articolo 34, Dpr 633/72 non possono che accogliere favorevolmente la nuova percentuale di compensazione per il 2021 che consente loro di versare, sulla cessione dei capi vivi, solamente
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lo 0,50% di Iva calcolata sull’importo delle cessioni in luogo del 2,35% che attualmente versano gli agricoltori nel caso di cessione di bovini o del 2,05% che versano gli allevatori di suini, andando così ad incrementare sensibilmente quella che per loro è la cosiddetta “rendita Iva” che si genera applicando il regime speciale. Considerato che tale norma è un aiuto che lo Stato eroga alle categorie in menzione, prima di essere operativa andrà preventivamente approvata dalla Commissione europea.
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Testamento, successione e passaggio di proprietà La Dichiarazione di Successione è la pratica con cui si formalizza il passaggio di proprietà dei beni da un defunto ai propri eredi; tale dichiarazione deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate entro un anno dalla data del decesso, pena il pagamento di una sanzione pecuniaria.
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DISCIPLINA SUCCESSIONI In Italia le successioni sono disciplinate dal Codice Civile e dal Testo Unico delle Successioni del 1990 e nel corso del ‘900 le previsioni normative hanno subito notevoli aggiornamenti anche seguendo l’andamento dell’orientamento della pubblica
opinione che si è evoluto negli anni (basti pensare al divorzio, all’equiparazione dei figli naturali e di quelli legittimi ecc. ecc…); ciò nonostante la prima verifica da fare quando si apre una successione è comunque sempre la medesima: capire se esista un testamento, altrimenti l’eredità viene
Fisco e Tributi
Entro un anno dal decesso va presentata all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione con cui si formalizzano i diritti acquisiti dagli eredi devoluta per legge. CONDIZIONI DI VALIDITÀ Un testamento per essere considerato valido deve essere scritto e datato a mano direttamente dalla persona che lascia le proprie
volontà oppure dettato ad un notaio dinanzi alla presenza di due testimoni; nel caso in cui esista più di un testamento si considerano valide le previsioni di quello più recente. Tramite il testamento non si è obbligati a
destinare la totalità dei propri averi, ma anche solo una parte di essi; in concretezza, ad esempio, una persona può prevedere nel proprio testamento di lasciare il suo appartamento ad uno dei suoi figli, e non lasciare alcuna previsio-
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ne per il conto corrente, lasciando che questo venga diviso in quote per legge tra tutti i suoi figli (compreso altresì quello nominato per l’appartamento). EREDI E QUOTE In un caso come quello dell’esempio il figlio nominato per l’appartamento viene chiamato “legatario”, mentre gli altri figli che partecipano per quote nel conto corrente vengono chiamati sem-
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plicemente “eredi”. E’ facoltà del soggetto che sta scrivendo il testamento di prevedere un unico erede per ogni suo bene ed in tal caso questi viene chiamato “erede universale”. Nel caso in cui un erede si senta vittima di un testamento che non lo ha compreso nei valori che gli spettavano, si deve tener conto che esistono delle quote dette “di riserva” che possono per così dire essere impugnate e che la legge prevede per il coniuge del defunto o per i figli. La quota di riserva (cioè che spetta di diritto) nel caso in cui ad esempio il defunto lasci il coniuge è di 1/2 dell’eredità; ciò significa che in teoria il defunto avrebbe potuto lasciare per testamento ad un altro sogget-
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to solo la metà dei propri beni essendo l’altra metà già destinata di diritto al coniuge. I casi sono molteplici e sempre molto delicati e dipendono dalla composizione familiare e dalla presenza di uno più figli oltre che dalla sensibilità di ciascun erede.
pubblicazione potrà essere presentata all’Agenzia delle Entrate la Dichiarazione di Successione, corredata dal certificato di morte, dagli stati di famiglia degli eredi e proprio dal verbale di pubblicazione del testamento che rilascia il notaio.
RUOLO DEL NOTAIO Quando esiste un testamento, questo deve essere portato ad un notaio che lo pubblichi, cioè lo legga ad alta voce alla presenza di due testimoni (e degli eredi o dei soggetti che si pensa esser interessati dal testamento) per trasformarlo da un semplice foglio scritto da una persona defunta in uno scritto ufficiale con valore di legge al pari di un atto notarile. Solamente dopo la
CALCOLI IMPOSTE Se la successione è testamentaria i calcoli delle imposte e la franchigia per l’imposta di successione che deve essere pagata dagli eredi è sempre la medesima e si ricorda in linea generale che per i parenti in linea retta (figli o genitore) e dal coniuge la franchigia è pari a un milione di euro, mentre per i fratelli e le sorelle la franchigia scende a 100.000 euro.
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Giurisprudenza
Uso agricolo o civile, fabbricati a confronto Con due recentissime pronunce dell’aprile 2021, il Tar Piemonte ha ribadito il principio secondo cui per le costruzioni ante 1977 (e, quindi, realizzate prima dell’entrata in vigore della Legge n. 10/1977) il passaggio dall’uso agricolo all’uso civile non possa tradursi in una modifica della destinazione d’uso giuridicamente rilevante, in quanto la legge urbanistica vigente non considerava mutamento
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di destinazione d’uso, foriero di conseguenze giuridiche, il passaggio dall’utilizzo “rurale” all’utilizzo “civile” dell’immobile, tanto meno ai fini del pagamento di oneri di sorta, vigendo un regime di generalizzata gratuità di tutti i titoli edilizi. NESSUNA LIMITAZIONE Per tali fabbricati, afferma il Collegio Piemontese, non sussiste alcuna
limitazione quanto alle categorie di soggetti cui poteva essere rilasciato il titolo edilizio, posto che per le residenze rurali edificate prima della legge n. 10/1977 il passaggio all’utilizzo residenziale non configurava alcuna modifica della destinazione d’uso giuridicamente rilevante, dal momento che il titolo abilitativo in allora rilasciato autorizzava entrambi gli utilizzi, e ad entrambi concedeva
Giurisprudenza
Le costruzioni rurali realizzate prima del 1977 possono essere liberamente adibite ad abitazione anche da parte di chi non rivesta la qualifica di imprenditore agricolo il beneficio della gratuità previsto, peraltro, in modo generalizzato, per il rilascio di qualsivoglia titolo edilizio. MANTENIMENTO DESTINAZIONE Solo con l’introduzione di tale normativa è stata dettata una specifica disciplina che ha prescritto la necessità della qualifica di imprenditore agricolo al fine di ottenere il titolo edilizio, la presentazione di un atto di impegno (a condizione di efficacia del titolo edilizio) che preve-
da il mantenimento della destinazione dell’immobile a servizio dell’attività agricola, la limitazione dei casi in cui è consentito il mutamento di destinazione d’uso, subordinatamente al pagamento degli oneri, con la precisazione che, in tali casi, non costituisce mutamento di destinazione d’uso la prosecuzione dell’utilizzazione dell’abitazione da parte dell’interessato, suoi eredi o familiari. PAGAMENTO ONERI È chiara la normativa,
pertanto, a ritenere che il passaggio da fabbricato rurale destinato ad abitazione dell’imprenditore agricolo, a servizio della conduzione dell’azienda agricola, ad abitazione di un soggetto che non riveste la qualifica di imprenditore agricolo configuri un mutamento di destinazione d’uso soggetto al pagamento degli oneri di urbanizzazione. Non altrettanto, invece, si può affermare con riferimento ai fabbricati rurali realizzati in epoca antecedente, non potendosi
applicare una normativa sopravvenuta (Legge n. 10/1977) ad immobili edificati prima dell’entrata in vigore della legge stessa, come tali assoggettati unicamente alla previgente legge n. 1150/1942. PARERE TAR Questi immobili, pertanto, a parere del Tar Piemonte, potevano e possono tuttora essere liberamente adibiti ad abitazione anche da parte di chi non rivesta la qualifica di imprenditore agricolo, senza che da ciò derivino conseguenze.
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Zootecnia
Chi non ama gli animali non ama se stesso A Faule, Luca e Maura allevano vacche di varietà “Grigio Alpina”, con passione e dedizione. Trasformano il latte della loro azienda e sognano l’alpeggio «Chi non ama gli animali non ama se stesso». È la filosofia di Luca Grella e della moglie Maura, che a Faule allevano mucche della varietà “Grigio Alpina”. Gli animali, anche in virtù di quella massima, sono allevati con il massimo rispetto e sono chiamati ciascuno per nome: Austria, Alpina, Stella, Grisù...
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Evidentemente riconoscenti, le vacche ripagano le cure e le attenzioni regalando latte da cui nascono formaggi di ottima qualità. PASSIONE ZOOTECNICA L’azienda agricola di Luca Grella, classe ‘75, nasce nel 2011. «Prima l’azienda era di mio padrino, si occupava solo di cereali – spiega Luca
–. Io ero dipendente presso una ditta di Torre San Giorgio, e con la morte di mio padrino (che già aiutavo a tempo perso) ho lasciato 17 anni di lavoro alle spalle ed ho iniziato a tempo pieno. Ho sempre amato gli animali: in principio due o tre capre, una vitellina piccola che abbiamo cominciato ad ingrassare... e da lì il via.
vLuca Grella Siamo partiti con due o tre mucche ed ora ne abbiamo una quarantina, tra grandi e piccole». Tutte le vacche dell’azienda Grella sono di varietà “Grigio Alpina”, razza austriaca. «Abbiamo iniziato provando con diverse razze – dice Luca –. Sulle montagne della Val Pellice, alcuni anni fa, ho incontrato alcuni margari che avevano capi
di “Grigio Alpina”, con le caratteristiche che facevano al caso nostro. Ne abbiamo comprata una e siamo partiti. Avevamo tutto da imparare, abbiamo cominciato “rubando il mestiere” ad altri». A Luca, col tempo, si è affiancata in azienda la moglie Maura, che dopo 19 anni ha lasciato il lavoro precedente.
OBIETTIVO TRASFORMAZIONE «All’inizio volevamo vendere il nostro latte, ma non ci davano nulla, non ce lo raccoglievano quasi. E così abbiamo deciso di trasformarlo interamente noi nel nostro piccolo caseificio interno. A “metri zero”,
come amiamo dire». Dall’azienda di Faule nascono una decina di formaggi, tutte lavorazioni a latte crudo, senza fermenti e senza muffe. Proprio come un tempo. «Per quanto riguarda i freschi – spiegano Luca e Maura – produciamo tomino, ricotta, primo sale,
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Zootecnia formaggio al peperoncino, alle erbe provenzali e alla menta della vicina Pancalieri. Diamo anche vita a prodotti semi-stagionati o stagionati, da 30 giorni fino a 2-6 mesi o anche un anno». I loro prodotti sono venduti nel punto vendita aziendale. OCCHIO ALLA QUALITÁ Luca Grella e la moglie allevano anche una quindicina di capre («a livello hobbistico») e una cinquantina di pecore di razza sambucana, in via d’estinzione. La linea di principio generale resta quella di voler puntare sulla qualità anziché sulla quantità. E ne è testimonianza l’alimentazione delle vacche. «Somministriamo loro esclusivamente i nostri cereali (mais, soia ed orzo) e fieno (erba
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sono stati semplici. Noi siamo lungo una statale, e solitamente lavoriamo molto con il passaggio, e con le restrizioni non è stato facile... Abbiamo continuato a trasformare il nostro latte, puntando sui prodotti a lunga stagionatura ed effettuando anche le consegne a domicilio».
medica e fieno di prato stabile). Non diamo alle bestie alcun insilato, che renderebbe il latte acidulo, e nulla che arrivi da fuori. I formaggi vengono fatti come un tempo, e i nostri clienti sembrano apprezzare». IMPEGNO CONTINUO Luca e Maura, guidati dalla passione, lavorano intensamente: dalle 5 del mattino
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fino alla sera alle 21.30. «Più che un lavoro – affermano – la campagna è una passione. Non esistono sabati o domeniche, non c’è Natale così come non c’è Pasqua... ma se ti piace è il mestiere più bello del mondo. Le difficoltà del nostro lavoro? Sicuramente le questioni burocratiche, che portano via molto tempo. Ovviamente, questi mesi di pandemia non
SOGNANDO L’ALPEGGIO Tra i sogni nel cassetto, i Grella citano quello dell’alpeggio. Ovvero portare gli animali in montagna nel periodo estivo, per poter produrre – tra le altre cose – una toma d’alpeggio da proporre ai clienti nei mesi invernali. Sempre, ovviamente, tenendo presente il motto che li orienta e da cui è partita la loro avventura: «Chi non ama gli animali non ama se stesso».
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Zootecnia
Mercato dei suini in leggera ripresa L’emergenza Covid rallenta in misura significativa. Il numero di vaccinazioni che cresce di giorno in giorno e una progressiva riduzione dei contagi lasciano intravedere la possibilità concreta di uscita dal tunnel. La decisione di allentare le restrizioni è stata definita un “rischio ragionato” ed è stata giustamente legata a una scommessa sulla crescita economica, fondamentale per salvare il paese. RIPARTENZA ECONOMIA I comportamenti corretti per tenere sotto controllo l’epidemia e una politica economica capace di spendere risorse per rimettere in moto l’economia e investire in progetti per lo sviluppo sostenibile sono senza dubbio la strada da seguire. Lo dicono anche i dati. Le
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indicazioni che stanno arrivando, infatti, convergono su previsioni positive e il Fondo monetario internazionale, sulla scia di quanto fatto anche dall’Ocse, ha recentemente rivisto al rialzo le sue stime, sia per l’economia mondiale, sia per quella italiana. ANDAMENTO PREZZI In maggio il prezzo medio dei suini da macello ha grossomodo confermato il prezzo medio di aprile. Sono invece continuate a crescere le quotazioni dei suini da allevamento. Ancora tensioni all’interno delle Commissioni Uniche Nazionali; in particolare, quella dei suini da macello ha ricorso più volte, anche nel mese di maggio, al Comitato dei Garanti, non avendo trovato un accordo sulle
Zootecnia quotazioni. Il Comitato dei Garanti ha fatto ricorso, in taluni casi, alla misura del “range di prezzo” non riuscendo a trovare un accordo per un valore medio. Il prezzo medio del mese di maggio dei suini da macello destinati al circuito tutelato è stato pari a 1,381 euro/kg per gli animali di peso 160-176 kg, con un calo del -0,33% rispetto al mese precedente. VARIAZIONI TENDENZIALI Positiva la variazione tendenziale rispetto al maggio 2020, con un incremento del +22,32%. Un primo bilancio dell’inizio anno evidenzia invece una netta diminuzione del prezzo medio dei primi cinque mesi pari a -7,09%. Si è
passati da euro 1,452/kg dei primi cinque mesi 2020 a euro 1,349/kg dei primi cinque mesi 2021. Trend congiunturale in lieve rialzo, invece, per le quotazioni dei suini da allevamento. Il Comitato dei Garanti è intervenuto anche nella CUN suini da allevamento, dove ha definito le quotazioni degli animali nelle due settimane centrali del mese di maggio. In parti-
colare, il prezzo dei suinetti di peso di 30 kg è salito del +3,35 rispetto ad aprile, raggiungendo il prezzo medio di euro 3,741/kg. Un lattonzolo di 28 kg costa oggi circa 105 euro. QUOTAZIONI INTERNAZIONALI A livello europeo le quotazioni, nei primi quattro mesi dell’anno, risultano sottotono, soprattutto se
confrontate con le quotazioni dei primi mesi 2020. Il confronto, riguardo il primo quadrimestre, è impietoso: Paesi Bassi -22,98%, Danimarca -27,29%, Germania – 28,18%, Francia -13,95%, Spagna -11,73% e Italia – 12,52%. La Germania ha patito il blocco delle esportazioni ed ha registrato il maggior calo dei prezzi (vedere tabella 1 pubblicata sotto, Fonte
Tab. 1 - Andamento dei prezzi dei suini nei principali paesi europei Confronto 2021/20 primi quattro mesi (Prezzi a PM ad eccetto di Italia e Spagna PV) Fonte MPB - France - CUN Italia
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Zootecnia MPB France). Per contro, i prezzi negli Stati Uniti hanno continuato a salire, avvicinandosi ai record del 2014 in un contesto di debole offerta e domanda in aumento.
Poca merce disponibile, quotazioni contrastanti, ma globalmente in crescita, mentre salgono vertiginosamente i costi di produzioni
SUINO PESANTE I dati del RIFT (Registro Italiano Filiera Tutelata) evidenziano per il prossimo trimestre un flusso produttivo inferiore allo standard. I dati delle marchiature dei suinetti nati nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2020 evidenziano un calo intorno al 5-6% rispetto al passato e questo scaturirà una disponibilità ridotta di suini grassi nel trimestre estivo di giugno-agosto 2021. I dati pubblicati da Anas inerenti la consistenza suinicola a livello euro-
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peo di fine dicembre 2020, evidenziano, nel complesso, un andamento positivo: consistenza suinicola totale nel dicembre 2020, +2,1%, consistenza scrofe -0,5%. Quest’ultimo dato ci dà indicazione che nel 2021, presumibilmente, non ci sarà un aumento di produzione. ESPORTAZIONI EXTRA UE Le esportazioni di carne suina da parte dell’Unione Europea verso i Paesi extra UE sono aumentate del 12,95% nel 2020. Di gran lunga la maggior parte è andata alla Cina, aumentando il suo commercio con l’UE di circa 1 milione di tonnellate. Sebbene i casi di PSA in Germania abbiano portato a restrizioni commerciali immediate
Zootecnia sulle esportazioni verso partner chiave (Cina, Corea del Sud e Giappone), altri Stati membri dell’UE sono stati in grado di colmare il vuoto lasciato dagli operatori tedeschi. Altri paesi dell’UE, come Belgio, Ungheria e Polonia, stanno (ancora) affrontando restrizioni all’esportazione simili. Dopo due anni di crescita record, le esportazioni diminuiranno, ma rimarranno comunque a livelli molto elevati. Il settore della carne suina cinese
affrettano a trovare forniture adeguate. Rabobank prevede una graduale ripresa del patrimonio suinicolo, ma l’aumento dei costi e l’incertezza della domanda dovrebbero moderare il ritmo di crescita. Le aspettative di produzione inferiori hanno lasciato il mercato a corto di carne suina, proprio mentre la domanda sta iniziando a rafforzarsi. Lo squilibrio sta facendo aumentare notevolmente i prezzi della carne suina in molti mercati, che viene lenta-
sta iniziando a riprendersi, ma continuano a emergere nuovi casi di PSA che potrebbero rallentare i progressi. Il recupero dalla PSA in altre regioni asiatiche richiederà ancora più tempo. Nonostante la ricerca di un vaccino contro la PSA, non sono stati riportati studi o progressi di successo.
mente trasferito ai consumatori, contribuendo alle tendenze inflazionistiche generali.
PREZZI E COSTI La Rabobank ha pubblicato recentemente un outlook che riporto in estrema sintesi: I prezzi globali del suino sono in aumento nella maggior parte dei mercati, poiché i trasformatori si
CINA Le perdite di popolazioni di suini dovute a nuovi focolai di PSA e problemi di salute stanno rallentando il recupero. Sebbene al di sotto delle aspettative precedenti, la mandria di scrofe è stabile rispetto al 2020 e si espanderà fino alla fine dell’anno con il proseguimento degli sforzi di ripopolamento. Anche con un previsto aumento della produzione, la Cina rimane in un deficit di carne di suino e continuerà Giugno 2021
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ad importare grandi quantità. La domanda è debole a causa della pandemia e degli alti prezzi relativi delle carni suine al dettaglio. USA I prezzi dei suini sono aumentati del 68% da inizio anno, grazie a forniture più limitate di suini sul mercato e forti valori per i suini. La forte domanda di prosciutti e pancette, insieme a importazioni inferiori e scorte
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limitate congelate, dipingono una situazione per ora favorevole. La disponibilità di manodopera rimane una sfida e contribuisce ai prezzi dei prodotti. I prezzi elevati delle carni suine pesano sulle esportazioni e probabilmente rimarranno un vincolo sui volumi. EUROPA I prezzi del suino nell’UE sono rimbalzati del 22% dall’inizio dell’anno, grazie
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alla scarsa offerta di suini e al graduale miglioramento della domanda. Sebbene siano ancora ben al di sotto dei livelli trainati dalle esportazioni dello scorso anno (-16% su base annua), i prezzi più elevati aiuteranno a compensare l’aumento dei costi dei mangimi. Anche in condizioni difficili, la produzione sta crescendo in Spagna, Danimarca e Paesi Bassi per compensare
il lieve calo in Germania e Italia. Le esportazioni rimangono forti, nonostante i divieti commerciali relativi alla PSA per la carne suina tedesca. BRASILE I produttori stanno lottando per compensare un aumento del 99% dei costi di alimentazione a seguito dei ritardi nella semina e di un primo raccolto deludente. La debole domanda interna
di carne suina, a causa dei blocchi pandemici e della fine degli stimoli economici, ha più che compensato il vantaggio delle esportazioni record, pesando sui prezzi del suino e della carne suina. SPERANZE CINESI L’àncora di salvezza del mercato suinicolo europeo è rappresentata dall’export verso la Cina, che nel 2020 ha rappresentato 3,346
milioni di tonnellate di prodotto. L’export 2020 verso la Cina, pari a 3.346.588 tonnellate, ha rappresentato il 13,94% dell’intera produzione suinicola dell’Unione Europea. A medio-lungo termine, la ripresa della produzione interna della Cina, potrebbe incidere negativamente sull’export europeo e non sarà facile sostituire, anche solo in parte, un canale
commerciale di questa imponenza. MERCATO NAZIONALE Per quanto riguarda le quotazioni sul mercato nazionale, nel breve termine, le previsioni sono buone. La diminuzione dell’offerta di suini del circuito tutelato, stimata del 5-6% nel periodo estivo, dovrebbe scaturire un aumento del prezzo in misura considerevole.
COSTI ALIMENTAZIONE La nota dolente sono l’aumento dei costi di produzione ed in particolare dell’alimentazione. Soia e cereali, che rappresentano all’incirca i due terzi dei componenti dell’alimentazione dei suini, hanno registrato nell’ultimo semestre aumenti che variano dal 40% al 50% e incidono pesantemente sul conto economico degli allevamenti.
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Attualità
Chi è autorizzato a sparare ai cinghiali La Regione Piemonte recepisce la sentenza della Corte Costituzionale che definisce i soggetti impiegabili nell’attività di controllo Su proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, il 14 maggio la Giunta del Piemonte ha formalmente recepito la sentenza della Corte Costituzionale n. 21 del 14 gennaio 2021, nella quale si integrano i soggetti autorizzati che possono essere impiegati nell’attività di
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controllo del cinghiale. COSA PREVEDE Viene pertanto modificata la delibera regionale in materia di prevenzione dei danni da cinghiale, stabilendo che: UÊ«iÀÊ ½>ÌÌÕ>â iÊ`i Ê« >ni di controllo, le Province e la Città Metropolitana di Torino si avvalgono della
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collaborazione dei proprietari o conduttori dei fondi ricompresi nelle aree interessate dai piani di abbattimento, delle guardie venatorie volontarie e di cacciatori individuati in possesso di specifica formazione, tutti operanti sotto il coordinamento delle stesse amministrazioni;
UÊ ÊV>VV >Ì À Ê Ê« ÃÃiÃÃ Ê di attestato di selecontrollore e i cacciatori che hanno effettuato e superato il corso ai sensi della delibera regionale del 2019 possono essere inclusi tra i soggetti dotati di specifica formazione; UÊ} Ê>ÌÌiÃÌ>Ì Ê` Êv À >zione specifica rilasciati dalle Province e dalla Città
Attualità
Metropolitana di Torino, relativi al controllo del cinghiale sono validi su tutto il territorio regionale. PIANI PRELIEVO Regione Piemonte ha
inoltre approvato i piani di prelievo selettivo del cinghiale per l’anno venatorio 2021/2022 con l’apertura dell’attività venatoria di selezione dal 24 aprile 2021 al 14 marzo 2022, con un primo piano selettivo di 8429 cinghiali,
su indicazioni Ispra, che potrà essere oggetto di successive integrazioni. SITUAZIONE INDENNIZZI In merito agli indennizzi regionali alle aziende agricole per i danni in agricoltura causati da fauna
selvatica da luglio 2019 ad oggi sono stati liquidati, salvo casi particolari, i pagamenti relativi agli anni 2016, 2017 e 2018 e a breve verranno effettuati i trasferimenti verso gli Ambiti territoriali di caccia (Atc) e Comprensori alpini (Ca) relativi al 2019. Per i danni relativi all’anno 2020 si è ancora ad una stima parziale in quanto sono in corso le comunicazioni degli importi da parte di Atc e Ca. L’Assessorato regionale ha predisposto una bozza di regolamento di revisione complessiva del sistema di gestione delle modalità di pagamento dei danni all’agricoltura che verrà condiviso con le Organizzazioni professionali agricole.
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Attualità
Contributi ai Comuni per gli stagionali 2
AGOSTO Lunedì 17 maggio ha aperto il bando regionale per la richiesta di contributi da parte di Comuni, Unioni di Comuni e Consorzi di Comuni del Piemonte, per la presentazione di progetti finalizzati alla sistemazione temporanea dei salariati agricoli stagionali delle aziende agricole piemontesi.
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Scade il 2 agosto il bando della Regione Piemonte per il finanziamento della sistemazione temporanea dei salariati agricoli CRITERI PRIORITÀ Il bando 2021, emanato in applicazione della Legge regionale 12/2016, ha una dotazione finanziaria complessiva di 125 mila euro e prevede l’assegnazione di un contributo massimo di 25 mila euro a progetto. Avranno priorità gli enti con minor numero di abitanti al fine di consentire
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una distribuzione capillare delle strutture abitative e limitare gli spostamenti degli stessi lavoratori stagionali. COSA FINANZIA I finanziamenti vengono assegnati per lavori di adeguamento igienico-sanitario in strutture esistenti non residenziali e per
l‘acquisto e/o locazione di moduli abitativi temporanei (prefabbricati) per quei lavoratori che, a causa di eventuali picchi di affluenza in coincidenza con la raccolta, non sarà possibile alloggiare presso le stesse aziende agricole. Il bando scade il 2 agosto 2021 ed è pubblicato sul sito della Regione Piemonte.
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Zootecnia
Salviamo i sentieri della transumanza Siglato un accordo di partenariato con l’Agenzia per lo sviluppo rurale Moli Gal dai Consigli regionali di Piemonte, Abruzzo, Campania, Molise, Basilicata, Puglia, Marche e Veneto La transumanza, uno degli eventi tradizionali e insieme spettacolari della montagna piemontese, torna ad essere protagonista e occasione per il rilancio dei nostri territori montuosi. Il recupero dei sentieri e delle aree della transumanza e la loro valorizzazione sono al centro di un
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accordo di partenariato siglato con l’Agenzia per lo Sviluppo Rurale Moli Gal da alcuni Consigli regionali su iniziativa della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali. TERRE RURALI L’intesa, “Parchi, pastori, transumanze e grandi vie delle civiltà”, è inserita
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all’interno del ‘Programma delle Terre rurali d’Europa’ nell’ambito della programmazione europea Agenda 2030 ed è stata presentata il 17 maggio in una conferenza stampa tenuta dai presidenti dei Consigli regionali di Piemonte, Abruzzo, Campania, Molise, Basilicata, Puglia, Marche e Veneto.
L’importanza dell’adesione del Piemonte all’accordo di partenariato è stata illustrata dal presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia: «Questo progetto servirà ad ampliare, attraverso interventi integrati di sistemazione, recupero ed accessibilità dei sentieri destinati alla transumanza, le opportu-
nità di promozione e valorizzazione di molte aree rurali e di montagna». ANTICHE USANZE In Piemonte la transumanza, anche se meno diffusa rispetto ad una volta a causa degli allevamenti intensivi, rappresenta sempre un evento straordinario, un momento
di festa per celebrare le antiche usanze e tradizioni dei pastori piemontesi, e può diventare un veicolo importante di rilancio del territorio montuoso. GENERARE SVILUPPO «Promuovere e sostenere iniziative come quella odierna per recuperare e
riqualificare quel patrimonio storico, culturale della civiltà agropastorale, è di vitale importanza per creare opportunità in grado di favorire quelle condizioni necessarie per generare sviluppo», ha aggiunto Allasia.«Occorre contrastare la marcata tendenza all’invecchiamento della popolazione, lo spopola-
mento, la fragilità idrogeologica delle nostre montagne. Modificarne il destino e la percezione, da territori a volte trascurati a spazi da rivitalizzare mantenendo identità e vocazioni, rappresenta la vera sfida che non ci possiamo permettere di perdere nei prossimi anni».
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Attualità 40
Valori assicurabili Produzioni vegetali È stato firmato dal ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, il decreto che individua gli Standard Value relativi alle produzioni vegetali, incluse le uve da vino Dop e Igp, per la campagna assicurativa 2021. STANDARD VALUE Introdotto quest’anno per la prima volta nel Piano di Gestione dei Rischi in Agricoltura (Pgra), lo Standard Value (il Valore di produzione annua a ettaro) è uno strumento che interviene nella fase
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di determinazione della spesa assicurativa ammissibile al sostegno, semplificando in maniera significativa il processo amministrativo e riducendo gli oneri a carico dei beneficiari; ciò consentirà di velocizzare ulteriormente l’erogazione del contributo comunitario per la gestione del rischio. AREE TERRITORIALI Lo Standard Value viene
Via libera allo Standard Value, strumento che interviene nella fase di determinazione della spesa assicurativa ammissibile al sostegno determinato per ciascun prodotto assicurabile ed è declinato per aree territoriali. Per la componente produttiva si basa su analisi statistiche di serie storiche pluriennali desunte dai dataset sulle polizze agricole assicurative, su rilevazioni in campo, su valutazioni agronomiche e sui disciplinari di produzione per i prodotti tutelati da marchi Dop e Igp. FONDI MUTUALIZZAZIONE I Valori Standard riguardanti le produzioni vegetali sono stati determinati, come previsto dal Piano di Gestione dei Rischi in Agricoltura, anche ai fini dell’adesione delle aziende agricole ai fondi di mutualizzazione nell’anno 2021, strumenti complementari rispetto alle polizze, per lo più mirati alla copertura dei rischi fitosanitari.
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Attualità
Credito di conduzione Aperti i bandi regionali L’importo del prestito ammissibile a finanziamento dovrà essere compreso tra 5 mila e 80 mila euro Sono aperti i bandi 2021 del Programma regionale per la concessione di contributi negli interessi sui prestiti per la conduzione aziendale. Per il bando riservato a cooperative agricole la scadenza è il 31 dicembre 2021, mentre per le imprese agricole singole o con meno di 5 imprenditori agricoli la scadenza è il 15 luglio 2021.
L’importo del prestito di conduzione ammissibile a finanziamento dovrà essere compreso tra un minimo di euro 5.000,00 ed un massimo di euro 80.000,00. Il contributo regionale negli interessi è ordinariamente fissato nell’1% per le imprese ubicate in zona di pianura o di collina e nell’1,5% per quelle ubicate in zona di montagna.
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Zootecnia
Risarcimento danni lupi, domande entro il 30 giugno Aperto dalla Regione Piemonte il bando a favore degli allevatori di ovini, caprini, bovini e equini. Riconosciute anche le perdite indirette E’ aperto il bando 2021 della Regione Piemonte a favore degli allevatori di ovini, caprini, bovini, equini, a sostegno dei costi per la difesa del bestiame e per il risarcimento dei danni causati dalle predazioni da grandi carnivori selvatici al patrimonio zootecnico piemontese. TRECENTOMILA EURO Il bando, con una dotazio-
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ne finanziaria complessiva di 300 mila euro, prevede inoltre aiuti agli apicoltori piemontesi censiti nella Banca dati nazionale e che non si sono avvalsi di copertura assicurativa, riconoscendo gli indennizzi e i contributi per i sistemi di prevenzione attivati da coloro che svolgono l’attività nelle aree di presenza dell’orso (presenza registrata nel 2020 nel VCO). Le
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domande per la richiesta di aiuti vanno presentate entro il 30 giugno 2021 per l’indennizzo dei capi predati nel periodo che intercorre dal 1 giugno 2020 al 31 maggio 2021. CAPI DISPERSI Viene riconosciuto il risarcimento anche per i capi dispersi a seguito dell’evento predatorio se inseriti nel verbale Asl ed è previsto il
rimborso diretto agli allevatori che hanno denunciato la predazione, pari al 100% del valore commerciale del capo. Vengono inoltre riconosciuti i danni indiretti da predazione per le spese veterinarie e farmaceutiche per gli animali feriti; per la rimozione e smaltimento dei capi, per il risarcimento delle perdite di produzione. Il bando è pubblicato sul sito della Regione Piemonte.
Fiere
Boster Nord Ovest 2021 Torna la fiera del bosco Con la progressiva liberalizzazione delle attività economiche, grazie alla situazione sanitaria in miglioramento, riprendono gli eventi in presenza del mondo agricolo. Il primo appuntamento è la Fiera Boster Nord Ovest, che si svolgerà a Oulx, in alta valle Susa, da venerdì 2 a domenica 4 luglio 2021.
mento al fine di garantire uno svolgimento sereno ed in sicurezza, tenendo anche conto che Boster è un evento totalmente all’aperto, in una valle nota (peraltro) per la sua ventosità».
PROTOCOLLO SICUREZZA «Abbiamo predisposto un protocollo sicurezza – spiegano gli organizzatori - che prevedrà un check ai visitatori all’ingresso, un percorso di visita con ingresso e uscita diversi, piazzole distanziate e controlli anti-assembra-
valorizzazione delle risorse boschive e alla gestione sostenibile del territorio montano. La manifestazione, come sempre, mette al centro le prove dinamiche della meccanizzazione agroforestale, attrezzature ed accessori per i lavori in bosco, la gestione e la
RISORSE BOSCHIVE Boster (acronimo di Bosco e Territorio) è l’evento fieristico dedicato alla
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Fiere
manutenzione sostenibile del territorio montano attraverso la formula espositiva “outdoor”, ovvero nel reale contesto operativo di macchine, attrezzature e cantieristica per le filiere produttive del legno. Particolare attenzione è rivolta alla filiera legno-energia con un’ampia gamma di macchine ed attrezzature per la produzione di biocombustibili legnosi, l’esposizione a fiamma accesa di caldaie, stufe e camini e la possibilità di visite tecniche ad impianti realizzati sul territorio. L’ideale ambientazione montana, favorisce la presenza di modelli produttivi legati all’uso del legno locale e certificato,
con le filiere legno-arredo (desing ed artigianato) e legno-edilizia con il comparto “case in legno”. PROFESSIONISTI E HOBBISTI La fiera è rivolta all’uten-
za tecnica, professionale e hobbistica dei prodotti e servizi delle filiere del legno, della manutenzione del territorio montano e dell’agricoltura di montagna, nonché all’utenza privata, nell’ambito
dei settori trattati dalla manifestazione: ditte boschive, segherie, professionisti ed imprenditori attivi nelle filiere bosco – legno, filiera legno - energia e filiera del legname da opera; tecnici,
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Fiere
Da venerdì 2 a domenica 4 luglio, a Oulx, in alta valle Susa, l’evento dedicato alla valorizzazione delle risorse boschive e alla gestione sostenibile del territorio montano professionisti e privati interessati all’edilizia in legno e al riscaldamento domestico con apparecchi termici (stufe, caldaie, camini) a biomasse legnose; imprenditori agricoli attivi nel territorio montano; artigiani delle principali trasformazioni agroalimentari di montagna: settore caseario, macellerie, apicoltori, erboristerie; imprese multifunzionali che si occupano di gestione del territorio montano: movimento terra, manutenzione viabilità, opere di ingegneria naturalistica, cura del verde e del paesaggio.
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Attualità
Farming for future Coltiva il futuro Il Consorzio italiano biogas lancia il progetto per la riconversione agroecologica dell’agricoltura italiana
L’agricoltura 4.0 è una grande opportunità per il sistema agroindustriale italiano perché consente l’ottimizzazione e la maggiore efficienza dei processi produttivi che, oltre ad ottenere una significativa riduzione degli sprechi, aumentano la sostenibilità di tutto il sistema. Oggi il CIB - Consorzio Italiano Biogas lancia l’azione 2 del progetto per la riconversione agroecologica dell’agricoltura italiana “Farming For Future - 10 azioni per coltivare il futuro” dedicata all’Azienda Agricola 4.0. AGRICOLTURA DI PRECISIONE Le misure di agricoltura di precisione (precision farming) e di digitalizzazione del lavoro (ad esempio uso di big & smart data nei processi produttivi e internet of things) richiedono capacità professionali elevate, competenze e investimenti maggiori (in media del 2-6%) ma consentono una riduzione di consumi di combustibile di almeno
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il 10-15% e dei tempi di lavorazione fino al 35%; un calo dei costi medi di produzione di almeno il 10-15%; un aumento delle rese stimato del 7-15% per i cereali e, infine, in allevamento un incremento della produzione di latte del 10-15%. LABORATORIO INNOVATIVO «Nel corso degli anni le aziende del biogas italiano si sono distinte come un importante laboratorio per l’innovazione mostrando propensione al rinnovamento e agli investimenti per il settore - dichiara Piero Gattoni, presidente del Consorzio Italiano Biogas (Cib). L’inserimento dell’impianto di biogas in azienda ci ha spinti verso una profonda revisione non solo dei processi produttivi, ma anche di quelli decisionali, sempre più supportati dalla digitalizzazione e dalla interconnessione delle informazioni. Infatti, oggi la meccanizzazione agricola è un’eccellenza del Made in Italy». TRANSIZIONE ECOLOGICA Continua Gattoni: «Le misure inserite
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nel PNRR dimostrano una grande attenzione verso la transizione ecologica e la digitalizzazione; con le innovazioni tecnologiche di cui disponiamo oggi saremo in grado di produrre di più utilizzando meno risorse e in modo più efficiente». Inoltre, l’Osservatorio Smart Agrifood stima il valore del mercato italiano dell’agricoltura 4.0 in 540 milioni di euro con un trend di crescita annuale costante del 15-20% (pari alla crescita media nell’UE) e con un’applicazione effettiva ancora limitata al 3-4% della superficie coltivata. AGRICOLTURA 4.0 L’implementazione delle innovazioni sta consentendo un incremento della produzione di latte per capo al giorno anche del 15%, associato ad un significativo incremento dello standard di benessere animale. Per questi motivi le pratiche agricole avanzate con l’ausilio dell’agricoltura 4.0 rientreranno a pieno titolo fra le misure di sostegno climatico-ambientale previste dalla prossima Pac, la politica agricola comune.
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Next generation la base è l’acqua Presentati in Consiglio regionale del Piemonte i progetti strategici dell’agricoltura da proporre nel Recovery Plan Nella seduta straordinaria del Consiglio regionale del Piemonte del 4 maggio sono stati annunciati i progetti che il Piemonte presenterà a Roma per la proposta di inserimento nel Recovery Plan. I progetti legati all’agricoltura rappresenteranno uno degli assi strategici del documento del Piemonte, tutti elaborati ascoltando le richieste del territo-
piemontese e migliorare la gestione delle acque ai fini irrigui, considerando che l’economia agricola è completamente condizionata dalla presenza dell’acqua e le soventi crisi idriche e sempre più presenti siccità portano ad una particolare
attenzione per le riserve d’acqua e il non spreco della stessa. Il Piemonte conta su una rete irrigua capillare che è rappresentata da circa 10.000 chilometri di canali afferenti alla rete principale, oltre a 2000 KM di moderne condotte.
rio e realizzabili tra i 3 e i 5 anni. Gli interventi riguardano invasi, recupero strutture, messa in sicurezza dei canali irrigui, di energia idroelettrica nonché danni causati da alluvioni. OBIETTIVO AMMODERNAMENTO L’obiettivo è avviare un processo di ammodernamento del sistema irriguo
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Notizie dalle aziende
Tezzo idropulitrici trent’anni in famiglia L’azienda braidese è una delle principali realtà piemontesi nel settore della pulizia in ambito agricolo e industriale, oltre che nelle tecnologie per il lavaggio di pannelli fotovoltaici, mattatoi e cantine Quando si parla di pulizia, riscaldamento e non solo, sia in ambito industriale che agricolo, non può che venir in mente la storica azienda che da oramai più di trent’anni si occupa di questo, la Tezzo Idropulitrici di Bra.Tutto nasce da una lontana intuizione del titolare Franco Tezzo che, a soli 24 anni, nel corso del 1991 stabilisce ed avvia l’attività presso la cascina Grangia, dallo suocero che ringrazia sentitamente. L’attività prosegue cavalcando gli Anni Novanta, in cui Franco ha occasione di ampliare il raggio d’azione lavorativo e promuovere l’attività aziendale, non solo di vendita, ma già da subito anche di riparazione. I frutti di tanto impegno e la grande serietà ripagano in tempi più che celeri e l’azienda, giunta al 1997, urge di un ampliamento strutturale, sinonimo evidente del “boom” lavorativo che da oramai molti anni ripaga la ditta Tezzo Idropulitrici. Nasce così un nuovo capannone a Bra fronte strada, ornato da vetrina per i prodotti in vendita e di ampio spazio all’interno per le riparazioni; anche i marchi trattati, man mano che trascorrono gli anni, vengono via via incrementati fino ad oggi, dove si contano ben 13 concessioni per la vendita. L’evoluzione non si ferma al 1997: negli anni a seguire, Franco amplia ancora il
suo raggio d’azione fin tanto che, nel 2011, e successivamente anche nel 2016, urgono altri interventi di miglioramento e ingrandimento aziendale: in un primo momento, si tratta dei moderni uffici adibiti per la gestione aziendale e il ricevimento cliente, come si confà ad una azienda all’avan-
guardia, ed in un secondo momento ad un nuovo ampliamento aziendale, con locale officina ampliato, magazzini per lo stoccaggio e ricovero ricambi, per migliorare ancora un’efficienza già d’eccellenza da molti anni. La vera punta di diamante aziendale, oltre a Franco che da ben trent’anni continua sulla strada dell’innovazione e dell’aggiornamento, è la conduzione famigliare che fa si che si possa avere costantemente il polso della situazione ed agire, qualora si renda necessario, in tempi
più che celeri con manutenzioni, vendite e assistenza. Dal 2016 infatti, entra in pieno nell’attività il figlio di Franco, Alberto Tezzo, che fin da subito mostra interesse e grande capacità di apprendimento fino a diventare, nel corso di poco tempo, un vero tecnico di assistenza e vendita, grazie all’efficacia degli insegnamenti del padre. Anche l’ufficio è seguito in maniera “famigliare”, con la moglie di Franco, Lori, supportata lavorativamente dalla figlia, Francesca. La grande capacità all’adattamento lavorativo, l’assistenza, la vendita e la costante cura del cliente oltre al fattore “famiglia”, permettono ancora oggi alla ditta Tezzo Idropulitrici di essere una delle principali aziende sul territorio piemontese che operano nella pulizia con idropulitrici, aspirapolveri, spazzatrici, lavapavimenti nebulizzatori e compressori, nelle tecnologie per il lavaggio dei pannelli fotovoltaici e di mattatoi e cantine con impianti fissi e il riscaldamento ad aria in agricoltura, industria ed artigianato. I primi trent’anni di storia sono stati resi possibili, oltre al lavoro e alla serietà di sempre, grazie ai numerosi clienti che fino ad oggi continuano a dare fiducia all’azienda Tezzo, che ringrazia tutti cordialmente, uno ad uno.
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Prove tecniche in vigneto 2021 A distanza di 15 anni dalla prima e finora unica edizione svolta in Piemonte, Enovitis torna in questa importante regione, al centro della vitivinicoltura dell’areale nordoccidentale, ospitato giovedì 1 e venerdì 2 luglio dall’azienda Pico Maccario a Mombaruzzo (Asti) che per la seconda volta
vedrà all’opera tra i suoi filari il meglio delle tecnologie per la viticoltura. Il Monferrato, con la Barbera quale vitigno identitario, è patria di numerosi altri prestigiosi vitigni autoctoni, caratterizzando così l’ambiente per una ragguardevole biodiversità. Sono ben 13 infatti le Denominazioni di
origine che insistono nel Monferrato, tra cui 3 Docg. TECNOLOGIE VITIVINICOLE Enovitis in campo è l’unica fiera dinamica in Italia interamente dedicata alle tecnologie per la viticoltura. Il cuore dell’evento è costituito dalle
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Fiere
Giovedì 1 e venerdì 2 luglio torna a Mombaruzzo la fiera dinamica in campo dedicata alle ultime tecnologie per la viticoltura prove e dimostrazioni che si svolgono direttamente nel vigneto e quindi in condizioni del tutto realistiche, tali da consentire al visitatore di misurare l’efficacia e l’effettiva applicabilità di quanto proposto dagli espositori presenti. DIMOSTRAZIONI PRATICHE A Enovitis in Campo è possibile vedere all’opera, verificandone i risultati, le più moderne tecnologie, materiali e attrezzature impiegabili in tutte le operazioni agronomiche: impianto del vigneto, protezione fitosanitaria e nutrizione, gestione del suolo, gestione della chioma, vendemmia, i più moderni trattori specialistici, irrigazione, gestione e recupero della biomassa, sistemi di controllo e rilevamento per la viticoltura di precisione. L’intento è di contestualizzare l’impiego delle tecnologie nei vari ambienti pedoclimatici e colturali che caratterizzano il vigneto Italia; anche per questo motivo, in funzione dell’areale di svolgimento, l’ambito merceologico si
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allarga alle tecnologie per l’olivicoltura. PICO MACCARIO L’azienda Pico Maccario si estende su oltre 100 ettari di vigneto a Mombaruzzo, in provincia di Asti. Gestita con l’obiettivo di farne un modello di modernità, sia in vigna che in cantina, ha da sempre la Rosa come simbolo: 4500 piante di rose a clone unico hanno la duplice funzione di indicare il punto iniziale di ogni filare e di segnalare in anticipo, come da tradizione, le malattie che di lì a poco potrebbero cogliere le viti. I vigneti sono impiantati soprattutto a Barbera, e in minor misura a Merlot, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Freisa e Favorita. La cantina Pico Maccario da sempre dedica una grande parte delle proprie risorse alle innovazioni tecnologiche e alla ricerca in vigna, forte della convinzione per cui ogni cambiamento, se ben calibrato, può essere l’origine di una sempre maggiore qualità dei vini.
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Enologia
Enoteche regionali Visita, gusta, condividi La ripartenza di Langhe e Roero passa anche dalla riapertura delle Enoteche Regionali, imprescindibili punti di riferimento per conoscere e vivere la cultura e il gusto di queste colline. Una riapertura che, quest’estate, avverrà attraverso un programma condiviso, che vede collaborare congiuntamente quattro importanti “presidi del territorio”: l’Enoteca
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regionale piemontese Cavour, l’Enoteca regionale del Barolo, l’Enoteca regionale del Barbaresco e l’Enoteca regionale del Roero. PERCORSO VINSIEME “Visita, gusta, condividi”. Questi i caposaldi di Vinsieme, progetto realizzato grazie al contributo della Regione Piemonte e del Feasr, il Fondo Europeo agri-
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Enologia
colo per lo sviluppo rurale. Visita il territorio di Langhe e Roero; gusta i frutti di queste terre custoditi dalle Enoteche Regionali; condividi la tua esperienza raccontandola sui social e seguendo il sito del progetto, dove vengono raccontate “notizie e delizie” delle colline diventate Patrimonio Unesco. Vinsieme è un percorso esperienziale e immersivo attraverso quattro aree cardine del territorio di Langhe e Roero, che ciascuna Enoteca Regionale
filiera corta. Oltre ai vini tipici, ciascuna Enoteca Regionale diverrà ambasciatrice delle eccellenze del proprio territorio, mostrando la ricchezza dei rapporti che intercorrono tra enologia, gastronomia e produzioni agroalimentari. I visitatori, in un unico luogo, potranno apprezzare l’intero “panorama del gusto” che rende Langhe e Roero una delle più ambite mete italiana del turismo enogastronomico: prodotti simbolo come il miele, le
Si riparte dal Progetto “Vinsieme”, percorso esperienziale per la valorizzazione dei vini tipici e dei prodotti agroalimentari della filiera corta ha il compito di raccontare nelle sue sfumature. La formidabile tradizione enologica dell’Albese raccolta dall’Enoteca Regionale Piemontese Cavour, che ha sede nel castello un tempo dimora del Conte Camillo Benso; la felice complessità delle colline del Barolo, dove ogni vigna ha una storia a sé stante; l’eroismo dei produttori di Barbaresco, piccola denominazione che oggi svetta tra i più importanti rossi a livello internazionale; lo straordinario paesaggio del Roero, la cui biodiversità influisce direttamente sul carattere dei vini. ECCELLENZE TERRITORIALI Vinsieme è un progetto di valorizzazione della
Nocciole Igp Piemonte, i formaggi Dop piemontesi, la Pera Madernassa, la cugnà, le marmellate, la polenta, le farine locali, il tartufo, i dolci tipici e le grappe. PROGRAMMA E MAPPA Vinsieme, infine, unisce le Enoteche Regionali nella comunicazione, attraverso la produzione congiunta di materiali di divulgazione fisici e digitali. Il portale del progetto (www.vinsieme.it); la mappa del percorso tra le Enoteche Regionali e le eccellenze locali; e il programma condiviso degli appuntamenti che, se la situazione pandemica lo permetterà, impegnerà le Enoteche fino al prossimo autunno. Giugno 2021
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Filiera vitivinicola al tavolo regionale Nuovo strumento di confronto in Piemonte tra consorzi, associazioni professionali, enti di ricerca e organizzazioni di produttori del settore Il 3 maggio si è riunito per la prima volta il tavolo regionale vitivinicolo e delle bevande spiritose, presieduto dall’assessore regionale all’agricoltura e Cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa e con la partecipazione di 24 soggetti tra Consorzi
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di tutela, associazioni rappresentanti le bevande spiritose, organizzazioni dei produttori, associazioni professionali, enti di ricerca del mondo universitario, strutture di controllo di filiera, Vignaioli Piemontesi e Assoenologi, Fondazione Agrion.
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Il tavolo consultivo sulle tematiche specifiche del vitivinicolo e delle bevande spiritose è un’articolazione del tavolo del partenariato agroalimentare e rurale del Piemonte, istituito dalla Legge regionale 1 del 2019 “Riordino delle norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale”. STRUMENTO OPERATIVO «Da oggi è operativo uno strumento snello utile per affrontare a livello regionale temi tecnici che riguardano queste filiere, con il vantaggio di avere
l’intero comparto presente che può esprimere pareri e osservazioni sui provvedimenti in arrivo dall’Assessorato all’Agricoltura - commenta l’assessore regionale Marco Protopapa -; superiamo il metodo di lavoro con incontri molteplici tra istituzioni, enti e soggetti interessati con l’obiettivo di sburocratizzare ed essere operativi». Il tavolo consultivo non è condizionato da tempi prestabiliti di operatività ma si riunisce ogni volta che si presenta la necessità di discutere su problematiche che coinvolgono il comparto.
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Attualità
Strategie comuni con la Valle d’Aosta Il Piemonte coltiva alleanze, dalla pianificazione del Programma di sviluppo rurale, alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari Gli assessori all’Agricoltura Marco Protopapa del Piemonte e Davide Sapinet della Valle d’Aosta si sono incontrati a Torino nella sede regionale dell’Assessorato e alla presenza del direttore e dei funzionari, esprimendo reciproco interesse per una collaborazione tra le due Regione in tema di agricoltura: dalla pianifi-
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cazione del Programma di sviluppo rurale alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari. RAFFORZARE COLLABORAZIONE «E’ emersa la necessità di rafforzare la collaborazione tra le due regioni lavorando verso strategie comuni in agricoltura – sottolinea l’assessore
Attualità all’Agricoltura e Cibo del Piemonte Marco Protopapa –; due territori che condividono molte delle esigenze e delle problematiche provenienti dal comparto lattierocaseario e degli allevatori, della viticoltura eroica e della valorizzazione e della tutela del territorio rurale e di coloro che vi abitano». CREARE SINERGIE «Rispetto al Piemonte, la Valle d’Aosta ha un contesto di dimensioni ridotte, con una realtà basata su piccoli numeri, – dice l’assessore all’Agricoltura della Regione Valle d’Aosta Davide Sapinet – ma riteniamo che il confronto e il lavoro comune possano essere arricchenti e proficui per entrambi, per dare forza alle istanze dei nostri territori. Saranno affrontati temi più tecnici, avviando un dialogo tra le rispettive strutture, e vogliamo creare sinergie anche per la promozione dei prodotti enogastromici, sulla scia di alcune esperienze positive avviate in passato».
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Attualità
Pagamenti rinviabili al 30 settembre 2021 Disposizione della Giunta regionale del Piemonte per le aziende faunistico venatorie e agri-turistico-venatorie Ulteriormente spostato dal 30 aprile al 30 settembre 2021 il termine per il pagamento tardivo, senza applicazione di sanzioni, interessi e oneri, delle tasse sulle concessioni regionali (Tcr) e della relativa soprattassa, il cui pagamento era dovuto entro il 31 gennaio dalle aziende faunistico-venatorie e agrituristico-venatorie. Lo stabilisce
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una deliberazione della Giunta regionale del 23 aprile 2021, nella quale si precisa inoltre che non si fa luogo al rimborso di quanto già versato e che le disposizioni di cui alla predetta deliberazione non hanno rilievo ai fini dell’individuazione del soggetto passivo, che resta quello obbligato con riferimento alla scadenza ordinaria.
Seminativi
Soia sostenibile l’Italia è virtuosa La Federazione tra i Produttori di Mangimi (Fefac) ha approvato le nuove Linee guida per l’approvvigionamento di soia sostenibile. Lo strumento punta a essere un metodo di valutazione avanzato degli standard per la certificazione della coltivazione di soia, fra le principali materie prime del settore mangimistico. Tramite le associazioni confederate in Fefac, tra cui Assalzoo – Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici – il comparto contribuisce al completamento della transizione verso un sistema
produttivo sostenibile e quanto più possibile rispettoso dell’ambiente. VALUTAZIONI STANDARD Approvate per la prima volta nel 2015, le Linee Guida definiscono un sistema indipendente con cui valutare singoli standard rispetto a criteri di riferimento relativi alla sostenibilità, intesa non solo nella sua dimensione ambientale, ma anche sociale. Nel 2020 l’azione della mangimistica europea per incrementare il profilo di sostenibilità del settore agro-alimentare-zootecnico
ha segnato una tappa importante con l’adozione della Carta per la Sostenibilità dei mangimi. Ora, nel solco di questo provvedimento, arriva l’aggiornamento delle Linee Guida per l’approvvigionamento
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Seminativi di soia sostenibile. CONVERSIONE-ZERO Il nuovo metodo di valutazione prevede alcune importanti novità. La principale è la considerazione della tematica della deforestazione. Gli standard potranno richiedere una valutazione sulla base di un nuovo criterio, ovvero la capacità di fornire soia che non provenga dalla conversione di ecosistemi naturali. Gli standard in grado di certificare l’approvvigionamento di soia a ‘conversionezero’ saranno indicati nella sezione dedicata a Fefac del sito Itc Sustainability Map in un’ottica di completa trasparenza. Dal 2015 a oggi sono diciannove i programmi (tra cui quelli già utilizzati in Italia da anni) che si sono sottoposti al
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processo di valutazione di Fefac, effettuato da ItcInternational Trade Center, un Ente terzo, e che quindi sono risultati conformi alle Linee Guida.
Approvate le nuove linee guida per la valutazione degli standard di certificazione delle coltivazioni. In primo piano, l’attenzione alla deforestazione
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ITALIA VIRTUOSA La produzione di soia conforme ai parametri previsti da questi standard rappresenta quasi il 50% di tutta la soia utilizzata nell’industria mangimistica europea. L’obiettivo è incrementare questa quota e permettere all’intera filiera di valorizzare la sostenibilità, a beneficio di tutti gli operatori e portatori di interesse. Va inoltre ricordato che già il 78% della soia utilizzata nell’Unione Europea arriva da luoghi non a rischio deforestazione e che l’Italia è uno dei principali produttori europei di soia sostenibile.
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Nocciolo: spollonatura e gestione manto erboso L’attitudine pollonifera del nocciolo costituisce un ostacolo per le operazioni colturali (es. raccolta) e anche per la crescita del cespuglio (troppe pertiche possono competere tra loro per luce e nutrienti rendendo più vulnerabile l’intera pianta). Per il controllo dei polloni esistono differenti soluzioni che si possono riepilogare in: UÊ-« >ÌÕÀ>Ê > Õ> i\Ê «iÀ>zione costosa che può arrivare fino a 50 ore/ettaro per intervento. Questo tipo di intervento si predilige quando le piante sono in fase di allevamento (fino al 4°-5° anno di età) e quindi più
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vulnerabili ad eventuale impiego di spollonanti di sintesi. Si interviene con polloni non ancora lignificati (maggio-inizio giugno) e si può ripetere l’intervento in estate avendo cura di non lasciare monconi. UÊ-« >ÌÕÀ>ÊV Ê iââ Êwà V ÊiÊ meccanici: spazzolatrici, decespugliatori dentati e pirodiserbo. UÊ-« >ÌÕÀ>ÊV V>\Êà ÊivviÌÌÕ>Ê impiegando molecole chimiche che agiscono per contatto perciò per ottimizzare l’effetto occorre intervenire con polloni allo stadio erbaceo (15-20 cm). Di norma, un singolo intervento di spollonatura non è risolutivo e occorre preve-
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derne 3/ 4 in stagione a seconda della fertilità del suolo e dell’andamento climatico stagionale. RISULTATI E COSTI Le esperienze condotte da Agrion negli anni passati con tecniche di pirodiserbo e di diserbo meccanico hanno evidenziato come la strategia non sia risolutiva sia per l’effetto transitorio (durata dell’intervento circa 20 gg.) sia per i costi elevati degli interventi. L’impiego del vapore acqueo, per la complessità della tecnica e per il consumo di acqua è per il momento rimasto in fase sperimentale. MANTO ERBOSO La gestione del suolo è differente a seconda si tratti di impianto in allevamen-
Il risultato degli interventi con differenti soluzioni: manuale, con mezzi fisici, meccanici e chimici. Come gestire il suolo, a seconda dell’impianto di allevamento to, nel quale si prediligono le lavorazioni superficiali per contenere il manto erboso che può competere per acqua e nutrienti con le piante in fase di crescita oppure di impianto in produzione in cui si ricorre all’inerbimento permanente o temporaneo per disporre di una valida
alternativa alla gestione con diserbo. Il cotico erboso preserva la fertilità del suolo, mantiene la struttura e la capacità di filtrazione dell’acqua con riduzione del rischio di ruscellamento superficiale. Il prato nell’interfila (naturale o seminato) viene gestito con trincia-
ture (2-3 volte all’anno) e si procede al diserbo solo sulla fila (normalmente in primavera). Con l’inerbimento temporaneo, prima della raccolta (circa 1 mese), si può effettuare il diserbo sull’intera superficie per agevolare le operazioni di andanatura e successiva aspirazione delle nocciole con le macchine raccattatrici. TEMPI INTERVENTO Nelle tabelle 1 e 2, a titolo informativo, si riportano i tempi di intervento impiegando diverse tecniche di gestione (fisica, meccanica e chimica) per il controllo di polloni e cotico erboso in noccioleto. Si tratta di prove Agrion, in collaborazione con il Settore Fitosanitario,
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svolte nel triennio 2010- 2012, periodo in cui era ancora consentito l’impiego della sostanza attiva glufosinate ammonio (formulato commerciale Basta 200) il cui impiego è stato revocato a partire dal 1 agosto 2018. In verde le tesi in cui si è impiegata la spollonatura e il diserbo fisico e meccanico. I tempi di intervento, essendo tutte le operazioni di spollonatura e diserbo gestite con macchina trattrice e operatore, sono simili nelle diverse tesi, ma come indicato in precedenza ci sono differenze sulla durata dei singoli interventi. PORTAINNESTI NOCCIOLO Un’alternativa all’impiego di spollonanti di sintesi potrebbe essere fornita dall’introduzione di portainnesti non polloniferi. Il nocciolo, rispetto ad altre specie, grazie alla sua attitudine a produrre polloni è facilmente
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propagabile quindi la necessità di impiegare l’innesto non è stata mai così forte. Oggi la prospettiva sta cambiando, sia per l’evolversi della tecnica colturale sia per l’esistenza del Corilus colurna di cui si possono utilizzare i semenzali e alla selezione di portainnesti poco o non polloniferi (ibridi tra Corylus colurna e Corylus avellana). I vantaggi che si possono ottenere vanno dalla riduzione dei costi per la gestione dei polloni a quelli della riduzione dell’impatto ambientale legato all’impiego di sostanze attive di sintesi. PROVE IN CORSO La tecnica è stata introdotta per ridurre i costi elevati della gestione dei polloni. Attualmente si impiegano semenzali di libera impollinazione di C. colurna, albero ad alto fusto che non produce
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polloni e ibridi interspecifici tra C. colurna e C. avellana (Dundee e Newberg). Semenzali di C. colurna
tile, Tonda Gentile Romana, Tonda di Giffoni con piante delle stesse varietà ottenute per margotta di ceppaia. I primi risultati indicano una buona affinità di innesto ed indici produttivi superiori rispetto alle piante controllo, con differenza tra le cultivar e in alcuni casi un anticipo di entrata in produzione delle piante innestate rispetto a quelle autoradicate.
sono confrontati presso diversi Dipartimenti Universitari (Perugia, Piacenza, Torino) come portainnesti di Tonda Gen-
SPERIMENTAZIONE AGRION A fine novembre del 2017 presso i Centri Sperimentali di Cravanzana (Cn) e di Carpeneto (Al) sono state messe a dimora piante di Tonda Gentile innestate su Dundee, ibrido tra C. colurna e C.avellana che secondo alcuni ricercatori avrebbe il vantaggio di essere più uniformi e propagabili (margotta o micropropagazione), ma non sempre senza produzione di polloni. Dundee e Newberg sono selezioni
ottenute negli Usa e sperimentati, per la prima volta, in Spagna innestandoli su una selezione locale (Irta-MB-69) semenzale di Tonda Bianca e sulla cv Negret. I risultati incoraggianti, sulle buone prestazioni delle piante e su come il rapporto tra i due bionti sia in grado di influenzare diversi parametri, hanno fornito lo spunto per sperimentare altre combinazioni cultivar/portainnesto. Le piante, messe a dimora a fine 2017, erano state innestate a marzo (innesto a doppio spacco inglese e successivo passaggio in hot callucing per favorire la cicatrizzazione del punto di innesto) e in seguito messe a dimora in vivaio per completare l’accrescimento radicale. A novembre il passaggio in pieno campo dove attualmente sono in corso le prime valutazioni su attecchimento ed emissione di polloni.
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Attualità
Polo Agrifood con Agrion e Miac È stato sottoscritto in questi giorni, presso la sede di Manta della Fondazione Agrion, un importante accordo tra Agrion e Miac, in qualità di soggetto gestore del Polo Agrifood della Regione Piemonte, con l’obiettivo di portare avanti attività di ricerca e progetti di sperimentazione a sostegno della filiera agroalimentare piemontese. QUALITÀ E SALUBRITÀ L’interesse per la qualità e la salubrità dei prodotti della filiera agroalimentare è ciò che unisce la Fondazione Agrion e il Polo Agrifood: è infatti
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evidente l’importanza strategica della collaborazione tra i due enti, che rappresentano due mondi distinti, ma in forte connessione fra loro. Mentre da un lato Agrion svolge ricerca applicata per la creazione di percorsi di innovazione per rispondere alle sfide della filiera ortofrutticola, dall’altro il Polo Agrifood è un aggregato di imprese, enti di ricerca, laboratori e associazioni che operano nel campo agroalimentare, i cui obiettivi sono quelli di interpretare la domanda di innovazione da
Attualità
Nuovo accordo su ricerca e sperimentazione nell’agroalimentare, al centro la qualità e la salubrità dei prodotti parte delle aziende per favorire l’innovazione nella trasformazione e tracciabilità dei prodotti.
centri di ricerca, che abbracciano il mondo agro-industriale e il contatto più ravvicinato con il territorio e la filiera agricola.
FILIERA PRODUTTIVA La collaborazione darà quindi la possibilità ai due enti di sviluppare, congiuntamente, progetti di ricerca che coinvolgano tutti i passaggi della filiera produttiva, dalla produzione primaria alla lavorazione del prodotto. Si crea spazio, quindi, per un’importante sinergia tra i due
PRECISION FARMING I due centri lavoreranno insieme sul tema della sostenibilità in agricoltura, con particolare attenzione alle nuove tecnologie, al precision farming, alla tracciabilità e alla sostenibilità, temi da cui l’agricoltura piemontese trarrà grande beneficio.
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Attualità
Piemonte d’accordo La Regione condivide con Patuanelli la proposta del ministro delle Politiche agrico le sui criteri di ripartizione dei fondi Feasr 2021-2022
La Regione Piemonte condivide pienamente la proposta dal ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli sui criteri di ripartizione tra le Regioni dei fondi Feasr 2021-2022 per
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l’attuazione del Programma di sviluppo rurale. «Il Piemonte, insieme ad altre 14 Regioni - dichiara l’assessore all’Agricoltura del Piemonte, Marco Protopapa -, plaude al piano di
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ripartizione dei fondi Feasr presentato dal ministro: una proposta equilibrata che supera, finalmente, i vecchi criteri, cosiddetti “storici”, che sono ormai completamente avulsi dalla realtà agricola italiana. Si, invece, all’adozione di criteri oggettivi che, peraltro, entreranno a regime con gradualità, proprio per venire incontro anche alla esigenze delle sei Regioni che ancora si oppongono a questo nuovo approccio. Peraltro ricordiamo che in base all’accordo sancito all’unanimità nel 2014 tra
tutte le Regioni e le Province Autonome, questi criteri dovevano essere completamente abbandonati con l’attuale periodo di programmazione. Con questa modalità di assegnazione, nel biennio 2021-2022, il Psr del Piemonte potrà contare su un aumento della spesa pubblica di oltre il 10 per cento a cui si aggiungeranno circa 50 milioni di euro dei fondi “Next Generation”. In questo modo sarà anche possibile dare risposte concrete alle nostre aziende in un periodo di eccezionale difficoltà».
Seminativi
Via libera in Cina al riso italiano Concluso il negoziato per l’esportazione, gli operatori autorizzati potranno avviare le prime spedizioni regolate dal protocollo concordato con Pechino Concluso il negoziato per l’esportazione di riso italiano in Cina: l’Ambasciata italiana a Pechino ha comunicato che tutte le riserie italiane che avevano fatto richiesta di esportare in Cina, sono state autorizzate dalle autorità cinesi competenti, applicando il protocollo siglato tra le due parti l’8 aprile 2020. ITER CONCLUSO Con questo ultimo passaggio, è finalmente concluso l’iter che ha portato all’apertura del mercato
cinese al riso italiano e gli operatori autorizzati potranno avviare le prime spedizioni verso la Cina. Questo risultato è frutto di una lunga ed impegnativa attività negoziale che ha coinvolto il Servizio fitosanitario nazionale, in stretta sinergia con gli operatori e gli enti scientifici di riferimento del settore, le altre strutture del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, le Istituzioni regionali e la Rappresentanza diplomatica italiana a Pechino.
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Seminativi
Biodistretto del riso, obiettivo certificazione Il biodistretto del riso piemontese, nato su iniziativa di sette aziende produttrici della zona di Rovasenda (Vc), è stato audito nella seduta congiunta di Commissione Ambiente (presidente Angelo Dago) e Agricoltura del Consiglio regionale del Piemonte. LEGGI NATURALI «La nostra intenzione è far conoscere il percorso intrapreso dai fondatori - hanno spiegato il presidente Gianpaolo Andrissi e i due rappresentanti
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intervenuti - con un’attenzione particolare sui benefici ambientali di questo tipo di coltura. Il nostro lavoro sta portando a importanti risultati sul fronte della produzione agricola sostenibile, in armonia con le leggi naturali e con prodotti che conquistano crescenti fette di mercato. Produrre ottimo riso senza ricorrere a fertilizzanti o erbicidi chimici si può». ATTESA CERTIFICAZIONE A fronte delle domande dei
Seminativi
Richiesta l’adesione di cento aziende, un traguardo non facile da raggiungere. Audizione alle Commissioni Ambiente e Agricoltura del Consiglio regionale del Piemonte consiglieri Valter Marin e Federico Perugini (Lega), Alberto Avetta (Pd), Carlo Riva Vercellotti (Fi), Sean Sacco (M5s), Giorgio Bertola (M4o), hanno spiegato che “la difficoltà più grande è ottenere la certificazione di biodistretto prevista nel regolamento regionale, che richiede l’adesione di 100 aziende, obiettivo difficile nel nostro ambito. È invece un’ottima notizia la proroga della ‘Misura 11’
del Psr che sostiene l’insieme delle pratiche dell’agricoltura biologica. La nostra è anche un’operazione culturale, si può essere disposti a pagare di più un prodotto sapendo che è di qualità e riduce l’impatto ambientale”. Se le condizioni sanitarie lo permetteranno, verrà programmata nei prossimi mesi una seduta di commissione nelle zone del biodistretto.
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Quale sarà il destino delle piccole aziende Il commissario europeo per l’agricoltura Janusz Wojciechowski, puntando il dito contro gli “errori e gli sbagli” della politica ha sostenuto che la rapida perdita di aziende agricole a gestione familiare e di piccole dimensioni in tutta l’Ue è in parte dovuta alla politica agricola comune (Pac). Lo riporta Euractiv, rete mediatica paneuropea indipendente specializzata nelle politiche dell’Ue, riferendo di una recente riunione della commissione
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mista Agri-Peti al Parlamento europeo, nel corso della quale il commissario ha sottolineato che tra il 2005 e il 2014 ben 4 milioni di aziende agricole sono scomparse nell’Ue, molte delle quali erano piccole aziende. AZIENDE SCOMPARSE «Stavano scomparendo al ritmo di mille al giorno», ha detto Wojciechowski, citando l’esempio del suo paese d’origine, la Polonia, che secondo l’ultimo censimento agricolo pubblicato
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questo mese ha perso 190.000 delle sue aziende, o il 13%, negli ultimi 10 anni. Il commissario ha attribuito questa perdita, almeno in parte, a “certi errori e sbagli” nella Pac. «Penso che dobbiamo essere onesti su questo perché da un lato abbiamo avuto queste piccole aziende agricole che sono scomparse e al loro posto […] queste enormi fabbriche industriali che stavano ricevendo denaro europeo», ha detto.
SPALLE AL MURO Questo processo di industrializzazione ha visto gli agricoltori “messi con le spalle al muro”, ha detto, portando un certo numero di persone ad abbandonare le proprie aziende. Qualcosa è andato storto, ha ammesso Wojciechowski, sostenendo che c’era bisogno di “invertire questo processo in qualche modo”. I commenti del commissario fanno eco a quelli del deputato irlandese Chris Macmanus che, in una re-
Attualità
Il commissario europeo per l’agricoltura Janusz Wojciechowski punta il dito contro gli “errori e gli sbagli” della politica e rilancia la riflessione sulla nuova Pac cente intervista sempre per Euractiv, ha criticato la Pac e il suo ruolo nel sostenere i piccoli agricoltori, sottolineando le sue preoccupazioni per un “tasso allarmante” di concentrazione della terra. ULTIMA GENERAZIONE «Sono molto preoccupato che questa sarà l’ultima generazione di aziende agricole a gestione familiare nell’Ue», ha detto Macmanus, aggiungendo che siamo “in controtempo” per agire e salvare il modello agricolo familiare dell’Ue. Secondo Eurostat, anche se il settore agricolo dell’Ue rimane caratterizzato da un alto numero di aziende molto piccole, c’è una “tendenza al consolidamento, con le grandi aziende che rappresentano una
proporzione crescente della terra coltivata nell’Ue”. PIETRA MILIARE Nonostante questo, le piccole aziende agricole rimangono una pietra miliare dell’attività agricola nell’Ue. Questo è stato sottolineato in una lettera inviata, tra gli altri, ai commissari Wojciechowski e Stella Kyriakides e al vicepresidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans, in occasione della Giornata mondiale della lotta contadina del 17 aprile. La lettera, che è stata firmata da più di 60 associazioni di agricoltori, accademici e Ong, sottolinea che queste piccole aziende agricole e le persone che ci lavorano sono “fondamentali per le fondamenta stesse di tutta l’agricoltura”.
Gli autori sottolineano inoltre la necessità di avere più agricoltori per creare un sistema alimentare sostenibile, che possa “garantire cibo sano per tutta la popolazione, rinvigorire le zone rurali e conservare la diversità territoriale, biologica e culturale”. MODELLO SBAGLIATO «L’Ue deve smettere di favorire il modello di produzione agricola industriale su larga scala che svantaggia i piccoli e medi agricoltori e lascia le aree rurali deserte», si legge nella lettera. I piccoli agricoltori sono in cima all’agenda della riforma della Pac, che mira a dare la priorità alle piccole e medie aziende agricole e a incoraggiare i giovani agricoltori a dedicarsi all’antica professione.
PROPOSTA EUROPEA La proposta di riforma avanzata dalla Commissione mira a ridurre la quota di pagamenti diretti ricevuti sopra i 60.000 euro per azienda e a limitare i pagamenti a 100.000 euro per azienda, una posizione sostenuta dal Parlamento europeo durante i negoziati in corso con i ministri dell’Ue. La Commissione ha anche proposto un minimo del 2% dei pagamenti diretti di sostegno assegnati ad ogni paese dell’Ue da riservare ai giovani agricoltori. Il Parlamento vuole aumentare questo minimo al 4%, mentre il Consiglio ha eliminato qualsiasi riferimento a una percentuale specifica di sostegno ai giovani agricoltori nel suo mandato negoziale.
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Attualità
Il caffè espresso Patrimonio Unesco Il Rito del caffè italiano tradizionale candidato dal Ministero delle Politiche agricole a patrimonio culturale immateriale dell’Umanità Il Ministero delle Politiche agricole presenta le candidature a patrimonio culturale immateriale dell’umanità del Rito del caffè espresso italiano tradizionale, che è anche vera e propria arte, e in subordine quella della Cultura del caffè napoletano, realtà tra rito e socialità. E’ stata infatti conclusa l’istruttoria delle proposte
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di candidature che ha portato il Rito del caffè espresso italiano tradizionale e la Cultura del caffè espresso napoletano ad essere già inserite nell’Inventario dei Prodotti agroalimentari italiani (INPAI). TUTTI D’ACCORDO Il Gruppo di lavoro Unesco del Ministero ha quindi deciso all’unanimità di pro-
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porre le candidature e di inviare la documentazione alla Commissione nazionale dell’Unesco che dovrà decidere l’avvio del procedimento per l’inserimento nel patrimonio immateriale dell’umanità di un elemento che ha importanti risvolti culturali, sociali, storici e di tradizione. La priorità per l’elemento Rito del caffè espresso italiano
tradizionale, a parità degli elementi costitutivi del dossier, è stata determinata dalla presentazione della relativa proposta all’inizio del 2019, mentre quella della Cultura del caffè espresso napoletano è stata presentata alla metà dello scorso anno. Ora l’Unesco sarà chiamata a pronunciarsi sulla proposta di candidatura.
L’invitato speciale
Amaretti di Mombaruzzo, dolci segreti d’amore Un piemontese e una siciliana, la capacità e la fantasia, la Casa Reale e il paese di Mombaruzzo. Questi fondamentalmente gli ingredienti della storia del tipico dolce Mombaruzzese che tanto piace anche ai giorni nostri e che è nato, molto probabilmente, dall’amore. STORIA E LEGGENDA Siamo alla fine del 1700 e la storia, o forse leggenda, vuole che l’economo di casa
Savoia in servizio presso la Reggia di Venaria Reale s’innamori di una fanciulla siciliana anch’essa alle dipendenze del Re in qualità di pasticcera. Lui è Francesco Moriondo, originario del piccolo Comune di Mombaruzzo in Provincia di Asti, lei, il nome non lo sappiamo, è specializzata nella lavorazione delle mandorle. Forse fu proprio per amore del giovane che la fanciulla rivelò al ragazzo la ricetta di un particolare dolcetto. Passano gli anni e i due lasciano il casato savoiardo, si
trasferiscono nel paese di lui e danno vita ad una piccola pasticceria. Il morbido dolce viene così messo in produzione e ai mombaruzzesi piace in modo particolare. Qualcuno nell’assaporare gli amaretti esclama: “oh, i son bon…i son un poc amaret”,
sono buoni, sono un po’ amaretti. Ed è da questa esclamazione che ne nasce l’attuale nome che tutti conosciamo. GUSTO TIPICO In realtà, sempre ammettendo che sia storia e non leg-
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L’invitato speciale genda, Francesco inserisce nella ricetta una percentuale di armelline, ovvero il seme contenuto nei noccioli di albicocca e di pesca, ed è proprio questo ingrediente che conferisce all’amaretto di Mombaruzzo il suo tipico e piacevolissimo gusto amarognolo. Nel corso del tempo la ricetta, mai scritta ma sempre tramandata a voce,
anni 1887 e 1895. DOLCE SEGRETO Nel più recente 2016 un’altra coppia di innamorati, Alessandro Lacqua e Egle Orsi, acquistano lo storico marchio e ne ricevono tutti i segreti della ricetta da Ada e Mario Pessini, maestri “amarettai” discendenti dei Moriondo
Quando l’economo della Reggia di Venaria Reale s’innamorò della giovane pasticcera siciliana che gli rivelò gli ingredienti di una fortunata ricetta… passò di mano ai discendenti del Moriondo, partendo da Virginio e Carlo fino ad arrivare ai giorni nostri. Quegli amaretti piacevano davvero molto così come tanti furono i riconoscimenti, i premi e le medaglie che ottennero nella loro storia. Tra gli ori conquistati quello di Milano del 1881, di Napoli 1882, di Torino 1884 e di Roma negli
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e custodi del dolce segreto. Alessandro entra così in contatto con gli storici amaretti prendendone conoscenza e coscienza: ingredienti e tecnica di lavorazione. Oggi Egle e Alessandro lavorano in modo artigianale come un tempo e portano avanti la tradizione del morbido dolce producendolo esclusivamente con mandorle, armel-
line, zucchero e albume d’uovo. Sono tutti ingredienti di altissima qualità che donano al palato un piacere decisamente piacevole e molto delicato che ben si sposa con il famoso Moscato dolce, il vino bianco principe di questo lembo di Piemonte. GUSTOSE VARIANTI Dalla fine del XIII secolo ai giorni nostri gli amaretti continuano il loro percorso e oggi si sono arricchiti di alcune varianti per le quali i nostri produttori utilizzano altri ingredienti d’eccellenza: nocciole Piemonte, canditi, cioccolato, aromi al limone, sempre rigorosamente nel rispetto dell’artigianalità del prodotto finito. Una storia di amore e di dolcezza, un vero intreccio di culture, un delicato momento da vivere nella spensieratezza, godendosi un dolcetto tipico fatto mano con altrettanto amore. Prendete un amaretto di Mombaruzzo, scartatelo lentamente, deliziatevi del suo profumo, assaporatelo chiudendo gli occhi e pensate che le cose buone non si perdono mai nel tempo.
Restituiamo i pascoli a mandrie e greggi Ricordo quando fui presente ad un incontro amichevole tra due pastori del luogo, in quel di Sant’Anna di Bellino, diretti coi rispettivi greggi, ai pascoli estivi. Mi era allora parso di rivedervi i biblici Abramo e Lot in terra Palestina. Poche parole
e l’accordo era fatto: “Se tu vai su al vallone di Rui, io salgo al Traversagn... o viceversa”. E si separarono concordi salendo ognuno col proprio gregge verso la montagna scelta da ciascuno. Nei giorni successivi, vidi uno dei due pastori,
all’incirca sul luogo precedente, col binocolo puntato al suo gregge di pecore, che stavano pascolando solitarie quasi in punta alla montagna, tutta per loro, tranquille, sotto la custodia dei pelosi cani nostrani, buoni come il pane. Ma purtrop-
po quella scena è ora assai cambiata. ADDIO PACE Alla pace idilliaca precedente ne è seguito l’attuale dramma, causato dalla stolta presenza del lupo. Nei mesi scorsi mi ha colpito
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Radici di Aldo Ponso
una foto di un giornale, una scena raccapricciante: un bel gruppo di pecore, finite in un burrone, una sulle altre, distrutte, forse appartenenti ad un mio ex alunno, che me le indicava poi piangente. Vi si erano precipitate involontariamente, per sfuggire ai lupi che l’avevano aggredite poco sopra, sorprese nel fitto della nebbia. Dunque le parti si sono invertite: le nostre belle montagne sono libere solo per lui, sua maestà il lupo, ladro famelico; mentre le innocenti pecorelle e le utilissime mandrie, che ne hanno tutti i diritti di proprietà, per far piacere ai pochi nostalgici, devono pazientare, rinchiuse in stretti recinti, sotto custodia di cani forestieri, i maremmani, più temuti dai turisti che dai lupi stessi.
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Purtroppo le valli stanno diventando il regno dei lupi, che spadroneggiano in totale libertà, perché nessuno li può o vuole contrastare Ma che fanno i nostri pastori e mandriani? LUI O NOI Sappiamo che i francesi del settore si sono fatti sentire in alto loco a Barcellonette, al grido: “O lui ...o nous!” (o lui o noi sulla montagna) ottenendo tra l’altro di poter far fuori almeno qualcuna di
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quelle bestiacce. Qui da noi si mugugna, si impreca, si piange sul latte versato e si attendono sempre rimborsi maggiori per i danni ingenti causati dal re della montagna, che scende sempre più in basso, spadroneggiando ormai sulle Alpi, sulle Prealpi, intento alla conquista della pianura, intralciando
il turismo, finendo sotto le ruote delle auto, con gravi pericoli per i guidatori. INDENNIZZI INUTILI E le nostre autorità che stanno a fare? Appellandosi alle leggi europee, che al riguardo sono più favorevoli al lupo che ai pastori, per tacitare tutti hanno stanziato per il corrente anno, 300 mila euro (600 milioni delle vecchie lire!) per indennizzi anti lupo (ma in realtà in suo favore), invece di darli a chi ha perso il lavoro a causa di questa pandemia. Penso che dovrebbero capire che i pastori non vogliono soldi pubblici, ma che venga eliminato in parte o del tutto la causa, cioè il lupo, o posto in apposite riserve, o infine, se lo desiderano i nostalgici nostrani, se li prendano in camera loro.
Radici
Quando il trattore sostituì il cavallo L’avvento della meccanizzazione ha modificato per sempre ritmi di lavoro e rituali che in agricoltura si ripetevano da secoli La mungitura, sia a mano prima, sia meccanizzata poi, è sempre stata per me un lavoro particolarmente antipatico. Se poteva considerarsi piacevole nei mesi invernali, per il tepore che la stalla ti concedeva, era altrettanto spiacevole nei mesi estivi quando le mosche e i tafani non danno tregua, tanto che rischiavi di prendere dei decisi colpi di coda che, a volte, piazzati in faccia, erano sicuramente poco gradevoli. Io amo gli animali, ma una cosa chiara in mente l’ho sempre avuta: nella mia vita non avrei mai fatto l’allevatore, per la completa dispo-
nibilità che l’uomo deve dare ai suoi animali, sia nei giorni infrasettimanali sia festivi, sia nei periodi di salute sia di malattia. Praticamente “sempre”! Ho avuto però, grazie a mio padre, la possibilità di lavorare in campagna con gli animali. CAVALLO DA TIRO La mia è stata senz’altro l’ultima generazione che ha avuto l’occasione di lavorare la terra con l’ausilio degli animali, ed ha assistito a quel radicale cambiamento apportato dall’avvento della meccanizzazione modificando
per sempre certi ritmi di lavoro e certi rituali che si sono avvicendati per secoli. Il nostro era un bel cavallo da tiro con il pelo di color marrone, si chiamava Bibi. Gli ultimi lavori a lui riservati erano quelli estivi, meno faticosi, relativi alla lavorazione del fieno. Ero ancora adolescente quando passavo le giornate di fienagione seduto sul voltafieno o sul rastrello meccanico trainati da Bibi, che cercavo di guidare con le lunghe redini di cuoio. La sera poi, terminato il lavoro, staccavo il rastrello nel campo, pronto per il giorno successivo e a fatica riusci-
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a svegliarmi ci avrebbe comunque pensato mio padre, che dopo aver sistemato i vitelli e le mucche rimaste in stalla, arrivava nel campo con il trattore, la pressa imballatrice ed i carri per pressare la paglia. Quelle lunghe andane di paglia secca rilasciate dalla mietitrebbia dovevano essere imballate senza perdere tempo perché i temporali erano sempre in agguato durante i pomeriggi estivi.
vo a salire in groppa. Al posto della sella c’era il bastino, però, a parte la durezza, poteva andare relativamente bene; infilati i piedi nei portasbarre, che usavo a mo’ di staffe, riuscivo ad accennare dei tratti di galoppo, nel tragitto verso casa, con il mio compagno di lavoro. ARRIVA IL TRATTORE Nella nostra piccola azienda avevamo già un trattore più grosso che usavamo per i lavori pesanti di aratura ed erpicatura, ed in quegli anni, come tutti, anche noi decidemmo di comprare un trattore piccolo che avrebbe sostituito il nostro ultimo cavallo da tiro. Era verde, di una marca tedesca, di soli 18 HP ed era caratteristico il rumore scoppiettante dei suoi due cilindri. Adattammo tutti gli attrezzi sostituendo le sbarre con il timone per essere trainati. Iniziò così la mia attività trattoristica che continuo tuttora con altri mezzi più recenti. Mi divertivo veramente con il mio trattorino e finalmente potevo perfezionarmi realizzando i miei lavori in modo
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perfettamente lineare e raggiungendo anche gli angoli dei prati, cosa che prima con il cavallo era praticamente impossibile fare. Io penso che, in agricoltura, l’aumento della produttività che si è realizzato in questi ultimi decenni è dovuto indubbiamente ai fertilizzanti ed alla ricerca genetica che ha sempre rinnovato e migliorato le sementi ma, in particolare, è dovuto al modo sempre più innovativo di lavorare il terreno, grazie ai nuovi trattori ed alle attrezzature sempre più efficienti. VACCARO ELETTRICO Una invenzione eccezionale di quegli anni era stato il “vaccaro elettrico”: null’altro che un filo di ferro retto da palini isolati e collegati con una batteria, che rilasciava corrente elettrica intermittente a bassa tensione. Questo recinto elettrizzato ti dava la possibilità di perdere anche di vista le mucche al pascolo e in particolare ti consentiva, in quelle mattinate dopo la festa, di dormire fino a quando il sole alto nel cielo non ti svegliava in un bagno di sudore. Se non era il calore del sole
GRAN PREMIO AGRICOLO A questo punto entrava quasi sempre in gioco la competizione con i vicini: era comunque una soddisfazione se riuscivi a fare un carico di balle di paglia più alto e più ben fatto di quello del tuo vicino di campo. Un traguardo ambito era superare i dieci piani di balle sul carro. Tanta era la soddisfazione, quanta la disperazione quando ti capitava di vedere il tuo carico finire a terra a causa magari di una buca improvvisa o di una pendenza inaspettata. Ma se il tempo era confacente, in quindici giorni circa si riuscivano a sistemare sia le bionde messi sia il secondo taglio di fieno. A me dispiaceva non vedere più le distese di grano ondeggianti sotto il vento, macchiate qua e là di rosso dei papaveri e blu dei fiordalisi. Cominciavo, però, a capire che l’agricoltura non era solo fatta di bei colori e cinguettii di uccelli, ed il fatto di aver terminato con successo la mietitrebbiatura determinava un compenso importante per la nostra famiglia che aveva programmato questo evento con la semina di ottobre dell’anno precedente. Giancarlo Gili - (dal libro ”Una falsa illusione” - Fusta editore)
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