L’Imprenditore Agricolo - Ottobre 2021

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ANNO 10 NUMERO

118 OTTOBRE 2021

E D I Z I O N E D I F F U S A I N T U T T O I L N O R D Ottobre I T A2021L I1A



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Sommario ZOOTECNIA

L’EDITORIALE

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Armi pari

L’ARIA CHE TIRA

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Carne e verdura

FIERE

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I formaggi tornano a risalire la china

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La sfida dei mungitori alla fiera dei Santi

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Tecnologie genetiche sul fronte agricolo

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Trattori, Eima svela le carte

27

Le sorelle Gasco alla cascina Biasin

78

Cherasco capitale di storia e gusto

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Mercato dei suini tra costi e peste

38

Per fare un formaggio ci vuole un prato

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Cacciatori e agricoltori cerchiamo di capirci

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Considerare gli animali è un patto strategico

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Diagrammi di flusso perchè sono utili

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Come dare continuità agli impianti di biogas

NOTIZIE DALLE AZIENDE

FISCO E TRIBUTI

Ottobre 2021

ATTUALITÀ

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Imu, agevolazione solo con Catasto

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Eima e Bonetto Cover Ball: la nostra personale sfida

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Il G20 dell’agricoltura tra economia e ambiente

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Obbligo di green pass nelle aziende agricole

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Rota Guido raggiunge quota 100 impianti in Piemonte

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Enogastronomia non basta la parola

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Conviene stare a casa o andare a lavorare

ORTOFRUTTICOLTURA

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In campo è meglio essere precisi

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Agrion ottimista riorganizza la vetrina

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Ottima la pesca ma non per tutti

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Cimice, risarcimento danni da cinque milioni e mezzo

ENOLOGIA

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Prosecco minacciato dal Prosek croato

60

Vigna della regina vendemmia torinese

62

La prima volta dei Sorì Eroici

73

La Lombardia taglia le rese del Pinot

RADICI

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L’agricoltura dei Certosini

84

Il saluto della veggente ai nostri agricoltori

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Il soldato Carlo una famiglia mancata

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La ricetta del mese: Melanzane sfiziose

L’INVITATO SPECIALE

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Il cardo in cucina oltre la bagna cauda

OSSERVATORIO PREZZI

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Prezzi e mercati all’ingrosso

SCADENZE

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Scadenze novembre 2021

MERCATINO

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Gli affari dell’Imprenditore

L’IMPRENDITORE AGRICOLO Direttore responsabile: Osvaldo Bellino Direttore editoriale: Valerio Maccagno Direzione, redazione e amministrazione: Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 redazione@imprenditoreagricolo.com www.imprenditoreagricolo.com Editore: Réclame S.r.l.

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Armi pari

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ul latte torna a giocarsi una partita per molti versi emblematica della realtà complessiva del mondo agricolo, come peraltro era già avvenuto ai tempi delle quote latte, quando il contingentamento della produzione aveva dato origine a una guerra civile tra le stalle durata anni, lasciando sul campo macerie di ogni genere, con l’immancabile sciacallaggio dei furbetti di turno. Ora la questione è apparentemente ristretta ad una mera questione di prezzo, seppure di vitale importanza per la sopravvivenza delle aziende degli > iÛ>Ì À °Ê ÊV ÃÌ Ê`i ½i iÀ} >ÊiÊ`i iÊ >ÌiÀ iÊ«À iÊ«iÀÊ ½> i Ì>â iÊ`i} Ê animali, balzati in questi ultimi mesi dalle stalle alle stelle, stanno mettendo a serio rischio la redditività della produzione. Ma una volta tanto la politica sembra averne fatto una giusta, riuscendo a riunire attorno al Tavolo del Ministero delle Politiche agricole tutti gli attori della filiera lattiero-casearia, compresa finalmente la Grande distribuzione organizzata, con l’obiettivo, certamente ambizioso, di trovare un accordo su una più equa distribuzione del valore lungo tutta la catena di trasmissione del prodotto, dal produttore al consumatore. Un’occasione da non perdere, anche se il pericolo dell’apertura di un nuovo fronte interno non è scongiurato, soprattutto se nell’intento di ridurre i costi non si trovasse di meglio che prendersela con i produttori di soia e mais, rimettendo gli agricoltori gli uni contro gli altri. ÊV> « Ê` ÊL>ÌÌ>} >Ê`i Ê«Àiââ Ê`i Ê >ÌÌi]Ê ÊÀi> ÌD]Ê>««>ÀÌ i iÊ>ÊÕ ÊÃVinario bellico molto più allargato, che richiede scelte strategiche di fondamentale importanza, al di là delle necessarie manovre tattiche per tirare a campare. Se le stalle continuano a chiudere e la produzione di latte continua a crescere concentrandosi nelle aree di produzione intensiva a basso costo, la transizione ecologica invocata dall’Europa sembra invece andare in direzione diametralmente opposta, privilegiando un modello di sostenibilità agricola all’insegna dell’ambiente e della valorizzazione dei presidi produttivi, anche e soprattutto nei territori marginali. E’ qui che si combatte la madre di tutte le battaglie: costruire le condizioni perché il prezzo del latte possa essere il risultato del confronto sul mercato ad armi pari e non più con la pistola alla tempia.

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Carne e verdura

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el mese di agosto, ho incontrato un gruppo di ristoratori della mia zona per ragionare insieme su quale potesse essere l’indirizzo futuro della ristorazione locale. Due elementi che sono venuti fuori con grande forza sono la cucina che punta molto sulle verdure di produzione locale e parallelamente la cucina che cerca carne di migliore qualità, anche di specie diverse da quelle abituali. Ê` ÃV ÀÃ Ê ÊmÊÃi LÀ>Ì ÊÃÕL Ì Ê Ì Ê ÌiÀiÃÃ> Ìi]Ê«iÀV jÊ i >ÊÀ ÃÌ À>â iÊÌÀ>` â nale locale la carne è molto presente, come d’altronde nella cucina piemontese fuori casa. Raramente quando prepariamo il menù di un pranzo speciale utilizziamo molte portate senza carne: arriverei a dire che le portate senza carne sono proprio eccezionali nel senso dì qualcosa di non consueto. Tuttavia, come anticipato, i professionisti della ristorazione locale vorrebbero utilizzare meno carne, ma di migliore qualità e potenziare la propria cucina basata sulle verdure. La questione mi è sembrata tutt’altro che sciocca e soprattutto non ristretta assolutamente al campo della ristorazione, perché invece si può riconoscere in questo orientamento degli operatori un tratto molto comune nella sensibilità dei consumatori contemporanei. La carne, infatti, è sempre più percepita come dovrebbe essere: un alimento di straordinaria valenza nutritiva, ma con caratteristiche che non ne consentono il consumo tutti i giorni e men che meno se si tratta di carne conservata con il sale e le spezie. Che i prodotti della salumeria non debbano essere consumati quotidianamente, sebbene sia un concetto noto ai più, si scontra spesso con le nostre pratiche µÕ Ì ` > i°Ê v>ÌÌ ]Ê«iÀÊ Ê«> ÊvÕ À ÊV>Ã>Ê Ê«iÀÊ >Ê iÀi `>Ê`i ÊÀ>}>ââ ÊÀ ÃÕ Ì>Ê Ì Ê pratico ricorrere al classico panino imbottito di prosciutto o di salame. Tuttavia, non è solo la scienza della nutrizione a chiederci di cambiare registro e abitudini, ma la salute stessa del pianeta. Se infatti vogliamo mangiare carne di migliore qualità processata in modo meno invasivo, dobbiamo privilegiare quella che proviene da animali allevati in modo sostenibile e quindi prima di tutto in modo estensivo. Ma per poterci approvvigionare di animali allevati in modo più sostenibile ed estensivo, dobbiamo scegliere: trasformiamo tutta la superficie disponibile in spazi per l’allevamento, essenzialmente di bovini e suini, oppure diminuiamo il numero di porzioni settimanali, perché altrimenti ci servono non un pianeta Terra, ma probabilmente un pianeta Terra e mezzo. Questo dilemma esemplifica bene come sempre di più sia necessario rendersi conto che la salute individuale e la salute del pianeta non sono questioni separate, ma viceversa molto ben congiunte. Gli scienziati lo chiamano approccio One Health per sottolineare il fatto che non si sta davvero bene come individui se nel frattempo il pianeta è in forte sofferenza nei suoi ecosistemi. Vale davvero la pena di rifletterci, perché sempre di più anche le cose che facciamo senza nemmeno pensarci hanno in realtà un impatto gigantesco.

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Fisco e Tributi

Imu, agevolazione solo con Catasto Per accedere al vantaggio fiscale, a nulla rileva l’effettiva situazione del fabbricato, perché ciò che conta è quanto emerge dalle iscrizioni catastali Sono numerose le riprese > Êw Ê ÕÊ`>Ê«>ÀÌiÊ`i Ê muni in merito ai fabbricati rurali strumentali, perché permane sempre un po’ di incertezza sul trattamento applicabile. Una recente ordinanza di

>ÃÃ>â i]Ê >Ê °ÊÓÎÎnÈÊ del 24 agosto 2021, ha fornito un’applicazione chiara della norma, che

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pare condivisibile. CLASSIFICAZIONE CATASTALE La Cassazione ha sostenuto che al fine di poter `iÌiÀ >ÀiÊ ½ ÕÊÃÕ Êv>Lbricati rurali strumentali in via agevolata, ossia applicando l’aliquota massima dello 0,1%, occorre come unica e imprescindibile

condizione che il fabbricato sia iscritto in Catasto con classificazione D/10, ovvero – qualora non si tratti di un D/10 – riporti l’annotazione di sussistenza dei requisiti di ruralità. A nulla rileva pertanto l’effettiva situazione del fabbricato, perché ciò che conta è quanto emerge


Fisco e Tributi dalle iscrizioni catastali. Se dunque catastalmente il fabbricato non riporta l’iscrizione del requisito di ruralità, sarà onere del contribuente, soggetto passivo del tributo, impugnare l’atto di classamento catastale. CASI NON IDONEI L’ordinanza in commento, nel caso esaminato, ha statuito che non sono idonee a mettere in discusà iÊ ½>}iÛ >â iÊ ÕÊ circostanze estranee alle risultanze catastali, tra le quali la cessazione dell’attività agricola da parte del à }}iÌÌ Ê«>ÃÃ Û °Ê i >Ê fattispecie oggetto del contendere in commento il Comune non aveva impugnato – da parte sua – la risultanza catastale che definiva il fabbricato

in questione come rurale strumentale e dunque, secondo i giudici, ciò confermava implicitamente la tassazione agevolata. ACCERTARE ASSERVIMENTO ÌÀiÊmÊÃÌ>Ì ÊV >À Ì Ê che – a differenza degli immobili abitativi – il comma 3-bis dell’art. 9, del DL 557/93 non prevede per gli altri fabbricati alcun requisito “soggettivo” afferente al possessore. Pertanto per gli altri fabbricati rurali strumentali occorre accertare solo l’asservimento degli stessi ad un’attività agricola, anche se svolta da un soggetto diverso dal soggetto passivo di imposta. E tale circostanza deve risultare dalle annotazioni catastali.

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Fisco e Tributi

Obbligo di green pass nelle aziende agricole L’obbligo di possedere ed esibire il green pass anche ai fini dell’accesso ai luoghi di lavoro privati, così come previsto dal Decreto Legge del 21 settembre 2021, n. 127, coinvolge altresì le aziende del settore primario che, come tutti gli altri operatori economici privati, sono tenute a rispettare i nuovi obblighi. LAVORATORI OBBLIGATI La nuova disposizione sarà in vigore dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021 e in questo lasso di tempo, al fine di prevenire la diffusione dell’infezione da

SARS-Cov-2, chiunque svolge un’attività lavorativa nel settore privato è obbligato ai fini dell’accesso ai luoghi in cui l’attività è svolta a possedere ed esibire su richiesta il green pass. Tale obbligo si applica a tutti i soggetti che a qualunque titolo svolgono l’attività lavorativa in ambito privato, anche sulla base di V ÌÀ>ÌÌ ÊiÃÌiÀ °Ê iÃÃÕ Ê esonero è previsto per coloro i quali svolgono l’attività V Ê«>ÀÌ Ì>Ê Û>]ÊµÕ ` Ê Ê professionisti, gli artigiani, i commercianti e anche gli imprenditori agricoli. Questi soggetti nel momento in cui si trovano sul luogo del lavoro, quindi in ufficio, in cantiere, in negozio od in azienda devono essere in possesso del green pass, oltre al fatto che devono esserne in possesso ed esibirlo, su richiesta, qualora per lavoro si rechino negli ambienti di lavoro privati. ESENZIONI E ACCERTAMENTI Gli unici soggetti che non sono tenuti a possedere e

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presentare la certificazione verde Covid-19 sono coloro i quali sono esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri di cui alla circolare n. 35309 del 4 agosto 2021 del Ministero della Sanità. Tutto questo comporta che entro il 15 ottobre i datori di lavoro devono definire le modalità operative per l’organizzazione della verifica del rispetto delle prescrizioni del DL e potranno individuare, con atto formale, i soggetti incaricati delle verifiche e dell’accertamento delle sanzioni fornendo ad essi adeguate istruzioni. COMUNICAZIONI OPPORTUNE ÊV ÌÀ Ê`i Ê}Àii Ê«>ÃÃÊ dovrà avvenire per il tramite dell’applicazione VerificaC19, gratuitamente scaricabile dagli store on line, che legge il QR Code in formato cartaceo o digitale e verifica la validità o meno `i ÊViÀÌ wV>Ì °Ê Ê } ÊV>Ã Ê è bene che il datore di lavo-


Fisco e Tributi

Dal 15 ottobre, chiunque svolga un’attività lavorativa nel settore privato per accedere al luogo di lavoro è obbligato ad esibire su richiesta la certificazione verde Covid-19 ro: informi i lavoratori sulle nuove regole di accesso ai luoghi di lavoro; informi i soggetti esterni quali fornitori, consulenti, collaboratori, ecc., circa le medesime regole di accesso; esponga adeguata cartellonistica informativa. ASSENZE INGIUSTIFICATE Ê >Û À>Ì À Ê` «i `i Ì Ê Ê in possesso della certifi-

cazione verde Covid-19 sono considerati assenti ingiustificati. Tale assenza perdura fintanto che non viene presentata la citata certificazione (e comunque non oltre il termine dello stato di emergenza attualmente fissato al 31 ` Vi LÀiÊÓäÓ£®°Ê Ê >Û À>Ì À Ê che comunicano di essere sprovvisti di green pass non potranno subire conse-

guenze disciplinari, mantengono il posto di lavoro ma per i giorni di assenza ingiustificata non avranno diritto alla retribuzione o ad ogni altro compenso. SANZIONI AMMINISTRATIVE Ê`>Ì À Ê` Ê >Û À ÊV iÊ Ê si dotano delle già menzionate misure organizzative e non abbiano previsto

le modalità di verifica, consentendo l’accesso a lavoratori privi di green pass, sono sanzionabili con una sanzione amministrativa da 400,00 a 1.000,00 euro. Per i lavoratori che invece accedono ai luoghi di lavoro in assenza di green pass >ÊÃ> â iÊÛ>Ê`> ÊÈää]ääÊ ai 1.000,00 euro, oltre alle conseguenze disciplinari di cui sopra.

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Ripresa la corsa sui mercati esteri, sta cambiando il trend dei consumi, con nuove abitudini e maggiore attenzione alla qualità Êv À >}} Ê Ì> > Ê > ÊÀ «ÀiÃ Ê >Ê loro corsa sui mercati esteri. Dopo la lieve flessione in valore delle esportazioni nel 2020, il primo semestre del 2021 ha fatto registrare un incremento a doppia cifra delle spedizioni oltre frontiera, sia nelle quantità (+11%) che in valore (+13%) sullo stesso periodo dello scorso anno. RIPRESA CONSUMI A favorire il rimbalzo, sottolinea ½ à i>ÊÃÕ >ÊL>ÃiÊ`i} ÊÕ Ì Ê`>Ì Ê `i ÊV iÀV ÊiÃÌiÀ Ê`i ½ ÃÌ>Ì]ÊmÊ stata la ripresa dei consumi fuori

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Zootecnia

I formaggi tornano a risalire la china casa nei principali Paesi clienti, dopo l’allentamento delle misure restrittive determinate dalla pandemia e, per quanto riguarda gli Stati Uniti, la rimozione dei dazi che da ottobre del 2019 a febbraio 2021 hanno gravato sui formaggi diretti verso il mercato a ÃÌi iÊiÊÃÌÀ ÃVi°ÊÊ i ÊÓäÓä]Ê ÃÌ> ÌiÊ le difficoltà del periodo pandemico e il forte rallentamento del commercio ` > iÊ ½ Ì> >Ê >Êië ÀÌ>Ì Ê{ÈÎÊ mila tonnellate di formaggi e latticini (+1,7% sul 2019) per un controvalore di 3,1 milioni di euro (-3%), mantenendo il titolo di terzo esportatore

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mondiale, dietro Germania e Paesi Bassi e confermandosi il primo fornitore di due destinazioni strategiche come Francia (principale mercato di sbocco del comparto a livello globale) e Stati Uniti (primo Paesi acquirente a livello extra Ue). FLESSIONE DOMESTICA i Ê iÀV>Ì Ê` iÃÌ V ]ÊV iÊi iÀge dai dati relativi alla prima metà dell’anno, gli acquisti di prodotti lattiero caseari hanno registrato una generale flessione rispetto ai valori record del 2020, mantenendosi co-


Zootecnia del 2020 a un -3,9%, mantenendo un differenziale positivo con il 2019 di addirittura dell’11%. Tra i formaggi Dop, da evidenziare a livello di singola referenza, la Mozzarella di bufala e il Montasio che sono ulteriormente cresciuti anche nell’anno dopo le ottime performance del 2020 (rispettivamente +2,4% e +11%). munque al di sopra dei livelli pre-pandemici. Più da vicino, la contrazione dei consumi nel 2021 evidenziata dal «> i Êv> } iÊ Ã i> i Ãi ]ÊmÊÃÌ>Ì>Ê del 4,2% in volume, dopo il picco del +10% messo a segno nel 2020, per effetto del lockdown e dello spostamento di quasi tutti i consumi tra le ÕÀ>Ê` ÊV>Ã>°Ê ÊV vÀ Ì ÊV Ê ½i« V>Ê pre-pandemica evidenzia tuttavia un netto miglioramento degli acquisti `i >ÊV>Ìi} À >Ê i ÊÓäÓ£\ʳÈ]Ç¯Ê Ê volumi rispetto al 2019. Alcune merceologie sono riuscite meglio di altre a capitalizzare l’eredità del Covid-19 e fidelizzare i consumatori: è il caso dei formaggi freschi (soprattutto mozzarelle), che hanno limitato la flessione

ULTIMO QUINQUENNIO Allargando il focus dell’analisi all’ultimo quinquennio, prima della pandemia il comparto del latte e derivati formaggi ha attraversato una fase di progressivo declino dei volumi acquistati. Molti sono stati i cambiamenti delle abitudini dei consumatori sia in riferimento ai canali distributivi scelti sia al posizionamento dei formaggi all’interno della dieta di ciascuna tipologia di famiglia. Le coppie giovani con figli piccoli hanno mostrato la maggior disaffezione al consumo di formaggi nel quinquennio, riducendo gradualmente nella loro dieta la presenza del formaggio a tavola (-5%

ÊÛ Õ iÊÌÀ>Ê ÊÓä£ÈÊiÊ ÊÓäÓäÊ®° Êv Àmaggi hanno avuto maggiore appeal nelle famiglie composte da genitori con figli adolescenti, per i quali il consumo di formaggio è aumentato del 15% in cinque anni con un recupero eccezionale nell’ultimo anno. Anche i giovani single hanno mostrato un eccezionale dinamismo in epoca di pandemia (+21%) e si tratta di una vera e propria riscoperta del prodotto dopo un periodo di interesse scarso e cedente. ALLENARE IL PALATO ʵÕiÃÌ ÊV ÌiÃÌ Ê` ÊÀ «ÀiÃ>Ê`i Ê consumi è ancora più importante quindi allenare il palato e imparare a riconoscere e scegliere formaggi di qualità, fatti con il latte crudo, espressione delle razze, dei territori, del savoir faire dei casari: un semplice gesto che coniuga piacere per il palato, salubrità per chi li mangia, tutela della biodiversità e dei paesaggi, e che contribuisce pure a rivitalizzare le economie delle aree più marginali.

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Attualità

Cacciatori e agricoltori cerchiamo di capirci Chi ha radici e interessi comuni, come allevatori, contadini e cacciatori è chiamato a fare dei ragionamenti insieme per evitare che il solco tra campagna e città diventi troppo profondo Come scriveva Mattia Feltri in un recente editoriale apparso su “La stampa” di Torino l’uomo di oggi, posto di fronte ai fatti della vita - dagli incidenti stradali, alle risse tra ubriachi - filma con il proprio smartphone e V ` Û `iÊÃÕ ÊÃ V > °Ê ÊViÀV>Ê` ÊV>« re e magari di risolvere una situazione: cerca, a seconda dei casi, il gradimento o l’indignazione degli utenti, con i “like” che ne possono derivare. Succede la stessa cosa con l’invasione degli animali selvatici, come ad esempio i cinghiali, lungamente filmati a spasso nei quartieri della capitale, oppure nei pressi della Gran Madre, ai piedi della collina di Torino.

FAUNA SELVATICA Sulle patologie che affliggono l’homo technologicus non abbiamo titolo per indagare, mentre sulle presenze della fauna selvatica nelle nostre città e paesi proviamo a fare una riflessione. E’ V >À ÊV iÊ >Ê >ÌÕÀ>ÊLÕÃÃ>Ê«Ài« Ìi ÌiÊ alle porte di tutti i centri urbani: ci ricorda di esistere, appena oltre l’uscio di casa; di essere in qualche modo “oscura” e di avere aspetti duri da comprendere, essendo regolata dagli istinti. Ci ricorda che andrebbe gestita su basi scientifiche, senza sentimentalismi e sull’onda dell’emotività.

CONFRONTO INEVITABILE ÊÀ ÃV ÊV iÊ ½>LL>ÌÌ i Ì Ê di un cinghiale effettuato da parte di operatori autorizzati in un parco pubblico venga a sua volta filmato e condiviso è reale, nonostante già ora succeda di dover fronteggiare una scrofa affamata mentre si porta la spazzatura al cassonetto. Ê Ì> Ì ]Ê Ê« >ââ>Ê-> Ê >À Ê>Ê/ À Ê c’è la coda al banchetto referendario che raccoglie le firme per chiedere

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l’abolizione di quella brutta cosa che è la caccia, a riprova di quanto sia difficile capirsi tra “opposti”. Da un lato c’è la città, con i suoi sushi restaurant e le sue madamine - preferibilmente no vax, animaliste e vegane - e dall’altra c’è il mondo rurale, con le sue tradizioni e soprattutto con una laboriosità che è determinante nel riempire il piatto sulle tavole dei cittadini. Bisognerà confrontarsi prima o poi, noi “di quà” e loro “di là” del guado! RADICI COMUNI Ì> Ì ]ÊÃ>ÀiLLiÊ «« ÀÌÕ ÊV iÊV Ê ha valori e radici comuni (oltre che interessi legittimi) come allevatori, agricoltori, cacciatori, pastori, apicoltori e chi più ne ha più ne metta, cominciasse seriamente a parlarsi e a fare qualche ragionamento insieme. Prima che sia troppo tardi e che il fossato che divide la realtà della città da quella della campagna diventi troppo profondo. C’è in gioco la nostra identità e soprattutto il nostro futuro. Giovanni Damiano - Enalcaccia Cuneo


Eima e Bonetto Cover Ball: la nostra personale sfida Bonetto Andrea ed Emanuel soci e CEO di “BONETTO COVER BALL”, il loro progetto parte nel 2015 quando l’esigenza ambientale riguardante l’abbattimento delle emissioni gassose in atmosfera da parte di allevamenti intensivi ed impianti industriali diventava sempre più una questione di rilevata importanza. In questa breve intervista cercheremo di conoscere meglio di cosa si tratta. …Bonetto Cover Ball una sfera una soluzione, cosa si cela dietro a questa affermazione? La nostra mission è duplice, da un lato segue le legislazioni che regolamentano il quantitativo di emissioni in atmosfera da parte di allevamenti intensivi mentre dall’altro va incontro alle esigenze di determinati impianti di limitare il più possibile le evaporazioni di acqua (comparto ortofrutticolo, vasche emergenza incendi, …) ed accrescimento

delle alghe dove queste diventano una grossa problematica per gli impianti industriali (depurazione, acque reflue, …). Questa tipologia di copertura galleggiante è stata concepita, studiata e migliorata negli anni al fine di poter garantire la massima resa possibile in termini di abbattimenti emissivi (fino al 91%) ed in secondo luogo, ma non meno importante, permettere la lavorazione ed il trattamento del contenuto del vascone/lagone senza alcun tipo di difficoltà. L’esempio più lampante è l’agitazione del liquame poiché non è possibile permettere inconvenienti al momento di tale operazione. Il nostro sistema, con la sua forma sferica, non accavalla né crea scoperto dato che ad ogni movimento delle sfere esse si riposizionano senza problemi in maniera omogenea sulla superficie.

Concentrandosi sulla sfera in sé, da che materiale è composta? Il nostro prodotto BONETTO COVER BALL è composto da HDPE, sigla che sta per Polietilene ad alta densità vergine e privo di BPA (Biosfenolo

A) dettaglio importante anche nell’utilizzo di queste in campo alimentare. Al termine del ciclo di produzione le sfere vengono sottoposte ad un trattamento Anti UV per garantire una maggior durata nel tempo essendo sottoposte ad intemperie e sbalzi termici interstagionali. Grazie all’elevata qualità delle materie prime di produzione, attentamente selezionate, viene stimata una durata di 15/20 anni nelle condizioni più estreme,

portando così, in termini economici, ad un elevato rapporto qualità/prezzo.

Avete parlato di BPA, dunque il vostro prodotto è incentrato anche sul campo dell’industria alimentare? Assolutamente si. Data la robustezza e purezza del materiale vergine esse sono state utilizzate anche in campo alimentare. Refrigerate ad una determinata temperatura per uno specifico lasso di tempo esse hanno permesso, con il loro passaggio nel glicole, di trasformarsi in un vettore per il freddo. Con questo sistema sono stati drasticamente abbattuti i costi di refrigerazione dei tank di impianti di produzione di vino, birra e latte. Spostandosi invece dal lato legislativo, questo tipo di prodotto come viene collocato per quanto riguarda l’abbattimento delle emissioni?

Il sistema di copertura galleggiante è stato annoverato tra le BAT europee, ossia tra le migliori tecnologie e tecniche disponibili approvate da legislatori o regolatori per soddisfare gli standard di produzione per un particolare processo, come l’abbattimento dell’inquinamento. Nell’ultimo PSR 2014-2020, più precisamente in riferimento alla misura 4.1.3 (“Riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas serra in atmosfera”), sono state stilate le graduatorie per poter accedere ai bandi di finanziamento per le coperture delle vasche liquami.

In ultima battuta, come avviene la posa di questo sistema di copertura galleggiante e soprattutto quanto durano le sfere? Uno dei maggiori vantaggi di questo sistema risiede anche nella facilità e velocità di posa (8 ore lavorative 1500 mq. effettivi coperti). Lo stoccaggio delle sfere viene effettuato all’interno di Big Bag dotati di un sistema di svuotamento rapido nella parte sottostante. Esse cadendo sfruttano al meglio la loro forma sferica per disporsi autonomamente ed in maniera rapida sulla superficie da coprire. La scelta di questo metodo di stoccaggio permette, a parità di numero di sacconi, di ottimizzare i costi in termini di trasporto e movimentazione in cantiere. Volendo concludere, nel 2019 avete “festeggiato” i 10.000 mq. coperti. Di che cifre parliamo al momento? Al momento possiamo affermare di aver triplicato le nostre installazioni; questo al primo semestre 2021. Il marchio Bonetto Cover Ball punta in alto, svariando dal settore agricolozootecnico a quello civile-industriale; in altre parole “…una sfera, una soluzione”. Tel. 011/9734014 - www.coverball.it bonettocoverball@gmail.com www.figlidibonetto.it figlidibonetto@gmail.com Cell. 349/3202114 Andrea Cell. 334/3253224 Emanuel Ottobre 2021

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Notizie dalle aziende


Zootecnia

Tecnologie genetiche sul fronte agricolo L’Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici (Assalzoo) plaude alle dichiarazioni sul valore delle nuove tecnologie genetiche applicate all’agricoltura. L’Associazione dell’industria mangimistica italiana valuta la posizione espressa a favore dei più evoluti strumenti di ingegneria genetica come un passo importante per dare il via a un confronto aperto, più volte auspicato, tra i diversi portatori di interesse per la ripresa del settore agricolo italiano. AUMENTARE I RACCOLTI L’attuale situazione, che vede il

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nostro Paese dipendere sempre più dall’estero per le materie prime vegetali necessarie alle produzioni agro-zootecnichealimentari, pone con urgenza il problema di aumentare i raccolti nazionali, soprattutto, ma non solo, nei settori dei cereali, dei semi oleosi e degli altri semi proteici. Un obiettivo che anche grazie alle Tea – è convinta Assalzoo – sarà possibile perseguire garantendo la tutela della ricca biodiversità del nostro territorio, ma anche fornendo agli agricoltori un valido strumento per combattere i dannosi effetti dei cambiamenti cli-


Zootecnia

L’Associazione dell’industria mangimistica plaude alle innovazioni e apre il confronto sulla ripresa del settore agricolo italiano matici, per ridurre l’uso di fitofarmaci e, al contempo, per aumentare le rese e la qualità delle produzioni nazionali. CERTIFICARE LE FILIERE Assalzoo sostiene che si tratta di un obiettivo prioritario per un Paese deficitario come il nostro, chiamato a confrontarsi con gli ambiziosi propositi della nuova Pac e della strategia Farm to Fork, che è necessario raggiungere, chiedendo che

venga adottata nei tempi più brevi a livello comunitario una normativa specifica, al fine di rendere possibile l’aumento sostenibile delle produzioni interne e favorire così, in modo concreto, un reale sviluppo di filiere 100% italiane, concorrendo a creare le condizioni per una filiera agroalimentare “certificata italiana”, il cui processo di produzione possa essere realizzato compleÌ> i ÌiÊ Ê Ì> >°Ê ʵÕiÃ̽ ÌÌ V>Êà Ê>Õë V>Ê che tutto il mondo agricolo venga messo nella condizione di disporre di strumenti innovativi che consentano di sviluppare, in chiave più moderna, sistemi di produzione che rispondano al meglio alle esigenze della filiera agroalimentare e dei consumatori.

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Attualità

Diagrammi di flusso perché sono utili Spesso sentiamo parlare dei cosiddetti diagrammi di flusso in relazione alla loro utilità e inserimento nei modelli di autocontrollo definiti anche Haccp di ogni azienda agricola. Possiamo sintetizzare dicendo che siamo di fronte ad una specifica procedura di natura grafica che mette nelle condizioni di poter riprodurre visivamente le diverse informazioni raccolte in forma di riassunto dettagliato. Questo serve laddove lo scritto non soddisfa il requisito della chiarezza espositiva e quindi non offre un quadro

complessivo chiaro di ciò che avviene all’interno di una azienda. NATURA DESCRITTIVA ÊV ÊÃ Ê«ÀiV ÃiÊ dalità per costruirlo ma conta che sia in grado di svolgere un ruolo di natura descrittiva del complesso processo produttivo. Ê` >}À> >Ê`iÛiÊÃi}Õ ÀiÊ un percorso preciso attraverso una mirata lettura sequenziale di quello che succede nella azienda agricola a partire dall’ingresso delle materie prime sino alla messa sul mercato del prodotto finito. Per

facilitare la comprensione del diagramma ci si avvale di una legenda che deve indicare : UÊ ÊÃ } wV>Ì Ê` Ê« ÌÌ grammi, le forme, simboli, UÊ ÊÃ ÃÌi >Êi`Ê Ê«À ViÃÃ Ê che lo compongono. LIVELLO DI SPECIFICITÀ ÊÀi >â iÊ> ÊÃV « Ê perseguito dal diagramma di flusso, le scelte dipendono dal livello di specificità che si vuole raggiungere V ÊiÃÃ °Ê Ê> L Ì Ê`i Ê manuali Haccp, la costruzione del diagramma di flusso rappresenta un passaggio propedeutico

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Attualità

In ambito di Haccp, rappresentano un passaggio propedeutico alla narrazione di tutto il processo produttivo e dei pericoli connessi per arrivare alla narrazione di tutto il processo produttivo e dei pericoli connessi. v>ÌÌ ]Ê Ê > Õ> iÊ >VV«Ê deve saper individuare tutti quelli che possono essere o rappresentare i vari rischi collegati al prodotto attraverso la sua descrizione e la esatta destinazione d’uso. Da qui ne deriva quindi l’utilità del diagramma di flusso in un manuale Haccp

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al fine di non rendere vano tutto il percorso per arrivare alla esatta valutazione del rischio in azienda. DATI NECESSARI Un numero eccessivo di informazioni può però ridurre drasticamente la sua comprensibilità sino a renderlo non chiaro ma tale condizione può verificarsi anche nel caso in cui le

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informazioni fossero inade}Õ>Ìi°Ê ÊV V Õà iÊ ÊÕ Ê diagramma di flusso di un piano Haccp, dovrebbero essere presenti: UÊ iÊ >ÌiÀ iÊ«À iÊV iÊi trano nel processo produttivo; UÊ >Ê ` Û `Õ>â iÊ`i Ê«Õ Ì Ê critici di controllo; UÊ >ÊÌ « } >Ê` Ê >ÌiÀ iÊV iÊ non rientrano nel processo produttivo;

UÊ ÊVÀ ÌiÀ ÊiÊ Ì Û ÊÃVi Ì Ê per il processo; UÊ >ÊiÛi ÌÕ> iÊ«ÀiÃi â>Ê` Ê personale nel processo; UÊ >ÊÌ « } >Ê` ÊÃÌÀÕ i Ì Ê` Ê misura del rischio; UÊiÛi ÌÕ> Ê«Õ Ì Ê`iV à > Ê iÊ` ÊV ÌÀ °Ê Ê`iw tiva serve per facilitare il compito di autotutela di ogni imprenditore agricolo servendosi di uno strumento grafico e visivamente chiaro.


Zootecnia

Le sorelle Gasco alla Cascina Biasin Unite dal legame di sangue, complici nel lavoro: in una parola, sorelle. È la storia, tutta al femminile, dell’azienda agricola “Cascina Biasin”, a Mondovì. Realtà specializzata nella produzione di carni bovine e suine gestita dalle sorelle Silvana e Maria Cristina Gasco, che con il loro lavoro portano avanti l’azienda di famiglia. LEGAMI DI FAMIGLIA Silvana e Maria Cristina rilevano l’azienda dai genitori nel 2010, e vi

applicano alcune trasformazioni. Dal solo allevamento di Piemontesi e suini avviano anche l’attività di trasformazione. «Questo perchè i prezzi – spiegano – non erano più remunerativi. Ora abbiamo un’ottantina di bovini piemontesi a rimonta interna e circa 200 suini ogni anno». Maria Cristina segue principalmente la parte dei mercati e degli animali, Silvana le fasi di lavorazione (per la macellazione interviene una

ditta esterna). A dare un’attiva mano dietro le quinte ci sono però ancora la mamma Lucia e il papà Agostino, quest’ultimo di ben 91 anni. BENESSERE ANIMALE Uno dei fari che orienta il lavoro delle sorelle Gasco è l’attenzione > ÊLi iÃÃiÀiÊ> > i°Ê Ê bovini vengono allevati all’aperto, in un paddock esterno di 5 giornate di terreno recintate. «Le nostre mucche – spiega Silvana – vengono

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Zootecnia alimentate con erba in estate e fieno durante l’inverno. Riguardo i piccoli, alcuni li ingrassiamo con cereali aziendali per la macellazione, altri vengono invece venduti ad altri allevatori quando arrivano al peso di V ÀV>ÊÓääÊV °Ê ÊÃÕ ]Ê Ûice, li compriamo a 25-30 chili e poi li ingrassiamo. Somministriamo loro mais, orzo, fave, crusca e sali iÀ> °Ê ÊÕÌ ââ > Ê accrescitori, dunque la crescita è più lenta, dai 10 ai 12 mesi. Li macelliamo per la produzione interna, li trasformiamo interamente». Per avere questi prodotti completamente naturali con cui alimentare i propri capi, le Gasco coltivano 25 ettari di terreno: a prato stabile, grano e mais.

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PRODOTTI GENUINI Dai loro animali, Silvana e Maria Cristina ricavano tanti prodotti di carne tutti legati da un filo conduttore: la qualità. Per esempio, sono le uniche sul

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loro territorio a dar vita al prosciutto cotto di Mondovì. Un prodotto che può fregiarsi del marchio “De. Co” (la denominazione comunale) e che è privo di polifosfati, lattosio o

glutammati. Sempre per quanto riguarda i maiali, le Gasco lavorano salami crudi, pancetta, lardo, porchetta cotta nel forno a legna e la “bega”, uno speciale salame cotto den-


Zootecnia tro la trippa del maiale. Dalle mucche ricavano invece svariati tagli di carne fresca e – novità – anche un salame bovino. «Vendiamo ciò che produciamo, nel nostro spazio di vendita, al mercato di Mondovì e all’Agrimercato di Cuneo».

abbiamo creato una rete di vendita. Commercializzavamo i prodotti tramite internet e li consegnavamo a domicilio. Anche per questo non abbiamo fortunatamente registrato cali drammatici». E proprio la commercia-

Silvana e Maria Cristina portano avanti l’azienda zootecnica di famiglia con grande attenzione al benessere animale e ai prodotti di qualità da commercializzare in proprio

UNIONE CONTADINA Spesso dai momenti di difficoltà può nascere la spinta per reagire e guardare avanti con nuovo ottimismo. E così è stato per “Cascina Biasin” durante la pandemia. i Ê«iÀ ` Ê`i Ê V ` Ü Ê – dice Maria Cristina – ci siamo associati con altri contadini monregalesi, una decina di aziende, e

lizzazione è al centro del sogno nel cassetto che le sorelle Gasco hanno per il proprio futuro. «Ci piacerebbe accrescere la nostra rete di vendita – dicono – privilegiando le piccole frazioni e i negozietti di montagna. Quelli che realizziamo sono prodotti di qualità, e ad orientare il nostro lavoro c’è sempre la soddisfazione e il benessere del cliente». Ottobre 2021

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Notizie dalle aziende

Rota Guido raggiunge quota 100 impianti in Piemonte Quando la tradizione si abbina all’innovazione generando consolidata fiducia nel tempo: con quelli in fase di avviamento e quelli in costruzione a fine 2021 Rota Guido raggiunge quota 100 impianti biogas in esercizio in Piemonte. Un traguardo considerevole nei numeri, ma ancor di più nel significato visto che affidandosi ancora una volta all’azienda guidata da Alberto e Francesca Rota parecchi allevatori piemontesi stanno ora realizzando, a distanza di 10 anni, il loro secondo impianto ad energia rinnovabile. Nell’aprile 2018 si è tenuta l’inaugurazione della sede Rota Guido in Piemonte (precisamente a Cherasco, provincia di Cuneo ndr), momento che ha testimoniato il forte legame instaurato con questa regione e la sua gente. Già da diversi anni gli allevatori piemontesi hanno deciso di intraprendere, insieme all’azienda, la strada che li sta portando sempre più verso un centro zootecnico moderno, innovativo, sostenibile. Ma soprattutto integrato. Che la stalla sia in fase di ri-

CAVALLONE - Cavour (TO) - 250 kW

strutturazione, o che si tratti di una nuova realizzazione sempre con strutture e attrezzature firmate Rota Guido, infatti, si arriva ad ottenere il connubio perfetto tra economia e ambiente grazie al biogas che sfrutta appieno reflui e biomasse dell’azienda agricola annessa. Ogni installazione, quindi, risulta essere commisurata alle caratteristiche principali del contesto zootecnico di riferimento e seguendo quest’ottica sono stati realizzati impianti di diverse taglie. Impianti con un solo digestore di potenza pari a 100 kW ideali per aziende con 160-250 capi in lattazione più relativa rimonta o con 500-600 bovini da carne su paglia, 160 kW per aziende con 250-350 capi in lattazione più relativa rimonta o con

NORD WEST Cervasca (CN) - 100 kw

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700-800 bovini da carne su paglia, 209 kW per aziende agricole con allevamenti con 350-450 capi in lattazione più relativa rimonta o con 800-1000 bovini da carne su paglia. Le ultime due taglie, quelle da 250 kW e da 300 kW ideali per allevamenti aventi più di 500 capi in lattazione più relativa rimonta o più di 1000 bovini da carne su paglia, prevedono invece la soluzione bistadio, cioè quella con due digestori in grado di garantire una maggiore flessibilità di gestione dell’impianto e soprattutto un maggior rendimento delle matrici in ingresso, limitando notevolmente il rischio di mancata digestione del prodotto in uscita e di fenomeni di post-metanizzazione nelle vasche di stoccaggio.

Rota Guido affianca e accompagna l’allevatore lungo l’intero percorso che, vedendo nella stalla un punto di partenza, porta poi a produrre energia pulita. E lo fa occupandosi in primis di ciò che riguarda la parte relativa alla progettazione e alla realizzazione delle strutture metalliche. Per passare poi all’installazione delle più moderne tecnologie per l’allevamento di bovini, bufali, ovini, caprini, equini, suini e avicunicoli. Fino ad arrivare alla costruzione degli impianti biogas e alla relativa assistenza post vendita che ad essi viene dedicata. La sicura competenza dell’azienda e la sua affidabilità rappresentano quei fattori chiave che, percepiti in modo tangibile dai clienti stessi, ora più che mai stanno portando gli allevatori piemontesi (al pari di numerosi ‘colleghi’ italiani e internazionali) ad investire con il chiaro obiettivo di migliorare costantemente il proprio centro zootecnico integrato. Perché in fin dei conti continuare a crescere insieme è sempre una questione… di fiducia.

FONTANILE - Villafranca Piemonte (TO) - 300 kw


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Zootecnia

Mercato dei suini tra costi e peste Ê«Àiââ Ê`i ÊÃÕ Ê«iÃ> Ì Ê`>Ê >Vi ]Ê nei primi nove mesi dell’anno 2021, ha registrato un valore medio di euro 1,458/kg]ʳÈ]Îx¯ÊÀ ëiÌÌ Ê> Ê i`iÃ Ê «iÀ ` Ê`i ÊÓäÓ£°Ê i Ê iÃiÊ` ÊÃiÌÌi bre la quotazione del suino da macello è leggermente diminuita. La quotazione media del mese di settembre per il suino pesante da macello ha registrato un valore pari a euro 1,62/kg, -3,16% rispetto al mese di agosto 2021. Rispetto al settembre 2020 la quotazione registra un forte aumento del +7.35%°Ê i Ê«À Ê otto mesi del 2021 le quotazioni dei principali mercati europei evidenziano un forte calo rispetto al medesimo periodo del 2020, in particolare dei Paesi del À`Ê ÕÀ «>]Ê>`ÊiVViâ iÊ`i Ê iÀV>Ì Ê Ì> > °Ê Ê iÀV>Ì Ê`> iÃiÊiÛ `i â >Ê un -16,41%, i Paesi Bassi -11,60%, la

Germania -18,64% e la Francia -3,92%. La Spagna che quota a peso vivo, come ½ Ì> >]ÊiÛ `i â >ÊÕ Ê«Àiââ Ê i` Ê`i Ê primi otto mesi 2021 di euro 1,35/kg, pari al -2,03% rispetto al medesimo periodo del 2020. ½ Ì> >]Ê ÊV ÌÀ Ìi `i â>]Ê i Ê«À Ê ÌÌ Ê mesi 2021, evidenzia un aumento delle quotazioni del +6,21%, si è passati da un valore medio di euro 1,353 /kg a euro 1,437/kg (vedi tab. 1 a pag. 34). EXPORT EUROPEO L’export dell’Unione Europea verso i Paesi extra-UE è cresciuto fino a fine marzo, poi si è evidenziata una contrazione. i ÊV « iÃÃ ]Ê Ê`>Ì Ê`i Ê«À ÊÃi iÃÌÀiÊ evidenziano ancora un forte incremento del +16,68%, dopo il record del 2020, +12,95% rispetto al 2019. Da rimarcare

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Zootecnia incrementi molto inferiori di Stati Uniti +1,41% e del Canada +0,49% ­Ûi` ÊÌ>L°ÊÓÊ>Ê«>} >ÊÎÈ®° Ê >}} ÀÊ>VµÕ Ài ÌiÊÃÕ >Ê« >ââ>Ê mondiale è sempre la Cina, ancora in deficit produttivo per causa della grave epizozia da PSA che ha colpito i suoi allevamenti. Relativamente al primo semestrre del 2021 la Cina rappresenta il 57,23% delle esportazioni dell’Unione Europea verso i Paesi extra UE.

CINA IN CALO Mese dopo mese, le esportazioni di carni suine dall’UE alla Cina diminuiscono, il totale fino a luglio è già inferiore ai valori del 2020. Le esportazioni dell’UE di carni suine e frattaglie verso la Cina sono in un momento di cambiamento. Lo scorso aprile è stato il primo mese in cui il volume delle esportazioni UE di carne suina e frattaglie è stato a valori inferiori rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo schema si è

ripetuto nei mesi successivi e con un differenziale crescente. Sebbene ad aprile il calo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente fosse stato del 7,74%, a luglio tale differenza era già del 37,04%, secondo i dati forniti dai “Pigmeat Trade Data” della DG Agri. Queste significative diminuzioni di giugno e luglio hanno portato le esportazioni totali tra gennaio e luglio ­£°nÈÓÊ Ê` ÊÌ i >ÌiÊ` Ê«iÃ Ê carcassa) per la prima volta al di sotto delle esportazioni dello stesso periodo

Tab. 1: Andamento dei prezzi dei suini nei principali paesi europei - Confronto 2021/2020 primi otto mesi (Prezzi a Pm ad eccetto di Italia e Spagna PV) Fonte MPB-France-Cun Italia nostre elaborazioni

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Zootecnia `i ÊÓäÓäÊ­£°nÈ{Ê Ê` ÊÌ i >ÌiÊ di peso carcassa). POLITICHE CINESI La Cina ha abbassato il proprio obiettivo di parco scrofe nel tentativo di controllare l’offerta e stabilizzare i «Àiââ °Ê Ê ÃÌiÀ ÊV iÃiÊ`i ½>}À V tura e degli affari rurali ha annunciato che il Paese ridurrà il proprio obiettivo di patrimonio scrofe che al momento conta 41 milioni di capi tra il 2021 e il 2025, a un minimo di 37 milioni di capi, affermando che “dal momento che il patrimonio di scrofe è mantenuto entro un ragionevole range, la produzione di suinetti è assicurata e l’offerta del mercato dei suini vivi e i prezzi delle carni suine possono rimanere relativamente stabili”. Ê} ÛiÀ Ê >ÊVÀi>Ì ÊÕ Êà ÃÌi >Ê` Ê allerta per quando il numero di scrofe scende al di sotto di questo intervallo: UÊ6iÀ`i\Ê À > ÊyÕÌÌÕ>â Ê`i >Ê capacità produttiva (95-105% del target). UÊ > \ʵÕ> ` Ê >ÊV>«>V ÌDÊ` Ê«À `Õ-

Preoccupa la diffusione del contagio Psa, l’Europa valuta misure congiunte, mentre salgono le spese per l’alimentazione degli animali zione oscilla bruscamente, dovrebbero essere prese misure per riportare il numero di femmine riproduttrici al range normale. UÊ, Ãà \ÊyÕÌÌÕ>â ÊiVViÃà ÛiÊ­ ä¯Ê o> 100% del target). Le misure di controllo devono essere rafforzate. Ad agosto, lo stock delle scrofe da riproduzione si è avvicinato al range 110%, collocandosi ai limiti superiori `i ÊÀ> }iÊ` ÊÀ ÃV Ê} > °Ê Ê ÃÌiÀ Ê

dell’Agricoltura e degli affari rurali ha quindi affermato che la maggior parte degli allevamenti deve adottare misure ragionevoli, come ritardare la rimonta delle scrofe e accelerare l’eliminazione delle scrofe a basso rendimento, al fine di ridurre il patrimonio di scrofe a un livello ragionevole. CORRIDOIO TEDESCO La cosiddetta Animal Health Troika ha

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Tab. 2: Andamento export verso paesi terzi dei principali paesi produttori Confronto anno 2021/20) Primo semestre Fonte DG-Agri US MEAT EXPORT FEDERATION

incontrato la Commissione europea a Bruxelles per discutere l’approccio congiunto per combattere la peste suina africana. Beate Kasch, segretario di Stato del Ministero federale dell’Alimentazione e dell’Agricoltura della Germania, ha presentato alla Commissione dell’Unione Europea il concetto di corridoio di protezione tedesco, che mira a interrompere la diffusione del contagio verso ovest. ÊV ÀÀ ` ÊÃ>ÀDÊ`i Ì>Ì ÊV Ê`ÕiÊ recinzioni fisse e la popolazione di cinghiali sarà ridotta a zero. A tal fine, si prevede di applicare misure

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graduali come la ricerca regolare delle carcasse, l’aumento della caccia e la rimozione delle carcasse. La Commissione Europea ha accolto con favore il concetto. CONTAGI POLONIA La pressione dei contagi in Polonia rimane alta. All’incontro, Beate Kasch ha chiarito ancora una volta quanto sia importante che Germania e Polonia agiscano insieme nella costruzione di recinzioni per cinghiali nella zona di confine. Oltre al corridoio di protezione tedesco, è stato ritenuto

importante aggiungere un altro corridoio con una terza recinzione sul lato polacco e ha esortato la sua controparte polacca a intraprendere questa >â i°Ê ÊÃi}ÀiÌ>À Ê` Ê-Ì>Ì Ê i>ÌiÊ Kasch ha spiegato: «Un ampliamento del nostro concetto di corridoio di protezione dalla parte polacca sarebbe un mezzo efficace per fermare la diffusione della PSA verso ovest. Sfortunatamente, la Polonia non è ancora pronta per questo, anche se la Germania ha offerto di fornire personale, supporto organizzativo e finanziario».


Zootecnia

CARCASSE SUINE Le quotazioni delle carcasse suine sono diminuite, negli ultimi tre mesi, in tutti i principali paesi produttori del mondo: Unione Europea, USA, Brasile e Canada. La principale causa di detta debacle del mercato è dovuta al rallentamento degli acquisti da parte della Cina. Lascia qualche spiraglio la decisione della Cina di contenere la produzione interna, probabilmente anche per motivi ambientali. La riduzione della produzione interna dovrebbe ridare fiato agli scambi mondiali e conseguentemente anche al mercato europeo. AUMENTO COSTI Desta preoccupazione l’aumento dei costi di

«À `Õâ i°Ê ÊV ÃÌ Ê` Ê«À duzione del suino pesante italiano, che avevamo calcolato nel 2020 di circa euro 1,50/kg più IVA, oggi si aggira tra euro 1,65-1,70/kg, e non è ancora finita perché, dopo l’aumento sproporzionato dei costi dell’alimentazione, adesso ci dobbiamo aspettare l’aumento dei costi energetici e di tutto il resto. Morale, non è pensabile di scaricare tutti questi aumenti sul prezzo dei suini e conseguentemente occorre lavorare affinchè i costi alimentari rientrino in regimi sostenibili e nel contempo chiedere al Governo, come hanno fatto tutti i settori, un aumento, una estensione del Fondo filiere zootecniche per sostenere la produzione suinicola.

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Per fare un formaggio ci vuole un prato ÊÌÕÌÌ>Ê ÕÀ «>Ê VVÕ«> ÊÕ >Ê superficie equivalente alla Francia e µÕi Ê« ÙÊy À ` ÊÃ ÊÌÀ Û> Ê Ê À > `>]Ê Spagna e Portogallo. Sono fondamentali per mantenere la biodiversità - sia vegetale che animale -, per l’alimentazione degli animali che se ne nutrono e di conseguenza per il loro benessere, e naturalmente per la produzione dei formaggi sani e buoni, ricchi di complessità aro >Ì V iÊiÊ}ÕÃÌ>Ì Ûi°Ê ««ÕÀiÊ Ê Ì> >Ê stanno via via scomparendo a causa dell’abbandono delle campagne, del consumo di suolo e dell’intensificazione dell’attività agricola. PRATI PERMANENTI È questo il quadro disegnato a Che-

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ese in occasione della conferenza “Se scompaiono i prati naturali»°Ê ÊV à ``iÌÌ Ê«À>Ì ÊÃÌ>L ]Ê i} Ê definiti come prati permanenti seminaturali, sono terreni creati nel corso di migliaia di anni dall’uomo grazie al pascolamento degli animali. Per il loro mantenimento, l’attività antropica attraverso l’allevamento di erbivori è un servizio fondamentale. Ê Ì> >]Ê >ÊÃÕ«iÀwV iÊ VVÕ«>Ì>Ê`> Ê prati naturali è pari a 32 mila chilometri quadrati, ma negli ultimi 40 anni abbiamo perso un quarto del totale» ha detto Giampiero Lombardi, docente di alpicoltura, presso l’Università di Torino. iÊV>ÕÃi¶Ê i iÊâ iÊ` Ê« > ÕÀ>Ê principalmente l’urbanizzazione e

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Zootecnia l’industrializzazione dell’agricoltura, mentre in collina e montagna è stato il fenomeno opposto: l’abbandono, la fine dell’attività antropica, e così gli erbivori non pascolano più i prati e la natura si riprende i propri spazi. Ê* i ÌiÊ Ã« Ì>Ê ÊÎä¯Ê`i Ê«À>Ì Ê `i Ê À`Ê Ì> >]Ê> V iÊ}À>â iÊ>ÊÕ Ê ritorno alla praticoltura negli ultimi anni. Altrove la situazione è meno positiva: è ancora recuperabile, ma ci sono campanelli d’allarme importanti». BIODIVERSITÀ VEGETALE Ê«À>Ì ÊÃÌ>L Ê}>À> Ì ÃV ÊL ` versità vegetale, e di conseguenza animale, sottolinea Irene Piccini, ricercatrice presso il Dipartimento di scienze della vita e biologia dei sistemi presso l’Università di Torino, “la caratteristica principale dei prati stabili è che richiamano moltissimi insetti, fondamentali per l’impollinazione, che a loro volta attirano altri animali, come ad esempio gli uccelli e tutti gli altri predatori”. Ma quale

è la differenza tra un formaggio da prati stabili e uno prodotto con latte di animali che si nutrono di insilati, cioè di derivati vegetali stoccati in silos? Lo spiega Giampaolo Gaiarin, tecnologo alimentare e collaboratore della Fondazione Slow Food per la ` ÛiÀà ÌDÊ" ÕÃ\Ê Êv À >}} ÊmÊ >Êà Ìià Ê`i >ÊL ` ÛiÀà ÌD°Ê Ê i` >]Ê una vacca alimentata con insilati di mais riesce a sostenere un parto e mezzo, contro i sette, otto, anche dieci, di un animale delle vallate alpine, perché l’alimentazione ha un influsso notevole sullo stato di salute degli animali. E poi, ancora, la questione della maggiore complessità aromatica e gustativa e l’aspetto legato alla salubrità: i formaggi alimentati al prato ha un minore contenuto di grassi saturi, mentre aumentano gli Omega 3». QUALITÀ DEL LATTE Alla conferenza, ospitata presso Casa della Biodiversità, hanno preso

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parte Claudia Masera, produttrice di Cascina Roseleto a Villastellone, in provincia di Torino, e Diego Remelli, allevatore e membro del Consiglio di Amministrazione della Latteria San Pietro di Goito, nel mantovano. L’azienda piemontese ha ricominciato a seminare prati nel 2013: «L’abbiamo fatto per migliorare la qualità del latte e per non di«i `iÀiÊ`> ½iÃÌiÀ °Ê Ê> iÛ > Ê vacche di razza frisona che abbiamo riconvertito al pascolo e il risultato è che la nostra mascotte ha 19 anni i`ÊmÊ Êv À ÃÃ >°Ê ÊmÊÛiÀ ÊV iÊ le frisone non possono adattarsi a un’alimentazione poco “spinta”, le nostre vacche stanno benissimo. Usiamo il latte per i nostri formaggi ma abbiamo anche una fattoria didattica» ha raccontato Claudia.

In Italia prati stabili in calo a causa dell’abbandono delle campagne e del consumo di suolo. L’importanza dell’attività antropica nare gli insilati di mais e avviare una parte della produzione basata esclusivamente sui prati stabili che ancora esistono nella vallata del Mincio, all’interno del parco naturale». Che cosa succede se scompaiono i prati stabili? «Che un giovane come me perde un’opportunità che invece il prato stabile gli assicura, oltre a sapore, tradizione e qualità» ha concluso Diego.

ADDIO AGLI INSILATI >Ê ÃÌÀ>Ê >ÌÌiÀ >Ê >ÊÓÈÊÃ V ÊiÊ produce 70 mila forme di Grana Padano all’anno. Allevo 150 vacche e sono stato tra i primi ad abbando-

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Considerare gli animali è un patto strategico Slow Food e Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte Liguria Valle d’Aosta siglano il protocollo per l’agricoltura e l’artigianato alimentare Siglato un accordo strategico per l’agricoltura e l’artigianato alimentare ÌÀ>Ê- ÜÊ `ÊiÊ ÃÌ ÌÕÌ Ê< «À w >ÌÌ co Sperimentale di Piemonte Liguria Valle d’Aosta, una delle più importanti istituzioni tecnico-scientifiche del proprio comparto a livello europeo. La firma è avvenuta durante la giornata conclusiva di Cheese, la manifestazione internazionale dedicata al mondo lattiero caseario di qualità, organizzata a Bra. PRODUZIONI ANIMALI L’accordo getta le basi per una col-

laborazione tecnico-scientifica con l’obiettivo di aiutare i produttori di piccola scala su temi quali il benessere animale, le razze autoctone, i salumi naturali, cioè prodotti senza nitriti e nitrati, gli animali selvatici e la selvaggina, i piccoli macelli e la macellazione aziendale. Un passo ulteriore di grande importanza tra due realtà che da anni collaborano: ½ ÃÌ ÌÕÌ Ê< «À w >ÌÌ V Êv À ÃViÊ>Ê Slow Food le analisi di laboratorio indispensabili per accertare la salubrità di prodotti da filiere animali, principalmente formaggi, messi in vendita

e proposti in degustazione in occasione degli eventi. Si tratta di prodotti provenienti da aree extra UE con regolamentazioni sanitarie diverse, se non assenti. PROTOCOLLO STRATEGICO La scelta di firmare questo accordo a Cheese non è casuale, poiché qui sono presenti molte realtà produttive interessate e sono stati affrontati temi, come le produzioni naturali, la sostenibilità delle colture, il ruolo e i diritti degli animali, al centro della riflessione e delle attività di questa

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Zootecnia partnership. «Per noi questo protocollo è strategico perché molti progetti, a partire dai Presìdi Slow Food, sono dedicati alle produzioni animali e abbiamo bisogno, sia noi che i produttori stessi, di aumentare le nostre competenze scientifiche. Per esempio, sappiamo che i salumi senza nitriti e nitrati si possono produrre ma sappiamo anche che sono ancora troppo pochi i produttori che hanno fatto questa scelta. ½> ÕÌ Ê`i ½ ÃÌ ÌÕÌ ÊV Ê«iÀ iÌÌiÊ` ÊV solidare il lavoro di chi ha già preso la strada dei salumi naturali e di costruire basi solide per allargare la platea dei produttori che andranno in questa stessa direzione. Questo accordo ha un grande potenziale, che ci permette di allargare lo sguardo e arricchire l’attività di formazione della rete Slow Food, sia per i produttori che per i cittadini che si trovano ogni giorno a compiere scelte di acquisto» dichiara Federico Varazi, vicepresidente Slow `Ê Ì> >°

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CULTURA SCIENTIFICA «Collaboriamo già da tanti anni. Ma era un’intesa circoscritta agli eventi qÊÀ V À`>Ê Ê` ÀiÌÌ ÀiÊ}i iÀ> iÊ`i ½ ÃÌ ÌÕÌ Ê< «À w >ÌÌ V ]Ê }i Ê iÀÀ>À Ê -. A entrambi sembrava riduttiva À ëiÌÌ Ê> iÊ« Ìi â > ÌD°Ê i} ÊÃV ÀÃ Ê mesi ci siamo incontrati, ritrovandoci a parlare di argomenti che sono

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priorità per entrambi. Condivideremo dati, esperienze e scenari tecnologici; parteciperemo a bandi e programmi di ricerca regionali, nazionali, europei e internazionali; promuoveremo la cultura scientifica e tecnologica sul ÌiÀÀ Ì À °Ê ½ ÃÌ ÌÕÌ Ê iÌÌiÀDÊ>Ê` ë à zione ovviamente tutte le sue competenze scientifiche anche nel campo della ricerca. Sfrutteremo in tal senso anche il nostro laboratorio sperimentale che simula le attività svolte nei caseifici e nei salumifici. Abbiamo la possibilità di valutare le criticità delle produzioni ma anche di studiare nuovi modi di operare per migliorare le produzioni sia dal punto di vista qualitativo, sia sanitario». Una parte importante della collaborazione sarà dedicata alla divulgazione e comunicazione, da parte di Slow Food, di testi e ricerche ÃV i Ì wV iÊÀi> ââ>ÌiÊ`> ½ ÃÌ ÌÕÌ °Ê ÊÃÌ>vvÊ` Ê- ÜÊ `ÊiÊ`i ½ ÃÌ ÌÕÌ Ê lavoreranno a stretto contatto, scambiando competenze, informazioni, esperienze.


Enologia

Prosecco minacciato dal Prosek croato Che il presidente della Regione VeneÌ Ê ÕV>Ê<> >Ê>ÛÀiLLiÊ`iw Ì Êº >Vcettabile” la richiesta della Croazia perché venga riconosciuto il nome Prosek tra le denominazioni tutelate dall’UE c’era da aspettarselo, riferisce il periodico “Barolo&Co”. Che la protesta suscitasse la solidarietà della Francia, che annuncia opposizione, è inatteso e preoccupante. Perché la dice lunga sulla problematicità della tutela europea sulle denominazioni. PRECEDENTE ACETO Problematicità che peraltro si era già palesata in occasione del precedente caso dell’aceto balsamico sloveno quando il governo sloveno aveva

notificato alla Commissione Europea una norma tecnica nazionale in materia di produzione di aceti che parificava la dizione “aceto balsamico” a uno standard di prodotto (evidentemente a proprio uso e consumo) e non già a una Denominazione. Ora, l’antefatto del caso in questione: la Commissione europea pubblica sulla Gazzetta UE la domanda di protezione della menzione “tradizionale” Prosek presentata dalla Croazia da impiegarsi nell’etichettatura di quattro suoi vini peraltro già protetti da Denominazione. PARTITA IMPORTANTE Se la richiesta della Croazia per il riconoscimento dei vini Prosek come

STG, Specialità Tradizionale Garantita, risulterà “conforme ai requisiti di ammissibilità e validità”, si aprirà una partita dagli esiti tutt’altro che trascurabili. C’è chi parla di un vero e proprio ÃV >vv Ê` Ê ÀÕÝi iÃÊ> Ê >`iÊ Ê Ì> Þ°Ê ÊÀi> ÌDÊà ÊÌÀ>ÌÌ>]Ê«iÀÊ Ê i Ì ]Ê di una “richiesta di registrazione in Gazzetta Ufficiale”. Contro la decià iÊV Êà ÊÈäÊ} À Ê` ÊÌi « Ê«iÀÊ presentare osservazioni contrarie e il Consorzio di Tutela del Prosecco Dop

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La richiesta di riconoscimento e tutela avanzata dalla Croazia alla Commissione europea apre una partita di principio sulla credibilità delle denominazioni ne ha già annunciate di corpose. CREDIBILITÀ EUROPEA -iV ` Ê ½1 iÊ Ì> > >Ê6 ]Ê ½>Ãsociazione che rappresenta l’85% dell’export di vino italiano, c’è in gioco la credibilità del modello europeo di tutela dei prodotti agroalimentari e annuncia che chiamerà a fare squadra Francia, Spagna, Portogallo e Germania perché presentino mozioni contraÀ i°Ê i ÊÀiÃÌ Ê Ê 6 ]Ê Ê ÌjiÊ ÌiÀ-

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tale denominazione e la Dop” come può essere determinato, tra gli altri casi descritti, dall’incorporazione parziale del nome della denominazione o dall’affinità fonetica e visiva tra le due denominazioni. Proprio come sembrerebbe nel caso del Prosecco.

professionnel du Vin de Champagne, ha già annunciato la sua opposizione, reduce com’è dalla vicenda “Champanillo” (il nome adottato inopinatamente da una catena di tapas bar spagnoli) portata recentemente con successo davanti alla Corte di Giustiâ >ÊiÕÀ «i>°Ê i >ÊÃi Ìi â>Ê v>ÌÌ Ê >Ê Corte aveva ribadito che sussiste una evocazione abusiva di una denominazione quando produce “un nesso sufficientemente diretto e univoco tra

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ATTACCO ALL’EXPORT Ê ÃÌÀ Ê«iÀÊ iÊ* Ì V iÊ }À V iÊ Stefano Patuanelli nella sua informativa al Senato, si è infatti riferito a questo caso, preoccupato dell’attacco alla prima Dop italiana del comparto vino che nel 2020 è arrivata a rap«ÀiÃi Ì>ÀiÊ`>Êà >Ê Ê£È¯Ê`i ÊÌ Ì> iÊ esportazioni vino italiano, trascinando l’export nel primo semestre 2021 a un + 15,2% sullo stesso periodo del 2020. C’è da sperare che la battaglia sarà condivisa, perché si tratta ` Ê` vi `iÀiÊÕ >Ê«À `Õâ iÊ` ÊÈÓäÊ milioni di bottiglie di Prosecco delle quali circa 370 milioni prendono la via dell’estero e lo spumante italiano più famoso nel mondo vale circa 2,4 miliardi di fatturato annuo.


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In campo è meglio essere precisi L’agricoltura di precisione nasce negli anni ’70 i} Ê1- °Ê Ê Ì À>}} Ê automatizzato del campo e i microprocessori sono introdotti negli anni ’80, il *-Ê i} Ê> ʽ ä°Ê Ê Ì>lia, nel 2017 con decreto n. 17 (22/12/2017), il Ministero dell’Agricoltura ha presentato le ‘Linee guida per l’agricoltura di precià i½°Ê ÊV> « Ê>}À V ]Ê

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infatti, come in altri settori si guarda con interesse a nuove tecnologie che possano dare un contributo importante nel definire il metodo da impiegare e sull’uso dei fattori produttivi con vantaggio su reddito degli agricoltori e sull’ambiente. INTERVENTI MIRATI La precisione introdotta

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dalle tecnologie consente di effettuare una distribuzione mirata dei principali fattori della produzione (acqua, fertilizzanti, fitofarmaci) solo dove serve e nella quantità corrispondente al reale fabbisogno della coltivazione in atto. ÌÀi]Ê ½ « i} Ê` ÊÃi à À Ê consente anche un monitoraggio in tempo reale dello stato di salute delle

colture, controllando per esempio l’insorgenza di fitopatogeni od il presentarsi di condizioni ambientali sfavorevoli o razionalizzando pratiche agronomiche che, se non ben calibrate, potrebbero indurre patogenesi nelle piante stesse. Ciò comporta anche il risparmio di sostanze chimiche di sintesi necessarie


per la difesa ed il controllo delle colture. AGRICOLTURA DI PRECISIONE L’agricoltura di precisione comprende un insieme di tecnologie che permettono di gestire il pieno campo dando ad ogni pianta ciò di cui ha bisogno esattamente quando ne ha bisogno. L’introduzione e l’integrazione della tecnologia in ambito agricolo ha consentito di valutare e classificare i benefici attesi in diverse realtà aziendali: - ottimizzazione dell’efficienza produttiva e qualitativa; - riduzione dei costi aziendali; - ottimizzazione degli input, minimizzando gli impatti ambientali;

L’applicazione del concetto di agricoltura di precisione si sta diffondendo anche in ambito corilicolo, grazie al Progetto Pantheon

- creazione di opportunità imprenditoriali come aziende di consulenza, contoterzismo e innovation broker.

ITALIA INDIETRO >Ê` vvÕÃ iÊ Ê Ì> >Ê`i Ê precision farming è, al momento, molto limitata. Questo è dovuto a diversi

fattori, come la dimensione ridotta delle aziende agricole esistenti, che rende difficile sostenere investimenti per l’acquisto di nuovi mezzi, l’età media alta degli agricoltori, la vetustà del parco macchine, a cui si aggiungono anche problemi strutturali come la mancanza di collegamenti internet nella aree rurali (non completa diffusione di banda larga e banda ultra larga). Le Linee guida nazionali sull’agricoltura di precisione analizzano in maniera specifica anche la situazione della meccanizzazione nel nostro Paese. Essa è molto spinta con un parco macchine agricole composto da oltre 1.700.000 trattrici. Considerando la ridotta superficie arabile e il

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grande numero di trattori, la superficie dominata da un trattore è una delle più basse al mondo. NECESSARIO AMMODERNAMENTO Ê i>Ê}i iÀ> iÊÃ>ÀiLLiÊ necessario un ammodernamento della nostra agricoltura con una graduale sostituzione delle macchine vetuste con altre tecnologicamente avanzate; ma è necessario anche prevedere un aumento della superficie gestita da ogni singola macchina. Ciò consentirebbe di ridurre il periodo di ammortamento della macchina con vantaggi in termini economici e di sostituzione più veloce delle macchine stesse in linea con l’accelerato progresso tecnologico in

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atto con acquisti collettivi ed con il ricorso a contoterzisti. (Fonte: agriregionieuropa. univpm.it) PROGETTO PANTHEON L’applicazione del concetto di agricoltura di precisione si sta diffondendo anche in ambito corilicolo grazie al Progetto Pantheon, avviato nel 2017 e che terminerà i ÊÓäÓ£°Ê Ê*À }iÌÌ ]ÊV iÊ vede coinvolti partner pubblici e privati (Università degli Studi di Roma Tre capofila progetto - Ferrero Hazelnut Company, Université Libre de Bruxelles, Università degli Studi della Tuscia, Universität Trier, Sigma Consulting S.r.l.) costituiti in un Consorzio, è finanziato con Fondi UE nell’ambito del Programma

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operante nel campo (ad esempio per regolare il servizio di irrigazione alle diverse unità aziendali).

europeo Horizon 2020 2.1.1. Lo scopo è quello di riuscire ad applicare, in particolare su impianti estensivi di nocciolo, un sistema di controllo e acquisizione dati (Supervisory Control and Data Acquisition System - SCADA) come avviene già in altri ÃiÌÌ À Ê­ `ÕÃÌÀ >®°Ê ÊÀ iÛ Ê dati e la gestione di alcune delle operazioni di campo sono affidati a componenti robotici (compresi strumenti come droni e robot terresti) che li inviano ad un’unità centrale che elaborerà una risposta univoca da fornire agli agronomi

OBBIETTIVI PRINCIPALI Gli obbiettivi principali su cui si concentra Pantheon sono: - Stima dello stato fitosanitario delle piante (valutazione di situazioni di stress biotico/abiotico). - L’irrigazione con sistemi di regolazione automatica (in funzione di reali esigenze della pianta sulla base sia di sensori fissi al suolo che registrano umidità e temperatura e con l’impiego di termocamere installate su droni). Ê ÊÌÀ>ÌÌ> i Ì Ê`i Ê« Ê in modo “automatico” e in funzione del reale sviluppo vegetativo della massa alla

base della pianta. Ê VÀi i Ì>ÀiÊ iÊ«À>Ì V iÊ di potatura (scansione 3D delle piante con restituzione di immagini che vengono elaborate per segnalare quali rami della pianta dovranno essere potati perché non più produttivi). - Stima automatizzata della capacità produttiva annua del noccioleto (analisi della vigoria del noccioleto come base per sviluppare algoritmi per valutazioni successive). APPROCCIO INNOVATIVO i iÊv>à Ê` Ê>ÛÛ Ê`i Ê*À getto sono stati calibrati i sensori, con alcuni rilievi di campo e sono anche stati testati i droni (dotati di fotocamera, termocamera e camera multispettrale)

e i robot a terra che sono dotati di serbatoio per il trattamento localizzato dei polloni prodotti da ogni singola pianta di nocciolo. Si tratta di un approccio molto innovativo nella gestione delle pratiche agronomiche e di difesa in noccioleto, ed i vantaggi attesi dall’applicazione della tecnologia e della robotica sono molteplici: - aumento nella produzione di nocciole; - diminuzione dell’impiego di agrofarmaci; - utilizzo ottimizzato della risorsa idrica riducendo gli sprechi; - gestione semplificata del noccioleto; - interventi (agronomici/ fitosanitari) ridotti e mirati in base alle reali esigenze delle piante.

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Ortofrutticoltura

Agrion ottimista riorganizza la vetrina

Si è tenuta lo scorso 29 luglio a Manta, presso il Centro sperimentale per la frutticoltura di Agrion, l’assemblea dei soci della Fondazione. Sono stati approvati il bilancio consuntivo al 31 dicembre 2020 e il bilancio di previsione 2021

OTTIME POSSIBILITÀ «Per il prossimo quadriennio – osserva il presidente di Agrion, Giacomo Ballari -, la volontà della Fondazione è di ampliare le attività di sperimentazione e ricerca, sulla base delle esigenze espresse dalla

filiera. Credo che con le risorse che il prossimo Psr metterà a disposizione ci siano ottime possibilità di sviluppo e di crescita per la Fondazione sul nostro territorio. Con il supporto fattivo di tutti i soci e degli altri soggetti che vorranno contribuire a sostenere la nostra attività, Agrion potrebbe diventare il punto di riferimento dell’agricoltura innovativa e sosteniL iÊ« i ÌiÃi°Ê Ê ÃÌÀ Ê tecnici e ricercatori sono ogni giorno impegnati nel miglioramento costante della produzione di settore sia da un punto di vista qualitativo, sia da quello della produttività, tenendo conto degli attuali aspetti

Approvato il bilancio consuntivo e di previsione 2021, la Fondazione candidata a diventare il punto di riferimento dell’agricoltura innovativa e sostenibile piemontese

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legati alla sostenibilità e all’innovazione». NUOVO SITO Al termine della seduta, Donatella Capellino, responsabile amministrativa della Fondazione, ha presentato ai soci il nuovo sito web di Agrion, completamente rinnovato non solo dal punto di vista grafico, ma anche dell’organizzazione dei contenuti, con un’interfaccia di navigazione più semplice iÊ ÌÕ Ì Û>°Ê ÊÀestyling del sito ha mantenuto tutti i contenuti della piattaforma precedente, implementandoli ove necessario, e razionalizzando la fruizione degli stessi. i >Ê iÊ«>}i]ÊÃ Ê«Õ¢Ê trovare il collegamento ai quattro Centri di ricerca della Fondazione di Manta, Boves, Cravanzana e Carpeneto. Entrando nelle rispettive sezioni, è possibile visionare una breve descrizione delle attività e,


grazie ai collegamenti, gli utenti hanno la possibilità di accedere direttamente alle notizie, ai progetti, alle pubblicazioni e agli eventi passati e futuri relativi alla sezione interessata. EMERGENZE FITOSANITARIE Una importante novità è rappresentata dal box “Emergenze fitosanitarie”, dove sono indicate le principali avversità sulle quali la Fondazione sta lavorando (Halyomorpha halys, Drosophila suzukii, ecc.). Per ogni criticità è stata prevista una sezione specifica, con la descrizione e le azioni iÃÃiÊ ÊV> « Ê`>Ê }À °Ê i Ê caso della cimice asiatica Halyomorpha halys, per esempio, oltre alla breve scheda descrittiva, è stata inserita una mappa interattiva dove vengono visualizzati in tempo reale i dati degli 80 punti di monitoraggio sparsi sul territo-

rio regionale. Per la Drosophila suzukii, invece, è stato inserito, al di sotto della descrizione, un grafico delle catture con aggiornamento dei dati settimanale. BACHECA BOLLETTINI Sempre nella home page si segnala il collegamento alla “Bacheca dei bollettini del Settore Fitosanitario regionale”: nell’ambito del progetto Seria, Agrion collabora insieme a 3A Green Planet, per la realizzazione di bollettini fruibili dal servizio pubblico, contenenti i consigli tecnici di difesa integrata di melo, pesco, ciliegio, albicocco, kiwi, pomodoro, patata, nocciolo e vite. w i]Ê«iÀÊÀ > iÀiÊ>}} À >Ì Ê sui prossimi eventi e sulle novità della Fondazione, è possibile ÃVÀ ÛiÀÃ Ê> >Ê iÜÃ iÌÌiÀ]ÊV « lando l’apposito form presente sul sito.

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Ortofrutticoltura

Ottima la pesca ma non per tutti

Si è svolto mercoledì 15 settembre a Bologna il quarto incontro del ciclo ÓäÓ£Ê`iʺ Ê iÀV i` Ê dell’Archiginnasio. L’Odissea del cibo dal campo alla tavola” dedicato alla pesca. ORIGINI LEGGENDARIE «La storia del pesco è un intreccio di memorie e leggende che affonda le

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sue origini negli altopiani del Tibet, dove si diffonde, iÊ« Ê Ê >°Ê iÊà ÊÌiÃÌ monianza i noccioli risalenti > Ê i Ì V Ê­ÈäääÊ ° °®Ê rinvenuti nei villaggi Hemudu sulle rive dello Yangtze. ÊÃÕ Ê>ÀÀ Û Ê Ê ÕÀ «>ÊqÊ esordisce Daniele Bassi, ordinario di Coltivazioni arboree all’Università di Milano - è avvolto nel mistero,

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probabilmente dall’antenata dalla ‘Via della seta’, ma l’introduzione del pesco è probabile sia avvenuta prima nel mondo greco e poi i ½ «iÀ ÊÀ > Ê Ì À Ê > Ê ÊÃiV Ê ° °Ê i Ê, >ÃV mento viene esportato nel Õ Û Ê ` Ê`> ÊV âzatori ispanici, ma l’epoca d’oro del pesco inizia con la ‘Febbre dell’Oro’ a metà

dell’800, con l’arrivo nel piccolo stato americano del Delaware della ‘Chinese Cling’, una pesca cinese a polpa bianca con buccia marezzata di rosso che incontrò subito il gusto `i >Ê« « >â i°Ê i Ê primo ‘900 una moltitudine di discendenti della ‘Chinese Cling’ e delle antiche pesche ispaniche iniziano


Ortofrutticoltura a diffondersi in America i`Ê ÕÀ «>°Ê i ÊÃiV ` Ê dopoguerra, le varietà americane invaderanno poi i mercati del resto del mondo». ATTENZIONE AL NOCCIOLO «Le pesche sono frutti poco calorici e quindi molto indicate nei regimi alimentari estivi. La loro polpa, ricca di succo, è particolarmente dissetante e diuretica e buone sono anche le proprietà nutritive ed energetiche. La pectina – ha proseguito Luciana *ÀiÌi]Ê` ÀiÌÌ ÀiÊ1 VÊ } i iÊ alimenti e nutrizione Ovest Azienda Usl Bologna - presente nelle pesche è molto importante per la regolazione dei livelli di glucosio e colesterolo nel sangue e, inoltre, sono presenti zuc-

cheri facilmente assimilabili e molti acidi organici che, oltre a conferire loro il particolare sapore, aumentano la riserva alcalina necessaria a regolare l’equilibrio acido-basico dell’organismo».

beta-carotene). Contengono circa 30 kcal ogni 100 grammi di alimento fresco, si digeriscono facilmente per cui il loro consumo è indicato a chi soffre di cattiva digestione, alle donne in gravidanza e ai bambini.

Frutto leggero, indicato anche per bambini e donne in gravidanza, ma attenzione alle allergie e al nocciolo, che è tossico QUANDO EVITARLA «La pesca contiene molto potassio – continua Prete -, pochissimo sodio e buone quantità di carotenoidi, che nell’organismo si trasformano in vitamina A (o

Per beneficiare delle proprietà delle pesche, meglio consumarle fresche e conservarle in frigo per non più di 3-4 giorni; ottimo spuntino sono adatte per preparare crostate, marmellate,

succhi e centrifughe ma vengono anche sciroppate e usate per la preparazione ` Ê µÕ À °Ê ÊL Ã } >Ê` menticare, però, che alcuni sono allergici alle pesche per cui devono evitarle e che il nocciolo è tossico in quanto contiene amigdalina, una sostanza che a contatto con gli enzimi della flora batterica si rivela nociva». ARMONIA GUSTATIVA «Un primo riferimento ci viene tramandato dal ricettario di Marco Gavio Apicio, il più grande gastronomo della Roma «iÀ > iÊ`i Ê ÊÃiV ]ÊV iÊ nella monumentale opera “De re coquinaria” cita una modalità di conservazione del frutto ottenuta mediante una preliminare bollitura e posta poi in salamoia in

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Ortofrutticoltura un vaso con sale, aceto e santoreggia per lungo tempo prima di poterlo utilizzare. Bartolomeo Scappi – osserva Giorgio Palmeri, delegato Bologna dei Bentivoglio Acca`i >Ê Ì> > >Ê`i >Ê ÕV > - nella sua monumentale “Opera dell’arte di cucinare” del 1570 descrive una ricetta “Per far torte di pesche” con cottura in forno o alla brace e utilizzo di burro, zucchero, cannella all’interno di un preparato di pasta frolla e successivamente cotta di nuovo al forno. Con l’edizione della “Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, avvenuta nel 1891 per opera di Pellegrino Artusi, vengono proposte le “pesche nello spirito”; una preparazione che assolve due finalità: la conservazione nel tempo ed una preparazione che può concludere un pranzo». UTILIZZO IN CUCINA «Dall’Ottocento, periodo dal quale >ÊV Ì Û>â iÊ`i Ê«iÃV Ê Ê Ì> >Ê prende corpo – continua Palmeri

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-, l’utilizzo del frutto in cucina si mantiene coerente con le pratiche gastronomiche dei secoli precedenti, andando ad alimentare essenzialmente le preparazioni di dessert, gelati, sorbetti, composte e conserve, influenzate dalle tradizioni regionali dove le colture si sono sviluppate. Ancora oggi troviamo presenti nelle proposte gastronomiche italiane le “Pesche ripiene”, ottenute con cottura al forno di pesche gialle farcite con un ripieno di parte della polpa, amaretti, cacao in polvere, zucchero, uova ed una noce di burro, le “Pesche scaligere” nel cui ripieno vengono aggiunti miele e grappa, così come le “Pesche Chantilliy” con un ripieno caratterizzato da ananas, gelato di vaniglia, maraschino, kirsch e «> >Ê Ì>Ì>°Ê w i]Ê` Ê>ÌÌÕ> ÌD]Ê sono i cocktail a base di polpa di pesca frullata e vino spumante, il “Bellini” e la “Sangria di pesche” con vino rosato, succo d’arancia, lime e cannella”.


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Vigna della regina vendemmia torinese «Quando nel 2005 siamo partiti con il recupero di Vigna della Regina pensavamo di avere di fronte una sfida quasi impossibile», racconta Luca Balbiano che con l’azienda di famiglia gestisce la preziosa vigna. «Oggi possiamo dire di avere raggiunto un risultato davvero importante: il decimo anno di Denominazione di Origine Controllata. Significa che non solo abbiamo riconsegnato a Torino un luogo storico, affascinante e ricco di cultura come Vigna della Regina,

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ma abbiamo dato vita a un vino di qualità riconosciuta e certificata». PATRIMONIO UNESCO Frutto di un lavoro certosino di recupero, anche ampelografico, di un antico vigneto risalente agli inizi `i ʼÈää]ÊV «ÀiÃ Ê i Ê complesso dei giardini afferenti alla Villa costruita all’epoca dal principe cardinale Maurizio di Savoia sulla collina torinese, il vigneto è posizionato su di uno splendido versante panoramico che si affaccia sul contesto urbano del


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centro storico. Dopo il restauro a suo tempo promosso dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, che ha compreso gli edifici, ma anche i giardini e le aree boscate, consentendo la riapertura al pubblico della Villa della ,i} >Ê i ÊÓääÈ]Ê }} Ê rientra nel parco della residenza sabauda iscritta al Patrimonio dell’Umanità Unesco.

renderanno all’incirca 4.000 bottiglie di Freisa di Chieri Doc Superiore “Vigna Villa della Regina”, un vino rosso rubino dai tipici profumi intensamente fruttati che quest’anno appunto festeggia il traguardo della decima vendemmia a Denominazione. CIRCUITO INTERNAZIONALE La vigna di Villa della Regina fa parte della rete

Splendidamente affacciata sul centro storico cittadino, fa parte della rete internazionale dei vigneti urbani, come il vigneto di Montmartre a Parigi o il Clos des Canuts a Lione

FREISA DI CHIERI Dal 2011 il vigneto che era nato come “vigna di corte” della Villa della Regina può fregiarsi della denominazione d’origine Freisa di Chieri Doc e grazie alla cura dell’azienda Balbiano è uno dei pochi vigneti urbani italiani effettivamente produttivi. La vendemmia del 2021 ha fruttato infatti 50 quintali di splendide uve Freisa, sane e mature grazie all’annata favorevole, che

internazionale dei vigneti urbani, la Urban Vineyards Association – di cui Luca Balbiano è presidente – che annovera famosi vigneti storici come quello di Montmartre a Parigi o il Clos des Canuts a Lione, ma anche alcuni siti viticoli ÕÀL> Ê Ê Ì> >ÊV iÊ-i >rum Vinea a Siena, le vigne di Venezia, San Francesco della Vigna e Laguna, la Vigna di Leonardo a Milano o la vigna del Gallo a Palermo. Ottobre 2021

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La prima volta dei Sorì Eroici La presentazione del nuovo marchio collettivo dedicato ai Sorì eroici, avvenuta questa estate, ha dato il via a un progetto inseguito da tempo, che si è concretizzato dopo un lungo lavoro che ha previsto incontri e sopralluoghi sul territorio dei vigneti, con un censimento che ha riguardato quasi 20 mila ettari. Merito dei giovani amministratori della Commissione Sorì, all’interno della Associazione Comuni del Moscato che ha sede a Santo Stefano Belbo.

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VALORIZZAZIONE SPECIFICA Lo studio di un marchio dedicato, rivolto ad accrescere ancora di più la valorizzazione del prodotto di quei vigneti “eroici” che chiedono tanta fatica agli agricoltori, è stato appassionante; ma ancora più entusiasmante è il momento in cui il nuovo marchio viene “acquisito” dalle aziende per poi essere utilizzato sulle bottiglie dei nostri vini. Ed è esattamente ciò che sta accadendo: il marchio

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registrato - realizzato con la collaborazione dei legali specializzati SagliettiBianco di Torino - ha subito incontrato un generale e diffuso apprezzamento dei vitivinicoltori, tanto che tredici aziende hanno

aderito al protocollo di certificazione “Sorì eroici” già per la vendemmia in corso. ADESIONI IMPORTANTI E’ una svolta, un segnale importante, un passo che farà storia condiviso da


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Debutta il marchio che contraddistingue la produzione dei vigneti con le pendenze più critiche, tredici aziende hanno già aderito al protocollo di certificazione

subito da questi primi produttori a cui ne seguiranno certamente molti altri. Queste prime aziende aderenti rappresentano ben 44 ettari di vigneti verificati dallo studio Walden nella zona delle valli Belbo e Tinella, ma anche dell’area del Barbaresco arrivando fino a Gavi, comprendendo tredici vitigni tra autoc-

toni e internazionali che rappresentano la genesi di produzione di importanti vini a denominazione d’origine del territorio. Ora non ci rimane che attendere di vedere il nuovo e prezioso logo sulle bottiglie dopo il lavoro in cantina: una sorta di bollino che indica una qualità assoluta, offerta dai tanti versanti soleggiati

delle terre di Langa, Roero e Monferrato. MOVIMENTO VITICOLO L’Associazione Comuni del Moscato, che raccoglie gli amministratori dei territori e che rappresenta quindi l’identità vitivinicola di ogni Comune, sottolinea l’importanza del progetto di valorizzazione “Sorì eroi-

ci”, ricordando che azioni come questa intendono contribuire a dar lustro al “movimento viticolo ed enologico piemontese” che da sempre raccoglie apprezzamenti a livello internazionale, perché contraddistinto dal connubio tra la tradizione, che non si deve mai abbandonare, e l’innovazione che si deve perseguire.

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Radici

L’agricoltura dei Certosini La certosa di santa Maria in valle Pesio, o semplicemente certosa di Pesio, è un complesso religioso a 859 metri sul livello del mare, nel comune di Chiusa Pesio, in provincia di Cuneo. Rientra nel comprensorio del Marguareis, l’area carsica più vasta e famosa del Piemonte, e si erge tra faggete e abetine che contribuiscono, se possibile, a renderla ancora più incantevole e unica. Viene fondata da Ulderico, monaco appartenente all’ordine dei certosini di san Brunone nel lontano 1.173. LUOGO SICURO La nascita della certosa fu fortemente voluta e apprezzata dalla popolazione di valle, poiché era un luogo di conforto e rifugio dalle frequenti e feroci

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Radici incursioni dei saraceni. ÊViÀÌ Ã ÊÃÌ>L À Ê Ê À Ê primo insediamento sulla sponda sinistra del torrente Pesio e lì furono costruite celle per i monaci, locali di servizio e un oratorio. ÊÌÕÌÌ ÊiÀ>ÊV ÀV `>Ì Ê`>Ê una cinta muraria in pietra. Sulla sponda destra del Pesio, dopo duri e faticosi lavori per disboscare la riva, livellare il terreno e costruire un ponte in pietra, fu edificato il cenobio, ovvero il monastero, il quale comprendeva una chiesa, celle per i monaci e altri locali. Terminati i lavori, i monaci vi si trasferirono e la correria, cioè l’insediamento costruito in precedenza sulla sponda sinistra venne abitato dai conversi, cioè confratelli chiamati, come i monaci, alla solitudine e al silenzio, ma anche a

svolgere i lavori pratici per il buon andamento del monastero e di conseguenza sottoposti a regole meno rigide. ORGANIZZAZIONE TERRE Secondo un modello pret-

la transumanza estiva e i castagneti. Ê >ÃÌiÀ ]Ê}À>â iÊ>`Ê acquisti e lasciti, fiorì a tal punto che i monaci diedero vita alle grange, ovvero simil aziende agricole, dirette dai conversi. Tutto

boschivo, introdussero l’apicoltura, importarono da Francia e Spagna nuove varietà di pecore, affinarono le tecniche per la produzione del formaggio, eressero mulini, segherie e una rinomata scuola di

La straordinaria opera dei monaci alla certosa di Chiusa Pesio, tra bonifiche, nuove coltivazioni e organizzazione delle terre tamente certosino, le terre vennero organizzate in modo bipolare. Ê« > ÕÀ>ÊÛ ÊiÀ> Ê iÊ terre destinate ai seminativi (patate, ortaggi, ecc...) e i prati per il foraggio; a monte, nell’area alpina, vi erano i pascoli di altura per

ciò diede vita a veri e propri centri economici prosperi e autonomi. Ê >V ÊÃÛ Õ««>À Ê l’agricoltura, bonificando i terreni, costruirono strade, iniziarono a dar vita agli attuali borghi, preservarono l’immenso patrimonio

Ì>ÀÃ °Ê Ã >]ÊvÕÀ Ê una vera e propria benedizione per la valle Pesio. ASSALTI VALLIGIANI Ê >ÃÌiÀ ]Ê«À «À Ê«iÀÊ le molteplici attività svolte per quasi sei secoli, fu uno dei centri culturali e

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Radici spirituali più importanti del Piemonte. Ma la sorte della certosa ad un tratto mutò, con contrasti e assalti che ne provocarono la parziale distruzione perpetrati dagli stessi valligiani, tanto che nel 1350 si registrò l’abbandono della certosa, fino al XV secolo, quando il rito dei monaci venne ripristi >Ì °Ê ÃÌ> ÌiÊV ¢]Ê i Ê 1509 vi fu un’ennesima rivolta da parte dei valligiani di Chiusa Pesio, a causa di una contesa su una porzione di terra allora disabitata (oggi è la frazione di San Bartolomeo) perché essa era situata al confine tra la certosa ed il comune di Chiusa Pesio. Fu una lotta che non risparmiò nulla. i >Ê >ÀV >ÊÛiÀÃ Ê >ÊViÀÌ sa furono bruciate le varie proprietà facenti parte del complesso, oltre a minacce

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e ferimenti a carico dei monaci e la rivolta fu sedata quando giunsero i soldati inviati dal duca di Savoia. ARRIVA NAPOLEONE Fu una calma solo appaÀi Ìi]Ê«iÀV mÊ i Ê£ÈxxÊ entra in scena la “banda del carnevale” formata da “elementi negativi della Chiusa”, come riportato nelle cronache storiche, che per odio personale contro i monaci misero a soqquadro il monastero. ÃÌ> ÌiÊ iÊÀ «iÌÕÌiÊ scorribande da parte dei

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valligiani, prima favorevoli e in seguito contrari ai monaci, questi ultimi continuarono ad amare profondamente il luogo. L’ attività dei monaci cessò nel 1802, quando per ordine di >« i iÊ >«>ÀÌi]ÊV Ê l’abolizione degli ordini monastici, vennero cacciati insieme agli inservienti e tutti i loro beni furono venduti all’asta. Gli arredi sacri ceduti alle chiese limitrofe, gli antichi libri alla biblioteca civica di Cuneo e le campane di argento al Louvre di Parigi.

TERME E SPIRITUALITÀ La certosa visse alterne fortune e nel 1840 ebbe una rinascita, seppur breve, che trasformò la certosa in un centro idroterapico in voga, tanto da annoverare tra i suoi frequentatori Camillo Benso conte di Cavour, Massimo d’Azeglio e sua altezza reale la principessa Maria Clotilde di Savoia. i Ê£ Î{]ÊV Ê ½>ÀÀ Û Ê`i Ê missionari della consolata di Torino, la certosa rinasce e rientra nella sua veste originale, quella religiosa, diventando luogo di formazione per i novizi e, negli anni più recenti, scuola di preghiera che accoglie famiglie e giovani, oltre a fidanzati che si preparano al matrimonio. Giovanna Olivero


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Fiere

La sfida dei mungitori alla fiera dei Santi Confermata a Luserna San Giovanni, la tradizionale rassegna agricola, lunedì 1 e martedì 2 novembre, con 250 espositori e numerosi eventi e curiosità Annullata l’anno scorso a causa del Covid-19, la secolare Fiera regionale dei Santi di Luserna San Giovanni torna puntuale lunedì 1 e martedì 2 novembre, nel segno della tradizione e della ripartenza delle attività legate al mondo agricolo. Al centro del calendario delle manifestazioni, la fiera agricola, con la rassegna dei prodotti enogastronomici tipici locali, dei macchinari e degli accessori della meccanizzazione agricola nell’area degli impianti sportivi e la partecipazione di

circa 250 espositori. EVENTI E CURIOSITÀ Confermati l’apertura della fattoria didattica, il battesimo della sella e la mostra zootecnica, appuntamenti che da sempre richiamano un folto pubblico di agricoltori, operatori del settore, semplici appassionati e… curiosi. Tra gli eventi più attesi e coinvolgenti, la gara di mungitura, in programma martedì 2 novembre alle 15, con la sfida diretta tra gli allevatori del territorio.

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Fiere

Trattori, Eima svela le carte Dal 19 al 23 ottobre , alla rassegna internazionale della meccanica agricola a Bologna tutte le novità di prodotto e di gamma dei maggiori marchi La rassegna internazionale dell’Eima – dedicata alle macchine e alle attrezzature per l’agricoltura e il gardening, che si tiene a Bologna dal 19 al 23 ottobre prossimo – segna il debutto sulla scena fieristica di molte importanti novità. Aziende leader del settore agromeccanico presentano

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finalmente dal vivo le nuove gamme, dopo il lungo periodo di sospensione degli eventi fieristici a causa dell’emergenza sanitaria. TRATTORI PROTAGONISTI i ÊV «>ÀÌ Ê`i ÊÌÀ>ÌÌ À Ê molte le novità “in vetrina”: case costruttrici di prestigio e a dimensione

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globale come il gruppo Argo Tractors (con i marchi Landini, McCormick e 6> «>`> >®]ÊV iÊ iÜÊ Holland e John Deere (rappresentata dal concessionario Agribertocchi), e marchi celebri per i trattori specializzati come Antonio Carraro e il Gruppo BCS (comprendente anche i brand BCS, Ferrari e Pa-

squali) sono presenti con modelli di punta e anteprime assolute. Ê ÀÕ«« Ê À} Ê«ÀiÃi Ì>Ê novità per tutti i propri brand, e, per quanto riguarda in particolare il marchio Landini, sarà in scena con i nuovi Rex4 Stage V e i nuovi Mistral2, gamme specifiche per il vigneto e per le colture specializzate,


Fiere e i Serie 5, che nel segmento “utility” si distinguono per efficienza e comfort; dal vivo in anteprima assoluta anche Rex4 Electra – Evolving Hybrid –, già vincitore del Concorso Û ÌDÊ/iV V iÊÓäÓ£° CINGOLATI E DINTORNI John Deere avrà come modelli di punta il cingolato di nuova generazione 8RX 370, adatto al lavoro su terreni anche in forte pendenza, e nelle medie « Ìi âiÊ Ê `i ÊÈ£Óä Ê particolarmente indicato per le aziende zootecniche. iÜÊ > `ÊmÊ«ÀiÃi ÌiÊ Ê tutte le fasce di potenza, mostrando tra gli altri i modelli Boomer 45 e 55 stage V nel segmento intorno ai ÈäÊVÛ]ÊiÊ Ê Õ Û Ê/ÇÊ i>ÛÞÊ Duty, per la prima volta esposto in una fiera, nonV jÊ Ê/ÈÊ iÌ > iÊ* ÜiÀ]Ê primo trattore a metano di serie prodotto al mondo. i >Ê}> >Ê Ì Ê >Àraro si distingue la nuova serie Tora, comprendente Ê `i Ê-,8ÊxnääÉÈnääÊ Û V Ì ÀiÊ`i Ê V ÀÃ Ê vità Tecniche 2021, la serie w ÌÞ]ÊV «Ài `i ÌiÊ ½>ÀÌ V >Ì ÊÀiÛiÀà L iÊ-,ÇÈää]Ê e la serie Tony con gli ultimi modelli Tony 8900 TTR e Tony V 8700, con telaio a ponte anteriore oscillante. Ê}ÀÕ«« Ê -Ê iÌÌiÊ Ê

mostra i nuovi isodiametrici `i iÊÃiÀ iÊ -"ÊÎx]Ê -"ÊÈäÊiÊ -"ÊnxÊ ÊÊ >Ê Õ Û>Ê}> >Ê -"ÊÇäÊV «Ài `i ÌiÊ >Ê versione Dualsteer, vinciÌÀ ViÊ`i Ê V ÀÃ Ê Û ÌDÊ Tecniche 2021 - oltre che i modelli della serie SDT a ruote differenziate e motore a sbalzo. Le nuove soluzioni tecniche sono proposte all’interno delle gamme sia BCS, che Ferrari e Pasquali. CONCORSO INTERNAZIONALE Modelli di punta sono anche quelli che partecipano al concorso internazionale

Tractor of the Year promosso dalla rivista Trattori, iÊV iÊ>ÛÀ> Ê Ê Ê un’area all’aperto dedicata, nella quale poter sfilare davanti al pubblico. Ê `i Êw > ÃÌ ÊqʵÕ>Ìtordici in tutto prodotti da undici brand – sono, per la categoria “Tractor of the 9i>À»]Ê Ê >ÃiÊ Ê"«ÌÕ Ê 300 Cvz Afs Connect, il John Deere 7R 350 Autopower, il Massey Ferguson n-°ÎäxÊ Þ > 6/]Ê Ê iÜÊ > `Ê/È°£näÊ iÌ > iÊ Power e il Valtra T235 Direct. La seconda categoria in concorso è quella “Best

Utility”, e vede come finalisti i modelli Claas Arion {Çä]Ê Ê iiÀiÊÈ£Óä Ê Autopowr, Landini 5-120 Dynamic, Massey Ferguson x-Ê£{xÊ Þ > ÈÊiÊ6> ÌÀ>Ê A115 Hitech 4. La terza categoria, quella dei trattori “Best of Specialized”, vede in concorso Antonio Carraro Srx 5800, Carraro Tractors Compact Vlb 75, FerrariVega 85 Dualsteer e Reform Metrac H 75 Pro. La mattina del 19 ottobre, primo giorno di Eima ÌiÀ >Ì > ÊÓäÓ£]ÊÃ ÊÌiÀÀDÊ la cerimonia di premiazione dei modelli vincitori.

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Ortofrutticoltura

Cimice, risarcimento danni da cinque milioni e mezzo A seguito dei danni provocati dalla cimice asiatica relativi all’anno 2019, l’insetto infestante che colpisce piante da frutto, ortaggi e cereali, la Regione Piemonte ha attivato 5,5 milioni di euro di contributi per gli indennizzi alle imprese agricole piemontesi, somma che copre l’ammontare dei danni registrati in base alle richieste presentate dagli agricoltori all’Assessorato regionale all’agricoltura. MASSIMO CONTRIBUTO La somma deriva dal Fondo di solidarietà nazionale ed è stata stanziata dal Ministero alle Politiche agricole a favore del

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La Regione Piemonte attiva gli indennizzi alle aziende agricole colpite dall’insetto, erogando il massimo contributo ammissibile

Piemonte: complessivamente à ÊÌÀ>ÌÌ>Ê` ÊÈ]ÇÊ Ê` ÊiÕÀ Ê per il periodo 2020-2022. La Giunta regionale ha provveduto ad attivare questa somma stabilendo di erogare il massimo contributo ammissibile, fino all’80%, ad ogni azienda per il danno subito. Per l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa con questa azione si conferma l’attenzione della Regione verso questo grave problema di tipo biotico, esasperato dal cambiamento climatico in atto, sperando che le risorse siano di aiuto alle aziende piemontesi.


Enologia

La Lombardia taglia le rese del Pinot La Regione Lombardia ha approvato la delibera con cui si prevede di regolamentare la raccolta delle uve provenienti da vitigni di Pinot nero e di Pinot grigio idonei a produrre /Ê*À Û V >Ê` Ê*>Û >]Ê i` > ÌiÊ >Ê riduzione di resa massima di uva per ettaro. RESA MASSIMA ÊÀ viÀ i Ì Ê> Ê«À ` ÌÌ Ê«À Ûi i Ì Ê dalla vendemmia 2022 è stabilito che la resa massima di uva per ettaro sia ridefinita pari a: 17 tonnellate ad ettaro di vigneto di Pinot nero, idoneo alla rivendicazione della tipolo} >Ê` ÊÛ Ê /Ê*À Û V >Ê` Ê*>Û >ÊV Ê specificazione di vitigno Pinot nero; 17 tonnellate ad ettaro di vigneto

di Pinot grigio, idoneo alla rivendiV>â iÊ`i >ÊÌ « } >Ê` ÊÛ Ê /Ê Provincia di Pavia con specificazione di vitigno Pinot grigio. QUALITÀ E RICETTIVITÀ «Un provvedimento atteso da mesi. Serve un salto di qualità - ha dichiarato l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi - per rilanciare uno dei ÌiÀÀ Ì À ÊÛ Ì Û V Ê« ÙÊLi Ê`½ Ì> >]Ê con un potenziale enorme sotto il profilo enoturistico. Qualità e ricettività devono essere due delle parole chiave per il futuro dell’Oltrepò». Ê` > } ÊV Ê Ê Ã Àâ Ê Ê >Ê >}} Õ Ì Ê ÊmÊV ÃÌ> Ìi°Ê ʵÕiÃÌ Ê> Ê

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Regolamentata la raccolta delle uve provenienti da vitigni di Pinot nero e di Pinot grigio idonei a produrre Igt Provincia di Pavia abbiamo fatto un lavoro congiunto che sta portando a risultati concreti: progetti di enoturismo, il rinnovo del Consorzio stesso, il progetto Riccagioia che proietta questa zona come un epicentro dell’agricoltura italiana 4.0». GIUSTO VALORE «Vogliamo che le bottiglie dell’Oltrepò - ha proseguito - abbiano il

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giusto valore, sia per la redditività degli agricoltori che per le ricadute in termini di immagine su un intero territorio vitivinicolo, dove viene prodotto il 40% del vino lombardo. Occorre una visione unica tra enti istituzionali e mondo produttivo. La Regione c’è e in Oltrepò continuerà a essere vicina alle istanze territoriali». Ê«À ÛÛi` i Ì ÊmÊÃÌ>Ì ÊÌÀ>Ã iÃÃ Ê> Ê

Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, > ½ ëiÌÌ À>Ì ÊVi ÌÀ> iÊ`i >ÊÌÕÌila della qualità e repressione frodi `i Ê«À ` ÌÌ Ê>}À > i Ì>À Ê­ VµÀv®Ê - Ufficio di Milano, all’organismo di controllo Valoritalia, al Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese e alle Organizzazioni di categoria che hanno approvato la proposta di riduzione delle rese.


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Come dare continuità agli impianti di biogas Assicurare la possibilità di produrre energia elettrica da biogas per dare continuità agli impianti esistenti che non possono convertire la produzione a biometano; fare chiarezza sull’applicazione dei criteri di sostenibilità; mantenere in capo al produttore la disponibilità delle garanzie d’origine al fine di stimolare il mercato e la competitività al minor costo per i consumatori. Sono questi i punti di attenzione sullo schema di rece« i Ì Ê`i >Ê ÀiÌÌ Û>Ê,i`Ê Ê«iÀÊ valorizzare appieno il ruolo del biogas e biometano agricolo e stimolare la transizione agroecologica, illustrate dal presidente del Consorzio italiano biogas, Piero Gattoni, in audizione presso le commissioni riunite Ambien-

te e Attività Produttive della Camera. OCCASIONE IMPORTANTE « ÊÀiVi« i Ì Ê`i >Ê,i`Ê Ê Êdichiara Piero Gattoni - rappresenta un’importante occasione per poter disciplinare a livello nazionale tutti gli aspetti produttivi connessi alla digestione anaerobica attraverso un provvedimento attuativo unitario che metta a sistema le diverse modalità di sostegno, consentendo così di valorizzare la flessibilità di utilizzo e iÊ« Ìi â > ÌDÊ`i ÊL }>Ã°Ê ÊµÕiÃÌ Ê modo si sbloccheranno nuovi investimenti, indispensabili per la transizione agroecologica dell’agricoltura italiana, con nuove opportunità di sviluppo dei nostri territori».

Il Consorzio italiano biogas soddisfatto per la Direttiva Red II: «Ora serve un provvedimento attuativo unitario per dare certezza agli investimenti» OBIETTIVI SFIDANTI «Se accogliamo con soddisfazione lo schema di recepimento della direttiva, questo non può non tener conto dei nuovi e ancor più sfidanti obiettivi fissati con il nuovo pacchetto “Fit for 55” con il quale saranno riviste numerose direttive, tra cui parte della ,i`Ê °Ê ʵÕiÃÌ ÊV ÌiÃÌ ÊÀ ÃÕ Ì>ÊÃÌÀ>Ìi} co prevedere sin da subito indirizzi chiari che possano facilitare le aziende agricole nello sviluppo di nuovi investimenti e strumenti facilmente applicabili che tengano conto della specificità del settore per poter sfruttare appieno il ruolo dell’agricoltura nella transizione energetica», conclude Gattoni.

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Cherasco capitale di storia e gusto Ê«>À > Ê`i ÊÇÊ->murai di Akira Kurosawa e nemmeno dei Magnifici 7 diretto da John Sturges i ½ À > Ê Ì> Ê£ Èä°Ê Menzioniamo invece ben 7 secoli di storia della deliziosa città di Cherasco. Una storia passata da Federico Ê` Ê-ÛiÛ >]Ê`> Ê >Ã>Ì Ê`i Ê Savoia e quello dei Visconti, accarezzata e influenzata `>Ê ÃV> Ê6 Ì ââ ÊiÊ >« leone che impose il famoso armistizio di Cherasco, per arrivare alla recente Resistenza partigiana. Una storia che si respira tra le vie e i palazzi nobiliari, tra gli anfratti cittadini e il

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castello. Una storia che si presenta come il primo dei 7 motivi per raggiungere Cherasco nei due giorni di ottobre (sabato 23 e domenica 24) in cui “Gusta Cherasco” sarà un saporito e sfizioso evento di piazza. EVENTO REALE “Gusta Cherasco” è l’Associazione di promozione dei prodotti agroalimentari d’eccellenza e del turismo enogastronomico del territorio cheraschese. Una lodevole iniziativa nata dalla collaborazione tra Comune di Cherasco e Confcommercio Cuneo (Associazio-

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ne Albergatori Ristoratori Pubblici Esercizi e Operatori del Turismo). Un evento reale e non virtuale il secondo motivo per esserci, per gustare pregiati salumi, sfiziosi formaggi, grandi vini, specialità dolciarie della zona e non solo, della regione e non solo. ÊÃ>« À ÊV iÀ>ÃV ià ]ÊV iÊ i Baci, il Barolo, le chiocciole, i formaggi caprini, la salsiccia accompagneranno i gusti di altre zone del bel Paese. DEGUSTARE IL TERRITORIO Terzo motivo: degustare

il territorio e altre terre tra l’ospitalità di una città aperta, abituata da sempre ad organizzare eventi di rilievo: antiquariato, enogastronomia, arte e cultura. Celebri i mercatini e famose le mostre dei grandi pittori.“Gusta Cherasco” dal vino, in piazza ma al coperto. Ecco il quarto


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Sabato 23 e domenica 24 ottobre la città si trasforma in una grande Agorà dei sapori e delle eccellenze agroalimentari del territorio

Ì Û °Ê ÊV ÊÃ>À> Ê problematiche legate alle condizioni atmosferiche e sia il pubblico che gli espositori potranno godersi la 2 giorni in tutta serenità con le dovute precauzioni di legge per il Covid. Assaggi, degustazioni, laboratori e attimi di cultura enogastronomica. Per il

comparto vini la collaborazione con la Strada del Barolo e grandi vini di Langa, la Banca del Vino di Pollenzo e i vini del Versante Occidentale sarà una garanzia per tutti gli appassionati: il quinto motivo. ARTIGIANI E CONTADINI “Gusta Cherasco” sarà un

vero incontro tra gli artigiani e i produttori del vino e del cibo tra le mura stellate, quelle mura che trasudano di un passato nobile e aristocratico. Ma oggi Cherasco significa anche una scelta amplissima di luoghi dove pranzare e cenare ad altissimi livelli qualitativi. Tanti i ristoranti e le attività della ristorazione che offrono spunti di ogni genere per qualsiasi palato:

a voi la scelta! Sesto motivo. E per concludere e citare il settimo motivo come potremo dimenticare l’ospitalità dei cheraschesi e il desiderio degli amministratori comunali di mettersi in discussione, loro come tutti gli appartenenti all’Associazione “Gusta Cherasco”, un volere essere squadra per rendere la città per due giorni un grande Agorà di gusto e amicizia.

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Il G20 dell’agricoltura tra economia e ambiente Nella dichiarazione finale ribadito l’impegno a sconfiggere la fame nel mondo. Le Regioni sollecitano risposte su Prosek e Nutriscore Si è chiuso il G20 Agricoltura e i ministri, riunitisi a Firenze dal 17 al 18 settembre 2021, hanno approvato la dichiarazione finale in cui è stato ribadito l’impegno per raggiungere la sicurezza alimentare, nel contesto delle tre dimensioni della sostenibilità: economica, sociale e ambientale. FAME ZERO Per garantire sistemi alimentari sostenibili e resilienti, i ministri del G20 hanno ribadito la volontà di raggiungere l’obiettivo fame zero, minacciato anche dalle conseguenze del Covid-19. Pur con l’aumento della produzione, infatti, ancora un quarto della popolazione mondiale soffre d’insicurezza alimentare. Per i ministri del G20 il cambiamento climatico, gli eventi meteorologici estremi, i parassiti, le malattie di animali e piante e gli shock come la pandemia da Covid-19, richiedono À ë ÃÌiÊV À` >ÌiÊi`ÊivwV>V °Ê Ê«>Àticolare, si è deciso di non adottare alcuna misura restrittiva ingiustificata che possa portare a un’estrema volatilità dei prezzi alimentari nei mercati internazionali, e quindi minacciare la sicurezza alimentare.

CARTA DELLA SOSTENIBILITÀ Ê ÃÌÀ ]ÊV Ê >Êà ÌÌ ÃVÀ â iÊ`i Ê comunicato finale detto anche “Carta della Sostenibilità di Firenze”, desiderano rafforzare la cooperazione tra i membri del G20 e i paesi in via di sviluppo in materia di cibo e agricoltura per migliorare, condividere le conoscenze e aiutare a sviluppare le capacità di produzione interna più adatte alle esigenze locali, contribuendo alla resilienza e al recupero dell’agricoltura e delle comunità rurali. La Commissione Politiche Agricole (Cpa) della Conferenza delle Regioni ha incontrato il commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski e il ministro dell’Agricoltura durante la giornata del “G20 agricolo”. ISTANZE REGIONALI Per l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte si è trattato di un’occasione per riaffermare insieme agli altri assessori regionali di tutta Ì> >ʵÕi ÊV iÊà ÊÀ Ì i iÊiÃÃiÀiÊ ÊÌi Ê prioritari da affrontare per garantire lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura i Ê*>iÃi°Ê ÊV ÃÃ>À Ê >ÊÀ iÛ>Ì Ê come la nuova Pac possa contare su diversi strumenti adatti a sostenere

l’agricoltura italiana e le sue eccellenâiÊ«À `ÕÌÌ Ûi]ÊÀ iÛ> ` ÊV iÊ Ê Ì> >Ê le aziende di medio piccole dimensioni sappiano coniugare produttività, competitività e rispetto dell’ambiente. Su precisa richiesta del coordinatore della Cpa, il commissario ha rilevato che il Piano strategico nazionale potrà sicuramente riservare alle Regioni il livello di autonomia necessario per esercitare la potestà in materia agricola riconosciuta loro dalla Costituzione, al fine di rispondere al meglio alle esigenze di sviluppo dei diversi territori. PROSEK E NUTRISCORE Ê* i ÌiÊ Ã i iÊ> iÊ> ÌÀiÊ,i} Ê ha inoltre richiamato l’attenzione del commissario sul tema della tutela delle produzioni a denominazioni d’origine, recentemente ancora messa in discussione dalla richiesta croata di riconoscere la denominazione Prosek. Argomento collegato anche alla controversa vicenda del sistema ` ÊiÌ V iÌÌ>ÌÕÀ>Ê ÕÌÀ ÃV Ài]ÊÀ Ìi ÕÌ Ê dagli assessori regionali fuorviante per i consumatori e che rischia di penalizzare fortemente e ingiustamente le produzioni italiane.

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Attualità

Enogastronomia non basta la parola ÊÇä¯Ê`i ÊÌÕÀ ÃÌ Ê Ì> > Ê reputano fondamentale l’offerta gastronomica nella scelta della meta delle vacanze, il 90% desidera vivere esperienze legate al cibo durante il viaggio. Dati che, secondo Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico, rivelano l’importanza del settore nel trainare l’intero comparto. Di questo, e soprattutto di quale tipo di enogastronomia promuovere, si è discusso

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nell’ultima edizione di Cheese, a Bra. PIZZA E FORMAGGIO i iÊÀ ViÀV iÊV iÊÀ }Õ>Àdano il tema dell’enogaÃÌÀ >Ê Ê Ì> >]Ê` ÛiÀÃ Ê formaggi occupano le prime posizioni della classifica delle fonti di attrattività turistica, insieme alla pizza» ha spiegato Garibaldi nel corso dell’introduzione, sottolineando come le visite ai caseifici rappresentino una delle voci più gradite da chi si appresta a svolgere esperienze in viaggio. *iÀÊ >Ê«À >ÊÛ Ì>Ê ½ Ì> >Ê

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si doterà di un piano per il turismo enogastronomico» ha annunciato il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, che ha passeggiato per le vie di Bra incontrando i produttori dei Presidì

e fermandosi a dialogare e a degustare il macagn piemontese e lo storico ribelle lombardo. ORGANIZZARSI MEGLIO Ê ÃÌÀ Ê >ÊÀ V À`>Ì Ê


Attualità

A Bra il dibattito su agricoltura e turismo, con il ministro Massimo Garavaglia. Bene le Langhe, ma attenzione alla fuga dei contadini che il nostro Paese «ha un problema, quello di essere primo in Europa a gennaio nelle ricerche online e di ritrovarsi in quinta o sesta posizione per presenze a fine anno, al momento di verificare i dati», ma ha sottolineato che esiste una soluzione: «Per vincere la sfida che ci attende, cioè guadagnare nuove quote di mercato, è sufficiente organizzarsi meglio, mettere a sistema le risorse. Occorre far conoscere le ricchezze di cui disponiamo». LANGHE IN CATTEDRA È il caso delle Langhe e più in generale dell’intero À` ÛiÃÌÊ Ì> > ÊV i]Ê secondo il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, hanno saputo generare valore e promuovere un turismo legato all’enogastronomia grazie «al legame con l’identità del territorio, all’attenzione alla sostenibilità e alla produzione di

risorse sane». Secondo Carlo Petrini, presidente di Slow Food, c’è un altro aspetto da tenere in considerazione nel rispondere all’esigenza di offrire turismo: «Quello di garantire alle comunità che abitano il territorio di vivere bene, perché non può esserci turista felice se la gente che vive nel posto non lo è». Ê«Àià `i ÌiÊ` Ê- ÜÊ `Ê ha sottolineato che «i nostri borghi, i paesi più defilati rispetto alle località caratterizzate da grandi flussi turistici, stanno perdendo pezzi di socialità. ÊV Êà ʫ ÙÊ iÊL ÌÌi} iÊ alimentari, non ci sono più le osterie, scuole e nemmeno più i parroci». MARKETING TERRITORIALE Dalla tecnologia può arrivare un aiuto, secondo il ministro Garavaglia: «Grazie al digitale riuscire-

mo a far conoscere anche l’ultimo pezzetto del nostro bel Paese» ha detto. Prendendo in prestito una metafora artistica, ha aggiunto che le istituzioni possono rappresentare la cornice del quadro complessivo, ma che sta ai singoli territori il compito di dipingere bene il quadro complessivo, sfruttando anche i mezzi tecnologici di cui oggi disponiamo e lavorando sul marketing

territoriale. ALLARME SOCIALITÀ «Oltre a sviluppare le doti comunicative dei territori - ha concluso Petrini - abbiamo bisogno di mantenere in vita presidi di economia vera, anche per quanto riguarda le produzioni alimentari: perché se non ci sono più contadini, agricoltori e artigiani, che cosa potremo comunicare ai potenziali turisti?».

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Radici di Luciano Nicolino

Il saluto della veggente ai nostri agricoltori Nel quarantesimo anniversario delle apparizioni di Medjugorje, l’incontro de “L’Imprendotore agricolo” con Marija Pavlovic Lo scorso 25 giugno i fedeli della beata Vergine Maria, Regina della Pace, hanno festeggiato, non solo a Medjugorje, ma nel mondo intero, il quarantesimo anniversario della apparizioni. Dopo 18 mesi di pandemia di Covid19, contro ogni umana speranza, Medjugorje si è nuovamente À i « Ì>°Ê Ê«i i}À ÊÃ Ê arrivati sin qui da ogni > } Ê`i Ê ` °Ê Ê« ÙÊ numerosi sono arrivati dalla Polonia e da diversi Paesi dell’Est europeo e numerosi anche dal centro America e dagli Stati Uniti, pochissimi, invece, gli italiani. COLLOQUIO ILLUMINANTE Êà > Ê«À «À ÊµÕ Ê> Ê Magnificat, casa di accoglienza per sacerdoti e

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pellegrini, in compagnia di Paolo Lunetti e sua moglie Marija Pavlovic, veggente di Medjugorje. Marija, come al solito, con tanta pazienza e cordialità, accetta volentieri di rispondere ad alcune domande che le vengono poste. Prima che apparisse la Santa Vergine, in questo villaggio di contadini, aiutavi i tuoi genitori nei lavori agricoli? «Certamente, aiutavo in tutto quello che i miei genitori mi chiedevano di fare. Tante volte andavo al pascolo e tiravo il filo elettrico sulla collina in modo che gli animali non sconfinassero». Da ragazzina come immaginavi sarebbe diventata Medjugorje?

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«Pensavo che tanti, per motivi di lavoro, sarebbero andati via, magari in altri Paesi europei». Che idea ti sei fatta del perché la Madonna abbia deciso di apparire a Medjugorje? «La Madonna ha subito detto che è apparsa qui perché vedeva che in questo villaggio c’era ancora la fede». La Madonna ha subito conquistato tutti oppure c’era qualcuno che non credeva all’apparizione? «La stragrande maggioranza ha subito creduto». La gente di Medjugorje aveva dei periodi particolari in cui pregava e venerava con più devo-

zione la Madonna? - °Ê Ê iÃiÊ` Ê >}} ]Ê Ê mese di Maria, molto sentito da tutti. Tutti i giorni si recitava il santo rosario in casa oppure da amici o da vicini di casa». In questo periodo di pandemia come hanno reagito gli abitanti di Medjugorje? «Pregando molto, la chiesa di San Giacomo era sempre affollata». Da quanto tempo stanno arrivando nuovamente i pellegrini e da che paesi provengono? Ê«i i}À Ê ÊÃ Ê > Ê mancati completamente, in modo speciale ne sono sempre arrivati dalla Polonia, quella è una nazione dove c’è ancora la fede».


Vedendo da 40 anni la Santa Vergine, che dal cielo appare sulla terra, che emozione provi? «Quando arriva la Madonna arriva il paradiso, per questo ti posso dire che in paradiso si sta molto meglio che qui sulla terra». Secondo te, Medjugorje sarà ricordato perché qui saranno svelati i dieci segreti che riguarderanno il mondo intero, e il cuore immacolato di Maria trionferà? «Proprio così, la cosa più bella e importante è la vittoria di Maria Santissima sulle forze del male, e il suo cuore immacolato trionferà, e il mondo avrà un tempo di pace». Vuoi mandare un saluto a tutti gli agricoltori ed

Marija Pavlovic ai lettori dell’Imprenditore agricolo? «Ma certamente! Saluto tutti gli agricoltori, che il signore li benedica, anzi li strabenedica». SEGNI MIRACOLOSI Proprio in questi 40 anni di apparizioni, Medjugorje è diventato un autentico faro per il mondo intero, non a caso nel 1981 la Madonna appare presentandosi con il titolo di “Regina della Pace”, cosa assolutamente

necessaria per l’intera umanità, dando tanti messaggi molto significativi, richiamando tutti alla preghiera ed alla conversione e proprio lì, sulla collina delle prime apparizioni, lascerà un segno visibile, indistruttibile, e bellissimo, come testimonianza della sua effettiva presenza per così tanti anni. La partecipazione di tantissimi pellegrini, si calcola ben oltre i tre milioni ogni anno, tra cui tantissimi giovani, farà sì

che Medjugorie, già attualmente, ma ancor di più quando saranno svelati i dieci segreti, sarà la località più famosa al mondo. Solo la Santa Vergine può fare questo miracolo, trasformare un villaggio di umili contadini in un immenso santuario mariano.

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Attualità

Conviene stare a casa o andare a lavorare L’assessore all’Agricoltura della Lombardia: «Scarseggiano i lavoratori nei campi, ma i percettori del reddito di cittadinanza rifiutano i contratti» L’assessore regionale all’Agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi interviene con una serie di puntualizzazioni sull’effetto nel settore agricolo dell’attuale modalità di percezione del reddito di cittadinanza.

nelle aziende, soprattutto nel settore primario. Scarseggiano lavoratori nei campi, nelle stalle, trattoristi, operai nei caseifici e negli impianti di trasformazione. Ê«iÀViÌÌ À Ê`i ÊÀi`` Ì ÊÀ wÕtano i contratti: è questa la

DISINCENTIVO AL LAVORO «Troppe persone - spiega - preferiscono prendere il reddito di cittadinanza piuttosto che lavorare in agricoltura. Questo sussidio è diventato un disincentivo al lavoro

realtà e solo chi ragiona in modo ideologico non riesce a vederla. Le imprese sono in difficoltà, anche con la vendemmia». ASSISTENZIALISMO E MERITOCRAZIA «L’agroalimentare - ha ag-

giunto l’assessore - è fatto di lavoro, di imprenditoria avanzata. L’assistenzialismo è nemico di meritocrazia e sviluppo. ÊÀi`` Ì Ê` ÊV ÌÌ>` > â>Ê ormai si sta trasformando in reddito di nullafacenza. È necessaria una revisione profonda della misura, perché rischia a lungo termine di bloccare la crescita di un settore che rappresenta ½iVVi i â>Ê`i ½ Ì> >Ê i Ê mondo e in cui la Lombardia ha il primato sia per valore di produzione che di trasformazione». SERVE AGIRE Ê`>Ì Ê` ÃÌÀ> Ê Ê >Ê concluso Rolfi - come spesso il reddito di cittadinanza venga percepito anche da chi non vive sotto la soglia di povertà. Di fronte ai numeri serve una azione politica forte per non diffondere l’idea che sia più conveniente rimanere a casa rispetto a lavorare».

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L’invitato speciale

Il cardo in cucina oltre la bagna cauda Se citate i cardi ad un vero piemontese quasi certamente vi sentirete menzionare l’abbinamento con la celebre bagna càuda. ÊivviÌÌ ÊmÊ« ÙÊV iÊÌ « V Ê gustare la deliziosa bagna intingendovi svariate verdure sia crude che bollite e i cardi rappresentano uno di questi ingredienti: si usano freschi tagliati a «iââ °Ê ÊÀi> ÌD]Ê ½ ÀÌ>}} Ê in questione è molto più versatile in cucina di quanto si possa pensare. DIVERSE TIPOLOGIE Conosciuto da secoli,

il cardo appartiene alla famiglia delle Asteraceae e se ne possono trovare di svariate tipologie: Cardo Gobbo del Monferrato, gigante inerme, Mariano, di Chieri, di Bologna, selvatico, gigante di Romagna, Bianco Avorio di Andezeno e anche il cardo Û À Ê` Ê Ã >Ê`½ ÃÌ °Ê Quest’ultimo ho avuto il piacere di incontrarlo di recente da vicino in località Motta di Costigliole d’Asti presso una delle aziende agricole che lo produce; l’ho fatto in questo periodo perché se

c’è un prodotto autunnale e invernale è proprio il cardo: nel mio caso cardo Avorio. COME COLTIVARLO ÊV>À` Ê Û À ÊÃ ÊÃi >Ê nel mese di maggio, in genere ogni azienda ha il suo seme personalizzato, e lo si raccoglie dalla fine di settembre fino alla fine di gennaio. Viene seminato in pieno campo rispettando una distanza di circa 90x25 cm in modo scalare affinché si possa avere un prodotto destinato ad una vendita lunga

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L’invitato speciale

Alla scoperta del Cardo Avorio di Isola d’Asti, un ortaggio molto più versatile in cucina di quanto si possa pensare, tra storia e gusto nel tempo. Lo si raccoglie a mano estirpando la pianta ed eliminando la parte terminale delle foglie. Sono piante che possono arrivare ad un’altezza di 120 cm ed hanno delle peculiarità che si differenziano rispetto ad altre tipologie di cardo. Per esempio al palato risulta più dolce. Le piante che gli agricoltori utilizzano per la produzione del seme vengono coltivate in ambienti isolati e mantenute in produzione anche per 15 anni. Per avere un cardo bianco, o meglio Avorio, e dolce gli agricoltori tendono a coprire le piante con dei teli neri in modo tale che non prendano luce interrompendo

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così la fotosintesi, mentre ÊÌiÀÀi Ê`i ½>Ài> iÊ` Ê Ã >Ê d’Asti sono decisamente alluvionali e la loro valenza per il prodotto è indubbiamente importante. STORIA E GUSTO ÊV>À` Ê>ÀÀ Û¢Ê Ê ÕÀ «>Ê grazie agli scambi commerciali con il nord Africa, principalmente con l’Egitto, operati dai Greci e dai Romani e pur essendo una pianta amante del caldo si è più che ambientata al nostro freddo invernale. A quei tempi con molta probabilità era ben voluto non tanto come ingrediente culinario ma per i suoi benefici poteri curativi. ÊivviÌÌ Ê ÊV>À` Êà Ê

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composti principalmente di acqua e fibre ma sono altrettanto ricchi di potassio, calcio, sodio, fosforo i i i Ì Êv `> i Ì> °Ê Ê cardo, come il carciofo, appartiene al genere Cynara e, pur ricordando come forma il sedano, contiene la Cinarina una sostanza che conferisce un gusto amarognolo, come per il carciofo, ma addolcito in questo caso dalla mancanza della fotosintesi. CURIOSITÀ CARDELLINI Una simpatica curiosità legata al cardo abbraccia i cardellini. Questi simpatici e canterini uccellini sono ghiottissimi di semi di cardo al punto

che, quando i romani se ne accorsero, li battezzarono Cardueles, in italiano cardellini. C’è poi la storia dei cardatori di lana, ovvero coloro che un tempo cardavano la lana sulle spine dei germogli dei cardi; chiamati anche battilana hanno come patrono San Biagio. ÊÀi> ÌD]Ê` ÊÃÌ À iÊiÊ i}}i de legate al nostro principe degli ortaggi invernali ce ne sono tante e non solo di casa nostra, io però continuo a raccontarvi la mia e il mio incontro con l’Avorio. ORTAGGIO VERSATILE A Motta, con un tiepido sole e una temperatura decisamente invernale di


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L’invitato speciale da preparare). Arrivando ai giorni nostri non possiamo non citare il flan di cardi, la crostata di cardi o il cardone beneventano e i tre piatti che mi ha preparato Giovanna Soligo, cuoca contadina dell’agriturismo Cascina -> Ê >â>À Ê` Ê ÌiV >À Ê d’Asti.

buon ora al mattino ho seguito le fasi della raccolta, del taglio delle foglie superflue e del confezionamento per i mercati. Poi incuriosito dalla visione delle bianche piante ho pensato di gustarlo direttamente in cucina. E allora riprendo il concetto che stiamo parlando di un ortaggio versatile che ben

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si presta a svariate interpretazioni ai fornelli. Pellegrino Artusi nel suo famoso manuale ”La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” datato 1891 menziona alcune ricette con i cardi come: i cardoni in teglia, in umido, in gratella e con la balsamella (una béchamel dei Francesi ma leggermente più facile

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RICETTE PRELIBATE Cardi cucinati con passata di pomodoro e uova strapazzate nello stesso tegame, adagiati poi su fette di polenta preparata con il grano Marano. Ottima soluzione come antipasto o per l’aperitivo. A ruota dei Subric di cardi e patate. Si preparano facendo bollire sia i cardi che le patate poi si schiacciano entrambe e si miscelano aggiungendo all’impasto

un uovo e del formaggi grattato. Si formano con due cucchiai i Subric li si passa nel pangrattato e li si frigge velocemente nell’olio d’oliva. Subric è un termine piemontese che indica una sorta di crocchetta. w iÊ ÊV>À` ÊV ÌÌ ÊV Ê >Ê passata di pomodoro e la salsiccia di maiale. Tre piatti piacevoli decisamente stagionali da gustare quando fa freddo e da accompagnare con del buon vino della zona: Barbera ovviamente. Questo il mio recente incontro con il cardo Avorio ` Ê Ã >Ê`½ ÃÌ ]ÊÕ Ê«À ` Ìto della terra semplice e genuino, che non richiede trattamenti particolari per la sua coltivazione, che si utilizza per più ricette, salutare e rispettoso dell’ambiente. Un buon incontro!


Radici

Il soldato Carlo una famiglia mancata L’undici gennaio del 1941, in alta valle Smoktina, nel territorio albanese di Vermik, successe l’irreparabile: durante un violento attacco delle truppe greche, Carlo venne colpito a morte da diverse raffiche di mitragliatrice al torace e all’addome, mentre con la sua arma cercava di contrastare l’avanzata nemica al fine di mantenere la posizione che gli iÀ>ÊÃÌ>Ì>Ê>ÃÃi} >Ì>°Ê ÊÃÕ Ê corpo, nella notte, venne recuperato e sepolto più a valle nel piccolo cimitero di Vermik. SCOPERTA IMPORTANTE Molti anni dopo, siccome ho sempre cercato di capire come era morto mio zio Carlo, che era tanto amato e che io non ho mai conosciuto, se non per come me lo hanno sempre descritto sia mio padre sia tutte quelle persone che lo avevano conosciuto nella sua breve vita, ebbi l’oc-

casione di parlare con una persona che era con lui il giorno della sua morte. Rimasi senza parole quando mio zio Antonio (marito di Giovanna, mia zia e sorella di Carlo) mi disse che aveva conosciuto, a Fossano, durante uno dei mercati che frequentava con il suo banco della verdura, un certo signor Bosio e parlando con lui era arrivato ad una sorprendente V V ÕÃ i°Ê ÊÃ } ÀÊ Ã ]Ê sapendo che Antonio era di Savigliano, un giorno gli disse con un certo orgo} \Ê ÊiÀ ÊÃ `>Ì ÊV Ê un mio caro amico che era di Savigliano; si chiamava Carlo Gili ed è morto là, sul fronte greco – albanese». TESTIMONIANZA DIRETTA Mi immagino lo stupore di mio zio Antonio quando disse a quell’uomo: «Ma lo sai che Carlo Gili era mio cognato, il fratello di mia moglie?».

Di lì lo sconcerto di tutti e due, che si lasciarono con la promessa di ritrovarsi per parlarne ancora. Quando zio Antonio mi rivelò questo stupefacente incontro, organizzammo subito una visita a casa ` ʵÕiÃÌ Êà } Ài°Ê ÊiÀ Ê impaziente e galvanizzato da questa possibilità di sapere notizie nuove da una persona che realmente era presente all’epoca di µÕiÃÌ ÊÌÀ ÃÌ Êv>ÌÌ °Ê Êà } ÀÊ Bosio era anche lui del 1918, la stessa età di Carlo e alla fine degli anni 90 era già un uomo anziano, ma ancora molto in gamba, che viveva in una dignitosa casa colonica appena fuori Fossano, nella discesa che porta verso il viadotto dello Stura, con la moglie ed una bella figlia ventenne ancora da sposare. Suo padre, nelle presentazioni, ci disse con un misto di orgoglio e di amore paterno: «Questa è la più giovane di tre, è arrivata tardi, ma adesso ci

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Radici

La drammatica vicenda di un alpino saviglianese caduto sul fronte greco-albanese della Seconda Guerra mondiale, una storia comune a tanti giovani di allora mantiene allegri con la sua buona compagnia». Mi ricordo lo stupore e la curiosità di questa ragazza, vedendo me e zio Antonio che eravamo andati a fargli visita per un motivo insolito. INSIEME SUL FRONTE L’anziano uomo cominciò col dire: «Ero molto amico di Carlo, ma io non ero con lui quando è morto, perché, pur essendo della stessa Compagnia, io ero un salmerista mentre lui era un assaltatore». «Carlo – continuò - era veramente un bravo ragazzo, aveva sempre una parola buona per tutti ed era molto benvoluto dal capitano, perché non era un lavativo come tanti altri, lui si dava sempre da fare e non si tirava mai indietro. Quel giorno, l’11 gennaio di quel 1941, i greci avevano intensificato i loro assalti con il fuoco sempre più sostenuto e cercavano di sfondare anche con i mortai

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iÊ ½>ÀÌ } iÀ >°Ê Êv>ViÛ Ê >Ê spola, con i muli, da Vermik, dov’erano i depositi, alle diverse postazioni, per rifornirle di bombe a mano e munizioni. Gli avevo parlato in tarda mattinata, quando ero stato da lui alla sua postazione, poi alla sera con stupore seppi che Carlo Gili era caduto nel primo pomeriggio. Siccome eravamo molto amici, andai a parlare con i suoi due compagni di squadra, uno dei quali era stato ferito ad una coscia da una scheggia di bomba di mortaio, che mi raccontarono come realmente era andata. ATTACCO FATALE Durante un violento attacco nemico, come prevede la tattica militare, Carlo, dopo essersi assicurato una nutrita scorta di munizioni, mandò i due compagni dalla parte opposta del costone, meno esposta al tiro nemico. Era inutile stare tutti lì

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in quella posizione, in quel momento così pericolosa. Gli accordi, come al solito, erano quelli che lui avrebbe coperto con il suo tiro il loro trasferimento dopo di che, al suo segnale, loro due avrebbero fatto altrettanto nei suoi confronti. Ma non fecero in tempo ad arrivare al punto prestabilito, fra i proiettili che, picchiando nelle rocce rimbalzavano freneticamente e le bombe di mortaio che, scoppiando, sollevavano spruzzi di terra e pietre, quando si accorsero che l’arma di Carlo taceva e lui era stramazzato a terra. Subito segnalarono il fatto alle seconde linee, che immediatamente rioccuparono la postazione di Carlo che, morente, riuscì a segnalare ai nuovi arrivati le sorgenti del fuoco nemico. ÊÕ Ì ÊÀ>VV > `¢Ê> Ê commilitoni di fare sapere ai suoi famigliari il contesto della sua morte. Andammo a prelevare il corpo di Carlo

la sera tardi, approfittando della notte. Le postazioni avevano contenuto tutte il poderoso attacco nemico, ma continuavano ad essere comunque molto esposte». FAMIGLIA MANCATA A questo punto non sapevo più cosa chiedere a quel brav’uomo perché avevo saputo tutto quello che desideravo sapere ed eravamo tutti e due commossi, fra lo stupore di quella giovane figlia che non era preparata e non aveva mai sentito suo padre parlare così intimamente di quei giorni particolari. Da parte mia, prima di accomiatarci guardavo quella famiglia e pensavo alla famiglia mancata di Carlo e alle spaventose brutture della guerra. Giancarlo Gili (da “La storia di Carlo – Un alpino caduto sul fronte greco/albanese” - Fusta editore).


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