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Genitori e devianza

di

Matteo Mercurio e Virginia Iarusso

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Il modo in cui un genitore si rapporta con i propri figli, le sue scelte educative, la libertà che deciderà di lasciar loro porteranno ad una serie di conseguenze ed alla formazione vera e propria del figlio in questione. Si pensi ai genitori che difendono costantemente il comportamento del figlio, o altri che lo disconoscono, si pensi a genitori poco collaborativi, o, peggio, a genitori impegnati in importanti problematichesanitariedialtrifigli…

Ogni disattenzione di un genitore, ogni inclinazione alla sottovalutazione di un problema, ogni propensione a sovrastimare capacità o meriti, ogni “troppo” o “troppo poco” concorrono al comportamento deviante dei propri figli. Tuttavia, è difficile comprendere le vere motivazioni che spingono un giovane ad intraprendere una vita criminale: può essere colpa dell'ambiente sociale in cui si cresce, o addirittura di esempi familiari da emulare; non è escluso, infatti, che un giovane possa essere avviato ad una carriera malavitosa proprio da un genitore. Nel documentario del giornalista Michele Santoro, Robinù, una donna testimonia l'esperienza del figlio, attualmente in carcere, e di quanto il comportamento di suo padre abbia influito su di lui. La donna afferma: «Colpa del padre, perché suo padre pensava solo al lavoro, non al figlio. Andava con gente malamente,eancheTaieb(ilfiglio,n.d.r.)havistosuopadrefrequentaregente malamente e lo ha fatto anche lui. Ha visto il padre sparare, fare di tutto e lo sta facendo anche lui. Sono stanca della mia vita, di tutto. Sono stanca di quello che fa mio figlio. Sono stanca, ma sono la mamma, e la mamma deve sbattersi sempre per lui. Io, la mamma, faccio tutto». Pur contraria allastradacheilfigliohadecisodipercorrere,ladonnaèrassegnata,capisce che i principiche ilpadre ha trasmesso alfigliohanno portato a determinate conseguenze, e quindi lei non può fare altro che sostenere suo figliocomesolounamadrefarebbe. Non è infrequente, però, che ci siano genitori ignari delle scelte malavitose di un figlio. Un'altra madre, nel medesimo documentario, afferma: «Per 28 mesi sono andata al carcere, e per tutte le mamme non è bello vedere un figlio là dentro. Ha fatto uno scippo, è sbagliato, doveva pagare,èstatogiustochehapagato.Maperché,lamammanonsapevaquello che faceva il figlio? No, io non sapevo niente di mio figlio. Mio marito è un semplice comunale, io sono casalinga. È una famiglia semplice, modesta.

Forse gli avevo dato un po' di spazio, più libertà… Questo sarà stato il mio sbaglio? Forse è questo. Ora vorrei che aprisse gli occhi, per dirgli “Vedi comestosoffrendo?Mistodannando”».Ilragazzoinquestioneproviene da una famiglia semplice, con una buona educazione, e quindi anche la madre inizia a chiedersi come sia stato possibile che da un giorno all'altro suofiglioabbiapotutosentirelaspintaversoprincipilontanidaquellitrasmessiglidall'educazionericevuta.Ladonnaattribuisceasélacolpadella devianzadisuofiglio,allatroppalibertàedall'eccessodifiducia. Per comprendere meglio le cause per cui i ragazzi tendono a trasgredire è fondamentale capire anche il loro punto di vista, infatti a livello psicologico e relazionale nella sfera di vita di questi ragazzi ci sono alcune caratteristiche che possono essere identificate come fattori predittivi, come maltrattamentiopiùcomunementetraumiinetàinfantile,checonlosviluppodell'etàinfluenzanoneiminorenniazionicriminali.Ingeneresiconcorda nel ritenere la mente del bambino una tabula quasi rasa su cui si incidono, felicemente o infelicemente, impressioni e nozioni. Il genitore, d'altro canto, è come una penna che ha lo scopo di riempire completamente la tabula, in modo da garantire una buona formazione e una felicitàcostantefindall'infanzia,prevenendoletentazionichelastradadella criminalità può offrire, con gli inganni dei facili guadagni, del potere e del piaceresenzafreni.

Vale la pena citare William Godwin: “Il vero oggetto dell'educazione, come quello d'ogni altra morale disciplina, è la formazione della felicità”, ma il problema è che il concetto di felicità è talmente relativo, da subire spesso deformazioni, assumendo addirittura un significato così individuale,danontenereinnessunaconsiderazioneildirittodeglialtri.

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