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L’impossibilità di sfuggire a un destino segnato
from ViaLibera n. 3
by LiceoRummo
di Gerardo Zuzolo
Il futuro di ogni individuo può essere influenzato da vari fattori come per esempio: le scelte e le azioni della persona stessa, le circostanze esterne,leinfluenzesocialieculturali,l'ereditàgenetica,l'ambienteincuiviveemoltialtrifattori.
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NelfilmLaparanzadeibambiniquestoargomentosaltasubitoall'occhio: i protagonisti, un gruppo di adolescenti si trovano in una situazione in cui le opportunità di crescita personale e di sviluppo sono estremamente limitate. La mancanza di istruzione adeguata, l'assenza di infrastrutture e la disoccupazione dilagante rendono difficile per questi giovani immaginareunfuturodiversodaquellochelicirconda.Inbrevenoisiamogliartefici del nostro futuro, quindi qualsiasi scelta decidiamo di compiere detterà il nostro futuro; ma in alcune circostanze, le scelte fatte da un individuo potrebbero essere influenzate sia dall'ambiente e sia dalle persone con cui l'individuo spende il tempo libero. Per questo, un ambiente in cui domina la criminalità può avere un impatto significativo sulla vita e sul futuro di un individuo. Le persone che vivono in contesti dominati dalla criminalità sono esposte quotidianamente a svariate forme di violenza, corruzione e pressione sociale, che però rischiano di presentarsi come l'ordinarietà,la“regoladivita”allaqualesitenderàaconformarsi.Questi fattori possono influenzare il loro comportamento e le loro scelte, spingendoli ad entrare in contatto con la criminalità, diventare vittime o autori di atti illeciti o sviluppare atteggiamenti disfunzionali nei confronti dellalegalitàedellamoralità.
Tuttaviailfilmnongiustificanéglorificalacriminalità.Anzi,mostraleconseguenze tragiche che la scelta di abbracciare la vita criminale può avere sulla vita dei giovani e su quelle delle persone a loro vicine. Il film invita lo spettatore a riflettere sull'importanza di offrire ai giovani opportunità di crescita e sviluppo, oltre a sottolineare l'importanza dell'educazione e dellaprevenzionepercontrastareladiffusionedellacriminalità.
«Don Vittorio l'Arcangelo, voi non avete uomini ma tenete le armi. Io tengo gli uomini ma la santabarbara che tenite vuje me la posso solo sognare.»
Nicolas «Maraja»

Bambini con la pistola
di Elisa De Ioanni, Francesco Gennaro Galietta, Emanuela Guerrera, Marika Petrillo e Guido Volpe
Nicolas, soprannominato il Maraja, capo della paranza dei bambini, un gruppo di ragazzi le cui età varianodai14ai16anni,cercaconquesteparolediotteneredellearmiconlequaliassicurarsiilcontrollo di una piazza di spaccio affidatagli dal boss rionale. Uno dei motivi principali dell'avvicinamento dei giovani alla violenza e alle armi è la necessità di ottenere il predominio sulle “piazzedispaccio”,un'attivitàche,comesisa,èsicuramenteillecita,maassolutamenteredditizia.Il protagonista inizialmente è spinto ad intraprendere questo “lavoro” con lo scopo di aiutare la sua famiglia, ed in particolare la mamma, la quale non riesce a sostenere i costi del “pizzo”, che andavano man mano a gravare sulla situazione economica dei piccoli imprenditori. Saldati i debiti, il Maraja e la sua paranza, abbagliati dallo splendore della ricchezza, non solo non abbandonano la cattivastradapercorsafinora,anziespandonoulteriormenteilloromercato.
Il problema delle devianze minorili si combatte sin dalla nascita. Alcune famiglie lottano al fine di ostacolarle,mentrealtreleappoggianoelefavoriscono;parliamodispaccio,violenzaeusodiarmi. Nella maggior parte dei casi quest'ultima questione torna utile alla società, ma in altre situazioni va a creare effetti negativi indirizzando i giovani verso la violenza, aumentando in loro l'aggressività e la rabbia interiore, che viene poi sfogata nel peggiore dei modi. A partire dalle pistole giocattolo, oppure dagli sport praticati con le armi, come il tiro a segno, i bambini sin da piccoli vengono istruiti all'utilizzo di queste ultime. Non tutti sanno che oggi in Italia anche i minorenni possono praticare il tiro a segno con armi ad aria compressa già a partire dall'età di 10 anni. Ma anche con vere armi da fuocogiàdai14anniconunasempliceautorizzazionescrittadeigenitori.Mac'èdipiù:aiminorenni in Italia è permesso l'accesso anche a delle vere e proprie fiere di armi. In questo caso è sufficiente chesiano"accompagnatidaunadulto",cioèunapersonacheabbiacompiutoalmeno18anni,nemmenodaigenitori.Addiritturaperiragazzifinoa13annil'ingressoègratuito. Ormai è molto frequente vedere un minorenne con un'arma da fuoco, ma è proprio questa facilità che deve allarmare la società odierna... Occorre chiederci come mai la violenza sia così diffusa soprattutto nei giovani e cercare le risposte e le cause dal principio, ovvero dall'infanzia e dall'educazione ricevuta. Educare un figlio è un compito complesso, provoca felicità e allo stesso tempopaureedincertezze;per“educare”nonsiintendesoloinsegnarecoseecomportamenticorretti, ma anche insegnare a vivere, ad affrontare i cambiamenti e le avversità. Non esiste un “manuale”deibravigenitori,masicuramenteilloro“mestiere”devebasarsisulprincipioditenereipropri figli lontano il più possibile dalla violenza e dall'illegalità. Contribuisce in modo determinante all'educazione dei giovani anche la scuola, che funge da manifesto di propaganda per la lotta alla mafia,infattisonomoltelemanifestazionivolteallasensibilizzazionedeigiovaniall'argomentopartendo dalla loro quotidianità. L'ambiente scolastico condiziona molto le scelte dei ragazzi, infatti la cultura dovrebbe indirizzarli sulla retta via, ma non tutti traggono il giusto insegnamento da ciò che apprendono, cosi come Nicolas che apprezza Il Principe di Machiavelli, poiché afferma di voler comandarecomelui.
Oggi ognuno tende a considerare “normale” la situazione drammatica di giovani coinvolti in azioni illecite;perquestobisognareagire,ognunonelpropriopiccolo,poichéciòchespaventadipiùnonè laviolenzadeicattivi,mal'indifferenzadeibuoni:avoltel'indifferenzaèpiùcolpevoledellaviolenza stessa.