
5 minute read
Società deviata o deviante?
from ViaLibera n. 3
by LiceoRummo
Il saggio Devianza e microcriminalità minorile nel Mezzogiorno: perché non è solo questionedidisoccupazione,scrittodaGiacomodiGennaroepubblicatodall'UniversitàCattolica del Sacro Cuore, evidenzia, come specificato anche nel titolo, la variabilità del primo termine del rapporto causa-effetto riguardante la criminalità e, in particolare, la microcriminalitàminorile.
Nella premessa, l'autore offre una prospettiva che a molti lettori potrebbe apparire singolare:mentredisoccupazioneeprecariecondizionieconomiche,secondolestatistiche più recenti, sono determinanti soprattutto nell'ambito dei reati violenti, le devianze minorili sono attribuibili non tanto al contesto sociale di appartenenza, quanto alla percezionecheilsoggettohadiessostesso.
Advertisement
Tuttavia prima di ampliare questa argomentazione, l'autore si preoccupa di dare una spiegazione fondata su dati attendibili riguardo ad una convinzione “all'italiana” che sembra avere di fatto una motivazione alquanto logica. L'Italia meridionale è per antonomasia la zona della nazione più “incline” alla criminalità organizzata. D'altra parte, negli ultimi decenni al nord si sta registrando un alto tasso di reati commessi da gruppi stranieri. Questo perché nel meridione la presenza oppressiva di grandi gruppi criminali limita l'attività illecita di individui stranieri, che, invece, trovano “terreno fertile” nei luoghi in cui le suddette organizzazioni non palesano la propria presenza. Ciò si rispecchia nella devianza minorile, principalmente per la mentalità creatasi nel contesto sociale. Al sud osserviamo delle persone rassegnate al terrore del crimine, e dunque dei giovani propensi a diventare parte integrante del “sistema dell'illegalità” sviluppatosi. Questo, insieme al calo nella medesima zona delle denunce dei reati minorili, e quindi ad un atteggiamento di maggiore tolleranza nei confronti di essi, alimenta il perpetrarsi della criminalità giovanile. Nelle regioni centro-settentrionali, invece, la devianza minorile prevale tra gli immigrati irregolari. Tra le numerose cause di questa differenziazione, l'autoresottolineachealSud,oltreanonriuscireadinserirsiintessuticriminalicosìradicati e consolidati, gli immigrati trovano un ambiente similare a quello del loro paese natio, e quindi il soggetto, trovandosi più a suo agio, tende meno a compiere gesti criminali.
Inoltre i ragazzi nel mezzogiorno sono vittime di un costante relazionarsi all'ambiente dell'illegalità e spesso diventa consuetudinario normalizzare determinate attività che invece andrebbero biasimate. Dunque non è più la condizione economica del singolo ad essere determinante, bensì lo è l'atteggiamento di accettazione perorato nei confronti della microcriminalità minorile stessa. Per di più l'adolescente, estremamente vulnerabile in quel determinato periodo della sua vita, prende le distanze dal processo formativoesitrovaprogressivamentecoinvoltoinunadimensionedicuipoidiventeràvittima. Nel meridione, infatti, il tasso di evasione dall'obbligo scolastico - ci fa notare l'autore - è particolarmenteelevato.
È possibile asserire che ciò, in concomitanza con lo sviluppo di attività economiche illegalisemprepiùfiorentieilconseguenteeffetto“pull”chelaprospettivadiunadisponi- gio di fare, se ne ritrova derubato per mano di una criminalità che in qualche modo sta diventando quotidianità. bilità economica crea per i soggetti, costruisce intorno al minore un ambiente che rende difficile l'astensione dalla violazione delle leggi. Dunque il comportamento criminale degli adolescenti può anche essere considerato frutto dell'apprendimento sociale, come sostiene Albert Bandura, secondo cui la formazione socio-culturale di un individuo non puòprescinderedalcontestoincuisitrova.Ledevianzecriminali minorili non sono altro che espressione della tendenza che l'uomo ha di emulare coloro che ammiriamo o che riconosciamo essere in una posizione autoritaria. Oppure, più semplicemente, tendiamo a comportarci nell'unico modo che ci è stato insegnato per tutta la vita e nel momento in cui siamo abbastanza “grandi” per prendere le distanze da questi atteggiamenti consuetudinari, non sempre riusciamo a farlo. Non sempre siamo capaci di compiere scelte non conformi a ciò che abbiamo “appreso socialmente” La spersonalizzazione che ha luogo negli ambienti criminali, e la conseguente deumanizzazione dell'individuo, fanno sì che un ragazzo, con la sola colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato,sitrovivincolatoadimpersonareproprioquelsoggetto a cui non rimane più nulla di soggettivo. Il diventare inconsapevolmente parte di complesse organizzazioni criminali sin dalla preadolescenza porta via al ragazzo fino all'ultimo atomo di ingenuità che la sua età avrebbe dovuto donargli e, invece di farne uso come molti suoi coetanei hanno il privile-
Di fatto, il soggetto che compie un'azione eticamente scorretta, e in questo contesto anche legalmente, tende ad autoassolversi, fenomeno che si amplifica tra gli adolescenti. Il pericolo delle devianze minorili sta quindi proprio nell'indole del ragazzo che gli impedisce di prendere reale contezza delle conseguenze legate alle sue azioni, il che lo porta a compierle in maniera sconsiderata e senza alcuna paura né coscienzadell'avvenire.
Questa è l'età in cui ci si sente invincibili, esenti da ogni senso di colpa. L'autocoscienza, purtroppo, tarda ad arrivare e, quando finalmente abbaglia il senso interno di quel ragazzo che è diventato uomo, non c'è piùnulladafare.

Ma basterebbe quindi tentare di risolvere le problematiche sociali, istituzionali ed economiche nei contestimaggiormenteindifficoltàpergarantireagliadolescentiunalibertàalmenoparziale?Oppure,michiedo, ci si ritrova ormai congestionati in un traffico illegale così fitto da non lasciar passare alcuna speranza diprogresso?

Tante sono le leggende tramandate circa la nascita delle organizzazioni criminali, in particolar modo della Camorra napoletana. Le due ipotesi prese in esame sono forse le più fantasiose e improbabili, ma sicuramente le più affascinanti.
Alle origini tra storia e leggenda
di Emanuele Viola
Osso, Mastrosso e Carcagnosso furono tre fratelli cavalieri appartenenti ad una setta segreta spagnola del XV secolo. I tre fratelli, dopo aver perso la sorella, si vendicarono con la stessa moneta dell'assassino scontando una lunga pena in un carcere di una remota isola aragonese. I tre cavalieri gettarono le basi delle organizzazioni criminali italiane che tutti noi oggi conosciamo, scrivendo codici di onore, regole, riti di affiliazione e simboli con l'intento di ricostruire una società senza ingiustizie da parte dei potenti. Dopo aver scontato la pena, Osso rimase in Sicilia fondando “Cosa Nostra”, Mastrosso attraversò lo Stretto di Messina e stabilitosi in Calabria fondò la “'Ndrangheta”, mentre CarcagnossosifermòinCampania,luogoincuidiedevitaallastrutturadellaCamorra.

Altra versione circa la nascita della “mafia napoletana” venne data nel 1911 durante il processoCuocolodapartedelgeneraledeicarabinieri.SipensachelaCamorraabbiaorigini spagnole e che sia nata nel 1654 tramite Raimondo Gamur, condottiero iberico che in carcere conobbe 5 napoletani e che insieme formarono “La Bella Società Riformata” chetuttifinironoperchiamarecamorra(storpiaturadialetticadiGamur).
Leipotesisonoqueste,malarealtàdeifattièbendiversa.Lacamorraeffettivamenteproviene dalla Spagna, in particolar modo dalla “Confraternita della Guardana”, una sorta di massoneria fondata a Siviglia e specializzata nell'organizzazione di delitti fin dai tempi dei Borboni. Il termine “camorra” lascia ipotizzare diverse etimologie: potrebbe derivare da“gamura”,unagiacchettamoltostrettaepreziosautilizzatainSpagna,maèpiùverosimile che il nome dell'organizzazione si leghi al gioco della morra, svolto principalmente nelle “ca-morra” (case della morra) e spesso degenerato in rissa e violenza tra i partecipanti.
La camorra oggi si presenta come una sorta di aristocrazia del popolo, aiutando, finanziando e dando lavoro a chi ne ha bisogno, ma svolgendo numerosi atti illegali. Le attività dell'organizzazione campana sono molteplici: da un inizio caratterizzato da un “semplice” contrabbando di sigarette, è passata a gestire il traffico di droga in Italia e non solo, in particolarmododimarijuanaecocaina.
Perorganizzareun impero così forte,lacamorra si basa su ruoligerarchici,in cui ogni affiliato ha un compito preciso. Ci sono i finanziatori, cioè boss dirigenti che controllano le retidellemercidavendere,gliorganizzatorichetrattanol'acquisto,icapi-piazza,responsabili della zona a loro affidata, gli spacciatori ed infine le sentinelle, i veri e propri occhi dellapiazzadispacciochetutelanoipushereiclienti.
Oltrealcontrabbandodisostanzestupefacentilacamorrasiinteressaanchedi:
Estorsione e usura: gli affiliati esercitano una forte pressione sui commercianti e le imprese locali, imponendo il pagamento di una sorta di "tassa di protezione", o “pizzo”, pergarantirelasicurezzadellaloroattività.
Smaltimentodeirifiuti:lacamorraèstatastoricamentecoinvoltaneltrafficoenellosmaltimento dei rifiuti tossici, spesso abbandonati illegalmente in discariche abusive o in zoneincontrollate,provocandodanniambientalinonindifferenti. Frode e corruzione: la camorra è spesso coinvolta in attività di frode e corruzione, influenzando le decisioni dei politici locali e degli appalti pubblici,promettendoincambiovotiperleelezionipolitiche. Oggi la camorra è attiva su scala mondiale contando più di 6000 affiliati e un profitto annuo di circa 33 miliardi di euro: con il solo spaccio di droga, secondo la procura antimafia di Napoli, la camorra guadagnacirca15milionidieuroalmese.
In seguito alle scissioni avvenute nel nucleo originario dell'organizzazione camorristica, soprattutto dopo l'arresto del boss Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata, e con i boss in prigione o morti in guerre tra clan, la certezza diventa una sola: a comandare ci saranno affiliati sempre più giovani, ragazzini che per il potere sarebbero disposti a tutto seguendo le orme dei grandi boss mafiosi. La differenza tra loro e i loro coetanei è che la via che scelgono è quella delle armi e della droga, poiché è l'unica strada per essere vincenti e per diventare ricchi senza “sporcarsi le mani di onestolavoro”.