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di Alessia Luciani pag

La donna in pittura

di Alessia Luciani

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Avete mai provato a digitare sul web "immagini di quadri famosi", no? Tranquilli, vi regalo uno screenshot dei risultati di questa ricerca:

Sgomitare anche per dipingere

Dalla ricerca emergono opere di Salvador Dalì, di Leonardo Da Vinci, di Jan Vermeer, di Vincent Van Gogh... insomma ce n'è per tutti i gusti! Ma aspettate un momento, come mai questi autori sono tutti uomini? Mi sembra che anche le donne abbiano avanzate capacità artistiche... o mi sbaglio?

La donna è sempre stata il soggetto di numerose opere d'arte fin dalla preistoria con le veneri, per poi passare al Rinascimento dove diventa la protagonista indiscussa. Fin da sempre è associata alla fecondità e al divino, non può quindi assolutamente mancare nella lista dei soggetti più in voga nel mondo della pittura. Tuttavia ha incontrato moltissime difficoltà ad entrare nel mondo degli artisti, fatto di numerosi stereotipi e infiniti pregiudizi. In fondo anche oggi se si chiede ad un bambino di disegnare un/un'artista, con molta probabilità vi disegnerà qualcosa del genere...

Pur non avendo specificato il sesso del personaggio da rappresentare, il bimbo vi raffigurerà un uomo, potete starne certi. Magari il pittore avrà i caratteristici baffetti e l'immancabile basco. Ma sapete che le pittrici hanno dovuto lottare moltissimo per essere riconosciute come tali? Ora vi parlerò di alcune di loro, ricordiamoci però che le donne di cui vi racconterò sono solo una minima parte, e magari non rappresentano neanche le situazioni più gravi. Partiamo con un'artista italiana, Sofonisba Anguissola, originaria di Cremona. Il padre pittore, le permise di imparare a dipingere, ma le proibì di studiare le tecniche più importanti, quali la prospettiva. La pittrice allora iniziò con i ritratti, per i quali si distinse arrivando in varie corti europee. Pur essendo così portata per la pittura, e arrivando più lontano di molti pittori, veniva pagata non in denaro, ma in proprietà o oggetti preziosi. Tutto ciò veniva fatto solo per non permetterle di arricchirsi, poiché per le leggi del tempo, i beni della moglie passavano automaticamente al marito, che quindi nella coppia, ha il potere totale.

questa donna con la sua forza di volontà, riuscì a trasformare quest'ostacolo, in un trampolino, dalla quale traeva successo e fama. Élisabeth Vigée Le Brun, condivideva la passione del disegno con il padre, e alla sua morte continuerà il suo hobby, che diventerà talmente fruttuoso da permetterle di sostenersi da sola, facendo di questa passione un lavoro. Ancora una volta, come succede ad una donna che vive in una società maschilista, che svolge il lavoro fino ad allora svolto da un uomo, viene ostacolata, e in questo caso particolare, accusata di rubare i quadri al marito (mercante di opere d'arte). Marie Guillemine Benoist fu una nota pittrice francese. Cominciò il suo percorso frequentando l'atelier di un altro artista, grazie al quale diventò la pittrice ufficiale dell'impero. Il suo percorso è davvero interessante: partì con temi molto comuni, quali la mitologia e l'antichità in generale. Con l'aumento della fama e soprattutto delle competenze pittoriche, rappresentò anche donne di colore. Inizialmente queste opere ebbero molto successo, ma con il passare del tempo si iniziò a vederle come uno scandalo. Pochi anni dopo, Napoleone modificò le leggi allora in vigore, e dichiarò le

donne incapaci di prendere decisioni giuridiche, un po' come si fa oggi con le persone incapaci di intendere e di volere...

Artemisia Gentileschifu una Donna incredibilmente forte e determinata a superare tutte le difficoltà che la vita le mise davanti. Già a 12 anni perse la mamma, ma proprio questo tragico avvenimento le consentirà di scoprire il suo talento, passando molto tempo con il padre pittore. Anche se molto portata, nel '600 non era consuetudine che le donne frequentassero le accademie, così fu il padre stesso a darle lezioni, ponendole allo stesso tempo molti limiti. Il padre fu molto amico di un pittore poco raccomandabile anche con diversi precedenti, al quale consentì di dare lezioni private di pittura alla figlia. In assenza del padre, il collega stuprò la figlia, che venne talmente segnata da questo evento, da raffigurare in molte sue opere figure maschili che vengono uccise o battute da donne. Vi era però un ulteriore problema: a quel tempo le donne venivano viste come un oggetto da conservare per il futuro marito. Naturalmente Artemisia essendo stata brutalmente violentata, aveva perso anche “il suo valore”. Avete presente quando andate a comprare un telefono nuovo e il negoziante vi raccomanda di non aprire la confezione per cambiarlo per evitare che perda il suo valore? Ecco è esattamente lo stesso principio… Artemisia e il padre stringono un accordo con il pittore, che promise di sposare la ragazza. Successivamente però si scoprirà che l'uomo era già sposato. Dopo circa un anno, il padre di Artemisia denuncia l'uomo non per aver violentato la figlia, ma per averla “privata della verginità”. Il pittore durante il processo provò ad accusare la ragazza di essere una poco di buono, così ella fu costretta a testimoniare sotto tortura. L'uomo, infine, venne condannato a 5 anni di esilio, che tra l'altro non scontò. Artemisia, si trasferì a Firenze sposando un altro uomo e accettando molti incarichi per mantenere il dispendioso stile di vita del marito. La sua vita, anche se relativamente migliore, non fu semplice dopo il matrimonio, dovendo sottostare alle numerose regole dell'epoca unicamente in

quanto Donna.

Avete notato come queste grandi artiste abbiano ereditato la loro passione sempre e solo dal padre e mai dalla madre? Questa è solo un'ulteriore conferma di quanto il maschilismo sia insidioso, tanto da intrufolarsi in ogni angolo, in ogni campo, proprio come un ratto. Dobbiamo però trovare un buon metodo per estirparlo del tutto, un po' come le erbacce, che se estirpate con forza e alla radice, non riescono più a rinascere.

Com'è la condizione della donna nel campo degli artisti oggi?

Al giorno d'oggi l'idea di Donna è molto diversa, non è più solo un bel soggetto da rappresentare… Frequento un corso di pittura da ormai poco più di 10 anni, ovvero da quando ne avevo quasi 7. Ero così piccola, ma per me era spontaneo disegnare, dipingere con i primi colori che trovavo nell'armadio e inventarmi creazioni nuove, non sempre bellissime precisiamolo. A quell'età, non ti rendi conto che nascendo anche solo 100 anni prima, la libertà di colorare e dipingere, non sarebbe stata così scontata. Ricordo bene il primo giorno in atelier: era proprio come lo immaginavo, una grande stanza colma di quadri appesi alle pareti e pittori, uomini e Donne, che indossavano l'iconico grembiule bianco, obbligatoriamente sporco di tutti i colori della tavolozza. Notai subito, però, che gli uomini erano in netta superiorità rispetto alle donne, ma soprattutto che ero l'unica bambina. Questo però non mi ha mai scoraggiata, proprio grazie all'ambiente che ho trovato nell'atelier, in cui il maestro tratta allo stesso identico modo pittori e pittrici. Durante le mostre, le persone che osservano accanto al quadro la piccola biografia compresa di foto non si stupiscono vedendo che l'artista è una Donna. È davvero strano immaginare una realtà diversa, una realtà in cui devi nasconderti a causa delle tue passioni, una realtà in cui i tuoi familiari, invece di fare la fila pur di commissionarti un quadro, si vergognano di te, delle tue scelte… Sono molto grata, se posso davvero considerarmi una pittrice, a tutte le mie colleghe che hanno lottato duramente contro la società contemporanea così maschilista, che però, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, nel mondo della pittura si è considerevolmente ridimensionata.

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