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Fortissime nello sport

di Federica Luciani

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Quando pensiamo alle differenze tra uomini e donne le prime cose che ci vengono in mente sono le loro differenze fisiche. Infatti, anche se mentalmente entrambi hanno le stesse caratteristiche, fisicamente è innegabile che non siano uguali.

L'uomo risulta avere uno scheletro più robusto, dotato di ossa più lunghe e pesanti di quelle femminili e di conseguenza riesce a sostenere un peso muscolare maggiore. Inoltre i piedi risultano mediamente più lunghi, con un risultato più vantaggioso in termini di velocità. Lo scheletro femminile presenta, a parità di altezza, braccia più corte e spalle più strette: questo rende le leve delle donne meno potenti anche nell'espressione della forza muscolare.

Differenza, non inferiorità

La maggiore differenza tra i due sessi sta nelle ossa del bacino: nella donna le pareti delle anche sono più esili, il bacino appare più basso, più largo e svasato. Questa differente morfologia abbassa il centro di gravità rendendo il corpo femminile più stabile. Ma quindi la donna non deve praticare sport? No! Ognuno, in base alle proprie possibilità, deve provare a mettersi in gioco. Ad attestare ciò c'è la “Carta dei principi dello sport per tutti” , la quale, redatta nel 2002, recita così nel suo primo articolo: “Praticare sport è un diritto dei cittadini di tutte le età e categorie sociali” . Nonostante ciò, lo sport è sempre stato un mondo fortemente maschilista e, di conseguenza, le donne hanno dovuto lottare parecchio per conquistarsi il loro posto. Non a caso, la storia dello sport è stata a lungo caratterizzata da una netta predominanza maschile. Anche oggi, in realtà, gli uomini prendono parte con più frequenza a queste attività, ma c'è anche da aggiungere che gli sport maschili sono maggiormente seguiti e retribuiti.

La storia dello sport femminile

Lo sport è sempre stato associato ai concetti di forza e fatica, ben lontani dalle idee di donna gentile e aggraziata. Solo nel 1800 le donne inglesi e francesi iniziarono a prendere parte ad alcuni giochi di movimento che si iniziavano ad avvicinare al concetto di sport. Anche molto tempo prima, durante le antiche Olimpiadi greche, le donne erano tenute fuori dalle competizioni sportive, perché considerate non degne di prendervi parte. Vi fu solo un'eccezione nella storia delle Olimpiadi: Cinisca. Ella era la figlia dell'imperatore di Sparta Archidamo II e partecipò alla novantaseiesima edizione delle Olimpiadi. La cosa più sorprendente è che non solo gareggiò alla corsa dei quattro cavalli, una delle gare più importanti, ma vinse anche. Ciò è la prova delle indiscutibili capacità femminili. La vera svolta femminile nello sport avviene tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento, periodo in cui i movimenti femministi portarono alla diffusione di discipline come il fitness e l'aerobica in Occidente. Ciò condusse ad una rivalutazione del corpo femminile.

Proprio in quegli anni Sara Simeoni vinse il salto in alto e detenne il record per ben 36 anni. Un'altra campionessa a livello mondiale è Martina Navratilova, una tennista nata nella Repubblica Ceca, che dopo aver vinto ben 59 gare nel

Grande Slam e aver primeggiato in tutte le specialità del torneo, venne inserita nella International Tennis Hall of Fame, detenendo così i record assoluti, sia a livello femminile che maschile.

Un'altra donna che ha sicuramente contribuito al coinvolgimento femminile nello sport è Caster Semenya, vincitrice del campionato mondiale degli ottocento metri nel 2009, a soli 19 anni. Nonostante questa vicenda gratificante, le viene chiesto durante un'intervista se fosse nata maschio a causa dei suoi lineamenti "maschili". Dopo che l'accusa venne smentita dal certificato di nascita della ragazza, le venne fatto un test di femminilità dalla Federazione Internazionale di atletica leggera. In seguito ad altre vittorie le venne vietato di prendere parte alle gare se non si fosse prima sottoposta a cure ormonali a causa della produzione al di sopra della media di testosterone. Nel 2011 la Federazione Internazionale di Atletica leggera impose delle soglie di testosterone alle atlete. Caster e molte altre ragazze vennero escluse per molto tempo dalle gare, nonostante nel frattempo abbiano provato ad appellarsi a varie corti di giustizia. Solo dopo aver lottato a lungo riuscirono a dimostrare la mancanza di un legame tra il testosterone e le prestazioni sportive. Nel 2018 la Federazione impose nuovamente a Caster di sottoporsi a cure ormonali e di conseguenza la ragazza non prese più parte a gare di atletica leggera. La storia di Caster è solo uno dei tanti esempi che si possono fare per comprendere la disparità tra uomo e donna, creata solo ed unicamente dall'uomo stesso. A dimostrazione di ciò, vediamo come Caster sia stata ostacolata lungo il suo percorso a causa del suo successo che, a quanto pare, spaventa gli uomini a tal punto da metterla fuori gioco. Dopotutto, questi gesti non si possono che interpretare così: non sono le donne ad essere inferiori agli uomini, ma sono gli uomini stessi che non ci permettono di dimostrare chi davvero siamo. Con 265 combattimenti di boxe alle spalle, Sarah Ourahmoune vanta un incredibile record di successi sportivi. È stata 10 volte campionessa francese, 3 volte campionessa dell'Unione Europea, oltre a vicecampionessa olimpica nel 2016. All'età di 14 anni è entrata in un club di boxe per caso. Ha avuto la fortuna di incontrare un allenatore che l'ha accolta e sostenuta fin da subito. Non sono mancati, però, numerosi ostacoli nella vita sportiva di Sarah. Alle origini, la boxe era infatti uno sport principalmente riservato agli uomini ed è solo a partire dal 1999 che il campionato inglese di boxe ha permesso alle donne di partecipare. Campionessa francese a 17 anni,

domina nella semifinale del campionato del mondo amatoriale in Cina nel 2008. Nel 2012, aprono tre categorie di peso femminile ai giochi olimpici. Non riesce a qualificarsi. Si prende una pausa, diventa madre e riprende la boxe nel 2014. Oggi, anche se ha smesso di gareggiare, continua la sua lotta come madre, allenatrice e vicepresidente responsabile degli atleti e della diversità presso il Comitato Nazionale Olimpico e Sportivo Francese. Ha anche aperto la sua palestra di boxe, Boxer Inside. Se parliamo di campionesse, non possiamo non nominare Federica Pellegrini, considerata la più forte nuotatrice della storia del nuoto azzurro. Ha vinto 19 medaglie mondiali e due medaglie olimpiche ed è l'attuale detentrice del record mondiale nei 200 stile libero. Nel 2008 a Pechino è diventata la prima nuotatrice italiana di sempre a divenire campionessa olimpica. Fa il suo esordio nel nuoto internazionale a soli 15 anni, nuotando come staffettista della 4 x 100 stile ai mondiali di Barcellona del 2003. L'anno successivo gareggia in tutte le distanze dai 50 ai 400m stile libero, e stabilisce in ognuna di queste il nuovo primato nazionale. Federica Pellegrini ha realizzato ben 11 volte il record del mondo, inoltre ha vinto 26 ori internazionali, 3 medaglie olimpiche, 19 medaglie mondiali, 37 medaglie europee, 181 podi italiani e 130 titoli assoluti. Tutte queste donne non possono che porre in chiara evidenza il valore di tutto il genere femminile che, in realtà, non si differenzia molto da quello maschile. I traguardi conquistati sono tanti, così come i riconoscimenti, ma dobbiamo lottare ancora a lungo per far sì che ogni donna non si senta mai inferiore ad un uomo, perché di fatto non lo è.

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