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di Aldo Coletta pag
from ViaLibera n. 2
by LiceoRummo
Le donne dimenticate della scienza
di Aldo Coletta
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Spesso, pensando alle comunità scientifiche, torna alla mente l'immagine di un rigido e severo istituto inglese, dallo stile classico, con professori all'antica in giacca e cravatta e una popolazione studentesca completamente maschile. Un' po' come quello del celebre film “L'attimo fuggente” per intenderci… La realtà dei fatti è completamente diversa.
Oggi si può parlare di assoluta parità in questo ambito; a confermarlo è proprio il MIUR in un report annuale sugli atenei italiani. Il 50% degli iscritti nelle università è di sesso femminile. In alcuni casi, la percentuale è, anzi, anche maggiore. Eppure, se oggi venisse fatto un sondaggio chiedendo il primo nome che viene in mente di uno scienziato, quasi sicuramente la risposta generale indicherebbe una figura maschile, e in quei rari casi in cui qualcuno rispondesse con un nome femminile, pronuncerebbe con molta probabilità quello della stimatissima Rita Levi Montalcini.

Voci mai ascoltate
Lei è stata indiscutibilmente una grande donna e una brava scienziata, però questo non ci permette di archiviare il ricordo di tante altre figure come: Marie Curie, Rosalind Franklin, Françoise Barré-Sinoussi, Maria Goeppert-Mayer… che allo stesso modo sono state dei pilastri per il mondo scientifico. Ovviamente è da tenere in conto che questa rivoluzione al femminile è molto recente: prima erano in pochissime le donne ad accedere in prestigiosi siti di ricerca e altrettanto raro era che le loro voci fossero ascoltate. Spesso le loro grida restavano sospese e finivano negli oscuri meandri di un lontano ricordo.
Ada Lovelace è probabilmente l'unica figlia legittima di un noto poeta inglese, il cui nome è in questa sede omesso, perché la fama della figlia non si disperda negli onori del padre. In ogni caso, questa parentela le ha permesso di diventare una nobildonna molto conosciuta in Inghilterra intorno al 1830 e di intraprendere un ricco ciclo di studi in ambito matematico. In quel tempo, proprio negli ambienti Londinesi da lei frequentati, venivano avviati importanti studi sui calcolatori, che portarono alla realizzazione della “macchina differenziale” e della “macchina analitica”. Grande contributo alla sua formazione fu la corrispondenza con Charles Babbage, oggi considerato pietra miliare da tutti gli informatici. Nel corso dei suoi studi, Ada scrisse il primo programma informatico della storia, progettato per la generazione dei numeri di Bernoulli (una sequenza di numeri razionali a lungo dibattuta). In effetti rappresentava un vero e proprio software moderno, pronto a girare sulla macchina analitica. La programmatrice inoltre lavorerà a lungo sulle schede forate del Telaio Jacquard, immaginandole come CD o chiavette USB odierne. Il suo grande genio si spingerà addirittura a concetti quali l'automazione e l'intelligenza artificiale, rendendola, di fatto, la madre dell'informatica moderna.
Proprio in onore di tutte quelle voci si vuole ora ridare vita alla storia di tre grandi donne, che hanno davvero cambiato il corso della nostra esistenza, ma che probabilmente nessun lettore aveva mai sentito nominare.
Ada Lovelace


Margaret Ann Bulkley
La storia di questa donna è forse una delle più toccanti. Margaret è stata fin da giovane una grande sognatrice. Le piaceva la natura, le piaceva aiutare le persone e ben presto divenne molto legata al mondo della medicina. A quei tempi, però, solo gli uomini potevano praticare un'arte così difficile, ed è quindi costretta ad emigrare. Dall'Irlanda si trasferisce ad Edimburgo, ma durante il viaggio, Margaret scompare ed al suo posto ad Edimburgo ci arriverà un certo James Barry: entrata all'università con questo pseudonimo, otterrà il dottorato nel 1812 e, superato il concorso per la Royal College of Surgeons, diventerà medico chirurgo per l'esercito inglese. Raggiungerà le più alte cariche, otterrà i più importati riconoscimenti. Sarà anche sgridata e accusata più volte a causa del suo carattere un po' espansivo. Ma resterà sempre il grande medico inglese, che per la prima volta nella storia operò un parto cesareo (c'è qualche controversia a riguardo) e che andava girando tra i pazienti con alti stivali dal tacco rosso ed appariscenti camicie ricamate. Margaret tornerà ad essere chiamata con il suo vero nome solo dopo la sua morte, nella commozione generale di tutti i suoi colleghi, di tutti i suoi pazienti, che tanto l'avevano amata.
Emmy Noether
Quello di Emmy Noether è forse il nome più conosciuto tra i vari presentati. Lei infatti è stata l'autrice di un grande teorema della fisica e della matematica che prende proprio il suo nome, eppure spesso è dimenticata e sottovalutata. Nacque in Germania nel 1882 da una ricca famiglia ebrea, iniziò subito gli studi scientifici e si laureò con uno studio di algebra astratta. Collaborò con grandi matematici del tempo ed entrò in contatto con Albert Einstein. Lavorò alla formulazione della teoria della relatività generale e per anni cercò di farsi notare in un ambito tanto bello quanto competitivo, come quello matematico. Anche lei, infatti, per insegnare nell'università fu costretta a tenere lezioni sotto un falso nome maschile. Dietro la sua lungimirante carriera si nascosero anche vari anni di lotte contro il regime nazista: in quanto ebrea si scontrò con Adolf Hitler e nel 1933 fu costretta ad emigrare. Trovò rifugio negli Stati Uniti, ma pochi anni dopo morì per una ciste ovarica. Alla scoperta della sua morte, Einstein dedicò a lei una breve lettera che recitava: “Gli sforzi della maggior parte degli esseri umani si consumano nella lotta per il loro pane quotidiano, ma la maggior parte di quelli che sono, per caso o per qualche dono speciale, sollevati da questa lotta sono largamente assorbiti nell'aumentare ulteriormente i loro possessi terreni… Ma c'è, fortunatamente, una minoranza composta da coloro che riconoscono presto nelle loro vite che le esperienze più belle e soddisfacenti aperte all'umanità non sono derivate dall'esterno, ma sono legate allo sviluppo del proprio individuale sentire, pensare e agire. I vari artisti, ricercatori o pensatori sono sempre persone di questo tipo. Per quanto la loro vita trascorra in sordina, pur tuttavia i frutti dei loro sforzi sono i più fondamentali contributi che una generazione può lasciare alla successiva. Pochi giorni fa una insigne matematica, il Professor Emmy Noether, prima appartenente all'Università di Gottinga e negli ultimi due anni al college Bryn Mawr, è morta a 53 anni. Nel giudizio dei matematici più competenti, la Signorina Noether era il più significativo e creativo genio matematico apparso finora da quando è iniziata l'educazione universitaria delle donne”
È dunque possibile dimenticare donne così grandi? È possibile, gettare nel vuoto i loro sacrifici? È possibile gettare nel vuoto i loro nomi?

Dopo la sua morte, George Graham dell’Ufficio del Registro Generale chiedeva al dottor D. R. McKinnon, che aveva redatto il certificato di morte accertando la sessualità maschile del dottor Barry, se fosse stato a conoscenza del segreto del dottore. Questa la sua risposta.
Signore,
Conoscevo intimamente il dottore da molti anni, sia a Londra che nelle Indie occidentali, e non avevo mai sospettato che il dottor Barry fosse una donna. L'ho assistito durante la sua ultima malattia, (in precedenza per la bronchite e l'affetto per la diarrea). In un'occasione dopo la morte del dottor Barry presso l'ufficio di Sir Charles McGregor, c'era la donna che ha svolto gli ultimi incarichi per il dottor Barry che stava aspettando di parlare con me. Voleva ottenere alcuni prerequisiti [sic in source, ma deve essere un lapsus per i privilegi, i "vantaggi"] del suo impiego, che la signora che teneva l'alloggio in cui è morto il dottor Barry si era rifiutata di darle. Tra le altre cose ha detto che il dottor Barry era una donna e che io ero un bel dottore per non saperlo e non le sarebbe piaciuto essere assistito da me. L'ho informata che non erano affari miei se il dottor Barry era un maschio o una femmina, e che pensavo che non potesse essere nessuno dei due, vale a dire. un uomo imperfettamente sviluppato. Ha poi detto che aveva esaminato il corpo, ed era una femmina perfetta e più lontano che c'erano segni di lui che aveva avuto un figlio quando era molto giovane. Ho quindi chiesto come hai fatto a trarre questa conclusione. La donna, indicando la parte inferiore dello stomaco, ha detto "dai segni qui. Sono un sposato [sic] donna e madre di nove figli e dovrei saperlo. "
La donna sembra pensare di essere venuta a conoscenza di un grande segreto e desiderare di essere pagata per mantenerlo. L'ho informata che tutti i parenti del dottor Barry erano morti, che non era un mio segreto e che la mia impressione era che il dottor Barry fosse un ermafrodita. Ma se il dottor Barry fosse un maschio, una femmina o un ermafrodita non lo so, né avevo alcuno scopo nel fare la scoperta poiché potevo giurare positivamente che l'identità del corpo fosse quella di una persona che avevo conosciuto come Ispettore generale degli ospedali per un periodo di anni.
Cordiali saluti,
D.R. McKinnon