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Il gender pay gap e l'opinione di Jordan Peterson

di Giovanni Campanile

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Il gender pay gapè un argomento di cui si parla molto. In tutto il mondo esiste ancora una discriminazione per quanto riguarda le remunerazioni di donne e uomini: capita molto frequentemente che donne che svolgano le stesse mansioni di un uomo vengano pagate molto meno. Le donne di tutto il mondo stanno combattendo da tempo per ingiustizie di questo tipo e molte di loro hanno anche attirato l'attenzione più di altre, finendo a discutere sull'argomento del pay gapanche in importanti programmi trasmessi in tutto il mondo.

Jordan Peterson un famoso quanto controverso psicologo e accademico canadese, ha fatto il suo ingresso in scena in numerosi programmi televisivi e, in un modo molto originale, ha smentito diverse affermazioni di femministe attive.

Differenza, non inferiorità

In un video del 16 gennaio 2018, Jordan Peterson compare in una edizione di un importante notiziario britannico in onda su Channel 4 News. In questa intervista lo psicologo canadese, invitato a discutere proprio sul gender pay gap, ha fornito un punto di vista diverso sull'argomento: nel video gli viene detto che il salario medio degli uomini è circa il 9% più alto di quello di una donna e che quindi questo è un chiaro segno di discriminazione. Peterson, però, sostiene che, pur esistendo questa differenza di salario tra uomo e donna, esso non è dovuto solamente a un fatto di discriminazione sessuale. Lo psicologo sostiene che in questo 9% ci siano molti altri fattori che non dipendono dal sesso, pur premettendo che una minima percentuale di esso è di fatto risultato di discriminazione tra uomo e donna. Egli afferma che il fatto che ci siano persone più “amichevoli” o consenzienti di altre rende questo uno dei principali fattori del pay gap. La maggioranza di persone amichevoli, consenzienti e gentili si ritiene presente nel sesso femminile e, dato che, sempre secondo Peterson, le persone più consenzienti vengano pagate di meno di quelle meno consenzienti, ciò fa sì che una piccola percentuale delle donne venga pagata di meno degli uomini, aumentando il pay gap. Lo psicologo fa anche notare la differenza radicale tra uomo e donna e sostiene: «Uomini e donne non sono la stessa cosa. Ciò non significa che non possano essere trattati in modo equo. Uomini e donne non si classificheranno nelle stesse categorie se li lasci soli a farlo di propria iniziativa. L'abbiamo già visto in Scandinavia. Sono 20 infermiere contro un uomo, qualcosa del genere. E approssimativamente gli stessi ingegneri uomini per ingegneri donne. E questa è una conseguenza della libera scelta di uomini e donne nelle società che sono andate più lontano di qualsiasi altra società per fare dell'uguaglianza di genere lo scopo della legge! Sono differenze ineliminabili! Puoi sradicarli con un'enorme pressione sociale e tirannia, ma se lasci uomini e donne a fare le proprie scelte non otterrai uguali risultati». Con questo Peterson spiega perché uomo e donna non saranno mai uguali, ma ciò non significa che essi non vengano trattati entrambi allo stesso modo.

Chi è Jordan Peterson?

Se ne sono occupati in molti, poiché la capacità di persuasione di questo psicologo è tale da permettergli di annoverare un numero incredibilmente elevato di seguaci raggiunto in un tempo sorprendentemente breve. Dialettica fluida, toni pacati, polemica spedita e decisa, acume e capacità di ribattere immediatamente a qualunque provocazione sono le qualità di questo personaggio, che nel giro di poco tempo ha guadagnato la ribalta dei più importanti talk canadesi e, di qui, mondiali. Professore di psicologia dell'Università di Toronto, è stato giudicato da Margaret Wente, una delle giornaliste canadesi più apprezzate, “un opinionista non del tutto originale, se non per la sua ostinazione ad apparire politicamente scorretto”. Altri commenti fanno di lui il “sostenitore delle più basse ovvietà, presentate con i toni della solennità, cari al mondo dei conservatori di destra”. Avverso alla politica di sinistra, Peterson sembra vedere cospirazioni progressiste dietro le università, dietro l'editoria, persino dietro principi sacrosanti come la libertà di parola. La sua maggiore capacità è quella di riuscire a far leva sulle enormi paure che attanagliano la popolazione contemporanea, per fomentare non il dissenso, quanto il risentimento e la frustrazione, comportandosi allo stesso modo di Trump che è stato capace di persuadere gli americani a votarlo proprio ricorrendo agli stessi espedienti. La cosa più sorprendente, però, è che i suoi stessi sostenitori, piuttosto che prestare ascolto alle fonti accreditate, ritengono che queste siano strumenti nelle mani delle sinistre, che stanno complottando contro il mondo e soprattutto contro le verità esposte dal loro beniamino. E, supportato da un considerevole gruppo dio buontemponi, Peterson delegittima il movimento “#MeToo”, considerandolo un espediente femminista per alimentare i sensi di colpa dei maschi, scredita i provvedimenti canadesi a sostegno dell'identità di genere, facendoli passare per tentativi di difendere i transgender dalle varie forme di discriminazione di cui sono vittime, sminuisce quegli atteggiamenti sessisti che spesso sfociano in vere e proprie molestie sessuali. Per risultare ancora più credibile, Peterson ricorre alla demonizzazione di storiche figure di sinistra, come Stalin e Mao Tse Tung, portatori di “ideologie assassine” alle quali troppi sono oggi ancora legati. Per non farsi mancare nulla, poi, un confronto con la giornalista inglese Cathy Newman di Channel 4 News vede intervenire una fitta schiera di sostenitori di Peterson a lanciare minacce messaggi di odio contro la Newmann: per lo psicologo, però, la giornalista è solo vittima della sua fama.

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