La Riviera n°26 del 24-06-2012

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UNA STORIA

CARTOLINE PER LA PADANIA

L’ORGOGLIO DEL BRIGANTE GALERA uggero Calvano aveva troppe cose contro per poter vivere a lungo: era nato nel 1850, faceva l’attore di strada, gli piacevano le donne ed era anarchico. Ma quello che lo perse veramente fu l’orgoglio, il peggiore dei suoi vizi. A recitare commedie nelle strade non ci guadagnava poi tanto, così mise su una banda e prese a rapinare le case dei nobili. Assunse il nome di brigante Galera e fece razzie fra le aristocratiche magioni. Divenne famigerato e spavaldo e arrivò a derubare il più potente dei signori che per lavare l’affronto sborsò oro a fiumi al fine di individuare il colpevole. Ruggero finì in catene fra le fila dei sospettati e sottoposto, come gli altri, all’interrogatorio di garanzia che si usava ai tempi. Una raffica di legnate e poi la domanda: “sei tu il brigante Galera che ha fatto razzia nella casa di sua signoria? Ti dichiari tu, servo di sua signoria?”. Ruggero, come i compagni di sventura, negò la colpevolezza e assicurò la sua sottomissione. Poi, proprio quando i torturatori si stavano per arrendere, il petto gli si gonfiò e l’orgoglio gli spinse fuori le parole di bocca. “Non sono un servo di tua signoria. Sono il brigante Galera che in casa tua ha fatto razzia..”. Le legnate, a queste parole caddero con violenza maggiore e cessarono quando Ruggero era ormai in agonia. E ancora l’orgoglio vinse il dolore e tirò fuori l’ultimo fiato prima della morte. “Sono il brigante Galera e il bene più prezioso ho rubato in casa tua, il cuore di tua figlia è roba mia..”. Il bastone spezzò la vita e le ultime parole di Ruggero, ma il nobile riuscì a sentirle. Mandò i servi in casa. Vittoria, la più giovane delle sue figlie non si trovò. La ragazza ricomparve a padre morto, dopo lungo tempo, con un figlio ormai grande al seguito. Ruggero Calvano in tutto uguale al padre, anche nell’orgoglio.

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di Antonio Calabrò

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LE COLONNE DI ERCOLE

Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com 1) CARLO CELADON, UN PECCATO ORIGINALE 2) SIDERNO: ARRIVA LA COMMISSIONE D’ACCESSO 3) LOMBARDO: UN’IMBROGLIONE POLITICO 4) “LEI NON SA CHI SONO IO” 5) FESTA DELLA MUSICA EUROPEA: SIDERNO C’È 6) UNA STORIA: L’ALITO DI CATERINA 7) ASSEMBLEA DEI SINDACI: IMPERITURA PRESIDENTE

CAPO SPARTIVENTO

SIDERNO TRA

erre bianche arroventate dal sole. Paesaggi da Far-West all’italiana, con piante spinose di capperi e ulivi profumati e saggi, e poi ancora canyon, e cime scoscese e dirupi e valloni insidiosi. Terra selvaggia e forte, splendente di luce, a pochi passi dal mare, poco oltre quel Capo che s’insinua nello Jonio e che provvede a tener divisi i venti e aperti i cuori.

OSTRICHE E COZZE

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Dati larivieraonline.com

Mimmo Gangemi al Calabria-Wolfsburg

Festa dell’emigrazione Calabro -Tedesca: I primi 50 anni nella città della Volswagen

A Wolfsburg è stato presentato il Premio letterario Calabria-Wolfsburg. I promotori dell’evento, Maria Lia Ciconte, architetto, e Gilberto Floriani, direttore del Sistema bibliotecario Vibonese, hanno scelto la settimana dei festeggiamenti del 50° anniversario dell’emigrazione italiana nella città della Volkswagen. Gli scrittori selezionati sono stati: Vito Teti con Pietre di Pane; Mauro Minervino con Statale 18; Angelo Bubba con MaliNati; Francesca Viscone con Concerto a Berlino; Mimmo Gangemi con La signora di Ellis Island. Tutti scrittori affermati, ma dalla prossima edizione questo premio mirerà a far emergere giovani autori calabresi che vivono in Germania.

DOMENICA

n un periodo storico in cui la vita umana dei sidernesi è disprezzata, le ostriche sono già tornate sui tappeti rossi e col doppio petto e gemelli si blindano nei loro G8. Da qualche settimana fanno finta di non conoscere più quelle cozze che le hanno ospitate nella fogna. «Riccardo Ritorto ha fallito…parla alla pancia del popolo e non alla testa, a don Pepè e non più a don Simuni. Guarda i brocchi e non vede le razze», bisbigliano ritirati nei loro circoli antiatomici. Se Siderno crolla, loro sanno come spostarsi di lato. Per eredità hanno la via di fuga nel pedigree e l’Excelsior nel sangue. E oggi si affrettano a pagare felici la tassa di successione: la tramanderanno ai loro figli che vivranno puliti il the day after. La borghesia di provincia vince sempre, perché gioca sul sicuro. Nelle bische e nelle regge. I coloni questa volta si sono tirati da soli la zappa sui piedi e impotenti lasceranno spazio a quegli intoccabili che hanno già distribuito gli inviti per il gran galà. Intanto qualcuno spera ancora nel gran finale.

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24 GIUGNO 2012

LA RIVIERA

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