La Riviera n°46 del 10-11-2013

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Controcopertina

Halloween, la rinascita Siderno è rinata nel Giorno dei Morti. Nelle tenebre ha ritrovato quel passo che l’ha resa capitale economica della Locride, baricentro, locomotore. Siderno si è data una mossa, si è nuovamente realizzata.

Buona la prima! «Siderno è viva» Giovedì 31 ottobre a Siderno i bambini sono stati gli assoluti protagonisti. Prima hanno avuto paura, poi hanno disegnato con Nik Spatari, sono stati truccati da Gulia di Gigi Management, incantati dalle storie di Pino Carella accompagnate dalla chitarra di Bruno Gelenosi e da FM service, hanno vibrato con il rock dei Fight For The Hop, ballato con gli zombi bellissimi di Ivana Sanci, assaggiato le caldarroste della Protezione Civile, gli hot dog dei Gandolfi e, infine, dopo aver fatto migliaia di foto ricordo, hanno sorriso. La festa organizzata per loro non aveva nulla da invidiare a quelle ospitate, alla stessa ora, nella stessa sera, da piazze storicamente ben più importanti, non solo del panorama nazionale. Su due ettari del corso di Siderno chiusi al traffico, da via Tasso alla piazza dei Leoni, la scenografia è stata fatta a mano, da uno staff di impavidi. Quest’ultimi, attraverso la Riviera, oggi, chiedono agli abitanti della città più dinamica della Locride di smetterla di sbadigliare con facce da struzzo nell’idromassaggio, chiappe comode sulle colpe altrui, rubare caldarroste e zucche ad Halloween e sgute a Pasquetta. Hanno allestito il sentiero dei morti, hanno denunciato le malefatte, hanno attratto duemila persone senza chiedere contributi e mettendo le mani nella tasca, quindi si possono permette di chiedere. Famiglie felici, ore di gioia, mostri, zombi, mummie, l’Ymca House e le lapide dei comuni sciolti per colpa della bestia con le zanne, ovvero la ndrangheta. Bar pieni. La festa per i bambini è finita alle nove di sera. Poi è partito il top per il popolo della notte: Dj Fabio Tomba. I bar e i pub hanno continuato a battere scontrini, registrando il tutto esaurito fino alle prime ore del giorno di Ognissanti. Siderno è rinata nel Giorno dei Morti. Nelle tenebre ha ritrovato quel passo che l’ha resa capitale economica della Locride, baricentro, locomotore. Siderno si è data una mossa, si è nuovamente realizzata. Gli elementi ci sono, ora tocca a commercianti, politici e cittadini contribuire e delineare un futuro migliore per Siderno ponendo le proprie idee al servizio di una collettività e a disposizione di chiunque verrà eletto a governare un città che ha dato l’ennesima conferma di possedere gli elementi per attrarre e fat sorridere. Buona la prima. Ora se qualcuno c’è batta un colpo, un di quei 12 tocchi della mezzanotte nera.

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Un grazie a ... A conclusione della manifestazione di Halloween, si desidera esprimere il più vivo ringraziamento per il clima di collaborazione e coordinamento ognuno dei partecipanti ha assunto la sua parte offrendo un aiuto concreto per condividere e diffondere solidarietà.

Si ringrazia per i materiali necessari alla messa in opera della struttura: Mimmo d’Agostino, Consorzio Ieraci, Edilizia Commisso Vincenzo Commisso, Attisanografia Si ringrazia per lallestimento: L’associazione Culturale il Salva-gente : Luigi Gandolfo, Andrea Gandolfo. La Riviera: Rosario Condarcuri, PiGreco: Paola D’Orsa, Eugenio Fimognari.. Piccole Canaglie: Sandra , Andrea, Giulia Errante. Ymca: Carmelina Condarcuri, Loretta Brunello, Carmelo Speziale Roberta Nesci, Roberta Pittari, Alessandra Papa, Roberto Stranges, Lina Errante.. La Protezione Civile: Giuseppe Pelle, Maria Bizzantini, Rocco Marzano, Emiliana Flamingo, e tutto lo staff. Si ringraziano gli artisti: Dj Fabio Tomba, Nick Spatari, Associazione culturale Dionisos di Ivana Sanci, Pino Carrella e Bruno Gelonese, La trucca bimbi: Miriam Mhammed. Si ringraziano per i dolci: G.F. Ristrutturazioni, Francesco Gualtieri per le castagne, Cerise, Sider dolci, Pellegrino Giuseppe, Ingro Pi , Dolcemente, Tentazioni, Bar Aquila, Helios, Strati, Strati gelateria, Bar Lizzi, I Portici, Monardo, panificio Sgambelluri.

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Parlando

di...

LA SETTIMANA CARTOLINE MERIDIONALI

Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com

Antonio Calabrò

1) SS106: MARINA DI GIOIOSA - GERACE, 11

Arcobaleni di Novembre Arcobaleni di Novembre Saltano fuori dal mare di cobalto, gemelli nei colori e nella curva che traccia uno sguardo dal cielo, e dalla tempesta placata e dalle nubi come la rabbia sfumata di un Nume severo, e da quell'azzurro di quel cielo rimpianto di estate lontana, saltano fuori come germogli variopinti e allungati verso l'etere, e ci ricordano che c'è sempre un domani migliore, per chi ancora ha la forza di sperare. Antonio

500.000 lire a fusto.Questo il prezzo che è stato dato alla salute e alla vita dei calabresi. Secondo le dichiarazioni di Francesco “Sandokan” Schiavone: «Anche in Calabria era lo stesso, non è che rifiutassero i soldi. Che poteva importargli a loro se la gente moriva o non moriva?»

KM 1 MIRACOLO

2) INCENDIO CASA FUNERARIA SGOTTO 3) QUATTORDICENNE DI BRANCALEONE STRONCATA DA ANEURISMA

4) CATANZARO, IL PONTE MALEDETTO 5) COPPIA DI AMANTI CIRCONDATI DAI CANI SELVATICI E SALVATI DAI CINGHIALI 6) LOCRI, IL 21 NOVEMBRE L’INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SS 106 7) SIDERNO: INVESTITO UN UOMO IN VIA GRAMSCI

Riciclo, arte visiva, letteratura e musica A Roccella apre “Ombligo de la Luna” «Da Sud a Sud. Dalla Calabria all'America Latina. Ombligo de la Luna sarà questo. Un ponte ideale per collegare due angoli di Sud del mondo che molto hanno in comune. Il nome è stato scelto apposta. In lingua Nahuatl vuol dire infatti Messico, un paese a noi molto caro. Ma Ombligo de la Luna rappresenta anche e soprattutto un centro di rinascita e di riscatto per l'intero comprensorio». Così Paolo e Karla Imperitura commentano l'imminente apertura del circolo culturale “Ombligo de la Luna”. Un ampio spazio, articolato su più livelli, originale e interamente arredato con i pallet e mediante l'arte del riciclo, pensato come contenitore per esposizioni d'arti visive, presentazioni letterarie, concerti e rassegne musicali, cinematografiche e teatrali. Un luogo dove far convergere tutte le energie sane, creative e positive della Locride. Sarà anche cassa di risonanza dell'ampia rete di relazioni costruite con artisti e istanze culturali indipendenti provenienti soprattutto dal Sud America e dai paesi del Mediterraneo. Sarà il posto di tutti, perché tutti saranno chiamati a renderlo vivo e utile per questa terra. «Siamo convinti - continua Paolo - che il territorio abbia bisogno di questo. Di uno strumento dove far confluire tutte quelle forze che altrimenti rischierebbero di rimanere inespresse e sconosciute». L'inaugurazione è avvenuta ieri, 9 novembre 2013, con l'apertura dello spazio espositivo Cortinas de luz del fotografo messicano Felipe Soriano curata da Marò D'Agostino.

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È calabrese la prima italiana Ministri e intercettazioni nemmeno ricordo bene a vincere il premio Dunant «Io che cosa ci siamo dette. Con Maria Giovanna Pietropaolo ha solo 25 anni, ma ha già conquistato un primato ambito da molti. La giovane stagista della Croce Rossa ha infatti vinto il prestigioso premio Henry Dunant, assegnato annualmente a coloro che lavorano nel campo dei diritti umani. Nessun italiano era mai riuscito a conquistare l'ambito riconoscimento. Nessuno, prima di lei. Maria Giovanna, nata a Vibo Valentia, ha vinto il premio di Ginevra grazie alla sua tesi sull'assistenza umanitaria «dal punto di vista dei diritti umani delle persone colpite da un disastro». In pratica, la giovane ricercatrice ha studiato le possibili prospettive giuridiche per «riordinare le priorità tra sovranità, esigenze primarie dei singoli e solidarietà» quando si è di fronte a una tragedia (sia essa il terremoto o gli sbarchi dei migranti a Lampedusa).

le intercettazioni è così: si prende una frase qua, una frase là e poi si perde il senso complessivo». Ministro Anna Maria Cancellieri su “La Stampa” del 3 novembre 2013.

Il record di Gianni Careri, 854 minuti d’imbattibilità 14enne stroncata da un aneurisma Nello sport - e quindi anche nel calcio - i record sono record. Non dipende dalla serie in cui vengono ottenuti. Sia in serie A, sia in serie D, hanno tutti lo stesso valore. E' quanto tiene a rilevare Alcide Careri, ex attaccante del Locri e papà di Gianni, portiere 31enne del Pordenone, che dopo dieci partite consecutive senza subire gol, nell'ultima gara in serie D contro il Valdagno ha visto terminare la propria imbattibilità (nonostante la vittoria per 3-1 del Pordenone). Fatto anomalo, Gianni ha festeggiato il termine della personale striscia positiva, con un vassoio di paste offerto a compagni e allenatore.«Non è giusto che il momento d'oro della Roma sia considerato superiore a quello del Pordenone», dice Alcide Careri, ex luogotenente dei carabinieri e Cavaliere della Repubblica. La famiglia è domiciliata a Bologna ma la residenza è rimasta sempre nella Locride, dove tutti tornano in occasione delle festività e delle vacanze estive. Gianni è arrivato a un passo dal diventare un estremo difensore di alto livello. «Entrato nella rosa dei portieri del Venezia di patron Maurizio Zamparini in serie A - racconta papà Alcide mio figlio ebbe la sfortuna di restare vittima del fallimento del club neroverde in seguito agli attriti col sindaco-filosofo Massimo Cacciari. Una carriera troncata. Ora, col Pordenone, punta alla promozione nella Lega Pro, per tornare a un passo dal professionismo. Nel prossimo turno potrebbero ottenere l'undicesimo successo consecutivo, meglio della Roma».

Fa sempre un po' effetto leggere fra le righe dei giornali le iniziali delle vittime o dei coinvolti in qualche episodio violento, lo è ancor di più se fra quelle lettere separate da un punto intravediamo lo sguardo di una bambina. La mattinata di mercoledì si è aperta con una notizia che ci ha lasciato l'amaro in bocca. I.S., quattordici anni, originaria di Brancaleone si è spenta alle prime luci dell'alba durante il tragitto verso il nosocomio locrese. Ancora ignote le cause del malore che ha colpito la ragazzina nella notte di martedì, ma al momento la tesi più probabile sembrerebbe quella di un aneurisma. È già stata disposta l'autopsia per accertare le reali cause del decesso.

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GIUDIZIARIA

IL SINDACO DI LOCRI E LA LETTERA A IACOPINO

Giovanni Calabrese e le opportunità mancate per fare silenzio Giovanni Calabrese è un sindaco novello, perché eletto da pochi mesi e non perché domani è San Martino e ci si ricorda della manifestazione di gran “Spirito di... vino” di una precedente amministrazione locrese, dove se non si erra il dottore era vice del sindaco. Novello sindaco, dicevamo, che l'altro giorno ha sentito il bisogno di scrivere al presidente nazionale dell'ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, «una lettera in cui chiede maggiore tutela per la città di Locri e per tutta la Locride da parte degli organi di stampa, che continuamente, e di frequente nell'ultimo periodo, hanno denigrato questo territorio, con servizi poco vicini alla realtà e con informazioni distorte e non corrette», riporta una nota stampa divulgata dal comune agli organi di stampa, che sommessamente, vedi siti con gigantografia del volto del novello sindaco, l'hanno postata “in primo piano”, forse perché ritengono di non essere destinatari di quella strigliata sbagliata. Eh sì, il sindaco Calabrese sbaglia a prendersela con i media quando l'informazione non piace o dispiace, come nel caso delle “Iene” che lo hanno bacchettato per una sedia ad un giovane studente disabile

che, guarda caso, è giunta il giorno in cui si registrava la trasmissione nazionale. Dispiace che Calabrese, che pur ha studiato a Firenze, se la prenda per un articolo a firma di Pasquale Violi, che ha semplicemente osservato, da cronista locale, della inopportunità di avere nello staff legale un avvocato che condivide lo stesso studio con l'assessore al contenzioso, o che abbia rilevato della opportunità di non abbassare la guardia nel costituirsi parte civile nei processi alla 'ndrangheta, che, dispiace forse al novello sindaco, c'è anche a Locri e che, in base ad una recente indagine della Procura distrettuale antimafia, si sarebbe addirittura “Unita”. Il cronista fa il suo mestiere. Anche quando fa dispiacere al politico di turno. P.s.: Si potrebbe invitare il sindaco a chiarire, se dovesse ritenerlo opportuno, la posizione dell'attuale assessore Giuseppe Fontana con delega al Turismo, Eventi, Verde pubblico ed Arredo urbano, che risulta imputato in un processo penale in atto presso il tribunale di Locri (proc. n. 532/07 per presunta violazione degli articoli 54-1161 RDN 327/42 (Cod.Nav.) ovverosia per l'ipotesi di abusiva

occupazione di spazio demaniale e inosservanza di limiti alla proprietà privata. Una vicenda che risalirebbe al 2007. Sembra si tratti di una questione di ombrelloni e di spazi demaniali occupati indebitamente. Siamo certi che l'assessore Fontana chiarirà il tutto, ma è sempre una questione di opportunità e s s e r e trasparenti. Altrimenti poi è sempre colpa della stampa.

L.R.

Il capo dei capi sarebbe un pensionato di Platì C'è un 84enne che si chiama Vincenzo Melia, nato in quel di Platì, che attualmente di trova agli arresti domiciliari nel comune di Ardore, dove è rientrato dopo 47 anni, che domani potrebbe essere rinviato a giudizio quale presunto capo della “Sacra Corona” una struttura che riunisce, secondo la Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, i locali ricadenti nei territori di Antonimina, Ardore, Canolo, Ciminà e Cirella di Platì, nonché quello di Gerace, e li rappresenterebbe dinanzi ai vertici della 'ndrangheta. Questo 84enne, intercettato in macchina e all'interno della propria abitazione, oggi sottose questro, parlava vantandosi di essere stato amico degli amici, tant'è che è stato ritenuto capace di curare i rapporti con altre articolazioni dell'associazione in parola operanti in Australia, nonché con esponenti della famiglia Gambino del Connecticut.

Negli anni “americani” Vincenzo Melia avrebbe acquisito conoscenze con esponenti della famiglia Commisso di Siderno, operanti in Canada. Melia viene descritto come se fosse un “capo dei capi”, un altro anziano che delle tradizioni del vecchio mondo rurale calabrese, dopo 47 anni trascorsi Oltreoceano, sarebbe il

rappresentante con un ruolo apicale. Melia, vista l'età e i rapporti presunti internazionali, quindi l'alto grado di conoscenze e la dedizione nella tradizione calabra, potrebbe stare in un gradino più alto rispetto alla “Corona”, forse anche al posto di Domenico Oppedisano, inteso “don Mico”, l'anziano ritenuto il capo del crimine di Polsi, che alla veneranda età di 83 anni vendeva ortaggi e agrumi nel mercato di Rosarno e nella Piana di Gioia Tauro, che girava a bordo di una motoape, e che oggi si trova in regime di carcere duro. Di Vincenzo Melia ad Ardore c'è anche chi associa il nome a quello di un anziano signore che stava a lungo seduto su una panchina nei pressi della stazione insieme ad altri anziani. L.R. DOMENICA 10 NOVEMBRE

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Un’ombra malefica LACOPERTINA di STEFANO MARZETTI

La mafia nella Locride è un'ombra malefica. Spesso non la vedi ma ti segue ovunque tu vada. Tace. Ne puoi sentire il puzzo quando meno te lo aspetti, come un refolo venefico. Hai lasciato Roma per vivere in Calabria. La regione ti accoglie e ti culla come fosse un paradiso in terra. Il mare, il suo profumo e il suo colore. La gente per lo più ospitale e allegra. Un dialetto colorito e vigoroso. Un mangiare buono e genuino. La natura prorompente dalle spiagge alla montagna. In pochi giorni ti senti a casa. Alle spalle la Capitale, col suo smog, i suoi furti, le sue auto incendiate. La città degli stalker e dei violentatori, dei soprusi domestici, dei rom che rubano il rame dai cavi della corrente, dello spaccio di droga. E delle coltellate che uccidono per un nonnulla. La metropoli che lascia le persone senza casa, dell'abusivismo edilizio e commerciale, invasa da cortei che sfociano spesso in scorribande rabbiose, percorsa da centinaia di “auto blu” di privilegiati che bloccano il traffico. E corrotta da una politica indifferente e spietata. Sbarchi nella Locride e tutto questo ti sembra il proverbiale lontano ricordo. Ma cosa è peggio? Perché all'improvviso ecco che accade un episodio lugubre che ti toglie in un sol colpo l'illusione e la speranza. Che testimonia dove in realtà ti trovi. Non è il paradiso in terra. L'ombra malefica d'improvviso s'incarna. Diviene tangibile in tutta la sua raggelante tracotanza. Cattiva e tirannica. Si traduce in realtà sotto forma di fiamme distruttive, che riducono in cenere una nuova attività, la speranza di un'economia sana e senza ricatto. La casa funeraria della famiglia Sgotto distrutta da un incendio, oggi è un cumulo di spoglie cineree, scure come l'ombra della 'ndrangheta che sembra dormire ma che non smette di controllare e monopolizzare. Senza pietà.

STRUTTURA all’ AVANGUARDIA Una struttura all'avanguardia nel settore delle onoranze funebri . Un servizio innovativo e di grande importanza che avrebbe anche facilitato gli aspetti burocratici per la gente che muore in ospedale o per i cittadini che avessero voluto evitare i funerali in casa.

Lo strillo deviante

Dopo gli attentati si diffonde spesso una voce deviante: dopo l’omicidio Congiusta si disse che era stata una questione di donne, oggi dopo l’incendio doloso che ha distrutto la casa funeraria in città qualcuno ha diffuso che il movente sia legato a una questione assicurativa. Sviare l’opinione pubblica è strategia utile ha sedare DOMENICA 10 NOVEMBRE

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Siderno Attacco alla ditta Sgotto è diversa Divampa la Casa Funeraria da Locri Quelle fiamme distruggono tutto, anche l'anima, e difficilmente si dimenticheranno. Per la riapertura dei locali servirà del tempo ma tutti, proprio tutti, hanno fatto quadrato attorno alla famiglia vittima dell’attentato, condannando l'episodio. Siderno dice no alla ndrangheta,

IL FATTO Nella notte di martedì ignoti con una tanica di benzina si sono introdotti nella casa funeraria della ditta Sgotto a Siderno e hanno dato fuoco alla struttura ancora in fase di costruzione ncora pochi giorni e Siderno avrebbe potuto avere (usiamo il condizionale) una struttura all'avanguardia nel settore delle onoranze funebri capace di produrre economia, occupazione e benessere per numerose famiglie del posto alle prese con una crisi economica senza precedenti. Un

A

servizio innovativo e di grande importanza che avrebbe anche facilitato gli aspetti burocratici per la gente che muore in ospedale o per i cittadini che avessero voluto evitare i funerali in casa. Ma a qualcuno questo fatto non è andato a “genio” ed alla famiglia Sgotto non è stata neanche data la piccola soddisfazione di vederla completata ed inaugurata. Si trattava di una nuova casa di onoranze funebri, pubblicizzata anche sul nostro giornale, ubicata nella parte sud della circonvallazione. È bastata una tanica di benzina, la forzatura della serranda ed un cerino perché le fiamme in pochi secondi si “mangiassero” anni di sacrifici, sogni e potenziali “illusioni”. Una struttura bellissima di circa 400 metri quadrati, già allestita ed arredata con la predisposizione di due sale mortuarie, sale d'attesa ed anche di un ufficio per il disbrigo di pratiche burocratiche. Nino Sgotto, il titolare dell' impresa che comprende anche un negozio di mobili, è una persona perbene di questa

città, uno di quei tanti sidernesi operosi che sin da ragazzo si è messo sotto nel lavoro con impegno, serietà e dedizione. Dopo il vile gesto perpetrato nei suoi confronti si è subito innescata una gara di solidarietà. I cittadini “onesti” di Siderno (sicuramente la maggioranza) hanno voluto essere vicini alla sua famiglia e lo hanno fatto nella maniera più bella e gratificante che ci possa essere ovverosia esprimendogli sincera solidarietà e manifestandogli vera vicinanza in un momento in cui ti verrebbe voglia di abbandonare tutto e scappare via da questa terra “maledetta”. Ma ci sono i figli, ci sono i nipoti a cui dare un futuro, ci sono anche quei dipendenti ai quali, proprio ora, non puoi far venire meno il lavoro. Nino Sgotto, questo lo sa bene, e seppur intravisto con le lacrime agli occhi, non è persona che si arrende tanto facilmente. Come ha sempre fatto nella sua vita anche stavolta si rimboccherà le maniche nonostante il “sole” della sua Siderno non potrà

non lo è la Locride, e come non lo è la Calabria. Canolo è un paese in cui c’è la ndrangheta, ma è soprattutto il paese di migliaia di emigranti , di tenaci lavoratori e di persone perbene. Un paese, quasi unico nel panorama nazionale, in cui negli anni ‘50 il Comune ha pagato con il proprio bilancio l’allaccio alla rete elettrica nazionale . Un paese che contava tremila abitanti ed oggi ne conta meno di ottocento a causa dell’emigrazione selvaggia che ha sconvolto il tessuto economico, sociale e culturale Però una “non verità” è passata, nell’opinione pubblica nazionale e non solo: Canolo è “casa” della ndrangheta. La Calabria è terra di ndrangheta. A noi questa Calabria di cui amiamo ogni fibra dal profondo del cuore, così com’è, non ci piace. Vogliamo un’altra Calabria, senza ndrangheta, sviluppata, colta, ordinata, dignitosa, rispettata. Sappiamo che da decenni c’è una classe dirigente inadeguata, che confonde la politica con un miserabile surrogato di clientele Noi ci battiamo per un “progetto Calabria”, il più condiviso possibile, e che oggi non esiste né a “destra” né a “sinistra” . Rispetto a ciò noi non possiamo, né dobbiamo più piegare la testa.

Io vado avanti, non mi ferno, rifarò tutto, meglio di prima. NINO SGOTTO

di JIM BRUZZESE

mai più brillare come prima. Quelle fiamme distruggono tutto, anche l'anima, e difficilmente si dimenticheranno. Per la riapertura dei locali servirà del tempo ma tutti, proprio tutti, hanno fatto quadrato attorno a lui condannando l'episodio (addirittura sembra che anche i fornitori gli hanno manifestato la volontà aiutarlo mettendogli nuovamente a disposizione, stavolta a costo zero, tutto il materiale andato distrutto) e facendogli notare che la vera Siderno è quella che dice no alla ndrangheta, quella che dice no alla violenza ed alla sopraffazione, quella che finalmente sembra sia riuscita a ribellarsi ad una ingiustizia. Ed allora, anche noi gli diciamo: "andiamo avanti, don Nino”, specificando (a scanso di equivoci) che il “don” viene usato nella sua accezione autentica ossia per riconoscere un vero galantuomo che ha dato tanto alla città di Siderno e non meritava una simile azione. Antonio Tssone

E intanto Canolo reagisce alla ‘ndrangheta e salva un matrimonio

“Il Fatto Quotidiano” del 7 ottobre pubblicava, a tutta pagina, un servizio notizia dalla Calabria : nello scorso mese di agosto, due giovani, residenti a Parigi, decidono di sposarsi nel paese di origine di lui , Canolo. Decidono di farlo, addobbando per l’occasione la piazza antistante l’antico palazzo De Agostino recuperato e destinato, come da tradizione antica, ad incontri pubblici. Durante la notte qualcuno mette fuoco al portone dell’antico palazzo, mandando in rovina quanto i due giovani avevano allestito. La cerimonia sembrava messa in discussione ma è stata salvata dagli abitanti del paese che, accorsi in massa, si sono messi al lavoro ripristinando, in pochissimo tempo, ciò che il fuoco aveva distrutto. La sera l’intera comunità ha partecipato alla festa nella pubblica piazza.. Ancora non lo sappiamo chi è stato a mettere fuoco, potrebbe trattarsi di ndranghetisti o, più probabilmente, di balordi, sappiamo però che la popolazione di Canolo si è schierata, senza esitazione alcuna, dalla parte dei due ragazzi e quindi dalla parte della civiltà. Partendo da questa notizia “Il Fatto” arriva alla conclusione: “ questa volta la ndrangheta ha perso in casa”. Una coltellata che ci colpisce al cuore per il semplice fatto che Canolo non è “casa” della ndrangheta, come

EDITORIALE

Altra cosa è la linea de “Il Fatto Quotidiano” che poi è quella di Imma Vitelli su “Vanity Fair”, di Goffredo Buccini sul “Corriere della Sera”, di scrittori come Saviano di Zero, zero, zero o di quanti hanno contribuito ad incunearsi nel dramma del nostro popolo facendo passare l’immagine di una Calabria criminale. Chiarisco subito che, secondo me, nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di malafede ma di un pensiero decisamente debole. Ci sono intellettuali che non sanno navigare se non trasportati dai venti prevalenti e diventano strumenti dei poteri forti aldilà della loro stesa volontà. È stato così durante il Risorgimento o durante il fascismo, lo è ancora di più oggi e Dio solo sa quanto è difficile combattere con la fionda contro i Golia del pensiero dominante. Noi abbiamo bisogno che si agisca subito per i nostri agrumeti, per difendere ciò che resta del nostro olio, per valorizzare i nostri boschi, per costruire un progetto di sviluppo e di riaggregazione della nostra Regione. Abbiamo bisogno di una classe politica che, partendo da subito, smonti, pezzo dopo pezzo questo istituto regionale capace solo di divorare risorse. Abbiamo bisogno di una classe dirigente di spessore diverso rispetto all’attuale. Tutto questo sarà possibile solo e soltanto se riusciremo a contrastare l’idea che siamo la “casa” della ndrangheta. Non possiamo e non dobbiamo consentire che i nostri figli siano vittime di ciò che Pasquino Crupi definiva, con lucidità, «la diffamazione calcolata del Sud». Ilario Ammendolia

Guerra e fame, pace e ‘ndrangheta: Locri è una lupa magra, Siderno è un leone mai sazio. Locri, Fortugno, Siderno, Congiusta. Omicidi eccellenti, movente diverso. Locri, Bugnano, Siderno Sgotto. Una spara e brucia i medici, l’altra spara e brucia i commercianti. Locri chiede mazzette. Ogni giorno, da una vita, venti sgherri vagano famelici lungo la città con assegni scoperti per farseli cambiare. Non li copriranno mai. Sempre gli stessi, entrano ovunque, senza bussare, riducendo incassi faticati con sudore, stipendi gonfi e statali. Siderno non fa così. A Siderno la ‘ndrangheta non vaga, ma concerta a tavolino posti di lavoro e fette di business, sempre col sorriso, a volte forzato. Con le buone parole, le pacche, addomestica i soccombenti, che diventano soci, quasi sempre, quasi fino al punto di non ritorno. Una lupa e un leone, bestie con le zanne, sottomettono il cuore della Locride con metodi diversi. Nessuno li ferma, le sole intercettazioni non fermano chi agisce in silenzio, chi accorcia nell’oscurità. Servono i vecchi metodi investigativi. Bisogna tramare con la ‘ndrangheta, entrargli nelle viscere, perché in tutti i posti in cui si trama e si sviscera, com’è ovvio, c’è sempre una spia, che canta a gettone. Lo stato chiede, la spia dà in cambio di qualcosa, rilassamento-agevolazioni sui propri crimini. E’ un costo/beneficio, è la vecchia legge della foresta: nel territorio del lupo spunta sempre la talpa, tra i leoni c’è sempre una iena. Anche così, oltre a intercettare riti più che reati, si danno risposte importanti alla rimbambita opinione pubblica. Di questo, se ce ne fosse ancora bisogno, ci dà tragica conferma l’irrisolto omicidio Ieraci, avvenuto a Moleti, Aspromonte ciminese, più di tre mesi fa. I dimenticatoi presentano più tenebre delle trame.

120.000 mila euro L’investimento attraverso un mutuo fatto dalla famiglia Sgotto DOMENICA 10 NOVEMBRE 2013

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ATTUALITÀ

Abusivismo, una grana per il neo sindaco di Gioiosa Marina LA PATATA BOLLENTE/ Non è più tempo dell e maniche larghissime delle due precedenti amministrazioni ANGELO NIZZA

altra metà della storia degli abusi riscontrati dalla triade commissariale e delle demolizioni già effettuate racconta della rogna che adesso passa in conto al neo sindaco che sarà eletto la settimana prossima. Già perché la terna GianniAlbertini-Adorno, in collaborazione con un team costituito dal segretario comunale, dai responsabili dei settori “Ambiente e territorio” e “Lavori pubblici”, “Amministrativo” ed “Economico e finanziario”, nonché dal comandante della polizia municipale (ognuno facente parte dell'ufficio “Prevenzione e repressione dell'abusivismo edilizio”, istituito ad hoc in seguito alla delibera 175 del 2012), ha censito una cinquantina infrazioni ma non tutte sono state ancora archiviate. Non tutti gli immobili ritenuti abusivi sono stati o demoliti o condonati. Dunque, va da sé che la patata bollente finisce nelle mani del futuro inquilino del Palazzo di città. Scorrendo i programmi elettorali predisposti per la campagna in corso, non risulta alcuna presa di posizione specifica sull'argomento. Solo nel testo redatto da Domenico Vestito (“Libertà è Partecipazione”) si fa cenno alla costituzione di una Commissione edilizia per disciplinare la gestione degli immobili da restaurare o quelli che sono sfitti, «attraverso un intelligente utilizzo della leva fiscale». Così si legge. Dall'altra parte, nelle linee programmatiche messe nero su bianco da Maria Teresa Badolisani (“Progetto Paese”) non vi è nessuna occorrenza del termine “abusivismo” o della parola “edilizia”. Fatte salve, certo, le frasi pronunciate dall'avvocatessa in occasione di incontri pubblici o di colloqui con la stampa, in cui ha dichiarato di impegnarsi a continuare la lotta contro agli abusi condotta finora dai commissari. Ma si dirà: sbandierare ai quattro venti che ti demoliscono la casa o il terrazzino o la baracca di campagna non è cosa opportuna se corri per la poltrona di sindaco. Tuttavia, la questione resta e sarà da affrontare. Altrimenti i propositi di legalità e trasparenza, questi sì messi ben in mostra in entrambi i programmi dei due candidati, saranno ben presto vanificati. In più, oltre ai motivi che

L'

riguardano il rispetto delle regole e del decoro urbano, documentare gli abusi e procedere poi con provvedimenti di demolizione o condono significa un introito per il Comune. Somme più onerose le pagano i cittadini che scelgono di usufruire del condono e, in proporzione, si paga di più se il mostro lo abbatte l'Ente anziché il proprietario. La cronaca racconta che nei mesi scorsi grazie al lavoro degli agenti della polizia municipale, impiegati come veri e propri “messi”, la commissione straordinaria ha notificato l'ordinanza di demolizione a coloro cui è stato rilevato l'abuso. E il mese scorso si è proceduto con i primi abbattimenti. Alcune stalle riconducibili al clan Mazzaferro e alcuni capannoni industriali che verrebbero fatti risalire alla famiglia Aquino sono stati rasi al suolo. Negli accertamenti del pool comunale è presente anche la soprelevata dell'Hotel Miramare, in via Marina, che però ancora non è stata sfiorata dal braccio meccani-

co. Il resto dei riscontri mettono in chiaro tutta una serie di violazioni commesse da residenti di varia estrazione sociale, che vanno dalla terrazza mai dichiarata ai confini fantasma fino a intere case non a norma. Durante un incontro con i commissari, erano presenti solo Patrizia Adorno e Michele Albertini, è emerso che a Marina di Gioiosa l'abusivismo è assai diffuso e che nelle campagne circostanti, comunque entro i limiti del territorio comunale, intere strade non sono state mai registrate all'anagrafe del catasto. Quello degli obbrobri edilizi è un problema tipico delle cittadine rivierasche, calate al mare dalle colline a fra fine '800 e inizio '900 e poi sviluppatesi durante gli anni del boom economico. A Marina la questione sarebbe ancor più sostanziosa perché le passate amministrazioni sono state di manica larghissima con i responsabili degli illeciti e ora si pagano le conseguenze.

Sopra la candidata Teresa Badolisani e sotto Domenico Vestito

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IN ATTESA DI RISPOSTA

LETTERA AL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA

Ammendolia: «Onorevole Bindi Le chiedo di essere ricevuto»

On.le Rosy Bindi Presidente Commissione Parlamentare Antimafia Roma Con la presente chiedo di essere ricevuto dalla Commissione Parlamentare Antimafia che Ella presiede. Le premetto che giorno 29 ottobre il Tribunale di Locri mi ha condannato ad un anno di carcere perché da sindaco di Caulonia ho tutelato la salute e l'incolumità dei miei concittadini garantendo, contemporaneamente, la tutela dell'ambiente. Condannato perché in condizioni di assoluta emergenza, gli operai del Comune hanno stoccato momentaneamente in una discarica, con tutte le precauzioni di legge, qualche metro cubo di rifiuti. Ribadisco di non aver alcun imbarazzo a causa di questa condanna dal momento che sul banco degli imputati non ci sono i responsabili del disastro ambientale calabrese che hanno sperperato oltre un miliardo di euro. Nessun imbarazzo dal momento che sono stati assolti con formula piena i responsabili dello scempio dei rifiuti a Napoli ed in Campania di cui hanno parlato le televisioni di tutto il mondo. Né intendo vittimizzarmi perché in fondo io posso difendermi e, in fondo,

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Molti calabresi temono la ‘ndrangheta ma, ancora di più, sono quelli che temono un potere oscuro di cui percepiscono la presenza e la forza. farmi una ragione. Forse avrebbe qualche ragione in più rispetto a me, un mio concittadino che con un vecchio camioncino andava raccogliendo ferro vecchio per sopravvivere ed è stato arrestato. Avrebbe detto Manzoni: così va il mondo. Comunque anticipo che non è di questa sentenza che intendo parlare. Io vorrei dimostrare che esiste un limi-

te, oltre il quale, una storia personale finisce di essere tale per diventare cifra di un cruento “metodo Boffo” che, in Calabria viene utilizzato contro gli uomini liberi ed i cittadini onesti che testardamente rifiutano di trovarsi padrini o padroni. Molti calabresi temono la ndrangheta ma, ancora di più, sono quelli che temono un potere oscuro di cui percepiscono la presenza e la forza. Personalmente ho avuto due autovetture distrutte. Le case di campagna saccheggiate e ridotte in rovina ma, contemporaneamente, ho subito per anni un attacco subdolo da parte di forze occulte che si annidano nei gangli dello Stato. Un attacco che mi ha compromesso la salute ma non mi ha piegato. Le faccio un solo esempio: alla fine degli anni Ottanta sono stato per qualche tempo componente del comitato di gestione dell'ASL di Siderno. Mi sono accorto subito che qualcosa non andava. I generi alimentari venivano forniti da una unica ditta concorrente, il cui titolare venne ucciso in una guerra di mafia, la fornitura di carne avveniva senza gara per un patto tacito tra le macellerie. Mi fermo. Ho cercato di fare il mio dovere, ma

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Se tutto ciò Le sembrerà normale non mi riceva. Se da quanto ho esposto ricaverà un indizio di una situazione anomala e singolare La prego di fissarmi un’audizione. una mattina mi son visto prelevare dai finanzieri e portato in carcere con un fermo giudiziario. Rinchiuso prima in una cella senza finestre e senza aria e, dopo due giorni, portato in una stanza di pochi metri quadri con altri sedici detenuti. La ragione? Essere interrogato “in ambiente asettico”. Passarono le ore ed i giorni ma nessuno

è venuto ad interrogarmi finché, dopo 96 ore, il GUP non mi rimetteva in libertà, con la motivazione che il fermo non si limitava ad essere illegittimo ma era assolutamente illegale. Per dodici anni il fascicolo è rimasto aperto senza aggiungere una sola carta, un solo interrogatorio, una benché minima indagine e ben si capisce il perché. Lei dirà è possibile? Eppure è successo. Nello stesso tempo l'ASL di Locri, cento volte più importante rispetto a Siderno, veniva occupata “manu militare” dalla mafia, ma né la procura, né successivamente la DDA, sembravano accorgersene. Nessuna meraviglia in una Terra in cui, anni fa, un ex presidente del tribunale ha dichiarato di essere a conoscenza di “reati gravi anzi gravissimi nascosti dai magistrati del tribunale di Locri” e tutti hanno fatto finta di non sentire. Chi ha denunciato questo silenzio, forse, è stato punito. Se tutto ciò Le sembrerà normale non mi riceva. Se da quanto ho esposto ricaverà qualche indizio di una situazione anomala e singolare La prego di fissarmi un’audizione. In attesa, ringrazio ed ossequio. Ilario Ammendolia

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LOCRIDE IL BANDO DELLA DISCORDIA

Scelte discutibili della Commissione di Siderno e indifferenza dell'Associazione dei Comuni La commissione straordinaria di Siderno, nel redigere un bando per avvocati difensori del Comune, decide di attribuire ben 18 punti a quanti hanno avuto incarichi da Commissioni straordinarie. Non importa dove e non importa quando,, né importa la materia da trattare purché di commissione straordinaria si tratti. Non entriamo nel merito della vicenda. Spetterebbe agli ordini professionali la tutela della dignità degli iscritti all'ordine. Voglio credere che si siano mossi in tal senso. La cosa che ci sembra politicamente più grave è che la commissione ritenga che un incarico attribuito da una organo nominato dall'alto (una commissione straordinaria) valga 18 punti, quello attribuito da un sindaco democraticamente eletto valga zero punti. Il silenzio dei vertici dell'associazione dei sindaci ci appare indecifrabile ed omissivo Non pretendere rispetto e quantomeno pari dignità tra uguali organi istituzionali significa aver interiorizzato un complesso di inferiorità che si coniuga perfettamente con la precedente uscita dell'associazione dei comuni riguardo ai consigli comunali sciolti per mafia. Vladimir

Ciao Alfonso maestro di libertà

Tanti dicono di amarla, di possederla, di rispettare quella altrui, ma pochi hanno il coraggio di viverla e di praticarla. La Libertà è un esempio faticoso, una testimonianza quotidiana, un patrimonio semplice e prezioso che giorno dopo giorno si accresce se si ha la forza di non tradire se stessi. Una eredità che alla fine non dovrà essere divisa, un patrimonio che potrà da tutti essere goduto allo stesso modo. Caro Alfonso, grazie per il tuo lascito, per il tuo esempio, grazie per aver vissuto da uomo libero. Salvatore Fuda

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Intanto ci giunge in redazione la convocazione del Comitato dei sindaci della Locride per lunedì 11 novembre ore 14. All’ordine del giorno la Sicurezza, la Sanità e sciopero Lsu/Lpu.

L’intervista al nuovo segretario provinciale del Pd

Seby Romeo promette presenza e glissa sulle assenze dei pezzi da novanta Quali saranno le sue priorità come segretario provinciale del Pd? Le mie priorità saranno: Radicamento sui territori,nei luoghi di lavoro,nelle scuole e dovunque la società necessiti la presenza organizzata del partito. Costruzione di un progetto alternativo al cdx,partendo dai fallimenti di Scopelliti nei campi della sanità,del lavoro,del trasporto pubblico locale e dei fondi comunitari. Rinnovamento dei gruppi dirigenti attraverso l'indicazione dei vicesegretari da parte dei circoli e dei GD. Confronto continuo con il sindacato e le categorie produttive,con le associazioni,gli intellettuali:per me il partito è un luogo di elaborazione collettiva,di socializzazione,uno strumento utile al cambiamento. Strutturazione di dipartimenti e forum tematici,aperti al contributo di non iscritti. Durante questo congresso del Pd

Seby Romeo con Nico Stumbo in zona sono fioccate le critiche per la scarsa democraticità ed è stato chiesto addirittura l'invalidamento delle votazioni. Lei cosa risponde a queste contestazioni? Per la verità il congresso della nostra federazione si è svolto senza contestazioni,perlomeno in sede di commissione di garanzia non è pervenuto alcun

ricorso,questo è un record,di cui vado orgoglioso.Comunque le critiche sono sempre le benvenute.Ho coinvolto tutti,la mia candidatura è figlia di un percorso condiviso,il successo del nostro progetto è ampio e sarà da subito trasformato in lavoro ed impegno,parliamo delle questioni di interesse generale,le polemiche DOMENICA

sono inutili. Rosy Bindi, prima eletta del Pd in Calabria,aveva promesso presenza e attenzione per la Regione e per la Locride, ma è già sparita. Quale sarà d'ora in poi la presenza e l'attenzione che sarà riservata dal Pd alla Locride? La Locride sarà rappresentata ai massimi livelli direttivi del partito,la mia presenza sarà continua.Ma ci vogliono politiche oltre che presenze e ruoli:il problema è che un giovane di Natile di Careri se vuole iscriversi all'università non la può raggiungere con un mezzo pubblico,che un impresa non ha accesso al credito bancario,che le famiglie pagano assicurazioni auto a prezzi insostenibili,che lo Stato da troppo tempo esercita soltanto funzioni repressive e non investe risorse nello sviluppo e per il lavoro.Ecco su questo e tanto altro,apriremo una discussione per fare della Locride una questione sociale e nazionale. E.A.

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Il Grande fratelloora

“incombe sulla scuola STEFANO MARZETTI Seconda puntata del Forum ideato dal nostro giornale con l'intento di coinvolgere in particolare gli istituti superiori della Locride. Un'inchiesta mirata a far emergere problemi pratici da una parte e dall'altra le difficoltà più legate al rapporto fra studenti, genitori e insegnanti. Ormai la tecnologia tiene sott'occhio gli

studenti su tutto ciò che fanno a scuola, nel bene e nel male. Verifiche scritte, verifiche orali, compiti da svolgere a casa, assenze, ritardi, uscite anticipate. Ogni cosa è sorvegliata da un dominio superiore. Il premio in palio non è l'allettante somma di 250mila euro messa in palio nella popolare “Casa” costruita dal palinsesto televisivo targato Mediaset, bensì una semplice promozione. Il Grande Fratello, insomma, incombe sulla scuola. Fu generato dalla strabiliante immaginazione e divinazione di George Orwell nel romanzo “1984”. Poi è transitato per la commerciale leggerezza di una trasmissione tv di esibizionistico successo. Da qualche anno incombe sulla Scuola, quella con la “P” maiuscola, con lo stesso intento - di certo meno tirannico di quello definito dal partito protagonista del libro scritto dal novelliere inglese di tenere sotto controllo gli studenti. Quindi, ragazzi, attenti! Il Grande Fratello vi guarda. E, se sgarrate, con un sms il professore spiffera tutto ai genitori. Il tema l'abbiamo trattato nell'ambito del “Forum Scuola” ideato dal nostro

La tecnologia tiene sott'occhio gli studenti su tutto ciò che fanno a scuola, nel bene e nel male. Verifiche scritte, verifiche orali, compiti da svolgere a casa, assenze, ritardi, uscite anticipate. Ogni cosa è sorvegliata da un dominio superiore. E i genitori possono verificare la situazione del proprio ragazzo stando a casa.

giornale con l'intento di coinvolgere in particolare gli istituti superiori della Locride. Un'inchiesta mirata a far emergere problemi pratici da una parte e dall'altra le difficoltà più legate al rapporto fra studenti, genitori e insegnanti. Uno degli aspetti della scuola moderna dibattuti all'interno del Forum, è stato l'ingresso della tecnologia nel mondo scolastico. Ne è emerso che il Pof (piano di offerta formativa), vera e propria carta costituzionale della Scuola, prevede la possibilità, in particolare per i genitori, di verificare la situazione del proprio ragazzo stando comodamente a casa davanti al computer. Mamma e papà possono visitare il sito dell'istituto scolastico utilizzando una password personale, verificare le indicazioni del Pof che riepiloga ciò che viene fatto dall'istituto stesso dal punto di vista didattico, formativo, dei rapporti sociali e così via. «Al liceo “Zaleuco” - ha spiegato Giuseppe Fazzolari, preside dello scientifico di Locri, di quello di Roccella e di quello di Gioiosa Jonica - dall'anno scorso abbiamo sperimentato il registro elettronico che quest'anno è andato a regime, nel senso che il genitore, oltre che vedere la situazione generale della scuola, ha la possibilità anche, con un click, di

controllare l'evoluzione didattica e comportamentale del figlio. Può appurare - ha precisato il dirigente - la vita scolastica d e l

ragazzo, seppure ancora in differita poiché i docenti non sono ancora in possesso di un tablet, nel senso che non c'è un computer sulla scrivania del professore che comunque, dal laboratorio informatico, nello spazio di duetre giorni aggiorna la situazione di ogni studente. La tecnologia da questo punto di vista ha aiutato molto. Ciò non toglie che ogni due mesi continuano a svolgersi incontri con i genitori. Quindi il rapporto coinvolge le famiglie anche in maniera personale», ha terminato Fazzolari.

IL CASO

Gioiosa Jonica protesta: da “porte aperte” a “poste chiuse” L'ufficio postale di Gioiosa Jonica in questi giorni è al centro di una vicenda incresciosa che sta provocando numerosi disagi della popolazione. A nostro avviso, i locali che ospitano gli sportelli di Poste Italiane sono assolutamente inadeguati per la numerosa utenza che ogni giorno è costretta a mettersi in fila sin dalle prime luci dell'alba per poter ritirare la pensione oppure per effettuare una semplice operazione di versamento di conto corrente oppure per poter inviare una raccomandata. La fila, in larga parte, è costituita da persone anziane che spesso non sono in buona salute e che, a nostro avviso, non potrebbero o non dovrebbero essere “costrette” a rima-

nere fuori dalla porta o a dover sostare in piedi sulle scale a mo' di punizione prima di poter acciuffare il “fatidico” numerino. Questi cittadini avrebbero (almeno in teoria) il sacrosanto diritto di essere ricevuti in locali moderni e climatizzati, con spazi adeguati e con sportelli effettivamente operativi (e non carenti di personale) così come stabilito dal tanto pubblicizzato sistema layout di Poste Italiane. A Gioiosa Jonica, invece, tutto questo non accade. Si “chiudono” le porte d'ingresso dell'unico ufficio postale. Negli ultimi mesi sono fioccate, inevitabili, le proteste che ci hanno indotto ad una verifica diretta della situazione. Pertanto, lunedì 4 novembre, ci siamo messi in

macchina e siamo andati a Gioiosa Jonica. Alle ore 8,38, come volevasi dimostrare, le porte dell'ufficio postale erano effettivamente “chiuse” ( come vediamo nelle foto) mentre la gentile clientela attendeva fuori nervosamente. Bisogna premettere (e questo lo diciamo a chi di dovere) che, se anche corrispondesse al vero il fatto che l'ufficio postale sia stato oggetto di qualche rapina, è anche vero (diciamo noi) che tutto questo non potrebbe bastare per costringere i cittadini a rimanere fuori dalla porta. Cosi facendo, la direzione, si assume ogni giorno specifiche responsabilità che si aggravano ulteriormente nel caso in cui (ed è già successo) qualche persona dovesse

accusare un improvviso malore. Ai cittadini del luogo, (come ci hanno simpaticamente dichiarato nell’inusuale “sala d'attesa”) non piace essere trattati come utenti di serie “B”, declassati rispetto ad altre realtà del resto dell’Italia. Invitiamo, pertanto, il management aziendale di Poste Italiane ad intervenire definitivamente per eliminare questo inconcepibile metodo delle “porte chiuse” in quell'ufficio postale ponendo così fine a quello che noi riteniamo un evidente caso di maltrattamento fisico e psicologico nei confronti di poveri ed indifesi cittadini con la promessa che continueremo ad attenzionare quell’ufficio. Antonio Tassone DOMENICA

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LA BATTAGLIA CONTRO LO SPOPOLAMENTO

Alla ricerca del binomio perfetto

Non più “mare e monti” ma “mare e borghi”

Resuscitare Ferruzzano,

il “paese fantasma”

STEFANO MARZETTI

C'è qualcuno che si è accorto di Ferruzzano e vuole resuscitarlo. Perché questo borgo risalente al XVI secolo, abbandonato dai propri abitanti dopo il terremoto del 1978, da molti oggi è stato ribattezzato il “paese fantasma”. Se ne sta lì romito, vedetta sulla scogliera d'Africo, una delle vedute più travolgenti di tutta la “riviera dei gelsomini”. Ma i fantasmi pare non scoraggino i forestieri. I quali, soprattutto in estate, da molte parti d'Italia e dall'estero arrivano per visitare la Locride, questa parte misconosciuta della Calabria. Al contrario dei troppi rassegnati o inconcludenti abitanti di questo territorio, patrimonio naturale dello Stivale, ne ammirano la nobiltà e ne intuiscono le potenzialità. E vogliono comprare e ristrutturare case e palazzine e villini oggi dichiarati inagibili e inabitabili.

Ferruzzano e altri paesi e paeselli, per i viaggiatori col fiuto sottile, sono vere e proprie miniere d'investimento per il futuro. Persone cui è già chiaro che il binomio perfetto da accostare alla Calabria non è quello fuorviante di “mare e monti”, bensì quello seducente di “mare e borghi”. Non, quindi, caseggiati sperduti e degni di un eremitaggio ma residenze affacciate su uno dei mari più belli del mondo, a due passi dalla costa, lontani dall'inquinamento. Insomma, a una giusta distanza da poter dispensare un'esistenza rilassante e allo steso tempo priva della sensazione d'isolamento. Nel silenzio coltivare le verdure dell'orto o allevare galline per un uovo fresco ogni mattina. Una forma di sviluppo, di resurrezione che ha già avuto successo. Com'è accaduto a Condoianni e Pentedattilo. Come a Riace, ripopolata grazie all'ospitalità concessa agli

emigranti africani, dove oggi la raccolta differenziata si attua utilizzando gli asinelli. Luoghi che sembravano destinati a morte certa e che invece è possibile rimodernare partendo da criteri all'avanguardia. Tentando di ignorare ossature di case mai ultimate e circondate dalla spazzatura avanzata da discariche ormai sigillate. «Chi viene a visitarci capisce subito che questo centro della Calabria è ancora vivo». A parlare è il sindaco di Ferruzzano, Marisa Romeo, alla sua seconda legislatura come “capo” del comune. «Purtroppo i fondi a disposizione sono molto limitati e di conseguenza la zona e priva di strutture ricettive per il turismo - aggiunge il primo cittadino - Non deve meravigliare, quindi, che vada sviluppandosi un mercato dell'affitto e della compravendita nel borgo antico. Un modo che permette a chi arriva da fuori, di soggiornare dalle nostre parti. E di godersi un

luogo che, nonostante tutto, non ha mai ceduto all'abbandono. Perché non mancano le iniziative culturali, i luoghi di pregio storico, come i palmenti (macine o vasche per la pigiatura dell'uva, ndr) di origine bizantina e di valore naturale, come il bosco di Rudina (riconosciuto luogo Sic - sito d'interesse comunitario - dalla Comunità europea)». Ma per quanto concerne il rifacimento di un paese abbandonato, «può essere affidato solo all'iniziativa di privati», precisa Marisa Romeo. E così progetti inevitabilmente costosi, come quello di realizzare un centro benessere e un bed and breakfast, negli anni scorsi si sono dissolti dentro l'acido di un'economia che non dà prospettive. Come prospettive, però, non dà neppure l'assenza di una qualsiasi iniziativa. L'auspicio è che in molti rassegnati alla paralisi, prendano esempio da chi immobile non riesce a stare.

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Passeggiata tra le vie deserte di Ferruzzano, uno dei paesi più suggestivi dell'entroterra locrideo. In Italia e all'estero tante persone si sono accorte di questo “gioiellino” e vogliono comprare e ristrutturare case oggi dichiarate inagibili e inabitabili.

NEL SERVIZIO FOTOGRAFICO LE CASE ABBANDONATE DI FERRUZZANO

La legge di sostegno per i piccoli comuni Il 15 marzo 2013 è stata presentata alla Camera dei deputati una proposta di legge per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni (fino a 5000 abitanti) e dei territori montani o rurali. Tra le varie proposte formulate in questa legge, ve ne sono alcune di particolare importanza: 1) i progetti per l'informatizzazione; 2) il miglioramento dell'efficienza e della qualità dei servizi con particolare riferimento alla sanità, ai trasporti, all'istruzione, ai servizi socio-assistenziali, a quelli postali, all'ambiente a alla protezione civile; 3) la promozione e la messa in commercio dei prodotti agroalimentari e artigianali tradizionali; 4) la riqualificazione delle aree rurali; 5) l'incentivazione della residenza nei piccoli comuni mediante fondi e agevolazioni.

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NOTE E SCHERMAGLIE

Risponde il direttore

Cara la Riviera una storia negativa della nuova 106 Gent.imo direttore de “la Riviera”, mi chiamo Vincenzo Lombardo e vi scrivo a seguito del vostro bell'’articolo di pari titolo dell'oggetto della presente. Innanzitutto complimenti per il lavoro di informazione sulla locride che fate giornalmente, con aggiornamenti che avvengono in più fasi durante la giornata. Voi raccontate molto bene gli avvenimenti che avvegono nella nostra zona, dando però un taglio, se mi è concesso dire, di tipo propagandistico e per certi versi politicizzato, ove per politicizzato non intendo che siate più di destra piuttosto che di sinistra o di centro, ma che date risalto a quelli che sono soprattutto gli eventi di carattere politico della nostra zona, trascurando a volte la gente comune e le loro storie di vita di tutti i giorni che vanno oltre la cronaca nera cui ormai siamo abituati. Queste storie possono essere utili per aiutarci ed aiutare tutti a comprendere il nostro territorio e chi vi abita. Questo di cui parlo è un mio pensiero personale, una opinione, che non deve in alcun modo condizionare il vostro modo di lavorare; voi avete una formula vincente quindi continuate per la strada intrapresa. Dopo questa breve introduzione Vi spiego il motivo per cui oggi vi scrivo. Avete fatto questo bellissimo articolo sulla SS 106 e sulla ditta che sta eseguendo una parte dei lavori, i quali dovevano essere consegnati da Ar.gi. s.c.p.a. e Astaldi s.p.a. entro il 31/10/2013 pena l'applicazione di una penale giornaliera contrattualmente prevista per un importo maggiore di Euro 100.000,00. Ma non è questo il punto per cui scrivo, ma bensì per il fatto che il Vostro gironale non si è mai occupato, durante i tanti anni che sono cominciati i laviori di costruzione della nuova SS 106 delle storie di tutte quelle persone che hanno dovuto lasciare le loro case in quanto colpiti da provvedimenti di espropri, oppure delle storie di coloro i quali hanno dovuto lasciare le loro abitazioni a causa dei cedimenti dei terreni nelle zone adiacenti la costruzione delle nemerose gallerie che sono state realizzate. Di queste storie ce ne sono tantissime. Gente disperata, che si è vista rovinare la casa, una casa che è l'unica cosa che hanno, un bene che rappresenta i risparmi di tutta una vita, l'unica cosa che potevano lasciare un domani ai figli. Io di queste storie ne conosco una! Il luogo in cui tutto accade è la frazione di Marcinà Superiore del Comune di Grotteria, a ridosso della costruzione delle Gallerie Limbia SUD. Lì in un terreno di tipo sabbioso sono state scavate due gallerie senza prendere le dovute precauzioni a tutela delle strutture esistenti e del territorio e tutto ciò ha portato l'innescarsi di più smottamenti nel terreno che hanno causato, tra l'altro, l'inghiottimento di una quercia secolare, la continua rot-

tura di alcune parti della rete idrica comunale, smottamenti nelle strade e danni strutturali in alcune abitazioni. Dopo il verificarsi di tali eventi, su richiesta dei proprietari delle abitazioni interessate sono seguiti sopralluoghi congiunti da parte di diverse le istituzioni regionali (Protezione vicile, vigili del fuoco, carabinieri, corpo forestali, Ar.gi s.c.p.a., Astaldi s.p.a., Anans s.p.a., Comune di Grotteria, ecc) a seguito dei quali il Comune di Grotteria ha deciso di emettere delle ordinanze di sgombero (ad oggi non eseguite in quanto gli occupanti non hanno avuto a disposizione un'altra abitazione dove trasferirsi) nei confronti degli occupanti le abitazioni coinvolte. Inoltre a seguito dell'espletamento di un accertamento tecnico preventivo eseguito dal Tribunale di Locri, a seguito di richiesta dei titolari di una abitazione coinvolta nella frana, si è verificato l'esistenza del nesso causa effetto tra i lavori in galleria ed i danni alle abitazioni; sia Ar.gi s.c.p.a., Astaldi s.p.a. che Anans s.p.a. ad oggi non si non attivati a pagare i danni, mentre le persone "sgomberate" (ultra ottantetti con malattie invalidanti certificate) vivono in quelle abitazioni ormai dichiarate inagibili. Cosa dobbiamo aspettare per sentir parlare di questo evento sulla Riviera e su tutta la stampa che si occupa di notizie locali, che ceda l'abitazione e ci scappi il morto? Io credo che gli elementi per poter fare un buon articolo ci sono tutti: una storia di vita comune di persone comuni che devono subire la burocrazia altrui in quanto nessuno gli da la voce per farsi sentire, una storia che tocca sicuramente in cuore di tutti, in quanto una storia vera. Spero, caro Direttore, che Lei voglia dare voce a questo evento, prima che i General contractor scappino via con il malloppo, magari anche elogiati perchè hanno compiuto un'opera come la nuova SS 106 in un territorio in cui regna il malaffare, ma senza evidenziare una verità nascosta quale è il fatto che nella locride ci sono tante persone oneste nei confronti dei quali queste imprese non si comportano certo meglio di come il malaffare si comporterebbe con loro. Spero sia interessato a dare voce a questa storia. dott.Vincenzo Lombardo Quello che mi ero ripromesso non appena ho assunto la direzione di questo giornale era quello di fare de la “Riviera” una “grande famiglia” dove tutti potessero esprimersi liberamente su temi importanti del nostro territorio. Rispetto, ma non condivido, la sua idea che il “taglio” del giornale sia “propagandistico”. Sulla “nuova 106” , infine, le anticipo che nei prossimi numeri ci saranno ulteriori approfondimenti. (a.t.)

Lettera aperta ad Ercole Macrì e a “la Riviera” Caro Collega, ho letto il tuo pezzo sulle elezioni a Marina di Gioiosa pervaso da una persistente ironia su un tema serio e in un momento preoccupante del variegato scenario italiano, sul quale bisognerebbe soffermarsi a lungo. Il quadro che dai sulla questione, a liste e programmi fatti, mi pare non tenga conto che per la prima volta viene qui presentata la lista “Progetto Paese”, che candida sette donne e tre uomini, cosa che ad un esame attento dei tempi e dei luoghi è di notevole importanza!; e la lista “Libertà è partecipazione” con tre donne più otto uomini prevalentemente di ambito professionale. Tutto ciò avviene in un momento delicato della vita di questa cittadina, che ha bisogno di un'Amministrazione dopo un commissariamento insoddisfacente nel contesto ed in democrazia. Mi risulta che le liste si siano formate con spontaneità e senza specifici appoggi esterni che dovessero determinare l'andamento futuro dell'Ente. Ma ciò è ininfluente perché le grane potranno venire, verranno difficili e parzialmente imprevedibili. Tu ti soffermi sul Torbido ma noi abbiamo due torrenti, l'altro si chiama Romanò. Abbiamo anche, a proposito di Valle Gioiosa di cui diremo, una strada parallela a quella preesistente che porta a Gioiosa Jonica ed effettivamente verso le colline. Ma anche a Siderno avete la Diga e una strada parallela che porta a Locri! Allora come la mettiamo? La mettiamo così: Siderno e Locri che hanno più abitanti potrebbero incominciare ad unirsi e se l'idea di Valle Gioiosa, cioè in sostanza dell'unione di Marina di Gioiosa a Gioiosa Jonica, Grotteria, Mammola, Martone e San Giovanni non è peregrina, potrebbero anche portare avanti insieme un progetto. Ma ne siamo all'altezza o siamo effettivamente campanilisti, nessuno escluso, perché politicamente ed economicamente non educati? In previsione di che? In previsione che fra trent'anni questi Centri saranno uniti naturalmente, ed in parte lo sono già o perché territorialmente senza soluzione di continuità o perché lo hanno già sperimentato. E ne condividono i problemi anziché i vantaggi! Per fare cosa? Per unire le loro prerogative e le loro forze: il turismo che come tu stesso mostri di credere è nel nostro caso trainante, ma non può esserlo se insieme ad esso non rifiorisce l'agricoltura, l'artigianato, l'alimentare e con esso la buona cucina locale; se non si ristrutturiamo e curiamo i monumenti archeologici rimasti e l'ambiente, risorse preziose incomprese per difetto di cultura. Questo tipo di evoluzione avverrà col tempo ma non in tempo, come sempre nel nostro territorio! E dunque non hanno torto le due Liste se parlano questo linguaggio ( l'affermazione sui programmi che “tutto è un duplicato, tutto è generico, privo di indicazioni specifiche” non ti sembra esagerata e dissuasiva?) . C'è, per esempio, la parte informatica pubblica e privata che da sola com'è concepita sarebbe un elemento di democratizzazione. Io ci credo, perché nel mio piccolo vedo qualcosa di nuovo come il lavoro per adesso familiare, il lavoro e basta che sta nascendo. Molti tuoi concittadini vengono a Marina ad acquistare il buon pane così prodotto, si riesce a creare dell'ottima pasta fresca in confezione da far invidia al meglio in questo campo, prova a comprarla e a mangiarla; per non parlare poi dei salumi e dei latticini che qui vengono preparati e venduti. Qualcosa si muove, Ercole, ed io ci credo! Forse è questo l'aspetto un po' tra-

scurato nei due programmi. C'è, infine, il parco urbano sul quale il già sindaco Francesco Macrì, aveva fatto approntare un progetto dall'Università Mediterranea di Reggio Calabria, di cui non si parla più. Ci sono e ci sono stati come in tutta la Locride uomini di cultura, di battaglie accanto al popolo per le conquiste sociali e democratiche, ed è bene che stiano nella nostra storia. Non vorremmo far nomi, ma tra loro certamente Gaetano Briguglio e Pasqino Crupi (che ha insegnato a Locri ed è stato vostro Direttore a Sidereo) col quale ho condiviso un lungo periodo di attività giornalistica e di fraterna amicizia. Ercole, l'autolesionismo non paga, anzi! Nei programmi delle due Liste c'è attenzione al

Bilancio comunale, alla limitazione delle spese utili ed alla eliminazione di quelle inutili, al lavoro, alla povertà e alla diversa abilità. Dobbiamo dunque aiutare questi coraggiosi che si cimentano e contare nella possibilità che non vengano loro contrapposti ostacoli, affinché governino il paese democraticamente, senza alcun bisogno di commissari vari le cui prestazioni vengono pagate col nostro denaro e senza il nostro consenso. Mi scuso per la lunghezza, ma sentivo il bisogno per il pubblico di un'informazione più compiuta come tu ed il team de “la Riviera” al quale auguro buon lavoro al servizio della collettività, avete sempre saputo fare. Andrea Quattrone

A Gioiosa Marina il Barcellona di Lion Messi farebbe catenaccio Ercole Macrì replica al giornalista Quattrone Sia ringraziato nostro Signore, intimo di Domenico Vestito, più che de noantri, che del Progetto dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria sul parco urbano gioiosano non se ne parli più. Negli ultimi quindici anni, tanti comuni della Locride hanno fatto da cavia a tirocinanti alle primissime armi che, attratti dalla tintarella, più che dal concretizzare inversioni di tendenza, e sotto la supervisione distaccata di professori dell'ateneo reggino amici di assessori e funzionari di dipartimenti regionali, hanno svolazzato così a lungo che, per renderLe l'idea, sono obbligato a citare il grande poeta greco Yannis Ritsos: «Nel campo l'ultima rondine ha indugiato a lungo, bilanciandosi nell'aria come un nastro nero sulla manica dell'autunno. Non è rimasto nient'altro. Solo case incendiate che ancora bruciano». Sul parco urbano di Gioiosa Marina, invece, il progetto c'è; è lì in un cassetto, a portata di mano. Quello di Franco Guglielmelli (fguglielmelli@tiscali.it) possiede, a mio avviso, requisiti alti, capaci di far incontrare alla nostra Gioiosa Marina trasformazioni importanti, crescita economica, occupazione duratura. Fiducia. Che il pane gioiosano è buono lo sappiamo. Sappiamo anche che una città pugliese che va sotto il nome di

Altamura (non Otranto, Gallipoli, Porto Cesareo, Vieste etc…) è la capitale italiana del pane. Sappiamo che a Gioiosa Marina come a tutti i comuni della Locride serva una sana, giovane e robusta amministrazione. Sappiamo pure che due o tre soppressate della Vallata del Torbido potrebbero andare a cena con il Principe di Zibello, che il Gambero Rosso ha una stella Michelin, il Golosia tre tazzine e Valeri spose bellissime. Ma sappiamo soprattutto che nel dna gioiosano c'è una spiccata vocazione turistica. Il futuro sindaco, per quanto mi riguarda, dovrà partire da questo, che lo faccia dal Torbido o da Romanò non importa, ciò che importa è un tuffo, un volo d'angelo, nella sua vocazione di principale città balneare della Locride. Se poi Lei mi vuol convincere che il Barcellona può giocare in difesa, che Picasso per essere più Picasso avrebbe dovuto saper suonare anche la chitarra, sconfiggere la tubercolosi e staccare Coppi sullo Stelvio o, addirittura, che a Rimini la piadina attrarrebbe più pesetas dell'ombrellone e avrebbe ugual dignità di alberghi e pattini, allora per la seconda volta in una sola settimana, sfioro la cresta, alzo il grilletto, giro il tamburo, la ringrazio per aver partecipato al dibattito… e tac. Ercole Macrì

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CALABRESE PER CASO

L'orecchio di Dioniso PINO ROMEO

La storia della grotta di Siracusa è una storia a metà strada tra mito e leggenda come ve ne sono tante, giustificata da esigenze di tirannide a cui si è ben associata la tradizione della delazione veneziana. Miti superati? Tutt'altro. In un'epoca che pone la tutela della privacy al vertice delle conquiste civili di uno Stato di diritto, mai la vita privata del cittadino è stata così violata come oggi, piegata spesso a favore di tesi precostituite da parte di chi, a vario titolo, può interpretare frasi, espressioni, intercalari e altro accedendo al privato del cittadino. Una violazione che si manifesta nel superamento dei divieti posti dal codice di rito. Un codice, quello di procedura, che impedisce - salvo limiti molto precisi - ogni pre-costituzione di fattispecie o ipotesi di reato se costruite solo sui contenuti delle comunicazioni “ascoltate” rinviandone, invece, l'utilizzabilità all'acquisizione di altri, concreti elementi che colleghino univocamente quanto acquisito dai dialoghi alla condotta poi espressa. La vicenda del Guardasigilli non dovrebbe meravigliare nessuno, tantomeno lo stesso Ministro. Non è stato l'unico (o unica). E, tuttavia non credo che Le si debba imputare parzialità o il mancato distacco che una certa Ragion di Stato avrebbe consigliato. La verità è che in un Paese nel quale spesso le norme vengono interpretate superando limiti sostanziali e procedurali, forse porre la riforma della Giustizia tra gli obiettivi del proprio mandato sarebbe stato un buon salvacondotto politico e morale. Controllare l'esercizio delle attività di intercettazione quanto il ricorso alla custodia cautelare, garantendone ogni cittadino dall'abuso e procedendo a termini di legge, avrebbe evitato al Ministro di doversi dispiacere e dato coerenza alla sua azione “umanitaria” e politica. Un'azione da estendere a tutti coloro i quali di tale sistema possono essere vittime. Un'azione da sottrarre al tiro incrociato di coloro che su tale impunità di fatto esercitano poteri e funzioni e da chi pone le vite degli altri in vetrina per soddisfare ragioni non richieste dal codice di rito e per censurare fatti o circostanze non previsti dal codice penale.

IL RICORDO

Marco Luly nobile e illustre esempio di vita Il 16 novembre ricorre il decimo anniversario dell'inizio del viaggio di Marco Luly verso l'eternità dell'esistenza e l'incancellabilità del ricordo dei suoi familiari, dei suoi amici e di quanti lo conobbero e apprezzarono e con lui costituirono sodalizi di reciproco rispetto e spesso di confidenziale complicità e solidarietà, duraturi oltre la parentesi della vita terrena. Marco Luly intraprese quel viaggio all'età di 66 anni, certamente non matura, anzi ancora aperta al prosieguo di una vita già ricca di realizzazioni e di soddisfazioni familiari e professionali, ma ancora vitale e per nulla adombrata di ipotesi di imminente conclusione. Prosegue il suo viaggio nel Cielo e da lì accompagna il cammino di tutti noi, grati di poter beneficiare di una così cara compagnia. Figlio, padre di famiglia e nonno, avvocato e uomo pubblico "ammalato" di politica e votato al servizio - da cattolico militante e praticante - alla Chiesa e della comunità adottiva (era nato a Catanzaro e aveva abitato a Roccella e a Gioiosa), Marco Luly era a Siderno una persona molto popolare. Professionalmente faceva l'avvocato e in famiglia era circondato da avvocati, tali essendo il suocero (l'avvocato Francesco Mollica), la moglie (Gabriella), un cognato e i figli Vincenzo e Ida, avviati sulla stessa strada. Come avvocato, praticava soprattutto il tribunale di Locri, ma era spesso in trasferta, in giro per l'Italia. Aveva una

I tuoi cari ti ricordano con immutato amore, profondo rimpianto, struggente nostalgia ed immensa tristezza. Una Santa Messa sarà celebrata sabato 16 novembre, ore 18:30, nella Chiesa di Santa Maria dell'Arco in Siderno. concezione sacrale della toga e un personale codice deontologico che non consentiva deroghe al dettato della legge e al rispetto verso i colleghi più anziani; quelli giovani li accoglieva nel proprio studio e li aiutava con generosità e senza supponenza ad affinare i ferri del mestiere; i clienti non li selezionava, ma metteva a disposizione di chiunque avesse bisogno di essere difeso la p r o p r i a professionalità. In politica era spesso esuberante, talvolta esplosivo, tanta era la passione con cui la praticava, fin dagli inizi, da quando, studente universitario a Padova, aveva incominciato a seguire le lezioni di Amintore Fanfani, rimanendone avvinto e diventandone sostenitore e seguace contro tutte le convenienze e le contingenze. A Siderno, nella "rossa" Siderno al tempo in cui non era facile aderire ad un partito condannato da sempre all'opposizione, fu

sempre tra i dirigenti più in vista- con incarichi anche provinciali e regionali della Democrazia Cristiana, per i cui ideali e per il cui simbolo fu subcommissario dell'Ospedale Civile, e fu eletto consigliere comunale dal 1964 in poi, per oltre un ventennio, e fu anche autorevole assessore nella giunta che oggi si definirebbe delle larghe intese, allora sostenuta dai tre partiti "storici" della città e guidata dal pr.of. Cosimo Iannopollo, poi inopinatan1ente e, irresponsabilmente immolata sull'altare di giochi orditi in ombrose stanze, unicamente capaci di avviare la comunità agli orribili decenni che si stanno tuttora vivendo. Marco Luly a tale situazione non si rassegnò mai. Anche quando le non buone condizioni fisiche ne avevano ridotto l'efficienza, egli continuò il suo impegno, soprattutto, nel generoso ma incompreso tentativo di dar vita - con qualche amico e alcuni giovani - ad una locale sezione del Partito Popolare Italiano. Per M;irco Luly, però, l'impegno nel sociale non era soltanto di natura politica. In tale campo, con la bussola degli insegnamenti della Chiesa, sapeva accorrere dove riteneva che la sua presenza potesse tornare utile a qualcuno, votandosi anche ai servizi più umili, come era quello di volontario barelliere sui treni bianchi per Lourdes. La grata memoria che di lui fanno queste righe è certamente poca cosa per ricordare un uomo di quelli di una volta, un galantuomo - anche questo termine è di una volta e oggi non si usa più vissuto per gli altri, con il proprio prossimo all’ orizzonte e l'ago della bussola volto in quella direzione; è poca cosa, ma si augura tanto di essere una "parva favilla" capace non solo di rinverdirne il ricordo, ma anche di contribuire a mantenere attiva l'eredità di affetti e di nobili e illustri esempi di vita e di impegno lasciati. Enzo D'Agostino

L’ANGOLO DI PARRELLO

“Risparmiare…” E così al mattino, appena esci di casa, incontri giovani che offrono volantini con prodotti al risparmio. Brava gente che ci vuole bene, così come i politici che per lo stesso motivo non aumentano né pensioni né stipendi. L'altro giorno sul lungomare incontro un amico: “Vedi Franco, non riesco a capire questo continuo cambiamento dell'orario” - “Ma Giuseppe, tutto questo si fa per risparmiare, specialmente per le grandi industrie” - “Ma io non ho nulla Franco” - “Benissimo, devi abituarti a risparmiare un po' di nulla” - “Tu fai sempre filosofia; spero domani di non incontrarti, altrimenti sono sicuro che mi consiglierai di risparmiare sulla “passeggiata”… Franco Parrello

La Gerenza

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Juve - Napoli

fuori i secondi

Chi tra Juve e Napoli avrà assorbito meglio stanchezza e tossine accumulate mercoledì lo dirà il campo, così come solo il campo stabilirà se la Roma ancora senza Totti e Gervinho riuscirà a battere il Sassuolo. ANGELO LETIZIA La domenica di Serie A, dopo un pomeriggio di gare interessanti ma di poco rilievo per l'alta classifica, il meglio lo riserverà alla fine con la "partitissima" di Torino tra Juve e Napoli, insieme a Fiorentina-Sampdoria uno dei due posticipi serali in programma. Azzardando previsioni, il sentore è quello di una giornata soprattutto pro Roma: ai giallorossi infatti basterà superare il Sassuolo all'Olimpico per garantirsi, a prescindere dal risultato di Torino, un allungo in classifica su una o su tutte e due le sue più dirette concorrenti. E' infatti chiaro che Juve e Napoli affrontandosi a vicenda non potranno vincere entrambe, per cui sia perdendo che pareggiando si ritroverebbero con altri punti da recuperare oltre ai tre che già le separano dalla Roma e dal primo posto. Solo vincendo Juve o Napoli riuscirebbero a mantenere inalterate le distanze e tutto ciò potrebbe indurre Antonio Conte e Rafa Benitez a osare di più, con la consapevolezza che un pareggio alla fine potrebbe non servire a nessuno, se non solo alla Roma. Già dalle scelte tecniche della vigilia, Juve e Napoli sembrerebbero aver adottato a pieno quest'orientamento, con Conte pronto ad abbandonare il classico e collaudato 3-5-2 per un più spregiudicato e pungente 4-3-2-1, e mister Rafa deciso a confermare Higuain al centro dell'attacco. Al di là dei moduli, molto potrebbe però decidersi a centrocampo: la linea mediana che maggiormente riuscirà a garantire filtro e protezione alla difesa e appoggio e sostegno in fase d'attacco, indirizzerà la gara su binari di assoluto vantaggio e privilegio, molto dipenderà poi dalle fatiche di coppe. Chi tra Juve e Napoli avrà

assorbito meglio stanchezza e tossine accumulate mercoledì lo dirà il campo, così come solo il campo stabilirà se la Roma - ancora senza Totti e Gervinho - riuscirà a battere il Sassuolo in una gara dal pronostico quasi scontato, durante la quale però sarà essenziale tenere nella giusta considerazione e non sottovalutare una squadra come quella emiliana che con la bella vittoria di Marassi contro la Samp ha dimostrato di essere più viva che mai e pronta rimettersi in marcia dopo un avvio di campionato da tregenda seguito da un difficile ma graduale costante miglioramento. Proseguendo, tra le gare della giornata da tenere d'occhio c'è poi Chievo-Milan, una sfida nella quale, da una parte e dall'altra, non sono consentiti ulteriori passi falsi. Dopo la bagarre settimanale Galliani-Barbara Berlusconi, in casa rossonera sembrerebbero essersi aperte ulteriori crepe societarie e tecniche, con un Allegri ormai relegato all'angolo in balia degli eventi e delle bizze altrui. In attesa che i due litiganti chiariscano le proprie intenzioni e si definiscano le linee guida del futuro più prossimo e lontano, si vive un presente inquietante, con una squadra più vicina alla zona retrocessione che al terzo posto, obiettivo minimo d'inizio stagione. Il Chievo fanalino di coda solitario e con Sannino quasi al passo d'addio in panchina, si gioca il tutto per tutto sul terreno amico, come probabilmente faranno la Samp e Delio Rossi nell'altro posticipo serale della giornata, in trasferta al cospetto di una Fiorentina prontamente rilanciatasi in classifica e nel morale con il perentorio 0-2 rifilato al Milan domenica scorsa a San Siro. Completano il turno Parma-Lazio, Atalanta-Bologna e Cagliari-Torino. Buon campionato a tutti. DOMENICA 10 NOVEMBRE 2013

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Stella al Merito Sportivo per Pino Filastro Anche il CONI nazionale, del Presidente Giovanni Managò ha deciso di premiare il prof. Pino Filastro: verrà conferita allo stimato professionista la Stella al Merito Sportivo in riconoscimento delle benemerenze acquisite per le attività tecnico-dirigenziale svolta all'interno della F.I.G.C. LND della Calabria. Il suo curriculum di ampio riconoscimento lo vede giovane calciatore dilettante negli anni '80 con i

Diavoli Rossi di Locri. Dal 1981 svolge la professione di docente di Educazione Fisica e ricopre la carica di dirigente F.I.G.C. del Comitato Distrettuale di Locri. Nel Comitato Distrettuale Locri ricopre la carica di Delegato Calcio-Scuola dal 1982 al 1989 e dal 1989 sino al 1992 il duplice incarico di Delegato e Responsabile Tecnico di base per la nascita dei Centri Calcistici di base-scuole calcio, incarico

che manterrà sino al 2010. Da settembre 2011 ricopre la carica di Vice Presidente del Comitato Distrettuale. Ha rappresentato in ambito nazionale il Comitato distrettuale di Locri, in occasione di manifestazioni nazionali in cui sono state presenti società sportive e scuole delle Locride. Le nostre congratulazioni al prof. Pino Filastro. lr

SPORT

A Rossano esame “Audax” per il Roccella Si è fermata contro il Castrovillari la striscia di sette vittorie consecutive del Roccella che al cospetto della formazione di mister De Rosa ha rimediato un pareggio che comunque ha consentito alla compagine amaranto di mister Francesco Galati di rimanere prima in classifica con un punto di vantaggio sul Sambiase. Il Roccella,anche domenica scorsa, ha confermato quanto di buono si è sinora visto in campionato. Una squadra molto grintosa che cerca di imporre sempre il suo gioco evideziando spesso della belle azioni corali che hanno messo anche in luce le incredibili qualità tecniche di Matteo Carbone e di Criniti oltre che quelle del ritrovato

bomber amaranto Valerio Saffioti. Oggi la squadra amaranto da capolista si recherà allo “Stefano Rizzo” di Rossano dove affronterà la compagine locale di mister Andreoli, l’Audax, alle prese con diversi problemi societari dopo il deludente inizio di campionato. Una di quelle partite che potrebbe davvero essere indicativa per cercare di capire se il Roccella potrà effettivamente puntare sulla conquista della vittoria del campionato. Mancheranno per squalifica Khanfri e Coluccio e si spera di poter recuperare il metronomo Mimmo Calabrese rimasto fermo ai box domenica scorsa. Antonio Tassone

Siderno fuori Telli dentro Mollica

Dopo la sconfitta di domenica scorsa a Bovalino contro la BenestarNatilese di mister Procacciante,l’allenatore del Siderno Guglielmo Telli si è dimesso dall'

incarico di allenatore. La società ha affidato la conduzione della squadra a Gioacchino Mollica. Con questo cambio tecnico la società spera, già da oggi

contro la Deliese, di uscire dal momento di crisi che ha visto la compagine jonica uscire sconfitta pesantemente da due trasferte consecutive. Serviva una scossa all’ambiente e mister Telli, opportunamente, ha deciso di mettersi da parte nonostante le diverse problematiche che si sono evidenziate in questo primo terzo di campionato. Per la gara odierna contro gli aspromontani che solo domenica scorsa hanno cambiato allenatore ( al posto dell’indimenticato bomber del Siderno anni 80 Pino Stillitano è subentrato l’ex tecnico della Gioiosa Graziano Nocera) mancherà il centrocampista Mario Fuda mentre rientrerà al suo posto il capitano Peppe Carabetta. Oggi servirà vincere per scalare posizioni nella classifica cortissima e per cercare di aumentare la propria autostima. Tra gli ospiti, invece, mancherà Carbone.Una sfida delicatissima che mister Mollica ha preparato nei minimi dettagli cercando di caricare al punto giusto la squadra che oggi dovrà rispondere sul campo alle sollecitazioni del neo mister del Siderno,esperto conoscitore di questi tornei. a.t.

Il Gioiosa Jonica prova a rimettersi in carreggiata Il Gioiosa Jonica inizia a scalare la classifica. La formazione biancorossa dopo essere stata battuta dalla Rizziconese sbagliando anche un calcio di rigore con Patrizio è riuscita ad incamerare l’intera posta in palio contro la Villese. Dopo la bella affermazione casalinga, Roccisano e compagni adesso non possono permettersi altri passi falsi bisogna subito rimboccarsi le maniche e cercare di invertire la marcia. L'inizio di campionato del Gioiosa non è stato particolarmente positivo, la classifica è corta e il campionato e ancora lungo e la squadra

visto l'organico che si ritrova e con i possibili innesti del mercato autunnale siamo convinti sarà nelle condizioni di poter venire fuori e lasciare le sabbie mobili. Il tecnico Silvano cercherà di trovare le giuste soluzioni affinché i biancorossi possano trovare altri tre punti che potrebbero dare morale a tutto l'ambiente rilanciando in classifica la squadra che malgrado i risultati negativi fin qui conseguiti ha sempre dimostrato di non meritare l'ultima posizione. In questo particolare momento tutta la società biancorossa chiama a raccolta anche i

tifosi affinché stiano vicini alla squadra per sostenerla e incitarla.Ieri intanto i bianco-rossi hanno giocato in anticipo a Bianco al cospetto di una formazione partita con grandissime ambizioni ma che si ritrova a dover inseguire il tandem di testa composto da Brancaleone e Rizziconese. A prescindere dall ’ esito di questo match sarà in casa che il Gioiosa Jonica dovrà cercare di ottenere il massimo dei punti a disposizione per ottenere la salvezza. N. B.

Marina di Gioiosa ora serve il “bis” col Polistena

Un Marina di Gioiosa ordinato e ben disposto in campo ha cancellato la sconfitta contro il Taureana vincendo di misura contro il Reggio Mediterraneo. In settimana la sterzata del tecnico e della società è servita e Pasquale Rotondo, ha firmare la classica vendetta dell'ex portando a casa tre punti di platino che rilanciano i giallorossi in classifica. Oggi pomeriggio contro il Polistena Mesiti e compagni cercheranno di continuare la striscia positiva i pianigiani stanno attraversando un buon momento di forma per cui la gara si preannuncia spettacolare con due squadre che cercheranno il risultato pieno. Durante la settimana i ragazzi giallorossi hanno lavorato intensamente sotto lo squadro vigile dello staff tecnico che ha provato nelle partitelle in famiglia diverse soluzioni da applicare nella sfida di oggi. Nel frattempo Mister Rotondo è soddisfatto della prova dei suoi ragazzi che hanno ritrovato la vittoria cancellando la prova opaca di una settimana fa . "Ci tenevo particolarmente a far bella figura davanti ai miei ex ragazzi, ed a dirigenti seri e preparati come

Cloro e Bruno Leo. Due anni vissuti così intensamente, non potranno mai essere cancellati dalla mia memoria. Quanto alla vittoria di sabato scorso , siamo riusciti a riscattare la sconfitta casalinga col Taureana, e ritengo che, soprattutto nella ripresa, sia emersa la voglia di far bottino pieno al cospetto di una signora squadra, composta da elementi di categoria . Ho fatto i complimenti ai miei per quanto profuso nell'intero arco dei 90 minuti, in cui Paparatti, in mezzo al campo, ha mostrato di essere un autentico leader. Questo è un campionato che si sta rivelando piuttosto equilibrato, poiché è possibile ottenere qualsiasi risultato contro ogni compagine, anche se noi purtroppo continuiamo a dover disputare le gare casalinghe a Roccella sul sintetico, mentre gli allenamenti settimanali vengono svolti regolarmente presso il campo comunale di Marina, in terra battuta". Probabile che per la sfida di oggi pomeriggio contro i pianigiani il tecnico decida di riconfermare in blocco la formazione che ha ben figurato a Reggio . Nicodemo Barillaro

Mammola a corrente alternata Un pareggio inaspettato per il Mammola di Gianni Scigliano che dopo le due vittorie consecutive ha pareggiato tra le mura amiche contro un modesto Real Spilinga. Un prova incolore per Giovinazzo e compagni . Il pareggio 1 -1 ha confermato come la compagine del presidente Pino Neve siano incappati in una giornataccia dove nessun reparto ha funzionato a dovere. Il Mammola ha giocato una gara deludente sciupando diverse occasio-

ne ma facendo spesso anche confusione nella manovra dove alcuni uomini chiave non hanno brillato come in altre circostanze. Il tifosi e la società si augurano che il pareggio rimanga solo un episodio e che al più presto la squadra mammolese allestita per un campionato da vertice ritrovi gioco e risultati ad iniziare da oggi pomeriggio a Galatro una sfida che sulla carta sembra abbordabile. Scigliano nel dopo gara ammette che la sua squadra

non ha giocato bene. “ Siamo stati lenti e poco brillanti in un campionato difficile come quello di seconda categoria può anche capitare di incappare in una giornata no. Contro lo Splinga abbiamo sciupato tanto sotto rete qui c'è da migliorare perché capita spesso di divorare autentiche palle gol davanti ai portieri avversari . Al di la di tutto bisogna ammettere come non siamo riusciti ad esprimere al meglio il nostro gioco come in altre circo-

stanze . Comunque accettiamo lo stesso il pareggio pensando alle prossime gare dove dovremmo cercare di sbagliare il più meno possibile concretizzando di più sotto rete ". Oggi a Galatro mister Scigliano potrebbe cambiare qualcosa in formazione in settimana il tecnico ha provato diverse soluzioni ma sulle scelte se ne saprà di più poco prima del mach. N.B. DOMENICA 10 NOVEMBRE

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Gusto&

sapori

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

na delle cose in assoluto più importanti da imparare se si vuole mangiare consapevolmente è la distinzione tra le varie modalità di cottura, e ancora più fondamentale è l'effetto che i modi diversi di cuocere gli alimenti sortisce sui cibi e sull' organismo. È necessario abbandonare la convinzione che esista un procedimento migliore di un altro; questo è vero solo in relazione alle singole situazioni individuali (anche se con caratteristiche comuni), e anche nell'ambito individuale le cose cambiano a seconda dello stato fisico nel quale ci si trova. Secondo punto fondamentale è variare sempre a rotazione il modo nel quale si cuociono gli alimenti, così come è giusto variare il più possibile il tipo di cibo che si assume. Un'altra indicazione importante è di assumere gli alimenti il più vicino possibile al loro stato naturale; quando è possibile, e se si è in uno stato di salute ottimale, consumare cibi crudi è un'ottima scelta. Per quanto riguarda invece le procedure per cucinare, una prima distinzione va fatta sicuramente tra gli utensili che utilizziamo a questo scopo. Utilizzare sempre pentole di acciaio o di ferro (che rilasciano ferro biodisponibile, utile nelle sideropenie), di terracotta (che rilasciano silicio), di alluminio (con l'ac-

U

La moda

di cottura

ad ognuno la s

cortezza di non lasciarvi gli alimenti a lungo perché si può formare ossido di alluminio), di rame (basta non esagerare, il nostro organismo ha bisogno di rame in piccolissime quantità) o di ghisa (che non è altro che una diversa condizione del ferro). Anche la forma delle stoviglie fa la differenza: utilizzare una pentola alta, e magari anche coperta, crea un aumento della temperatura senza però provocare un'evaporazione e la conseguente disidratazione degli alimenti, quindi una maggiore ossidazione degli stessi; al contrario, servirsi di una padella con i bordi svasati si traduce in una cottura molto più veloce e una minore perdita dei loro valori nutritivi, e di conseguenza una maggiore digeribilità. Con questo ho voluto introdurvi uno dei motivi per i quali in Bioterapia Nutrizionale, in caso di patologie dell'apparato digerente, la peggiore modalità di cottura di un alimento è la bollitura; un'altra ragione è che l'alimento bollito è imbibito di acqua, e questo lo rende indigesto perché i succhi gastrici vengono diluiti dall'acqua contenuta nell'alimento.

Con la cottura al vapore vengono preservati maggiormente i nutrienti e i sali minerali degli alimenti, ma mentre questo può essere un vantaggio per bambini, anziani, sportivi, o dopo una profusa sudorazione (situazioni nelle quali è necessario reintegrare i sali), potrebbe invece essere poco conveniente in una persona che soffra di ipertensione, o in chi abbia problemi renali, oppure in donne in età fertile con ritenzione idrica (soprattutto nella seconda metà del ciclo, momento nel quale normalmente il problema peggiora).Solo in questi casi potrebbe essere più utile la bollitura, da effettuare però in acqua non salata, per evitare la formazione dei cloruri che possono affaticare la funzione renale e quindi rallentare il processo della diuresi. Nella cottura affogata (o stufata) l'alimento viene posto in una padella direttamente da crudo e con l'olio, posizionando un coperchio che rallenta l'evaporazione dell'acqua, che viene assorbita quindi dall'alimento e lo rende omogeneamente morbido. In questo modo tutti i nutrienti rimangono all'interno dell'alimento; perciò anche questo tipo di cottura è indicato per bambini, ragazzi, e uomini che praticano sport. Se invece l'alimento viene prima bollito

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alità

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Primo punto fondamentale è l'effetto che i modi diversi di cuocere gli alimenti sortisce sui cibi e sull' organismo. Secondo è variare sempre a rotazione il modo nel quale si cuociono gli alimenti, così come è giusto variare il più possibile il tipo di cibo che si assume.

sua! abbiamo la cottura ripassata in padella; in questo caso l'alimento bollito (solitamente una verdura) viene messo nella padella con l'olio già caldo (olio nel quale si sarà eventualmente fatto soffriggere dell'aglio); la verdura quindi verrà disidratata e l'olio cotto stimolerà maggiormente il fegato, migliorando la digestione. Anche nella cottura in padella (che si differenzia da quella stufata solo per l'assenza del coperchio e per il fatto che può essere effettuata anche a freddo, cioè mettendo insieme a freddo gli alimenti e l'olio) l'alimento viene disidratato e reso così più facilmente aggredibile dai succhi gastrici. Per quanto riguarda la frittura ( l'alimento completamente immerso nell'olio extra vergine d'oliva, che non deve mai raggiungere il punto di fumo, e temperatura ottimale) è molto importante sfatare il mito che “faccia male” o “sia pesante”; il fritto ha invece un'azione coleretica e colagoga, in parole semplici significa che fa contrarre e svuotare la colecisti; questo comporta anche una migliore evacuazione delle feci, ed è controindicato di fatto solo nelle patologie del fegato e della colecisti. Un cenno merita sicuramente anche la cottura alla brace, tanto utilizzata nel periodo estivo, che non ha controindicazioni se fatta nel modo giusto (l'alimento non deve carbonizzare in nessun punto) ed effettuata con la legna.

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Parlando

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Oggi a Gioiosa la X edizione della Festa di

San Martino, gusto del passato CULTURA E SOCIETÀ

Nel mark

il sessismo de Zalone, la comicità che non sente la crisi Domanda: ma se è un periodo di crisi, di recessione economica, come si spiega che elettronica, telefonia, informatica, auto non utilitarie, tipo Suv, siano beni che si vendono sempre di più? Se i soldi non ci sono, i portafogli languono, come ci dicono gli esperti in tv, come mai, qualche film italiano o estero continua a battere i precedenti record di incassi ai botteghini? La risposta è: pubblicità. Pubblicitari e promoters di ogni razza dettano alle nostre viscere per cosa contrarsi e rilasciarsi e noi ubbidienti compriamo. Consumatori siamo da quando siamo nati, avidi e tristi figuri ripiegati su noi stessi ad ascoltare, non il nostro cuore, ma il nostro stomaco. Dipendiamo dalle nostre budella, dai loro grugniti di fame, dai loro spasmi di desideri ed ansie. Siamo dei compratori compulsivi, smaniosi. Qualunque cosa sarà pubblicizzata noi la compreremo, invariabilmente, sia cibo, oggetto materiale o prodotto artistico. È tutto un fatto di pubblicità se il terzo film di Checco Zalone scuote i botteghini dei cinema e incassa milioni di euro in pochissimi giorni. Se davanti alle sale si creano le file e le proiezioni fanno il tutto esaurito dei posti già in prevendita dal giorno prima. Se famiglie intere, di quelle che non vedono un film per intero da quando è stato inventato il telecomando, incapaci di

star fermi su un solo canale per più di cinque minuti di fila, si recano insieme al cinema a vedere Sole a Catinelle. Se tutti ridono delle sue battute. Comicità facile? Popolare? Che piace anche ai più semplici? Che tocca i nodi pruriginosi della quotidianità? Politicamente scorretta? Trama semplice, addirittura più elaborata dei due film precedenti, qualcuno dice, con la pretesa di rappresentare una storia coerente e non soltanto un collage di gag e battute divertenti. Si scomodano paragoni imbarazzanti, con Totò, addirittura, con la grande commedia sociale italiana. Neanche per idea. Soltanto marketing pubblicitario. Checco Zalone, con il suo muso bovino, è la merce su cui il cencioso cinema italiano sta investendo negli ultimi anni, poi toccherà ad un'altra faccia, anche perché il terzo film è numero fatidico, il quarto di solito è un flop, conviene buttar via tutto e passare ad un altro prodotto. Ma forse ci sbagliamo noi. In fondo tra Zalone e Plauto non c'è grande differenza. Trame semplicissime, battute fatte con lo stampino, volgarità a carrettate, palese ed occulta. Però Plutarco lo studiamo nei licei. E chissà, tra molti secoli, di Pasolini nessuno più si ricorderà, ma si manderanno a memoria le battute di Checco Zalone. Daniele Mangiola

Se si pensa a sessismo, femminicidio, cultura di genere, mercificazione del corpo della donna, il primo pensiero va a Loredana Lipperini che in Ancora dalla parte delle bambine (Feltrilnelli 2007) scrive: “A formare una cultura è quello stesso immaginario che si veicola nei prodotti a larga diffusione: prodotti destinati all'infanzia, soprattutto. Perché per capire cosa sta succedendo alle donne occorre sapere cosa è successo, da qualche lustro a questa parte, alle bambine. Non casualmente, quel che viene intuito oggi dai saggisti era già noto, da oltre dieci anni, nel marketing che riguarda i giovanissimi. La re-genderization, il ritorno ai generi, è già in atto, dalla metà degli anni Novanta, nella produzione e diffusione di giocattoli, programmi televisivi, libri, film, cartoni. Laddove la parola ritorno non sancisce semplicemente una differenza, ma determina, ancora una volta e a dispetto delle apparenze, la premessa di una subordinazione”. Lo ricordiamo tutti, i più piccoli e anche quelli che sono cresciuti: da un certo momento in poi gli ovetti Kinder si sono differenziati in rosa e azzurri, per bambine e bambini. Già succedeva negli anni Ottanta, con i mega-ovetti pasquali, e se eri di quelle bambine che preferivano montare e smontare o costruire dei puzzle, dovevi chiedere l'ovetto azzurro. In Germania c'è stata una viva polemica contro la genderizzazione dei prodotti Kinder e dei suoi spot pubblicitari, in particolare la studiosa Stevie Schmiedel, nota per i sui studi sul colore rosa nella pubbli-

cità, e il quotidiano tedesco Suddeitush Zeitung, hanno fortemente criticato la pubblicità Kinder tanto da indurre la Ferrero a emettere un comunicato di questo tenore: «La gamma base di Kinder Sorpresa “Rosa” prevede sì regali “classici” per bambine, come bracciali di fiori e anelli, ma anche giochi di ragionamento, puzzle e piccole costruzioni (…) Le ragazze al giorno d'oggi hanno bisogno di girl power ma anche di pony rosa». Come a dire che il rosa è ontologicamente donna. Ma la Ferrero ha capito perfettamente che il momento è propizio alle pubblicità sessiste e falsamente gender-friendly (come Fonzies, materasso Dorelan, McDonald's, crackers Gran Pavesi). Per non parlare dei miliardi di cucchiaini, gelati, tortine e snack vari che da decenni finiscono in bocca alle donne con un chiaro riferimento al rapporto orale. L'idea che la Ferrero trasmette è di una madre totalmente inquadrata nelle sue mansioni domestiche, la cui preoccupazione più grande è la merenda di figli e marito. Nella pubblicità

Il caso degli amanti aggrediti dal branco

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Mai correre davanti a un cane inferocito Gentile Redazione de “la Riviera”, ho letto con molto gusto il vostro articolo apparso sul numero scorso a pagina 28 e 29, riguardante l'attacco di un branco di cani selvatici ad una coppia di giovani amanti. Pur apprezzandone il tono parodistico, del tutto estraneo ai soliti clamori della cronaca televisiva, non posso esimermi dal commentare che i giovani hanno fatto esattamente ciò che non si dovrebbe mai fare davanti a dei cani inferociti: gridare, roteare bastoni, minacciare, attaccare. I nostri nonni, i nostri genitori, le zie, ce lo hanno sempre ripetuto: mai correre davanti a un

cane. I gatti lo sanno perfettamente e ne hanno fatto una strategia di sopravvivenza. Si immobilizzano come statue: non fuggono. Mai, ripeto, mai fuggire davanti a un cane inferocito. Ci si deve piantare immobili dove si è, anche se il cuore batte in gola, se ci sentiamo svenire dal terrore. Guardiamo in basso e di lato, senza fissare il cane negli occhi, cosa che l’animale riterrebbe una sfida. Non accucciarsi: cosa che verrebbe presa come segno di sottomissione. Non muovere le mani, se non lentissimamente per prendere il telefono e chiedere aiuto, non piangere.

Mai attaccare con bastoni o sassi, sarebbe un buon modo per farli inferocire di più! Se si dispone di un qualsiasi snack, lanciarlo a terra, in piccoli pezzi, può essere una distrazione sufficiente a lasciare il tempo di retrocedere lentamente e uscire dalla sfera di attenzione dei cani. Tutti i cani sono attratti dal cibo, che li calma, perciò se ne avete, abbandonatelo per terra e spostatevi lentamente in un luogo sicuro. Non bisogna mai comportarsi da preda: il cane è pur sempre un predatore! Moltissime vite potrebbero essere salvate se le persone riuscissero a vin-

cere le loro paure e a immobilizzarsi davanti ad un cane. Salveremmo anche la vita dei nostri figli insegnandogli a non avere paura dei cani e ad immobilizzarsi davanti a quelli selvatici o feroci. Importantissimo è non strappar via i bambini o cagnolini da sotto il muso di altri cani, perché questa brusca sottrazione induce il comportamento predatorio del cane, che potrebbe mordere. Se si vuole proteggere qualcuno ci si deve porre davanti, escludendolo dalla vista del cane, e rimanere immobili. Immobili come sassi. Lettera firmata DOMENICA 10 NOVERMBRE

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Tradizione, buoni sapori e stare insieme. E, perché no, anche un salto all'indietro, nel passato. Questi i tre ingredienti che compongono la ricetta della Festa di San Martino a Gioiosa Jonica, che quest'anno giunge alla sua X edizione. Un traguardo importante per una sagra paesana che, per lo più, pone al proprio centro il mangiare bene. Quello della cucina semplice, senza tanti fronzoli e ben lontana da quella novelle cousine che va di moda ma a molti lascia un senso d'insoddisfazione e, spesso, di stomaco vuoto. Quindi formule culinarie della tradizione, con ingredienti che negli anni hanno fatto la storia della Calabria e della Locride in particolare.

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L'appuntamento, come sempre, si svolge dalle ore 17 di oggi, a Gioiosa, lungo via Cavour. La manifestazione è organizzata dall'associazione culturale “Amici per il centro storico Borgo Antico”. Quasi superfluo dire che novembre si propone come mese ideale per festeggiare un evento basato su determinate premesse. Vino, caldarroste e altri sapori tipici dell'autunno, che conducono alle feste natalizie. E ancora zeppole, frittelle, fagioli, salsiccia e tanti altri piatti legati alle usanze del territorio. Il tutto annaffiato dal “vino nuovo”. Come ogni anno saranno messi a disposizione e allestiti per l'occasione osterie e vecchi locali che creeranno la giusta atmosfera.

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IL CODICE DELLE EMOZIONI di Domenico Spanò

della Kinder del Pinguì, ad esempio, la femmina sceglie la merenda e la dà ai figli (tutti maschi) e al marito, ma lei non la mangia. Negli spot del Kinder Maxi vediamo degli uomini, un po' goffi, che non sanno stirare o cambiare il pannolino. “Troppo difficile?” recita lo spot. Lasciamo che a queste cose ci pensino le donne. Le donne sono nate per questo, non certo per studiare e laurearsi, ma solo per fare le brave massaie. E indottrinare le figlie a fare parimenti. Difatti lo spot dell'ovetto mostra la

mamma che gioca con la bambina, dentro casa, tra le pareti domestiche, mentre il papà gioca col bambino, all'esterno. Se questi sono i princìpi che insegniamo ai nostri figli, non dovremmo poi stupirci se le donne vengono uccise perché non hanno rispettato quei canoni che la pubblicità incide in menti giovani. E rammentiamoci che la pubblicità è solo l'aspetto più tangibile e manifesto di dinamiche sociali sotterranee e invisibili, ben più deleterie. Lidia Zitara

OTO NOTIZIA Sabato 16 novembre 2013, con inizio alle ore 9.00, in San Luca nella chiesa di Santa Maria della Pietà, si terrà un convegno di Studi sull'opera e la figura del compianto Padre Stefano De Fiores, teologo e mariologo di fama internazionale, deceduto il 14 aprile 2012, dal titolo: “ La personalità poliedrica di Padre Stefano De Fiores: il “Cantore di Dio e della vergine”, La dimensione teologica, mariologica e critico - letteraria. Interverranno insigni teologi della Pontificia facoltà “Marianum”e noti studiosi calabresi di teologia e letteratura italiana.

Ecco l’arte scultorea di Vincenzo Idà coi materiali della terra Nella sua eccezione odierna, l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni, per cui le espressioni artistiche pur puntando a trasmettere "Messaggi" non costituiscono un vero e proprio linguaggio unificato, in quanto non hanno un codice inequivocabile condiviso tra tutti i fruitori, ma al contrario vengono interpretate soggettivamente creando pur sempre una emozione intima, riservata e personale. Le sculture di Vincenzo Idà sono un esempio dell'oggetto artistico che si può osservare da diversi punti di vista e ognuno a suo modo può trarre i messaggi a cui è più particolarmente sensibile. L'artista di Soriano Calabro realizza le sue sculture sfruttando a pieno le materie prime che la terra di Calabria offre. Modella, spalma, ricama, scolpisce la materia dandone un'identità specifica. Vincenzo realizza le sue opere scultoree utilizzando le argille, le pietre, il marmo e il legno d'ulivo di questa terra, tutti materiali pregiati e naturali che passando dalle sue mani prendono forma e vita. Un modo per rimanere legato alla tradizione e alla storia di una

terra ricca e nobile dalla quale prendere ispirazione ed energia continua da cui alimentarsi. L'artista ama rappresentare volti ed espressioni emblematiche, stupore, rabbia, felicità. Volti scavati e misteriosi che si cercano, si interrogano, mani ed arti che si aggrappano all'essere per non decadere. Corpi nudi che si intrecciano, che piroettano aggrappati alla materia del proprio essere che li costituisce in una continua ricerca di identità. Scolpisce ciò che il suo “io” chiede, trasferendo tutto il suo estro artistico all'unico suo amico che può capirlo, lo scalpello. Nella realizzazione delle sue opere l'artista calabrese si ispira a fatti realmente accaduti che vengono così sintetizzati e raffigurati con forme e segni, in modo che l'osservazione possa favorire il ricordo e aiutare la riflessione, non cadendo mai così nell'indifferenza. Le sue sculture hanno una forza dinamica nei movimenti meticolosi da cui lo spettatore viene particolarmente attratto. Corpi inginocchiati, stesi, lievitati o avvinghiati su se stessi per cercare qualcosa di perduto. Le sue braccia scolpiscono con forza e

precisione sulla pietra e sul legno d'ulivo, l'energia trasferita dalla sua forza ad ogni tocco sulla materia diviene l'essenza principe per trasferire le sue interiorità emotive sull'oggetto artistico. L'arte scultorea di Vincenzo Idà è un continuo turbinio di idee che si intrecciano e si discostano al medesimo momento, dentro e fuori, pieno e vuoto di continue forme ed emozioni. Costanza ricerca di nuove forme e nuovi espedienti artistici su cui lavorare, legando sempre tra loro tradizione ed innovazione. Ispirazioni dalla realtà o dalla fantasia letteraria alla quale è molto legato a tal punto da trasferire le sue idee artistiche in parole mediante la pubblicazione di un romanzo “L'odore del grano” di Adoch Edizioni. Un testo dove è sicuramente forte e palpabile il legame con la terra, con i paesaggi, le materie del luogo alla quale l'artista è fortemente radicato, da cui si nutre nella sua arte e dalla quale prende ed usa il tutto per le sue idee. Domenico Spanò

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Parlando

di...

ATTUALITÀ

POLITICA E DINTORNI ...

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Un aneddoto locrese:

Ezio e l’irrazionale

DOMENICO ANGILLETTA

3- L’amico Peppe Simone fa da “spola” tra la sua Roccella e la nostra Siderno

Quando arrivai al liceo scientifico “Zaleuco” come docente era il lontano 1997. Venivo da un'esperienza quasi ventennale maturata nella città di Milano con l'intento di restituire alla nostra terra quanto mi aveva regalato durante i primi vent'anni della mia vita. Avevo molto entusiasmo, per la verità non del tutto scomparso, anche se l'età dovrebbe indirizzarmi al “disincanto”, mi auguro mai al cinismo. Al liceo scientifico ho conosciuto molti docenti con molti dei quali è nato un sentimento di “stima “ presupposto fondamentale affinché potesse svilupparsi in autentica amicizia da me considerata virtù che ne comprende tante altre. Ma parliamo ora del mio lavoro, di quello che significa insegnare in un liceo nostrano. Personalmente non so se io sia stato un “bravo” professore, non spetta a me dirlo in ogni caso, tuttavia il fatto che ancora oggi molti ex alunni e genitori mi salutino per strada e si intrattengano volentieri a parlare con me potrebbe essere una chiara attestazione che forse un “ cattivo” docente non lo sia stato. Ed adesso passiamo per un momento a quei colleghi con cui ho tessuto rapporti di amicizia durante quella bella stagione che è per l'appunto il liceo Zaleuco. I colleghi divenuti amici sono Cosimo, Ezio, Dino, Rocco, Toto, Mario C. Mario P., Peppe, Tina, Mena, e mi scuso se non li cito tutti e poi altre persone che non erano docenti ma che comunque erano sempre con noi ( Aldo, Mario, ecc.). Con loro abbiamo quasi condiviso tutto sia i moment lavorativi che non: serate piacevoli, con buoni cibi ed ottime conversazioni. Oggi non voglio parlare del mio amico Cosimo con

LOQUI E SPROLOQUI

DI FILOMENA CATALDO

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1- Mario Diano dialoga con un tour operator italo- canadese che vive a Toronto e che ha tenuto a specificare ai cronisti di non considerarsi italiano bensì orgogliosamente ed autenticamente calabrese. 2- Cosimo Romeo, Toto Scali e Francesco Calvi alla “festa del fungo” a Mammola. Una serata vissuta dai tre nella magica atmosfera della cittadina locridea conosciuta, oltre che per la bellezza dei luoghi, anche per la prelibatezza dei suoi prodotti tipici

cui mi vedo un giorno si e l'altro pure né tantomeno di un grande assente “ giustificato” come Dino il quale ci ha lasciato un vuoto “incolmabile”, oggi voglio parlare di Ezio. Egli non è stato bravo professore, è stato eccellente. Lo conoscevo prima per “sentito dire” ed a parlarmene per la prima volta era stata mia sorella, sua collega di matematica, la quale mi raccontò di un pranzo da lui organizzato che ne esaltò le sue qualità di cuoco ( nel cucinare la capra aveva avuto come maestri quelli di San Luca) di gourmet e quelle più liberali, come la generosità. Una specie di pregiudizio dunque ma che fu ben lontano dall'essere smentito una volta che ne feci conoscenza diretta. A quelle due grandi doti quando incominciai a conoscerlo di persona sul campo ne ho dovuto aggiungere altre: la bravura professionale e l'ottimo rapporto con gli alunni, cose di non poco conto per chi voglia fare il docente delle scuole. Il nostro rapporto crebbe da ogni punto di vista soprattutto nella frequentazione. Mi piaceva “punzecchiarlo” e lui raramente si scomponeva. Da buon atleta quale era ebbe sempre una grande padronanza del proprio corpo e conseguentemente della propria mente simile

ad un militare di guardia che vede solo quello che deve vedere, sapendo scindere lo spirito dal proprio corpo. Ricordo una mia monelleria restituitami dopo tanto tempo: mi fissò negli occhi e molto affettuosamente ma severo mi disse .” Micaré vidi ca non è …. u to …u mi piggji po…. ( Domenico vedi che non è fatto tuo prendermi in giro !) ” . L'affetto e la stima crebbero, tant' che ancora oggi non c'è conversazione con i nostri amici o rimpatriate in cui non si parli di lui, quando non c'è. A malincuore Ezio andò in pensione ed anch'io quell'anno chiesi il trasferimento per andare a finire la mia carriera al Liceo classico. L'ultima volta che lo vidi fu cinque o sei anni fa. Stavo accompagnando mia figlia a scuola. Potevano essere le otto del mattino, e lui era davanti alla porta del bar del Corso in piazza Matteotti.. Feci in fretta per ritornare e fui fortunato. Quando tornai dopo neanche cinque minuti, lui era ancora li. Ci abbracciammo. La gioia fu immensa. Parlammo di tutto: la sua “pensione” il nuovo liceo, l'essenziale. Prima di prendere commiato da lui gli volli porre una domanda piuttosto seria: “ nella tua vita,, gli chiesi, come hai vissuto l'accidentale ? La sua risposta fu concisa ed esauriente: “ nella mia vita, disse, tutto ciò che è accaduto aveva una ragione precisa affinché accadesse, e non poteva essere diversamente da come è accaduto. “ Lo ascoltai con grande interesse perché in sintesi mi chiarì l'angoscia che aveva arrovellato la mia esistenza: la razionalità del reale. Ma non ancora pago della risposta andai ulteriormente a “punzecchiarlo ” e gli chiesi : “ me lo spieghi , una volta per tutte, il tuo rapporto con l'irrazionale? “ E lui da buon matematico qual'era, aveva studiato a Roma con Lucio Lombardo

Radice, mi disse : “ immagina la radice quadrata di un numero pari, uscirà sempre un numero pari. Se tu invece hai a che fare con la radice quadrata di un numero dispari, poniamo il tre, ti verrà sempre fuori un numero dispari, all'infinito.” Sembrava che fossi pago, ma non era così perché subito dopo incalzai: “ quello che mi dici va bene per l'irrazionale matematico, ma nell'esistenza quando hai incontrato un elemento irrazionale, come ti sei comportato? In pratica: ti è mai capitato di avere a che fare con un matto? Uno tòcco di cervello? E lui: “ah fammi ricordare. Si certo,” rispose.. Ed incominciò il racconto: “ una volta, qualche anno fa, mi disse, un tipo, un collega dal fisico aggrovigliato e contorto, ma non solo, durante un collegio docenti si mise ad “abbaiare”, contro gli insegnanti che, a suo dire erano, privi di moralità o quantomeno se ne allontanavano. Mentre abbaiava mi fissava come se il suo discorso fosse diretto proprio a me. Io non rifuggii lo sguardo né tantomeno mi scomposi, ma lasciai che terminasse il suo intervento. Quando questi ebbe finito ed il collegio docenti fu terminato, io lindo , lindo e con la solita calma mi avvicinai alla porta d'uscita ed aspettai che questi uscisse. Quando fu li che stava per salutarmi lo presi sotto braccio, e lo invitai a darmi ascolto in disparte. Quando fummo veramente soli lo fissai negli occhi e gli dissi: “ se ti permetti un'altra volta, ti schiaccio come un pidocchio!”. Di Ezio che oltre ad essere un bravo docente era anche bello, alto e forte, la sua struttura fisica ricordava infatti un guerriero oplita oppure un cavaliere dell'ordine teutonico, da quella volta il tipo quando ebbe modo di parlare di lui , lo fece sempre col dovuto rispetto.

Il Bullismo va respinto

Un allievo oggetto di bullismo deve essere ascoltato ed appoggiato. Ma anche un insegnante oggetto di bulli deve essere supportato dalla rete scolastica

Nella scuola italiana c'è un'emergenza più grande della mancanza di fondi, del precariato, degli istituti non a norma, della burocrazia che soffoca la didattica, della demotivazione e sfiducia degli studenti, della svalutazione di materie di pregio. Nelle classi pollaio della scuola italiana ci sono troppe creste alzate. Ci sono i bulli. Ora, di episodi di bullismo la cronaca è piena quotidianamente e molte sono le iniziative delle regioni italiane per sollevare il problema ed istruire i docenti ad emarginare il fenomeno in classe e a sensibilizzare i ragazzi al dialogo, al non tacere, alla denuncia, insomma. Ma tutto

questo deve avere un prerequisito essenziale, una scuola che fa rete, una scuola in cui non si minimizzino gli episodi ma si focalizzino, diventino strumento essi stessi di rieducazione. Il bullismo non può essere alleggerito della sua gravità. Va respinto, sempre. Punto. Un allievo oggetto di bullismo, deve essere ascoltato ed appoggiato, senz'altro ma deve essere reso anche più forte nella consapevolezza di poter reagire con gli strumenti del pensiero e della conoscenza. Conoscere vuol dire essere in grado di reagire. Un insegnante oggetto di bullismo deve essere supportato dalla rete scolastica

poiché l'azione educativa parte principalmente dalla cooperazione dei docenti, dalla condivisione del comune obiettivo formativo. Il bullismo va respinto e smontato; il bullo va individuato e riconosciuto come tale. Va chiamato per nome e dal suo essere soggetto pensante ed agente deve partire l'intervento rieducativo. Il branco esiste perché esistono gli individui che lo compongono, che lo pensano e che lo rendono operativo. Al gallo che alza la cresta, anche se la scuola italiana ha ormai legittimato le classi pollaio, va detto di abbassarla, perché la scuola è unita e lui è da solo. Perché la scuo-

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BLOB WEEK

ATTENTI ALLA STRISCE PEDONALI

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I PERSONAGGI DELLA SETTIMANA

ATTENTI ALLA STRISCE PEDONALI

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I due addetti alle strisce stradali del comune di Siderno sul corso della Repubblica. Le strisce ci sono ora manca l’asfalto per non ballare l’ormai famoso “buchi-buchi” locale.

WEEK

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2 LA REGINA DELLE BANCHE Non c’è bisogno di passare dal metal-detector, infatti, appena il funzionario di banca si accorge della sua presenza, come per incanto, si aprono le porte. Si vede che in questi anni ha saputo farsi rispettare come pochi nel difficile mondo del sistema creditizio locale.

3 PINO CANZONIERI È IL RE DELLA CLASSIFICA In una ipotetica classifica a punti non ci sarebbe spazio per la concorrenza. Pino, che nella vita ha ottenuto tanti punti, ne ha rimediati in un sol colpo ben 30. Ma tutto è bene quel che finisce bene anche per la figlia che qui vediamo insieme a lui.

EVENTO ECCEZIONALE

NOZZE D’ARGENTO IN ATTESA DI QUELLE AUREE

L’ex Sindaco di Siderno, Riccardo Ritorto in una foto d’eccezione che gli ricorda una data particolare. Ma Riccardo, tra le sue tante qualità ha anche quella relativa alla sua capacità di “resuscitare”.

25 anni di matrimonio, di storia, di amore, di liti, di gioie e di sorrisi... altri 25 di viaggi, di carezze e di felicità... In cui resti intatta la Vostra giovinezza.

1- Il nostra grande amico Diego Cataldo nel mentre si accinge ad entrare, insieme ad una bella biondona, alla mostra del fumetto di Firenze. Diego, ti aspettiamo con simpatia.

ROBERTA DOMA IL PITONE Con la sua bellezza e la sua bravura l’amica Roberta è riuscita a domare un vero pitone. Il tutto è avvenuto alla presenza di un nostro fotoreporter.

2- Luigi Gandolfo ha battuto tutti i record di produttività in occasione della festa di Halloween. Cura nei particolari, stile e design per un talento del fai da te. Come direbbe Frassica “ una vera rilevazione”. 3- Stefano Cristiano di Italiana Radio insieme al sosia di Jovanotti. Stefano non finisce mai di stupire, un talento poliedrico conosciuto anche per la sua voce giovanile e suadente.

BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO

Alla ricerca da' memoria perduta BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO

Azienda Agricola Falletti Vende olio extra-vergine d’oliva di propria produzione Per info 3472360309 Francesco

'Ndaju na para d'amici chi vannu ogni 'n settimana u fannu immersioni 'nto mari nostru e fannu fotu talmenti spettacolari chi non parunu veri! 'Ndavimu na flora marina vivacissima chi parimu 'nte tropici, ma chi dicu? Nui simu 'nte tropici… Pe' non parrari da fauna marina, certi piscicegli curiusi chi non volarrissi mancu mu ti mangi! Poi vai cchiù avanti e ti trovi cocchi relittu adagiatu 'nto fundali a 10 metri i profondità, navicegli picciuli, chi si ponnu calpestari a parissi ca ancora n' affundaru e tu ti stai facendu nu girettu a largu. Non 'ndaju l'esperienza i nu sub comu l'istruttori Carlo Codispoti, però mi veni u mi chie-

du pecchì non jamu, vistu ca 'ndavimu u mari e puru cui 'ndi leva e 'ndi spega tuttu. Na vota c'era a cultura du mari, mo chi 'ndi restau? A globalizzazioni. Na vota 'ndi guardàvamu attornu e vidìamu realmenti i ricchezzi da terra chi calpestàvamu, mo guardamu drittu e non 'ndi giramu ca 'ndavimu fretta. Piscaturi, chistu èramu. Vivìamu i pisca e u riùni “Sbarra” era u principali 'nta Sidernu. Mo jamu a mari e dassamu mundizzi e lordamu tuttu, tantu u mari e a spiaggia si pulizzanu suli! Poi vaji a finiri ca rispettamu accussì pocu sta terra ca non 'ndi piaci cchiù e jamu cercandu terri cchiù puliti, e glià facimu i perzuni civili, mentri a casa nostra facimu i lordazzi. A Roma e a Milanu facimu a rac-

colta differenziata da spazzatura mentri cca no, tantu cu a faci? Però a scienza 'ndi veni quando jamu fora, e non poti restari nu pocu i scienza puru cca pemmu a sfruttamu pe' nui? Tutti i cervegli cchiù promettenti ennu all'esteru chi studianu maneri innovativi pe' viviri megghiu, e studianu medicina, energia rinnovabili, economia… 'Nta tutti i ricerchi cchiù importanti chi si fannu 'nto mundu 'ndavi sempi a presenza i cocchi menti geniali du sud, pecchì fora giustamenti 'ndavi cchiù possibilità pemmu si utilizza u cervegliu. Allura non è nu problema d'intelligenza, è na questioni d'abitudini: 'ndavimu u 'nd'abituamu ca valimu assai, e u 'ndi ricordamu ca a cultura nostra è millenaria, e i cca pas-

saru civiltà importanti chi dassaru u signu, e passaru e viviru professuri e filosofi comu Pitagora a Crotoni chi fondau na scola accussì importanti pe' l'epoca ca tutti i filosofi chi si jìanu formandu 'ndavìanu u studianu cca. Passaru i tempi e mo è n'atta cosa, ora non è cchiù u tempu i Pitagora, ma è u tempu nostru, è megghiu mu sfruttamu bonu pe' nui e pe'figghi chi 'ndannu u nasciunu. 'Ndavimu u recuperamu a memoria perduta, pecchì u sud e specialmenti a Calabria era na terra i cultura e di ricchizzi, ma non ennu cosi perduti, 'ndannu u tornanu pe' fora, puru a forza, si necessariu.

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