La Riviera n°52 del 22-12-2013

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Un

Natale per tutti i gusti Limone

Bergamotto

Tradizionale al cioccolato

Nocciola

Pandoro gelato per celiaci

Panettoni gelato per celiaci

Pistacchio

Panettoni e pandori tradizionali gelato

Tradizionale pignolata con il miele

Ăˆ gradita la prenotazione

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Controcopertina BUON NATALE

Il simbolo del calore natalizio, il presepe ILARIA AMMENDOLIA Una casa antica, piccola e senza riscaldamenti era quella che ci accoglieva ogni vigilia di Natale di tanti anni fa. Dopo che le cornamuse intonavano le ultime note dei brani natalizi impregnando tutte le case delle vie del paese di un’atmosfera magica, ci sedevamo tutti attorno al braciere attendendo la mezzanotte. Insieme a noi sembravano attendessero “Maria e Giuseppe” che ormai da giorni erano stati posizionati nella grotta del presepe in un angoletto del soggiorno. Un’attesa lunga iniziata già dai primi giorni del mese di dicembre Sant’Aloi porta la nova… e lu sei Santu Nicola, l’ottu di Maria, lu 13 di Lucia e lu 25 dù bellu Messia. Ogni anno era consuetudine, il giorno dell’Immacolata che la nonna scartasse con dei gesti solenni e rituali i papatuli comprati da artigiani locali alla fine dell’800. Arte povera, nessuna perfezione ma per noi molto belli e soprattutto di valore. Una ventina di pecorelle, due mucche, i cammelli, un piccolo pollaio, tanti asinelli. Una donnina che lavava al fiume, il falegname, il calzolaio, il fabbro, intenti a lavorare nelle loro botteghe ricavate in delle piccole taverne poi tanti piccoli uomini e donne in terracotta che si avviavano verso la grotta. Ognuno un dono, il pane, la gallina e le uova. Doni poveri per un bimbo altrettanto povero. Facevano eccezione i Re Magi che portavano oro incenso e mirra ed un pastore che nulla portava perché incantato dalla stella cometa ammagatu da stida. Dal cielo stellato scendevano gli Angeli e i Cherubini con le loro trombe verniciate d’oro. Sulle montagne di cartapesta ricoperte di muschio le piccole casette di cartone. Ogni pastore una storia ed ogni sera a raccontare una storia su Maria e Giuseppe o sulla vita di Gesù. Erano adulti i miei familiari, ma sembravano bambini incantati dal loro presepe. Una tradizione che riproduceva un universo contadino e che è finita con la fine di quella civiltà. Io ho un pallido ricordo di quella stanza piccola, del volto dei nonni accanto al braciere e soprattutto di me che, più piccola tra i convenuti e tra l’invidia dei cuginetti, era la prescelta per collocare sulla paglia Gesù appena nato. Il presepe costruito ad immagine di persone semplici e buone che riuscivano a dar vita a delle statuette d’argilla. Una grotta che diffondeva un messaggio di calore di unità e di pace.

Andiamo avanti con gioia ANTONIO TASSONE In questo periodo dell’anno si finisce sempre con il pronunciare belle parole, pensieri positivi, auspici e tenerezze, tipici del clima natalizio. Quest’anno (a causa della crisi economica) non tutti i Comuni hanno addobbato con le luminarie le nostre strade ed anche le vetrine dei negozi sono apparse diverse rispetto agli anni passati quando le stesse risplendevano di regali, offerte e confezioni pronte da essere impacchettati e regalati. Le riflessioni su quale sia il vero senso da attribuire al Santo Natale si sprecano. Non bisogna mai dimenticarsi, in questi giorni di festa, che il Natale non è fatto solo di regali ma ci sono anche quelle nostre tradizioni che rappresentano i veri e sinceri valori di questa festa. Il ricordo di ciò che il Natale rappresenta veramente ovvero il “mistero” della nascita di un bambino venuto al mondo per salvare l’umanità deve renderci tutti più buoni. Le numerose e lodevoli iniziative benefiche dedicate a progetti umanitari che invitano a donare l’equivalente dei doni natalizi in beneficienza vanno ad inquadrarsi in questo contesto di larga generosità. Ognuno di noi, in questi giorni , avverte una strana malinconia che ci porta a riflettere sulle poche o molte cose fatte e su quelle che ci sono scivolate tra le dita. Dei tanti propositi fatti, dei tanti progetti che avevamo in mente di portare avanti, solo alcuni sono giunti a destinazione. Una sensazione che si trasforma in voglia di migliorare, di prendere l’occasione del nuovo anno per rimediare agli errori. Tutto fa parte di quell’aria magica e unica che si respira a Natale. Ogni anno tutti noi ci sforziamo di ritrovare il verso senso di questa festa e quello della nostra vita quotidiana cercando magari di trovare in questi giorni un motivo in più per andare avanti oppure darsi una spiegazione per ciò che succede. Questo è l’affascinante mistero del Santo Natale, che, a prescindere dal senso religioso che può riguardare alcuni, alla fine riesce magicamente a coinvolgere tutti quanti noi. Per questo vorrei semplicemente augurare ai nostri lettori un Buon Natale con il piacere di festeggiare e godersi, almeno ogni tanto, la dolce sensazione di serenità, pace e gioia che tutti indistintamente ci meritiamo. Auguri.


Parlando

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LA SETTIMANA

Non era più il tempo dell’ottimismo e Roosevelt nel discorso di insediamento disse al popolo americano e al mondo la verità: «I valori si sono contratti in modo fantastico; i mezzi di pagamento, congelati, bloccano gli scambi commerciali; le foglie morte delle nostre imprese ingombrano il terreno; i nostri agricoltori non trovano più il mercato per i loro prodotti; le economie di milioni di famiglie sono scomparse; un esercito di cittadini senza lavoro si trova di fronte al duro problema di vivere. Bisogna essere degli ottimisti molto sciocchi per negare le tragiche realtà del momento… 4 marzo 1933, Discorso d’insediamento di Franklin Delano Roosvelt

CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

Rocca di Bova Superiore Diventare falchi, o aquile o sparvieri, e sorvolare in alto queste rocche, e questi multiformi ghirigori di colline, e i ripidi e scoscesi precipizi verso il mare o anche i declivi dolci di colline. E i colori dell’Inverno mite, temperato dal mare fraterno che, come una carezza liquida, rinchiude i nostri spazi calabresi e diventa abbraccio, malinconia struggente, e voglia di volare. Buon Natale, Calabria !

Il nuovo prefetto di Reggio Calabria è Claudio Sammartino Cambia il prefetto di Reggio Calabria. A Vittorio Piscitelli, collocato in funzione di fuori ruolo alla Presidenza del Consiglio dei ministri ai fini del conferimento dell'incarico di Commissario straordinario del Governo per la gestione del fenomeno delle persone scomparse, subentra Claudio Sammartino, fino ad oggi a Taranto. Claudio Sammartino, nato a Catania nel 1954, sposato con tre figli, dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita presso l'Università di Catania, ha collaborato con la Cattedra di Diritto amministrativo di quella Facoltà. Ha, inoltre, svolto attività di redazione della "Rassegna Amministrativa della Sanità" e ha conseguito l'abilitazione all'esercizio della professione di Avvocato.

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Repower ha annunciato che, al più tardi entro la fine del 2015, uscirà “in modo ordinato” dal progetto Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria, “nel rispetto degli impegni contrattuali assunti”. In relazione a partecipazioni in società che gestiscono centrali a carbone, il gruppo attivo nel settore energetico ha infatti deciso di attenersi agli indirizzi strategici espressi dal Governo cantonale, quale azionista di maggioranza. Anche in futuro, quindi, rinuncerà a qualsiasi partecipazione in nuove società proprietarie di centrali termoelettriche a carbone.

L’INCIDENTE

FOTO LUIGI PALAMARA

La Repower annuncia il suo ritiro dal progetto di Saline

Terribile incidente stradale quello che si è verificato giovedì mattina a Reggio Calabria. Intorno alle 9,15, sulla rampa che porta alla tangenziale del porto, un grosso tir ha urtato un camion della spazzatura che è caduto sotto la rampa, nella zona del piazzale nord del porto. Il mezzo ha schiacciato una vettura sottostante dalla quale erano appena scese due persone. Sul posto sono immediatamente intervenuti i soccorsi, con diverse ambulanze del 118 che hanno percorso la tangenziale contromano provocando il panico tra gli automobilisti ignari di quanto fosse accaduto. Il traffico è completamente bloccato mentre le persone della vettura sono rimaste ferite.

Il pentito Costa collega il trafficante Pannunzi ai Commisso L’ex padrino-pentito Giuseppe Costa, a colloquio con i pm Antonio De Bernardo e Nicola Gratteri – collega il noto trafficante Roberto Pannunzi alla “famiglia” Commisso. Secondo il padrino sconfitto dalla faida tra la sua famiglia e proprio quella dei Commisso afferma che l’ascesa criminale del cosiddetto “broker” internazionale della droga lavorava anche per il clan sidernese. «Tornando al traffico di sostanze stupefacenti – sta scritto nei verbali che contengono le dichiarazioni di Costa – so che il genero di Diano lavorava all’aeroporto di Reggio Calabria ed è stato sempre legato ai Commisso». Per quanto riguarda Bebè Pannunzi, a causa di una coronopatia, potrebbe uscire dal carcere dell’Aquila. Il suo stato di salute, infatti, che ha permesso al suo avvocato, Cosimo Albanese di agganciarsi alla legge che fa «divieto di disporre o mantenere la custodia cautelare in carcere in costanza di persona affetta da malattia particolarmente grave tale da rendere le sue condizioni di salute incompatibili con lo stato detentivo.

Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com 1) IL PENTITO COSTA COLLEGA IL TRAFFICANTE PANNUNZIA ALLA FAMIGLIA COMMISSO

2)

INCIDENTE GRAVE, UN TIR URTA UN FURGONE E LO FA PRECIPITARE DALLA RAMPA

3) CI SCRIVE ALESSANDRO FIGLIOMENI: «NOI CALBRESI SIAMO AFFLITTI DALLA SINDROME DI STOCOLMA»

4) ARRESTATO LATITANTE ROCCELLA JONICA

5) IL SUD DELLA COSTA JONICA SCOSSO DALLE ERUZIONI DELL’ETNA 6) SIDERNO, INAUGURATA LA ROTATORIA TRA VIA DEI COLLI E LA CIRCONVALLAZIONE

7) LA MOIRA ORFEI DELL’ANTIMAFIA E LA LEONESSA DI POLSI

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DISSESTO COMUNE

ERCOLE MACRÌ ra le movide della 'ndrangheta e i valzer della Prefettura, Siderno è morta in un giovedì senza pretese. Bancarotta. Ore 19, del 19 dicembre 2013. Ventimila cittadini sono stati protestati, iscritti nel libro nero da quella Prefettura che in periferia va giù senza lottare, senza provare a rialzarsi. Con i suoi sceriffi, che barcollano col Parkinson all'inglese, ma rimangono apatici, imprigionati in quell'insostenibile leggerezza della staticità, che gli impone di gettare la spugna e non mettersi mai dall'alta parte. Ventimila protestati che, nel più grande declino della storia cittadina, non sono stati fermi, hanno macinato idee a pieno regime, hanno sognato, progettato. La città ha reagito inutilmente: da giovedì scorso Siderno è niente. Quella che è stata la capitale economica della Locride, la città più mafiosa, ma anche, e soprattutto, la più socialista e amalfitana dell'intera Calabria, proseguirà il suo cammino portandosi sulle spalle una macchia che pesa come un macigno. Un dissesto che apre interrogativi inquietanti sul futuro di un popolo dinamico, a cui è stato puntato il dito contro per cinquanta, cento, attori del crimine, o, per dirla papale papale, da barboncini del crimine che, per fare un esempio, non hanno niente a che vedere con i narcos di Tijuana o gli Yardies di Kingston, belve per cui la vita di un uomo vale quanto una tequila o un rum. La capitale della Locride oggi soccombe, dinanzi a quei burocrati a cui niente sta mai a cuore. Erano sopraggiunti come esperti, come risolutori di problemi, sismologi degli smottamenti finanziari, stanatori degli scambisti di

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Ventimila sidernesi protestati e resi nani da barboncini del crimine e becchini itineranti. Siderno soffoca nei cavilli dei burocrati, Locri cresce con il battito della politica voti, ma non hanno fatto altro che fissare il vuoto, con lo stesso cattivo gusto delle statue da giardino. Nani, che hanno impiegato, con le loro staffette prefettizie su poltrone municipale a forma di sedere, sempre distanti dal battito della piazza e dai sidernesi, hanno impiegato, dicevo, diciotto mesi per trasformare una città depressa in una realtà da manicomio. A Locri invece è tornata la politica, non quella passiva dell'ultimo Pepè Lombardo che ha permesso, anche lì, di aprire la stalla a quegli esperti dei cavilli che non sbrogliano mai niente, ma sanno solo polverizzare bocconi, senza mai preoccuparsi di sparecchiare. Oggi grazie a un sistema elettorale che garantisce più libertà di voto, meno mafia nei civici consessi e più qualità alle squadre di governo, il nuovo sindaco Giovanni Calabrese sembrerebbe manovrare la prima rinascita della città dopo il diluvio Fortugno. Forte dell'entusiasmo d'alcuni suoi collaboratori, ha portato calore in quel deserto siberiano che ha caratterizzato infiniti fallimenti invernali. A Locri è tornata quella politica che, seppur con le solite conserve e a fuoco lento, ha già apparecchiato la tavola e servito i presepi. In un territorio colonizzato, sconsacrato, mafioso, senza urna e in divisa, la città dei licei, dell'ospedale, del tribunale e degli stipendi, al confronto di Siderno, è un gigante, quasi un colosso. Ma come tutti i colossi ha l'obbligo, nei mesi a venire, di andare oltre gadget e comete, per non rischiare di ritrovarsi piedi d'argilla, sempre graditi a Mamma Prefettura che, in provincia, piazza pietre tombali con quei Re Magi itineranti che si muovono come zombi. O almeno questo s'è verificato nella Piana dieci anni fa, e questo si sta verificando oggi nella Locride. E ai locresi, a tutti noi, non rimane che toccar ferro.

Crack Siderno 19 DICEMBRE 2013

Il risultato del confronto di giovedì tra commissari e cittadini predetto da “la Riviera” di domenica scorsa

Cronaca di una morte annunciata LIDIA ZITARA È solo una questione burocratica: il tempo materiale di completare le pratiche, e l'atto che decreterà il dissesto di Siderno sarà deliberato. Il lungo incontro che ha messo di fronte alcuni cittadini e la triade commissariale, ha avuto più che altro lo scopo di informare la cittadinanza di una decisione già presa. “Ineluttabile” è stato detto più volte, e in questo modo l'incontro ha assunto dei contorni di inessenzialità. Come spiegato dal presidente del Collegio dei Revisori, Aurelio Filippone, dal punto di vista finanziario un dissesto è il fallimento dell'Ente Pubblico, per cui si deve procedere a differenti conteggi. Tutto si fermerà al 2012. Si calcoleranno solo le entrate a partire dal 2013, in modo che una futura, nuova amministrazione possa trovare un bilancio “pulito”. Ciò non significa certo che i debiti accumulati fino al 31/12/203 si azzereranno, ma che dovranno essere recuperati nel tempo, attraverso tributi, tasse e liquidazioni. Dopo l'introduzione di Tarricone, il primo intervento è stato di Luigi Errigo, che ha richiamato all'onestà, al coraggio e alla verità, e pur muovendo critiche serrate alla gestione dei commissari, ha inquadrato il dissesto come “un passaggio per la rinascita”. Mario Diano, intervenuto come presidente della Consulta, si è dichiarato contro le soluzioni approssimative e ha lanciato la palla a Pino D'Agostino, in quanto esperto di parte. D'Agostino ha affrontato un lungo excursus di dati, partendo dall'approvazione del rendiconto 2012, in cui si evidenzia come Siderno non sarebbe strutturalmente deficitario (il rendiconto sarà rivisto e aggiornato, come è stato spiegato in seguito). Ci sarebbero ben 33 milioni di residui attivi e 34 di residui passivi. La metà dei resi-

dui passivi sarebbe dovuta alla mancata riscossione dei tributi. Si è fatto cenno ad una somma di 350.000 euro destinati al pagamento dei dipendenti di un solo settore del Comune. “Gli imprenditori sono allo sfinimento -denuncia D'AgostinoAlcuni non hanno chiuso solo per un senso di dignità. Sopporterebbe questa comunità una riscossione anche parziale delle tasse?”. D'Agostino ha fatto riferimento alla lunga gestione commissariale vissuta da Siderno e al fatto che non solo le precedenti amministrazioni siano state responsabili della situazione odierna. Importante il richiamo al fatto che non si riesca farsi liquidare i trasferimenti regionali. Molto apertamente è stato chiesto se questi sono fittizi. È stato anche denunciato che il dissesto provocherà il crollo di tutte le attività economiche e che manca completamente una vera informazione ai cittadini della reale situazione in cui versa Siderno. Si è richiesto esplicitamente un percorso graduale di recupero per consentire alla comunità di sopravvivere. Molto circostanziato l'intervento dell'ex capogruppo di minoranza nella giunta Ritorto, Gabriella Boccuti, la quale ha chiesto a partire da quale anno la situazione debitoria di Siderno è andata aumentando, e se esiste una cifra totale definita di tali debiti. È stato risposto che la situazione è peggiorata dal 1998 e che non esiste un computo totale del debito, poiché molte voci non sono state ancora iscritte. A tal proposito è sorta una discussione sulla menzione di “Comune Virtuoso” avuta da Siderno nel 2009. I commissari hanno poi preso lungamente la parola, descrivendo una situazione abbastanza rosea di quanto avverrà dopo il dissesto, cioè la garanzia di mantenere aperte le scuole, dei servizi mensa, del trasporto scolastico, oltre che quelli riguardanti la raccolta degli RSU. La Corte dei Conti -spiegano i Commissari- aspetta una risposta entro 15 giorni.

Ma la situazione finanziaria non consente altre soluzioni, neanche il pre-dissesto. È impossibile andare avanti in una situazione di aumento dei debiti, di contenziosi, di interessi. Con uno strumento si potranno fornire servizi migliori. Il dissesto è dunque -secondo i Commissari- la soluzione più indolore. È intervenuto a questo punto l'ex Sindaco Riccardo Ritorto, il quale ha sottolineato come Siderno, comune capofila della Locride, subisca per primo delle conseguenze che con tutta probabilità si estenderanno ulteriormente, poiché ha assunto su di sé la responsabilità economica del comprensorio. Perché Milano, Torino e altre città importanti non sono al dissesto con miliardi di euro di debiti? Proclamare il dissesto è come porre una pietra tombale sul paese. L'intervento successivo è stato di Pietro Sgarlato, vicesindaco all'epoca della giunta Ritorto. “Impossibile pensare che la riscossione arrivi al 100%, fra dieci anni saremo punto e a capo”. L'editore di questa testata, Rosario Condarcuri, ha invece posto l'accento sulla gravità della situazione e ha invitato i presenti a fermarsi per tentare di individuare un'altra soluzione al dissesto. Anna Romeo ha poi chiesto se era stato risposto alla nota inviata dalla Corte dei Conti, che sollecitava alcune verifiche su 18 punti di criticità. Cacciola ha risposto che sia la nota che la risposta alla stessa sono presenti sul sito e liberamente consultabili. Più volte è stato fatto appello -da Commisari e cittadini- ad una presa di responsabilità collettiva. Altri interventi hanno avuto come temi la situazione radioattività e la diminuzione del volume dell'alveo della Diga. In ultimo il Commissario Tarricone ha voluto augurare buon Natale e sereno anno nuovo a tutta la cittadinanza.

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SANITÀ L’EDITORIALE

Dimissioni Squillacioti: con lei l’ospedale ha toccato il punto più basso della sua storia È stata una dirigente con discutibili competenze e quasi certamente incompatibile con l’incarico al quale “qualcuno” l’aveva destinata ILARIO AMMENDOLIA Secondo voci insistenti la dottoressa Rosanna Squillacioti si sarebbe dimessa dalla direzione dell'Asp di Reggio Calabria. Non crediamo ci saranno rimpianti, né sentiremo la sua mancanza. Sono stati anni di decadenza per la sanità nell'intera provincia di Reggio e in particolar modo nella Locride. Il degrado dell'ospedale ha rappresentato solo la punta di un iceberg della sanità che si è abbattuto sui cittadini e, soprattutto sui più deboli, consumando una violenza silenziosa in particolare nei confronti della fasce meno protette della popolazione. Non è importante capire i motivi che hanno spinto la Squillacioti a dimettersi, quanto invece comprendere la ragione vera della sua lunga permanenza ai vertici dell'Asp. Senza alcun dubbio è stata una dirigente con discutibili competenze, poca attitudine a programmare le risorse, nessuna volontà di coinvolgere democraticamente i soggetti presenti sul territorio. Pur con queste caratteristiche dovremmo capire perché ogni giorno una macchina con autista doveva partire da Reggio recarsi a Soverato (zona di residenza della Squillacioti) e rifare la stessa strada per il ritorno. Ottocento chilometri al giorno sicuramente poco produttivi. Ottocento chilometri per trasportare una dirigente che, quasi certamente, era incompatibile con l'incarico

al quale “qualcuno” l'aveva destinata. Il vero problema è capire questo. Secondo noi la sua forza stava appunto nella sua debolezza, nel fatto che in qualsiasi momento poteva esser mandata a casa perché incompatibile, perché poco competente e poco democratica. Una manager senza qualità che però potrebbe essere la donna immagine per consentire a coloro che da sempre hanno gestito la sanità di continuare a gestirla senza interruzione. La sanità è un mondo in cui ci sono grandi interessi, in una realtà depressa come la nostra rappresenta è uno strumento di consensi elettorali tanto nella città capoluogo che in Provincia. Per la supremazia in questo mondo di torbidi interessi si sono combattute delle vere guerre, non solo politiche. La Squillacioti ha presentato le sue dimissioni, dovremo sforzarci di capire le ragioni vere di questo epilogo. Intanto il tessuto democratico dovrebbe vigilare per impedire che venga sotituita una persona per dare la sensazione che qualcosa stia per cambiare quando invece non cambia niente. C'è un antico adagio calabrese che dice “u peju è sempi arretu” (il futuro sarà peggiore del presente) in questo caso ci auguriamo che non sia proprio così.

Ospedale di Locri

«La protesta inscenata dal gruppo “Impegno e Trasparenza” è stata fatta per motivi di visibilità politica. È stata studiata ad hoc», Vincenzo Mollica, rappresentante della dg reggina del nosocomio di Locri, ha così commentato la manifestazione del gruppo consiliare di minoranza locrese

Intervista a Beppe Pavone

«La sanità è paralizzata da una politica incapace» Circa un anno e mezzo fa ha detto addio all’ospedale di Locri. Beppe Pavone, ex primario di chirurgia generale dell’unico nosocomio di questa striscia di costa jonica, se n’è andato senza schiamazzi nel rispetto del suo noto aplomb e senza tentennamenti. Evidentemente stufo ma senza nessuna voglia di emettere condanne a destra e a manca. Lasciato passare un po’ di tempo dalla sua andata in pensione “ufficiale” ma nel pieno della sua attività nel privato in una clinica di Reggio Calabria, in questa intervista il risoluto cerusico decide di attaccare e lo fa nei confronti di una politica regionale che giudica inesistente. E che in tanti anni non ha saputo appoggiare nessuno dei progetti proposti in una cronica mancanza di entusiasmo che a lungo andare ha portato alla disaffezione. Il suo addio all’ospedale di Locri può somigliare a una “resa” che ha tradito le attese di una comunità di pazienti che a Lei faceva riferimento. Ha avuto modo di riflettere su questo? Il termine “resa” mi sembra oggettivamente inappropriato. Si è trattato solo

IN EVIDENZA

L’ex primario di chirurgia all’ex Asl 9 di Locri dopo un anno e mezzo attacca: «Mai nessuna decisione proficua ma solo opportunismo» di una presa d'atto che il mio modo d’intendere l'attività di un reparto di vitale importanza, come la chirurgia generale, fosse incompatibile con quello che si respira a quelle latitudini. Sono dispiaciuto se la mia partenza è stata vissuta come un tradimento delle aspettative della comunità.

Può spiegare in modo dettagliato i problemi che ha incontrato con la politica, l’amministrazione, alcuni colleghi, eccetera, che Le hanno fatto prendere la decisione di andare in pensione e abbandonare la Locride? Con la politica non ho avuto problemi perché è stata inesistente. La politica nelle questioni sanitarie deve proporre idee, modelli organizzativi finalizzati a dare le migliori risposte su tutto il territorio. Non ricordo di aver mai avuto il piacere di discutere con i politici locali, anche istituzionali, di alcun problema che riguardasse il reparto che dirigevo o l'ospedale in generale. I politici della zona non sono dissimili da quelli di altri posti apparentemente più avanzati. Ritengono di poter fare a meno dei pareri “tecnici”. Le due “diverse” amministrazioni con le quali mi sono dovuto rapportare nei tre anni di permanenza a Locri non mi hanno fatto mancare nulla in termini di materiali e/o presidi per lavorare in sicurezza. I progetti però che avevo presentato e che avrebbero prodotto un passo in avanti sul piano della qualità, finalizza-

ta a limitare le fughe verso altri ospedali, si sono arenati di fronte all’incapacità politica di prendere decisioni incisive che viaggiassero sui binari dell'utilità e del profitto piuttosto che su quelli dell'opportunismo. Per quanto riguarda i colleghi ho registrato una generica disponibilità in alcuni e la massima collaborazione in altri. I miei collaboratori mi hanno sostenuto lealmente ma ho trovato persone demotivate per la delusione della mancata realizzazione delle loro aspettative professionali. Su questo nulla ha potuto la ventata di novità che il mio arrivo aveva portato. Un reparto di chirurgia in un “avamposto” come Locri, anche dal punto di vista geografico, non può esprimersi al meglio in assenza di entusiasmo, volontà di rinnovarsi e di mettersi in discussione. Com’è messa, a Suo avviso, la sanità calabrese, considerando innanzitutto il deficit economico delle Asp? La sanità calabrese, del tutto assimilabile alle altre con elevato passivo di bilancio è “in fase di stallo”. La concentrazione degli amministratori è tutta

Beppe Pavone ha lasciato l’ospedale di Locri nel giugno 2012 Oggi lavora al policlinico “Madonna della Consolazione” di Reggio Calabria DOMENICA

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L'elisoccorso vola tranquillo lasciando a terra Mammoliti e la sua “bufala” ELEONORA ARAGONA no sciopero della fame e un sitin di protesta per proteggere l'elisoccorso di Locri, solo che nessuno voleva chiuderlo. Le manifestazioni allarmistiche sono state messe in atto dal gruppo consiliare di minoranza “Impegno e Trasparenza” di Locri preoccupato oltremodo che la Regione volesse chiudere la base di elisoccorso nell'ospedale della città. Peccato che questo allarme-chiusura si sia rivelato tutta una bufala altrimenti Mammoliti & co. sarebbero stati dei cavalieri senza macchia e senza paura. Quando è giunta in redazione la nota che annunciava questa vibrante protesta siamo stati colti alla sprovvista. Proprio quella mattina eravamo stati a visitare la struttura e nessuno aveva accennato alla possibilità che l'elisoccorso di Locri andasse in pensione. Anzi secondo le notizie in nostro pos-

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protesa verso il contenimento del debito. Poche energie sono state profuse sul versante della riorganizzazione dei servizi sul territorio. La percezione della comunità è stata quella di un progressivo impoverimento delle prestazioni sanitarie disponibili. Quando non è la ‘ndrangheta a bloccare la Calabria (in particolare in ambito sanitario ma anche in generale) cosa c’è dietro? Il fenomeno delle infiltrazioni mafiose è tristemente noto, studiato, documentato. Indubbiamente ha permeato ogni aspetto della gestione dell'ospedale con una ricaduta negativa nel tempo sulla qualità delle prestazioni. Altro grave limite è che i problemi gestionali non vengono affrontati per la via istituzionale in maniera corale, presentando soluzioni discusse e condivise dal collegio dei primari ma spesso in maniera personalistica. Così facendo la politica ha finito con l'ingoiare figure fondamentali della piramide gestionale delle aziende sanitarie. Ritiene che il tratto distintivo della Locride sia, tra gli altri, la viltà della gente che per lo più non sa ribellarsi? Appropriato. Ritengo si tratti di incultura sanitaria. La gente di fronte ad un problema di salute tende ad affidarsi: e così si ritrova spesso ad affrontare “viaggi della speranza” per affidarsi a specialisti in altre regioni. Non sanno, non possono sapere o non sono sufficientemente rassicurati sul fatto che a casa loro o nei pressi possono trovare le risposte che

sesso c'erano diverse richieste sul tavolo della dirigenza reggina per rendere notturna la piattaforma di Locri. Allora abbiamo fatto un paio di telefonate e ci hanno rassicurato immediatamente: l'elisoccorso della città locridea può volare sereno e Mammoliti può dormire sogni tranquilli. Addirittura Vincenzo Mollica, rappresentante della dirigenza dell'Asp, ha così risposto al politico locrese: «È una notizia priva di alcun fondamento. L'amministrazione a Reggio ha dato mandato per uno studio di fattibilità all'ufficio tecnico per rendere la base anche notturna. La stima dei lavori e del collaudo necessari è di circa 70.000 , anche se poi in gara d'appalto il prezzo scenderà un po'. La protesta inscenata dal gruppo “Impegno e Trasparenza” è stata fatta per motivi di visibilità politica. È stata studiata ad hoc». La base di avioelisoccorso di Locri è stata realizzata e inaugurata nel 2001

cercano. Gli specialisti che consigliano, spesso dipendenti delle strutture sanitarie, sono per così dire “esterofili” senza peraltro che qualcuno gliene chieda conto e/o ragione. Le manca la vita ospedaliera e si è pentito di aver lasciato? La vita ospedaliera non mi manca per il semplice fatto che il policlinico “Madonna della Consolazione” di Reggio Calabria, dove esercito ora la professione, possiede tutti i reparti e i servizi per lavorare in sicurezza e per affrontare le patologie che ho sempre trattato. Può essere vincente la strategia legata ai presidi sanitari/farmacie rurali, come forma di affiancamento agli ospedali ma anche di compensazione dell’inefficienza di alcuni di essi? Il futuro va verso le prestazioni specialistiche ambulatoriali distribuite in maniera razionale su tutto il territorio. A mio avviso però queste attività dovrebbero essere gestite da specialisti ospedalieri in turnazione. Solo così si può curare e fare filtro indirizzando in ospedale solo quelli che ne hanno effettivo bisogno. C’è speranza? E se sì, dove risiede? Credo che il cambiamento abbia “tempi lunghi”. Penso che sia un problema culturale che si deve affrontare educando le nuove generazioni a un modello sociale più libero e avanzato. L'elevato scambio d’informazioni, ai nostri giorni, può aiutare molto questo processo di cambiamento. Stefano Marzetti

ed è costata 100.000 . Dopo poco è stato necessario allungarla perché l'azienda che si era aggiudicata l'appalto del servizio aveva dato in dotazione al nosocomio un aereo che aveva necessità di un maggiore spazio di manovra. Per questi ulteriori lavori sono stati spesi altri 85.521,79 , ma adesso sulla piattaforma potrebbero atterrare anche cinque elicotteri. Della serie, quando tutto il male non viene per nuocere. Quella di Locri è una delle quattro basi attive in Calabria, e per il momento è solo abilitata al volo diurno (dalle 7.15 al tramonto). Le altre tre sono Lamezia Terme, unica ad avere un elicottero e piattaforma per i voli notturni, Cosenza e Cirò Marina. Da gennaio a giugno l'elisoccorso ha compiuto 113 interventi tra primari e secondari dimostrandosi uno strumento importante per il territorio. Tra l'altro analizzando le distanze tra le quattro postazioni e tenendo presente che per riuscire ad intervenire in

tempo su infartuati e traumatizzati gravi è importante agire nei primi 90 minuti dal presentarsi dei sintomi, è stato stabilito a livello internazionale che l'elicottero con il team medico deve poter arrivare sul luogo entro 20 minuti. Quindi la base di Locri copre perfettamente il territorio tra Reggio Calabria e Soverato. A decidere se è necessario che intervenga l'elicottero è il centro operativo di Catanzaro che riceve la chiamata e valuta le condizioni del paziente. L'elisoccorso è solo una parte del Servizio di urgenza ed emergenza medica (SUEM 118), l'altra faccia è rappresentata dal trasporto via terra tramite ambulanza. Questo è uno dei tasti dolenti del 118 locrese. Infatti il 70% delle chiamate che giungono non sono urgenze reali e spesso l'ambulanza del nosocomio viene contattata quasi come se fosse un servizio taxi privato. Il caso più frequente è che i parenti di persone

anziane che devono ricoverarsi chiamino il centralino allarmati dichiarando che il paziente sia in pericolo di vita. Poi quando gli operatori del 118 arrivano sul luogo trovano il presunto moribondo sulle sue gambe con tanto di valigia che li aspetta sventolando l'impegnativa del medico. Ed ecco che fioccano le minacce fisiche e verbali per infermieri e medici che per quieto vivere spesso poi decidono di trasportare comunque il malato in ospedale. Ma i “furbetti” del ricovero non sono gli unici a utilizzare impropriamente i mezzi d'emergenza. Capita anche che si rivolgano al servizio d'urgenza utenti impossibilitati a raggiungere in altro modo il nosocomio. In questi casi alcuni sono così “sinceri” da dichiarare apertamente l'imbroglio, altri invece ricorrono al pericolo di vita del paziente obbligando, pena una denuncia, l'infermiere del centralino a mandare il mezzo di soccorso.

Bollini rosa 2013

Reparto di ostetricia e ginecologia di Locri premiato dall’O.N.DA. ue “Bollini Rosa” relativi al biennio 20122013 sono stati assegnati nei giorni scorsi all'unità operativa di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Locri. Il reparto, brillantemente diretto dal dott. Pasquale Baccellieri, ha dunque ricevuto gli onori che contano nel corso di una cerimonia tenutasi a Palazzo Chigi, alla presenza della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Sabrina De Camillis, alla presidente della Commissione igiene e salute del Senato Emilia De Biasi, nonché alla presidente nazionale di FederFarma. Un prestigioso riconoscimento quindi, quello elargito dall'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (O.N.Da) in virtù di lusinghieri risultati ottenuti in pochissimo tempo nel campo della prevenzione delle patologie ginecologiche. Secondo i parametri di giudizio rigidamente adottati dalla Commissione dell'O.N.Da, l'unità operativa diretta dal dott. Baccellieri, risulta ad oggi “fiore all'occhiello” non solo per la prevenzione, quanto per la dia-

D

gnosi e la cura di patologie cervico - vaginali. Riuscire a fornire risposte certe ma soprattutto convincenti sul fronte della prevenzione - diagnosi terapia dell'endometriosi, nonché delle problematiche ginecologiche ed ostetriche, non rappresenta sicuramente un magro obiettivo. Tutt'altro. Se questo è poi coronato da una consistente attività ambulatoriale e di chirurgia endoscopica mininvasiva, il dato risulta essere chiaro e tanto più “vincente”. Con ben due riconoscimenti (Bollini Rosa, appunto) l'ospedale di Locri, riesce pertanto ad accedere nel circuito degli ospedali italiani maggiormente attivi nella cura delle principali patologie femminili. Lungi dalla pura demagogia, si tratta senza dubbio di un mirabile riconoscimento, che, se da un lato alza “breccia di gloria”, dall'altro inietta ottimismo, soddisfazione ed orgoglio in chi, in preda ad un macigno di difficoltà, riesce comunque a garantire all'universo “rosa” un'assistenza efficace ed efficiente. Mariateresa Orlando

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Parlando

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TRADIZIONE E NATALE

Il personaggio

L ’uomo che suonava la capra Omaggio a Pasquale Raffa, signore d'Aspromonte, uno dei più grandi zampognari della storia, che alla “pancia” della sua montagna è stato richiamato per sempre, scivolato a 72 anni in un dirupo STEFANO MARZETTI Pasquale Raffa era “l'uomo che suonava la capra”. Il suo corpo non c'è più. Lo scorso 26 ottobre questo “vero” signore dell'Aspromonte, uno dei più grandi zampognari della storia, è scivolato a 72 anni in un dirupo, con una sorta di “gesto sacrificale”, richiamato per l'eternità nella “pancia” della sua montagna. In esclusiva, di quest'artista di Cernatali - recondito villaggio di pastori posto al culmine dello Zomaro - ci ha raccontato Nino Cannatà, regista e scenografo calabrese di Cittanova (Reggio Calabria), studi fiorentini di scenografia all'Accademia delle belle Arti con un successivo curriculum composto di cinema, teatro, video, ricerca, fotografia. Parliamo seduti intorno alla “tavola rotonda” de “la Riviera”, mentre fuori dalle finestre scivola una uggiosa domenica di fine autunno. Con la collaborazione di Nino Sigilli “Brigante”, agricoltore, Cannatà ha fondato Lyriks (www.lyriks.it), progetto-laboratorio interdisciplinare di ricerca artistica ma anche network di linguaggi culturali, musicali per «la diffusione della nostra cultura e identità». Con loro, in questa iniziativa, anche il tenore Francesco Anile, il compositore Girolamo Deraco, il manager-clarinettista Tony Capula, l'operatore umanitario Corrado Cimino e un'altra decina di persone altrettanto degne, elencate nel sito web dello studio. Nino Cannatà, un no-global ante litteram come ci piace definirlo, che dallo sguardo contrito e commosso con cui si appresta a raccontarci Pasquale Raffa, “denuncia” di esser

stato soprattutto suo estimatore e amico. Nello scoprire Pasquale, esordisce Cannatà, «si aprono meandri enormi», dai quali emerge una personalità edificatasi in uno spazio naturale che fa dell'uomo l'ultimo campione «di una certa tradizione, come “l'ultimo dei Mohicani”». «Ci sono livelli e livelli - continua il regista - Se si vuole essere onesti intellettualmente bisogna perseguire una certa cultura. Sotto i nostri piedi, sotto la cenere e sotto la polvere abbiamo un patrimonio archeologico» inestimabile che in questa regione nessuno ritiene valga la pena valorizzare. «Si continuano a buttare, sprecare opportunità enormi. Mentre altrove - ce l'hanno dimostrato gli inglesi con Pompei - viene fatto il pieno assoluto con un pezzo di pietra (come ad esempio è successo con il documentario prodotto dal “British Museum” di Londra, ndr). Noi abbiamo tutta la città ed è mai possibile che non riu-

sciamo a portare il mondo qua? Lo steso ragionamento» vale se si fa un paragone tra «la vera melodia tradizionale e l'etno-pop da piazza» alla Mimmo Cavallaro (noto strumentista e ricercatore di armonia “riproposta” calabrese), «la musica dei grandi eventi ormai di speculazione di massa», afferma secco Cannatà, che ormai la diplomazia l'ha chiusa a chiave nel nascosto cassetto del suo savoir fair. «La musica tradizionale è un'altra cosa». Ed ecco, allora, che Cannatà, sul proprio “portatile”, dà il via allo spettacolo, scorrono i titoli di testa del lungometraggio, film e documentario insieme ma anche di più e più nel dettaglio un intero progetto in fase di produzione, “Suoni in Aspromonte”. Immagini nitide suoni materiali, il sussurrare del vento tra le foglie degli ulivi, l'intaccare di coltelli che decorticano rami che tra dieci minuti saranno flauti effimeri, perché la corteccia in un giorno si secca è non è più buona per centrare l'accordo. E ancora il crepitare del fuoco sotto il pentolone in cui latte di capra si trasforma in formaggio saporoso che profuma di leccio e di castagno, di laricio e farnetto. Un mondo a parte, per giungere al quale acqua corrente e gas non hanno ancora trovato la strada e solo da poco l'elettricità è divenuta ospite ancora atipica. È qui che nasce l'identità che ha dato anima a Pasquale Raffa, pastore e suonatore della zampogna-chiave di Cernatali. A San Giorgio Morgeto (Reggio Calabria) domenica 29 dicembre prossimo alle ore 19 una sfilata dei suonatori per le vie del paese, un momento di saluto e di omaggio a quest'uomo, «figura più bella, storica, poetica e coerente ricorda Cannatà - del pastore trasposto nella contemporaneità ma rimasto ancorato alla realtà più antica originaria di Cernatali. Un modello per noi perché era pastore e suonatore. La zampogna, che è uno strumento “principe” dell'Aspromonte, definito organo di una raffinatezza senza pari. Strumento generatore di una musica orale, a orecchio, non scritta, jazz autoctono dell'Aspromonte, improvvisato e rinnovato di continuo e lentamente da millenni, trasportato da orecchio a orecchio. Pasquale era uno dei più grandi interpreti» di questo incantesimo musicale «anche per qualità di suono, di repertorio e di esecuzione. Abilissimo accordatore e suonatore. Le sue registrazioni sono catalogate da Roberta Tucci, musicologa romana di grande prestigio, oggi dirigente del ministero dei Beni culturali. Una zampogna a chiave - oltre 150 anni - mitica quella di Pasquale, molto grande» con il suo “otre” di budello di pelle di capra scuoiata, camera d'aria che si gonfia e crea la musica soffiando «nelle cinque canne». «È morto da eroe Pasquale Raffa termina Nino Cannatà - durante uno dei suoi ritiri da pastore, lontano dallo stress e dal degenero, in armonia con il cosmo e la natura», in simbiosi con le caprette da pascolare. «Lo andavamo a trovare sempre, perché punto di riferimento, persona molto accogliente. Della sua levatura non esistono più zampognari. Ce n'è ancora qualcuno, pochissimi ma tutti ottantenni». Finirà dunque tutto? Sembra proprio inevitabile.

VINCENZO MITTICA «Troppi ricordi d'infanzia, quando seduti attorno al braciere che profumava di buccia d'arancia, ascoltavo con piacere la nonna che raccontava storielle e fatti popolari. Che meraviglia!».

COSIMO ROMEO «Avete scritto dei ricordi ma, qualcuno ricorda qual era il burro cacao degli anni 70? Bene la mamma metteva a riscaldare un cucchiaio d'olio d'oliva (casereccio) e noi con un dito prima di andare a letto ci passavamo l'olio caldo sulle labbra, si attendeva un po' e poi finito carosello tutti a letto. L'arancio non era messo sulla brace per fare semplicemente profumo o per decorazione al braciere ma lo si metteva per non far bruciare l'ossigeno nella stanza. Quando eravamo al letto … la mamma portava le restanti braci in vecchie pentole e le divideva nelle due pentole per le due stanze dei figli… ».

AGATA NUCERA «A me ricorda lo scricchiolio e l'odore della legna e del carbone, le giornate invernali rigide e quando tornavo da scuola spesso era già maturo e sistemato sotto il tavolo! Chiediamoci invece se il braciere avesse la parola... quanti bambini di noi rapiti dalle sue tenui fiammelle…

MARIA TERESA CALABRESE «A scuola materna la maestra di mio figlio l'ha portato in classe, ci ha fatto sedere intorno i bimbi ha raccontato loro delle storie ma soprattutto come si viveva a quei tempi... ».

GIOVANNI ANNA PRESTOPINO «Io ho quasi fatto tutto il liceo con il braciere sotto il tavolo, uguale a questo della foto… ».

ANNA MARIA CAMINITI «I miei nonni sicuramente con tantissimo affetto, ma riuniva tutta la famiglia e stare tutti intorno al braciere ad ascoltare i racconti dei nonni!».

SILVANA VALENTE «Il dialogo che c'era in famiglia... è chissà che non torneremo a usarlo... ».

MILENA RICETTE CUCINA «Mia suocera … che ci riuniva tutti insieme attorno ... si parlava e si scherzava... E adesso c'è FB... Meglio allora, non dite?».

FRANCESCO GROLLINO «Le uova arrostite nella cenere!». DOMENICA

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la Riviera

Quel braciere che la televisione ha “spento” con la mediocrità La storia di una luce fioca e di una civiltà che non c’è più ILARIO AMMENDOLIA Il flusso del tempo scorreva lento, a volte sembrava fermarsi. I contadini ritornavano dalle campagne, mentre si sentivano gli zoccoli degli asini sui marciapiedi. Le capre attraversavano le viuzze mentre il pecoraio si fermava su ogni soglia ed emetteva un grido sempre uguale... “u lattiiii” per vendere a domicilio. Man mano che le ombre della sera scendevano sul paese, su ogni uscio scintillava un braciere. Una vecchietta soffiava sui carboni neri per alimentare il fuoco. Mille scintille si alzavano verso il cielo. Il braciere, storia dei millenni accanto al fuoco. Storia di una civiltà che non c’è più. La brace ardeva di un rosso intenso, forte, spavaldo come la gioventù. Poi pian piano il braciere diveniva di un colore azzurrognolo prima di diventare cenere. Era la vita che maturava e lasciava il posto alla morte. Ogni sera la famiglia allargata trovava posto accanto alla grande ruota del braciere. Nonni, genitori, figli, nipoti, zii, cugini, comari e compari, vicini di casa. Una luce fioca rischiarava la stanza. La vita sembrava fermarsi attorno a quella ruota. Il nonno sorseggiava un bicchiere di vino mentre sulla brace abbrustolivano le aringhe, le castagne, il pane da mangiare con l’olio. Fuori c’era freddo, la pioggia, la grandine ma il braciere era un’ancora di sicurezza. La nonna iniziava una fiaba per i bambini stretti in un angolo, intenti ad ascoltare le storie di streghe cattive, di orfani, di prìncipi, di re, santi, angeli, anime buone e anime cattive.

TERESA BELZITI

«Mia nonna. Per lei preparare il braciere era un rito quotidiano. Era un'arte. Riusciva a fare durare il fuoco per tutto il giorno.

SALVATORE MESSINEO «I carzetti chi cocianu quandu mi caddijava i peda!».

Un piccolo mondo che camminava a passi “tardi e lenti” ma il sentiero non era ignoto perché ancor prima era stato percorso da altri che accanto a quel braciere erano stati seduti e da molto tempo non c’erano più. Erano i morti che non avevano mai abbandonato quella casa. Si parlava di loro come si parla di una presenza impalpabile ma certa. Loro tornavano in sogno, piangevano, ridevano, gioivano, si esprimevano con il

l’estremo passo. In quel momento non sarebbero stati soli. Qualcuno c’era dall’altra parte ad aspettarli. Quando il discorso sembrava interrompersi, qualcuno proponeva la recita del Rosario. Le preghiere avrebbero abbreviato la permanenza delle “anime” in Purgatorio. Si schiudeva la porta alla spiritualità. Il pane era poco ma si alimentava lo spirito. Si sbarrav a

linguaggio dei segni e dei rumori. Soprattutto erano in un’altra dimensione ad aspettare il giorno in cui le persone sedute accanto al braciere avrebbero imboccato la via per

ANTONIO CARLINO

«Eravamo bambini e si usava in tutte le case e la sera vi si riuniva intorno e si dicevano i racconti di una volta… Poi alla fine: “Cuntu cuntozzu e poi non pozzu chijù e cuntatigliu tu!”».

ENZO PARLA

ogni varco all’abbrutimento. Il gatto si contendeva il posto sulla ruota con i piedi dei bambini. Gli adulti parlavano della vita. Tutto ciò che viveva trovava posto accanto a quel braciere acceso. Così si scioglievano le incomprensioni, si allontanavano le inimicizie all’interno della famiglia, si saldavano i vincoli familiari, maturavano amori con i vicini di casa, si concordava la “politica” della famiglia, si tutelava “l’onore” ed il “decoro”. Non sempre c’era allegria, qualche volta c’erano lacrime ma “nessuno era solo sul cuore della terra”. Quel piccolo Universo era magico.

Po p o l a t o da spiriti, da demoni e da angeli. Si annidavano in ogni angolo e non passavano inosservati. Molti avevano difficoltà a credere che la terra fosse sferica e in continuo movimento.

GRAZIETTA CAMINITI «Le serate in famiglia tutt'intorno a parlare, ridere e mangiare castagne 'mpurnate. Di giorno “u circu i ferru” pe' asciugare la biancheria».

«Quando non esisteva il metano riscaldavano le case e mio nonno ci arrostiva nella carta stagnola le olive nere».

ANTONELLA SCHIRRIPA

«All'età di cinque anni nel giocare sono caduta e mi sono ustionata la mano sinistra. La mia tata ha provato a curarmi con le patate per fortuna poi mio padre ci ha pensato lui. Per un mese fasciatura e medicazioni. Però il braciere mi ricorda molto le persone care che ora non ci sono più».

Nessuno credeva che gli uomini potessero raggiungere la luna. Tutti sapevano però il tempo delle semina e del raccolto, avevano una innata religione per gli alberi, un attaccamento quasi morboso alla Madre Terra. Poi un giorno si sentì parlare della televisione. Questa arrivò con prepotenza e, in poco tempo, diventò incompatibile col braciere. Le famiglie non parlano più ed ognuno conosce poco chi gli sta accanto: «Stai un momento zitto che debbo ascoltare la televisione». Cosa? Stupidi talk show, storielle, telenovele, quiz, canzoncine, pistole spianate, mitragliate a tutto spiano. Morti ammazzati per tutti i gusti e a ogni ora del giorno. Nudi cafoneschi e volgari. Umberto Eco intuiva il pericolo: «Mike Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante del valore della mediocrità. Non provoca complessi di inferiorità pur offrendosi come idolo e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello. Nessuna religione è mai stata così indulgente coi suoi fedeli. In lui si annulla la tensione tra essere e dover essere. Egli dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti». Pasolini è stato più netto ed esce sul Corriere con un articolo: “Abolite la TV”. Abolite la televisione per salvare una civiltà. Non sarebbe stato possibile ma i grandi intellettuali vedono lontano. Oggi, in ogni casa arrivano mille immagini, mille scene, mille racconti, mille notizie che spengono il cervello, la fantasia, il cuore. Ho attraversato una buona parte del secolo scorso. Ho visto tante cose, belle e brutte ma se un giorno si trovasse la macchina perb viaggiare nel tempo darei una parte dei miei giorni per sedermi accanto a quel braciere acceso.

PEPPECOMANCERO GALLUZZO

«Le belle serate d'inverno quando i nonni ci raccontavano i tempi brutti… Però loro non sapevano che stavano ritornando. Perciò, preparamundi u bracieri!».

ERIN COMMISSO

«La mia adorata nonna, il profumo dell'arancia tra le braci, la paletta e le chiacchiere rilassanti intorno al braciere con le mani appese... Insomma probabilmente avevamo più freddo di oggi, ma quanto “vero” calore... ».

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Parlando

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ATTUALITÀ

Dramma occupazione

Il presidente di “Fincalabra” respinge l'assorbimento di questi lavoratori nella propria Spa e fonda una Srl parallela. Ma pare che da questa nessuno sarà mai assunto

La “finanza creativa” di De Rose e 138 dipendenti appesi a un filo Ci sarebbe la “finanza creativa” di Umberto De Rose, presidente di “Fincalabra Spa” - affiancato da Antonio Idone, vicepresidente della finanziaria regionale - dietro l'imminente licenziamento di ben 138 dipendenti di “Calabria Imprese e Territori” (sviluppo economico), società in house della Regione ma che dalla Regione non riceveva alcun incarico, quindi messa in liquidazione proprio da Fincalabra, socio unico di Calabria It. Sembra complicato ma

Martedì 17 dicembre, alle ore 18.00, presso il Palazzo di Città di Locri, durante il Consiglio Comunale, è stata conferita la Ccittadinanza onoraria della Città di Locri a Umberto Costamagna, il proprietario del Call & Call Lokroi, per meriti imprenditoriali. Costamagna è il presidente e fondatore di Call & Call Holding Spa, gruppo con 2.400 addetti impiegati in 7 sedi in Italia, tra cui quella di Locri. Proprio nella sede locrese lavorano quasi 500 impiegati, suddivisi in differenti mansioni.

alla fine tutto torna. Il creativo imprenditore, titolare di una tipografia di Cosenza che ha un creativo debito di cinque milioni con la Regione, avrebbe detto un “no” tondo-tondo al riassorbimento dei lavoratori, forse nemmeno a una parte di essi e, se proprio-proprio, con lo stipendio dimezzato. L'ingegnosità “derosiana” consisterebbe in una sorta di finta alla Ronaldinho: la fondazione di una Srl parallela di nome “Fincalabra

CITTÀ DI LOCRI

MUSICA Domenico Sisto & Omerthà Music Clan con Mimmo Cavallaro al 6suldadorecordartstudio di Caulonia durante le prove generali per il concerto di presentazione del suo disco U tempu rallenta. “La persona con il desiderio più grande è più potente di una persona piena di fatti".

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Eventi

servizi”, che solo per fantasia capitalistico-fallimentare dovrebbe assumere quelle 138 persone che valgono come minimo una settantina di famiglie le quali a breve rischiano di non poter pagare il mutuo e nemmeno le bollette. Figuriamoci l'Imu. Proprio una bella pensata quella di De Rose e Idone, non c'è che dire. E i due, per assicurarsi che nulla s'inceppi nell'ingranaggio ormai avviato, si sono pure nominati, forse a vicenda per dare parvenza d'ufficialità, tutor del

commissario incaricato di far sparire “Calabria It”. Salendo di qualche piano, pare e si dice che il governatore Peppe Scopelliti stia armi e bagagli dalla parte di De Rose. E pensare che proprio lui, l'unico presidente di Regione che abbia aderito al Nuovo Centrodestra, aveva sospinto quei 138 licenziandi da Sviluppo Italia (agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti) a Calabria It. Standing ovation. st.mar

SEGRETERIA PD

domenica dicembre

Domenica 22 dicembre, alle ore 17,30, il vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella sarà a Monasterace per un incontro pubblico presso la locale Biblioteca comunale. Dopo i saluti del segretario del circolo, Teodoro Bucchino, e del segretario provinciale, Seby Romeo, l’incontro sarà introdotto da Michele Galimi e Maurizio Diano. Mentre una breve relazione tematica della professoressa Consuelo Nava dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria precederà il confronto aperto e le conclusioni finali dell’ onorevole Pittella.

Ecco la nuova segreteria provinciale del Pd: il segretario Seby Romeo; Giuseppe Mazzotta delegato all'associazionismo e dei rapporti con gli altri partiti; Barbara Panetta si occuperà di comunicazione e innovazione; Federica Roccisano con delega del welfare; Nancy Spatari alle politiche di genere; Filomena Iatì al lavoro; il sindaco di San Pietro di Caridà Mario Masso agli enti locali; il segretario del Circolo di Monasterace Teodoro Bucchino si occuperà di economia; Gianni Crea rivestirà il ruolo di tesoriere; l'ex sindaco di Polistena Giovanni Laruffa sarà vicesegretario iniseme alla segretaria del circolo Pd di Siderno Mariateresa Fragomeni che èstata nominata anche responsabile organizzativa; vicesegretario regionale dei Giovani Democratici Antonio Billari.

ASCOA PLAUDE AL RIAVVIO DEL PRESTITO D’ONORE L'ASCOA plaude alla riavvio dei termini per il prestito d'onore, da parte di INVITALIA SPA Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa. Si tratta di uno strumento rivolto alle ipotesi di “Autoimpiego” e di “Autoimprenditorialità” per la realizzazione e avvio di piccole attività imprenditoriali da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione attraverso agevolazioni finanziarie per lavori autonomi, microimpresa o franchising, ma anche per nuove società o

ampliamento di di società già esistenti. Le agevolazioni prevedono sia contributi a fondo perduto che a mutuo agevolato per investimenti non superiori a 25.823 per il lavoro autonomo, fino a 129.114,00 per la microimpresa, e non superiori a 2,5 milioni per le ipotesi di “Autoimprenditorialità” . L'Ascoa avvisa gli interessati che presso i propri uffici (0964/21534, www.ascoa.it) sarà fornita assistenza per la redazione delle domande e per le necessarie informazioni. lr

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LOCRIDE

Ecologia e recupero Bianco, unica “Città del vino” rimasta nella Locride, ha deciso di salvare dalla discarica i tappi di sughero (legno pregiato e riciclabile per svariati utilizzi, tra cui pannelli isolanti per le costruzioni) delle bottiglie. Per questo sarà protagonista dell'iniziativa pensata dall'associazione “Albero della vite” di Lamezia, per la quale martedì scorso la presidente Saveria Sesto ha preso parte alla conferenza di presentazione tenutasi nell'aula consiliare del Comune di Bianco, ospite del sindaco Antonio Scordino e dell'assessore all'Ambiente, Francesco Isola. «Il nostro impegno come amministrazione comunale e nell'associazione “Città del Vino” - ha detto Isola - coinvolge anche temi ambientali. Ecco perché la decisione di recuperare i tappi di sughero. Un impegno che porterà risultati solo creando una rete, vale a dire un sistema che coinvolga e faccia collaborare e interloquire i comuni, l'associazione “Città del vino”, l'associazione dei produttori, l'Ais Calabria (Associazione italiana sommelier della Calabria, ndr), le scuole, che da noi sono coinvolte per prime ogni volta che» in questa città «si svolge un'attività di educazione all'ecologia. Inoltre - ha proseguito l’assessore - la nostra amministrazione fa in modo che questa città collabori con l’associazione “Città del Vino” con progetti, quale quello della valorizzazione del patrimonio genetico dei vitigni autoctoni». st.mar.

A Bianco salvano i tappi di sughero dalla discarica

Rilancio turistico L’esempio di Bova eletto comune gioiello d’Italia

Strategie di rilancio turistico, analisi dei contesti socio economici locali, prospettive di svolta per are contigue come la Locride e l’area Grecanica, il ruolo dell’associazionismo nello sviluppo locale e l’esempio di Bova, Comune Gioiello d’Italia. Di questo e di tanto altro, si è parlato l’altro ieri a Siderno nei locali della Dafne Turismo & Congressi nel corso dell’incontro dibattito dal titolon “Sinergie tra Settori Pubblico e Privato per il rilancio del territorio”, promosso dalla dafne e dall’Associazione “I Chòra”. Tra i relatori presenti all’incontro, moderato da Monica Scimone, oltre al padrone di casa Antonio Muià in rappresentanza della dafne, anche Gianfranco Marino, Vicesindaco di Bova e Coordinatore Regionale del Club “I borghi più belli d’Italia”, Maurizio Baggetta, Presidente del Consorzio Jonica Holidays e Natale D’Aguì, Vice Presidente Associazione Culturale I Chòra.

Accade nell'area grecanica. Accade, nella defunta comunità montana versante jonico meridionale di Melito Porto Salvo “Capo Sud”, che dieci lussuose e super accessoriate Lancia , da ben sette posti, arrivino dall'America, per essere consegnate in comodato d'uso a dieci comuni ricadenti nel territorio montano. C'è da pensare che i comuni si saranno premurati per

Natale, ma la spesa quotidiana. Pensate un attimo all’incredulità e alla rabbia incalzante, specie dei dipendenti con famiglie monoreddito, di fronte alle più che automobili, navicelle spaziali, con tanto di sportelli con apertura automatica e vetri oscurati, per la privacy dei turisti o per l'eventuale uso diverso che dovrà essere fatto delle lussuose e costosissime

Scelte improvvide

Il Voyager dello spreco tempo, facendone debita richiesta alla comunità montana, perché tutti gli alberghi, i b&b e gli agriturismi dell'area grecanica abbiano per Natale da tempo esaurito i posti disponibili, forti dell'offerta turistica, legata alla domanda di escursionismo nella splendida e suggestiva cornice dell'Aspromonte grecanico. Ma la mancanza di idonei mezzi di trasporto, nelle impervie vie di collegamento con l'entroterra, rischiava di lasciare deluse le aspettative delle migliaia di turisti provenienti da tutta Europa e dagli Stati Uniti, insieme all'equipe di collaudo delle avveniristiche Voyager, derivate e appositamente modificate dalle originali di scorta al presidente Obama. Immaginate, ora, cosa avranno pensato i dipendenti della comunità montana, che da mesi sono senza stipendio e sono a rischio non le loro vacanze di

automobili da gran… turismo. A parte lo spreco di denaro pubblico in sé, qualche altra riflessione va fatta. A seguito dell'approvazione e della pubblicazione della legge regionale n. 25/2013, le comunità montane sono state soppresse e, per la conseguente liquidazione, qualche mese fa è stato nominato un commissario liquidatore che deve vendere il patrimonio. Queste supercar, oggi chi se le comprerà e a che prezzo, rispetto all'originario, di circa 50.000 euro? Prendendo per buone le finalità dell'acquisto, se lo scopo era quello di aumentare la fruibilità del territorio per turisti, la scelta è quanto meno improvvida, considerata l'orografia frastagliata del territorio e le condizioni delle strade interne. Francesco Iriti - www.ntacalabria.it

Siderno superiore

Eximio ex consigliere et ex delegato et ex ... Aldo Caccamo Eximio ex consigliere et ex delegato et ex… Aldo Caccamo in merito al Vostro quesito su “La Riviera” di domenica 15 dicembre u.s. circa il mancato avvio dei lavori che a voi interessano, come “extrema ratio”, Vi suggeriamo una passeggiata lungo la ex via Cavone che non piuttosto tra gli “ex Vostri” corridoi della casa Comunale o alla ricerca di exploit propagandistici. Vi accorgereste che i lavori della Piazza sono già in corso e così finalmente potrete andare a raccontare ai vostri “ex voto”: “Vidistuvu? Se non era pe mmia !!!…” Comprendiamo bene che le Commissioni extraordinarie non Vi stanno a cuore, ma stanno cantierando quegli ex progetti trascinati per decenni senza alcun excursus e dipanando i guai generati dalle vostre ex gestioni. Dare lezioni “ex cattedra” non è mai stato un Vostro mestiere. Resta il fatto che, come si dice dalle nostre parti: “Cu staci fermu cunta i passi i cu camina” Con i più extinti saluti e gli auguri per un anno ex Novo. EX ARMACOR DOMENICA

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Il Natale nel messaggio scritto in una grotta ILARIO AMMENDOLIA

C'è una poesia di Guido Gozzano La Mezzanotte Santa che ricrea l'atmosfera in cui avvenne la nascita di Gesù. Maria e Giuseppe cercano un rifugio per passare la notte. Invano. I cuori sono duri e gli animi insensibili, l'oste di Cesarea risponde all'implorazione di aiuto da parte del falegname di Nazareth con le parole «non amo la miscela tra l'alta e bassa gente». È ormai tardi e la coppia si rifugia in una Stalla mentre «Maria già trascolora divinamente affranta». Adagiato su un poco di paglia viene al mondo il “Bambino divino” e le campane suonano la “Mezzanotte Santa”. Dopo più di duemila anni, quella stalla immersa nel buio è ancora un simbolo come, in maniera opposta lo è l'oste ingordo che, secondo la ricostruzione poetica del Gozzano, non ha aperto il suo albergo ai due perché poveri. Figure opposte che esistono ancora oggi e continueranno ad esserci finché questo nostro

IN EVIDENZA

Noi, storditi dalle mille luci, intontiti dall'ingestione di dolci e liquori, anestetizzati da riti, rendiamo - ma solo in apparenza - onore alla Grotta ma lasciamo in piedi una realtà caratterizzata da disuguaglianze mondo si dividerà tra i detentori di immense ricchezze e le vittime di una miseria senza speranza. Noi, storditi dalle mille luci, intontiti dall'ingestione di dolci e liquori, anestetizzati da riti, rendiamo - ma solo in apparenza - onore alla Grotta ma lasciamo in piedi una realtà caratterizzata da disuguaglianze. Restiamo indifferenti ala sofferenza degli altri, anche di chi, tentando di

recepire l'esempio di Gesù, si batte per liberare la nostra società dalle ingiustizie. Eppure quella Grotta proietta la sua grandezza proprio perché quel Bambino, fattesi Uomo, ha dato la propria vita anche per un mondo diverso. La “legge” lo ha condannato a morte. Noi, a prescindere dalle nostre personali convinzioni, siamo rispettosi dinanzi ad ogni credo religioso.. Non ho alcun dubbio che, pur tra le tragedie della storia,, il Cristianesimo è stato una stella polare per l'evoluzione della nostra civiltà. La religione è un rapporto estremamente intimo tra l'uomo ed il Creatore. Voltaire ci parlava di un Dio la cui presenza si percepisce da tutti i pori dell'universo. Noi, da laici, possiamo recepire il Messaggio autentico di quella Grotta e di quel Bambino adagiato sulla paglia , nel tentativo di costruire una società più giusta. C'è una pagina bellissima della vita di

Gesù, nell'atto di moltiplicare i pani ed i pesci. Egli compie una scelta: non moltiplicarli solo per sé e per i suoi commensali ma facendo partecipe al “banchetto” l'intera moltitudine accorsa a sentirlo. Se si fosse chiuso in una stanza a consumare il pranzo avrebbe perso ogni credibilità. . Solo Gesù può fare miracoli, noi possiamo impegnarci per una società che moltiplichi il pane e lo distribuisca equamente a tutti secondo bisogni e meriti. L'oste di Cesarea , pur creata dalla fantasia di un poeta, è un personaggio che vive ancora ed è tra di noi. Noi abbiamo una filosofia di vita opposta alla sua. La Riviera vuole “mescolarsi” in un bagno di umanità e trovare il senso della nostra vita raccogliendo quel Messaggio che è stato scritto quella notte in una Grotta. Ecco perché lavoriamo gratuitamente per portare il nostro contributo per una società diversa. La felicità è una luce che splende dall'interno di ognuno di noi ed illumina

il nostro sguardo. Una luce che si acquista quando si è capaci di eliminare l'odio, il risentimento, la rapacità, il sordo egoismo. Ci sentiamo appagati solo dalla consapevolezza di aver fatto il nostro dovere verso l'umanità che ci circonda . Vicini soprattutto con i più deboli, che come il Dio di Voltaire, ci gridano la loro presenza anche quando noi pretendiamo di ignorarli.. Noi continueremo il nostro lavoro, invitando tutti a non chiudersi nel cinismo ingordo dell'oste di Cesarea ma rendendo vivo il messaggio di quel “re” Bambino che sceglie di nascere in una Grotta. Non basta sentir messa, non basta un po' di carità, occorre battersi per una società in cui non ci sia bisogno di carità perché fondata sulla centralità della persona umana. Auguri , cari lettori, auguri di tanta felicità, un Natale sereno con la vostra famiglia ed in mezzo agli altri uomini. Auguri alla Locride, all'Italia ed all'intera umanità.

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CHRISTMAS

BRIGANTI di Brigantessa Serena Iannopollo

Appellu po’ sindacu entrante Bona dominica a tutti, ieu sugnu na sidernisi. U sacciu che esti difficili diciri: “ieu sugnu sidernisi”. Siderno, u paìsi cchiu randi 'nta zona, cchiu chinu i genti, cchiu chinu d'amuri. A Siderno non 'ndavimu u sindacu chi si 'nteressa da sorti du paìsi, spessu mancu i genti si 'nteressanu i nenti, pe' parrari di cosi spiccioli quasi nugliu si rendi cuntu ca non è bellu iettari 'nterra i mozziconi da sigaretta o na carticeglia qualsiasi, ma è puru veru ca 'ndavi pochi cestini pe' jettari i cosi, e dicimundi a verità, nugliu si chiedi avundi vaji a finiri poi chiglia carticeglia chi si jetta. Ieu sì, e 'ndavi pura ad atti chi su chiedunu, chi lavuranu in incognito e non si fannu pubblicità, cocchiùnu chi si pigghia i picci cchiù du sindacu stessu e chi cerca u faci cocchi cosa i bonu. A Sidernu 'ndavimu i strati principali dedicati e' cchiu randi stupratori, ladri e assassini du sud, comu per esempiu chigliu randissimu cornutu i Caribbardu, chi fici ammazzari paìsani nostri a non finiri, chi si pigghiàu a gloria cu l'ingannu, ca dissi ca iungìa l'Itaglia e 'mbeci 'ndi rendìu schiavi du nord, e nui 'nci dedicamma una di strati cchiu 'mportanti, comu puru a Vittorio Emanuele, u rre chi si rrobbau tutti i

sordi nostri e chista fu l'unica cosa chi fici cca, e nui 'nci dedicamma nattu struduni. 'Poi 'ndavi a via Cavour, nu pedofilu economista piemontisi chi si 'mpegnau sulu u smantella tutti l'industri chi 'ndavìamu, e via cu natta bella strata pe' igliu! A Sidernu 'ndavìamu na dignità ma 'ndi lavaru u cervellu e 'ndi dissiru ca simu mafiusi 'nto sangu, arretrati, e 'nci cridimma, pecchì 'nte libri i scola chistu 'ndi 'mparanu, ancora mo. A Sidernu non 'ndi ricordamu ca a Calabria è a patria da cultura filosofica, non 'ndi ricordamu ca i cchiu randi professuri venìanu cca pemmu si 'mparanu grecu e latinu, e precisamenti a Santuluca, non vi pari na barzelletta? A Sidernu 'ndeppimu a fortuna u 'ndavìmu nu pensaturi e nu storicu comu a Zitara, ma non riuscimma u sfruttamu a possibilità u 'mparamu i d'igliu. Pe' quantu riguarda a mia, ieu personalmenti e' prossimi votazioni i sindacu votu sulu a na perzuna chi cangia i nomi di strati e menti nomi i genti chi si battìru pe sta terra, e chi introduci 'nte scoli i libri i storia chi scrivìu Zitara, pecchì sarrìa na perzuna chi finalmenti ama Siderno. U sacciu ca 'ndavi a cocchiunu accussì, ed è pregatu mu si faci avanti.

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Eventi domenica dicembre

Momenti letterari

Calabriasona mbernu, a Gioiosa Jonica al teatro Gioiosa. Concerto di Francesco Loccisano - Mastria

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domenica dicembre

Al mercato coperto di Siderno degustazione di ricotta fresca alle 10.00 di mattina e in serata zeppole fritte a volontà.

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Un momento della presentazione delle raccolte di poesia Icaro e Cerchi concentrici di Daniela Ferraro. L’evento si è tenuto nella sala del consiglio comunale di Locri. Le due opere della poetessa locrese stanno riscuotendo un certo successo.

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lunedì dicembre

lunedì dicembre

Serata Nachos & Corona al Melmoth Irish Pub di Siderno.

Calabriasona mbernu, a Gioiosa Jonica al teatro Gioiosa. Concerto di Mimmo Cavallaro Sacro et profano

lunedì dicembre

Dolcemente Gioiosa, degustando i dolci dell’antica tradizione dei maestri pasticceri gioisani in abbinamento ai vini passiti d’eccellenza. In piazza Amaduri alle 17.00

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Siderno mercatino di Natale

Stasera si concluderà l'iniziativa del mercatino di Natale in Via Gramsci. Un vecchio mercato coperto senza più entusiasmo è tornato in vita grazie al ritrovato slancio dei commercianti. Addobbi artigianali sono stati realizzati dai volontari di PiGreco Communication e dell'associazione il SalvaGente. Un tocco natalizio che ha donato calore e luce alla struttura. Sono stati numerosi gli appuntamenti che hanno animato il mercato coperto in questi giorni di festa. Martedì mattina, 85 bambini hanno assistito entusiasti alla preparazione della ricotta calda. I ragazzini hanno potuto osservare tutti i passaggi della lavorazione che permette di trasformare il latte in deliziosa ricotta grazie alla pazienza e all'abilità di Domenico Greco. Stamattina il mastro ricottaio ripeterà questo rito e farà degustare i suoi prodotti. La sera di mercoledì sono state fritte quasi 200 zeppole nello stand allestito all'entrata del mercato in via Gramsci dai membri del Salva-Gente ed è stata offerta un assaggio a tutti i partecipanti. Anche Rosanna Caruso nel suo alimentari “La salumeria” di Canolo ha fatto delle ottime zeppole e questa sera si ripeterà nella preparazione di queste delizie salate tipiche del periodo natalizio. Altra assoluta protagonista durante questi giorni nel mercato di Natale è stata la mozzarella della ditta FD distribution di Femia Domenico. La sua degustazione di prodotti freschissimi e di alta qualità è stato uno dei successi della manifestazione. E poi non bisogna dimenticare Caterina Caruso. Insuperabile nella preparazione di prodotti tipici, come melanzane e peperoni sottolio, olive. Altro suo pezzo forte sono i dolci tipici come le susumelle e le sammartine, oltre alle schiocche di fichi lavorati con miele e mandorle. Anche se il fiore all'occhiello della sua azienda agricola è il pane di segale. Inoltre fino a stasera troverete ancora gli stand allestiti all'interno del mercato coperto in cui potrete acquistare stelle di Natale, candele intagliate a mano e orecchini e collane realizzati artinagialmente.

Mousse di ricotta Ingredienti

100 gr di zucchero a velo 300 gr di ricotta 100 gr di panna 2 cucchiai di miele

Guarnizione confettura di albicocche gherigli di noce

La mousse di ricotta è una mousse facilissima da preparare . La utilizzo questa volta per un dolce finger food dal sapore molto delicato, piccolissime mono porzioni per non rinunciare alla voglia di dolce senza sentirsi troppo in colpa. La mousse di ricotta l’ho arricchita con confettura di albicocche e noci.. ma chiaramente possiamo divertici con tutta la frutta fresca o secca che preferiamo..Facciamo scolare bene la ricotta prima di utilizzarla (deve essere piuttosto asciutta), quindi setacciamola e uniamo lo zucchero a velo e il miele. Lavoriamo bene il composto fino ad ottenere una crema. Nel frattempo montiamo a neve la panna e non appena pronta l’aggiungiamo delicamente al precedente composto. A questo punto possiamo decidere di servirlo in classiche coppette, e quindi alterniamo la mousse a confettura e decoriamo con gherigli di noce, oppure come presentato da me.. direttamente su cucchiaini da finger food, monoporzione.. decorati nello stesso modo, quindi con una sac à poche porzioniamo la mousse, distribuiamo un pò di confettura di albicocca e terminiamo con il gheriglio di noce..teniamo in frigo fino a poco prima di servirli. Mary

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CHRISTMAS

Gusto&

sapori A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

Ingredienti: Ingredienti: (per 2 panettoni da 750 g) 500 g di farina 00 600 g di manitoba (o anche tutta manitoba) 200 g di lievito madre 6 uova (4 tuorli) 300 g di zucchero 350 g di burro 15 g di sale 3 cucchiai colmi di miele 1 bustina di vaniglina 250 g di uvetta 250 g di canditi scorza grattugiata di 1 arancia Per la preparazione ogni regione e ogni luogo ha la sua modalità, quindi lascio a voi l'estro del Panettiere ma voglio evidenziare come in ogni nostra rubrica un ingrediente che fa parte della nostra frutta secca : l'Uvetta Passita.

Panettone ... profumo di Natale E' un prodotto che sta a metà tra l'arte della panificazione e la pasticceria. Il panettone infatti, secondo la ricostruzione storica più accreditata, nacque nel forno di un panettiere, un certo 'Toni' che per la prima volta impastò il suo pane con le uova, il burro, i canditi forse per una ragazza, creando il primo 'pane-de-toni', che è diventato il panettone che conosciamo. La ricetta del panettone si è diffusa in tutta Italia e viene prodotto ovunque in versioni anche molto diverse tra loro, come succede quasi sempre. Per assaporare la Festa del Santo Natale cosà c'è di meglio nel ritornare un po' bambini e raccontarci una storia ? “ Ci sono diverse leggende che narrano della nascita del Panettone. La più classica narra la storia di Ugo, giovane falconiere di Ludovico il Moro che viveva nello splendido palazzo che suo padre aveva ricevuto in dono dal Duca di Milano. Siamo quindi sul finire del '400. Ogni notte il ragazzo scavalcava le mura del palazzo per recarsi nella via del le botteghe e dei bottegai che lì vicino si trovava: Corso Magenta. La ragione, come da tradizione, è l'amore per una fanciulla dalle umili origini, la figlia del panettiere Toni. Vedersi di notte e di nascosto nella bottega in cui Adalgisa impastava assieme al padre Toni era l'unico modo per passare del tempo assieme, dal momento che la famiglia di Ugo osteggiava la loro relazione. Adalgisa aveva però poco tempo da dedicare a Ugo: c'era molto da lavorare da quando il garzone di bottega si era ammalato. Per amore, il falconiere del duca di Milano si fece assumere di nascosto dalla panetteria, in questo modo avrebbe potuto vedere ogni notte Adalgisa senza essere di disturbati. Ma nella zona di Corso Magenta la concorrenza si era fatta sempre più feroce, e così a ben poco servirono gli sforzi di Ugo per aiutare la sua bella e il padre di lei. Gli affari andavano sempre peg-

gio. Ma Ugo non aveva nessuna intenzione di darsi per vinto, e decise di rubare una coppia di falchi a Ludovico il Moro e di venderli per comprare del burro. La notte dopo aggiunse tutto il burro acquistato all'impasto del pane. La mattina Milano stava impazzendo per il pane della bottega di Toni. Il Natale si avvicinava mentre Ugo rubava altri falchi per procurare burro e zucchero per il pane del padre di Adalgisa, tanto che in città non si faceva altro che parlare del Pane di Toni (da cui deriva il termine panettone) e la coda fuori dal negozio si era ormai fatta lunghissima. Gli affari andavano quindi alla grande, quando Ugo decise di aggiungere un ultimo tocco a quella che di fatto era la sua creazione: aggiunse uova, uva sultanina e pezzetti di cedro candito. Divenne il dolce perfetto per il Natale, Toni si arricchì, la famiglia di Ugo non ebbe più niente da dire per ostacolare la sua relazione con Adalgisa e i due poterono

sposarsi felicemente.”

tempi della panificazione e della lievitazione naturale, che ha bisogno di tutto il tempo che richiede. Considerate che dal momento in cui cominciate, occorrono almeno 2 giorni interi di lavorazione e lievitazione, prima di arrivare al giorno di cottura e che dovete avere a disposizione il lievito madre già efficiente e rinfrescato. Se partite da zero, iniziate perciò dalla preparazione del lievito il lunedi. A fine settimana potrete iniziare a preparare il vostro panettone.

Fare il Panettone in casa, è solo questione di tempo, pazienza, ingredienti di qualità. Non ci sono particolari difficoltà nella realizzazione, anzi è un dolce, che si basa sui metodi e sui

In evidenza La varietà più comuni e conosciute di uva passa reperibili sono l'uva Sultanina, lo Zibibbo e il Moscato; quantitativamente , le percentuali dei nutrienti possono variare, anche se le caratteristiche bionutrizionali generali sono del tutto sovrapponibili. Ricchissima in zuccheri quasi quanto il miele, l'uva passa e indicata nella cura del catarro e nelle malattie da raffreddamento, in virtù del suo potere energizzante e dell'azione lenitiva , emolliente ed espettorante. Come l'uva fresca, è dotata di attività leggermente lassativa. Essendo a basso contenuto in proteine e lipidi , l'uva passa è facilmente digeribile. Essa sostituisce un alimento altamente energizzante , per il contenuto in potassio, fosforo, calcio, sodio, ferro e vitamina A, oltre che in zuccheri. Per la ricchezza in tiamina, riboflavina e niacina . nonché triptofano, esplica un'efficace azione di sedazione del sistema nervoso, potenziata dall'alto contenuto in zuccheri ed è indicata per aumentare la produzione di progesterone ovarico nella seconda metà del ciclo mestruale. Per le citate caratteristiche bionutrizionali, l'uva passa costituisce un alimento da inserire nelle diete per gli individui che praticano attività muscolari intense, quali escursionisti, maratoneti, ciclisti in gara, e tutti quegli sportivi che , dovendo sostenere uno sforzo prolungato, non possano appesantirsi né per la digestione , né per l'equipaggiamento. Unico inconveniente potrebbe essere quello della sete, indotta dalla concentrazione dei suoi nutrienti e dalla ridotta percentuale di acqua. Prima di consumarla, è buona norma lavarla molto bene, per depurarla dall'anidride solforosa e dalla paraffina che , spesso, le vengono addizionate per la conservazione.

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L’ANGOLO DI PARRELLO di Franco Parrello

L’uomo e la Fede

Da sempre l'uomo ha creduto in qualcosa di superiore a lui, che vive negli spazi infiniti del Cielo. Sono pienamente convinto che quando abbiamo bisogno di qualcosa d'importante, ci dobbiamo rivolgere direttamente a Dio e ai Santi. Con la venuta di Gesù sulla terra, moltissimi hanno avuto fede nelle sue parole e nelle sue parabole. Gesù é lì, nato in una capanna: guardiamo a Lui, sicuri di non sbagliare.

la Riviera

LA POSTA

Un caloroso e commosso omaggio all'ex sindaco Bruno Antonio Dattilo GIOVANNI SFARA Circondato dall'affetto dei suoi cari, dalla moglie Piera Correale e dall’amata figlia Francesca con il marito Giuseppe Loccisano, dalla sorella Lisa vedova Francesco Pisciuneri, dai cognati Gianna vedova Pasquale Dattilo, Salvatore Tredici che aveva sposato la sorella Tina ed ora con la moglie Ninetta Camilleri, da Mercedes Correale col marito Massimo Calveri, da Eugenio Correale con la moglie Alessandra Tononi, dagli zii sia paterni che materni, dai nipoti e dai parenti tutti, è tornato alla casa del Padre all'imbrunire del 29 novembre a Roma l'ex sindaco di Gioiosa Ionica Bruno Antonio Dattilo. Nato dall'unione dei coniugi Domenico Dattilo di Ardore e Sergi Francesca di Platì che sono giunti a Gioiosa quando il padre ha ottenuto un posto da insegnante nelle scuole elementari del luogo. Da questa unione erano nati quattro figli: Pasquale, Lisa, Tina e Bruno. Una famiglia umile e con i veri valori della vita. Appena appresa la triste notizia che ha sconfortato tutta la cittadina, l'amministrazione comunale di Gioiosa Ionica, a guida del giovane sindaco Salvatore Fuda, ha messo a disposizione per giorno 1 Dicembre la camera ardente presso il Palazzo Municipale facendo anche affiggere sui muri della cittadina un

V

manifesto, in Ricordo di Bruno Dattilo, (primo Sindaco a ricoprire tale carica con l'elezione diretta dei cittadini 23 aprile 1995 con la lista Democratici e Progressisti per Gioiosa). Da politico ha sempre lavorato per tenere unito il fronte progressista e le migliori forze che esprime Gioiosa. Sagace ed arguto, pacato nei toni, ha sempre utilizzato la mediazione come stile umano e politico. Con Dattilo scompare un importante punto di riferimento, anche per le nuove generazioni che si affacciano all'impegno sociale e politico. Da ultimo, nonostante le gravi condizioni di salute, non è

mancato il suo apporto nel dibattito politico gioiosano, capace di produrre analisi lucide e reali, guardando sempre agli interessi generali del paese. Nella stessa giornata il Circolo del Partito Democratico ha fatto affiggere un manifesto in ricordo «Un sorriso arguto, una passeggiata e una sigaretta in bocca, una battuta in assemblea. Tutto ci mancherà di te. Di te militante politico, amministratore pubblico, pensatore brillante. Di te uomo autentico. Ciao Bruno. Anche i Socialisti lo hanno ricordato: «I vecchi compagni socialisti di Gioiosa Ionica si associano al dolore delle famiglie Dattilo - Correale e dei famigliari tutti. Alle ore 10,00 del 1 Dicembre la sua bara è stata portata dalla sua abitazione al Palazzo Municipale, dove vi è stata una lunga ed interminabile partecipazione di pubblico e di istituzioni che hanno voluto tributare l'ultimo saluto di gratitudine e di stima all'ex primo cittadino. Alle ore 15,00 la bara lasciava il Palazzo Municipale, per la cerimonia funebre presso la chiesa di San Rocco. Qui una sobria e mesta cerimonia Eucaristica ufficiata da don Giuseppe Campisano che nella sua omelia ha detto: «Conosco Bruno Dattilo da quando sono venuto a Gioiosa, lo conosco bene sia come persona che come ex sindaco, una persona umile e disponibile, Bruno mi disse un giorno: “Don Giuseppe oggi è difficile

trovare un prete che crede: e voi siete un prete credente e che ispirate fiducia perché operate il bene”». Un altro momento commovente è stato quando ha preso la parola suo cognato Massimo Calveri dicendo: «Bruno, amatissimo cognato, fratello mio vero. Qualche giorno prima della tua morte, mi hai sussurrato, ormai con un filo di voce, “il tuo comparello se ne sta andando ….”. E ti ho detto che quel che conta, al termine dei nostri percorsi, è il bilancio della vita, e che il tuo è stato davvero straordinario: negli affetti, nelle tue relazioni sociali, nella politica dove sei stato protagonista. Per te ben si adatta quel che Paolo di Tarso ha proferito al tramonto della sua vita: “È giunto il momento di sciogliere le vele. Hai condotto la buona battaglia, hai terminato la tua corsa, hai conservato la fede. Ciao Bruno, la morte non potrà ormai essere pietra dell'oblio, perché il tuo ricordo rimarrà luminoso e indelebile nei nostri cuori. Ti sia lieve la terra, lieve come la levità del tuo sorriso». Dopo la benedizione della salma da parte di don Giuseppe Campisani, ora il compianto ex sindaco Bruno Dattilo riposa nel cimitero di Gioiosa Ionica accanto ai suoi genitori. Ora che sei un angelo al cospetto del Sommo Iddio, da quel posto aiuta tutti i tuoi famigliari per il proseguo della loro vita e lenisci il loro dolore.

Chi sono i veri nemici della Calabria?

orrei dialogare con il mio Amico Ilario Amendolia. Così come è accaduto tante volte nei tanti anni da che ci siamo conosciuti. Molte volte, forse potrei dire sempre, con identità di vedute, vista la nostra comune formazione alla scuola di pensiero di quello che fu il PCI. Per cominciare, a conferma di ciò che ho affermato sopra, sottoscrivo, quasi in toto, il tuo scritto di Domenica. Mentre leggevo mi veniva in mente una deputata della Lega, in una serata a Ballarò, la quale affermava che, tutte le volte che c'era da erogare un finanziamento per il Mezzogiorno d'Italia,bisognava essere molto attenti, perché al Sud il malaffare regnava incontrastato. Se non fossero state affermazioni grottesche, si poteva riderne tranquillamente, pensando alla carta di credito del Presidente della regione Piemonte Cota. Giusto Domenica sera, ho partecipato ad una iniziativa organizzata dal circolo "LIONS" di Locri per raccogliere fondi da destinare all'AIL(associazione per lo studio e la cure delle leucemie, a Reggio Calabria, esiste un centro di eccellenza di Ematologia) e all'Associazione umanitaria "JIMUEL", della quale mi onoro di essere il presidente, e che opera nelle regioni più povere del mondo, con un progetto di tele medicina solidale. In questa serata si sono esibiti sul palcoscenico giovani e giovanissimi artisti in saggi di canto, musica, danza, a livelli davvero magistrali. La deputata della Lega conosce bene il valore dei giovani leghisti alla Renzo Bossi, non avrà certo il tempo per interessarsi dei talenti Calabresi. Ma la domanda che voglio porre a Ilario è: è la deputata della Lega Nord ad avere in scarsa considerazione le capacità, le intelligenze, permettetemi di dirlo, la bellezza della nostra gente? Oppure la responsabilità, storica, politica, mi verrebbe da dire penale, è totalmente di una classe dirigente, tutta nostrana, fatta di ascari, nella migliore delle ipotesi. Attenti. Classe dirigente non solo politica. Sono stati gli ingegneri e gli architetti calabresi, a firmare i progetti dello scempio edilizio che dal dopoguerra ad oggi ha devastato i nostri bellissimi paesi, alla cui splendida urbanistica rinascimentale, hanno sostituito quanto di più orrendo si potesse immaginare a livello estetico. Non sarà stata certo la Lega Nord a rendere la sanità calabrese una delle più inefficienti ed inefficaci della penisola. E non può essere sempre merito della Lega Nord,se negli ultimi venti anni la "Questione Meridionale" ha lasciato il posto ad una presunta questione settentriona-

le. Accettata supinamente dalla nostra classe politica, in cambio di qualche miserabile mancia. Poi, certo vi è anche la storia risorgimentale, Cavour, Crispi, ecc., ma in generale, la responsabilità della condizione in cui versano le nostre scuole, può essere ascritta, anche, ad una categoria di insegnanti, mal pagati, delegittimati, condizione che vivono anche gli insegnanti di Bergamo, Mantova, Siena, ecc. E allora,visto che viviamo in un posto che non possiamo definire normale, per tutte le cose dette e soprattutto, per quelle che per ragioni di spazio, diamo per dette, ti pare davvero credibile, che in mezzo a questa compagnia, di nemici della Calabria ci possa stare la dottoressa Lanzetta? Ella è, comunque la si pensi, prima di tutto, una vittima, alla quale deve essere espressa solidarietà senza se è senza ma. Non certo usando la mano libera per darle comunque qualche legnata. Poi si può certo essere in disaccordo con quello che fa o quello che dice, ed anche per come lo fa e per come lo dice. E tu sai bene che al tuo modo garbato e sereno di esprimere dissenso, si accompagna, da anni una intensa campagna tesa a collocarla nell'elenco dei nemici della Calabria. Ma può essere un nemico della Calabria chi, dopo essere stata fatta oggetto di violenza vera, denuncia quella violenza? L'ex direttore del tg4, Emilio Fede, diceva che Saviano non aveva diritto alla scorta perché in fondo ancora nessuno aveva tentato di ucciderlo. Bisogna morire ammazzati per avere il diritto di essere tutelati dallo Stato? Post mortem? Non è il tuo pensiero. Lo giuro! Ma davvero credi che la polemica con la Lanzetta sia solo il frutto di un diverso modo di vedere la strategia della lotta alla criminalità organizzata? A chi gli domandava come mai non citasse mai la mafia né nelle Omelie né nei discorsi pubblici, Don Pino Puglisi rispondeva che la mafia la si combatte con i propri comportamenti quotidiani! Io la penso esattamente come Don Puglisi! Sono partecipe, da qualche mese di un evento che ha connotati nuovi, per la politica calabrese e della Locride. A Marina di Gioiosa Jonica si sta tentando un modo nuovo di fare politica, dove la partecipazione e la informazione, sono le coordinate entro cui fare svolgere l'azione del nuovo governo cittadino. Nuovo Governo che viene dopo due lunghissimi anni di gestione commissariale dell'ente. Il giornale di cui sei direttore editoriale ha svolto una lunga battaglia contro l'abuso dello sciogli-

mento dei comuni per presunte infiltrazioni mafiose. Lo Stato si presenta con la stessa faccia con la quale si presentò all'indomani dell'unità d'Italia. Con l'esercito e con il pugno di ferro. Ebbene nel mentre a Marina di Gioiosa si prova a venire fuori da questa situazione odiosa, “la Riviera” non ha trovato di meglio che sparare ad alzo zero, prima ancora di capire cosa stesse accadendo, anzi omettendo proprio il tentativo di capire. Riservando al neoeletto sindaco Vestito, attacchi pesanti e bordate di avvertimento. Nessuno cerca il plauso facile. Ma una valutazione il più possibile obbiettiva dei fatti, quella sì. Ti invito a leggere, su "lente locale", il resoconto di una assemblea pubblica che si è svolta proprio ieri. Non sono un esperto di giornalismo, ma credo di non sbagliare se dico che chi svolge questa "missione" non debba usarla come arma contundente per vendette personali. La dott.ssa Lanzetta e il sindaco Vestito sono persone con le quali si può dissentire ed anche criticarle, anche duramente, ma non credo che l'onesta intellettuale che ti distingue, possa accettare che siano da mettere nell'elenco dei nemici della Calabria. In quell'elenco c'è la ndrangheta e la criminalità organizzata, come io e te sappiamo per certo. Non si può fare confusione su questo punto, altrimenti, non si fa una buona cosa per i nostri figli. Con la stima e l'affetto di sempre Sisì Napoli A Sisi Napoli, “radical chic” nella politica fallimentare al comune di Grotteria e ispirato neo “conservatore” all’interno del governo Vestito a Marina di Gioiosa Jonica risponderà la prossima settimana Ilario Ammendolia. Caro dott. Napoli chiarisca (non a me che la conosco) ma a tutti i nostri lettori quali siano stati i “veri” motivi che l’hanno indotta, dopo trent’anni e passa d’appartenza alla “sinistra radicale” di arrivare a quest’intesa “politica” con il sindaco Vestito che, come ben sappiamo, si è sempre dichiarato “ di destra”. Ecco chi sono i veri nemici della Calabria, quelli che parlano di “nuovo modo” di fare politica dimenticando i loro trascorsi . E non mi venga a parlare di adesione ad una lista civica, l’incoerenza, si sa, “ha le gambe corte”. Cordialmente Antonio Tassone (dir.resp. La Riviera)

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SPORT TRA FASCINO E TRADIZIONE TUTTA MILANESE

Arriva il derby della Madonnina numero 180 La 17a giornata di Serie A, l'ultima prima della sosta, ha nel derby Inter-Milan, il numero 180 in campionato, la partita in primo piano. Fascino e tradizione a parte della stracittadina milanese, per la classifica bisognerà fare attenzione agli incontri della Juve capolista e della sua prima inseguitrice, la Roma, che dopo il 2-2 col Milan è ora a meno 5 dai bianconeri. A conti fatti la Juve sia come sia passerà il Natale in testa, tuttavia la Roma, impegnata all'Olimpico con il fanalino di coda Catania, ha buone chance di sfruttare il turno per mantenere inalterato lo svantaggio e, in più, nell'ipotesi di un rallentamento juventino sul campo dell'Atalanta, la velata speranza di riuscire magari a rosicchiare qualche punticino alla prima della classe. Nel calcio è sempre rischioso azzardare previsioni, sulla carta però l'impegno della Roma sembrerebbe leggermente più abbordabile rispetto alla sfida della Juve a Bergamo, in uno stadio e contro una squadra spesso ostici per tutti, big e piccole, e quindi sempre da cerchiare in rosso nella scala di difficoltà. La stessa Roma, due domeniche fa, ha dovuto penare fino al '92 per riacciuffare gli avversari atalantini e portarsi a casa un punto a quel punto quasi insperato, una prospettiva che, tutto sommato,

probabilmente non scontenterebbe neanche stavolta la squadra di Colantuono. Un pareggio contro alla Juve di questi tempi non dispiacerebbe a nessuno, non c'è dubbio però che Conte e la sua truppa faranno di tutto per deludere le speranze dei rivali, aggiungere altri tre punti al già suo ricco bottino stagionale e, infine, chiudere l'anno con una bella vittoria. In sintesi, si va verso una giornata senza grossi scossoni in vetta, da dove, spostando l'attenzione in altre direzioni, resta molto

lontana la Fiorentina che a Reggio Emilia, in casa del Sassuolo, insegue un risultato che le consenta quantomeno di allontanare o mantenere a distanza gli inseguitori, a partire dall'Inter. Come detto, nella partita più importante della giornata, i nerazzurri sfideranno a San Siro un Milan che dopo la qualificazione agli ottavi di Champions League, ha lanciato confortanti segnali di ripresa e contro la Roma, al di là del buon risultato, ha evidenziato sia passi avanti sia a livello di tenuta fisica e mentale, sia una ritrovata verve caratteriale. Non altrettanto si può dire dell'Inter, che a Napoli insieme ai tre punti persi, ha lasciato più di una perplessità sul piano del gioco e della solidità di squadra, con voragini difensive sommate a disattenzione, a scarsa lucidità e a superficialità, le stessa, del resto, in parte sciorinata a fine gara da Walter Mazzarri a fine gara nell'etichettare con un certo pressapochismo la gara di Napoli come una semplice serata storta nel corso di una partita, secondo lui e forse solo pochi altri, a lungo dominata. Tralasciando il pensiero di Mazzarri, il derby di stasera dirà chi tra Inter e Milan effettivamente è attualmente messo meglio e trascorrerà le vacanze più serene, nel frattempo, durante il pomeriggio, oltre a Roma-

Catania e Sassuolo-Fiorentina di cui si è già detto, Bologna-Genoa, Sampdoria-Parma, Torino-Chievo e Verona-Lazio, prima delle vacanze, daranno forma e sostanza all'atto finale della loro stagione 2012-13. Tra questi incontri, la vetrina tocca a Verona e Lazio: Juve e Roma a parte, delle otto squadre che si sfideranno tra loro nel pomeriggio, veronesi e biancocelesti sono quelli che con il Torino si trovano più avanti nella graduatoria, anche se, dal punto di vista delle emozioni e dello spettacolo, molto potrebbe essere offerto da Sampdoria-Parma, due squadre che il redivivo Mihajlovic e il sempre pacato Donadoni stanno gestendo con abilità e bravura. Infine, Bologna-Genoa e Torino-Chievo sembrano partite cruciali soprattutto per emiliani e veneti: Genoa e Torino hanno ormai da tempo abbandonato la zona rischiosa della classifica, lo stesso non si può dire del Chievo, a soli due punti dal terz'ultimo posto, e del Bologna, attualmente penultimo in classifica con appena un punto in più sul Catania fanalino di coda solitario: per entrambi urge un scossa immediata, dopo potrebbe cominciare a essere già tardi. Buon campionato a tutti. Angelo Letizia

Grande entusiasmo e partecipazione per Siderno: intervista esclusiva al Presidente onorario Enzo Commisso. il 16° Trofeo “SPEEDY GONZALES” Presidente il calcio di oggi e quello di ieri a suo modo di vedere? C'è una grande differenza, i tempi sono nettamente diversi, anche se paradossalmente il calcio è sempre lo stesso gioco. Una volta si giocava sopratutto per divertimento e i valori erano ben altri oggi vedo più interesse economico. Io ho avuto migliaia di calciatori di cui di tanti ho un ottimo ricordo perché prima uomini e poi calciatori. Mi vengono in mente Bolognino, Pizzata, Pipicella, Fiorenza, Restretti. Con tutti o calciatori ho avuto sempre un ottimo rapporto in ultimo anche con il Capitano Peppe Carabetta. Poi ricordo tutti i ragazzi dell'A.C. Campagna con i quali ogni partita era una festa, un occasione per divertirci prima, durante e dopo la partita. Oggi, invece, è l'epoca dei contratti, degli accordi, delle rescissioni. Noi fortunatamente da quest'anno abbiamo un gruppo formato quasi esclusivamente da calciatori sidernesi, validi e di prospettiva, che si allenano quotidianamente e giocano prima di tutto per amore verso la città e verso la maglia che indossano senza dare precedenza a eventuali situazioni economiche. Presidente allo stadio si nota poca presenza di pubblico, secondo lei a che è dovuto? Intanto oggi le tv ( Sky, Premium ecc...) tengono incollate le persone a casa. Una volta esisteva solo la radiolina con le cuffie e si ascoltavano le partite seduti in tribuna mentre si faceva il tifo per la squadra del proprio paese. Come in ogni cosa l'interesse a seguirla dipende dall'entusiasmo che quella cosa trasmette negli animi di ognuno. Un campionato di vertice crea maggiore interesse rispetto a un campionato dedito al raggiungimento della salvezza. Però ricordo che la squadra e formata al 90% da calciatori locali che hanno bisogno di sentire la spinta e il calore degli sportivi sidernesi che sono numerosissimi e che quando è servito non l'hanno fatto mai mancare. Qual è l'obiettivo di quest'anno ? L'obbiettivo è quello di giocare ogni gara come se fosse una finale e poi alla fine accettare serenamente quello che decreterà il campo. È chiaro che la salvezza diretta e il nostro obiettivo minimo. Mi preme ringraziare il Presidente Racco per l'impegno e l'entusiasmo che sta mettendo quotidianamente e il Dir. Gen Vumbaca che ormai sono diversi anni che da proprio contributo serio e com-

disputatosi Domenica 15 Dicembre a Siderno

petente al Siderno Calcio. Sono loro che curano tantissimi aspetti societari insieme agli altri dirigenti. Si è rafforzato il Siderno durante l'apertura delle liste? In linea con i nostri parametri economici abbiamo rafforzato l'organico con due ritocchi. Uno è una vecchia conoscenza dei nostri tifosi, Salvatore Morabito detto "zidane", attaccante, un ragazzo serio e tecnicamente molto valido. L'altro è Frank Mba, attaccante, un ragazzo su cui ho fatto una scommessa io perché ultimamente ha giocato poco ma secondo me ha importanti doti tecniche e atletiche che possono dare un contributo valido alla nostra squadra. A gennaio poi sarà disponibile Ionet Luiuz Andrei un ragazzo di nazionalità rumena classe 1993, centrocampista, che farà parlare di se per le importanti doti tecniche e tattiche che possiede. Presidente fra pochi giorni è Natale un augurio particolare da fare? L'augurio va a tutte le persone che conosco, a tutte le persone sparse per il mondo che vivono in condizioni disagiate e a tutti i miei paesani che vivono lontano da Siderno. Presidente qualche ringraziamento? Ringrazio tutti i dirigenti, i soci sostenitori, gli sponsor che ci sostengono in particolare la ditta "Santacroce Caffè" che è il nostro main sponsor, la stampa, le tv che riprendono le nostre partite, le forze dell'ordine che garantiscono un servizio impeccabile di ordine pubblico e mi scuso se ho dimenticato di citare qualcun'altro. Lr

La manifestazione è stata organizzata dal Centro Studi Karate presieduta e diretta dal Maestro e cintura nera 5° Dan Vincenzo Ursino; patrocinatore dell'evento l'Associazione Italiana Cultura e Sport - C.O.N.I. con il Presidente Dott. Arturo Nastasi. Questa attività rientra nel Progetto denominato “Karate Giocando: la scoperta del proprio corpo attraverso il Karate”, grazie al quale tanti giovani e giovanissimi possono partecipare gratuitamente alle lezioni impartite dal D.T. Vincenzo Ursino. Lo stesso è sostenuto dallo Sponsor Tecnico “Hotel Ristorante Casa del Gourmet” che ha sposato in pieno l'iniziativa per lo spirito aggregativo con il quale si propone e per la funzione sociale che esercita offrendo gratuitamente l'accesso ai corsi a tutti gli appassionati di Arti Marziali. Ma parliamo dei protagonisti di questa intensa gara dove i karateka presenti si sono confrontati con la massima lealtà ed il massimo impegno nel pieno rispetto delle regole e degli avversari.

A spuntarla su tutti realizzando il tempo migliore, è stato Mattia Gulloni di Siderno il quale si è aggiudicato per il secondo anno consecutivo l'ambito Trofeo. Ma la kermesse si è rivelata avvincente anche per l'aggiudicazione del podio nelle diverse categorie dove dopo una prova basata sulla rapidità hanno visto classificarsi: Primi classificati : Commisso Giosue- Iurato Francesco - Barberio Vincenzo - Longo Antonio - Guttà Vincenzo- Figliomeni Luca Urzino Manuele - Squillace Simone Secondi classificati : Panetta Gloria - Barbiero Manuel - Parisi Domenico Femia Salvatore - Fuda Orlando- Parrelli Andrea - Pelle Amalia - Urzino Daniele Terzo classificati : Figliomeni Vincent - Timpano Vincenzo - Pelle Francesco - Romeo Vincenzo - Panetta Rachele - Carbone Giuseppe - Sgambelluri Pietro - Ceravolo Francesco Oppedisano Giuseppe - Panetta Davide - Gurnari Antonio - Bizzantini Giuseppe.

La Burraco Siderno terza al “Città di Catanzaro” Piazzamento prestigioso per l'Asd Burraco Siderno al quarto “Torneo città di Catanzaro”. La coppia Romeo-Ielasi, infatti, ha conquistato il terzo posto ma solo per match point, vale a dire con lo stesso punteggio della seconda classificata. La competizione catanzarese si è svolta al Centro congressi “Le Palme”, dove a darsi battaglia sono state ottanta giocatrici. La vittoria è andata alla coppia casalinga IanniniMancuso del Club Catanzaro. Il prossimo appuntamento al tavolo da gioco è per domenica 22 dicembre 2013 a Siderno, dove si svolgerà il “Torneo Jolly”.

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L’intervista con Niccolò Fabi

Il cantautore romano ospite a Locri della rassegna musicale “Ai confini del Sud” parla della mondo della musica italiana e delle difficoltà di organizzare un concerto in Calabria

Un’artista politico ANTONIO TASSONE Il cantautore romano Niccolo Fabi è stato ospite nella Locride, nell'ambito di una grande serata dedicata alla musica d'autore inserita nella rassegna “Ai confini del Sud”, organizzata dal percussionista locrese Massimo Cusato, che si è svolta presso la sala dell'oratorio dei salesiani di Locri. Lo abbiamo incontrato prima della sua applauditissima performance: Niccolò Fabi, dopo il grande successo di questa sua tournèe teatrale quali sono suoi progetti futuri? Quello di stasera è un piccolo extra a conclusione di un anno di lavoro bello e intenso. Siccome non ero riuscito a fare una tappa calabrese ho approfittato di questa situazione anche perché l'organizzatore è stato Massimo Cusato che un amico e musicista con il quale ho suonato per tantissimo tempo. In futuro cercherò di innalzare la qualità musicale del mio lavoro che ha un valore non solo artistico ma anche politico. Lei ha iniziato la sua carriera iniziando a suonare nei locali, ora impazzano i cantanti “costruiti” dalla tv. La tradizionale “gavetta”, secondo lei, è ancora necessaria in questo mondo? Non ho mai vissuto il fatto di suonare nei locali come “gavetta”. Si sono delineati attualmente, a mio avviso, due modi opposti di fare musica ma che possono coesistere. Quello fatto di cantine “umide” in cui i ragazzi si incontrano e suonano quello che gli piace per poi trovare un primo locale che li farà conoscere e ritagliarsi un po' di pubblico e quello della “ricerca” della carriera di cantante attraverso i programmi televisivi che fanno costruire un'altra tipologia di cantante o musicista, che è appunto il “can-

Le feste patronali estive sono state importanti per compensare le assenze invernali di strutture, ma si tratta di date particolari perché i concerti in occasione delle feste patronali sono storicamente indirizzati a un pubblico più commerciale

L’Italia musicale è un paradosso tra gruppi musicali che fanno gavetta nei locali e cantanti da televisione nati dai talent

tante della televisione” che è una figura nuova e che ha una sua autonomia professionale. Oggi puoi assistere facilmente al “paradosso” di vedere una trasmissione televisiva come il festival di Sanremo e notare, ad esempio, che un gruppo come gli “Afterhours” che hanno 25 anni di palcoscenici in giro per il mondo, possano sembrare più a disagio e meno efficaci di Marco Carta che viene da un'esperienza prettamente televisiva e che in quel contesto può essere più a suo agio. Poi, magari, in altri ambiti, prettamente musicali, le cose si ribalterebbero perché cantare alla

televisione è proprio un altro mestiere. Dopo tanti anni di lavoro come si riesce a scrivere ancora con lo stesso istinto degli esordi? È difficilissimo, tant'è che in giro vedo pochissimi esempi. Inevitabilmente quasi tutti puntano sull'approccio più di “mestiere”, più di “conservazione e difesa” di ciò che è stato raggiunto piuttosto che di “conquista e di propositività” nei confronti di altri. Io in questo mi sento avvantaggiato, perché essendo perennemente insoddisfatto di quello che faccio, sono più costantemente in tensione.

Ma questo disagio artistico, ritengo, si è concretizzato in un qualcosa di molto dinamico coinciso con un miglioramento e non peggioramento della mia proposta musicale Crisi delle vendite discografiche, qual è il suo pensiero? Prendiamo atto di un dato di fatto oggettivo. Il disco in quanto “prodotto” è alla fine della sua esistenza e da questo punto di vista penso che non ci si nessuna “terapia” che possa salvarlo dalla sua inevitabile fine. Il problema non è quello, perché si vive benissimo anche senza dischi da acquistare. Bisognerà vedere in futuro che caratteristiche avrà la distribuzione musicale e chi saranno i nuovi investitori perché la discografia, a prescindere dal fatto che si ironizzi sulle sue eventuali colpe per non aver saputo capire la trasformazione, è stata anche foriera di grandi capitali investiti nel tempo. Tappa calabrese a Locri, quant'è difficile per un artista poter programmare una data nella nostra regione? Parecchio. Le feste patronali estive sono state molto importanti per compensare le assenze invernali di strutture e, quindi, di concerti a pagamento, ma si tratta di date particolari perché i concerti in occasione delle feste patronali sono storicamente indirizzati a una tipologia di proposta musicale più commerciale. È ovvio che la Calabria risenta di una problematica che è nazionale, non è solo qui il problema, ma io ho notato che dopo anni che ho suonato da voi, facendo sempre almeno 3-4 date, quest'anno, tranne appunto Locri, non sono riuscito a fare meglio nonostante la mia tournèe sia anche andata bene. Ma senza voler qui banalizzare prendo atto di una difficoltà reale nel non poter organizzare concerti in questa magnifica regione.

IL CONVEGNO

Caulonia riscopre padre Bernardo da Castelvetere ILARIO GENOVESE Domenica primo dicembre, con l'inaugurazione del ristrutturato Teatro vecchio (ex -chiesa di San Leo) a Caulonia centro ha avuto luogo un partecipato incontro sulla figura e l'opera di padre Bernardo da Castelvetere (al secolo Luciano Ferraro) teologo cappuccino nato il 4 aprile 1708. L'iniziativa è stata realizzata dalla Comunità Montana “Stilaro-AllaroLimina” e dal Comune di Caulonia nell'ambito delle manifestazioni per il 150esimo del nuovo nome della città (da Castelvetere a Caulonia); relatori don Fabrizio Cotardo, docente presso l'Istituto teologico calabro San Pio X di Catanzaro e parroco di Caulonia, e chi scrive per l'occasione archeologo del web; la Cronaca della ricerca è stata esposta nell'abside e negli spazi laterali dell'ex chiesa, l'attore Fabio Macagnino ha ridato la voce al teologo leggendo la nota “Al Direttor de' villagi”; conclusioni del sindaco Giovanni Riccio. Il manoscritto di Bernardo da Castelvetere Dizionario mistico per li confessori, ovvero Istruzione in cui con modo chiaro, breve e

facile si dà la pratica al Direttore di cominciare, proseguire e perfezionare un'anima nel cammino spirituale fino alli più elevati gradi di unione è stato oggetto di studio e di grande ammirazione per un altro frate cappuccino, padre Felice da Mareto, dot-

tore in sacra Teologia alla Università Gregoriana di Roma, laureatosi nel 1934 con la tesi Il Direttorio mistico del P. Bernardo da Castelvetere 1708-1756, pubblicata nel 1950. Dal lavoro di padre Felice da Mareto emerge una grande figura di Bernardo da Castelvetere. Entrato nel convento di Stilo nel 1725, promosso agli studi superiori di letteratura, filosofia e teologia nel convento di Castelvetere, ordinato nel 1731 sacerdote e destinato al ministero della predicazione. Gravemente calunniato di disonestà nel 1731 (nel primo '700 il feudalesimo ormai consumato reagiva con metodi anche estremi alla presenza di una aristocrazia intellettuale e di voci libere) fu denunciato e costretto a riparare in Sicilia. Rientrato nella provincia di Reggio, prima del 1734 riprese il ministero della predicazione in mezzo al popolo e a contatto coi sacerdoti di campagna, tra i suoi ammiratori non mancarono tuttavia illustri prelati come l'arcivescovo di Mileto d. Marcello Filomarini al quale Bernardo dedicò la prima edizione del Direttorio, pubblicata a Venezia nel 1750. Bernardo fu onorato anche della fiducia

dei suoi confratelli i quali nel 1739 lo promossero lettore di teologia nel convento di Castelvetere, nel 1745 guardiano del convento di Stilo, nel 1746 definitore provinciale e lettore di teologia nello stesso convento di Silo, nel 1754 guardiano del convento di Polistena. Lo avrebbero sicuramente elevato ad altre maggiori cariche se le sue abituali indisposizioni e l'intenso lavoro non ne avessero stroncato la preziosa esistenza nel convento di Polistena il 22 marzo 1756. Insieme alla predicazione Bernardo cercò di apprendere la regola della santità e della direzione spirituale. In quest'arte acquistò tale credito che molti sacerdoti ricorsero a lui per avere consigli. Ciò lo indusse a scrivere e a dare alle stampe un breve e pratico metodo di direzione spirituale. Del suo successo negli studi esistono concrete testimonianze: in una relazione ufficiale del 1747 padre Bernardo è detto predicatore e missionario dei migliori della provincia, novello Definitore, Lettore forte e sottile in Cattedra; il primo dei revisori del suo Direttorio mistico (p. Lodovico da Olivadi) sostenne di aver letto l'opera con grande soddisfazione e di

avervi trovato una dottrina sicura; il secondo revisore (p. Michele da Reggio) vi riscontrò una sana e solida dottrina tutta fondata sul santo Vangelo e sulle regole dei mistici, lodandone il metodo, l'ordine, la chiarezza e la praticità. Chiunque si sia confrontato con Bernardo da Castelvetere ne ha apprezzato la notevole statura intellettuale e morale, fu un autore stimato anche dal contemporaneo Alfonso Maria de' Liguori, poi eletto santo e patrono dei Confessori e dei Moralisti. Di seguito alla pubblicazione del Dizionario mistico di Bernardo da Castelvetere, sono state pubblicate numerose altre opere dal titolo simile. Il Direttorio mistico fu stampato in ventitre edizioni dal 1750 al 1895 nelle più rinomate tipografie italiane, fu pubblicato anche in lingua spagnola ed è nei cataloghi di tutte le biblioteche storiche d'Italia e d'Europa. Ancora oggi è oggetto di interesse, infatti è possibile ordinare il manuale su internet, da stampare a richiesta e con costi accessibili. L'opera è proposta anche tra i libri antichi e rari, a prezzi conseguenti.

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CULTURA E SOCIETÀ FLICKR A RISCHIO PEDOFILIA?

Non mettete foto dei vostri figli sui social network LIDIA ZITARA Per Facebook non è una novità: gruppi di pedofili non se ne contano. Eppure molti utenti continuano a caricare foto di figli e nipoti. Il rischio è alto, come testimoniano le numerose indagini della Polizia Postale, che in Italia si sono concentrate proprio su Facebook. L'allarme ora si estende a Flickr, il noto sito di image hosting, fino a qualche mese fa considerato luogo di nicchia di fotografi blasonati e appassionati pluripremiati. Da qualche tempo Flickr ha infatti eliminato le limitazioni di spazio, consentendo a tutti di caricare un Terabyte di foto in modo gratuito. Nel far questo però ha cambiato il sistema di visualizzazione, prima molto sofisticato, adesso un po' ridondante, ma con il pregio di poter vedere “a pioggia” le foto degli amici. Sono così spuntate immagini ben più che allusive, che del nudo artistico non hanno

nulla. Ma non basta, perché in mezzo a donne un po' discinte e baldi giovani sotto la doccia, sono comparse foto di bambini sorridenti e ammiccanti. Le foto sono evidentemente posate e non hanno nulla dello scatto domestico a figli o nipoti. Quello che in un primo tempo poteva essere un sospetto diventa atrocemente chiaro se si seguono gli account collegati. Foto in comune (rubate o prestate, non si sa), soggetti analoghi, particolari morbosi, come mani o piedi, tag che suscitano sospetto. Inframmezzate a foto peraltro belle, compaiono immagini di qualità e “mano” totalmente differente, raffazzonate, in cui i bambini sono passati in rassegna, esposti come avverrebbe per un qualunque articolo da acquistare su ebay. Contando su un anonimato che Facebook non permette, non mancano strategie di marketing abbastanza raffinate, adatte ad un cliente esigente e disposto a spendere.

Le immagini vengono caricate in serie: la foto di un gatto, quella di un bambino col gatto, solo il bambino, la carta di credito. Foto scattate anche con certa sapienza e una attrezzatura professionale, ma dall'insieme decisamente poco artistico. Alcune sono più esplicite: una bambina con un dolcino in mano che dice: “Sto mangiando un biscotto che mi ha dato mio nonno, non ditelo a mia madre!”. Molto spesso ai bambini viene associato un nome, come un codice d'acquisto, nomi semplici, brevi, facili da ricordare e soprattutto comuni, per non dare nell'occhio. La comunicazione attraverso immagini è estremamente complessa e i pedofili su Flickr ne hanno fatto una vera e propria “lingua”. Fiori, uccelli, insetti, frutta, animali, alcuni tipi di paesaggio, sono considerati segnali da chi vuole vendere o acquistare. Ecco perché è prudente non inserire foto dei propri figli, soprattutto se hanno un'età attorno ai 4-6

anni e sono tenuti in braccio. Questa posa è particolarmente comoda per un veloce fotoritocco che consente di trasferire il bambino dalle vostre braccia a quelle di un pedofilo. Sconsigliati i primi piani e tutte le foto in cui il viso del bambino sia perfettamente riconoscibile. Le foto possono essere salvate e utilizzate come materiale pedo-pornografico. Le conseguenze sono potenzialmente devastanti, poiché anche a distanza di anni il materiale è reperibile sulla rete internet. Attualmente non è in corso nessuna indagine ufficiale su Flickr, ma alcuni blogger raccontano di essere stati contattati o infastiditi da pedofili, o di aver riscontrato una forte attività sui ritratti dei propri figli. Il contatto avviene per via privata, solitamente si racconta di essere stranieri e non conoscere bene la lingua, di avere un figlio o una figlia della stessa età, e che sarebbe bello se potessero fare conversazione nella lingua madre. Con questa

scusa si avvia un duplice contatto con il proprietario dell'account e con il bambino. Essendo Flickr al di sopra di ogni sospetto, e la messaggistica istantanea solitamente poco usata, questo tipo di contatto non veniva subito classificato a rischio, come invece avviene su Facebook, e conquistarsi l'attenzione, quando non la fiducia, di una potenziale vittima, era un procedimento lento ma fruttuoso. Tutto questo è stato portato alla luce dalla nuova appearance del sito, contro la quale in molti hanno vivamente protestato, migrando sul sito Ipernity. Flickr era un sito “di nicchia”, e come tale aveva preso poco piede in Italia, per cui non ci sono stati fenomeni gravi. Non si può che auspicare una maggiore attenzione da parte delle Forze dell'Ordine anche verso siti meno accorsati, che fanno del loro elitarismo un punto di forza, indirizzandosi verso una clientela con maggiore potere d'acquisto.

ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò

Il presepe elettromeccanico dell’artista G.Agostino di Marina di Gioiosa Jonica Il presepe (o presepio) è una minuziosa rappresentazione di un contesto popolare e tendenzialmente povero, nel quale avvenne la nascita di Gesù Bambino. La realizzazione è tradizione prevalentemente italiana, risale infatti all'epoca di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività. Il termine deriva dal latino “praesaepe” , cioè greppia, mangiatoia, composto da prae = innanzi e saepes = recinto, ovvero luogo di raccolta che si ha davanti un recinto. Il presepe è un simbolo importante dentro ogni casa che segue la religiosità Cristiana. Indica una ricostruzione tradizionale della natività di Gesù Cristo in quella notte illuminata da una stella polare la cui scia fu faro per tutta l'umanità. Si ricrea con umiltà e semplicità il luogo natio alle stelle, il cammino dai Re Magi ed i pastori dediti ad omaggiare con i loro doni la nascita del bambino, riscaldato dentro una mangiatoia ripiena di fieno dal bue e l'asinello. In cielo volano gli agnelli lucenti tra le stelle a cantare l'inno alla gloria per l'arrivo sulla terra del Salvatore. La rappresentazione del presepe storicamente ha sviluppato sia rappresentazioni viventi con

attori cimentati a ricreare personaggi e movenze della tradizione popolare, che rappresentazioni iconografiche con statuette, oggi tecnicamente evolute e mobili come l'affascinante Presepe di Marina Gioiosa Jonica (R.C) realizzato da Giuseppe Agostino. Il giovane artista Calabrese realizza, con sapienti mani da già ben 8 anni, il suo personale presepe in movimento. Si dedica ogni anno con dedizione e sapienza non tralasciando nulla, realizzando il più suggestivo ed

emozionante paesaggio popolare che celebri ogni anno la natività del Bambino Gesù. Giuseppe Agostino per la sua particolare dote artistica è stato insignito di diversi premi artistici. Quest'anno ha realizzato una imponente struttura di oltre 60 mq nella quale sono stati disposti i vari personaggi alcuni dei quali sono in movimento, innescati da un sistema meccanico manuale, che permette di dare vita ad ogni personaggio come se il tutto fosse un film della vita e della realtà popola-

re dei tempi antichi. L'artista ha utilizzato per ogni elemento una molteplicità di materiali e prodotti artistici che ben si presentano per il carattere rurale del complesso quali: sughero, das, juta, legno. Il punto di forza di questa opera è la strutturazione degli elementi che lo compongono i quali sono perfettamente studiati e amalgamati tra loro, ben disposti nel complesso in una proporzione prospettica che non si limita solamente a far apparire ciò che è lontano di dimensioni minori rispetto a ciò che è vicino, ma che prevede un cambio di prospettiva man mano si avanzi nel percorso di osservazione dell' opera. Questi punti prospettici studiati fanno scendere completamente l'osservatore dentro il paesaggio popolare, fatto di scorci e vedute realistiche di notevole fascino ed importanza. La minuziosità dell'opera è rappresentata dal poter osservare ogni personaggio anche in movimento, le massaie che lavano o stendono i panni, la donna che inforna il pane, o quella che vende il pesce, o cuoce le castagne. L'asinello nella stalla che macina il grano, il pescatore che pesca nel lago, il fabbro o il taglia legna, gli angeli danzanti tra le nuvole sulla grotta e molti altri

pastori che si animano all'aperto, o dentro le loro case ricostruite all'interno con la razionalità e minuziosità artistica del più raffinato architetto. Il fascino di questa opera è coronata inoltre dalla suddivisione del complesso tra due fasi : quella notturna, dove tutto tace al buio e tra le lucette delle case e brilla sulla grotta la stella cometa. Man mano spunta la luce tenue del sole all'alba dietro i monti, fin quando si passa all'intensa vita diurna dove ogni personaggio è in piena fase lavorativa. L'edizione 2013 conta di ben 35 movimenti meccanici, le due fasi a luci regolabili, le musiche di sottofondo, per uno spettacolo davvero intimo e suggestivo da condividere in compagnia delle persone più care. Giuseppe Agostino con la sua opera regala così un attimo di magia in un momento di festività dove l'evocazione al passato e alle tradizioni artistico-popolari e religiose, è sicuramente il regalo più bello per un lieto Natale. Il Presepe sarà esposto, ad ingresso gratuito, fino al 6 Gennaio, in Via FRATELLI ROSSELLI a MARINA di GIOIOSA JONICA (R.C). Per info: www.facebook.com/presepe.gioiosamarina

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1- Al Ristorante Minuetto per le feste Natalizie , tante le novità ! Piatti che si accostano alla tradizione con un tocco di rinnovata modernità. Ed il 25 dicembre un "PRANZO DI NATALE" unico e indimenticabile da assaporare con le persone a cui vuoi bene. Minuetto - Il Lusso della Semplicitàwww.ristoranteminuetto.com 2- TOP, di nome e di fatto. Con le dovute proporzione entrando per la prima volta nel locale sidernese di Davide e Niccolò, si ha lo stesso stupore di quando la Locride entrò per la prima volta a Ricaroka di Marcello. In entrambi i casi abbiamo di fronte due locali scuramente più alti alla zona di riferimento. La cosa bella è che nonostante l’utenza tascabile e l’abitudine poca mondana degli abitanti, c’ è gente nella Locride che tenta di rendere questi nostri paesi un po’ più normali. Forza. 3- La Nicchia di Cassandra a Mammola ha promosso "Una fiaba a merenda", un laboratorio gratuito propedeutico all'ascolto di letture per bambini, con la collaborazione di Roberta Strangio, libreria Mondadori Siderno.Le iniziative gastro-letterarie di Cassandra non finiscono qui, presto interessanti novità...intanto buone feste e buone fiabe a tutti!

L’OROSCOPONE diGiuditta

Oroscopone ARIETE Sindrome dispeptica postprandiale? Per voi una bella tisana amara invece del torrone, tanto, avete pure i diverticoli e le mandorle vi fanno infiammazione. Per non parlare del vostro diabete. Il Natale si prepara poco saporito, a base di sale di farmacia e analcolici. Ad un Natale senza grassi preferite la morte? Siete modesti, basta chiedere!

TORO Il vostro pace-maker si scaricherà esattamente alle 23:59 della Vigilia di Natale, costringendo i vostri parenti a portarvi di corsa in ospedale proprio quando avrebbero dovuto stappare lo spumante. Non temete, le stelle vi sono favorevoli e rimarrete vivi (per questa volta). Il problema saranno i vostri parenti un po' arrabbiati con voi per avergli guastato le feste. Guardatevi le spalle.

GEMELLI Oops, nelle ostriche c'era il Clostridium, un batterio che provoca una colite pseudomembranosa solitamente a decorso benigno. Ma che scalogna, voi rientrate proprio nello 0,001% di persone sensibili. Il batterio vi passerà nel sangue e dovrete stare per due settimane in dialisi, almeno quanto basta per perdervi divertimenti, tombolate e feste tra amici, e rimettervi in piedi per tornare in ufficio.

CANCRO I vostri trigliceridi non sopporteranno ulteriori incrementi, quindi siete avvertiti. Evitate zampone e cotechino se non volete avere un trombo al cuore. Giacché ci siete, tentate di dare un taglio alla vostra alimentazione in stile junk-food, in modo da perdere quei trenta, quaranta chili che vi trovate in più e che non vi consentono di indossare i vostri amati jeans di marca.

LEONE Ehmannaggia! Quel bicchierino di digestivo, sopra il vino bianco, quello rosso, lo spumante, il limoncello, il porto e il cognac, proprio non ci voleva! Ora la Stradale vi ha beccato, mentre scivolavate in curva a duecento l'ora, completamente fradici. Vi ritireranno la patente e vi sequestreranno il veicolo, e per tutte le feste non potrete fare car-sex parking. Cogliete la lieta occasione per momenti di autocompensazione.

VERGINE La vostra cirrosi epatica, dovuta all'alcolismo, non accenna a diminuire. Per tutta la settimana avrete bisogno di iniezioni disintossicanti, ma dato che siamo sotto le feste, non si trova un infermiere neanche a pagarlo oro. Dovrete perciò mettervi di fronte allo specchio e cercare di prendere bene la mira. Ricordate: quadrante superiore esterno!

BILANCIA I vostri vicini di casa vi hanno regalato un pandoro di tre chili acquistato in sconto al megastore. Con tutta probabilità si tratta di un pandoro del 2003 riciclato con una nuova confezione e data di scadenza. Nel mangiarlo vi causerete un avvelenamento da Plutonio e per disintossicarvi dovranno portarvi alla base nucleare di Alameda.

SCORPIONE Nel tentativo di sollevare il vostro cane di 42 chili sarete colti da un violeto attacco di lombosciatalgia. Ketoprofene per tutte le feste e gastroprotettore. Il vostro stomaco non potrà sopportare altro che brodini e passati di verdure. Quel che è peggio, vostra suocera avrà un valido motivo per venirvi a trovare e rimanere fino a Capodanno.

SAGITTARIO Voi siete uno dei parenti che si è passato il Natale in ospedale con quelli del segno del Toro. Bene. Siete riusciti di straforo a ottenere dello spumante marca 'mbusta in un bicchiere di plastica. Peccato fosse tiepido e con molte bollicine, il che vi ha prodotto una grave sintomatologia dissenterica. Per fortuna gastroenterologia è vicina a cardiologia. Buona Befana!

CAPRICORNO Siete allergici ai crostacei? Non digerite le cozze? Le spigole vi fanno vomitare? Ma perché non l'avete detto alla padrona di casa che ha cucinato a tutto pesce solo per voi? Ora che è tutto in tavola e voi siete l'ospite d'onore vi sembra male rifiutare, dire di no? Abbuffatevi allora, in ossequio alle buone maniere, e che il cortisone sia con voi!

ACQUARIO siete l'unico segno fortunato della settimana, poiché incasserete del danaro: scivolerete su una macchia di spumante e vi causerete un trauma cranico, con perdita di memoria, ipoacusia e ipovisione. Ma dato che siete scivolati a casa di amici, la vostra assicurazione vi rimborserà lautamente. Peccato che al momento del saldo sarete ancora in coma.

PESCI Dei ladri travestiti da bambini della Novena vi hanno ripulito la casa di tutti i gioielli e le carte bancoposta. L'oro della bambina è sparito, il libretto al portatore di vostro figlio, volatilizzato. Voi siete rimasti legati ad una sedia e imbavagliati con il nastro biadesivo fino a che i vicini non hanno sentito il vostro gatto miagolare disperato. Oltre ad essere rimasti senza un soldo, avete tutta la casa da pulire dalla pipì di gatto. Buone feste! DOMENICA

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BLOB WEEK

la Riviera

OF

I PERSONAGGI DELLA SETTIMANA

PANINI CON SALSICCIA AL MERCATINO

1

Roberto porta la migliore frutta al mercato coperto e poi, alla fine, arrivano come per d’incanto, i deliziosi panini con salsiccia di Peppe

WEEK

The

2 ERAVAMO TRE AMICI AL BAR Pino Albanese del Quotidiano della Calabria , Enzo Romeo di Rtv ed il popolare “Orsetto” Tonino Figliomeni. Una discussione calcistica ricca di spunti interessati tra chi ha giocato ad alti livelli (Albanese-Romeo) e chi, invece, in vita sua, si è sempre dovuto accontentare di guardare gli altri giocare (Figliomeni).

3 CHE FINE HA FATTO

Che fine ha fatto il signor Pe. Non conosciamo nome e cognome di questo cittadino residente a Siderno. Per tutti noi era sempre bello poterlo incontrare e salutare. Un signore. Fateci sapere.

DOPO LA POLITICA, È TEMPO DI HOBBY Il dottore Vincenzo Carabetta è passato dai banchi del consiglio comunale alla pesca. I risultati sono stati eccellenti. “Acchiappata” in mare una ricciola da 40 kg. “Il Natale si avvicina”

GIORNALISTI CON FOTO CAMERA Pino Lombardo e la sua storica “fotocamera” con cui ha immortalato i migliori personaggi del mondo.

IL RE DEI LATTICINI

La ricotta più buona arriva direttamente al mercato, da lui, Franco Greco

1- Il compagno Giovanni Sfara da Gioiosa Jonica con il suo saluto inequivocabile 2- Nino Brigante e Giuseppe ossia l’Elfo del mercato di Siderno. Foto ritratto di due nostri grandi estimatori 3- L’avvocato Vincenzo Fiato non nasconde la sua gioia dopo che il suo Locri juniores ha battuto fuori casa il Siderno.

DOMENICA

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