La Riviera n°48 del 24-11-2013

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CONTROCOPERTINA

Opere pubbliche Da Siderno a Locri

Se lo sviluppo passa attraverso la crescita delle infrastrutture, siamo messi male. Fra buche, immondizia e un viadotto che è il caso di revisionare

La Provinciale dimenticata STEFANO MARZETTI on c'è dubbio. L'idea è stata ottima. Una strada che, venendo da Siderno, ti permette di saltare a piè pari il centro di Locri, tutto un susseguirsi di semafori, traverse perpendicolari dalle quali può sbucare all'improvviso un'auto, un motorino, una bicicletta, magari anche solo per fare capolino ma quel troppo che basta per causare la collisione. Una strada che, soprattutto, fa sì che una fiumara di traffico anziché intasare e avvelenare il “capoluogo” della Locride, sia deviata su un “greto” parallelo che conduce fino alla frontiera sud della città, dove si riprende la statale 106 jonica in direzione Reggio Calabria. Parliamo della strada provinciale Locri-Siderno, opera realizzata con fondi della Provincia di Reggio - quando sulla poltrona più importante della Giunta sedeva il presidente Piero Fuda - e inaugurata l'11 agosto del 2010, presidente Giuseppe Morabito. Una di quelle occasioni in cui le istituzioni e i loro rappresentanti hanno pronta la frase fatta: «Lo sviluppo di un territorio passa attraverso la crescita delle infrastrutture». Ma chi questa strada la percorre tutti i giorni di sviluppo ne vede ben poco e non è per 11 agosto 2010, inaugurazione della strada tra Locri niente allegro. È vero, cinque minuti e Siderno, si riconoscono da destra Battaglia, Macrì, di tempo li guadagni, Morabito, Agrippo, Scialla, Ritorto e Valenti. se proprio ti dice bene, ma il prezzo da pagare è quello di attraversare un'arteria che dopo tanti anni attende ancora di beneficiare di un remake (rifacimento, per chi non ama gli inglesismi) e che quindi, seppure da considerarsi relativamente nuova dà una deprimente idea di abbandono. Le classiche buche di cui si parla, ogni volta ci si trova a descrivere strade malmesse, degrado ai bordi della carreggiata, immondizia e piccole discariche a cielo aperto da cui sbucano pulciosi materassi, cespugli di rovi, pensiline per l'attesa degli autobus che sembrano prossime a sbriciolarsi, logorate dalle intemperie. Non dimenticando, poi, il viadotto di duecento metri che scavalca il torrente Novito che segna il confine tra i comuni di Locri e Siderno, poco prima che questo sfoci nello Jonio all'altezza: a dir poco deteriorate le giunture che tengono unite le varie travi orizzontali che compongono il ponteggio. Insomma, se non c'è da aver paura, è solo perché è proprio vero che si fa l'abitudine a tutto.

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STORIA DI UNA STRADA ANCORA “INCOMPLETA” ANTONIO TASSONE La strada di collegamento tra Locri e Siderno si sta gradualmente disfacendo. L'opera è stata realizzata con i “PRU progetti di recupero urbano” Siderno-Locri che ha visto il progetto iniziale, gestito dalla Provincia, variato, e di fatto, risulta un'opera ancora incompiuta, nonostante sia stata collaudata ed inaugurata, nell'estate del 2010, alla presenza, oltre che dell'ex sindaco di Locri, Francesco Macrì e del commissario prefettizio al tempo a Siderno, Rosalba Scialla, dell'ex presidente provinciale, Giuseppe Morabito, e dell'ex assessore provinciale alla viabilità Domenico Battaglia. Per la sua realizzazione si è anche parlato di un presunto scandalo che emergerebbe dalle carte che la Squadra Mobile e il Commissariato di Siderno hanno depositato presso la Dda di Reggio Calabria. Quel progetto per essere realizzato, ancora non definitivamente, ha avuto necessità di circa sei anni. L'originario, all'epoca della legislatura del sindaco Pepè Lombardo, prevedeva quattro chilometri di rettilineo e una bretella, all'altezza di contrada Licino, di collegamento con la strada statale 106. Nel 2008, i lavori furono bloccati, perché l'amministrazione comunale Macrì con la deliberazione numero 35, di consiglio comunale, con oggetto “variante al Pru, programmi di recupero urbano, zona palazzetto dello sport”, approvava la variante all'arteria che collega il

rettilineo alla strada statale 106 che da dritta, diventa ad U, con la motivazione che la stessa è necessaria perché il collegamento tra la struttura sportiva e la città è di difficile praticabilità, inviando il tutto per la valutazione e gli adempimenti di competenza per la realizzazione del tratto oggetto della variazione, all'amministrazione provinciale. Da qui, agli atti, si ha uno scambio di corrispondenza tra i due enti, il comune e la provincia, per cercare di arrivare ad una conclusione che faccia proseguire e ultimare i lavori dell'arteria stradale. Dal 2008, solo nell'estate del 2010, si è proceduto ad aprire la strada di collegamento tra i due paesi, nonostante la bretella sia rimasta incompiuta. Un tratto di strada che, nei quasi sei anni che sono serviti per il completamento, è stata protagonista di tante difficoltà e problemi. Ancora non aperta al traffico e soprattutto durante gli ultimi mesi di lavori, si sono verificati spesso degli incidenti. Tra tutti quello accaduto a luglio del 2011 ad una bambina, mentre giocava in sella alla sua bicicletta, venne investita da uno scooter riportando gravi ferite. Ma non è stato il solo e, se le cose rimarranno così dopo la nostra denuncia, ci saranno anche altri incidenti, speriamo non mortali. Viene spontaneo chiedersi allora in che modo sia stata realizzata l'opera, come si sia vigilato sulla sua esecuzione . Ma, come al solito, dagli attuali amministratori non giunge nessun commento o presa di posizione. Tanto, qui da noi, tutto va bene . DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

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Parlando

di...

LA SETTIMANA CARTOLINE MERIDIONALI

Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com

Antonio Calabrò

1) LOCRI. ECCO COME FINISCE CHI SCIPPA UN POVERO PENSIONATO

Roghudi vecchio

2) NUOVA SS. 106. DITTA DEL NORD LASCIA SUL LASTRICO

La fiumara risale la montagna lesta come una serpe, scavandone i fianchi con pazienza certosina, e delineandone confini e contorni come fosse un tratto di penna. Il paese muto arroccato in cima alla collina rivede i suoi giorni felici, custodisce canzoni e storie antiche, temprato nella roccia e saldo ormai nei ricordi più che nella realtà, e rilancia richiami ai migranti, sfuggiti al dolore, ma figli suoi per sempre.

09/2000

Tra l’8 ed il 10 settembre del 2000 un'ondata di maltempo eccezionale interessò la Calabria con piogge simil alluvionali. I fenomeni più intensi si registrarono sui versanti ionici. I danni furono ingenti. Le città allagate e i ponti crollati hanno riportato la Calabria indietro di 13 anni. E per la prossima settimana è stato diramata l’allerta meteo nella Locride.

QUINDICI IMPRESE DELLA LOCRIDE

3) FAI DEL BENE E RICIVI CARCI ‘NTO CULU 4) L’INELEGGIBILITÀ DI UN CANDIDATO MINACCIA LA PROCLAMAZIONE DI VESTITO 5) CICLONE JONICO SI ABBATTE SU UNO STABILIMENTO BALNEARE SEQUESTRATO

6) AMMINISTRATIVE MARINA DI GIOIOSA: VESTITO STENDE LA BADOLISANI

7) LOCRIDE: DUE ARRESTI E UNA DENUNCIA

Onda su Onda sull’ “Ultimo Pescatore” Dalla scorsa notte un ciclone di scirocco forza cinque, si sta infrangendo anche contro lo stabilimento balneare a sud del lungomare di Siderno, nel quartiere Sbarre. Sequestrato nel mese di Luglio dalla Guardia Costiera, su ordinanza del comune di Siderno che gli contestava la mancanza dei requisiti richiesti dall'art. 14 della legge regionale 17 del 21/12/2005, il lido “Ultimo pescatore”, dopo non aver avuto, a torto o a ragione, la possibilità di guadagnare poche centinaia di euro durante la stagione, non ha ancora incontrato un’ordinanza di dissequestro. Le indagini sono in corso, c’ha sostenuto

poco fa la Guardia Costiera, la magistratura non si è ancora pronunciata. Ma noi abbiamo comunicato ai titolari dei lidi sequestrati di mettere in sicurezza la struttura. La domanda è: In questi casi chi è il custode, chi deve avere cura del bene sequestrato, e in caso di danni? Basta una comunicazione di messa in sicurezza. Che significa? “L’ultimo pescatore” non si tocca, non muovete neppure un centimetro” recitava l’ordinanza di ferro estiva. A quest’ultima rispondeva il 18 luglio, più o meno alle sette della sera, Nino Tarzia, uno dei tre soci del lido: «Noi volevamo solo fare qualcosa di positivo

in questo paese, volevo investire in questo posto e abbiamo fatto tutto rispettando sempre la legge e tutelando l’ambiente. Non capisco perché si prendano certi provvedimenti proprio con noi. Sono scoraggiato, sto pensando di andarmene». È stato di parola, se n’è andato in America dove, mentre scrivo è ancora notte, e quasi sicuramente Nino Tarzia non sa che lo Jonio ha gonfiato la stazza, è diventato anomalo, irriconoscibile, che sta piegando e spezzando tutto, compresi cavilli burocratici e lentezze ingiustificabili. In inverno la spiaggia è mia, sembra tuonare…a torto o a ragione, con la pronuncia del magistrato o senza.

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la Riviera

L’antica Kaulon è in pericolo I resti dell’antica Kaulon (nella foto) sono minacciati dal mare che in questi giorni di maltempo è arrivato a lambirli. Quella di Monasterace è tra le zone archeologiche più interessanti della Calabria, vi è stato scoperto infatti uno dei pochi edifici termali greci trovati nel Meridione. Qualche mese fa tra l’altro sempre nella zona degli scavi un gruppo di volontari ha scoperto il più grande mosaico ellenistico, risalente alla fine del IV secolo, quindi sarebbe anche il più antico della Calabria. Neanche un telone è stato posto sulle preziose vestigia greche che allo stesso tempo ricordano il glorioso passato e sono testimonianza dell’incuria contemporanea.

SINDACO ED EX SINDACO DI MELITO PORTO SALVO ARRESTATI PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA Iaria e Costantino nell’ordinanza di custodia cautelare sono descritti come i politici che «promettevano e garantivano»alla cosca Iamonte «gli interessi dell’organizzazione criminale».

Locri. Ecco come finisce chi scippa un pensionato È successo a Locri la settimana scorsa. Un lucidissimo professore di novant’anni, stimato dall’intera comunità locrese, mercoledì 13 novembre si è recato alle poste centrali per ritirare la sua pensione. Una persona di sua conoscenza (l’indiscrezione dice uno zingaro) l’ha osservato, poi gli ha offerto, con modi gentili, un passaggio in macchina fino alla lontana residenza tra Locri e Gerace. Il professore ha apprezzato e allo stesso tempo, con gioia, ha acconsentito. Ma, molto probabilmente, dopo i preliminari di rito, sono subentrate le minacce e le strategiche strattonate. La violenza di quel volto non più amico, continua, anche di fronte alla paura nel volto del professore, si è placata solo alla vista di quel portafoglio preteso con la forza e contenente l’intera pensione del mese di Novembre. Due giovanotti che si erano gustati il mieloso rimorchio, non convinti della gentilezza dell’improvvisato taxista, l’hanno seguito e, dopo un paio di chilometri, alla vista di quella che gli è parsa violenza pura contro una persona anziana, hanno bloccato la macchina e hanno “intracoiato” di mazzate lo zingaro. Ma non è finita qui. Lo stesso giorno, un altro giovanotto dopo essere stato informato del fatto, e senza sapere che lo zingaro era già stato rosolato e fritto a buon punto, l’ha appostato, l’ha pregato di scendere dalla macchina, e, per la seconda volta in poche ore, lo scippatore è finito sotto una raffica di schiaffi e pugni: “smendicato”. Il prossimo mese è di tredicesima, ma siamo convinti che l’acchiappanovantenni dai modi garbati, girerà alla larga dagli uffici postali della città. Noi ci fermiamo qui lasciando a voi il processo.

Undici mesi senza stipendio, nuova protestadegli operai di Siderno Ambiente Ricevere lo stipendio di gennaio 2013 a luglio, questo è quanto accade agli operai della Siderno Ambiente S.p.a. Ormai le loro proteste hanno fatto scuola e sono talmente tante le volte in cui si sono incatenati che quasi quasi non fanno più notizia. I due operai del depuratore consortile e la biologa marina dell’impianto vengono regolarmente pagati a singhiozzo. Nove mesi l’anno protestano e pregano per avere ciò che gli spetta di diritto. Poi, spesso in coincidenza del periodo estivo – probabilmente per evitare un linciaggio mediatico, e non solo – i fondi si trovano, Siderno Ambiente viene pagata e di conseguenza, finalmente, gli operai ricevono lo stipendio. Questo sistema è ormai collaudato, sono anni che va avanti così.

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Dopo la ricerca dell’uomo giusto, col quale trascorrere il resto della propria vita, arriva il momento, non meno semplice, della ricerca dell’ abito da sposa perfetto. Centinaia di riviste sfogliate, decine di applicazioni per smartphone scaricate, visite a fiere di settore, ore e ore passate su internet alla ricerca di quell’abito sempre sognato.

L’evento

8 dicembre 2013

Lino Valeri

presenta

Open Day D

opo la ricerca dell’uomo giusto, col quale trascorrere il resto della propria vita, arriva il momento, non meno semplice, della ricerca dell’ abito da sposa perfetto. Centinaia di riviste sfogliate, decine di applicazioni per smartphone scaricate, visite a fiere di settore, ore e ore passate su internet alla ricerca di quell’abito sempre sognato. Lino Valeri Atelier , a Marina di Gioiosa Ionica, in collaborazione con Ideeventi, dedicano a te sposa un open day, domenica 08 Dicembre 2013, con inizio dalle ore 10.00, giornata nella quale puoi scoprire e successivamente misurare le nuove collezioni

Centro Estetico Mixage di Siderno e Francesco di Compagnia della Bellezza Siderno. Le ragazze di Ideeventi saranno a Vostra completa disposizione per consigli sul giorno delle Vostre nozze per entrare con loro nel meraviglioso mondo dell’organizzazione del Vostro giorno più bello o semplicemente per darVi delle dritte su decisioni già da Voi prese. Sarà una giornata spensierata, divertente ma anche molto importante e sicuramente vorrete avere accanto le persone a Voi più care per ricevere consigli o semplicemente un supporto morale: le amiche della sposa, amiche di sempre, quelle con cui si è

sposa 2014. Lo staff dell’atelier mette a tua disposizione la propria esperienza e professionalità affinchè tu sposa coccolata e consigliata in questo magico ambiente, possa trovare l’abito dei suoi sogni. Inoltre all’evento è prevista la presenza di un giovane ma grande stilista, un ragazzo pugliese Pietro Demita, ideatore e titolare della casa di moda sposa Diamond Couture che dispenserà consigli e regalerà suggerimenti personalizzati ad ogni sposa li presente. Oltre le attenzioni dello stilista le future sposine saranno seguite da professionisti del settore trucco e parrucco, rispettivamente Rosamaria Caricari del

condiviso tutto e anche questa esperienza dev’ essere condivisa. Un ruolo importante quindi lo avranno anche le damigelle e per Voi, Ideeventi Bridesmaids mette a disposizione decine di modelli di varie misure e colori che possono essere indossati e scelti insieme alla sposa in base al tema, al colore o stile del matrimonio. Lasciatevi trasportare dalle emozioni dettate dal matrimonio e non perdete l’opportunità di partecipare a questo evento, perché il Vostro giorno è unico e solo ed anche Voi spose lo siete! La partecipazione è gratuita e solo in quest’occasione potrete usufruire di interessanti sconti! E.S.C. DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013 LA RIVIERA

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L’INTERVISTA

Luigi D’Alessio

Il mio obiettivo sarà quello di dare un’immagine nuova e di maggiore efficienza dell’ufficio, più incisiva sul territorio con un miglioramento della qualità delle indagini. Per fare questo serve l’aiuto della cittadinanza.

D’Alessio: accendere i fari sulla “Locride” ANTONIO TASSONE Conosciamo meglio l’attuale procuratore della Repubblica di Locri, dott.Luigi D’Alessio. “In magistratura dal 1981, D’Alessio ha prestato servizio, come Sostituto Procuratore, presso la Procura di Busto Arsizio (VA) e, successivamente, alla Procura di Salerno. Ha condotto importanti inchieste in tema di criminalità organizzata, facendo parte della DDA di Salerno, sino al momento del suo trasferimento a Locri”. Dottore D’Alessio, lei dal febbraio del 2013 lei è il nuovo procuratore della repubblica di Locri. Che ha ambiente e che professionalità ha trovato in procura? L’ambiente e le professionalità sono meritevoli perché si possa fare un buon lavoro, anche dal punto di numerico. Il mio è stato un lavoro di riorganizzazione degli uffici. Da poco è arrivato un nuovo dirigente del personale che sotto il profilo organizzativo del personale costituisce un’ ulteriore base d’appoggio. Il mio obiettivo sarà quello di dare un’immagine nuova e di maggiore efficienza dell’ufficio, più incisiva sul territorio con un miglioramento della qualità delle indagini. Per fare questo serve l’aiuto della cittadinanza. Ho notato che qui c’è una grande casistica di litigiosità spicciola (molte denunce per ingiurie, minacce, rapporti interpersonali difficili, episodi di cattivo vicinato) tutto questo, fermo restando che ogni cittadino ha diritto di ottenere giustizia, dal punto di vista numerico, penalizza la qualità delle indagini su fatti di grave allarme sociale quali l’usura, lo spaccio, l’abusivismo, la tematica ambientale, i reati contro la P.A. , l’abuso di potere, la corruzione, le truffe. Occorrerà, quindi, sviluppare e migliorare la qualità delle indagini e la qualità dell’organizzazione di questo ufficio . Al fine potere ottenere questo “miglioramento” lei si ritiene soddisfatto dell’organico a disposizione ? Guardi, l’organico prevede 8 sostituti ed al momento ve ne sono solo 5. Siamo sotto organico in maniera anche abbastanza congrua. A breve giungerà almeno un altro sostituto. Ci sarebbe necessità dell’organico a pieno regime. Io credo che l’approccio con l’indagine non debba essere quello prettamente burocratica dello smaltimento del fascicolo, dietro ogni fascicolo, infatti, ci sono storie umane, sofferenze, problematiche e per andare a fondo ci vuole curiosità, impegno, dedizione. Questo è quello che sto cercando di fare utilizzando le risorse umane disponibili ma è chiaro che spero sempre di avere sempre tutti gli otto sostituti per svolgere il lavoro al meglio. Perché i magistrati scelgono Locri e poi lasciano vacante il loro posto dopo pochissimo tempo? La Locride paga dazio al suo isolamento geografico. Molti sostituti vengono da fuori regione ed ognuno di loro aspira ad avvicinarsi a casa. Molti se vanno e si dispiacciono. Per raggiungere Locri prima ci voleva tantis-

simo tempo ora con la Jonio-Tirreno la situazione è migliorata. La presenza dello Stato in questi territori negli ultimi anni si è rafforzata notevolmente ed anche la gente si sta ribellando alla prepotenza del potere malavitoso. Molti giovani però, a fronte di questo impegno delle istituzioni, sembrano alimentarsi di questa cultura mafiosa? E’ vero. Le scuole si sforzano a combattere la cultura mafiosa. Ma dopo la scuola subentra la “vita” e molti sono attratti dalle “sirene del denaro facile”. Si avverte però che lo Stato, in alcune fasce della popolazione, non è visto come “amico”?

“Prima di arrivare a Locri ha prestato servizio, come Sostituto Procuratore, presso la Procura di Busto Arsizio (VA) e, successivamente, alla Procura di Salerno. Ha condotto importanti inchieste in tema di criminalità organizzata”

E’ vero, qui c’è la ripartizione tra gli “sbirri” e “l’appartenenza”. Bisogna scegliere da quale parte stare. Il fatto che venga qualificato con il termine negativo di sbirro chi cerca di vivere nella legalità è sintomatico di una certa cultura negativa. In realtà, lo Stato, deve cercare di imporsi facendo si che il cittadino scelga la via della legalità. Ma poi anche la giustizia deve essere consequenziale perché se le sentenze arrivano dopo dieci-quindici anni? Il problema è molto complesso, si fa molta demagogia sui ritardi della giustizia che certamente ci sono. Le motivazioni sono varie. Se è vero che anche la magistratura ha la sua responsabilità è anche vero che bisognereb-

be chiedersi da quanti anni non vengono fatti i più concorsi per affiancare ai magistrati personale adeguato, c’è una procedura civile e penale che spesso favorisce le lungaggini, una burocrazia macchinosa, sotto il profilo quantitativo e numerico,poi, c’è una sproporzione enorme tra le azioni che si pongono e i magistrati che vi lavorano. Tutto questo determina lunghezza di processi che poi si riverbera sull’insoddisfazione dei cittadini. Ad esempio, nel penale, purtroppo, ci perdiamo in una serie di reati che noi definiamo “bagattellari” che però allungano a dismisura i tempi della giustizia in maniera inimmaginabile. Alcuni delitti eccellenti non sono stati ancora risolti? Come le dicevo la qualità delle indagini è una delle mie prerogative e per fare questo serve anche l’impulso delle Forze dell’Ordine. E’ chiaro che per poter individuare i responsabili ci vuole tempo. Attualmente sono aperte indagini di un certo spessore. Noi pensiamo di essere di supporto alla DDA per quello che riguarda le indagini e, se ci sarà il loro interesse, le passeremo a loro. Alcuni successi sono stati ottenuti, come ad esempio l’individuazione del responsabile dell’omicidio della donna ucraina a vvenuto a Brancaleone. Però sull’omicidio Ieraci e sull’attentato incendiario alla macchina del dottore Chianese non ci sono novità. La popolazione si aspetta delle risposte Qualunque omicidio, qualunque fatto delittuoso, viene seguito con la massima attenzione. L’isolamento geografico e culturale, come dicevamo prima, qui determina una maggiore omertosità della gente rispetto ad altri posti dove si è sempre registrata una maggiore attività collaborativa. Noi non ci possiamo inventare i responsabili dei reati. Possiamo fare il massimo per cercare di individuarli. L’indagine deve essere fatta rispettando le leggi con metodiche all’avanguardia e serrate. Sullo scontro Gratteri-Morosini ? Credo che Gratteri e Morosini dicano le stesse cose e sono meritevoli entrambi di considerazione. Quando la polemica è all’interno di due anime pure le cose verranno sempre superate. Non si può tacciare di ombre del sospetto e di strumentalità una delle due posizioni. E’ evidente che si tratta di due posizioni differenti ma entrambi meritevoli di attenzione. Una, come quella di Morosini, derivante dalla visuale dell’uomo di chiesa, l’altra, quella di Gratteri, laica, ossia quella del magistrato che combatte la ndrangheta. La cosa importante è la purezza della fonte. Come può la locride possa uscire da quest’isolamento? Io parlavo di accendere le luci su questo territorio. Ma questo è un processo lungo, serve tempo. La presenza dello Stato si deve avvertire costantemente e la Procura non è altro che una semplice rotella del suo “ingranaggio”.

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LA POLEMICA L’EDITORIALE

Siamo tutti contro la ‘ndrangheta

Il pm, Nicola Gratteri, e l’arcivescovo Fiorini Morosini

ANTONIO TASSONE om'era prevedibile, la pubblicazione del libro “AcquaSantissima” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso ed il successivo intervento del vescovo di Reggio Calabria Giuseppe Fiorini Morosini hanno dato la “stura” ad una serie di commenti che noi de la Riviera non potevamo non seguire. Tutti interventi racchiusi da un unico comune denominatore, ossia la contrarietà alla ndrangheta. Da qualunque prospettiva si guardi questa vicenda, infatti, il problema è uno solo: in che modo bisogna combattere questo “cancro” che sta facendo morire il nostro territorio. I libri di Gratteri e Nicaso sono rigorosi, sono il frutto di un lavoro paziente e certosino, spesso vengono utilizzati da altri autori (nella florida ed opulenta produzione letteraria anti-ndrangheta) con il classico copia-incolla. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso li trovo rigorosamente autentici, capaci di spianare la strada e di far discutere eminenti studiosi, magistrati e giornalisti che piuttosto che indignarsi dovrebbero interrogarsi sul perché non si è affrontato l'argomento in tempi non sospetti e si è atteso cosi tanto tempo prima di prendere una posizione netta e chiara contro la criminalità organizzata. La lotta alla ndrangheta deve ancora fare molti passi avanti, tale fenomeno, infatti, nonostante tutte queste analisi, non sembra ridimensionarsi, anzi sta crescendo giorno per giorno. Ci si deve rendere conto che anche determinati ambienti, prima ovattati e protetti da presunte impunità, possono presentare al proprio interno delle “mele marce”. Ripeto, il problema da affrontare è la ndrangheta, non chi la indica, oppure quotidianamente la combatte per cercare di sconfiggerla o quantomeno limitarla. Tutti vogliamo batterla ma per fare questo bisognerà individuare un metodo di lavoro “unico” partendo dall'assunto che per ottenere risultati importanti bisognerà remare tutti assieme verso un'unica direzione portando ognuno le proprie personali esperienze e competenze e cercando il più possibile di isolare i personaggi ambigui. In tal caso, ben vengano le pubblicazioni di uno, 10, 100 libri.

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Dopo il recente scontro i nostri opinionisti si confrontano sull’accaduto

Gratteri a “Pane ILARIO AMMENDOLIA iorno 11 novembre ho ascoltato con la dovuta attenzione il dottor Nicola Gratteri ospite di Concita De Gregorio nella trasmissione “Pane quotidiano”. Egli ha parlato dei suoi ricordi di infanzia e, sinceramente, nella descrizione del procuratore aggiunto della DDA non ho riconosciuto né la Locride, né la Calabria. Limiti miei, ma la terra descritta aveva più le caratteristiche della Chicago anni trenta, o delle Kabul e Damasco di oggi. Mi sbaglierò e, siccome vorrei essere estremamente sereno, sarei lieto se qualcuno mi correggesse. Riporto testualmente le parole del dottor Gratteri che rivolgendosi a degli alunni di una scuola media ha ricordato: «Quando avevo la loro età ho visto per strada i morti ammazzati» e ha continua-

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IN EVIDENZA

La strada perseguita nell'intervista con Concita De Gregorio porta in direzione opposta, oscura, le ragioni del mancato sviluppo e rimuove i problemi che attanagliano il nostro popolo. Accende potenti riflettori sulla “Calabria criminale” che tanto piace a chi detiene il potere to «... Quasi tutti i miei compagni di giochi e molti miei compagni di classe o sono stati uccisi con la lupara o con il

mitra, o sono diventati miei clienti», cioè sono in carcere. E ancora: «Dinanzi alla scuola media ho visto i figli dei boss che dettavano l'agenda». Infine ha motivato la scelta di non iscriversi alla facoltà di legge di Messina, optando invece per Catania, perché «Messina è Calabria» quindi non sfugge al potere dei boss. A questo punto, il dottor Gratteri si è addentrato nel libro Acqua Santissima parlando di una Chiesa a braccetto con la ‘ndrangheta. Ha ribadito questo concetto in un’intervista al giornale “Il fatto quotidiano” in cui ha pesantemente criticato la Chiesa di Morosini e di Bregantini. Un ciclone mediatico che risucchia tutti dentro: dalle squadre di calcio alla processioni, dai preti che cenano a casa dei mafiosi ai vescovi. Non c'è salvezza. Un uragano che non lascia nulla in piedi se non la cavalcata di qualche eroe soli-

tario che come il generale Custer avanza senza paura in territorio abitato da terribili orde di selvaggi. La Calabria non è l'Eden e la Locride non è la mitica Arcadia. È una terra sconfitta dalla storia, tradita dalle classi dirigenti. La nostra è una umanità ferita al cuore dalla ndrangheta e, ancora di più, dal “Potere”. Tuttavia la Calabria descritta dal dottor Gratteri mi sembra che non esista e che non sia mai esistita. Il vescovo Morosini ha parlato di «palate di fango», io mi limito ad osservare che Gratteri è una persona intelligente. Non è un visionario e non dice cose a caso. Quando afferma che il Papa corre il rischio di essere ucciso dalla mafia sa di sollevare un polverone mediatico ma è esattamente ciò che vuole fare. Egli sa bene che subito, e a fitte schiere, i “laudatores” diranno che quanto da lui detto è solo e soltanto la verità. Diranno che chiunque muova una qual-

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Mi manca Pasquino, l’uomo che ha illuminato Morosini ERCOLE MACRI ronto a stravolgere i ritmi della sua vita, per coltivare ancora una volta la vecchia passione, Paquino, con l’appartenenza a questa terra e un tumore dentro di sé, mi rispose a primo acchito: «Il vescovo di Locri è nobile». «D’animo?», gli chiesi. «Morosini non classifica gli uomini in buoni e cattivi, non è quel tipo di persona», affermò con gioia. Eravamo a Palizzi, sotto una pergola promettente, storicamente generosa e a minna di vacca, alle prese con il suo vecchio divertimento. Due volte a settimana nei periodi di salute, una al mese, in quelli di lotta iniziale contro il male, andavamo nei borghi dell’oriente reggino a stanare vecchi sciacalli con facce sapienti e giovani inquisitori vestiti alla moda, alcuni alla Moretti, altri alla Guevara, appollaiati su rivoluzioni di cresta. Era un piacere rovinare la serata ad anime di superficie “travagliati” ultimamente da Grillo. Pasquino prima li faceva sfogare, poi li schierava a mezza luna come selvaggina di canale, li appostava di picchetto e

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li coricava uno alla volta e a faccia in giù con la sua orchestra di fiati e di versi. «Ma se tu hai scritto che non è il gregge che non ti piace, ma è il pastore che non ti convince?» Gli domandai ricordandomi di un suo articolo dal titolo pesante sul Vescovo: «Due misfatti e una bestemmia contro Cristo». Ma quella volta a Palizzi mi sentì piccolo dinanzi alla disarmante semplicità di chi m’aveva incantato più volte e che quel giorno porgeva con umiltà francescana la propria sconfitta a se stesso. Non ce la faceva più. «Ho scagliato la prima pietra Erculegliu, all’uso delle procure, che in Calabria si sentono senza peccato, nonostante le infinite versioni di Lo Giudice e i bazooka». Meditava Pasquino, si perdeva chissà dove, ma stava lì, sulla cima più alta, senza scudi, aspettando di essere abbattuto per sempre. Senza testimoni o lottatori da fondale a cui lasciare il testimone. Me compreso. Pasquino concluse così quel giorno: «Forse l’abbiamo fatto riflettere, gli abbiamo illuminato il cammino» Tre giorni dopo, il 22 Aprile scorso, scrisse: «Evviva il vescovo di Locri»

e quotidiano” che osservazione alla sua intervista è amico dei mafiosi. Personalmente correrò questo rischio. Tuttavia se io fossi un amico del dottor Gratteri sentirei il bisogno di stimolarlo a una seria riflessione. Si faccia una domanda: perché i mass media danno ai suoi libri lo spazio che non danno ad Umberto Eco? Molto di più di quanto ne abbiano dato a Primo Levi, a Sciascia, a Montale? Sicuramente perché il “Potere” che ci ha sconfitto e ci ha ridotto allo stato in cui siamo, vuole che passino le tesi del dottor Gratteri. Tanto più il nostro popolo verrà rappresentato su uno sfondo meramente criminale tanto meno peseranno le responsabilità, storiche e politiche, di coloro che ci hanno governato e ci hanno sacrificato sull'altare dell'altrui sviluppo. Io vorrei che la Calabria fosse costantemente alla ribalta dell'opinione pubblica

nazionale e che la “questione meridionale” riconquistasse la centralità che merita. La strada perseguita nell'intervista a Concita De Gregorio porta in direzione opposta, oscura, le ragioni del mancato sviluppo e rimuove i problemi che attanagliano il nostro popolo. Accende potenti riflettori sulla “Calabria criminale” che tanto piace a chi detiene il potere, e ai sostenitori della militarizzazione del Sud. Una tentazione che ritorna e ci umilia. Non è un caso che qualche giorno dopo l'intervista, un fine intellettuale come Galli della Loggia cada in un grave errore e sostenga che solo da «una militarizzazione che tanta parte del Sud può aspettarsi la salvezza». Non è questo il caso ma, a volte, la criminalizzazione della Calabria è congeniale a interessi personali. De Magistris ha usato la “Calabria criminale” per catapultarsi al Parlamento europeo e a

sindaco di Napoli. Altri hanno fatto molto peggio. Ribadisco, senza ipocrisia: auguro al dottor Gratteri tutto il bene di questo mondo, la mia non è una critica personale. È solo una doverosa difesa della nostra Terra e del nostro popolo, tanto più doverosa quanto più sinistro è il silenzio che ci circonda e quanto più forte è il “partito della viltà”. Gratteri ha affermato che il lavoro di magistrato è l'unico lavoro che ti consente di essere veramente libero. Si sbaglia… ancora una volta. Gli uomini liberi sono tali aldilà del lavoro che svolgono. Io ho imparato che la libertà è un bene che non ha prezzo e ho pagato per la mia convinzione. Fin dall'infanzia ho amato la liberà , convinto che quando si ha la coscienza pulita non bisogna avere paura di nessuno. Nonostante l'esperienza mi inviti alla prudenza... continuo a pensarlo.

Tra Legge e Vangelo Riflessioni sulla polemica tra il magistrato Gratteri e l'arcivescovo Fiorini Morosini © FRANCESCO D. CARIDI o seguito con apprensione di cattolico e con curiosità di giornalista la polemica tra il magistrato Nicola Gratteri, cui compete la sorveglianza della legalità, e l’arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini, la cui missione contempla le categorie della misericordia e del perdono, certo non disgiunte dal monito evangelico a non perseverare nelle cattive azioni per non incorrere nella punizione divina. Le maggiori violazioni delle norme di legge e delle norme morali avvengono in tempi di afflizione della società e dell’anima individuale. Nel dramma che spesso si consuma nell’uomo tra bisogno e indole, il peccato “sociale” e il peccato “interiore”, che spesso hanno analogia e forse lo stesso dolore anche nei casi di mafia, secondo il Procuratore devono attrarre una eguale punizione senza indulgenza alcuna, perché, parafrasando Pascal, il peccato “interiore” lega gli uomini alle cose materiali. Invece, secondo l’Arcivescovo le specie di peccato sono da considerare nell’angolatura della conversione, della rieducazione dello spirito, della parabola della pecora smarrita. È un rovesciamento di prospettiva: nella storia il compito di redimere della Chiesa non sempre si accorda con le esigenze della giustizia profana. Il Procuratore entra nel foro ecclesiastico, per stigmatizzare un esercizio della pastorale cattolica, accusando la classe sacerdotale del Sud di connivenza con la dimensione criminale. L’Arcivescovo reagisce negando che la compassione equivalga alla correità e rifiuta il concetto che l’eventuale errore di un presbitero coinvolga tutta la Chiesa.

H

Tra l’altro, nella visione antimafia del Procuratore si riterrebbe inammissibile la segretezza della confessione cattolica, che è uno dei fondamenti essenziali della relazione spirituale del sacerdote con il peccatore (il sacramento lega penitenza e riconciliazione). Quando il vescovo Gian Carlo Bregantini agiva riservatamente nella terra dei dannati per stimolare sentimenti di pacificazione e di rinuncia alla vendetta, laddove la legge può solo eseguire il compito sanzionatorio che le spetta, certo affidava al cielo l’invocazione “Maria, rifugio dei peccatori, prega per noi”, che è cosa diversa dal favoreggiamento. La questione non è soltanto teorica, ossia una disputa tra filosofia del diritto e teologia morale, ma si traduce in un duello “politico”, con risvolti di patimento per entrambi i contendenti e con riflessi negativi anche sul rapporto tra Stato e Chiesa, già incrinato da situazioni diverse che negli ultimi tempi hanno coinvolto alte gerarchie curiali. Censurare i ministri di culto nel Meridione, come ha fatto con enfasi uno dei migliori magistrati italiani, significa propriamente attribuire loro un “reato”, e ciò ha provocato la reazione di monsignor Fiorini Morosini, con una risposta piccata, quasi un anatema. Destano turbamento, non solo nell’ambito cattolico, l’analisi spietata e le dichiarazioni pungenti del Procuratore Gratteri in un suo libro e in varie interviste. Da parte vaticana sarebbe stata presentata a un livello istituzionale italiano una nota di rammarico, che forse ha preceduto la lettera aperta dell’Arcivescovo di Reggio Calabria o forse è stata da questa ispirata. (Questa discussione troverà eco nelle omelie dei nostri parroci ? )

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ATTUALITÀ

Boss depressi

per evitare il carcere

IL SISTEMA RACCONTATO DA UN “PENTITO” PER LA RIVIERA Per evitare il carcere e proseguire gli “affari di famiglia” i boss della ‘ndrangheta avevano trovato un escamotage di tutto rispetto. Si servivano di medici e strutture convenzionate compiacenti a farli riconoscere “depressi”. Chi voleva ottenere il benefit doveva “far richiesta alla ‘ndrangheta”. Samuele Lovato è un ex picciotto del clan Forastefano di operante a Sibari e nei territori limitrofi, e che dal giugno 2010 collabora con l’Autorità giudiziaria di Catanzaro. Con le sue dichiarazioni sono stati svelati i retroscena di come i padrini e gli affiliati riuscivano a beneficiare delle misure alternative alla detenzione. Il collaboratore di giustizia ha spiegato che per poter beneficiare della misura gradata per motivi di salute è necessario avere la disponibilità al ricovero da parte di una delle cliniche, lui parla di due del cosentino Villa Verde e Villa degli Oleandri, finite nel mirino della Distrettuale di Catanzaro, dove si sono rivolti anche boss della Locride e della provincia di Reggio Calabria, che fanno parte del sistema. Ha racconta Lovato ai magistrati: “Io so che parecchie persone che appartengono alla malavita fanno richiesta …

IN EVIDENZA

Storie di come per evitare il carcere e proseguire gli “affari di famiglia” i boss della ‘ndrangheta avevano trovato un escamotage di tutto rispetto. Si servivano di medici e strutture convenzionate compiacenti a farli riconoscere “depressi”. Chi voleva ottenere il benefit doveva “far richiesta alla ‘ndrangheta”. Alla ‘ndrangheta …. Una volta arrivati a Villa degli Oleandri fanno esattamente quello che facevano a Villa Verde cioè gonfiano le patologie, riportano sopra le cartelle farmaci che non vengono assolutamente somministrati, falsificano dei test …”. Ovviamente, proseguiva il Lovato é innanzitutto necessario poter fare

affidamento su un consulente di parte compiacente: “il consulente è quasi obbligo diciamo che prenda le tue parti, anche se non dovrebbe essere così, però lei capisce bene che ad un consulente che tu dai tre, cinquemila euro per una perizia non può andarti contro”. A quel punto, precisava il Lovato, il giudice nomina un perito e si cerca di avvicinare anche quest’ultimo. Proseguendo nel discorso, il Lovato spiegava che in questi casi è necessario che venga diagnosticata una patologia ben precisa “depressione”, e ne spiegava le ragioni: la depressione è una patologia non riscontrabile oggettivamente (“è una di quelle patologie astratte… tu non sai mai dire che uno sta fingendo o non sta fingendo. E non è una patologia tipo un braccio rotto che tu dici se è guarito, è guarito”), per cui la diagnosi dipende esclusivamente dalla valutazione del medico “… Perché non è dimostrabile e in fase successiva non è dimostrabile che ti sei ripreso da quel tipo di patologia. Perché stavo infatti spiegando un braccio rotto, la milza perforata, queste qua sono patologie che tramite le analisi, radiografie e via discorrendo, puoi evincere se effettivamente ancora

c’è il male in essere”). Di conseguenza, proseguiva il collaboratore, il fatto di poter fare affidamento sull’appoggio di una clinica compiacente assume fondamentale importanza, anche in prospettiva futura (“Mentre per quel che riguarda la depressione chi lo può dire se uno è guarito o meno, tanto più se poi tu hai l’appoggio della clinica che ti fa da supporto, tu puoi stare una vita ad essere depresso… chi è quel pazzo di perito che va a contraddire quello che dice una clinica che ti tiene ventiquattro ore su ventiquattro sotto assistenza sotto cure mediche e via discorrendo, nessuno”). Il collaboratore, inoltre, spiegava quali fossero le successive “tappe” per poter ottenere la concessione degli arresti domiciliari all’interno della propria abitazione, condizione che, per un soggetto appartenente alla criminalità organizzata, è assolutamente imprescindibile per poter riprendere il controllo del territorio: “Allora siamo in carcere, si fa in modo che la persona vada a finire in una di queste cliniche. Una volta che sei in questa clinica, ok, non è tanto il fatto di continuare a mantenere la patologia, perché la patologia, che tu la mantieni è un discorso, ma

tu devi uscire fuori dalla clinica per poter tornare quantomeno nella zona anche con i domiciliari a casa e poter riprendere il controllo sul territorio, rendo l’idea. Che cosa succede, succede che la versione dei medici è quella dici ha avuto dei miglioramenti rispetto a quando è arrivato … Per curare questo tipo di patologia il paziente necessita di stare vicino agli affetti familiari, causa scaturente della depressione in funzione a quando lui è stato carcerato, rendo l’idea. E questo diciamo era la cosa cioè diciamo quella a cui miravano tutti quanti”. Spiegava il collaboratore che la concessione degli arresti domiciliari per motivi di salute era subordinata al fatto che il medico utilizzasse nella certificazione termini ben precisi: “Il paziente in questione, in poche parole, “non è compatibile con il regime carcerario, né con il regime carcerario e né con il regime sanitario carcerario”. Queste sono le parole che ti scarcerano: “è incompatibile”, gli deve dare la piena incompatibilità”. Fuori dal carcere, quasi per miracolo ricevuto, i boss tornavano sani e proseguivano ad accordarsi per imporre l’egemonia sul territorio di appartenenza. (lr)

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on il cambiare delle stagioni, cambiano i frutti, gli ortaggi, i pesci e tutti gli ingredienti che possono essere usati in cucina. ma soprattutto ci viene voglia di assaporare altri gusti, altre consistenze, sentire altre fragranze. Per questo al Ristorante Minuetto è uno dei momenti più belli e frenetici, c'è un grande fermento per il cambio del menù, la cucina è sempre in cerca di nuovi equilibri, abbinamenti, di nuovi gusti da trasferire in un piatto per i propri clienti. Tutto questo senza perdere di vista la filosofia del locale: Altissima qualità della materia prima e semplicità nel manipolarla. Questa è l'idea che porta in questo periodo ad inserire in carta, la seppia e i carciofi, la zucca cucinata in tutte le sue declinazioni, le paste ripiene con erbe di campo e burrata. Anche l'Atmosfera Natalizia avrà il suo ascendente sul Menù, piatti della Tradizione, dolci e prodotti tipici del NATALE verranno combinati in cucina per creare nuove pietanze. Un Tradizionale PRANZO DI NATALE verrà creato per il 25 dicembre. Ma Minuetto può essere anche un'alternativa per i regali di Natale, Cesti personalizzati, con il meglio dell'enogastronomia. Magnifici formaggi delle selezioni Gurfanti e DeGust come la Robiola di Roccaverano, formaggi di capra affinati in petali di fiori, pecorini calabresi, il Piacentino Ennese affinato con zafferano. Degli Ottimi salumi della grande tradizione Italiana, come la Finocchiona, il Culatello, il salame toscano ed i salumi della nostra terra, e L'Atmosfera Natalizia ancora pasta Mancini, Riso Acquerello, tutti prodotti che avrà il suo ascendente sul danno l'opportunità di creare Menù, piatti della dei regali di “grande gusto”. Importanza anche per i Vini, Tradizione, dolci e cantine mai banali che hanno il prodotti tipici del merito di dare grandissimi proNATALE verranno dotti a prezzi ragionevoli, aziende calabresi come Colacino, combinati in cucina per Santa Venere, Statti, Masseria creare nuove pietanze. Falvo, o ancora grandi vini piemontesi di Cavallotto, i toscani Un Tradizionale di Castello Romitorio, I siciliani PRANZO DI NATALE di Marabino, i Franciacorta di Antica Fratta. verrà creato per il 25 Anche i dolci grandi protagonidicembre. sti delle feste… Il Minuetto prepara Biscotti rigorosamente lavorati a mano, con cannella e uva passa o dei cantucci con gocce di cioccolato, che potrete trovare confezionati da portare a casa o da regalare. Ma la grande novità di questo Natale sarà il PANETTONE ALLA BIRRA ideato dalla ZAGO, azienda leader nella produzione di Birre artigianali, in particolar modo delle Cuvèe di Malto a metodologia Champenoise e a rifermentazione. Il panettone si caratterizza per l'altissima qualità degli ingredienti naturali e senza sostanze chimiche. Viene preparato con lievito madre e con aggiunta nell'impasto della HY CUVEE, una birra ramata viva di puro malto d'orzo ad alta fermentazione prodotta in Belgio artigianalmente con la metodologia Champenoise, che rende il panettone morbidissimo. Molto interessanti come regalo, le particolari grappe EVO, intesa come Evoluzione, senza voler tradire la tradizione, ma semplicemente trasformazione migliorativa. Questo percorso ha portato a creare una grappa con un'eleganza, una persistenza e complessità mai raggiunte prima. Oltre alla grappa, un'altra grande scommessa di EVO è la Vodka di vinacce, anche in questo caso si può tranquillamente affermare che la scommessa è stata vinta, regalando una vodka di un'eleganza assoluta. Questi grandi prodotti sono presentati in bottiglie dal design elegante e originale o in un astuccio che diventa una borsetta di gran moda. Tutti i Regali di Natale, si potranno avere su ordinazione già a partire da martedì 26 novembre. Queste sono alcune delle eccellenze che potrete trovare al Minuetto - Il Lusso della Semplicità. Minuetto informa che a partire dall'8 dicembre fino al 6 gennaio non si farà chiusura settimanale.

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PANETTONE ALLA BIRRA ideato dalla ZAGO, azienda leader nella produzione di Birre artigianali, in particolar modo delle Cuvèe di Malto a metodologia Champenoise e a rifermentazione.


Parlando

di...

Il festival della tromba Oggi è proprio il “lealista” Gasparri l'acerrimo demolitore dell’“innovatore” Scopelliti. Una dichiarazione di Gasparri in cui l’ex finiano afferma che tra i fatti positivi della convention romana con la quale è stata sancita la resurrezione di Forza Italia, c’è stato quello di aver verificato che “la netta maggioranza dei membri calabresi del consiglio nazionale hanno partecipato ai lavori di Roma.Nella foto Raffa, Biasi, Gasparri, Rao, Foti, Gianetta e dietro un agguerrito Nuccio Pizzimenti, che ha litigato tutta la settimana su facebook con Oreste Romeo perché aveva definito i protagonisti della foto “festival della tromba”.

IN PRIMO PIANO

L’intervista

Domenico Vestito

Qual è il sogno di Vestito. Che la città diventi una comunità caratterizzata dal dialogo tra istituzioni e cittadini e di conseguenza un simbolo della Locride.

«Con la trasparenza terremo a bada la mafia e i potentati economici» STEFANO MARZETTI ombattere la mafia, che ha portato al commissariamento di Marina di Gioiosa durato due anni, per un nuovo sindaco, non è facile. Anzi, è un’impresa titanica. Perché la ‘ndrangheta, anche se non ci hai mai avuto a che fare, ti segue passo passo, osserva, giudica e si comporta di conseguenza. E allora, come fai a ignorarla del tutto? A Domenico Vestito – avvocato civilista di 35 anni - vincitore annunciato e incontrastato delle Comunali della cittadina jonica e venerdì scorso, 22 novembre, investito ufficialmente nonostante il “caso Rarà” (il consigliere e medico Egidio Gennaro – 523 preferenze - su cui pende un rischio concreto di ineleggibilità per una condanna in terzo grado che risale al 1988 quando militava con gli extraparlamentari di Prima Linea) spetta il compito, improbo, di dimostrare che Marina di Gioiosa spezzerà la continuità con un passato pregiudizievole. Renzi e la Meloni i suoi modelli, perché – secondo Vestito - hanno ottenuto solo con le loro forze quello che hanno. Qual è la maggiore difficoltà che Domenico Vestito prevede di incontrare come nuovo sindaco di una cittadina commissariata per mafia? Sono le grandi attese che ha la gente di Marina di Gioiosa. In questo momento parliamo di una realtà ferma, bloccata. Quello che sfugge a chi non vive a Marina di Gioiosa, è la realtà delle frazioni. Il 50, anche il 60 percento della popolazione vive nelle frazioni. È un paese territorialmente piccolo ma che ha venticinque frazioni. In questa campagna elettorale

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ce le siamo girate tutte, da nord a sud e abbiamo verificato che si trovano in uno stato non indecoroso ma addirittura incivile. Ci sono interi nuclei familiari che quando piove rimangono bloccati. Questa gente chiede interventi immediati, non ha voglia di aspettare. Vuole tornare alla civiltà. La colpa è dei commissari? A mio modo di vedere si tratta di situazioni incancrenite. Sono responsabilità che personalmente non addebito ai commissari. Le mancanze sono proprio dal punto di vista degli uffici, soprattutto nelle frazioni con densità abitativa minore. È lì che l’amministrazione è stata più assente. Ecco, una responsabilità politica importante è quella di organizzare bene gli uffici, in modo che diventino più efficaci. L’efficienza non è sempre sinonimo di efficacia. Così com’è importante sfruttare al meglio i lavorator i

socialmente utili e di pubblica utilità (Lsu e Lpu, ndr). Se noi togliamo i trentacinque Lsu e Lpu il comune è fermo. L’area amministrativa non ha un dipendente di ruolo, oltre a non avere un responsabile dell’area. Parliamo di mafia. La gente comune, all’arrivo del nuovo sindaco dopo un commissariamento – diciotto mesi più altri sei - si aspetta che questi sappia fugare ogni sospetto e attuare una rottura con il passato… Il commissariamento certamente non

ha potuto cancellare la mafia. Quello che noi dobbiamo fare adesso, è che dalla prassi amministrativa gli interessi particolari, gli interessi mafiosi non siano persi di vista. In due modi: partecipazione e informazione. Le scelte del comune devono essere tutte comunicate alla cittadinanza. Lo storico sindaco di Reggio Calabria, Italo Falcomatà, diceva: un sindaco non è né un “mafiologo” né un “mafiografo”. Un sindaco deve rendere visibili i principi di efficacia per la legalità, senza favoritismi e in maniera imparziale, legale e trasparente. Noi faremo due cose: il Consiglio comunale si deve riunire molto più spesso; in secondo luogo, il sindaco e gli assessori incontreranno ogni mese i cittadini e faranno l’elenco delle cose fatte, cercando di anticipare qualche iniziativa. Così si tengono fuori gli interessi, che siano di mafia o di potentati economici. Qual è il sogno di Vestito per Gioiosa Marina? Che diventi un paese dove la prassi sia il dialogo, perché in questo momento manca il concetto di comunità. Acquisita questa caratteristica Marina di Gioiosa, può davvero diventare un simbolo d e l l a

Locride. Cosa che in passato è stata, grazie a imprenditori che hanno investito, negli anni Novanta era diventata il centro del divertimento della Locride. Ma allo stato in cui si trova oggi, a Marina chi ci viene? Quindi il turismo? È il solito luogo comune per la Calabria? È inutile parlarne se non esistono le precondizioni per creare la vocazione turistica. Qui c’è il commercio – la risorsa più importante per questa città - bloccato, le imprese chiudono e gli immobili a uso commerciale, sulla via principale Carlo Maria, sono sfitti perché non c’è un piano del commercio che disciplini lo sfitto. Dobbiamo incoraggiare i proprietari ad affittare, sgravandoli a livello di tasse. In che alveo politico si colloca Domenico Vestito? Questa è una domanda cui faccio davvero fatica a rispondere. Nel panorama politico attuale non riscontro le mie idee e non ho nessuna particolare attrazione. Il mio trascorso è di destra sociale, dall’Msi ai tempi dell’università (giurisprudenza, ndr) a Bologna. Poi ho militato in Alleanza nazionale. Non sono finiano perché alla dissoluzione della destra sociale ha contribuito anche lui. Allo stesso tempo non sono certo berlusconiano. Se dovessi scegliere due personaggi cui accostarmi, direi Giorgia Meloni (leader di Fratelli d’Italia–Centrodestra nazionale, ndr) e Matteo Renzi (Partito democratico, probabile futuro segretario nazionale, ndr), due personaggi che si sono guadagnati da soli quello che hanno ottenuto, lottando anche contro la loro stessa forza politica.

Raffaele Gennaro attraversò quel “limite” Il brigatismo rosso è stato un grave errore storico e politico , spesso utilizzato da infiltrati dalla CIA e dai servizi. Molto ex brigatisti, iniziando da Renato Curcio, sono state persone generose convinti di battersi per la libertà e la giustizia sociale. Quegli anni, ormai lontani, non si possono giudicare se non in un contesto storico. C’era stata “Piazza Fontana” il golpe militare strisciante, il colpo di stato in Cile. Non pochi ritenevano che bisognava prepararsi a difendere la libertà in condizioni di semiclandestinità. Il confine era così sottile che molti di noi avrebbero potuto attraversarlo. Raffaele Gennaro è stato una persona che per generosità ha attraversato la frontiera della discutibile legalità di

quegli anni. Una persona generosa, non un criminale. Altra cosa è l’errore storico. Oggi, una legge liberticida non gli consente di fare il consigliere comunale a Marina di Gioiosa. Una legge di casta perché il dottor Gennaro potrebbe essere eletto parlamentare, presidente del consiglio dei ministri ma non consigliere comunale. Sono convinto che dalla presenza del medico di Marina in consiglio comunale, la democrazia ed il dibattito politico ne avrebbero guadagnato. Esprimo tutta la mia solidarietà a Raffaele Gennaro e la disponibilità ad una battaglia di civiltà affinché la volontà popolare venga rispettata. Ilario Ammendolia

L'incontro organizzato dal CdA di Acque Sante Locresi con i sindaci della Locride, per presentare il nuovo progetto “il futuro delle Acque Sante Locresi”. Il presidente di Acque Sante Locresi, arch. Francesco Macrì e il vice presidente dott.Vittorio Zadotti hanno chiesto una effettiva collaborazione da parte dei vari comuni per il rilancio del consorzio termale DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013 LA RIVIERA

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Polaroid

LOCRIDE

Benestare

Episodi inquietanti

Un avvenimento che non è ancora riconducibile a possibili responsabili e che, com'è inevitabile, fa pensare male, molto male. Perché con dei documenti ancora intonsi, vale a dire senza nomi né fotografie, si può organizzare un bel malaffare in pieno stile mafioso

Quel furto ancora inspiegato di carte d’identità STEFANO MARZETTI

L'ex sindaco Vincenzo Rocca: «L'attuale amministrazione non ha mai convocato un'assemblea pubblica per fornire delucidazioni sull'accaduto. E così i giornali parlano di 'ndrangheta in un paese invece tranquillo»

A Benestare succedono cose strane, o meglio, fatti che non hanno precedenti in un paese definito storicamente tranquillo e non intaccato - almeno in apparenza dall'influenza della 'ndrangheta. L'episodio più grave di tutti è il recente furto di carte d'identità dalla cassaforte del municipio, avvenuto circa due anni fa e di cui nessuno ha mai scritto. Un avvenimento che non è ancora riconducibile a possibili responsabili e che, com'è inevitabile, fa pensare male, molto male. Perché con dei documenti ancora intonsi, vale a dire senza nomi né fotografie, si può organizzare un bel malaffare in pieno stile mafioso. Facile ipotizzarlo: si prendono documenti “vergini” e si compilano con identità fittizie. Ed ecco che eventuali latitanti e sospettati, non certo banali ladri di biciclette, hanno le carte in regola - è proprio il caso di dirlo - per non essere riconosciuti nel corso di possibile controlli da parte

delle forze dell'ordine e far perdere le proprie tracce lasciando in alcuni casi l'Italia. Un fatto grave, che può essere stato favorito solo da qualcuno che aveva accesso al palazzo comunale. «I cittadini e la minoranza in Consiglio comunale vogliono vederci chiaro». A parlare in un'intervista rilasciata a “la Riviera”, è l'ex sindaco di Benestare, Vincenzo Rocca (centrosinistra, in carica dal 1999 al 2009), attuale capogruppo dell'opposizione. «Gli organi di informazione - dice Rocca - ma anche trasmissioni seguitissime come “Striscia la notizia” e “Le iene”, hanno messo in risalto tutto ciò che attualmente va male in questo paese, dando l'immagine di una località della Locride ad alto tasso criminale. Cosa del tutto lontana dalla realtà, anche se in effetti recenti ci sono stati furti nelle case, il portone del municipio dato alle fiamme, l'incendio dell'automobile del sindaco (Rosario Rocca, anch'egli eletto in una lista di centrosinistra), di quella del parroco, gli pneumatici forati all'assessore alla Pubblica istruzione, Giuseppe Portolese». Ma allora, come si fa a dire che a Benestare

è tutto tranquillo? «Questi episodi non bastano a parlare di questo paese - che negli anni passati era fiore all'occhiello della Jonica - come altamente crimina-

Con la differenziata ad Ardore l’immondizia finisce per strada Togli la bustina di tisana dalla tazza e ti chiedi: ma ora la cartina la devo separare dal contenuto? Gli interrogativi che assillano i pur volenterosi cittadini di Ardore, cittadina posta fra Locri e Bovalino, sono assillanti da quando è cominciato il servizio di raccolta differenziata, che sta creando problemi soprattutto per quanto riguarda la separazione dell'umido - vale a dire per lo più scarti organici - da carta, vetro, metallo e così via. Premesso che per chi non ha né balcone né giardino i vari secchi in cui separare i rifiuti rappresentano un ingombro intollerabile,

IN EVIDENZA

Nel comune posto fra Locri e Bovalino, il sistema di separazione dei rifiuti è cominciato ma le difficoltà nell'isolamento dell'umido fanno aumentare il rischio di discariche abusive

la difficoltà maggiore, come detto, sta nel produrre sacchetti di umido, che non possono essere più gettati negli ormai scomparsi cassonetti. Se non rispetti la regola, insomma, gli addetti che passano per raccogliere i rifiuti, lasciano il secchiello pieno dove lo hai lasciato la sera prima. Inevitabile che la gente con meno scrupoli, dopo aver accumulato sacchetti putrescenti di immondizia, nottetempo li vada seminando per le strade. Mentre aumenta il rischio che si creino vere e proprie discariche abusive. S.M.

le», sostiene l'ex primo cittadino. Questo se si vuol passare sopra ad alcuni omicidi mai risolti. Ma che ci vuoi fare? Nella Locride siamo alla consuetudine. «Di fronte agli eventi sopra elencati i cittadini di Benestare vorrebbero capire perché non si fa un consiglio comunale aperto», insiste Vincenzo Rocca. La domanda, ora, nasce spontanea: perché l'amministrazione comunale dovrebbe avere interesse a non dibattere sui fatti accaduti di recente? «Negli ultimi anni assicura il nostro interlocutore - ogni volta che c'è stato consiglio comunale, l'opposizione ha sempre chiesto che le carte dell'approvazione» di ogni decisione «venissero inviate alla prefettura e alla procura della Repubblica, perché noi ritenevamo che vi fossero dei passaggi non corretti, illegittimi». Una richiesta che, a dire dell'ex sindaco di Benestare, non è mai stata soddisfatta. «Visto che riguardo al nostro paese ultimamente non si fa altro che parlare di 'ndrangheta - conclude Rocca - qualcuno si faccia avanti per smentire i giornali che scrivono che tutti sanno e nessuno parla».

FOTO NOTIZIE

Bernardo Misaggi per Berlusconi doveva essere il Governatore della Calabria Il governatore Giuseppe Scopelliti in questi giorni si ritrova bersaglio degli strali della rifondata Forza Italia, dalla quale ha deciso di dissociarsi per confluire in Nuovo Centrodestra fondato dal vicepremier Angelino Alfano. La cosa non dovrebbe stupirlo più di tanto. Non solo per il fatto in se stesso, vale a dire il “tradimento” perpetrato ai danni di Silvio Berlusconi il quale, oggi, si ritrova indebolito anche nella Regione Calabria dove la scissione in una certa misura lo penalizza sia in Consiglio sia in Giunta. Non dovrebbe stupirlo, dicevamo, tanto più che di certo il presidente della Regione non può ignorare o aver scordato che prima delle Regionali del 2010, quando egli successe ad Agazio Loiero, il Cavaliere avrebbe voluto come candidato Bernardo Misaggi. Il primario di chirurgia vertebrale dell’istituto Pini di Milano, infatti, aveva anni prima avuto in cura “Donna Rosa”, l’adorata mamma.

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la Riviera

ANTONIO SCORDINO, SINDACO DI BIANCO, NON CI STA

DISCARICA DI CASIGNANA. Da 250 mila metri

cubi a 500: la più odiata della Locride raddoppia ELEONORA ARAGONA a discarica di Casignana continua a preoccupare i 142 mila abitanti della Locride. Il presunto ecomostro, secondo l’inchiesta “Black gardens” che vede indagati i fratelli Crinò per lo sversamento di percolato nel vallone Rambotta e per altri reati ambientali, raddoppia. Infatti il luogo più odiato dalla Locride passerà dal poter contenere 250 mila metri cubi di rifiuti a 500 mila, sono stati sbloccati per i lavori ben 4 milioni e sarà costruito un muro armato di 30m. Antonio Scordino, sindaco di Bianco, non ci sta: «Ormai non ha più senso parlare di discarica

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di servizio come invece continuano a fare. È una presa in giro». La discarica di Casignana sorge proprio sul confine tra i due paesi e il comune di Bianco è ovviamente molto interessato al destino del sito. Scordino non ha mezze misure e dubbi, sta portando avanti una nuova battaglia contro la discarica, a cui si sono recentemente uniti anche gli altri sindaci del comprensorio. Secondo il sindaco infatti la discarica, anche visti i precedenti, dovrebbe essere integralmente e definitivamente bonificata. Il comune di Bianco, che già in passato ha pagato lo scotto della contiguità alla discarica, non può sopportare oltre. «I soldi che stanziano per que-

sto ampliamento dovrebbero invece essere dirottati per la realizzazione dei progetti di differenziata nella zona». Adesso anche l’Associazione dei sindaci sta appoggiando Bianco e il suo sindaco in questa battaglia, ma in passato non è stato così. Quando Scordino protestava per il passaggio continuo dei camion, per il cattivo odore e per gli sversamenti nel torrente, lato Bianco, nessuno lo appoggiò. «In quel caso il problema era circoscritto, secondo loro, solo al mio comune – precisa il sindaco-. Oggi per fortuna anche gli altri primi cittadini hanno acquisito la consapevolezza che questa lotta va fatta per difendere tutto il territorio».

Ma seppure tutta la Locride mormora e protesta i soldi ci sono, l’ampliamento è stato approvato e probabilmente l’ecomostro continuerà ad incombere sulla zona. I no della Locride di solito non vengono considerati nelle alte sfere, non raggiungono i palazzi in cui si decide del destino del territorio. In questo caso però stiamo parlando della salute dei cittadini e lo spettro del sospetto di danni ambientali che già aleggia sulla discarica non fa dormire sogni tranquilli e forse darà maggiore forza alle manifestazioni di dissenso. La fermezza della protesta e la condivisione della battaglia, forse, riusciranno a portare risultati?

ATC2 si mobilita per tutelare la salute del cinghiale La commissione dell'A.T.C. di Reggio Calabria 2, delegata al coordinamento caccia al cinghiale (presieduta da Giuseppe Angiò, composta da Francesco Ferraro, Domenico Linarello, Salvatore Sgarlato), ha convocato presso la sede di Siderno il coordinatore provinciale dell'area veterinaria B, il direttore Francesco Nirta, coadiuvato da Mario Spezzano, insieme ai capisquadra responsabili della caccia al cinghiale nel territorio per illustrare le linee guida per l'utilizzo delle carni della fauna selvatica allo scopo di tutelare la salute dei consumatori della carne di cinghiale. Il direttore, premettendo che la Regione Calabria ha inteso regolamentare le attività di abbattimento della selvaggina nell'ambi-

to dei parchi calabresi e considerato che tale occasione permette di intensificare la vigilanza sanitaria sulla selvaggina regolarmente cacciata, si è rivolto alla riunione presieduta dalla dirigenza dell'A.T.C. Rc2, soffermandosi principalmente a trattare l'eventuale presenza della “Trinchinella Spiralis”, verme nematode, illustrando il corretto metodo di prelievo delle parti anatomiche del selvatico in cui il parassita potrebbe albergarsi. Ha inoltre assicurato che al momento non esistono casi accertati di tale presenza nei suini macellati e nel cinghiale e ha invitato i capi squadra a eseguire mensilmente i prelievi sui quali l'A.T.C. Rc 2 si adopererà per i controlli veterinari.

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SATIRA

TOMMASO MITTIGA

ROSARIO ROCCA

Nato a: Bovalino Anni: 65 Origine politica: Democristiano

Nato a: Locri Anni: 35 Origine politica: Sinistra

Il dissidente Masino sta mettendo in serie difficoltà la presidenza dell’Associazione dei sindaci. Da buon discendente del brigante di Platì, Mittiga ha intrapreso la sua azione sabotativa verso Imperitura. Le sue incursioni stanno dividendo i sindaci in due schieramenti. Ha chiesto pubblicamente un’assemblea in cui tutti si aspettano la richiesta di dimissioni dell’attuale presidente Giorgio Imperitura, che infatti temporeggia e si trincerà sul suo trono. Ma per quanto potrà resistere alle bordate di Mittiga?

GIORGIO IMPERITURA Nato a: 60 Anni: Martone Origine politica: Democristiano

È il più giovane tra i sindaci che fanno parte dell’Associazione. Salito agli onori della cronaca per i sevizi delle Iene e l’emergenza criminalità che sta dilaniando il suo piccolo centro. Ha nei confronti dell’organizzazione il dente avvelenato per la mancata elezione a presidente del Comitato e per la sua esclusione dal direttivo dello stesso. D’altra parte uno dei pochi veri rappresentanti di sinistra tra i 42 sindaci avrà spaventato i tanti democristiani fasciati all’interno dell’Associazione. Un po’ come il diavolo con l’acqua santa.

Fedelissim scissioni

È lui il re. Contestato, elogiato, amato e odiato è Giorgio Imperitura, Presidente dell’Assemblea dei sindaci. Ma è ancora sul trono. Subisce gli attacchi di Masino e dei suoi fedelissimi. Sta temporeggiando sulla convocazione della prossima Assemblea, forse per timore che Masino chieda le sue dimissioni come per altro ha annunciato sulle nostre pagine con una lettera aperta. Dal brigante di Bovalino gli viene contestata la scarsa operatività dell’Associazione da quando è nelle sue mani. Effettivamente non riuscire neanche a raggiungere il numero legale per poter tenere una riunione dell’Associazione non è un buon segno. La situazione sta sfuggendo al controllo di Imperitura, almeno così sembrerebbe. Eppure anche lui è un uomo di vasta esperienza Presidente della comunità montana Limina e membro di quasi tutti i consigli di amministrazione del territorio. Si vocifera sia stato anche presidente di condominio.

LOTTE INTE

all’Associazione de DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

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DOMENICO LUCANO

FRANCO CANDIA

Nato a: Melito Porto Salvo Anni: 55 Origine politica: Sinistra disperata

Nato a: Locri Anni: 50 Origine politica: Democristiano

Lui dell’Associazione dei sindaci non ha mai voluto sentire parlare. Si è rifugiato nella sua Riace superiore e pensa a risolvere i problemi del suo comune. La sua assenza dalle riunioni dell’Associazione ha prodotto i suoi frutti. A Riace infatti è stato ideato e attuato uno dei migliori progetti per l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati, la differenziata funziona, le famiglie più povere vengono aiutate. Wim Wenders ha anche girato un film nel borgo di Riace, Il Volo che raccontava appunto la storia di un bambino immigrato. Forse Lucano ha trovato una valida alternativa alle riunioni dei 42: lavorare.

mi& isti

ERNE

ei sindaci

Aspirava alla poltrona di Presidente, d’altra parte ha una certa dimestichezza con le associazioni vista la sua precedente esperienza con il Consorzio Locride Ambiente. A malincuore ha dovuto cedere il passo a Imperitura, ma si è comportato da bravo lupetto della Dc. Ha accettato con dignità e aplomb la sconfitta e il compromesso. D’altra parte da democristiano doc, con la foto di Casini sul comodino e il libri di Andreotti in biblioteca, non poteva fare altrimenti. All’interno dell’Associazione fa parte del gruppo forte dei sindaci targati UDC.

VLADIMIR Bovalino è una delle più popolose cittadine del comprensorio. Il sindaco Mittiga ha chiesto la convocazione urgente e straordinaria dell'Assemblea dei Comuni e l'azzeramento degli incarichi all'interno dell'Associazione iniziando da Giorgio Imperitura. Nell'ultima riunione del Comitato allargato, Mittiga ha espresso il suo forte dissenso. Oggi la situazione dell'Associazione, oltre che sfilacciata, appare in caduta libera. I sindaci che esprimono disagio, dissenso, imbarazzo rappresentano la maggioranza assoluta. I sostenitori degli attuali equilibri bisogna cercarli con il lanternino tanto da far aumentare le schiere di coloro che chiedono che l'associazione venga sciolta. Non ha senso- si sostiene- tenere in piedi qualcosa che produce “graduati” ma non politica, non democrazia e, sicuramente, non sviluppo. Avremmo voluto mettere a confronto le varie correnti di pensiero ma c'è stato impossibile perché, aldilà degli interessati, nessuno ha voluto schierarsi con i vertici dell'assemblea. Cosa succederà? Per Mimmo Lucano, sindaco di Riace, l'associazione è inutile perché prigioniera di gruppi di potere. Sembra che i sostenitori di Lucano vadano aumentando. Rosario Rocca è molto critico. Del sindaco Mittiga abbiamo già parlato. Avranno modo le correnti di confrontarsi pubblicamente all'interno dell'assemblea? Lo sapremo nei prossimi giorni.

GIUSEPPE STRANGIO Nato a: Sant'Agata del Bianco Anni: 41 Origine politica: Democristiano Anche per il giovane sindaco di Sant’Agata del Bianco, nonché attuale Presidente del Comitato dei sindaci, la poltrona scotta. Scarsi i risultati da quando è stato eletto, non riesce ad amministrare il Comitato con la stessa diligenza con cui sta guidando il suo comune. Ma forse anche nel suo caso gli impegni sono un po’ troppi, considerando che oltre a fare il sindaco e il Presidente del Comitato, deve pensare anche a fare il Presidente della comunità montana di Bovalino. Difficile riuscire a portare avanti tutte queste attività. Sicuramente, come abbiamo più volte sottolineato, sta perdendo di vista le priorità della zona. Forse era più bravo a polemizzare con Sisinio Zito quando il senatore era Presidente del Comitato. Adesso che la patata bollente è nelle sue mani forse preferirebbe tornare dall’altra parte della barricata. DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

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NOTE E SCHERMAGLIE CALABRESE PER CASO

Risponde il direttore

La “resa” dei conti. Euro contro Lira

Sul bando degli avvocati del Comune di Siderno interviene il Presidente dell’Ordine di Locri Egregio Direttore, con riferimento alla Sua domanda circa la valutazione fatta dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Locri relativamente al bando pubblicato lo scorso mese di ottobre dal Comune di Siderno per l'assunzione di tre legali che andranno a comporre il collegio difensivo dell'Ente, debbo rilevare che detto bando appare ictu oculi non obbiettivo in quanto si comprende sulla base di quale principio di equità vengano assegnati ben 18 punti, su 65 totali, a chi abbia difeso un Ente commissariato, discriminando, così, automaticamente, gli avvocati che hanno prestato la loro attività professionale a favore di un Ente amministrato

PINO ROMEO

dagli organi elettivi. Pertanto, per come predisposto, il bando de quo lascia estremamente perplessi e crea nella classe forense legittimi dubbi sulla imparzialità e legittimità dello stesso. Per quanto riguarda, poi, eventuali determinazioni da assumere, faccio presente che il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati non ha titolo per agire, autonomamente e direttamente, in via giurisdizionale e/o amministrativa. Comunque questo Consiglio controllerà e vigilerà, con la massima attenzione, sulla regolarità dell'iter amministrativo al fine di tutelare la dignità ed il decoro della professione forense e dal punto di vista deontologico e da quello economico. Avv.Gabriella Mollica (Pres.Ord.Avv.-Locri)

Mentre le nostre mamme fanno i conti ogni giorno con il quotidiano dividendo il loro tempo tra carrelli della spesa, bollette varie e mercati ci sono agorà affollati di economisti d’alta scuola che hanno ricette pronte per assicurare un futuro di ripresa ad un Paese che rincorre se stesso. E, alla fine, l’unica ricetta proposta, dopo aver illuso l’Italia e l’italiano che l’ingresso nell’euro ci avrebbe dato maggior rilancio e “peso” politico in Europa, sembra essere quella di uscire dallo “spazio” nel quale han voluto farci entrare senza ammettere che l’errore, se di errore si è trattato, è tutto italiano. Siamo entrati nell’euro a gamba tesa con dei conti non “rispondenti” alla realtà Paese. Potevamo avvalerci della clausola “opting-out” prevista dall’art.12 del protocollo aggiuntivo al Trattato di Amsterdam e decidere di “entrare” in tempi, e con conti, migliori ma non ne abbiamo fatto uso, contrariamente a quanto ancora oggi accade, ad esempio, per Gran Bretagna e Danimarca. Abbiamo fissato, e ancora oggi nessuno ci spiega con correttezza in base a quale artificio contabile, un controvalore lira contro euro pari a 1,936 lire per 1 euro. Abbiamo evitato di controllare i prezzi al con-

sumo facendo si che si consolidasse un cambio farlocco sui beni di consumo di 1 euro = 1000 lire con i redditi da lavoro espressi al controvalore ufficiale (1 euro = 1,936 lire) riducendone, così, il potere d’acquisto. L’uscita dall’euro potrebbe essere una soluzione, ma non sarebbe indolore. Prima conseguenza: necessità di svalutare la lira per favorire il nostro export e sostenere la “nuova” moneta e il sistema economico che essa rappresenterebbe; ciò ammesso che l’Italia esprima ancora volumi di export importanti e tenuto conto dell’aumento dei costi delle materie prime importate che non potrebbe non incidere sulla competitività dei beni/prodotti finiti, tranne che non si voglia abbattere il “costo del lavoro”. Secondo, i redditi da lavoro perderebbero ancora di più potere d’acquisto. Forse il problema, allora, è come stare nell’euro. La ricetta possibile: un sacrificio collettivo. Acquistare una quotaparte del debito pubblico in proporzione al reddito familiare percepito a tassazione ferma per il breve periodo. Obiettivo: abbattere il peso del debito pubblico in misura tale da rinegoziare il cambio euro vs lira e far recuperare potere d’acquisto agli italiani senza modificare i volumi di reddito percepito. Il resto, quello più difficile: mantenere una sana economia pubblica.

BOTTA E RISPOSTA

Gaetano Briguglio, Buckingham Palace e dintorni AMEDEO MACRÌ “… la notte porta consiglio…“, recita un vecchio adagio. Abbiamo atteso che il consiglio arrivasse prima di scrivere, sapendo che la “nuova povertà” scaturisce purtroppo dall'ignoranza, dal non sapere. Ciò, oggi, sembrerebbe paradossale alla luce del “bombardamento” quotidiano delle notizie, il flusso continuo e disordinato delle informazioni rischia di travolgere e disorientare il cittadino. Se poi la secca notizia non è sostanziata da quelle necessarie verifiche sulla sua veridicità, allora inesorabilmente “oggi si sa sempre di più, ma si capisce sempre di meno” (Jacques Maritain). E oggi capiamo di meno, anzi non capiamo del tutto, ovvero non capiamo perché non si è voluto discernere il “grano dall'oglio”, pur ritenendone che ci fossero le potenzialità soggettive per poterlo fare. Il redattore del testo, che di seguito citeremo, “nel separare il grano dalla pula”, avrebbe forse fatto bene a non stampare la pula (Elbert Hubbard, citato da L.L.Levinson, The Left Handed Dictionary). Insomma, “per diventare famosi, basta ammazzare la portinaia” diceva Albert Camus ne La Caduta. Pur sapendo che l'estensore del testo (p.12 del 20.10.2013) non ha bisogno di divenire famoso per un omicidio che non avrebbe mai potuto commettere, ci è sembrato fortemente strumentale “utilizzare” una vicenda - peraltro non rispondente, almeno temporalmente, a verità e che rappresenta caratteri men che meno provinciali, riportandola a “galla” con l'intento di intrecciarla con il candidato a sindaco di Mar. Gioiosa Jon. Ora, non ci interessa entrare nelle motivazioni recondite, se ce ne sono, del perché, ma preferiamo, per ragioni di stile e di etica professionale, andare

al superamento di strette ragioni di botteghe elettoralistiche. Non si tratta di dover difendere alcuno. Briguglio non solo non aveva bisogno di essere difeso, ma avrebbe preso “a bastonate” coloro i quali si sarebbero permesso di farlo. Noi, quelli della “indimenticata avventura editoriale rappresentata da filorosso, rivista di grande pregio ….” lo sapevamo bene che quell'avventura non si sarebbe potuta concretizzare senza il suo “inso-

stituibile” contributo. Non è assolutamente possibile condividere né la forma, né i contenuti di quel testo. In quel testo non è possibile cogliere nessun “licenza letteraria o poetiche che sia”, né tantomento “una licenza commerciale” che avrebbe consentito di raccattare qualche voto in più o la lettura di qualche copia in più del giornale. No. Non ci siamo. Gaetano non è mai stato “un tuttologo” di maniera, ma di

sicuro un sapiente che trasferiva agli altri la sua sapienza, con l'umiltà che lo distingueva sia che si trattasse di un alunno del Liceo Classico, sia di un filosofo di grande fama, sia ai suoi compagni di partito che ai cittadini di Bivongi o di altri comuni della Locride e quant'altro. No. Non ci stiamo. Non è possibile pensare, quasi in termini “pietosi” a quella “buonanima”, ovvero a un custode messo lì a mantenere il silen-

Ad Amedeo Macrì serve un bravo elettrauto Al di qua di Abila e Calpe dove l’oceano del Titanic incontra le mille cale di Verga, la mente gira sempre più lenta, con lo stesso ritmo di una Caretta Caretta che da Gibilterra accorcia su quella Magna Grecia reggina sempre più sconquassata da sagre e citazioni. Con tre tocchi nei feriali e tre nei festivi (Antonio Delfino) il sacrestano richiama i fedeli alla solita messa. Tutto è rito, anche Gaetano Briguglio a presidente della Proloco, mio Dio. Un’offesa, una violenza contro chi, come Spinoza per il mondo, è stato uno dei più nobili e degni di amore tra gli intellettuali calabresi. Amedeo Macrì si guarda allo specchio, pensa più alle citazioni che al sano silenzio da lettura, e non ne esce più, se non per offendere ancora chi, da un punto di vista etico, è stato superiore a tutti. Amedeo Macrì chiede l’applauso che Briguglio ha sempre rifiutato.

Amedeo Macrì, che Dio lo perdoni, dopo aver finito l’inchiostro, strizzato l’occhio ai mandanti di questa replica, ha rischiato - senza riuscirci naturalmente di rimpicciolire Gaetano Briguglio. Addirittura, come un minorenne senza dolo, l’avrebbe voluto rendere tascabile, considerando qualificante quel fuori ruolo imposto a Gaetano Briguglio: presidente, insegna fluorescente di un posto di gran successo, tra l’enogastronomico e il folk. Roba di pancia, non d’intelletto. Amedeo Macrì, parafrasando Peppe Borraccia, il clochard sidernese che volò sul nido del cuculo, dovrebbe recarsi dal suo elettrauto di fiducia a farsi installare un filo, anche rosso se è necessario, per scaricare frittole, castagne e peccati a terra. A volte serve una scossa, altrimenti vanno a massa i circuiti. Nient’altro che una scossa. Ercole Macrì

zio nella “sala lettura” di Buckinghan Palace, sebbene quella pietà da queste parti, il senso comune, la riserva a criminali e 'ndranghetisti di professione. No. Gaetano il silenzio non l'avrebbe mai accettato, neanche da chi oggi scrive queste cose. I suoi non erano “Rumori mediterranei”. I suoi erano e sono tuttora semplicemente “rumori” tesi a aprire le menti a quanti ebbero la “fortuna” di conoscerlo e frequentarlo e non solo. Forse è per questi “rumori” che gli amministratori del tempo - bontà loro - ebbero l'ardire di farlo eleggere presidente della pro-loco, interessati più ad attirare “orde” di turisti a fini strettamente commerciali che non ad allargare le maglie di una stentata crescita non diciamo culturale, ma quantomeno civile, cercando così di celare le loro incapacità. Come è andata a finire lo sappiamo tutti. E una grande responsabilità ce l'ha anche il mondo dell'informazione accompagnato da quell'alone di cinismo che distrugge quella parvenza di credibilità che dovrebbe seguire il lavoro giornalistico. “Senza moralità civile”, diceva Bertrand Russell, “le comunità periscono; senza moralità privata la loro sopravvivenza è priva di valore”. E allora come la mettiamo, Ercole? Forse siamo al di là dello stretto di Gilbilterra, in quello che veniva mitologicamente considerato il “confine del mondo”, al di là appunto delle colonne d'Ercole, ovvero dei due monti eracliani Abila ed Calpe. No. Non ci siamo. Di sicuro Gaetano si trovava nell'iperuranio plutoniano “in quella zona del cielo dove risiedono le idee, … idee immutabili e perfette, raggiungibili solo dall'intelletto, non tangibile dagli enti terreni e corruttibili”. No. Non c'è da aggiungere altro.

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È morto, a 92 anni, Gaudio Incorpora

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SALVATORE G. SANTAGATA Il prof. Gaudio Incorpora ha concluso la sua laboriosa esistenza nella serenità della sua casa di Locri. Aveva 92 anni. Era nato il 23 aprile del 1921 a Brancaleone, figlio di Donna Gemma, celebre artista gioiosana ed aveva studiato all'istituto di arte, Mattia Preti di Reggio Calabria e si era specializzato all'Accademia di Belle Arti di Napoli. Nella città partenopea, col prof.Carlo Maria Cristini, aveva seguito i corsi di Scenografia al Regio Teatro San Carlo. Conclusi gli studi era rientrato in Calabria ed aveva cominciato ad insegnare, prima nelle scuole superiori e, successivamente nella medie. Disegno e Storia dell'Arte. Successivamente, quando si stava avvicinando il periodo della meritata quiescenza, era stato chiamato a dirigere l'Istituto statale d'Arte appena istituito a Locri. Questo incarico di grande responsabilità egli ricoprì fino alla fine della sua attività scolastica. Ma, né l'insegnamento, né il lavoro dirigenziale, se pure svolti col massimo dello scrupolo e dell'attenzione, erano risultati totalmente assorbenti. Egli, mai per questo trascurando quello che chiamava il “lavoro” principale, di docente e, poi, di dirigente scolastico, continuava ad interessarsi della vita sociale e civile e culturale di Locri e della Locride. E ciò faceva scrivendo su quotidiani, locali e nazionali e su importanti periodici d'arte. Dotato di grande senso dell'ironia, dalle colonne dei giornali, locali o nazionali, coi quali collaborava, imbastiva vivaci, ma sempre garbate polemiche, dalle quali, con grande savoir faire, risultava sempre vincitore. Ma di questo non l'ho mai sentito menar vanto o gloriarsi. Anzi, nei

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Tra i suoi libri e tanti cimeli nella sua casa di Locri conversari successivi, nelle passeggiate sul Corso, o nelle serate al Circolo, egli era sempre pronto a minimizzare i suoi meriti ed i suoi successi ed esaltare i meriti e la perspicacia dei suoi contraddittori di turno, Il tratto principale del suo essere in società, ciò che veniva fuori come tratto di sintesi della sua Personalità, era l'ironia, fine, mai pesante o stucchevole, ma sempre vivace, ficcante che portava, quasi naturalmente, al sorriso e mai alla rampogna e meno che mai alle pesantezze ed all'invettiva.

IN EVIDENZA Il tratto principale del suo essere in società, ciò che veniva fuori come tratto di sintesi della sua Personalità, era l'ironia, fine, mai pesante o stucchevole, ma sempre vivace, ficcante che portava al sorriso e mai alla rampogna

Stavo quasi per dimenticare la sua passione per l'archeologia. Egli, da semplice appassionato, ha seguito varie campagne di scavi nelle terre della Locride, prodighe di scoperte sempre interassenti. Questo interesse gli valse la nomina ad Ispettore onorario per la tutela dei beni monumentali. Tentare di fare un elenco completo delle sue tante pubblicazioni è per me impossibile anche perché, mi sono trasferito dalla mia residenza di Catanzaro a Locri e, per varie vicende, non sono ancora riuscito a portare con me le mie carte, i miei libri, le mie cose. Devo per questa ragione affidarmi alla sola memoria che comincia a vacillare. Mi limiterò a ricordare, tra le tante pubblicazioni di In corpora quelle elencate nel risvolto dell'ultima di copertina di una delle sue ultime pubblicazioni, “Doppio flauto, Addio!”, edita da Franco Pancallo Editore. Tra le sue pubblicazioni, scrive in una breve nota biografica,nel risvolto di “Doppio flauto, addio” Franco Pancallo,”spiccano: “La luna è nera”,”Gioiosa come un racconto”Locri antica e Gerace” “Locri, la terza vita”,”Antichi locresi”,Gerace”,”Saluti da Gerace Marina”.Lupa di mare”. “Lo cri verso il 2000”, “Effemerid sulla Cattolica di Stilo”,”Miti e leggende della Magna Grecia”, “Alici, oleandri torri e terremoti”.

L’ANGOLO DI PARRELLO

LA POESIA

Perdono... solo Perdono

Dolce Ricordo

E così la triste notizia dello sfruttamento subito dalle adolescenti del quartiere Parioli di Roma, si é subito diffusa non solo in Italia ma anche all' estero. In importanti trasmissioni televisive se ne é discusso tanto, a volte anche esprimendo giudizi molto severi sulle vittime: perché, sia chiaro, quelle ragazzine sono delle vittime. Non si giudica nessuno, anzi é giusto che di fronte ad eventi così drammatici ci si interroghi sulle responsabilità. Che sono di tutti noi, se questa é la società che abbiamo creato. Perdono e solo perdono dobbiamo chiedere a queste ragazzine che avendo perduto la via della luce si trovano in un vicolo buio. A noi un importante compito : aiutarle a superare, per quanto possibile, un periodo così triste della propria vita. Franco Parrello

Ricordati di me un domani quando il sole non brilla nel tuo cuore e l'anima tua stanca vola altrove! Tutti i tuoi sogni dormono con me amore. Ricordo la tua immagine sincera La terrò stretta stretta al cuore ti ricorderò come la prima sera innamorata e pazza di me. Passa il tempo e il tempo cambia lascia in me una tempesta dubbiosa nel mio cuore entra una nuvola nera che raffredda il calore che ho per te. Viene la sera e il sole scompare È triste passare la notte senza di te! Mi svegli e vedo un'alba senza sole e i raggi, morti, rimangono nel mio

cuore. Si richiude dentro me la mente nel buio mi ritorna la tua immagine poi soffia il vento, ti porta via or ti ho persa e vivo nel dolore. Ti ricordo come un romanzo d'amore lo vidi vivere poi morire lasciandomi nelle vene un fuoco acceso che brucia e non mi scalda più. Guardo in alto, in cielo per vedere dov'è quel sole! Ma una voce disse: “Qui c'è solo un ricordo triste”. Mi giro per vedere chi parlava! Eri tu mio dolce ricordo. Domenico Ubaldo

Registrazione Tribunale di Locri (RC) n. 1 del 19/06/1998 R.O.C. n°11602 del 02/11/98 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

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Art Director: PAOLA D’ORSA

Grafica: EUGENIO FIMOGNARI COLLABORATORI Ercole Macrì, Angelo Letizia, Nicodemo Barillaro, Mimmo Romeo, Franco Parrello, Daniele Mangiola, Angelo Nizza, Amedeo Macrì, Mario Nirta, Lidia Zitara, Franco Crinò, Rosa Marrapodi.

COPERTINE Dal 2003 a cura di Paola D’Orsa Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili. PUBBLICITÀ Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Master Printing S.r.l. Modugno (BA) DIFFUSIONE S.P. servizi Gioiosa J. ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane

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SPORT

A DELIANUOVA E FILOGASO LE PARTITE NON SI SONO GIOCATE

Nei dilettanti ritornano gli episodi di violenza, il caso Licursi non è servito? Quella passata non è stata una bella domenica per il calcio dilettantistico calabrese. Si sono intrecciati episodi di violenza per i quali nessuna decisione è stata ancora assunta dal Comitato Regionale della FIGC visto che il giudice sportivo ha ritenuto, almeno per il momento, ai ricorsi presentati dalla Benestarnatilese e dal Filogaso. Tutto è accaduto dopo che in settimana si erano accesi i fari riflettori del giornalismo nazionale sull'impianto sportivo di Gioiosa Jonica che avrebbe dovuto costituire un importante momento di riflessione e di valorizzazione del movimento calcistico calcistico calabrese ed invece si è nuovamente ritornato a parlare di calcio e violenza dopo che alcuni fa il povero Ermanno Licursi ci rimise la vita in una partita di terza categoria. A Delianuova, la partita tra Deliese e Benerstarnatilese non si è disputata perché la squadra ospite ha ritenuto di non dovere scendere in campo, presentando una riserva scritta all'arbitro e

IN EVIDENZA

Si è nuovamente ritornato a parlare di calcio e violenza dopo che alcuni fa il povero Ermanno Licursi ci rimise la vita in una partita di terza categoria.

dichiarando nella stessa che per loro non vi erano le condizioni di sicurezza per poter disputare la gara. L'arbitro ha atteso i 45 minuti previsti dal regolamento e poi ha mandato tutti a casa. Tutto è accaduto sotto gli occhi dei Carabinieri presenti allo stadio che hanno subito eseguito dei controlli che, a quanto sembra, hanno successivamente portato all'individu-

azione di un soggetto sottoposto in passato a un provvedimento di Daspo che ovviamente è stato allontanato dallo stadio. Questa triste storia tra Deliese e BenestarNatilese prosegue ormai da diversi anni. Tra calciatori che non si vedono di buon occhio, tra dirigenti che hanno speso qualche parola di troppo sarebbe davvero il caso, diciamo noi, che si ponesse fine una volta

per tutte a questa inutile gazzarra che non rende certamente onore al calcio ed allo sport in generale. Ed ancora, a Filogaso si stava svolgendo la gara tra la compagine locale ed il Soriano. Le due squadre, matricole del torneo di Promozione, stavano giocando l'attesissimo derby quando l'arbitro Sportelli di Lamezia Terme, a causa di una rissa scoppiata tra le tue tifoserie,

sospendeva il match per quasi un'ora. Sembra che gli animi si siano esacerbati quando i tifosi del Soriano si sono avvicinati alla rete di protezione per inveire e protestare all'indirizzo della terna arbitrale e della squadra avversaria. Tutto è nato dall'intervento del vicepresidente del Filogaso che invitava i tifosi del Soriano a non rovinare la rete di protezione. Da lì è scaturita una maxy-rissa, con un petardo scoppiato e con l'arbitro che sospendeva il match chiedendo l'arrivo dei Carabinieri, mai pervenuti. In ogni caso, diciamo noi, l'arbitro non doveva mai far iniziare una partita così importante e sentita senza avere la necessaria presenza delle forze dell'ordine. Una leggerezza assurda considerato che le persone erano moltissime e già si conosceva la grande rivalità calcistica tra due cittadine che si trovano quasi attaccate territorialmente. Vedremo quali decisioni verranno adottate dal Presidente Mirarchi e dalla lega calabrese. Antonio Tassone

BENESTARE NATILESE

A Delianuova clima pesante e per questo non abbiamo giocato “Ho avvertito un clima pesante già un'ora abbondante prima dell'inizio della gara ed ho capito che non sussistevano le condizioni di sicurezza e ambientali per far giocare i ragazzi in modo sereno una partita che avremmo desiderato fare”. Così il Direttore Generale della Benestarnatilese Giuseppe Amato, convinto che la soluzione scelta sia stata la più opportuna. La squadra era partita con le macchine dei dirigenti e di alcuni familiari. La dirigenza non si può permettere la spesa di un pulmino e quindi ci si arrangia con le auto dei dirigenti e di alcuni genitori al seguito della squadra. L'appuntamento è a Gioia Tauro per una colazione prima della partita da giocare a Delianuova alle 14.30. Una scelta inusuale in quanto il pranzo viene offerto sempre dalla squadra ospitante. Ma la dirigenza della Benestarnatilese ricordava bene quanto era accaduto a Roccella nel mese di luglio, quando in un noto ristorante, durante un pranzo sociale per festeggiare l'ingresso in promozione, si era scatenata una rissa con alcuni giocatori

della Deliese che si trovavano a pranzo proprio nello stesso locale. Precauzioni, quindi, in ricordo della rissa estiva e “vecchia ruggine” tra due club aspromontani. Dopo il pranzo a Gioia Tauro, ognuno, anche se non tutti in comitiva, hanno preso la strada per Delianuova. Non si conosce con precisione cosa sia accaduto prima dell'arrivo della squadra al completo di allenatore, dirigenti e qualche familiare spettatore. La cosa certa è che il mister Giuseppe Procacciante giunto con altri ragazzi è entrato nel campo in tuta (ancora non c'era alcun dirigente né erano presenti le Forze dell'ordine giunti una mezz'ora prima dell'inizio della gara), per una ricognizione del terreno di gioco e qualcuno avrà raccontato di essere stato spintonato con qualche parola di troppo appena sceso dalla macchina ad opera di ignoti che avevano accerchiato l'autovettura. Il racconto ed anche i vistosi segni di ansia in alcuni giovani calciatori, avranno determinato l'allenatore di evitare qualsiasi occasione di “scontro” verbale sia con la squadra che

ancora non era entrata nemmeno negli spogliatoi sia con i dirigenti o con i fans della Deliese. Non si conoscono le cose dette tra i dirigenti della Banestarnatilese e lo staff tecnico, certo è che l'allenatore ha chiamato a sé i propri ragazzi lasciando il rettangolo di gioco per avviarsi all'uscita. A quanto ci è dato sapere l'avv. Mantegna, dirigente della squadra e vice sindaco di Benestare, aveva già provveduto a consegnare all'arbitro che intanto era entrato nel proprio spogliatoio, una dichiarazione dove sarebbero stati espressi i motivi per i quali la squadra non avrebbe disputato la partita. Una brutta storia che segna il calcio dilettantistico che sopravvive proprio grazie ai giovanissimi del '94, '95, '96 e '97 che vengono sottratti alla strada ed alle cattive compagnia per socializzare e rapportarsi sportivamente ai pari ed ai dirigenti che ogni tanto riescono ad offrire loro, per restare in compagnia, una pizza ed una bibita, spesso pagate dai genitori degli stessi ragazzi. Anche su " www.ilpaese.info ) Domenico Agostini

Si é svolta domenica scorsa a Palermo la consueta Maratona di oltre 42km. Uno dei piu importanti appuntamenti podistici nel meridione. Il locrese Carmine Mazzone, classe 1975. ha ottenuto il 1° posto di categoria e il 3° posto in assoluto con 3h 3min 37sec su 42km. Mazzone, dunque, è salito sul podio dei vincitori. Tale risultato rappresenta

un grande orgoglio sia per lo stesso atleta che per la sua squadra (A.S.D. podisti Locri) così come per tutti gli amanti dello sport di tutta la locride. Complimenti a Carmine Mazzone. Il sacrificio delle ultime settimane (oltre 1300km percorsi durante gli orari notturni) ha appagato alla grande. lr

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Parlando

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Designazioni arbitrali d’Eccellenza Queste le designazioni arbitrali della dodicesima giornata: Sersale-Nausicaa Sacca' di Reggio Calabria Rossanese-Corigliano

Lupoli di Frattamaggiore Gallico-Roccella Salamone di Castellammare di Stabia Acri-Sambiase Catanoso di Reggio Calabria Pasquale Libri San Lucido- Taunianovese Massaria di Vibo Valentia Palmese-Bocale Sicilia di Cosenza Castrovillari-Paolana Milone di Taurianova Isola C.R. - Guardavalle De Napoli di Cosenza

Designazioni arbitrali della Promozione BAGNARESE-DELIESE Falcomata' di Reggio Calabria BENESTARNATILESEGIOIOSA Morabito di Taurianova

BIANCO-REGGIOMEDITERRANEA Innocente di Cosenza MARINA GIOIOSA-FILOGASO Idone di Reggio Calabria SIDERNO 1911- TAUREANA Stella di Cosenza SORIANO-BOVALINESE Cartisano di Reggio Calabria RIZZICONI-BRANCALEONE Michienzi di Lamezia Terme VILLESE CALCIO- POLISTENA Monesi di Crotone

SPORT

SIDERNO

Non c’è due senza tre L'avvicendamento tecnico ha fruttato al Siderno ben 6 punti nella ultime due sfide di campionato. L'arrivo di Gioacchino Mollica ha ridato serenità all'entourage della compagine jonica del presidente Racco che, prima ha battuto la Deliese in casa, e poi è andata a vincere il derby domenica scorsa a Gioiosa Jonica. La classifica inizia a sorridere. Il Siderno con queste due vittorie si è portato a metà gruppo e soprattutto oggi avrà a disposizione una di quelle gare importanti da vincere a tutti i costi contro l'ostica

Taureana. I bianco-azzurri sembrano lanciati per ottenere la terza vittoria di fila dell'era Mollica che potrebbe davvero rappresentare un importante e prezioso crocevia stagionale per Carabetta e compagni. Una partita che sicuramente sarà molto tattica ma che il Siderno dovrà cercare di fare sua con quella grinta e quella determinazione che si è evidenziata ultimamente. Per l'occasione Mollica ritroverà Bevilacqua, assente per squalifica a Gioiosa, e ritroverà anche Cosimo Figliomeni, pronto per il rientro.

Positivo anche il ritorno di Cosimo Barranca che si è ben disimpegnato domenica scorsa assieme al giovane portiere Caruso. In sostanza la linea “paesana” voluta dalla società sembra stia iniziando a darei suoi frutti e la speranza è che la compagine jonica possa finalmente tirarsi fuori dalle zone minate della classifica dopo che l'inizio stagione non era stato dei più promettenti. Ma per completare la rincorsa servirà la vittoria odierna, Taureana permettendo. A.t.

Roccella: batti un pugno per la D Continua la marcia della capolista Roccella che domenica scorsa ha ottenuto il decimo risultato utile consecutivo aumentando il vantaggio sulle dirette inseguitrici. Contro il San Lucido non c’è stata partita con gli amaranto che in appena quindici minuti hanno realizzato tre reti ma avrebbero potuto essere molto di più potrebbero essere state molte di più. Oggi pomeriggio gara molto insidiosa sul campo del Gallico-Catona che ancora risulta imbattuto nelle gare casalinghe. Servirà una prova di carattere, una di quelle

sfide che significheranno molto in prospettiva futura considerando che sei il Roccella dovesse vincere potrebbe davvero dare due colpi forti sul tavolo della promozione. Una squadra che sinora sta meravigliando tutti per la sua verve e ed il gioco frizzante. Un gioco offensivo che sta esaltando le capacità realizzative dei vari Femia, Saffioti,Carbone, Criniti ed anche del capitano Mimmo Calabrese che finalmente sembra aver trovato la sua migliore stagione da quando milita nel Roccella. Nell’interland reggino

la squadra amaranto sarà seguita da un nutrito drappello di tifosi che non farà mancare il suo caldo incitamento per quella che viene a ragione veduta considerata una fondamentale tappa di avvicinamento per una eventuale vittoria di campionato. La squadra in settimana si è allenata con grande intensità. Mister Galati ha preparato tutto nei minimi dettagli e si aspetta l’ennesima prova di maturità della sua squadra che anche oggi non dovrà deluderlo. Vedremo quello che accadrà. Antonio Tassone

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Designazioni arbitrali della Prima categoria ANTONIMINA - SAN GIUSEPPE Barcio di Cosenza AURORA REGGIO -CONDOFURI

la Riviera

Francavilla di Soverato SANFERDINANDO -BIANCHESE Barreca di Reggio Calabria CAMPESE -GREFFA Petruzza di Catanzaro LAUREANESE -REAL Armocida di Locri AFRICO -CAULONIA Scalzo di Reggio Calabria CITTANOVESE -ROSARNESE Rotella di Catanzaro S.CRISTINA -PALIZZI Antonuccio di Taurianova

Tim e Lega Nazionale Dilettanti: al via in Calabria la 'Fair Play Tim Cup' Dopo il successo dello scorso anno in Puglia, TIM e Lega Nazionale Dilettanti portano in Calabria la “Fair Play TIM Cup”, lo speciale campionato a livello regionale che assegna punti in base alla correttezza delle squadre dentro e fuori dal campo. Si tratta della prima iniziativa messa in campo nel quadro generale della rinnovata partnership che lega Telecom Italia e LND anche per questa stagione sportiva. Ogni mese fino alla fine del campionato, la seconda edizione della manifestazione assegnerà il premio, che consiste in una muta di maglie da gioco personalizzata, alle squadre che si sono distinte per il fair play nelle categorie Eccellenza, Promozione, Juniores, Allievi e Giovanissimi calabresi. La “Fair Play TIM Cup” in Calabria sarà supportata anche dai social network: Lega Nazionale Dilettanti, infatti, grazie a TIM è presente su Facebook con una pagina - con oltre 17.000 Like - che ospita news, informazioni sulle migliori

squadre del mese di tutte le categorie, ritratti dedicati ai nuovi talenti, storie legate alla passione per il calcio, foto e interviste ai protagonisti. Uno spazio dedicato allo scambio di idee regolato da una policy comportamentale improntata al fair play e al rispetto reciproco, in modo che lo sport più amato dagli italiani possa essere sempre fonte di ispirazione, dialogo e confronto, ma soprattutto luogo di valori positivi e condivisi. Gli stessi principi che animano l'attività della Lega Nazionale Dilettanti. “Siamo orgogliosi di poter ripetere una felice esperienza come quella della Fair Play TIM Cup e per questo ringraziamo Telecom Italia - ha dichiarato Carlo Tavecchio, presidente della Lega Nazionale Dilettanti -; siamo sicuri che anche in Calabria riusciremo ad avere grande coinvolgimento e soprattutto un ritorno positivo in termini di correttezza e rispetto delle regole”. lr

Asd Burraco Siderno sbanca Lamezia Domenica 17 novembre si è svolto a Lamezia Terme presso il Grand Hotel il II torneo della Federazione Italiana di Burraco.Hanno partecipato al torneo le associazioni club di Catanzaro, clubmania di Lamezia, club Lamezia, Gruppo Ymca Siderno e l'Asd Burraco Siderno.Il girone A è stato vinto dalla coppia Marino-Riggio del club di Catanzato, al secondo posto si sono classificati Iannini- del club Lamezia. Nel girone B si sono aggiudicati il primo posto

Mirarchi-Pedullà dell'Asd Burraco Siderno, il secondo è andato alla coppia Agrippa-Messinò mentre il terzo posto è stato del duo MorisaniRomeo. In occasione di questa competizione è stato anche presentato dal Presidente dell'Asd Burraco di Siderno, Francesco Ruso, il programma del primo torneo nazionale di Burraco dello Jonio, organizzato dall'associazione per il 20-21-22 giugno presso il Grand Hotel Kennedy di Roccella.

Marina di Gioiosa: via Rotondo arriva Panarello Era nell'aria da qualche settimana, ora arriva l'ufficialità. Pasquale Rotondo non è più l'allenatore del Marina di Gioiosa. La decisione della società è stata presa, dopo un lungo incontro con il tecnico Reggino. Un divorzio indolore e consensuale , avvenuto nel massimo rispetto e nella massima serenità tra le parti. Il Marina di Gioiosa è reduce dalla sconfitta di Brancaleone contro la capolista dove Frascà e compagni avevano giocato una buona gara uscendo a testa alta al cospetto di una squadra attrezzata per il ritorno in eccellenza . La decisione di Rotondo di lasciare la squadra è maturata dopo che lo stesso tecnico aveva incontrato i dirigenti per fare il punto della situazione sul campionato fin qui svolto dalla sua squadra dopo undici turni dove i risultati sono stati molto altalenanti. Il presidente Tavernese insieme a tutta la società ha preso atto della decisione e rivolge a mister Rotondo un particolare ringraziamento per l'ottimo lavoro svolto e un grosso "in bocca al lupo" per il proseguo della sua carriera".La società senza perdere tempo ha subito scelto il successore chiamando sulla panchina Maurizio Panarello ex allenatore della Bovalinese che ha accettato l'incarico mettendosi subito al lavoro per preparare al meglio la sfida di oggi pomeriggio contro il Filogaso. Il Marina di Gioiosa dopo il cambio tecnico cerca adesso la svolta in questa stagione, a Maurizio Panarello il compito di trovare il modo per dare una scossa alla squadra già dalla sfida odierna. L'ex allenatore Rotondo ringrazia tutto l'ambiente per l'accoglienza che gli hanno riservato in questi mesi di lavoro:”lascio una squadra in salute mi auguro che questi ragazzi possano raggiungere i più ambiti traguardi. Un grazie di cuore a tutti i tifosi e a quanti mi sono stati vicini in questa breve esperienza”. Nicodemo Barillaro

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A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale®Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

Gusto&

sapori

Nel parlare di fritto, una settimana fa, abbiamo sottolineato che non dobbiamo mai dimenticarci di mangiare acqua di vegetazione delle verdure crude e un frutto di stagione , la Melagrana … a seguire gli agrumi sono il top di questa stagione.

Generalità e funzioni Il melograno è originario della Persia, ed è uno degli alberi che l’uomo coltiva da più tempo. La nostra regione ne è ricca… Esso fiorisce in autunno ed il suo frutto, la melagrana, è reperibile durante i mesi invernali. Si presenta come un frutto globoso, con scorza coriacea di colore bruno, tendente al giallo; all’interno si possono osservare delle logge separate da setti membranosi, che contengono semi polposi (granelli), dal sapore acidulo ed aromatico. Le melagrane più dolci e succose sono quelle i cui chicchi hanno un bel colore rosso rubino intenso, attraverso cui traspare a malapena il semino contenuto al loro interno. Per sfruttarne tutte le preziose proprietà terapeutiche, la melagrana si consuma fresca, ma può anche essere impiegata sotto forma di succo o di sciroppo.

Melagrana Indicazioni Sapevate che la Melagrana, ricca di vitamina A e C, per il suo ridotto contenuto di fosforo e sodio ha?: un’azione diuretica e drenante tessutale; ed ha un effetto cardiotonico; le sue principali azioni terapeutiche riguardano la microcircolazione generale, in particolare quella renale, cardiaca e cerebrale. Questo frutto è dotato di una funzione ipoglicemizzante ed ipocolesterolemizzate, basterebbero 50 millilitri di succo al giorno per assicurare un effetto protettivo, secondo F. Muller dell’Università di Francoforte, che lo rende uno dei frutti indicati nel trattamento della malattia diabetica. La melagrana si rivela utile anche nelle anemie sideropeniche e nelle piastrinopenie, in virtù della grande disponi-

bilità del suo ferro; viene impiegata con successo per sostenere il tono generale dell’organismo, la melagrana, proposta in grande quantità sotto forma di succo (non potendo far assumere 15-20 frutti interi al giorno), si è dimostrata capace di sorreggere la vitalità di un organismo profondamente minato dalla malattia. Anche nelle patologie degenerative del sistema nervoso centrale, la melagrana si rivela estremamente efficace. Nel periodo invernale, l’apporto di ferro, elettroliti e vitamine A e C da parte della melagrana, costituisce una valida difesa contro le malattie da raffreddamento e per il sostegno energetico dell’organismo. Infine, essa è dotata di un’azione terapeutica nelle parassitosi, grazie al contenuto in pelletierina, sostanza altamente tossica per la tenia ed altri vermi intestinali.

Nel caso in cui si voglia perdere un po’ di peso corporeo, in prossimità del Natale , penso sia propedeutico conoscere qualche sano abbinamento che possa essere utile, 1 melagrana con: straccetti di carne in padella con un contorno di rucola e indivia riccia

Tabella nutrizionale per 100 grammi di melagrana

Calorie 83 kcal

spezzatino alla cacciatora con 2 indivie belga ai ferri

Acqua 77,93 g

pesce in padella e puntarelle ben condite

Carboidrati 18,7 g

vellutata di lenticchie e finocchio condito

Proteine 1,67g Grassi 1,17 g

Secondo F. Muller Università di Francoforte “Lo studio su pazienti affetti da diabete, non dipendenti da insulina, ha dimostrato i benefici derivanti dal consumo regolare di 50 ml al giorno di succo. Non solo gli indici glicemici non peggiorano a dispetto del contenuto in zuccheri del frutto, ma si è potuto riscontrare un significativo rallentamento nello sviluppo di placche arteriosclerotiche grazie all’azione antiossidante dei polifenoli e dei tannini della melagrana. Ciò conferma i risultati di studi precedenti che avevano evidenziato la sua capacità di inibire l’attività dell’enzima ACE presente nel siero, senza ridurre contemporaneamente la pressione sanguigna. Per questi motivi la melagrana rafforza l’apparato vascolare e protegge dalle malattie cardiache. Anche la scorza coriacea del frutto contiene una notevole percentuale di tannini dalle proprietà astringenti ed elevata capacità antiossidante.”

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LA BATTAGLIA CONTRO LO SPOPOLAMENTO

Rischio isolamento Alla ricerca del binomio

“mare e borghi”

Caulonia superiore e un progetto “monco” STEFANO MARZETTI E' una strada pedemontana mai realizzata il progetto “monco” che sempre più sta isolando Caulonia superiore, col rischio che quest'antichissimo borgo - Kauloni quando il territorio era Magna Grecia e la città era di quelle che contavano - resti isolato e si avvii a quello spopolamento che minaccia gran parte dei paesi e cittadine dell'entroterra della Locride. Questa magnifica parte misconosciuta della Calabria, che potrebbe risorgere se solo fosse assimilato che il binomio perfetto non è “mare e monti” ma “mare e borghi”. Non, quindi, caseggiati sperduti e degni di un eremitaggio ma residenze affacciate su uno dei mari più belli del mondo, a due passi dalla costa, lontani dall'inquinamento. Insomma, a una giusta distanza da poter dispensare un'esistenza rilassante e allo steso tempo priva della sensazione d'isolamento. Di questa potenzialità si accorgono assai più i forestieri che soprattutto in estate visitano la zona, che la maggioranza dei calabresi. Su “la Riviera” ne abbiamo parlato un paio di edizioni fa a proposito di Ferruzzano, il “paese fantasma” che vuole resuscitare. Perché è giusto mostrare che si sta sprecando una possibilità di sviluppo, di rinascita che da qualche parte ha già avuto successo. Come a Condoianni e Pentedattilo. Come a Riace, ripopolata grazie all'ospitalità concessa agli emigranti africani, dove oggi la raccolta differenziata si attua utilizzando gli asinelli. Luoghi che sembravano destinati a morte certa e che invece è possibile rimodernare, partendo dal progresso. L'ascesa a Caulonia superiore è uno scorrimento - che con la motocicletta è assai piacevole - attraverso aranceti e uliveti. Alle spalle, sempre più in grandangolo, un panorama mozzafiato sullo Jonio. Qua e là, a sciupare il diletto, lo scheletro di qualche costruzione mai termina-

ta - un classico calabrese - e le malinconiche spoglie di vetusti, affascinanti casali la cui vitalità nessuno pensa di riaccendere. Circondati da rovi e discariche abusive, se ne stanno lì, come ospedalizzati abbandonati in corsia, in attesa di un medico compassionevole. Continui per qualche tornante e in poco tempo t'introduci fra gli angiporti di una cittadina eterogenea. Fiancheggi una residenza signorile, poi un caseggiato disfatto e orfano. L'edificio comunale, che se recuperato tornerebbe a rivelare la sua sontuosità. E così via, tra palazzi e chiese, fin su in alto, tra le rovine del castello e del monastero di Valverde, quando la Caulonia medioevale fu Castelvetere. Costruzioni che rovinarono al suolo col terremoto del 1783. Circa centocinquanta morti sotto le pietre, oggi vestigio di un'epoca in cui la città si vantava - e a ragione - della propria produttività. «Quella pedemontana - dice Ilario Ammendolia, ex sindaco di Caulonia e nostro direttore editoriale - avrebbe di certo favorito il recupero delle campagne. Un obiettivo mancato per una legge che non consente di espropriare e senza indennizzo case abbandonate e terre incolte o mal coltivate. Una norma che tentai di inserire. È auspicabile che l'attuale primo cittadino Giovanni Riccio, intervenga. Perché lo sviluppo non può essere scisso da un progetto - aggiunge Ammendolia - Quello che avevo messo in campo puntava su tre direttive: la pedemontana che non s'è realizzata per mancanza di interlocutori seri, leggi Provincia e Regione; il “progetto accoglienza” che resta monco senza l'approvazione di una legge che preveda l'esproprio delle terre incolte e delle abitazioni disabitate; l'unità del paese intorno a un progetto di sviluppo che parta dalla memoria storica. Il busto a Tommaso Campanella e la statua al contadino sintetizzavano questo pensiero». L'ex primo cittadino punta verso un sogno che ha la priorità su tutti gli altri: neppure Caulonia merita di trasformarsi in uno spettro.

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Parlando

di...

Si costituisce a Siderno l'Associazione culturale “Amici del libro e della biblioteca” Ha formalizzato la sua nascita, approvando lo statuto, l'Associazione Culturale “Amici del libro e della biblioteca”, nata dalla tenacia di alcuni esponenti del mondo

culturale sidernese, indignati del trattamento riservato alla bella biblioteca “Armando La Torre”, trascurata fino al punto di essere confinata in una sede non adat-

ta alla funzione di biblioteca pubblica. Dopo le numerose sollecitazioni dell'avvocato Domenico Romeo e del professor Enzo D'Agostino, molto spesso rimaste

CULTURA E SOCIETÀ

I G.A.S. nella Locride DANIELE MANGIOLA

La tecnologia, figlia degenere della scienza, da gran tempo ci tiene tutti sotto scacco. Non le basta controllare i nostri sogni e bisogni, possiede tutta la nostra vita. Ci foraggia, anche, come polli in batteria, nutrendoci di ciò che le pare meglio, di ciò che non sappiamo più neanche cosa sia. Il cibo, che è la nostra vita, la nostra salute, il nostro futuro, quello dei nostri bambini, non lo controlliamo più, non sappiamo più come è fatto. Ma c’è chi non si arrende. C’è chi non ha abdicato al diritto di essere responsabile della propria vita, pretende di controllare la qualità di ciò che usa, di ciò che mangia. Si chiamano G.A.S., Gruppi di Acquisto Solidale. Gruppi di persone che scelgono di comprare insieme beni d’uso quotidiano selezionando i fornitori in base a criteri di giustizia, solidarietà e rispetto per

l’ambiente. Abbiamo contattato Milena Praticò, di Gastretto, un G.A.S. che opera dal 2010 nel nostro capoluogo di provincia, la quale ci ha raccontato la determinazione di questa sfida di uno dei tanti piccoli Davide contro il mostruoso Goliath della produzione industriale. Prendere contatti diretti col produttore significa filiera corta, una drastica riduzione della catena di rivenditori che il commercio ha introdotto tra il produttore di un chilo di patate, poniamo, e la casalinga che le cucinerà. Conoscere i produttori significa riduzione dell’inquinamento prodotto dai trasporti. I produttori saranno locali e questo significherà un incentivo alla biodiversità, che l’industria alimentare sta sterminando a ritmi vertiginosi: specie animali e vegetali del territorio invece che la specie unica spacciata dai banconi dei supermercati. “Gli acquisti solidali si basano sulla conoscenza diretta dei fornitori, su un rapporto di

fiducia: il produttore rende partecipe del suo sistema di produzione chi acquista, i gasisti si impegnano ad acquistare dando la possibilità a chi produce di farlo in maniera continuativa. I G.A.S. sono un modo per mantenere viva la buona economia del territorio perché scelgono esclusivamente la produzione a Km0 di qualità. I gas sono un'applicazione pratica del consumo critico anche perché pretendono onestà ed equità del lavoro” dice Milena. L’associazionismo è necessario, oggi, per contrastare lo strapotere della grande produzione industriale, per proteggere e sostenere lo sforzo dei piccoli produttori che non si allineano alle politiche massificate. Gastretto organizza i mercatini dove i piccoli produttori si incontrano con i consumAttori (acquirenti consapevoli e critici). L’incontro può avvenire nel visitare direttamente i siti di produzione, vedere con i propri occhi il lavoro che c’è dietro, conosce-

re “il piacere di avere sulla tavola prodotti locali naturali, acquistati da persone di cui conosci il nome, la faccia e l'attività produttiva.” Non tutto fila liscio, lamenta Milena: “in Calabria non siamo abituati a far le cose insieme per il bene collettivo, la maggioranza pensa solo al suo orticello, preferisce i grandi centri commerciali ad un parco pubblico; difficile è rendere costante la partecipazione agli ordini dei prodotti e alle assemblee dei soci che invece dovrebbero essere l'anima del Gas.” A parte realtà strutturate come Gastretto, anche nella provincia jonica qualcosa si muove, si tratta di privati, consumatori e produttori intenzionati a non mollare, che scambiano prodotti ed esperienze. Cambiare il mondo è un’impresa titanica. Da adulti, superati i trent’anni, smettiamo di crederci. Altra cosa però è gettare la spugna. Se il mondo non si cambia, si può cominciare dal cambiare se stessi.

Rocco Gatto in ateneo

Nino Racco & la sua opera aperta all’Unical È un cantastorie. Il suo volto, il suo corpo, la sua persona, la sua maschera sono uno, nessuno, centomila. E in quell'uno, nessuno,centomila prende vita la vicenda di Rocco Gatto, che il 12 marzo 1977 viene ucciso dalla 'ndrangheta per avere detto pubblicamente il suo No deciso e consapevole ad un sistema di vita che non gli appartiene. Il pizzo a Gioiosa nessuno lo deve pagare e quel vivo e poliedrico mercato domenicale doveva restare aperto e non essere chiuso per lutto cittadino in onore e rispetto del boss Vincenzo Ursino. Il buono auspicio derivante dall'essere stato bambino nudo posto sotto la statua dell'omonimo e venerando San Rocco nulla può contro chi invece è stato battezzato con coltello, santino e candela. Il padre Pasquale Gatto rimane trafitto dal dolo-

re, perché “troppo amore gli ho insegnato a Rocco Mio, una pietra dura al posto del cuore bisogna avere. Un Peppe Stalin in ogni paese ci vuole!”. L'opinione della gente è quella dell' “accussi vannu i cosi”, “na famijia rovinata”, e mentre si stringono le mani in segno di condoglianza, le menti pensano “bravu Roccu, bravu… ma si potia fari i c…” e intanto Pasquale balla a Santu Roccu, Roccu, Roccu, Roccu, e balla e balla fino allo sfinimento, coinvolgendo nel ritmo indiavolato un pubblico che l'allestimento di Antonella Iemma ha voluto a semicerchio sulla scena - e non giù in poltrona - per poter stare attorno a Nino, abbracciarlo ed essere abbracciato, vicino, intimo, vibrante, in quella tarantella in cui ogni anima straziata possa trovare un po' di pace. In questo

spettacolo aperto in cui, sulla particolare ed esemplare vicenda di Rocco Gatto, l'attore creatore, ritaglia egregi spazi bianchi in cui si svolge il filo di una critica più vasta e attualizzata della nostra terra, di questa Calabria desoland, anzi no, beautiful, beautiful land, perché anche se si può morire, anche se lo sviluppo occupazionale è ridotto al minino c'è sempre la vocazione turistica portata avanti in ogni campagna elettorale che si rispetti, ci sono sempre quei 45 minuti che separano la montagna dal mare e quei prodotti tipici da fare impazzire il palato con cui coprire, addolcire, fare un po' tacere quel sangue dei giusti che chiede riscatto. Liberazione politica, sociale, culturale e morale. Grazie Nino, grazie Rocco. Lucia Femia

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inascoltate o disattese, un gruppetto di persone -cui fa da capofila l'ingegner Cosimo Pellegrino- si è riunito per esternare la volontà di avere una biblioteca realmente funzionante e accogliente. Le finalità dell'associazione non sono solo quelle di esercitare il diritto della cittadinanza di poter avere voce in capitolo sulla biblioteca, diritto spesso negato, ma anche quello di promuovere la ripresa culturale di Siderno, a tutto tondo, senza nulla trascurare. In particolare verrà posta attenzione alle pubblicazioni su Siderno o di autori sidernesi, alla creazione di un archivio di atti, al potenziamento della bibliografia di alcuni settori di grande

Siderno ai tempi del sindaco Pietro Campoliti Il 29 novembre 2013 si terrà presso la sala consiliare del comune di Siderno la conferenza sul tema: Società e politica nella Calabria liberale. Siderno e i documenti ritrovati del sindaco Pietro Campoliti. Di seguito un breve estratto dei documenti restaurati fornitoci dalla deputazione di Storia patria per la Calabria Il ritrovamento e restauro di documenti relativi a Pietro Campoliti ed alla sua famiglia, a cura dell'Istituto Calabrese per la Storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea di Cosenza, ci spinge a scrivere alcune parole sul periodo storico che lo vide sindaco di Siderno. *** Il 27 luglio del 1897 si svolsero a Siderno le elezioni comunali amministrative. L’aristocrazia sidernese voleva candidare a sindaco l’avv. Giovanni Falletti, loro nuovo alleato; ma questi, per non far sparlare di lui, che pur di sconfiggere il cognato Michele Calauti si era alleato con i suoi avversari politici, rinunciò alla carica e accettò che fosse designato a sindaco Pietro Campoliti di Riace, imparentato con la famiglia dell'eroe del Risorgimento Michele Bello. Pietro Campoliti, nella seduta Consiglio Comunale di giorno 29 luglio 1897, venne eletto sindaco con 14 voti su 15, in quanto l’unica scheda bianca fu la sua. Iniziò così il suo lungo sindacato di Pietro Campoliti, che durò sino al 14 luglio del 1919. Pietro Campoliti fu l’esponente ed il rappresentante dell’aristocrazia terriera e dei professioni sidernesi, nonché della Loggia massonica di Siderno intitolata a Michele Bello. Tra i suoi principali sostenitori ci furono l’avv. Luigi Misuraca, Francesco Albanese e il figlio onorevole Giuseppe Albanese, l’avv. Carlo Romeo, l’avv. Giuseppe Romano, l’avv. Aristide Bava, il dott. Francesco Ruso ed altri. Comunque, il vero potere politico amministrativo tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento fu saldamente nelle mani di Francesco “Ciccillo” Albanese. Tra le prime attività dell’amministrazione Campoliti, che fu molto attiva per il paese, ci fu nel 1898 l’ampliamento dell’impianto di illuminazione pubblica a petrolio, la richiesta di elevazione della dogana di Siderno alla prima categoria, l’ampliamento del palazzo Gargiulo che era la sede del palazzo municipale, l’approvazione del regolamento per l’economato e di quello per il macello. L’11 maggio 1899 fu approvato in Consiglio Comunale il nuovo stradario di Siderno.

Il 12 settembre 1900, Pietro Campoliti venne riconfermato sindaco per il triennio 1900-1903; nel 1903 portò a compimento il completamento dell’acquedotto comunale, che fu inaugurato il 15 novembre 1903. Campoliti vinse anche le elezioni comunali tenutesi il 26 luglio 1903, che si svolsero in un clima di scontro politico tra il partito che lo sosteneva contro il partito dei popolari e i socialisti massimalisti e così fu nuovamente sindaco. Dopo la nuova rielezione di Campoliti a sindaco, la lotta politica contro di lui e la classe che rappresentava si fece più aspra, fomentata e ravvivata dall’avv. Giuseppe Falletti, che non appoggiato dal gruppo politico Albanese-Campoliti nelle elezioni politiche del 1904, si schierò con il socialista Francesco Montagna, direttore del periodico Il Grido del Popolo e con il Circolo Popolare di Siderno Giuseppe Nanni; il suddetto Circolo per mezzo del giornale Il Grido del Popolo attaccò duramente l’amministrazione Campoliti. La scintilla che fece divampare lo scontro politico fu il mancato appoggio da parte del gruppo politico Campoliti-Albanese all'avv. Giuseppe Falletti nelle elezioni politiche al Parlamento Italiano del 1904. Nel luglio del 1906 si votò per eleggere la nuova Amministrazione Comunale di Siderno. Le elezioni furono generali e non parziali e vinse nuovamente Campoliti, che venne riconfermato sindaco il 28 agosto 1906; egli vinse poi anche le elezioni successive fino all’ultima vittoria del 24 agosto 1914. Domenico Romeo

interesse come lo sport. L'associazione è apartitica e apolitica, riunisce esponenti della vita culturale di Siderno appartenenti a molteplici indirizzi politici, tutti accomunati nel desiderio di veder ritornare Siderno ad antichi splendori. L'Associazione inoltre si propone di dare via ad un comitato di gestione che vegli sul buon funzionamento della biblioteca nel corso degli anni a venire. L'obiettivo primario al momento rimane l'individuazione di una sede definitiva ed appropriata per la biblioteca e la proposta della creazione di una Casa della Cultura. La Redazione

la Riviera

ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò

Il progetto di Mario Occhiuto crea il connubio tra luogo di culto e volarizzazione del territorio.

Placanica ha un nuovo Santuario per la Madonna dello Scoglio Il Santuario della Madonna dello Scoglio si trova nel piccolo paese di Placanica (R.C), e rappresenta un luogo ricco di significato religioso e di notevole suggestione. Attrae ogni anno una moltitudine di persone, molte delle quali hanno una ridotta mobilità o sono in particolari condizioni di disagio. In questo luogo di preghiera e riflessione la natura incontaminata intorno crea uno scenario di notevole bellezza. In quarant'anni, dalla leggendaria prima apparizione della Madonna a Fratel Cosimo, una infinità di pellegrini si sono riversati in questo posto minuscolo con impervie problematiche nel raggiungerlo, vista la mancanza di servizi e strutture adeguate che possano garantire un facile collegamento ed accesso ai credenti, che con devozione e forza si riversano continuamente in cerca di conforto e consolazione. Attualmente la piccola ed antica chiesa presente nel sito in cui la madonna è incastonata tra gli scogli, non ha più le condizioni di accogliere le grandi masse di pel-

legrini che ormai partono da ogni regione per una visita spirituale e non solo. La necessità di accogliere le grandi masse e di valorizzare il luogo del culto collegandolo ad una opportuna strategia di pianificazione del territoriale, nasce e si concretizza con il progetto dell'Arch. Mario Occhiuto, nonché attuale Sindaco di Cosenza. Il progetto ideato da Occhiuto ha un suo valore architettonico creando il connubio tra spiritualità e territorio. Unisce le esigenze funzionali e di accessibilità dei pellegrini con il rispetto e la valorizzazione della spiritualità del luogo. L'opera architettonica è pensata come un grande braccio in rame che va ad abbracciare il cuore dei fedeli per dare loro conforto e forza. Sinuose e avvolgenti le forme architettoniche e particolari i materiali e i dettagli utlizzati. Il fulcro principale ruota attorno il simbolo della croce sul campanile in pietra che si erge maestoso ad indirizzare i fedeli verso la meta spirituale attraverso percorsi mistici e linee morbide che

segnano il terreno dal luogo dell'apparizione della Madonna sino al nuovo santuario. Le pareti e i tetti vengono trattati con materiali diversi, dai bassorilievi in bronzo sul fronte, alle lunghe vetrate avvolgenti o le piccole fessure per filtrare la luce all'interno della sala eucaristica. Il tetto a forma rotondeggiante sembra possa essere simboleggiato come un grande pane di fede per nutrire i fedeli. Giochi geometrici in pietra nei percorsi e nel campanile segnano con eleganza e plasticità. Questo luogo vuole essere fulcro di un culto ma anche valorizzazione del territorio, creando collegamenti, servizi, accoglienza per garantire ai fedeli, ai pellegrini, ai turisti curiosi un sistema ben articolato dove l'elemento architettonico prende vita e forma nel suo intorno naturale ed incontaminato fatto di uliveti, aldilà del suo simbolismo religioso, creando un luogo di notevole interesse religioso e architettonico. Un museo d'arte religioso all'aperto e che racchiude all'interno i segreti e le espressioni di una fede.

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Parlando

di...

ATTUALITÀ

POLITICA E DINTORNI ...

L’abbraccio sentito di “Io ci sto” alla Casa di Riposo “Sant’Antonio”

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Riccardo Ritorto: « La solidarietà è una progressione, non uno scatto. Continueremo su questa strada di gioia»

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1- Cagliuso presente al comitato dei sindaci. E’ una notizia. E la prima volta, infatti, che si è visto un esponente dell’attuale amministrazione di Caulonia dopo l’elezione del sindaco Riccio e la dimissioni di Ilario Ammendolia da presidente del comitato 2- Nell’articolo a pagina 18 parliamo della protesta di Masino Mittiga contro l’egemonia di Imperitura. Ma la sua espressione dice tutto su come la pensa 3- Sconfitta, ma sempre sorridente. Questa foto è stata fatta lunedi verso le 16,00 quando era chiaro che Maria Teresa Badolisani aveva perso le elezioni e che non avrebbe fatto il sindaco d iMarina di Gioiosa Jonica

tto confezioni di pasta e 6 di biscotti da 1 kg, 4 kg di farina e 42 confezioni di passata di pomodoro, 7 litri di olio extravergine d’oliva e mais che, si aggiungono ai 5 kg di riso ai 6 di zucchero, alle 36 confezioni di tonno, alle 10 di fagioli da 400 gr. E ancora 10 confezioni di carne in scatola e altrettante di fette biscottate. Non stiamo calcolando la somma, ma l’abbraccio che una delegazione dell’associazione “Io ci sto” ha destinato, nella mattinata di domenica 17 novembre, alla casa di Riposo Sant’Antonio, alle suore e agli anziani che, tra amore e mille attenzioni, lì vi abitano. Un attestato di solidarietà, particolare, alla Madre Superiore del “Sant’Antonio”, di nazionalità filippina, all’indomani della furia devastante e mortale del tifone Haiyan. “Io ci sto” le ha donato un bouquet floreale in segno di vicinanza e affetto. Al “Sant’Antonio” si è conclusa una delle iniziative solidali legate al “FIVE”, 5 Agosto, la prima edizione dell’evento di beneficenza che ha coinvolto moltissimi cittadini della provincia di Reggio Calabria, che si erano dati appuntamento presso lo stabilimento balneare “Le Club Beach” la scorsa estate, in una maratona della solidarietà tra musica, divertimento e tanta socializzazione. Un mix vincente.

A breve l’Associazione “Io ci sto” comunicherà le azioni di aiuto alle famiglie svantaggiate economicamente che hanno sottoscritto il loro “Attestato di solidarietà”. Inoltre, vale la pena menzionare anche l’intervento di assistenza alimentare che l’Associazione ha donato alla Comunità alloggio per anziani “San Francesco” , costatando la gratitudine rivolta ad “Io ci sto” dal personale e dagli ospiti delle strutture di accoglienza. “Io ci sto” è un’Associazione culturale no profit, con sede a Siderno in Via Cesare Battisti, presso Palazzo Zannini, nata con l’obiettivo di creare una rete umana solidale e partecipe alle istanze di tutti i cittadini sidernesi e del comprensorio locrideo, senza alcuna distinzione di sesso, razza ed età. Voluta e sostenuta, fortemente, dal suo fondatore, il dott. Riccardo Ritorto, conta già più di trecento iscritti provenienti dai Comuni della Locride che hanno dichiarato la loro disponibilità, fisica, umana, materiale e passionale, alle cause di beneficenza e di sostegno alla comunità di appartenenza. Bisogna guardare e soprattutto vedere, sorridere sempre, ma anche soffermarsi sui problemi fino in fondo e progressivamente ha detto Ritorno. Poi ha aggiunto che «L’associazione “Io Ci Sto” continuerà su questa strada con gioia».

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LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo

Carmine Abate a Siena

Nicola Iervasi in copertina su “Metro” NY

Siena - Lunedì 18 Novembre lo scrittore calabrese Carmine Abate, premio Campiello 2012 con il romanzo La Collina del Vento, è stato a Siena. La sua presenza nella città toscana si inserisce in tutta una serie di appuntamenti culturali dell' evento Leggere è volare che, nelle settimane precedenti aveva ospitato un altro scrittore calabrese, di fama conclamata, Mimmo Gangemi. La città del palio accoglie, dunque, tra le sue contrade che furono, tra l'altro, anche raccontate e vissute dallo scrittore calabrese Mario La Cava, il nuovo romanzo di Carmine Abate, Il bacio del pane. Gli studenti

Il ballerino e coreografo roccellese, Nicola Iervasi, è apparso sulla prima pagina del free press Metro di New York.Persino il quotidiano della Grande Mela ha riconosciuto il suo talento. Iervasi si è accostato tardi alla danza e ha mosso i primi passi proprio nella sua Roccella. In seguito è partito per la Capitale dove ha studiato danza jazz e funky e ha lavorato nella compagnia teatrale “I nuovi sciamani”, ma nel 1998 la carriera di ballerino è stata arricchita dall’aggiudicarsi della borsa di studio presso la “Martha Graham School” a New York City. E questa è stata la svolta per lui. Il successo di Iervasi non si arresta e questa prima pagina lo conferma.

delle scuole superiori sono stati coinvolti dalla parola e dal modo di raccontare di Abate; la sua scrittura veloce ma profonda ha suggerito tante domande e tanti spunti per animare l'incontro. Ha scritto il Sole 24 ore: “Il bacio del pane è la metafora di un gesto che racchiude valori e speranze di una terra ferita: la Calabria”. Carmine Abate, dopo l'incontro con gli studenti, è stato ospite nella sala consiliare della Provincia dove molti erano i cittadini senesi presenti, a dimostrazione che i suoi romanzi, e questo in special modo, coinvolgono in modo straordinario giovani e adulti.

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I PERSONAGGI DELLA SETTIMANA

POKER D’ASSI TRA I COMMERCIALISTI

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Nella foto da destra Roberto Bombara, Giuseppe Iurato, Eugenio Triveri e Pietro Sgarlato. Coprono tutto il territorio che va da Bovalino a Siderno, nessuno li batte, anzi uno c’è riuscito Ettore Lacopo attuale presidente dei dottori commercialisti di Locri.

WEEK

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2 VINO NUOVO IN COMPAGNIA Anche quest’anno all’azienda vinicola Casale li Monaci si è festeggiato San Martino. Tra le famiglie e i bambini si è notata quell’allegria e spensieratezza tipica che rende questa festa una delle più attese dell’anno. Se poi ci mettiamo la degustazione del vino novello e delle zeppole, si va al massimo.

3 L’OCCHIO DI TELEMIA Antonio Riccio, tecnologia e competenza al servizio dell’emittente Telemia di Roccella Jonica. Sempre attento a trovare quelle visioni che possono far capire ai telespettatori la notizia. Viaggia a mille come fa in genere con la sua moto.

STAI ATTENTO SCOPELLITI I presidenti Giorgio Imperitura e Giuseppe Strangio in consiglio regionale osservano il presidente Scopelliti mentre sta relazionando su LSU e LPU. Tutto sotto controllo.

Viste le tante richieste che giungono alla redazione per la pubblicazione di foto di auguri, non riuscendo ad accontentare tutti, ricordiamo ai nostri lettori che le foto sono a pagamento

Azienda Agricola Falletti Vende olio extra-vergine d’oliva di propria produzione Per info 3472360309 Francesco

ENZO MACRÌ

L’INFORMAZIONE AL LAVORO

Un sidernese a Gioiosa Marina non è come un Americano a Parigi, ma molto di più.

Pino Carella, una delle voci migliori del nostro territorio, è sceso in campo per le elezioni comunali di Marina di Gioiosa. Qui lo vediamo insieme a Cristian Pugliese. A Pino una domanda: “dove hai lasciato il lume di “Radici”..

1- Aldo Caccamo dopo aver ricoperto per molti anni il ruolo di delegato sindaco di Siderno Superiore ora ha deciso di dare maggiore spazio al volontariato ed al mondo della Chiesa. 2- Francesco Ruso e Renato Sanci, due grandi amici de la Riviera, che ogni tanto, tra un impegno e l’altro, trovano il tempo di concedersi ai nostri fotoreporter 3- “Casali li Monaci” in persona, Anthony Reale con i suoi fidati collaboratori Cosimo e Antonio la sera di San Martino. Di Anthony abbiamo gia scritto molto. E una persona speciale, perchè, dopo essere tornato nella sua terra, sta lavorando per farci capire che la calabria è una terra meravigliosa.

BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO

Passijandu senza schiantu 'nto lungomari QUANDU ARZI L'OCCHI E 'MBECI I MERDA VIDI FIURI Bona jornata a tutti i compaesani, comu stati? Ah chi belli jornati chi passamma, chini i suli puru a novembri. E cu i ccendìu ancora i riscaldamenti? Nugliu. Ma tantu non vi 'ncarricati ca ci penzanu 'nta atti modi u 'ndi fannu pagari a bulletta, nu pocu cchiù salata, però. Comu? Vi facistivu na passijata 'nta sti belli jornati i suli? Jeu tutti i matini, pecchì ancora mi piaci u guardu u mari e ancora pozzu sognari, ancora non morìa. Poi però succedi ca na matina arzi l'occhi e vidi nu cielu senza na nuvola, azzurru, cu nu suli chi spacca i petri già all'ottu, e… vidi na bella scia chi dividi a dui u cielu. E a vidi oji e dici “buu” e a vidi domani e pensi “mmm” e doppu

domani lapri l'occhi e ti rendi cuntu ca non è na nuvola, ca non è condenza i n'aeroplanu, è na bella scia chimica chi ogni 'n santu jornu 'ndi linchi i velenu i polmoni. E ancora camini 'nto lungomari e ancora non moristi, però pensi ca forzi u destinu toi non è u mori subitu ma è u mori chianu chianu, comu moriru a Tarantu, comu morunu 'nta terra di fuochi, comu morunu a Scalea, tutti i tumori. Comu moriru 'nte Filippine e 'nta Sardegna! Eh si, puru chistu poti succediri, pecchì cocchiunu staci facendu esperimenti pemmu vidi comu si ponnu comandari l'eventi atmosferici e creari a cumandu maremoti, terremoti e tantu attu. 'Nta pagina

“nocensura.com” si leji : “omicidio volontario e strage in Sardegna. Fenomeno artificiale. Si noti il cono con origine sulla coste dell'Africa. Nessuna fonte anticiclonica sul Tirreno. Non a caso il fenomeno indotto è stato chiamato “Cleopatra”. I metereologi e le autorità preposte mentono!” Unu poti penzari “ma chi jiti dicendu? 'Ndi stannu 'mmazzandu? E cui ? E pecchì?”E pecchì allura tutti sti eventi catastrofici càpitanu sempi 'nta terri avundi 'ndavi già sofferenza e povertà? Pecchì non potìa capitari , chi ssacciu: 'nta l'Inghilterra, a New York, 'nta Germania? Ma forzi sugnu ieu visionaria e viju u mali 'nto mundu. U fattu è ca penzu e' DOMENICA 24

figghioli e a' terra chi 'nci jamu dassandu, e non criju ca sa passanu bbonu i figghi nostri, pecchì si mo nui soffrimu ca non avi lavuru cchiu' pe' nugliu (ed eu criju ca puru pe' chistu 'ndi potimu domandari pecchì, ca non è normali) allura i generazioni futuri non 'ndannu né lavuru e né saluti ed ennu destinati a brutti cosi. Si mo 'ndi cacciaru a vogghia i viviri e i lottari pe nui stessi allura quali cosa poti esseri peju i chista? Forzi cocchiunu già u sapi chi vaji a succediri, pecchì già è scrittu, ma non pe' manu i Diu, ma pe' manu i genti senza scrupoli. Bona passijata 'nto lungomari, forzi è megghiu si non guandati u cielu, ca vi parunu fiuri.

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