La Riviera n°13 del 24-03-2013

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no: Una nuova buca o un vo cratere vulcanico ???

esima settimana! Le immagistrano il disastro! Vediamo, mo e parliamo!

Diego Cataldo e Gegè Reitano, Due numeri uno !!! il fratello del grande Mino

Cosa vuoi di più dalla vita??? Un “Lucano”

LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo

La controriforma si fa in Italia. In Calabria la riforma Nella puntata di Presa Diretta di domenica 17 marzo, intitolata Controriforma, si discuteva sul mancato obiettivo migliorativo della Riforma Fornero; per intendersi quella riforma che avrebbe dovuto agevolare le assunzioni, stabilizzare i precari e rendere così più flessibile e conforme agli standard europei il mercato del lavoro. Tutto ciò sembra essere rimasto solo nelle intenzioni perché, di fatto, in Italia, da meno di un anno, la disoccupazione è salita quasi al 12 per cento e sono molti i giovani e non più giovani che si ritrovano senza alcuna occupazione. Non si parla più, ormai, di prospettiva, ma di occupazione per vivere dignitosamente il presente. Di giorno in giorno. La terra d'Italia è gravida di precari ma pare che in Calabria le cose vadano diversamente. Diceva, appunto, Presa Diretta, senza prese per altre direzioni. Il caso dell'ALMAVIVA CONTACT, l'azienda di callcenter che chiude in altre parti di Italia per “improduttività”, è diventato strano all'apertura di una sede a Catanzaro, con almeno duecento persone assunte a salario più basso. Interessante la conditio sine qua non per cui dal non investire in Calabria si è passati ad investire per il costo del lavoro più basso. La

realtà dei call center calabresi appare davvero vergognosa, si parla anche di qualche euro all'ora e di fissi non sempre garantiti o calcolati sui generis. Già da tempo l'attenzione è posta su queste realtà che, tuttavia, sembrano non omogenee nella vergogna. La società Call&Call Lokroi ha addirittura provveduto a stabilizzare alcuni dei suoi dipendenti. Sintomo di riforma? Può darsi, tanto che la signora Camusso, qualche mese fa, ha chiesto di ampliare la realtà dei call center in Calabria. Si spera almeno che lo abbia fatto ignara della conditio sine qua non.

Pasquale e Nino il dolce e l’amaro

A.A.A. Principe azzurro cerca principessa che lo liberi da incantesimo.

Tantissimi auguri a Manuele e a Edda per il loro 50esimo anniversario di matrimonio...Con immenso affetto i vostri figli,generi e nipoti

In Trentino una via dedicata a Francesco II di Borbone. E al Sud? Poco o nulla FRANCESCO II DI BORBONE

La toponomastica, spesso, è specchio della storia o almeno di chi la scrive. E la storia, nel caso del Risorgimento italiano l'hanno scritta i vincitori. Così ci troviamo in tutte le città vie e piazze dedicate a Vittorio Emanuele, alla Regina Margherita e a uno stuolo di Savoia. Poco o nulla, invece, per i vinti che, nel nostro caso, sono i Borbone che l'Italia postunitaria ha voluto far dimenticare, come se si fossero macchiati di crimini indelebili. L'unico torto della casa reale partenopea è stato trovarsi al posto (leggi trono) sbagliato nel momento sbagliato, subendo una guerra non dichiarata che ha portato alla cancellazione di uno Stato sovrano. Salvo casi eccezionali, non una strada è stata dedicata a Francesco II e sua moglie Maria Sofia, che strenuamente hanno difeso fino all'ultimo la roccaforte di Gaeta dall'assedio barbaro delle truppe del generale Cialdini. Con sorpresa, però, si scopre che in Trentino Alto Adige, per la pre-

cisione ad Arco, c'è una via intitolata proprio a Francesco II di Borbone. In questo paesino che oggi conta circa 18mila anime, in provincia di Trento, è morto il 27 dicembre 1894 l'ultimo Re di Napoli. Qui veniva a trascorrere lunghi periodi per sottoporti a cure termali. Al Sud, da una prima ricerca, risulta solo una piazza intitolata a Francesco II a Castelvetrano, in provincia di Trapani (mentre alla moglie Maria Sofia è stata dedicata una via vicina). Purtroppo anche questo testimonia come la storia di Italia sia stata falsata e, ancora oggi, non si ha un ricordo del tutto alterato di come siano andate davvero le cose. Francesco II si sentiva napoletano e, fino all'ultimo, ha cercato di salvare la sua Patria. Non era il franceschiello propaganda dei Savoia, era un giovane che con coraggio e passione ha onorato la bandiera del suo regno. Ma l'Italia ricorda solo una parte della storia, quella che con violenza e inganno ha unito lo stivale. Short URL: http://www.ilsud.eu/?p=3050 DOMENICA 24 MARZO

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LA RIVIERA

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