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3 – L’invenzione dell’etnia

È difficile separare nettamente i concetti di cultura, “razza” ed etnia (ed anche nazione) perché essi sono stati spesso usati come equivalenti, non solo nel linguaggio quotidiano ma anche nel linguaggio scientifico e la fortuna di un concetto, piuttosto che di un altro, è molto legata al momento storico, alla società che l’ha prodotto e per quali fini4 . In realtà tutti questi termini, ed in particolare quello di etnia, sono delle invenzioni: non delle creazioni fantastiche, beninteso, ma “una fabbricazione a partire da alcuni dati reali la cui unicità viene enfatizzata, esagerata, allo scopo di determinare in senso unico l’oggetto preso in considerazione” (Fabietti). A volte il disegno che sostiene questa invenzione appare inequivocabilmente chiaro. I WASP (White Anglo-Saxon Protestant) sono il gruppo che si è consolidato prima dell’arrivo della grande emigrazione negli Stati Uniti e quindi quello che aveva accumulato potere e ricchezze. Per difendere tutto ciò si sono creati diversi miti e la paura di perdere privilegi ha prevalso persino sulla realtà di una società oggi ben diversa. Così le potenze coloniali si servivano dei primi studi antropologici per enfatizzare delle divisioni tra gruppi, fissandole poi in etnie, con caratteristiche distinte e irriducibili, allo scopo di dividere le popolazioni dominate e prevenire eventuali progetti di unità. Così fecero i francesi in Algeria (contrapponendo arabi e berberi) e così fecero i britannici stabilendo gerarchie tra i gruppi dei territori da loro controllati. Insomma, il concetto di etnia, così come quello di cultura, nasce in anni lontani per affermare la distinzione tra “noi” e “loro”, dove per loro si intendevano le società cosiddette “primitive”. Ne è un retaggio ancora oggi l’uso che si fa dell’aggettivo “etnico”, per esempio associato alla musica per indicare la musica degli “altri”, oppure la moda e la cucina, rimandando all’idea di un mondo originale e primitivo, quello che esiste prima e al di là dell’arrivo della società postindustriale avanzata. Eppure, per la definizione stessa di “etnia” e “gruppo etnico” che qui abbiamo riportato, non esistono differenze tra gli abitanti della Val Camonica e quelli della Valle del Limpopo. Non si capisce infatti perché i modelli di Armani siano da considerare meno “etnici” di quelli delle signore eritree quando usano il proprio abbigliamento tradizionale. O perché la musica di Mozart non possa definirsi etnica.

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