September 2019

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Scuola, ben venga un “garante”, ma il suo compito non è quello di calpestare la libertà d’insegnamento

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l Comitato “Per una scuola di sana e robusta Costituzione” (art. 21 e 33) rappresentato da docenti, genitori, studenti, personale, presidi e comunque persone che operino-abbiano operato in stretta collaborazione con il mondo della scuola, ne abbiano a cuore l’ autonomia e intendano salvaguardare la libera espressione dei docenti, si è costituito l’11 agosto 2019. Invitai alcuni stimati docenti e studenti a fare il punto sulle preoccupanti, reiterate dichiarazioni alla stampa e sui social della sindaca di Monfalcone, Anna Cisint, sulla volontà di istituire un “punto d’ascolto riservato”, avvalendosi del neo nominato “Garante dell’infanzia e dell’adolescenza”, anche per rassicurare famiglie e studenti che nella scuola “non si facesse politica “ e non si criticassero in classe le sue ordinanze o le scelte governative. Un novello orecchio di Dionisio,che nulla ha a che fare né con i principi costituzionali (artt. 21, 33), nè con i compiti del Garante, così come discendono dalla legge istitutiva (L.12 luglio 2011 n.112). La legge dà a questa figura, istituita anche a livello regionale e da alcuni comuni italiani, tra cui Monfalcone,“poteri autonomi di organizzazione, indipendenza amministrativa e senza vincoli di subordinazione gerarchica”. La figura dovrebbe essere scelta “tra persone di notoria indipendenza, di indiscussa moralità e di specifiche e comprovate professionalità, competenza ed esperienza nel campo dei diritti delle persone di minore età nonché delle problematiche familiari ed educative di promozione e tutela dei minori”. Le finalità operative sarebbero di assicurare la piena attuazione e la tutela dei diritti e degli interessi dei minori, in conformità a quanto previsto dalla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo (1989), dalla “Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali” (Roma 1950), dalla “Convenzione europea sull’esercizio dei diritti dei fanciulli” (Strasburgo 1996), nonchè al diritto dell’Unione europea e alle norme costituzionali e legislative nazionali vigenti. Spetta dunque al Garante vigilare sulla piena applicazione della normativa europea e nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, sulla verifica del diritto del minore a essere accolto ed educato prioritariamente nella propria famiglia, sulla verifica della garanzia delle pari opportunità nell’esercizio del diritto alla salute e nell’accesso all’istruzione, il nobile compito di promuovere

di Laura Fasiolo disciplina.

la diffusione della cultura dell’infanzia e dell’adolescenza, finalizzata al riconoscimento dei minori come soggetti titolari di diritti. Aggiungiamoci gli interventi di contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, la lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini, la pedopornografia e tanto altro. Molteplici i compiti, dunque, ma non una parola su ingerenze nel mondo della scuola e men che meno su interferenze nella libertà di insegnamento dei docenti, che risponde semmai a propri organismi interni di vigilanza e supporto. L’ originale interpretazione della sindaca di Monfalcone della delicata funzione di “garanzia”, esplicita l’inquietante volontà di intercettare i docenti “critici” o “che facciano politica in classe”. Ciò va al di là dei compiti spettanti al Garante. Preoccupa, quindi, la grave delegittimazione della funzione docente e più in generale della libertà della scuola autonoma, la violazione delle sue prerogative, di quelle degli organismi deputati alla gestione della comunità scolastica, alla verifica della qualità dei processi di insegnamento-apprendimento, alla vigilanza, alla

Favorire un clima di sospetto, attraverso le segnalazioni di adolescenti e famiglie sul “cosa” e sul “come” vengano affrontate le tematiche in classe significa calpestare la dignità della professione docente, la libertà d’insegnamento attraverso un’interpretazione smisuratamente allargata e fuorviante della funzione di garanzia, finalizzandola, quella sì, a scopi politici. Dalla potestà di “ascolto riservato” al controllo dei punti di vista dei docenti all’inibizione della loro libera espressione, il passo è breve. I dirigenti scolastici, il personale, gli studenti, i genitori, gli organi collegiali sanno fare e bene quanto loro compete e intaccare tali prerogative sarebbe un vulnus molto grave. Va ricordato che l’articolo 21 della Costituzione così recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”; e l’articolo 33 “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”; lo stesso Regolamento sull’autonomia delle istituzioni scolastiche, che sugli articoli. 21 e 33 si fonda, scrive: “L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà d’insegnamento e di pluralismo culturale, e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana”. La scuola è una realtà complessa, dove interagiscono varie figure professionali, preposte ai contatti con le famiglie, al sostegno e all’ascolto degli studenti, dai docenti coordinatori alle molteplici figure interne, dall’esperto di cyberbullismo al coordinatore dell’alternanza, agli esperti sulle difficoltà di apprendimento, alla funzione sostegno, agli psicologi del Progetto provinciale Whatsapp. Ben venga dunque un Garante, ma dovrà essere il Garante dei diritti negati, risorsa per la comunità, facilitatore nei processi d’integrazione, in una gestione di profondo, rigoroso rispetto di ruoli e di competenze, e soprattutto della Costituzione. *Sui temi trattati in questo articolo la senatrice Fasiolo parlerà martedì 10 settembre alle 18 in sala civica a Cormons. Interverrano Anna Di Gianantonio e Alessio Sokol. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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