Gazzetta Matin del 30 settembre 2013

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lunedì 30 settembre 2013

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Pont Suaz: BOTTE DA ORBI fuori dal locale, almeno un giovane finisce in OSPEDALE Pont Suaz (charvensod) - Botte da orbi, quelle che all’alba di ieri - domenica 29 settembre - due gruppi di giovani si sono scambiate nel piazzale esterno di un locale notturno del Pont Suaz, a Charvensod, sul rettilineo che conduce in frazione Borettaz di Gressan. Quello che resta su quel parcheggio, a distanza di qualche ora dall’accaduto, sono bottiglie di birra vuote che rotolano per terra, cocci di bottiglie di

vetro sull’asfalto, vomito e fazzoletti sporchi, a testimonianza della scena non certo edificante verificatasi attorno alle 4 di domenica mattina, quando è stato richiesto l’interno dei militari dell’Arma dei carabinieri. A confermare la rissa è lo stesso Capitano Vincenzo Puzzo (foto), che ci ha riferito come il parapiglia si sia scatenato alle prime ore del mattino, nonostante le diverse responsabilità di coloro che vi hanno par-

tecipato siano ancora al vaglio degli inquirenti. Le botte scambiate nel corso della rissa, che da quanto si è appreso si sarebbe scatenata all’esterno di un locale notturno del Pont Suaz, coinvolgendo sia giovani valdostani residenti in comuni della Plaine, sia giovani di origini sudamericane, hanno provocato diver-

se lesioni a più di un giovane, almeno uno dei quali - secondo quanto confermato dai Carabinieri - ha dovuto ricorrere alla cure dei sanitari presso il Pronto soccorso dell’ospedale Umberto Parini di Aosta. Dal luogo della rissa, attorno alle 4.30, è stata notata un’autoambulanza del 118 partire alla volta dell’ospedale Parini, a testimonian-

za della gravità del fatto. Le indagini sull’accaduto sono svolte dai militari dell’Arma dei carabinieri, che dopo aver ascoltato per tutta la giornata di ieri diverse persone presenti sul luogo al momento delle botte, starebbero cercando di capire quante persone e perché hanno partecipato alla rissa. Alla base del tutto non è escluso ci sia stato l’abuso di alcol da parte di qualcuno. ■ pa.ba.

■ parco archeologico / Nominati il consulente tecnico d’ufficio e il consulente di parte nella causa contro l’architetto Valletti

La Regione BATTE CASSA al progettista

Per presunti errori progettuali, avanzate dall’impresa affidataria riserve per 6 milioni di euro per maggiori oneri di costruzione aosta - La sistemazione edificatoria del parco fu eseguita nel rispetto dei progetti? L’iter legale per la concessione dell’appalto sui servizi di ingegneria e architettura fu regolarmente attuato fino alla nomina dei direttori dei lavori? Gli asseriti errori progettuali lamentati dalla Regione sono riconducibili all’opera dei progettisti in concorso tra loro o solo a uno di essi? Gli asseriti errori furono effettivi o a essi si sarebbe potuto ovviare senza ricorrere a nuove perizie di terzi professionisti? Sono questi i quattro quesiti a cui il giudice, attraverso il consulente tecnico d’ufficio, l’architetto Marco Isaja di Torino, nominato tramite ordinanza del 4 giugno scorso, cercherà di dare altrettante risposte nell’ambito del contenzioso di natura civilistica in atto tra l’amministrazione regionale e l’architetto Vittorio Francesco Valletti di Torino, che si sarebbe reso responsabile - in qualità di capogruppo del pool di progettisti - di numerosi errori e incongruenze progettuali che hanno comportato modifiche e integrazioni del progetto esecutivo in merito alla realizzazione del parco archeologico dell’area megalitica di St-Martin-deCorléans, ad Aosta. Modifiche, integrazioni e opere supplementari che, oltre a una dilatazione dei tempi per l’ultimazione dei lavori, hanno portato il Consorzio cooperative costruzioni di Bolo-

Uno scorcio del polo archeologico dell’area megalitica di StMartin-de-Corléans, ad Aosta

gna, impresa affidataria dei lavori, ad avanzare riserve all’amministrazione regionale pari a poco meno di 6.000.000

di euro per maggiori oneri di costruzione (sugli iniziali 12.320.645 euro posti a base d’asta).

Un contenzioso, quello tra il consorzio bolognese e la Regione, che il 20 settembre ha nominato l’ingegnere Fabio Fabiani di Aosta quale consulente tecnico di parte nell’ambito della causa risarcitoria avviata nei confronti del progettista dell’opera, scongiurato soltanto grazie a una transazione di 880.000 euro effettuata dall’amministrazione regionale in favore dell’impresa (pari al 15% delle riserve avanzate), cifra che ora la Regione è determinata a recuperare proprio mediante l’architetto Valletti. «A nostro avviso sono stati commessi diversi errori a livello di progetto esecutivo, progetto redatto e avallato dal-

AREA MEGALITICA: archiviata l’inchiesta penale, adesso il rischio CONCRETO è costituito dalla Corte dei Conti aosta - ��������������������������������� Lavori che hanno quasi immediatamente attirato su di essi i riflettori un po’ di tutta l’opinione pubblica, quelli relativi alla realizzazione del mastodontico parco archeologico dell’area magalitica di St-Martin-de-Corléans, ad Aosta, anche e soprattutto per le alte cifre tirate in ballo. Un’opera i cui risvolti, nel novembre del 2010, indussero il procuratore capo di Aosta, Marilinda Mineccia (foto), ad aprire un ‘modello 45’ (atti non costituenti notizia di reato) nell’ambito di alcune possibili violazioni di tipo urbanistico. «E’ stata un’indagine piuttosto complessa - ha confermato il procuratore capo Marilinda Mineccia -; un’indagine all’esito della quale è residuato il non

rispetto delle distanze minime tra edifici solo in una esigua porzione di fabbricato, frutto di errore progettuale sin dal 2002». Il fascicolo, quindi, è stato chiuso nel 2012 con la richiesta di archiaviazione accolta dal gip del Tribunale di Aosta. Chiusa l’inchiesta di tipo penale, ora l’attenzione resta puntata su possibili risvolti legati a presunti illeciti di tipo amministrativocontabile. Contattato in merito alla vicenda, il procuratore regionale della Corte dei Conti, Claudio Chiarenza, non conferma né smentisce l’apertura di un eventuale fascicolo per presunto danno erariale sui lavori di realizzazione del parco archeologico di St-Martin.

l’architetto Valletti - spiega il responsabile unico del procedimento, l’architetto Gaetano De Gattis -. Una serie di anomalie che, per la verità, sono state riscontrate nei documenti progettuali dagli stessi direttori dei lavori; alcune difformità sono state ‘normalizzate’ senza la necessità di ricorrere a varianti in corso d’opera, purtroppo molte altre sono state sanate soltanto attraverso delle specifiche varianti, con maggiori richieste economiche avanzate dall’impresa affidataria. Detto questo, è ovvio che l’amministrazione regionale non può farsi carico di eventuali errori altrui». In un simile contesto, quali sono le diverse tipologie di errori riscontrate dall’amministrazione a livello progettuale? Si parlerebbe di pilastri previsti direttamente sui reperti e di misurazioni sbagliate. «Mi creda, secondo noi questo è il meno, aspettiamo la pronuncia del giudice», ha commentato De Gattis. E con l’impresa affidataria dei lavori? Tutto risolto con l’atto di transazione di 880.000 euro e con il posticipo dei tempi per l’ultimazione dell’opera? «Attualmente sono in corso i collaudi tecnico-amministrativi dei lavori, il cantiere risulta tutt’ora aperto, quindi aspettiamo che l’opera sia terminata», ha concluso ancora De Gattis. ■ Patrick Barmasse

Cronaca

Flash

Incidente stradale, ricerca testimoni Giovedì 26 settembre, attorno alle 10.30, sulla strada statale 26 in località Amérique, a Quart, direzione di marcia Aosta-Torino, una Fiat Panda di colore azzurro - proprio in corrispondenza del distributore Esso - è stata speronata sulla fiancata destra da un’autovettura di colore grigio scuro, probabilmente una Renault Clio vecchio modello, rimasta a sua volta sicuramente ammaccata sulla parte anteriore sinistra. Una volta entrato in collisione con la Fiat Panda, chi era alla guida dell’altra auto è scappato imboccando la strada che conduce nella zona retrostante i capannoni di località Amérique, facendo perdere le sue tracce. La signora alla guida della Fiat Panda cerca testimoni: chi avesse qualche dettaglio utile da fornire, può contattare il 349 6193555. Inaugurazione via Generale Dalla Chiesa E’ in programma mercoledì 2 ottobre, alle 11, la cerimonia di inaugurazione della via intitolata al Generale dei Carabinieri, Carlo Alberto Dalla Chiesa. Alle 11.45, poi, inizierà un secondo momento organizzato alla Cittadella dei Giovani da Libera VdA. Sono previsti anche gli interventi di Nando e Simona Dalla Chiesa, figli del Generale.

■ assalto portavalori / Il possibile colpo di scena annunciato dal suo difensore alla vigilia del processo di mercoledì

«Fabrizio Casanova NON era tra i componenti del commando» Nel frattempo il rito abbreviato nei confronti di Michele Bassu e Vincenzo Pasquino è stato rinviato a venerdì 4 ottobre aosta - Possibile colpo di scena, quello che si preannuncia proprio alla vigilia del processo con rito ordinario in programma dopodomani, mercoledì 2 ottobre, presso il Tribunale di Aosta, nella cui aula sarà chiamato a comparire Fabrizio Casanova, 42 anni di Collegno, chiamato a rispondere dei reati di tentata rapina pluriaggravata e di tentato omicidio nell’ambito del gruppo di fuoco che il 17 dicembre 2012, a Pollein, assaltò un furgone portavalori della All System, che al suo interno custodiva incassi di supermercati per circa 430.000 euro. Il possibile colpo di scena lo rivela direttamente il difensore di Casanova, l’avvocato Enrico Calabrese di Torino. «Abbiamo scelto il rito ordinario perché sono assolutamente convinto di poter sostenere serenamente un dibattimento in aula su quanto è chiamato a rispondere il mio assistito - spiega l’av-

L’arrivo venerdì mattina ad Aosta di Michele Bassu; il processo a suo carico è stato rinviato al 4 ottobre

vocato Calabrese -. In poche parole, Fabrizio Casanova la sera del 17 dicembre del 2012 non poteva essere sul luogo dell’assalto al portavalori perché si trovava a Torino, circostanza che cercheremo di dimostrare in aula con l’ausilio di testimonianze. Di più, al momento, non posso dirle». Una novità che, se confermata dai giudici al termine del processo, sparigliereb-

be le tessere di un mosaico, quelle relative alle indagini compiute congiuntamente dalla Squadra mobile della Questura di Aosta e dai colleghi di Torino, che ha portato finora all’individuazione di tre presunti componenti del commando (si presume formato da almeno otto persone) che nel dicembre scorso mise a ferro e fuoco la periferia est del Capoluogo. Venerdì, intanto, è durata po-

Vincenzo Pasquino mentre viene fatto scendere dal cellulare della Penitenziaria; nel riquadro Fabrizio Casanova

co meno di tre quarti d’ora - soltanto il tempo di perfezionare il rinvio del processo con rito abbreviato a venerdì 4 ottobre - la permanenza nel palazzo di giustizia di Aosta degli altri due imputati per tentata rapina pluriaggravata e tentato omicidio: Michele Bassu, ex latitante sardo di 39 anni, e Vincenzo Pasquino, 23 anni di Torino, si sono presentati dinanzi al giudice Paolo De Paola attorno alle

9.20, per risalire sul cellulare della Penitenziaria poco prima delle 10. Nei confronti di Bassu, Pasquino e Casanova, nella mattinata del 16 aprile scorso, gli inquirenti eseguirono un’ordinanza di carcerazione emessa dal gip del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco, che ne dispose l’arresto presso la casa circondariale Lorusso-Cutugno di Torino, carcere dove

i tre risultavano già reclusi dal 20 dicembre 2012 (ovvero tre giorni dopo l’assalto al portavalori) con l’accusa di detenzione di armi e munizioni da guerra. Alcune delle armi rinvenute nei giorni immediatamente successivi all’assalto di Pollein, scoperte a Rivoli, in provincia di Torino, in possesso di Bassu e dei suoi due complici, Pasquino e Casanova (in particolare fucili calibro 12 e mitragliatori calibro 7,62 prodotti in Italia), vennero infatti sottoposte a perizia balistica a cura del Centro di polizia balistica di Milano, con i risultati delle analisi che certificarono il loro utilizzo a Pollein nella serata del 17 dicembre scorso. Nel corso dell’assalto al blindato venne innescato un vero e proprio conflitto a fuoco, con l’azione dei malviventi che venne sventata dall’arrivo sul luogo della tentata rapina di una quarta guardia giurata. ■ pa.ba.


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