organo cThaggio
Diritto alla casa VIVA IL
(e lotta alle immobiliari)
Dal 1969, da quando i lavoratori ed il movimento popolare hanno ottenuto la legge n. 833 che blocca rigidamente i canoni e proroga sino alla fine del 1973 i contratti di locazione, le Immobiliari hanno intrapreso ogni tentativo per eludere e non far applicare al legge, mettendosi spesso sul piano della più palese illegalità.
Rancilio, attraverso i molteplici nomi delle sue Società Immobiliari, è stato il capofila dell'attacco sferrato, Dalle lettere inviate agli inquilini nel 1971 per chiedere « equi aumenti di canone », alla richiesta di conguagli spese accessorie degli ultimi cinque anni, sin all'ultima iniziativa tendente a stabilire una specie di scala mobile per gli affitti, in base alla quale gli inquilini dovrebbero centinaia di migliaia di lire di arretrati alle proprietà.
E' di fronte a quest'ultima richiesta che gli inquilini di via Valle Antrona 1 e 8 e di via Castrovillari 23 hanno energicamente risposto di no e nello stesso tempo hanno deciso di organizzarsi nel Sindacato Inquilini (SUNIA) per aprire una vertenza collettiva che imponga alla proprietà immobiliare il rispetto delle leggi e dei loro diritti spesso calpestati.
Attraverso una numerosa assemblea, tenutasi alla fine di dicembre presso la Biblioteca Comunale, la piattaforma rivendicativa è stata discussa e approvata; alla base delle richieste si è posto:
la diminuzione degli affitti di decine di famiglie, nel passato illegalmente aumentati;
la volontà di un controllo di massa effettivo sull'ammulntare degli oneri per le spese accessorie, sospendendo nel frattempo l'invio di altre somme; da anni la proprietà ha richiesto continui aumenti senza minimamente documentarne il perchè;
di non effettuare più per il futuro pagamenti di affitto e spese attraverso le cambiali.
Si è inoltre respinto in massa le decine di disdette inviate da Rancilio al solo scopo di ottenere, con il ricatto, altri aumenti illegali di canone e si è richiesto la regolarizzazione di tutti i depositi cauzionali, con il versamento degli stessi su libretti bancari vincolati intestati ad ogni inquilino, naturalmente con l'accredito degli interessi legali sin qui maturati.
La piattaforma, sottoscritta dalla quasi totalità delle famiglie, è diventata il punto di partenza della lotta unitaria; seguendo questo esempio a Milano in via Fornari, via del Moncalvo, a Cesano Boscone, a Corsico tutti gli altri inquilini di Rancilio hanno a loro volta respinto le richieste di aumento degli affitti e aperto altrettante vertenze. Il fronte di Lotta si è quindi rapidamente esteso ed oggi sono oltre 1.500 gli inquilini che esigono il rispetto dei loro diritti.
Gli inquilini di Rancilio dimostrano che con l'organizzazione e con giusti obbiettivi si può non solo respingere le pretese dei padroni, ma nello stesso tempo rivendicare il rispetto di tutte le norme già codificate in leggi, premessa indispensabile per avanzare verso nuove conquiste nella direzione del diritto alla casa ad un prezzo equo.
Del resto in Parlamento è già stato presentato dall'on. Spagnolli un progetto di legge che prevede oltre alla proroga di tutti i contratti di locazione sino alla fine del 1975, la riduzione degli affitti dal 5 al 30!6, a seconda della data di stipulazione dei contratti di locazione.
Il modo migliore per sostenere questo progetto di legge non può che essere lo sviluppo di un ampio fronte di lotta nei caseggiati per la contrattazione e per far rispettare le leggi sin qui ottenute.
VIETNAM
Uno scritto da non leggere
Un bimbo come nasce assume subito un comportamento teso a stabilire, con gesti, un collegamento con quanto lo circonda. I genitori, un po' ingenuamente li interpretano come segni di riconoscimento. Certo non è così, ma è indubbio che si tratta di una prima forma di contatto con il mondo che lo dovrà ospitare e per questo una vita che nasce è sempre una cosa meravigliosa. Ma poi il bimbo cresce ed ogni suo gesto assume un preciso significato. Un gesto particolare, uno sguardo, un segno tracicato con la matita che ancora non conosce fatto sulla carta o peggio sul muro di casa rappresentano il modo di esprimere qualcosa. Certo uno sgorbio sul muro, una parete imbrattata, non sono cose che fanno piacere tanto più pensando quanto costa riverniciare un appartamento.
Ma come non sorvolare di fronte ad una vita che cresce, ad un intelletto che matura e quindi all'uomo di domani che non scriverà più sui muri, ma che per fare conoscere le proprie idee, oltre alla parola userà le lettere, i giornali, i manifesti e tutti gli strumenti di comunicazione civilmente conosciuti. Purtroppo però non sempre una vita che cresce è una cosa meravigliosa. Ci sono anche le disgrazie e le sfortune. Una delle peggiori è quella di uno sviluppo fisico non accompagnato dallo sviluppo mentale, per cui un uomo solo apparentemente è tale, ma con la mentalità ed il modo di agire tipico della prima infanzia. Parecchi definiscono questa malattia « INFANTILISMO ». Da una recente indagine da noi fatta, sembra che questa malattia abbia colpito particolarmente il quartiere di Baggio, precedendo di poco l'influenza INGLESE.
Quest'ultima ha toccato parecchi cittadini del rione ai quali và il nostro più vivo augurio di pronta guarigione, ma ci perdonino costoro se ciò che maggiormente ci preoccupa, è l'infantilismo non tanto per il numero dei casi, così irrisorio da non volerlo quasi valutare, ma per il grado di morbosità che si riscontra tra gli individui che ne sono colpiti. La nostra è una preoccupazione fondata e tutti i cittadini la possono visibilmente constatare. Tutti i muri delle case di Baggio sono imbrattate da scritte, spesso sgrammaticate, dove è offerto da una comune calligrafia, la possibilità di leggere frasi destre e frasi « sinistre ».
Il pericoloso grado di morbosità lo si può riscontrare dalla allucinante rincorsa, che coloro che scrivono fanno ai divieti di af fissione, ai muri appena imbiancati, ai muri parrocchiali, insomma a tutto ciò che trovano pulito. Parecchi cittadini in buona fede pensano che quelle scritte siano opera del Partito Comunista Italiano, anche perchè spesso appare la frase « Lotta Comunista ». Ebbene noi del Partito Comunista Italiano non siamo dei puritani. Affiggiamo i manifesti murali, ma sempre firmati a chiare lettere e lo facciamo perchè non abbiamo altri strumenti per combattere la falsa propaganda che ci viene propinata giornalmente dalla televisione e dalle decine di giornali padronali e governativi. Li affiggeremmo volentieri su apposite bacheche messe a disposizione dal Comune, (cosa che invece rifiuta) tra l'altro convinti che in questo modo anche gli altri partiti sarebbero costretti ad informare i cittadini non solo in occasione delle campagne elettorali. Ma le scritte continua in ultima pagina
ACCORDO DI PACE articolo in ultima
informazione
A cura
Oggi -
Milano 297 67
73
delta Sez. A. Abico del PCI - Supplemento a Milano
Reg. Trib.
- Tip. Bonecchi - Gennaio
PER UNA TRASFORMAZIONE RADICALE DELLE CONDIZIONI DI VITA NELLA PERIFERIA PROPOSTE PER LO SVILUPPO DI BAGGIO DOCUMENTO DEL
PCI AL CONSIGLIO DI ZONA 18
1. VOGLIAMO UN CONFRONTO TRA TUTTE LE FORZE POLITICHE E SOCIALI DEMOCRATICHE DI BAGGIO PER DEFINIRE OBBIETTIVI E PROPOSTE DI SVILUPPO DEL TERRITORIO CAPACI DI MODIFICARE LE ATTUALI, DURE, CONDIZIONI DI VITA.
VOGLIAMO CHE SU QUESTE PROPOSTE SI FORMI UN GRANDE MOVIMENTO DI RIVENDICAZIONE E DI LOTTA.
VOGLIAMO CHE L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE ACCETTI GLI OBBIETTIVI E LE SCELTE DELLE FORZE DEMOCRATICHE E DEI CONSIGLI DI ZONA.
E' indispensabile oggi un confronto tra le forze politiche e sociali della zona, con l'interessamento capillare di tutta la popolazione, sui problemi e le prospettive di sviluppo della nostra area di periferia. Si tratta di affrontare i problemi generali, della sistemazione del territorio, e i problemi urgenti, che richiedono una soluzione immediata: dalle prospettive di sviluppo della nostra zona nel quadro di una trasformazione generale della città, alle soluzioni per migliorare i trasporti pubblici, alle iniziative per risolvere i gravi problemi economici e sociali dell'abitazione, alle proposte per le attrezzature scolastiche, ricreative, sportive, culturali, ai provvedimenti per sanare le situazioni più carenti.
L'importanza e l'urgenza di un'iniziativa di questo tipo è dovuta a due motivi fondamentali: la mancanza, qui a Baggio, come in tutta Milano, di un valido strumento urbanistico: il Piano Regolatore del 1953 è stato ovunque superato dallo sviluppo speculativo e caotico della periferia e in questa situazione le poche aree oggi libere rischiano di essere occupate da interventi speculativi invece che essere destinate ai servizi sociali indispensabili; la non volontà da parte dell'Amministrazione Comunale di arrivare, in breve tempo, ad una revisione generale del piano regolatore, che rispecchi gli obbiettivi e le scelte delle forze politiche e sociali democratiche e dei Consigli di Zona.
Questa politica di rimandi dell'Amministrazione Comunale e degli altri enti interessati allo sviluppo del territorio riflette la loro incapacità di risolvere le contraddizioni e gli squilibri da tempo esistenti nell'area milanese; l'incapacità di fare delle proposte positive che modifichino radicalmente l'assetto del territorio, che sottraggano le aree libere alla speculazione fondiaria ed edilizia, che diano a tutte le zone abitate i servizi e le attrezzature indispensabili per il loro sviluppo civile e sociale.
Le lotte dei lavoratori e dei cittadini di questi ultimi anni (basterebbe citare, tra tutte, quelle del Gallaratese, una zona di periferia molto simile alla nostra, e del Garibaldi), dimostrano che solo il movimento popolare, sostenuto unitariamente da tutte le forze politiche e sociali democratiche, è oggi la forza in grado di indicare ed ottenere obbiettivi concreti di trasformazione e sviluppo del territorio.
Si tratta perciò di affrontare i problemi, grandi e piccoli, che ci pone la nostra zona, la realtà della nostra condizione, di capirne la natura, le cause, e di intraprendere le iniziative di rivendicazione e di lotta necessarie alla loro soluzione.
2. TRASFORMARE LA « PERIFERIA DORMITORIO » VUOL DIRE RIVENDICARE L'USO DI TUTTE LE GRANDI AREE ANCORA LIBERE PER REALIZZARE UN SISTEMA CONTINUO DI AREE ATTREZZATE PER ATTIVITA' CULTURALI, RICREATIVE, ASSOCIATIVE.
MIGLIORARE LE NOSTRE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO VUOL DIRE POTEN-
ZIARE I COLLEGAMENTI PUBBLICI VERSO IL CENTRO E VERSO LE ALTRE ZONE DI
PERIFERIA, IMPORRE L'EQUO CANONE PER GLI AFFITTI, POTENZIARE L'EDILIZIA POPOLARE, COMPLETARE IL SISTEMA SCOLASTICO DAGLI ASILI-NIDO ALLE SCUOLE SUPERIORI, ELIMINARE GLI INQUINAMENTI E IL PERICOLO DI ALLAGAMENTI, REALIZZARE L'UNITA' SANITARIA LOCALE.
Indichiamo nell'esigenza di rompere l'isolamento di quest'area di periferia, di modificarne radicalmente il carattere di zona dormitorio, l'obbiettivo più generale e importante cui riferire tutte le iniziative e rivendicazioni, anche settoriali.
Sappiamo che questo compito non è di facile e immediata realizzazione: esso richiede un movimento di massa di tutta la città, una lotta che si traduca in scelte concrete per lo sviluppo della
città, che imponga nuove scelte urbanistiche e un nuovo piano regolatore, che modifichi la struttura del bilancio comunale, le iniziative dei diversi assessorati.
Rimane però questa la meta, anche se non definitiva, verso cui operare: un diverso assetto del territorio per lo sviluppo sociale e civile di tutta la popolazione lavoratrice.
Porsi questo obbiettivo ha delle conseguenze immediate:
è necessario, per la sua realizzazione, rivendicare il controllo di tutte le aree oggi libere nella nostra zona; queste aree vanno utilizzate per dotare la nostra periferia di un sistema organizzativo e continuo di aree attrezzate per attività collettive e associative: un sistema di « verde sociale », in cui trovino posto centri culturali, ricreativi, sportivi, di vita sociale, di importanza e consistenza adeguate alla popolazione che vi gravita attorno;
è necessario superare una certa visuale ristretta, « corporativa », delle rivendicazioni di quartiere, e capire che la nostra azione dovrà collegarsi alle zone vicine, Lorenteggio, Gallaratese, ai comuni confinanti, Settimo, Cesano, Corsico, perchè molti dei problemi da risolvere sono in comune, se non gli stessi.
Indichiamo queste come le aree, oggi libere, più importanti da controllare e da rivendicare per la realizzazione di un sistema di attrezzature sociali in grado di servire tutta la periferia Ovest di Milano, da Corsico al Gallaratese:
1. Tutta l'area compresa tra Baggio, Q. Romano, Q. Cagnino e la periferia di Milano, inclusa la Piazza d'Armi; la pulitura e la sistemazione delle cave può consentire qui la formazione di un grande parco sociale, collegato con il « Parco Ovest », proposto dai cittadini e dal Consiglio della Zona 19
(come proposto e richiesto dalle popolazioni locali e da forze politiche e sociali democratiche), con prevalente uso per il turismo sociale e le attività ricreative di fine settimana.
L'area libera tra il quartiere degli Olmi e Baggio, a nord della via Bagarotti; il suo controllo è fondamentale per ridurre il grado di isolamento degli Olmi e per stabilire un collegamento tra questo quartiere e le altre zone abitate; va imposta per quest'area l'attuazione di una variante di piano regolatore che, oltre alle scuole già in corso di realizzazione, preveda campi sportivi, un centro ricreativo, verde attrezzato, ecc.
L'area libera compresa tra via Quinto Romano, via Rismondo, via Anselmo da Baggio (area libera n. 7); come già rivendicato dal Comitato Genitori della scuola materna di via Q. Romano 26, dalla maggioranza del Consiglio di Zona, dalla maggior parte delle forze democratiche di Baggio, essa va destinata alla costruzione di una nuova scuola materna, di attrezzature sportive e ricreative in prossimità delle scuole elementare e media esistenti, di un parco attrezzato, ecc.
Le rivendicazioni relative ai problemi più specifici e settoriali, quali i trasporti pubblici e i collegamenti, il problema della casa e dell'edilizia popolare, la scuola e il servizio sanitario locale, i centri civici, il ripristino di condizioni igieniche e ambientali accettabili, vanno inquadrate in questo obbiettivo più generale di controllo dell'assetto del territorio e devono consentire una progressiva trasformazione delle condizioni di vita in periferia.
TRASPORTI PUBBLICI E COLLEGAMENTI. Rompere l'isolamento della periferia vuol anche dire rivendicare un diverso sistema di collegamenti, in cui il mezzo di trasporto pubblico abbia il ruolo
(Gallaratese); in questo « parco » possono trovare inserimento un centro scolastico superiore (di fronte al Kennedy, come già proposto dal Consiglio di Zona), un centro sportivo, ottenibile potenziando e rendendo pubbliche le attrezzature già esistenti, un centro ricreativo, attorno alle cave, attrezzabili con poca spesa per attività velistiche, di canottaggio, ecc.
Tutte le aree a sud della via Bagarotti, comprese tra Cesano, Corsico e la periferia di Milano, lasciate libere dai lotti in corso di realizzazione di edilizia popolare (lotti 8 e 9); il prolungamento della metropolitana sino a via Inganni, e il prossimo prolungamento della via Zurigo, rendono queste aree particolarmente vantaggiose per iniziative speculative; è invece indispensabile il loro utilizzo a verde attrezzato e servizi sociali, ad uso di una delle aree più caotiche e meno servite della periferia milanese; lungo il prolungamento della via Zurigo, che deve diventare un'arteria importante di collegamento pubblico verso la città, può sorgere un grande centro culturale-ricreativo (biblioteca, teatro-quartiere, centro civico, ecc.), in grado di servire Cesano, la zona a Sud di via Forze Armate, la periferia di Lorenteggio sino a Corsico.
L'area di Muggiano: questa grande zona rurale, ancora intatta, va inserita in un parco comprensoriale, che si colleghi alla zona Ovest del territorio milanese, sino al Ticino; essa potrebbe costituire la penetrazione verso la città di una sistemazione a parco sociale di tutta la valle del Ticino
prioritario; questo sistema deve moltiplicare le direttrici di collegamento verso le aree centrali, istituire rapporti rapidi verso le altre aree della periferia Ovest, da Q. Romano a Q. Cagnino e il Gallaratese, da Cesano a Corsico, e verso i centri e le aree industriali più esterne, Settimo, Trezzano, Rho-Pero, ecc.
In concreto si propone:
il prolungamento della via Zurigo verso gli Olmi, Muggiano e la zona del Ticino; questa arteria deve assumere il ruolo di strada di collegamento col centro per gli abitanti della zona di eventuale percorso turistico verso il Ticino non di « superstrada » collegata alla tangenziale, come nella proposta del Comune, già bocciata dal Consiglio di Zona;
il prolungamento della via Pio II (Ospedale S. Carlo) verso la zona Nord di Baggio, Q. Romano, Seguro e Settimo; si realizzerebbe così una terza possibilità di penetrazione verso il centro urbano e si stabilirebbero rapporti diretti tra nuclei e centri ora isolati;
il prolungamento della via Palmi verso Q. Romano e il Gallaratese, per rendere possibile
l'istituzione di un collegamento rapido, con mezzo pubblico, da Corsico al Gallaratese, attraverso Cesano, Baggio e Quinto Romano; l'opportunità di questa soluzione è dovuta sia al miglioramento della pendolarità casa-lavoro, sia alla possibilità di collegamento con le grandi aree a verde « sociale » di cui si è detto; segue a pag.
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segue da pag. 2
-- una serie di provvedimenti immediati per migliorare la rete dei trasporti pubblici esistenti: il prolungamento della linea « U » in fondo alla via Scanini, il miglioramento del servizio OlmiBaggio-Centro, l'istituzione di nuove linee regolari tra Baggio e Settimo e tra Baggio e via Inganni.
PROBLEMA DELLA CASA E DELL'INDUSTRIA POPOLARE. Il recente attacco delle immobiliari agli inquilini della nostra zona ha reso drammatica l'esigenza di operare concretamente per una lotta generale contro il caro-affitti, contro lo strapotere dei padroni di casa; ciò è possibile solo attraverso un'azione sindacale di massa, capace di imporre i contratti collettivi di affitto a livelli equi, di potenziare il ruolo dell'edilizia popolare.
Non chiediamo altri quartieri « autosufficienti » di edilizia popolare, tipo gli Olmi o i nuovi lotti « 167 » in corso di realizzazione: riteniamo però che un piano integrativo di aree per l'edilizia popolare nella nostra zona abbia un ruolo importante per sanare il fabbisogno esistente, per contribuire a riequilibrare situazioni carenti, per dare spazio alle iniziative cooperativistiche non speculative. In particolare il piano integrativo deve prevedere:
la demolizione e la ricostruzione dei gruppi di case in condizioni insostenibili e prive dei servizi igienici di prima necessità: le Case Minime, le cascine del centro di Baggio, gruppi di vecchie case nella zona a Nord di Baggio; il Comune deve impegnarsi a destinare le nuove case agli inquilini attuali e deve provvedere alla loro temporanea sistemazione in zona; la costruzione di nuovi lotti di edilizia popolare per ristrutturare e ampliare vecchi nuclei rurali isolati, come Quinto Romano, Quarto Cagnino e Muggiano, come già proposto dalla popolazione di quest'ultimo centro; la costruzione di nuovi quartieri in quantità sufficiente a sanare la situazione di sovraffollamento e di coabitazione esistente per molte famiglie; questi quartieri vanno previsti nelle aree più favorite per quanto riguarda la possibilità di collegamenti e l'utilizzo di servizi e attrezzature.
SCUOLE E SERVIZI. Agli interventi insufficienti e casuali delle diverse amministrazioni pubbliche (Comune, Provincia, ecc.), è necessario contrap-
DAL QUARTIERE OLMI
Iniziamo queste note, senza dimenticare l'invio di un caloroso e doveroso pensiero all'eroico Popolo Vietnamita, testimone chiarissimo di volontà antimperialista, contro la politica di oppressione e di sfruttamento del Governo Americano, lottatore indomito per la trasformazione in senso socialista delle strutture politiche e sociali del loro paese.
Dopo questo doveroso omaggio, ritorniamo alla ns. più modesta trincea, al ns. Quartiere, nel quale siamo impegnati, alla ricerca di una sempre nuova e più incisiva strategia di lotta, per colmare le moltissime insufficienze strutturali e socialistiche che lo affliggono.
Sono tante e tutte importanti, e noi vogliamo ricordarne alcune, scelte così a caso, e senza nessuna prorità.
Mancanza di un Ufficio Postale, con conseguente grande disagio per tutti, ed in particolare dei Pensionati, costretti a fare ancora i pendolari per ritirare la magra pensione.
Tutto questo è molto più grave, se consideriamo che i locali sono già pronti, ma non vengono utilizzati perchè la pratica giace a Roma sicuramente sepolta dalle solite macerie burocratiche.
Approfittiamo aprendo una breve parentesi per dichiarare la ns. solidarietà ai lavoratori dipendenti delle Poste, da tempo in lotta sindacale per rivendicare la Riforma burocratica del loro Ministero.
Mancanza totale di locali per un Centro Civico e della Biblioteca, dove i cittadini potrebbero ritrovarsi per discutere insieme dei loro tanti problemi.
Mancanza di locali per tutti i Partiti Politici Democratici, costretti ancora nelle malsane cantine, e ovviamente disertate anche per ragioni di salute.
porre e rivendicare un piano organico e articolato nei diversi settori: asili nido: in tutta la zona 18 esiste oggi un solo asilo-nido; si richiede un programma di costruzione di almeno 8 nuovi asili, ripartiti nei diversi quartieri e complessi di abitazioni; scuole materne e scuola dell'obbligo: oltre all'edificazione delle aule e delle unità scolastiche già da tempo richieste, dal Consiglio di Zona e dai cittadini, è necessario rivendicare un programma di potenziamento e completamento delle attrezzature scolastiche esistenti: piscine scolastiche, campi sportivi, centri associativi e culturali, magari in comune tra più scuole, sono elementi indispensabili per trasformare radicalmente il ruolo educativo della scuola e per rendere concreta e proficua la scuola a pieno tempo; scuole superiori: la realizzazione di un centro scolastico nella nostra zona va vista all'interno di un piano di intervento di questo tipo per tutta la fascia periferica di Milano; l'ubicazione di questi centri, la loro consistenza deve essere tale da servire oltre che le zone vicine, anche i comuni esterni a Milano; centri civici: è necessario predisporre interventi di questo tipo, indispensabili per promuovere attività associative, culturali, politiche, in diverse zone del territorio; particolarmente urgente è la realizzazione di iniziative da tempo proposte: il centro civico al quartiere degli Olmi, e analogo centro alla Cascina Monastero, presso la Biblioteca comunale; servizio sanitario locale: la realizzazione di questo servizio costituisce la condizione indispensabile per realizzare la riforma sanitaria e per dare un ruolo sociale all'assistenza medica.
INQUINAMENTI, ALLAGAMENTI, FOGNATURE. In questo settore è necessaria un'azione rivendicativa immediata per ottenere la soluzione, più volte promessa da vari assessori, dal sindaco, ecc., di problemi molto gravi che interessano quasi tutta l'area di Baggio. Va oggi richiesto: la sistemazione e l'asfaltatura delle vie Scanini, Diotti, Colla, Broggini, ecc.; la costruzione della fognatura comunale nelle vie Quinto Romano, Diotti, Budrio, Cabella,
Silva, Bisi, Cantello, Castrovillari, Mar Nero, Nikolajewka; la tombinatura di numerosi fontanili che costituiscono costante pericolo di inquinamento e allagamenti: il Fontanile Fombio, in via Cusago. via Cantello e Castrovillari; il Fontanile dei Frati; i fontanili Conio e Nicorio lungo la via Forze Armate e dietro le case di via Nikolajewka; i fontanili che attraversano le zone abitate a Quinto Romano e a Quarto Cagnino; la pulitura e il ripristino di condizioni ambientali sufficienti per tutte le cave presenti nella nostra area; l'eliminazione delle zone di discarica e deposito di rifiuti solidi; l'eliminazione delle acque luride e inquinate portate dal torrente Lura nei fontanili di Baggio, e la cessazione del loro uso come scarico delle fognature delle abitazioni.
3. NON SI E' PRETESO QUI DI ESAMINARE TUTTI I PROBLEMI PRESENTI OGGI NELLA NOSTRA AREA, NE' DI AVERE INDICATO TUTTE LE SOLUZIONI. VOGLIAMO DARE UN PRIMO CONTRIBUTO AL CHIARIMENTO DI OBBIETTIVI E PROPOSTE SUI PROBLEMI PIU' SENTITI OGGI DALLA POPOLAZIONE DELLA NOSTRA ZONA.
QUESTI PROBLEMI, LE LORO SOLUZIONI DEVONO ESSERE AL CENTRO DEL CONFRONTO E DELL'INIZIATIVA POLITICA DI TUTTE LE FORZEZ DEMOCRATICE DI BAGGIO. QUESTO CONFRONTO DEVE ESSERE PORTATO AVANTI IN TUTTE LE SEDI E CON TUTTI I MODI OGGI DISPONIBILI: NEL CONSIGLIO DI ZONA E NELLE SUE COMMISSIONI, NEGLI INCONTRI PROMOSSI DALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI, IN ASSEMBLEE E RIUNIONI CHE CONSENTANO DI INTERESSARE CAPILLARMENTE TUTTA LO POPOLAZIONE.
E' QUESTA LA STRADA PER COSTRUIRE NELLA NOSTRA ZONA UN MOVIMENTO POPOLARE E DEMOCRATICO, CAPACE DI COLLEGARSI AI GRANDI TEMI DELLA LOTTA PER LE RIFORME SOCIALI E IN GRADO DI DETERMINARE LE SCELTE DI SVILUPPO E TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO.
(Documento presentato dai Compagni del P.C.I. alla Commissione Pianificazione Territoriale del Consiglio di Zona il 10/1/1973).
3) Vigilanza continua sul grosso pericolo tuttora incombente, dello svincolo della tangenziale, che trasformerebbe le ns, vie adesso abbastanza tranquille, in pericolose piste di scorrimento veloce, a solo vantaggio dei proprietari di aree adiacenti.
Vogliamo ricordare anche il successo che il Quartiere ha ottenuto, quando ha lottato unito per la richiesta di una nuova Scuola Elementare, per stimolare ad una intensificazione della lotta per ottenere che finalmente venga sistemato a Verde Attrezzato l'area dei 50.000 mq.
Verde Attrezzato cosa vuol dire?
Vuol dire ad esempio: costruzione di viali alberati per bambini ed anziani, vuol dire piscina, gioco delle bocce, palestre, campi ed attrezzature per attività atletiche, e non solamente qualche campo di calcio riservato poi a pochi dotati e appassionati, immedia-
tamente tesserati con l'illusione di farne poi mercato.
Vogliamo insomma che tutti i ns. bambini ed i ns. giovani maschi e femmine abbiano la possibilità di dedicarsi alle discipline sportive che preferiscono, e per le quali sono particolarmente dotati fisicamente.
Tutto questo che chiediamo non è troppo e nemmeno impossibile, è il minimo indispensabile per una vita veramente civile di questa ns. comunità di 12.000 persone.
Ed è tra l'altro tutto quello che ci promettono da sempre, ad ogni scadenza elettorale, i ns. amministratori pubblici, quando calano ( SIC) in persona o per posta a richiederci il ns. preziosissimo voto.
Noi sappiamo e siamo consapevoli, che la lotta non è semplice e nemmeno facile, ma sappiamo anche che il successo è strettamente proporzionale alla capacità di lotta e di mobilitazione di tutto il Quartiere.
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Un duro colpo al governo di centro-destra
Il 12 Gennaio milioni di lavoratori sono scesi in sciopero generale, in un clima di tensione, reso più vivo dagli attacchi del padronato, dalle denunce che colpiscono in mvodo sempre più massiccio operai e dirigenti sindacali di fabbrica, dalle scelte antipopolari del Governo Andreotti-Malagodi.
Il movimento sindacale è fortemente impegnato a respingere la controffensiva padronale e delle forze conservatrici, e nello stesso tempo, a portare avanti le lotte per una nuova politica economica e sociale, per un mutamento profondo della politica economica del governo nei campi dell'occupazione, del Mezzogiorno, degli investimenti, delle pensioni e così via, assieme alla conquista di avanzati contratti di nuove condizioni di lavoro da parte delle categorie ancora in lotta, dai metalmeccanici, agli statali, alla scuola ecc.
I lavoratori esigono con questo sciopero ottenere dei cambiamenti essenziali nella politica del governo. Le organizzazioni sindacali confederali, sono sempre disponibili al confronto sui problemi col governo, ma deve essere estremamente chiaro, che nei momenti di dissenso i lavoratori possono, devono poter ricorrere alla lotta, all'azione sindacale. Lo sciopero del 12 Gennaio deciso dal Direttivo della Federazione unitaria CGIL-CISL-UIL è stata la risposta volta a mettere in crisi gli orientamenti e le scelte del governo In materia economica sociale, chiaramente insufficiente nella situazione attuale, alimentata da una visione conservatrice degli attuali rapporti di potere nella società italiana, rispondenti agli interessi del grande capitale monopolistico del nostro paese.
Per qualsiasi pratica inerente all'INPS (pensione, vecchiaia, riversibilità, invalidità, assegni famigliari, ecc.), rivolgersi all' INCA - Camera del lavoro con sede in Piazza Anita Garibaldi
n. 13 - Baggio (Milano) aperto tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 11.30 e dalle 15.30 alle 17 escluso il sabato.
INCA
il patronato della CGIL per la tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori
Alcune brevi considerazioni e commenti al promemoria del presidente Andreotti presentato alla Federazione CGIL-CISL-UIL.
Per quanto concerne l'occupazione, il governo ha ripresentato i noti dati che confermano le ipotesi del movimento sindacale circa un notevole peggioramento dell'occupazione.
Nessuna indicazione per misure capaci di stimolare lo sviluppo delle forze produttive, ne altre per l'occupazione giovanile. In Italia ci sono centinaia di migliaia di giovani, che non trovano un'occupazione qualificata, nonostante siano in possesso del diploma professionale.
La legge sulla casa svuotata di ogni contenuto a favore degli inquilini. Prova ne è, che non effettuando un controllo più rigido sui livelli degli affitti, per contrastare i vertiginosi e ingiustificati aumenti, che i padroni di casa hanno messo in atto in questi tempi, si lascia meno alla più gretta logica del profitto. A Baggio centinaia di famiglie di lavoratori sono state colpite.
Grave la situazione in ordine ai trasporti. Occorrono controlli più efficaci sulla società di gestione di autolinee private per garantire una maggiore efficienza del servizio ad un prezzo più basso. L'attuazione del piano di ristrutturazione delle linee di superficie e il piano di completamento della rete metropolitana. Da anni si chiede che la sotterranea arrivi fino a Muggiano Baggio, ma il comune è sordo a questa più che legittima richiesta.
Per la scuola le rivendicazioni riguardano l'applicazione della Legge che limita a 25 alunni il numero
massimo per le aule della scuola dell'obbligo e la realizzazione del tempo pieno.
Per realizzare questi obiettivi è necessario un programma sostenuto di interventi nell'edilizia scolastica.
Per i prezzi e i salari il governo si è impegnato a non svalutare la lira, a prendere in esame un controllo dei fitti ( già aumentati ). Il costo della vita continua ad aumentare, falcidia salari e stipendi. Con l'introduzione dell'IVA il potere di acquisto delle masse popolari ha subito un altro colpo. Una cosa è chiarissima. Il Gaverno Andreotti accetta con grande sollecitudine l'ipotesi padronale che l'aumento dei prezzi deriverebbe da produzione insufficiente, dalla conflittualità eccessiva.
Posizione governativa da respingere subito. I lavoratori sono sempre più sfruttati, i piccoli commercianti, esercenti, sono colpiti dall'aumento delle tasse, fitti, mentre i grandi capitalisti sono protetti, non pagano le tasse, si rifiutano di effettuare gli investimenti per lo sviluppo dell'economia e passano alle minacce, rappresaglie come è avvenuto alla FIAT di Torino.
Per tutti questi motivi lo sciopero generale del 12 Gennaio è stato una grande risposta di milioni di lavoratori alle scelte antipopolari del malgoverno Andreotti.
Sciopero che non risolverà i problemi sul tappeto, ma ha dato una prima massiccia risposta al Governo Andreotti-Malagodi, per ottenere risultati concreti, coerenti con la linea generale di trasformazione per la quale si batte il movimento sindacale, democratico nel nostro paese.
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I lavoratori dell'A.C.F.A. in lotta per la difesa del posto di lavoro
E' da ottobre, ormai, che i metalmeccanici sono in lotta per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
Anche all'ACFA di Settimo Milanese i lavoratori aderiscono compatti alla lotta; con uno spirito combattivo tale che in poco tempo sono diventati la forza trainante, il punto di riferimento di tutta una miriade di piccole fabbriche esistenti nella zona.
Di fronte ad una tale capacità di lotta (per altro già dimostrata vincendo una dura vertenza aziendale nel 1971, che ci vide condurre una battaglia impegnativa sino ad un'assemblea permanente di 3 giorni), lo Steinberg, padrone dell'azienda, si allinea ciecamente alle posizioni della Federmeccanica calando sui lavoratori un provvedimento di Cassa Integrazione (alcuni 32 ore, altri 24) nel tentativo di spezzare l'unità e la volontà di lotta creatasi all'interno della fabbrica, procedendo a un piano di ristrutturazione e nel contempo cercando di spostare l'obiettivo primario che rimane sempre e comunque il rinnovo contrattuale e le grandi riforme sociali.
Il Consiglio di Fabbrica e i lavoratori riuniti in assemblea generale, dopo ampio dibattito decidono una serie di iniziative, sia sul piano politico, sia sindacale:
impegnando direttamente gli Enti locali, dai Comuni dì Settimo Milanese, di Milano, all'Ispettorato del Lavoro, alla Regione lombarda, chiedendo un incontro in sede sindacale (AIL);
sia sul piano di lotta, articolando le ore a disposizione per il contratto, promuovendo manifestazioni locali, volantinaggio all'opinione pubblica, alla ricerca delle più ampie alleanze fra tutti i cittadini della zona; rifiutando decisamente il provvedimento padronale, presentandosi ugualmente al lavoro, dimostrando l'infondatezza e l'assurdità di tale provvedimento.
Il tipo di sfruttamento, integrale ed inumano, che lo Steinberg attua, non solo in fabbrica, che continua a lavorare a pieno ritmo, ma caricando anche di lavoro i minorati psichici e fisici degli
Istituti di rieducazione, le lavoratrici a domicilio e i detenuti delle carceri, dimostrano la natura strumentale ed ipocrita del provvedimento.
Si punta alla ferma posizione dei lavoratori, e al mancato accoglimento della Cassa Integrazione da parte della Commissione esaminatrice, la Direzione ha invitato esplicitamente ì vari responsabili ad abbandonare l'azienda negli intervalli fra un periodo di sciopero e l'altro; attaccando il diritto di sciopero e mettendo in atto un'azione simile alla serrata.
Ma i lavoratori, con senso di responsabilità, si sono confrontati con i responsabili, alleati della direzione, e li hanno fatti desistere da tale atteggiamento.
A questo punto, mentre i lavoratori si preparano ai grandi appuntamenti, come la pace nel Vietnam e la grande manifestazione generale sui temi delle riforme sociali, casa, scuola, trasporti, sanità, ecc. di cui lo sciopero del 12 gennaio è stato uno dei momenti più significativi, la direzione, certamente non sicura della sua posizione, invita i lavoratori alle dimissioni " volontarie".
Questo dimostra una volta di più il carattere repressivo e reazionario della direzione, che crede di poter tornare indietro nel tempo e recuperare le conquiste fatte negli ultimi anni dai lavoratori dell'ACFA. Ma i lavoratori, non perdendo di vista gli obiettivi che stanno loro davanti e la situazione generale del nostro Paese, decidono di continuare la lotta, difendendo fino all'estremo il proprio posto di lavoro.
E' con rinnovato spirito combattivo inoltre che i lavoratori dell'ACFA si confrontano con le forze politiche della zona per trovare ulteriori momenti unitari.
I problemi della zona devono vedere la più ampia partecipazione di cittadini e lavoratori, al fine di imprimere una svolta decisiva e democratica al Paese per liquidare al più presto il governo di centro-destra Andreotti-Malagodi, che al di là di ogni discorso, ha già dimostrato più volte la propria volontà antipopolare e antisindacale.
Vittoria di 1.200.000 edili la bozza del nuovo contratto
La Federazione unitaria FILLEA-FILCA-FENEAL definisce « fortemente positivo il risultato raggiunto »80 ore di sciopero, azioni articolate a livello regionale e di cantiere, manifestazioni unitarie dal giugno ad oggi - Piegate le più tenaci resistenze padronali - Aumento salariale di 20 mila lire uguale per tutti i lavoratori.
L'ipotesi di accordo per il nuovo contratto di lavoro degli edili, che sarà sottoposta immediatamente ad un'ampia e definitiva valutazione dell'intera categoria, attraverso un'approfondita consultazione di base, la quale dovrà concludersi il 30 gennaio, prevede:
Salario annuo garantito. E' realizzato per la prima volta a carico del padronato quel regime di garanzia del livello salariale nei casi di malattia, infortuni, disoccupazione, sospensione, corrispondente alle stesse dei lavoratori e che costituisce una decisiva conquista per la categoria degli edili e per l'intero movimento. Il trattamento in caso di infortunio è stato elevato al 100% del salario a partire dal quarto giorno e fino a guarigione clinica; per le malattie superiori a 14 giorni viene garantito il 75 e il 90% quelle che vanno oltre i 18 giorni.
Per la disoccupazione è prevista l'elevazione dell'indennità al 60% della retribuzione complessiva, il netto miglioramento dei requisiti necessari per il godimento del trattamento e l'aumento della sua durata.
Decisamente migliorata è anche la disciplina riguardante le sospensioni per riduzione di orario causate da ragioni indipendenti dalla volontà dei lavoratori, in modo da rendere più certa e tempestiva l'effettuazione dell'intervento integrativo del salario.
Le conquiste raggiunte sul salario annuo garantito acquistano grande rilievo politico anche in quanto rappresentano un momento di concreta unificazione della categoria per il notevole miglioramento che assicurano agli edili del Mezzogiorno e di altre zone del Paese.
Cottimismo. E' sancito contrattualmente il divieto assoluto di ogni forma di cottimismo, e si rafforzerà così la possibilità di più incisive azioni a livello articolato in direzione della completa sconfitta di tutte le
più brutali forme di sfruttamento della mano d'opera.
Subappalto. L'impresa principale diventa responsabile in solido con l'impresa subappaltatrice per quanto riguarda l'applicazione dei contratti e delle leggi sociali; superandosi in tale modo quanto attualmente disposto dalla stessa legge n. 1369 ed andando con ciò ad una trasformazione dell'impresa subappaltatrice sulla base di una nuova organizzazione produttiva e del lavoro non più unilaterale.
Livelli di contrattazione. E' sensibilmente allargata per materia la contrattazione integrativa a livello provinciale; il delegato rappresenta le organizzazioni sindacali sul posto di lavoro.
Categorie e qualifiche. E' di grande importanza il superamento del manovale comune, riducendosi in tal modo a 3 le categorie operaie in edilizia. L'abolizione del manovale comune, che riguardava almeno un terzo della categoria, costituiva uno degli obiettivi più sentiti e di più vasta mobilitazione perchè della sua esistenza il padronato ha sempre approfittato per le più vaste evasioni contrattuali.
Orario. Consolidamento dell'orario di 40 ore in cinque giorni della settimana: i già previsti scorrimenti di cui ai precedenti contratti, motivati da situazioni di particolare necessità e quindi eccezionali, devono essere contrattati a livello di cantiere con i delegati. Sostanziali miglioramenti salariali vengono realizzati per i lavoratori discontinui.
Salario. Aumento salariale uguale per tutti, operai ed impiegati di 16.000 lire mensili; altre 4.000 lire affidate alla contrattazione provinciale. L'aumento salariale globale è perciò di L. 20.000.
Ritenute sindacali. E' conquistato il cumulo fra quote di servizio e la delega per l'effettuazione delle ritenute sindacali; la realizzazione di tale diritto è stato obiettivo permanente delle lotte della categoria negli ultimi anni. Altre importanti realizzazioni, che saranno dettagliatamente illustrate con un successivo comunicato attengono agli impiegati (trattamento di malattia, ferie, premio annuale, ecc.), all'iniziativa di mestiere, ai lavori disagiati ed in galleria.
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I cittadini di via Valle Antrona e Castrovillari contro l'attacco delle immobiliari
Con una scarna lettera ciclostilata, redatta in tono freddo e burocratico, la S.p.A. Quartiere Residenziale Baggio ha fatto sapere, alla fine del mese di novembre, ai suoi inquilini delle vie Valle Antrona e Castrovillari di non aver rispettato il contratto di affitto. Nella stessa lettera si comunica l'importo degli arretrati da pagare e viene imposto un aumento dell'affitto.
Si può immaginare lo sgomento suscitato da questa lettera: in queste case vivono quasi cinquecento famiglie che da tempo pagano regolarmente e puntualmente fior di affitti e di spese; affitti, che, per i contratti stipulati prima del 1969, vanno dalle 320.000 annue per un locale, alle oltre 450.000 per due locali, sino alle oltre 700.000 per quattro locali (livelli tra i più alti non solo della periferia ma di tutta Milano).
L'accusa dell'Immobiliare è che queste famiglie, di propria iniziativa, non hanno ancora proposto al padrone di casa di aumentare l'affitto: sembra infatti che questo rientri nei doveri del bravo inquilino. Esiste una clausola nei contratti (clausola apertamente illegale, dato che in Italia vige la legge di blocco degli affitti), per cui una delle due parti, inquilino o padrone di casa, può chiedere una diminuzione o un aumento dell'affitto, se l'indice del costo della vita diminuisce o aumenta di una certa percentuale.
Il padrone di casa ha fatto i suoi conti, ha visto che il costo della vita è aumentato (e certo lui con le sue speculazioni vi ha contribuito non poco), ha preparato dei conteggi molto precisi ed accurati ed ha comunicato agli inquilini, anno per anno a partire dal 1963, l'aumento dovutogli come giusta ricompensa per i suoi mancati guadagni.
Gli arretrati richiesti vanno dalle 3/400.000 lire ad oltre il milione per ogni famiglia; inoltre i nuovi livelli di affitto sono superiori del 30-35% rispetto ai contratti anteriori al 1969 e soggetti alla legge di blocco.
E' evidente che in questo modo il padrone di casa cerca di eludere la legge di blocco degli affitti: con questi aumenti le famiglie che sono in queste case da prima del 1969 verrebbero a pagare più o meno gli stessi affitti che il padrone stipula oggi con i nuovi inquilini.
Ma la risposta che gli abitanti delle vie Valle Antrona e Castrovillari hanno dato alla S.p.A. Quartiere Residenziale Baggio (una delle tante immobiliari del noto speculatore Gervaise Rancilio, che possiede centinaia di palazzi a Milano, Parigi, ecc.), è stata ben diversa. In alcune assemblee, tra le più vivaci e affollate viste a Baggio, essi hanno deciso di controbattere in modo fermo e preciso questo inaudito attacco ai loro diritti: hanno chiesto l'intervento del Sindacato Unitario degli Inquilini (SUNIA), per organizzare un'azione collettiva contro l'immobiliare, rivendicando il ritorno degli affitti al livello previsto dalla legge di blocco, la sospensione del pagamento delle spese fino a quando il padrone non le giustifichi, il deposito delle cauzioni su libretto, il rifiuto del pagamento tramite cambiali, la stipula di un contratto collettivo di affitto; hanno chiesto e ottenuto l'appoggio di tutte le forze politiche democratiche di Baggio e del Consiglio di Zona, per promuovere azioni di protesta a tutti i livelli, dal Comune, alla Provincia, alla Regione, al Parlamento; si sono organizzati al loro interno, costituendo un comitato degli inquilini e nominando responsabili per ogni scala, in modo da tenere informate tutte le famiglie e coordinare le iniziative.
E' stata una risposta ben diversa da quella che si attendeva l'immobiliare. Forse la S.p.A. Quartiere Residenziale di Baggio ha fatto i conti troppo in fretta: ha ritenuto, come tante altre immobiliari a Milano, che oggi, con il governo di destra Andreotti-Malagodi, con l'attacco alla nuova legge sulla casa, ai livelli di occupazione, con la voluta tendenza all'aumento dei costi della vita, ci fosse la possibilità di attaccare impunemente i diritti dei lavoratori inquilini. Questa immobiliare ha fatto i conti senza considerare la capacità di mobilitazione e di lotta degli inquilini e l'impegno di tutte le forze che da anni si battono per rivendicare il diritto alla casa ad un prezzo equo e per dare all'edilizia popolare un ruolo decisivo nel risolvere il problema della casa per tutti i lavoratori.
LETTERA AL GIORNALE SUI PROBLEMI DEL DOPOSCUOLA ALLA MEDIA
Sono una insegnante della scuola media Correnti (quartiere Olmi) e mi occupo principalmente del doposcuola.
I problemi del doposcuola se fatti oggetto di un'attenta analisi, sono il prodotto di un concatenarsi di esigenze che investono tutta la tematica di riforma della scuola: riforma di tipo puramente didattico e riforma di tipo sociale.
Entrambi i tempi si fondono e trovano sbocco forzato nella ristrutturazione dei contenuti che la scuola porge intrisi di falso scientifismo e carenti nell'aderenza alla realtà sociale che gli alunni vivono. Qualsiasi tentativo di dare all'insegnamento nuove basi come cettuali e nuovi strumenti didattici (apprendimento diretto tramite l'analisi di gruppo, sperimentazioni efficaci, sopralluoghi nei centri di interesse etc.), richiede inevitabilmente l'attuazione del tempo pieno. E' a questo punto che il doposcuola oggi interviene, sotto veste di surrogato, di parcheggio pomeridiano dei figli, laddove i problemi di tipo sociale richiederebbero un perfetto funzionamento dei servizi dovuti ai lavoratori, in primo luogo, quindi, delle scuole per i loro figli.
La disfunzione dei servizi in un quartiere come il nostro, simile a quelli di tutta la fascia periferica, investe in primo luogo i frequentatori della scuola dell'obbligo, i quali, oltre a gravare sulle famiglie, subiscono doppiamente i soprusi del consumo e del capitale senza ricevere dalla scuola gli strumenti necessari per affrontare il mondo del lavoro.
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Anche in questo quartiere la scuola media soffre di queste carenze: l'insegnamento della mattina oscilla, da sezione a sezione, fra una malintesa applicazione delle « riforme » di dieci anni fa e la loro totale ignoranza.
I professori, abitano tutti in centro, prendono contatto con la vita di quartiere solo quando si presentano casi di teppismo che vengono considerati a sè stanti e non danno adito a serie considerazioni sugli stimoli sociali che provocano tali manifestazioni.
E' quindi arduo pretendere da tali professori il rispetto per una realtà che non conoscono e l'adeguamento dei programmi agli interessi ambientali che vivono attorno alla scuola.
Alla situazione delle ore della mattina si è sovrapposto un doposcuola così concepito: insegnanti delle materie fondamentali (lettere, matematica, lingue) sono a disposizione per lo svolgimento dei compiti e per l'eventuale recupero, sempre dal punto di vista del profitto, degli alunni in ritardo sui programmi.
IGNORATE LE CASE MINIME
I quattro quartieri di case minime — Baggio, Bruzzano, Vialba, via Zama — ed il gruppo di case in legno di via Primaticcio sono stati esclusi dal novero dei quartieri che beneficeranno dello stanziamento di 4,3 miliardi per le manutenzioni, deliberato dal Consiglio comunale di Milano nello scorso mese di ottobre.
Ancora una volta si è preferito rinviare questo problema scottante, fingere di non vedere questa vergogna che affligge la nostra città. E così ancora una volta si profila per gli oltre cinquemila abitanti di queste case un inverno segnato da disagi e da sofferenze: il freddo, l'umidità, la mancanza dei servizi igienici, i locali sovraffollati.
Ma ormai, tra gli inquilini, alla rassegnazione si sta sostituendo una sempre più diffusa volontà di organizzarsi e di battersi per conquistare una soluzione radicale del problema: la progressiva sostituzione delle case minime con nuove case popolari dignitose, da ricostruire sulle medesime aree, e che dovranno essere affittate alle medesime famiglie ad un canone equo che sia commisurato alle condizioni economiche, nella maggior parte dei casi assai misere, delle famiglie stesse. E poichè, anche ottenendo una simile decisione da parte del Comune, occorrerebbe non poco tempo per completare il piano di ricostruzione, gli inquilini chiedono anche che siano effettuate subito almeno le riparazioni più urgenti (tetti, finestre, ecc.) indispensabili per « tirare avanti » fino alla soluzione del problema.
Di tutto questo si è incominciato a discutere in una prima riunione tenutasi con l'assessore all'edilizia pubblica; apprezziamo l'intenzione, espressa in quella sede, di affrontare finalmente il problema; ma insistiamo perchè si faccia presto, perchè si formuli un piano che preveda la eliminazione di tutte le case minime e non solo di una parte di esse, perchè inizino quanto prima e contemporaneamente i lavori in tutti i quartieri.
A questo si aggiunge solo fotografia come unica materia alternativa con un aspetto vagamente professionale. Il collegamento con gli insegnamenti della mattina si risolve nella ripetizione meccanica e mnemonica delle nozioni acquisite. Manca del tutto una continuità di discorso nell'apprendimento e quindi lo sfruttamento delle ore di doposcuola come valida integrazione ai programmi.
Menegazzi Maria Grazia
SUCCESSO DELLA PROTESTA PER LA LINEA 48 MUGGIANO-BAGGIO
E' di questi giorni l'esplosione del problema della linea 48: il Comune per lavori stradali in via Mosca, ha bloccato la linea, lasciando la popolazione completamente isolata.
Il Comune avrebbe potuto, e dovuto, predisporre una variante, che però passava per terreni di privati, nei confronti dei quali il Comune non ha « osato » applicare le vigenti disposizioni per l'esproprio.
Solo la pronta e cosciente mobilitazione della popolazione di Muggiano ha sventato il tentativo: dopo una manifestazione in via FF.AA., una delegazione di cittadini si è recata in Comune per protestare energicamente tantochè la linea è stata ripristinata.
Il problema, però, che il nostro partito solleva da tempo anche in Consiglio di Zona 18, è quello più generale dei trasporti interperiferici e periferia-centro.
Finora i quartieri periferici sono stati considerati solo come « quartieri dormitorio», privi di servizi sociali, e, quindi, anche dei trasporti.
Si tratta, cioè, di un discorso generale, sulla pianificazione razionale e democratica del territorio e di un controllo popolare sulla pianificazione stessa.
uomo donna
Chiodini CONFEZIONI
bambino
GRAVI DISAGI NELLE SCUOLE DELLA ZONA
Al di là dell'ottimismo ufficiale e dei demagogici appelli governativi all'ordine, anche quest'anno scolastico si è aperto in un sostanziale disordine, del quale i responsabili non sono certo i lavoratori della scuola e gli studenti.
Il disordine deriva dalle carenze edilizie e strutturali, dai crescenti costi dei libri, che i lavoratori sono costretti a pagare, perchè non si attuano adeguate misure per il diritto allo studio; dalle condizioni, spesso incerte, in cui è lasciata buona parte del personale (spesso fuori ruolo, e la cui nomine arrivano molto tardi); dalla assenza di una reale gestione sociale e democratica degli istituti scolastici, dallo stato di dequalificazione in cui la scuola italiana è stata gettata da decenni di malgoverno D.C. e dal rinvio delle riforme.
Queste carenze, che determinano difficoltà effettive per la stragrande maggioranza dei cittadini, sono ancora più sensibili per i quartieri della periferia, per i quali non è mai abbastanza esatto il termine « dormitorio » e per gli abitanti degli stessi che, impossibilitati a seguire i propri figli, più che mai necessitano di una scuola che funzioni, a tempo pieno, assolvendo al proprio ruolo di servizio sociale.
Perciò non basta, soprattutto nella fascia dell'obbligo, che la scuola offra dopo le ore di lezione del mattino, altre poche ore pomeridiane, che spesso si risolvono in un « parcheggio » ma occorre utilizzare questo tempo in una prospettiva di vero tempo pieno, di formazione culturale ed umana, e di non selezione.
La selezione, infatti, quasi sempre colpisce le famiglie di operai e di immigrati che vedono i loro figli spesso non concludere gli studi medi inferiori.
Contro la selezione occorre che le forze democratiche, partecipando alla vita della scuola, dirigano le attività pomeridiane, per integrare le ore del mattino in modo da sviluppare i veri interessi degli alunni.
Noi non crediamo, con questo, che si debba aspettare l'attuazione della scuola a tempo pieno, perchè siano iniziati i tentativi di miglioramento dell'attuale realtà.
Spesso tali miglioramenti nella vita della scuola non si raggiungono per l'impossibilità da parte degli stessi cittadini, abituati da decenni di autoritarismo a subire ciò che dall'alto veniva imposto, a partecipare alle scelte della Scuola.
Occorre quindi, essere coscienti che la scuola si migliora nella misura in cui esiste impegno delle sue varie componenti in tale direzione, occorre perciò dare anche alla scuola italiana una svolta democratica, facendo partecipare i lavoratori, che in qualità di genitori ne sono utenti, alla sua gestione.
Si parla spesso di gestione sociale, ma ciò che si può fare non appare sempre chiaro.
Un ruolo fondamentale possono avere le organizzazioni democratiche locali, dai Consigli di Zona, alle Associazioni Genitori, ai Comitati Genitori. Nelle varie scuole, ai Comitati di Quartiere là dove esistono.
Anche nella nostra zona sono state prese da parte del Consiglio di Zona iniziative come quella di tenere nelle scuole assemblee sui temi principali che riguardano la Riforma (cioè il reale diritto allo studio e al lavoro, stabile e qualificato) la democrazia nella scuola, gestione sociale, edilizia e tempo pieno, pendolarità e trasporti, costi dei libri e
ALCUNE DOMANDE AL COMUNE E AGLI ASSESSORI SULL'AREA LIBERA N. 7
Si è conclusa al Consiglio di Zona la lunga e tormentata discussione sull'utilizzo dell'area libera compresa tra le vie Quinto Romano, Rismondo, Anselmo da Baggio e Diotti (conosciuta come « area libera » n. 7).
La maggioranza dei consiglieri ha indicato nella proposta del Comitato Genitori della scuola materna di via Quinto Romano, l'unica soluzione possibile per arrivare ad una sistemazione definitiva di questo problema.
Il Consiglio di Zona ha anche bocciato due soluzioni presentate da privati, interessati alla costruzione di edifici su di una parte di queste aree ( trattasi di alcuni esponenti locali della D.C., della Parrocchia di S. Apollinare e, sembra, della Curia).
Oggi il Comune, gli assessori competenti, non hanno più nessun valido motivo per rimandare una decisione sulla sistemazione di
I LAVORATORI METALMECCANICI IN LOTTA ANCHE PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI VITA A BAGGIO
Il Sindacato dei lavoratori metalmeccanici della zona ha promosso l'incontro di tutte le forze politiche e sociali democratiche di Baggio per definire una piattaforma rivendicativa sui maggiori problemi della nostra periferia.
Questa iniziativa si inquadra nelle lotte che i lavoratori metalmeccanici stanno conducendo per il rinnovo contrattuale, per le riforme sociali.
Riteniamo di fondamentale importanza per la nostra zona questa iniziativa:
perchè rappresenta un momento decisivo per la costruzione di un rapoprto concreto e stabile tra le lotte dei lavoratori nella fabbrica e le lotte sociali nei quartieri;
perchè impegna l'azione di lotta dei lavoratori metalmeccanici su problemi concreti e urgenti della nostra zona, rendendone più vicina la soluzione.
Mentre rinnoviamo il nostro impegno nell'appoggiare questa iniziativa, invitiamo i lavoratori di Baggio, tutte le forze politiche e sociali democratiche, anche quelle sin qui volutamente o casualmente assenti, a partecipare attivamente alla formulazione della piattaforma e a tutte le iniziative di lotta e di mobilitazione.
quest'area nel senso indicato dalla maggior parte delle forze sociali e politiche democratiche di Baggio.
PERCHE' A TUTT'OGGI NON E' STATO ANCORA PORTATO IN COMMISSIONE PIANIFICAZIONE DEL COMUNE QUESTO PROBLEMA?
PERCHE' L'ASSESSORE ALL'URBANISTICA CANNARELLA (D.C.) NON ACCETTA LE INDICAZIONI DEMOCRATICAMENTE ESPRESSE DALLA NOSTRA ZONA?
PERCHE' SI CONTINUA A SUBORDINARE IL PROBLEMA DELLA COSTRUZIONE DELLA NUOVA SCUOLA MATERNA ALLA POSSIBILITA' CHE I PRIVATI INTERESSATI RIESCANO A PORTARE A COMPIMENTO LA LORO INIZIATIVA SPECULATIVA?
loro contenuti; ma queste iniziative non si debbono lasciare insabbiare, vanno vigorosamente appoggiate dalle organizzazioni democratiche di zona.
Il Partito Comunista Italiano, sui problemi della scuola, ha presentato al Comitato di Zona le seguenti proposte:
PROPOSTE USCITE DAL CONSIGLIO DI ZONA
La convocazione a brevissimo termine, in tutte le scuole, delle assemblee dei genitori aperte a tutti, perchè appunto il problema interessa tutti i cittadini, sui problemi della scuola e la riforma della scuola.
Indagine da intraprendere in direzione del contenuto dei libri di testo di tutte le scuole, dalle elementari alle superiori, ai fini di constatare in quale misura e quanto spazio viene dato ai problemi dell'antifascismo, alla gloriosa guerra di liberazione, ai contenuti democratici e rinnovatori della Costituzione repubblicana e fare di tale indagine una campagna di orientamento dell'opinione pubblica sull'insegnamento nelle scuole.
Costituzione nel Consiglio di Zona di una Commissione con compiti di denuncia delle attività fasciste e neofasciste a tutti i livelli, che permettano il rafforzamento antifascista delle istituzioni dello Stato come sancito dalla Costituzione.
Uno studio di ricerca delle aree, in legame e collaborazione con la Commissione Pianificazione del Consiglio di Zona, per la costruzione di scuole dove veramente esse servono, tenendo conto degli insediamenti nuovi.
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sui murì no, quelle non le facciamo. Anche noi comunisti abbiamo avuto un'infanzia, d'altronde come tutti, ma siamo non solo adulti e mentalmente equilibrati, ma forti e sicuri delle nostre concezioni politiche da poterle confrontare con tutti, in ogni sede ed in ogni circostanza, sempre apertamente senza ricorrere all'imbrattamento dei muri. Chi scrive sui muri di Baggio sono quindi i malati di « INFANTILISMO POLITICO », cercando in questo modo di alimentare una campagna anticomunista. Essi però non sono ricoverati in una clinica o in una casa di cura come si addice a coloro che vengono colpiti da tale malattia, ma occupano un lussuoso appartamento di Via Camozzi n. AD sotto vari nomi come: « Lotta Comunista », « Circolo Operaio » ed altri (sono pochissimi, ma si firmano in mille modi). Nessuno però di questi nomi appare all'ingresso di tale appartamento, diversamente di quanto si verifica in ogni clinica, forse in omaggio ad un anonimato utile agli scopi anticomunisti che costoro si prefiggono. Gli appartenenti a questi gruppi si autodefiniscono rivoluzionari, e circolano per Baggio con il secchio della vernice in mano, il casco sulla testa e la speranza nel cuore che esso gli protegga almeno ciò che di essa è rimasto. Ma costoro di rivoluzionario conoscono solo i detersivi avendo come unico obbiettivo l'attacco permanente al Partito Comunista Italiano, alle organizzazioni democratiche e di massa con le quali la classe lavoratrice italiana, non solo si è storicamente affermata, ma tutt'ora impegnata per conquistarsi una società giusta dove il suo ruolo sia decisivo. Consideriamo questo, il loro slegame con le masse popolari ed i mezzi finanziari di cui dispongono questi gruppi, forti sono i dubbi che ci assalgono sul ruolo che svolgono e vorremmo fare chiarezza.
Diciamo questo con la sicurezza di coloro che da 52 anni conoscono quanti sacrifici costa reggere un'organizzazione politica, come lo sanno i lavoratori ai quali ci rivolgiamo con assidua insistenza per finanziare il nostro partito. Noi non conosciamo chi li finanzia e quanto guadagnino lavorando (...), forse non conosciamo neppure quanto guadagni un Farmacista e quale mancia possa dare ai suoi rampolli, ma conosciamo benissimo il livello salariale dei lavoratori, ci battiamo con loro per cambiare le cose e per questo ci sostengono. Noi vorremmo conoscere la V ERITA', per ora la realtà dei fatti ci fà esprimere il giudizio che costoro non sono altro che degli imbrattoni, dei rivoluzionari allo spray ed al Ducotone rosso, ma solo perchè oltre che essere malati di « INFANTILISMO » sono anche « DALTONICI ».
Considerando quindi che per costoro la salute è uno schianto, noi comunisti sino ad ora ci siamo limitati a girare per Baggio cancellando le scritte con vernice grigia.
UN GIORNO POTREMMO STANCARCI!
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II vietnam ha vinto
Non è retorica, dire, oggi, che siamo ad una data storica. Il fatto stesso che l'accordo ci sia e che esso, come le stesse indiscrezioni della fonte americana riconoscono, si muova sulla base raggiunta in ottobre, segna una vittoria dell'eroica resistenza del popolo vietnamita sostenuta dai Paesi socialisti e dalle forze democratiche e di pace del mondo intero.
Il punto di svolta è avvenuto durante la tragedia che si è verificata tra Natale e Capodanno. Fu in quel momento che le forze più oltranziste dell'imperialismo americano giocarono la carta estrema del massacro e della barbarie per cercare una via di uscita che piegasse la Repubblica democratica del Vietnam e il Governo rivoluzionario provvisorio. Il piano criminale si scontrò con una grande e valida resistenza armata e con una mobilitazione imponente dell'opinione pubblica mondiale: mai gli Stati Uniti avevano conosciuto un tale isolamento rispetto ai propri
stessi alleati occidentali, dall'Europa all'Australia.
Fu chiaro che il Vietnam non poteva essere piegato e che la strada del massacro non aveva alcuno sbocco per il governo americano. Si manifestò l'esistenza, ancora una volta, di una corrente — interna alla stessa amministrazione Nixon — favorevole all'impiego dell'atomica. Ma fu evidente che questa linea della follia distruttiva avrebbe significato la catastrofe: l'America era sola di fronte al mondo.
Ora, però, in nessun modo deve attenuarsi la mobilitazione, la vigilanza, la pressione unitaria. Innanzitutto perchè manca ancora la firma e poi perchè si apre un periodo di lotta politica profonda perchè l'accordo venga rispettato. Continuare nell'impegno nostro è quello che dobbiamo al popolo vietnamita e a coloro che hanno saputo guidarlo secondo la strada di Ho Ci Min: al popolo a cui va la riconoscenza di ogni uomo libero.
« Il mio ultimo desiderio è questo — lasciò scritto Ho Ci Min nel suo testamento —: tutto il partito, tutto il popolo, strettamente uniti si battano per la creazione di un Vietnam pacifico, unito, indipendente, democratico, diano un degno contributo alla causa della rivoluzione mondiale ».
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Portaluppi Arrigo Apollinare